Rally Dakar
Il Rally Dakar è uno dei rally raid di automobilismo e motociclismo più famosi al mondo: nato nel 1978 fino al 2007 prevedeva come traguardo finale la capitale del Senegal, nell'Africa occidentale.
Rally Dakar | |
---|---|
Altri nomi | La Dakar, Parigi-Dakar |
Sport | |
Continente | Asia (2020-) |
Luogo | Arabia Saudita |
Organizzatore | Amaury Sport Organisation |
Cadenza | annuale |
Partecipanti | 482 |
Formula | Gara a tappe |
Sito Internet | http://www.dakar.com/ |
Storia | |
Fondazione | 1978 |
Numero edizioni | 47 al 2025 |
Detentore | ![]() ![]() ![]() ![]()
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Record vittorie | ![]() |
Ultima edizione | Rally Dakar 2025 |
Prossima edizione | Rally Dakar 2026 |

Ideato nel 1978 da Thierry Sabine, è noto anche come le Dakar o Parigi-Dakar (in francese Paris-Dakar) in quanto originariamente la gara prendeva il via nella capitale francese, dapprima al Trocadéro e poi ai piedi della torre Eiffel.
Il percorso attraversava la Francia e, in seguito, si espanse su altri paesi europei, per raggiungere via mare l' Africa e, attraverso numerose tappe in alcuni dei Paesi africani che attraversavano il deserto del Sahara, giungeva a Dakar. Dopo l'annullamento dell'edizione 2008 a causa di potenziali attentati terroristici[1], la corsa si è trasferita dapprima in Sudamerica dove rimase per 11 edizioni, per spostarsi poi, dal 2020, in Arabia Saudita, mantenendo comunque la denominazione Dakar.
Alla gara partecipano autovetture, motociclette, camion, quad, Side by Side e prototipi. I mezzi che intraprendono questa gara così impegnativa gara sono dotati di GPS (bussola satellitare dalla fine degli anni Novanta) e vengono preparati e rinforzati a livello meccanico per resistere alle sollecitazioni del terreno ma anche per non soffrire troppo vista la lunghezza delle singole tappe.
Storia
modificaLa gara fu ideata nel 1976 da Thierry Sabine il quale, dopo essersi smarrito nel deserto durante un'altra competizione, la Abidjan-Nizza, decise di creare un rally raid estremo che percorresse la direzione inversa.
Nel 1979 la corsa da lui ideata debuttò sotto la denominazione di Oasis (nome dello sponsor ufficiale), salvo poi prendere il nome di Parigi-Dakar dopo un paio di anni. Le prime edizioni furono caratterizzate da un'organizzazione molto semplice ed estrema: ai concorrenti veniva garantita un'assistenza minima tra una tappa e l'altra e, mancando le grandi case automobilistiche e motociclistiche, non ancora troppo informate sulla competizione, il grosso dei partecipanti era costituito da semplici appassionati e piloti privati. Nelle prime due edizioni della gara, per volere di Sabine, fu stilata una unica classifica che comprendeva ogni tipo di veicolo, sia moto, sia auto e camion.
L'edizione del 1982 è ancora oggi ricordata soprattutto per la costosissima missione internazionale di ricerca e salvataggio di Mark Thatcher, figlio dell'allora Primo Ministro britannico Margaret smarritosi nel Sahara mentre partecipava alla competizione con la sua Peugeot 504. Sua madre intervenne personalmente e, alla fine, il 14 gennaio 1982 un Hercules C-130 dell'aviazione militare algerina lo ritrovò[2]. La notizia ebbe immediata e vastissima eco sui mass media di tutto il mondo e questo permise alla Dakar di assurgere agli onori delle cronache.
Per fronteggiare la crisi che la gara stava vivendo, con una riduzione del numero di iscritti, nel 1992 si decise di dare vita alla Parigi-Città del Capo, con il traguardo finale fissato proprio a Città del Capo, in Sudafrica: la gara attraversò moltissimi Paesi dell'Africa nord-occidentale oltre ad altre nazioni dell'Africa centrale e meridionale.
Oltre al suo indiscusso fascino questa competizione è tristemente famosa per la sua pericolosità: molti piloti, infatti, hanno perso la vita nel tentativo di compiere questa impresa, come ad esempio il campione toscano Fabrizio Meoni, vincitore per la categoria Moto su KTM delle edizioni 2001 e 2002, deceduto tre anni dopo l'ultimo successo durante una tappa in Mauritania. Anche la popolazione locale è stata coinvolta talvolta in incidenti mortali mentre il fondatore della corsa, Thierry Sabine, è rimasto vittima, assieme ad altre quattro persone, di un incidente: il francese perse la vita nello schianto del suo elicottero durante l'edizione del 1986, mentre sorvolava la prova speciale in corso alla ricerca dei piloti dispersi, in una terribile tempesta di sabbia.
L'organizzazione
modificaThierry Sabine aveva dato vita alla TSO (Thierry Sabine Organization). Dopo la sua morte l'organizzazione del rally raid fu assunta dal padre Gilbert, dentista di professione.[3] Di seguito l'elenco dettagliato delle persone che si sono succedute alla guida della corsa.[4]
- Thierry Sabine (1979-1986)
- Gilbert Sabine (1987-1993)
- Jean-Claude Morellet "Fenouil" (1994)
- Hubert Auriol (1995-2003)
- Étienne Lavigne (2004-2019) per conto della Amaury Sport Organisation[5]
- David Castera (2020-)
Il trasferimento in Sudamerica
modificaL'edizione del 2008 fu annullata dall'organizzazione stessa, a Lisbona, a poche ore dalla partenza. Il Ministero degli Esteri bloccò la gara per una situazione di pericolo per i cittadini europei, in particolare per i francesi, venutasi a creare in Mauritania, dove quattro turisti furono uccisi il 24 dicembre. Non potendo garantire la sicurezza ai partecipanti della gara il Ministero francese chiese di annullare la competizione che avrebbe ovviamente attraversato la Mauritania.
Nel 2009 la gara si spostò in Sudamerica, tra Argentina e Cile, con partenza da Buenos Aires, giro di boa a Valparaíso e ritorno; a vincere, per la prima volta nella storia della gara, un sudafricano, il pilota ufficiale, Giniel de Villiers.
In quello stesso 2009 la Mitsubishi Motors decise di ritirarsi, per decisione della Casa madre dai rally raid.
L'edizione 2010 (1-16 gennaio) si corse in uno scenario quasi identico a quello dell'anno precedente: delle quattordici tappe previste sette si svilupparono in territorio argentino e sette su quello cileno con partenza e arrivo a Buenos Aires e giro di boa ad Antofagasta in Cile. I vincitori della corsa furono gli spagnoli Carlos Sainz e Lucas Cruz nella categoria auto, il francese Cyril Despres nella categoria moto, l'equipaggio russo Čagin, Savostin e Nikolaev su Kamaz nella categoria camion e l'argentino Marcos Patronelli (dietro di lui il fratello Alejandro, che vincerà l'anno dopo) nella categoria quad.
A partire dall'edizione 2012 si decide di lasciare Buenos Aires per la partenza e la gara non si svilupperà più su un percorso ad anello, bensì su un tracciato da costa a costa del Sud America[6].
Dal 2017 debutta una nuova categoria, quella degli SSV, i sidebyside.
Man mano che la gara si correva in Sud America i diversi Paesi coinvolti persero un po' di interesse e soprattutto ridussero i finanziamenti: per questa ragione nel 2019 l'ultima edizione in Sud America si corse in una unica nazionae, il Perù.
Il trasferimento in Arabia Saudita
modificaDal 2020 la gara si corre in Arabia Saudita e due anni dopo la categoria dei SidebySide si è suddivisa dapprima fra T3 e T4 mentre in seguito i T3 sono stati rinominati dalla FIA Light Prototypes e in seguito la categoria ha preso il nome di Challenger.
Albo d'oro
modificaMoto, auto e camion
modificaQuad, SxS e Prototipi leggeri
modificaPiloti con più vittorie
modifica- Piloti
Pilota | Auto | Moto | Camion | Quad | Totali |
---|---|---|---|---|---|
Stéphane Peterhansel | 8 | 6 | 14 | ||
Vladimir Čagin | 7 | 7 | |||
Karel Loprais | 6 | 6 | |||
Nasser Al-Attiyah | 5 | 5 | |||
Marc Coma | 5 | 5 | |||
Cyril Neveu | 5 | 5 | |||
Cyril Despres | 5 | 5 | |||
Ari Vatanen | 4 | 4 | |||
Carlos Sainz | 4 | 4 | |||
Edi Orioli | 4 | 4 | |||
Eduard Nikolaev | 4 | 4 | |||
Hubert Auriol | 1 | 2 | 3 | ||
René Metge | 3 | 3 | |||
Pierre Lartigue | 3 | 3 | |||
Richard Sainct | 3 | 3 | |||
Nani Roma | 1 | 2 | 3 | ||
Marcos Patronelli | 3 | 3 | |||
Jean-Louis Schlesser | 2 | 2 | |||
Hiroshi Masuoka | 2 | 2 | |||
Gaston Rahier | 2 | 2 | |||
Fabrizio Meoni | 2 | 2 | |||
Toby Price | 2 | 2 | |||
Kevin Benavides | 2 | 2 | |||
Ricky Brabec | 2 | 2 | |||
Georges Groine | 2 | 2 | |||
Francesco Perlini | 2 | 2 | |||
Firdaus Kabirov | 2 | 2 | |||
Gérard de Rooy | 2 | 2 | |||
Andrej Karginov | 2 | 2 | |||
Alejandro Patronelli | 2 | 2 | |||
Alexandre Giroud | 2 | 2 | |||
Manuel Andujar | 2 | 2 |
- Costruttori
Costruttore | Auto | Moto | Camion | Quad | Totali |
---|---|---|---|---|---|
Yamaha | 9 (4 cons.)[7] | 16 (16 cons.)[8] | 25 | ||
KTM | 20 (19 cons.) | 19 | |||
Kamaz | 19 (6 cons.) | 19 | |||
Mitsubishi | 12 (7 cons.) | 12 | |||
Honda | 8 (3 cons.) | 8 | |||
Mercedes | 1 | 5 (5 cons.) | 6 | ||
BMW | 6 | 6 | |||
Tatra | 6 | 6 | |||
Peugeot | 6 (4 cons.) | 6 | |||
Iveco | 5 (3 cons.) | 5 | |||
Volkswagen | 4 (3 cons.) | 4 | |||
Citroën | 4 | 4 | |||
Perlini | 4 (4 cons.) | 4 | |||
Mini | 4 (cons.) | 4 | |||
Toyota | 4 (2 cons.) | 4 | |||
Land Rover | 2 | 2 | |||
Schlesser-Renault | 2 | 2 | |||
Porsche | 2 | 2 | |||
Cagiva | 2 | 2 | |||
Renault | 1 | 1 | |||
MAN | 1 | 1 | |||
DAF | 1 | 1 | |||
ALM/ACMAT | 1 | 1 | |||
Sonacome | 1 | 1 | |||
Hino | 1 | 1 | |||
Audi | 1 | 1 |
Vittorie di tappa
modificaÈ il pilota di auto e moto Stéphane Peterhansel il dakariano che ha vinto il maggior numero di tappe, 82 a tutta la Rally Dakar 2022.[9][10][11]
- Auto
Pilota | Tappe |
---|---|
Ari Vatanen | 50 |
Stéphane Peterhansel | 50 |
Nasser Al-Attiyah | 48 |
Carlos Sainz | 42 |
Jacky Ickx | 29 |
Hiroshi Masuoka | 25 |
Jean-Pierre Fontenay | 24 |
Sébastien Loeb | 23 |
Pierre Lartigue | 21 |
Kenjirō Shinozuka | 21 |
Giniel de Villiers | 18 |
Jean-Louis Schlesser | 15 |
Bruno Saby | 15 |
René Metge | 13 |
Hubert Auriol | 13 |
Patrick Zaniroli | 12 |
- Moto
Pilota | Tappe |
---|---|
Cyril Despres | 33 |
Stéphane Peterhansel | 33 |
Joan Barreda | 30 |
Jordi Arcarons | 27 |
Marc Coma | 25 |
Hubert Auriol | 24 |
Alessandro De Petri | 19 |
Edi Orioli | 17 |
Gaston Rahier | 17 |
Richard Sainct | 15 |
Toby Price | 15 |
Fabrizio Meoni | 14 |
Serge Bacou | 13 |
Nani Roma | 12[12] |
- Camion
Pilota | Tappe |
---|---|
Vladimir Čagin | 63 |
Firdaus Kabirov | 37 |
Gérard de Rooy | 33 |
Ėduard Nikolaev | 24 |
Andrej Karginov | 21 |
Hans Stacey | 18 |
Karel Loprais | 16 |
Dmitrj Sotnikov | 15 |
Aleš Loprais | 11 |
André de Azevedo | 10 |
Incidenti mortali in gara
modificaAd oggi sono 32 i piloti di qualunque mezzo a cui la Dakar è stata fatale.[13]
- 1979: Patrick Dodin (moto)
- 1982: Bert Oosterhuis (moto)
- 1983: Jean-Noël Pineau (moto)
- 1986: Giampaolo Marinoni (moto), Jasuo Kaneko (moto)
- 1988: Jean-Claude Huger (moto), Patrick Canado (auto), Kees van Loevezijn (camion)
- 1991: François Picquot (auto), France Charles Cabannes (camion), Laurent Le Bourgeois (auto), Jean-Marie Sounillac (auto)
- 1992: Gilles Lalay (moto)
- 1994: Michel Sansen (moto)
- 1996: Laurent Gueguen (camion)
- 1997: Jean-Pierre Leduc (moto)
- 2002: Daniel Vergnes (auto)
- 2003: Bruno Cauvy (auto)
- 2005: José Manuel Pérez (moto), Fabrizio Meoni (moto)
- 2006: Andy Caldecott (moto)
- 2007: Elmer Symons (moto), Eric Aubijoux (moto)
- 2009: Pascal Terry (moto)
- 2012: Jorge Andrés Martínez Boero (moto)
- 2013: Thomas Bourgin (moto)
- 2014: Eric Palante (moto)
- 2015: Michal Hernik (moto)
- 2020: Paulo Gonçalves (moto)[14], Edwin Straver (moto)
- 2021: Pierre Cherpin (moto)[15]
- 2024: Carles Falcon (moto)[16]
Galleria d'immagini
modifica-
Nissan Lisbon-Dakar 2007
-
Un Unimog U400L n.541 durante la seconda tappa dell'edizione 2006
-
La Kamaz, sedici volte vincitore
-
Bowler Wildcat nel 2007
-
La Fiat PanDAKAR, in corsa nel 2007 con Saby e Biasion
Note
modifica- ^ Dakar 2008: Annullata ad 1 giorno dalla partenza, su autoblog.it. URL consultato il 24 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2008).
- ^ Mark Thatcher: Lost in the desert | Sport | The Guardian
- ^ (FR) DAKAR RETRO 1979-2009 (PDF), su dakar.com. URL consultato il 14 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).
- ^ (FR) Dakar 2004: ce sera sans Hubert Auriol, su sport.fr. URL consultato il 14 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).
- ^ (FR) Dakar - Le plus grand rallye raid du monde, su aso.fr. URL consultato il 14 novembre 2011.
- ^ Dakar 2012: percorso tutto nuovo
- ^ cons. = vittorie consecutive
- ^ La categoria quad è monomarca Yamaha.
- ^ (FR) DAKAR RETRO 1979-2009 (PDF), su dakar.com. URL consultato il 24 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).
- ^ Dakar Standings 2010, su dakar.com. URL consultato il 24 ottobre 2011.
- ^ Dakar Rankings 2011, su dakar.com. URL consultato il 24 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2011).
- ^ A queste di aggiungono cinque successi di tappa in auto
- ^ (ES) Terry agranda la maldición del Dakar
- ^ Il motociclista portoghese Paulo Gonçalves è morto durante il Rally Dakar, su Il Post, 12 gennaio 2020. URL consultato il 12 gennaio 2020.
- ^ Dramma durante il Rally Dakar: muore un motociclista amatoriale 52enne, alla quarta esperienza, su periodicoitaliano.it, 15 gennaio 2021. URL consultato il 15 gennaio 2021.
- ^ Redazione Sport, Tragedia alla Dakar: morto il motociclista Falcon, era caduto nella seconda tappa, su Corriere della Sera, 15 gennaio 2024. URL consultato il 15 gennaio 2024.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Parigi-Dakar
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parigi-Dakar
- Wikinotizie contiene l'articolo Rischio terrorismo: annullata la Dakar 2008, 4 gennaio 2008
Collegamenti esterni
modifica- (DE, EN, ES, FR) Sito ufficiale, su dakar.com.
- Dakar (canale), su YouTube.
- (EN) Dakar Rally, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 244111174 · LCCN (EN) sh90005434 · GND (DE) 4102599-4 · BNE (ES) XX532938 (data) · BNF (FR) cb11952848k (data) · J9U (EN, HE) 987007539469705171 |
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