Pasquale Panella

poeta, scrittore e paroliere italiano
(Reindirizzamento da Vanera)

Pasquale Panella (Roma, 12 gennaio 1950[1]) è un poeta, scrittore e paroliere italiano.

Pasquale Panella nel film Streghe verso Nord (2001)

È noto al grande pubblico per la collaborazione con i cantautori Lucio Battisti, Enzo Carella, Amedeo Minghi, Mango, Zucchero Fornaciari, Riccardo Cocciante e altri, sebbene vanti anche un'ampia produzione letteraria, e per il suo stile surreale, ricco di giochi di parole, doppi sensi e apparente nonsense.[2]

Biografia

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Primi anni

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Nato a Roma nel 1950 da Nazzareno, maresciallo dell'aeronautica di Sant'Angelo a Cupolo, e Antonina, originaria di Sorrento. Ha vissuto nel quartiere di Centocelle, si è diplomato alle scuole magistrali e per un brevissimo periodo ha insegnato come maestro elementare (stesso lavoro di sua madre).[3][4] I suoi amici lo chiamano Lino (diminutivo di Pasquale), come il personaggio mitico figlio di Apollo, collegato con le Muse e il mondo della musica.[5]

Carriera artistica

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Come autore di testi ha spesso usato alcuni pseudonimi, anche femminili, come Duchesca" (alter ego autobiografico nel romanzo La corazzata), "Vanera", "Vanda Di Paolo" (nome della moglie) e a volte ha pubblicato non firmandosi affatto. Iniziò l'attività artistica nel teatro d'avanguardia per poi legarsi professionalmente a Enzo Carella per le canzoni dei cui primi album scrisse i testi, come Fosse vero, Malamore, Sfinge e soprattutto Barbara, che giunse seconda al Festival di Sanremo 1979[6].

Nel 1983, con lo pseudonimo di Vanera, iniziò il sodalizio artistico con Lucio Battisti, con cui produsse l'album di Adriano Pappalardo Oh! Era ora; tre anni dopo, nel 1986, scrisse i testi del primo degli ultimi cinque album dell'artista reatino, Don Giovanni[7], visto come lavoro di rottura di Battisti con il suo passato in collaborazione con Mogol degli anni settanta, che lo aveva consacrato come uno dei massimi artisti italiani[7]; i successivi due album, L'apparenza (1988) e La sposa occidentale (1990), furono visti come la prosecuzione naturale dell'opera del duo Battisti-Panella, iniziata con Don Giovanni, caratterizzata dal proposito di dare un taglio netto con gli stilemi del passato e ridefinire un nuovo linguaggio della musica italiana[8]. Parimenti destrutturante del pregresso musicale nazionale fu giudicato Cosa succederà alla ragazza (1992), con costruzioni lessicali mai tentate in precedenza in quanto ritenute inadatte alla metrica e al respiro di una canzone[9]. L'ultimo lavoro con Battisti (prima della morte dell'artista reatino), Hegel (1994), causò un dibattito a latere tra gli intellettuali circa il significato della figura del filosofo tedesco nella società attuale e circa la sua pertinenza nel richiamo in un album di canzoni commerciali; Lucio Colletti sottolineò l'oscurità del richiamo a Hegel, poco noto ai giovani[10], Stefano Zecchi inferì che il nome Hegel fosse stato utilizzato per richiamare concetti esotici a chi lo conosceva poco[10] mentre Tullio Gregory ipotizzò al contrario che Panella e Battisti avessero voluto filtrare la loro narrazione attraverso una figura nota[10]. Più drastico Antimo Negri che lesse altresì l'operazione discografica come un ennesimo «maltrattamento della cultura»[10]. Panella risponde citando indirettamente Oscar Wilde[11] affermando che "i critici non recensiscono che se stessi. La recensione è un prolungamento dell'ufficio stampa e della casa editrice: non serve a nulla!" e che "professori e recensori che hanno aperto bocca per commentare il nostro lavoro non hanno capito nulla: è un manifesto contro la canzone spazzatura e come tale deve essere affrontato."

Negli anni '90, su iniziativa di Aldo Vitali, Panella tenne una rubrica poetico-letteraria sul giornale La Voce, fino a quando fu licenziato dal fondatore Indro Montanelli.[12]

Nel 1998, in occasione della morte di Battisti, ebbe una violenta polemica con Gianni Boncompagni, che aveva espresso rammarico per la fine del suo sodalizio con Mogol, riducendo a uno svilimento la collaborazione del cantante con Panella[13][14][4]. Il lavoro del paroliere fu al tempo duramente criticato anche da Cesare G. Romana.[15]

Panella è noto anche per alcune critiche verso celebri cantautori italiani e internazionali a cui ha contestato la leggerezza "fanciullesca" dei testi; tra questi Fabrizio De André[16], Bob Dylan e Franco Battiato.[14][17]

Battisti a parte, Panella è stato autore di numerosi testi di Amedeo Minghi (che Panella, che si dichiara disinteressato dalla musica leggera in generale, ha definito come uno dei migliori compositori contemporanei), tra i quali Vattene amore in coppia con Mietta (in cui un Panella scherzoso crea il tormentone del "trottolino amoroso du du da da da"), e della stessa Mietta per Canzoni, Dubbi no, Fare l'amore e Baciami adesso, presentate a Sanremo rispettivamente nel 1989, 1991, 2000 e 2008, e per La farfalla, Soli mai, E no (Cosa sei) e Oltre te. Altri artisti per cui ha scritto sono Mango (Giulietta, La rondine), Zucchero Fornaciari (fu, tra le tante, coautore del testo della celebre Blu, accusata di plagio in un processo finito con l'assoluzione degli autori[18]), Anna Oxa (Processo a me stessa, Sanremo 2006), Mina (Amornero in Ti conosco mascherina, 1990), Marcella Bella, Angelo Branduardi (Fou de Love, 1994), Marco Armani, Sergio Cammariere, Grazia Di Michele (Tutto passa in Naturale, 2001), Mino Reitano (La mia canzone), Valeria Rossi e, di nuovo, Enzo Carella (Se non cantassi sarei Nessuno, 1995, Odissea e Ah! Oh! Ye! Na na!, 2007).

Performer oltre che autore, da anni propone spettacoli-recital in cui legge (e interpreta) scritti di Raymond Carver, Chet Baker, Louis-Ferdinand Céline, oltre che testi propri. Per Minimum Fax ha pubblicato il romanzo La corazzata (1997) e la raccolta di microracconti Oggetto d'amore (1998). "Coniglio Editore" ha inoltre pubblicato 88 "lanci poetici" realizzati per la trasmissione televisiva TG2-Mistrà (2005) realizzata da Michele Bovi.
Nel 1999 e nel 2011 ha collaborato con il regista teatrale Claudio Jankowski scrivendo i testi Tragico amoroso e dell'ouverture Don Giovanni, uno e tanti.

Panella è stato anche uno degli ideatori del programma Rai 1 Techetechete' di Michele Bovi, coniandone il titolo.[12].

Tra i lavori più importanti di Pasquale Panella spicca nell'anno 2001 la versione italiana del libretto dello spettacolo di Riccardo Cocciante Notre Dame de Paris, (una "riscrittura" vera e propria più che una traduzione del romanzo originale francese di Victor Hugo). A tal proposito dichiara: "Per me il romanzesco è reale e le musiche di Cocciante che ho ascoltato sono partiture di un musicista scatenato nei sensi, nei gesti e nell'ispirazione che travalica i territori delle canzoni e diventa romanzesco".

Una nuova collaborazione con Riccardo Cocciante è nel 2007 con Giulietta e Romeo, opera popolare tratta da Romeo e Giulietta di Shakespeare, musicata da Cocciante, con i testi tesi tra momenti profondamente metafisici, assonanze e martellanti ripetizioni.

Nel 2011 torna a lavorare per Mango: del suo nuovo album dal titolo La terra degli aquiloni, Panella scrive La sposa, il primo singolo, in onda dal 22 aprile, e altri due brani, Chiamo le cose e Tutto tutto. In seguito lavora ancora con Zucchero nel 2019. Nel 2022 collabora al volume di poesie di Morgan Parole d'aMorgan, scrivendo versi a commento dei testi (60 poesie inviate da Panella come risposta ad altrettanti testi), lavorando con il cantautore per il futuro disco con testi di Panella.[19]

Nel 2023 torna all'attività di paroliere dopo alcuni anni, scrivendo il testo di Barrì per Avincola (in origine una delle liriche di Parole d'aMorgan) e in seguito i testi per Morgan dell'album ...e quindi, insomma, ossia. Nel primo singolo Si, certo l'amore interviene anche lo stesso Panella.

Del 2024 è lo spettacolo Panella legge Yeats con le musiche di Avincola.

Panella scrive anche sulla rivista online Linkiesta.it.[20]

Vita privata

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Panella vive dividendosi tra Roma e il beneventano, conducendo esistenza riservata[21]. Sposato, ha un figlio[22], Silvano, autore di narrativa [23], con il quale ha fondato nel 2014 la casa editrice SPedizioni[24].

Poetica

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«Scrivere, al meglio, / è finire di far testo / E il meglio di ogni testo / È immaginarlo: / sostituire la memoria / con una impalcatura ariosa in aria, / che avverrà, che avverrebbe, / ossia con l’antistoria.»

Lo stile di Panella, costituito da immagini frammentarie, versi insoliti, assonanze originali, concetti e giochi di parole (specie particolari limerick nonsense, calembour o doppi sensi), è stato accostato al surrealismo, alla letteratura barocca[2] (arguzia, oscurità del testo, preziosità letteraria, senso della meraviglia e del significante al di là del significato effimero[25]), al minimalismo, al modernismo, e, come accaduto a De Gregori, all'ermetismo, ma anche alle parole in libertà del futurismo, mescolando quotidianità ed elementi filosofici con associazioni libere e flusso di coscienza.

 
Pasquale Panella

Un tipico esempio è il testo della canzone Le cose che pensano (dall'album Don Giovanni) definita da lui come il manifesto dell'intera produzione con Battisti[14]: «Su un dolce tedio a sdraio / amore ti ignorai / invece costeggiai / i lungomai / M’estasiai. / Ti spensierai / e si spostò / la tua testa estranea / che rotolò. / Cadere la guardai / riflessa tra ghiacciai / sessanta volte che / cacciava fuori / la lingua e t’abbracciai [...] ti smemorai.». Le liriche panelliane sono state oggetto di numerose analisi, sebbene l'autore non abbia mai fornito per scelta la propria interpretazione ("il pittore non spiega il quadro"). Il tema principale dei dischi con Battisti rimane l'amore, ma intriso di spiritualità, filosofia, storia e citazioni esoteriche che solo Battisti e Panella sembrano cogliere.[26] Le cose che pensano è un vero e proprio "manifesto del disamore", dove l'ex innamorato quasi dimentica la storia d'amore appena lasciatasi alle spalle, scrollandosela di dosso senza tanta cura ("ti spensierai").[27] Più che di panpsichismo le cose sono simbolo oggettivo di "altro", o reminiscenze proustiane, filtri, o predilezioni come in Tomasi di Lampedusa[28], metafisica del quotidiano. I surreali testi hanno avuto molti tentativi di esegesi, alla ricerca di significati nascosti, ma spesso Panella ha definito le interpretazioni articolate come "fesserie" e "cose veramente orribili".[14][4][29] Definisce i propri testi come frammenti della propria vita di ogni giorno, di ricordi, di pensieri:

«Sul mio quotidiano, i testi cantati non sono testi cantati. Sono testi scritti. Una volta lo dissi, forse solo a me: sono loro il mio romanzo, la mia biografia. È tutto vero. Ecco perché non capiscono cosa io stia dicendo. La gente non concepisce ciò che è vero. Più ci si avvicina al vero e meno è comprensibile. Non come i cantautori, con le loro stupidaggini più o meno engagé: "La locomotiva..." delle cose da ridere. Oppure le poesiole con le rimucce. Letto Pascoli hai letto tutto. Lui ha risolto la rima meravigliosamente e se vogliamo un po' Carducci. Quello che ho scritto è il mio quotidiano.[4]»

Nell'album Hegel, ultimo realizzato da Battisti, Panella affronta il tema del nichilismo che avvolge l'uomo, che, derubato della sua interiorità, cade vittima dell'alienazione. L'album sposa la visione filosofica di Ernst Jünger, secondo la quale l'uomo può liberarsi del nichilismo solo attraverso le emozioni positive, come l'amicizia, l'arte e l'amore.[30] Nella traccia Estetica, uno dei brani più complessi e raffinati di Battisti, Panella compie un omaggio al filosofo a cui è intitolato il disco, lanciandosi in un'articolata descrizione di una rottura, la quale può essere interpretata come la fine di un amore ma anche come la fine di una collaborazione artistica, forse a indicare la conclusione del suo sodalizio con Battisti.[31]

Spesso nei testi si passa da storie tutto sommato semplici elaborate attraverso squarci descrittivi o canzoni d'amore (Potrebbe essere sera, La sposa occidentale, La metro eccetera, Però il rinoceronte, Per nome) a liriche erotiche solitamente facendo uso di ampie metafore (Barbara, L'apparenza[32], o Fare l'amore), fino a citazioni colte, ricche di onomatopee fuse con la musica elettronica o raffinata con messaggi più o meno aperti sulla contemporaneità (Il diluvio da Don Giovanni: «Straziante d’estri tristi annegherà[33], / la più assetata arsura nel frullìo. / Un ingordo gorgo umido è l’addio. Dopo di noi / non spioverà / Dopo di noi: / il diluvio»). Si arriva fino alla pura sperimentazione linguistica e immaginifica (Così gli dei sarebbero da Cosa succederà alla ragazza[34]) e alla filastrocca (Equivoci amici); con qualche incursione nell'umorismo o nella velata critica artistica e di costume (Hegel[35], Don Giovanni, Tubinga e La moda nel respiro, le ultime due da Hegel: «E chi teme la moda è immerso in essa comunque / E d'essa intriso come un cardo dal gambo reciso [...] Così che quando passa questo eccesso / Ci pare non avere perso nulla»).

Nelle sue interviste ha fatto anche riferimento agli haiku, la poesia zen giapponese, a Ludwig Wittgenstein[36] («su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere») e ai suoi autori preferiti: Ezra Pound, Thomas Stearns Eliot, Louis-Ferdinand Céline (ma anche a James Joyce), rimarcando la diversità del suo stile rispetto a quello della canzone italiana, sebbene, nella sua attività di paroliere, abbia scritto anche testi più "classici", adatti al tipo di interprete.[37][38]:

«"Sono fautore della legge che va contro l'opinione pubblica".[39] Parlo della legge morale, quella tenebrosa, difficile, cattiva, per la quale fai delle cose che non sono lecite. [...] Mi dicono che sono orfico, ermetico, dadaista, ma storicamente non posso esserlo, se lo volessi dovrei andare a cena con Tzara. Mi chiamano così perché non hanno una parola di nuovo conio. [...]
Io non sono in malafede, io non voglio dire, non ho nulla da dire... mi dicono sempre "Il pubblico non capisce". Io il pubblico, quello astrattamente statistico, il dato numerico, non lo voglio, voglio uno alla volta. Il pubblico, invece, si è ridotto a cercare un senso, cioè a voler sapere se l'hanno derubato sul peso. C'è chi dice dice "mi ha derubato perché non capisco". Ma cosa vogliono capire? Che la vita è difficile, che l'amore fa soffrire? Vogliono capire solo quello che sanno già. [...]
Da quello che scrivo io non si ricava un senso, perché non c'è ricavo, non c'è un utile, un guadagno. Io rifiuto la concezione borghese del senso come lucro. Con me gli manca una cosa più importante, in realtà: il disinteresse. Si trova il piacere quando c'è il disinteresse, se si è vogliosi fino all'usura non si ha piacere. Ed anche la canzone, l'arte dovrebbe essere piacere, godimento. C'è chi cerca un senso anche nel piacere? [...] Ma il senso, come loro lo intendono, non esiste. Sono io che non capisco loro. Dicono che scrivo parole in libertà. Ho forse una gabbia che ogni tanto apro per far uscire le parole?»

Opere letterarie

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Narrativa

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Raccolte poetiche

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Attività di paroliere

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Brani musicali

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Partecipazioni vocali

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  • Techetechete' – sigla (2012)
  • Techeshake – sigla (2013)
  • Morgan – Si, certo l'amore (2023)

Musical

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  1. ^ Il grande libro del rock di Massimo Cotto Archiviato il 4 dicembre 2011 in Internet Archive.
  2. ^ a b BATTISTI UNO E TRINO. TRE PAROLIERI PER LE CANZONI DI LUCIO BATTISTI - Treccani.it
  3. ^ https://www.sorrentopress.it/pasquale-panella-pubblica-un-poema-sulle-piazze/
  4. ^ a b c d Francesca Vanacore, Pasquale Panella pubblica un poema sulle piazze, su SorrentoPress, 5 maggio 2016. URL consultato il 25 luglio 2024.
  5. ^ Panella e Cocciante
  6. ^ Morto Enzo Carella, cantò a Sanremo "Barbara", in ANSA, 22 febbraio 2017. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  7. ^ a b Ernesto Assante, «Don Giovanni» e un mistero chiamato Lucio Battisti, in la Repubblica, 27 marzo 1986. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  8. ^ Gino Castaldo, Battisti: la fine della canzone, in la Repubblica, 21 ottobre 1990. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  9. ^ Gino Castaldo, Battisti: la provocazione e il gioco sottile dell'assenza, in la Repubblica, 25 settembre 1992. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  10. ^ a b c d e Ernesto Assante, «Quel filosofo? Uno sconosciuto», in la Repubblica, 29 settembre 1994. URL consultato il 26 ottobre 2017.
  11. ^ "La più alta come la più bassa forma di critica sono una specie di autobiografia."
  12. ^ a b Aldo Vitali, Io e Pasquale Panella, in Rockol, 9 settembre 2018. URL consultato il 19 settembre 2018.
  13. ^ Boncompagni disse "Dio li fa e poi li accoppa", e Panella rispose tra l'altro: "Sono un teppista (...) Vieni fuori che facciamo un po' di letteratura con le mani" ( Il Panella furioso attacca Boncompagni, in la Repubblica, 11 settembre 1998. URL consultato il 26 ottobre 2017.); nel 2023, ritornando sulla questione ha detto: "Spero che l’abbia presa come una laurea. Sono abbastanza reattivo, così come per me scrivere è reattività. Alla vita. Non mi è mai capitato di venire alle mani, però, visto che a un certo punto, quanto poteva capitare di avere uno scontro, la parola ha sempre vinto. Li facevo soccombere di parole. Oppure, fungevano da innesco del desiderio, arrivando alla fascinazione. Se sei bravo, la rissa è seduzione. Sai com’è, si parla anche lì di accensioni."
  14. ^ a b c d Pergamene presenta: Battisti dopo Battisti - Youtube
  15. ^ Cesare G. Romana, L'ultimo disco fu rifiutato da tutti. Ora quell'album vale una fortuna, in Il Giornale, 12 settembre 1998, p. 14. qui una trascrizione dell'articolo: Romana parla dei "vaniloqui in rima di Pasquale Panella, l'esponente dell'underground romano che, salutato come "poeta" da qualche critico, fu in realtà corresponsabile, tra l'86 e il '94, della lunga decadenza battistiana, e del relativo declino commerciale."
  16. ^ Critica condivisa con Battisti che riteneva tra l'altro che il cantautore genovese non curasse l'aspetto musicale: "Trovo i suoi testi [di Fabrizio De André] estremamente interessanti, ma perlopiù goliardici, sembra voglia piacere solo agli studentelli. La parte musicale poi è solo accompagnamento, mentre io ritengo che la musica debba sempre avere il ruolo principale nelle canzoni" (Lucio Battisti, citato in Tino Roberti, Io sono un rullo compressore, Gaber un triciclo, Oggi, n. 37, 15 settembre 1970.)
  17. ^ [...] D - L'ultimo autore battistiano di testi, Pasquale Panella, dice che tutti i cantautori italiani sono pascoliani; e che lei si approccia alla musica come un fanciullino. Battiato - Ho letto l'intervista. Probabilmente non conosce il mio repertorio. Dico solo che l'arte per sua natura esprime elementi soprasensibili: dal ventre in giù è un fatto del regno animale. Ed ecco cosa disse Panella di Battiato: "Sono contro l'accademismo scolaresco della canzone d'autore. Battiato mi fa venire in mente un neofita che guarda il mondo indossando il grembiulino di scuola. Ha il peso specifico del cantautore, e questo gli basta. Dopotutto se "Fin che la barca va" fosse stata scritta da un cantautore, sarebbe diventata l'inno nazionale" (Marinella Venegoni, La Stampa, 27-6-2001 - Battiato: "Un astrologo mi ha detto").
  18. ^ Zucchero: 'Blu' non è un plagio, su rockol.it. URL consultato il 16 marzo 2016.
  19. ^ Morgan. I suoi 50 anni al Parioli, il nuovo album con Pasquale Panella e la politica
  20. ^ Author: Pasquale Panella
  21. ^ Pasquale Panella - Biografia
  22. ^ Patrizia Orpello, Ecco l'uomo che ha licenziato Battisti, in Sette, 22 settembre 1994. Consultabile anche su Francesco Mirenzi (1998), pagina 260
  23. ^ https://www.edizionieo.it/review/7955
  24. ^ LaVerità7aprile2017
  25. ^ "È del poeta il fin la meraviglia (Parlo de l'eccellente, non del goffo): Chi non sa far stupir, vada a la striglia" (Giovambattista Marino)
  26. ^ Alessandro Pinton, Il Periodo Bianco di Lucio Battisti, su legendarycover.it, 23 luglio 2020. URL consultato il 16 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2022).
  27. ^ Alexandre Ciarla, Battisti - Panella: da don giovanni a hegel: analisi e spiegazione di tutte le canzoni, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2015, ISBN 9781516972692.
  28. ^ "Ero un ragazzo [...] a cui piaceva di più stare con le cose che con le persone"
  29. ^ "Ecco, qui cominciamo a diramare mica poco. Ci sono state cose veramente orribili che hanno tentato delle povere creature, con libercoli nei quali azzardavano interpretazioni. Delle vere fesserie! Tra l’altro uno di questi mi si è presentato davanti, mentre facevo una lettura, e mi diede il libro, che è rimasto nella busta come me l’ha passato. Fanno interpretazioni del tutto sbagliate. Me ne avevano parlato, così gli dissi: “Ma tu, lo sai che tutto quello che dici è falso?”. E lui rispose: “Sì, ma anche di Shakespeare”. Comprendo la giusta analogia, ma allora “sé po’ dì tutto”. Quello che gli sfugge è che sia vero e rinviano ad altro che non vuol dir nulla. Non parlo d’altro da me e da ciò che mi circonda."
  30. ^ QUANDO BATTISTI INCONTRÒ HEGEL, su ilsuperuovo.it, 12 settembre 2018. URL consultato il 14 ottobre 2022.
  31. ^ Federico Maggi, L’epopea Battisti-Panella: l’ultima avanguardia della musica italiana, su ilpensierostorico.com. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  32. ^ Camillo Langone, Pompini reazionari, il Foglio
  33. ^ Citazione da Invito al viaggio di Baudelaire: "vascelli d'estro vagabondo"
  34. ^ «Le condizioni sono / Atmosferiche comunque / Comunque meteorologiche / E lei si è invaghita del bitume: / Carbonio con idrogeno composto / Bollente ed odoroso grasso in fusti / Colato e rimpastato, misto a scisti»
  35. ^ «Da qualche tempo è recente anche l'antico / Il disco del Discobolo è cromato / Nella testa di Seneca si sente / Il motorino di un frullatore [...] E in te, Tubinga, in te non c'è / Un jukebox e non un tostapane»
  36. ^ "Esiste la memetica, formata da moduli e nuclei espressivi, totalizzanti nella loro formulazione. Si prendono tutto. Informano di sé il mondo. Uno banalissimo, stra-ripetuto: «Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», sentenziava Ludwig Wittgenstein nella proposizione più celebre del Tractatus logico-philosophicus. Nonostante sia un trattato logico è incredibile come la condivisione sia illogica. Non devi dimostrare il perché. I suoi assunti sono indiscutibili, cioè con la logica non li raggiungi. Si annunciano e valgono come annuncio. Non devi dedurne, dibatterne, no, grazie al cielo! E quando a scuola sono incocciato in una battuta del genere immediatamente ho capito: un giorno tutto questo lo commetterò! Cioè commetterò dei testi di cui non si potrà parlare. Come mai? Perché di questi testi non si può dire. Si dicono essi, è semplice. Solo quelli son così, parlando di canzoni. Realizzano l’illogico annuncio di un logico. È bellissimo! Sto dando i numeri, pensi? No, sto dicendo la verità."
  37. ^ Intervista
  38. ^ Commenti di artisti che hanno collaborato con Panella
  39. ^ Citazione del drammaturgo David Mamet
  40. ^ https://www.miraggiedizioni.it/autore-corrente/pasquale-panella/
  41. ^ Versione italiana di La mer di Charles Trenet
  42. ^ https://www.rockol.it/news-59083/pasquale-panella-basta-canzoni-sono-una-rogna
  43. ^ https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/bf/filesupload/rassegna_stampa_protezione_civile_29_marzo_2010___ISOLE_89931.pdf

Bibliografia

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  • Gino Castaldo (a cura di), Il dizionario della canzone italiana, Armardo Curcio Editore, 1990, alla voce Panella Pasquale
  • Eddy Anselmi, Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della canzone italiana, edizioni Panini, Modena, alla voce Panella Pasquale
  • Alexandre Ciarla, Battisti - Panella: da Don Giovanni a Hegel, ilMascellodonte, 2015, ISBN 978-151-697-269-2
  • Ivano Rebustini, Specchi opposti. Lucio Battisti. Gli anni con Panella, Arcana Editore, novembre 2007 (con uno scritto di Luca Bernini su "E già") ISBN 978-88-7966-399-1 Seconda edizione Independently published, settembre 2021 ISBN 979-84-7970-937-1

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