Megalito

monumento megalitico

Un megalito è una grande pietra o un insieme di pietre usate per costruire una struttura o monumento senza l'uso di leganti come calce o cemento. Il termine megalito proviene dall'unione di due parole del greco antico: μέγας, traslitterato mégas, cioè "grande" e λίθος, líthos, che significa "pietra".

Tomba megalitica harhoog (un tipo di dolmen esteso) situata a Keitum sull'isola di Sylt, nello Schleswig-Holstein, in Germania. Risale probabilmente a circa il 3000 a.C. Nel 1954 è stato spostato dalla sua posizione originale.

I megaliti presentano forme e strutture diverse, anche se si possono individuare alcune tipologie fondamentali come il menhir, un masso grezzo o appena sbozzato, conficcato nel terreno e il dolmen, caratterizzato da due o più pietre verticali e una orizzontale posta come architrave. Esistono inoltre strutture megalitiche ben più complesse, con vere e proprie fortificazioni. Sempre in Sardegna è possibile trovare altre costruzioni megalitiche utilizzate come tombe: le Tombe dei giganti.

Distribuzione dei megaliti modifica

Il termine è usato per descrivere strutture erette da popoli in molte parti del mondo in periodi differenti. Nei primi anni del XX secolo era diffusa la teoria che la maggior parte dei megaliti fosse il prodotto di una "Cultura Megalitica" globale, ma datazioni successive hanno confutato tale ipotesi[senza fonte]

Megaliti in Europa modifica

 
Dolmen di Monte Bubbonia, Caltanissetta
 
Dolmen di Sa Coveccada, Mores

Nell'attuale Turchia meridionale, presso Göbekli Tepe, è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (11500-8000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. In Europa occidentale i megaliti sono solitamente riconducibili al periodo neolitico o all'età del bronzo (4500 - 1500 a.C.). I templi megalitici di Malta sono i più antichi dell'Europa occidentale[senza fonte] e furono costruiti da un popolo proveniente con molta probabilità dalla Sicilia sud-orientale. Il megalito più noto è sicuramente Stonehenge in Inghilterra, ma ve ne sono moltissimi altri, in Svezia, in Francia e in Spagna.

In Italia tali monumenti si trovano in maniera copiosa in Sardegna. I più antichi megaliti dell'isola sono i circoli funerari della Gallura, di cui è giusto ricordare la necropoli di Li Muri ad Arzachena, simili a quelli della vicina Corsica e dell'area provenzale e pirenaica; numerosi anche i menhir, 100 solo nel piccolo comune di Laconi (uno tra i più alti in Italia, circa 6 metri, si trova a Villa Sant'Antonio, va ricordato per la sua forma fallica e per la sua lavorazione, ma vi sono menhir anche superiori ai 7 metri[senza fonte]); più di 200 menhir nel comune di Sorgono, dove è forte il richiamo della loro posizione alle costellazioni; più di 100 dolmen situati prevalentemente nel settentrione dell'isola di cui ricordiamo il dolmen di Sa Coveccada nel comune di Mores. Oltre ai già citati nuraghi realizzati dalla civiltà nuragica in numero superiore a 7.000, nell'isola sarda possiamo trovare le Tombe dei giganti, sempre di epoca nuragica (circa 800 tombe) aventi struttura e forme differenti: la cosiddetta forma taurina è la più diffusa. Occorre però ricordare che alcuni studiosi[chi ?] definiscono i nuraghi non "opere megalitiche" ma "opere ciclopiche", cioè realizzate con l'incastro di pietre di varie dimensioni, anche molto piccole.

 
Megaliti dell'Argimusco, Sicilia

Altri megaliti sono presenti in Puglia a Bisceglie, Ceglie Messapica, Giurdignano, Minervino di Lecce, Maglie, Melendugno, Racale zona Ospina, Nardodipace (Calabria) e in Sicilia a Monte Bubbonia, Cava dei Servi, Cava Lazzaro, ad Avola dove si può ammirare un maestoso pseudo-dolmen[1] e a Montalbano Elicona sull'Argimusco. Per quest'ultima regione italiana, la scoperta di architetture dolmeniche (risalenti a circa il 2200 a.C.) è abbastanza recente.[2]

La prima descrizione di un megalito (Carnac) si deve al Conte di Caylus, nel XVIII secolo. Legrand d'Aussy introdusse i termini menhir e dolmen, presi dal linguaggio bretone, e interpretò i megaliti come tombe galliche. In Bretagna le prime ricerche sui megaliti furono condotte dagli antiquari Aubrey e Stukeley. Nell'anno 1805, Jacques Cambry pubblicò un libro intitolato "Monuments celtiques, ou recherches sur le culte des Pierres, précédées d'une notice sur les Celtes et sur les Druides, et suivies d'Etymologie celtiques" in cui propose un culto celtico di queste strutture. Questa ipotesi che collegava i druidi ai megaliti si è poi rivelata priva di fondamento, ma ha avuto un largo seguito, fino ai giorni nostri.

Un'ipotesi che prende in considerazione più analiticamente i dati archeologici disponibili, riferita più in particolare ai contesti delle regioni costiere e planiziali dell'Europa atlantica, della Manica e del Mare del Nord e proposta da Colin Renfrew, vede il megalito come segno di demarcazione e controllo territoriale tra comunità confinanti, e di prestigio e potere, di rappresentazione della coesione sociale (più o meno coatta o spontanea) interna alle comunità stesse. Alla sfera prettamente cultuale è invece legata l'ipotesi suggerita dallo studioso Salvatore Piccolo, che individua la genesi di queste "architetture" nella fortunata coincidenza di più fattori spontanei: la vista di "composizioni" trilitiche davvero straordinarie, originatesi in modo del tutto casuale (per opera di terremoti, inondazioni, venti), sollecitò talmente l'immaginario religioso di talune comunità preistoriche che finirono per attribuire a quelle conformazioni un significato mistico eccezionale, replicandole artificialmente[3].

La datazione di più di 2.000 dei 35.000 megaliti presenti in Europa suggerirebbe che la cultura megalitica si sarebbe diffusa in Francia occidentale per diffondersi successivamente sulle coste continentali e mediterranee, diversamente da precedenti ipotesi in base alle quali la sua origine sarebbe da ricondurre al vicino oriente. Sarebbe erronea anche l'ipotesi che tale cultura si fosse sviluppata indipendentemente da una regione a un'altra.[4]

Megaliti in America meridionale modifica

Sono stati scoperti dei megaliti in Brasile, vicino alla città di Calçoene, da cui il sito archeologico prende il nome. Le rocce sono disposte secondo un certo ordine, e probabilmente avevano la funzione di osservatorio astronomico.

La struttura venne scoperta per la prima volta dal naturalista Emilio Goeldi[5], che notò le pietre verso la fine del XIX secolo. L'interesse scientifico per questi monumenti comparve nel 1920, con Curt Nimuendajú che descrisse 9 gruppi di megaliti.

Il primo programma di ricerca vero e proprio incominciò nel 2005, con scavi e ricerca di informazioni nella zona. Gli scienziati chiamano questi megaliti con il nome di "struttura AP-CA-18".

Megaliti nel resto del mondo modifica

Poco conosciuti ma molto numerosi sono i monumenti megalitici in area russa e in Ucraina. Molto numerosi e imponenti sono i dolmen nell'area caucasica e quelli nel continente asiatico: in Cina e Corea, ma anche in India e Giappone[6] dove alcuni templi Indù e Scintoisti sono stati costruiti su precedenti siti megalitici e in alcuni casi le pietre sono ancora oggetto di culto.

Megaliti e astronomia modifica

È stato ipotizzato che alcuni megaliti avessero la funzione di misura o di indicazione di importanti eventi astronomici, come i solstizi o gli equinozi (vedi anche Archeoastronomia). Alcune incisioni su queste pietre sono state talvolta interpretate come rappresentazioni di specifiche stelle e si ritiene che indicassero quindi l'orientamento astronomico della struttura.

Megaliti e religione modifica

Mircea Eliade evidenzia la valenza religiosa dei megaliti. Egli scrive: "È importante sottolineare questo fatto: l'uomo spera che il proprio nome sarà ricordato grazie alla pietra; in altre parole, il vincolo con gli antenati è garantito dalla memoria dei loro nomi e delle loro gesta, memoria "fissata" nei megaliti. [....] Ciò che caratterizza le religioni megalitiche è il fatto che le idee di perennità e di continuità tra la vita e la morte sono colte mediante l'esaltazione degli antenati identificati, o associati, alle pietre".[7]

Note modifica

  1. ^ File:Dolmen di Avola.JPG
  2. ^ Salvatore Piccolo, Antiche Pietre. La cultura dei dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., 2007.
  3. ^ Salvatore Piccolo, ibidem, p. 15.
  4. ^ Le origini della cultura megalitica in Europa, su lescienze.it, l'espresso, 12 febbraio 2019.
  5. ^ Calçoene megalithic observatory - Amazon Stonehenge, su wondermondo.com.
  6. ^ Megaliths in Japan, su megaliths.net.
  7. ^ Storia delle idee e delle credenze religiose, saggi BUR, 2008, vol. 1, pag. 141-142.

Bibliografia modifica

  • Alberto Pozzi, MEGALITISMO Architettura Sacra della Preistoria, Como, Società Archeologica Comense, 2009, ISBN 9788885643444.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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