Felice Cavallaro

giornalista e scrittore italiano

Felice Cavallaro (Grotte, 23 ottobre 1949) è un giornalista e scrittore italiano.[1]

Felice Cavallaro
Felice Cavallaro

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli studi di Palermo
ProfessioneGiornalista, scrittore

Biografia modifica

Primi anni modifica

Nasce a Grotte, in provincia di Agrigento, ma cresce a Racalmuto, paese natale dello scrittore Leonardo Sciascia e dove risiede.

Il padre, Emanuele, si trasferisce con la famiglia a Palermo nel 1955, in quanto assunto come cineoperatore alla sede RAI della Sicilia. Seguendo il genitore, Cavallaro viene conquistato sin da bambino dal mondo dell’informazione, anche attivando il registratore o reggendo i riflettori mentre il padre aziona la cinepresa[2]: già giovanissimo, in occasione del terremoto del Belice nel gennaio 1968, lo accompagna sul posto per aiutarlo nelle riprese.

Frequenta il liceo scientifico “Stanislao Cannizzaro, e nel 1967 lavora con altri studenti al periodico scolastico dell’istituto, “Il Ciuco”: per la prima volta trattano di edilizia scolastica nella Palermo del sacco mafioso, esaltando le richieste del movimento studentesco rivendicate anche con occupazioni e cortei.

Redarguiti dal preside che, considerandoli rivoluzionari, ordina la chiusura del periodico, gli studenti rifondano il giornale in forma clandestina facendo nascere “Il Ciuco ombra” con articoli sempre più pressanti, ma sprovvisti di firma.

Per tale motivo il tipografo al quale si rivolgono, in virtù degli obblighi di legge, impone la nomina di un direttore responsabile che firmi per tutti; Cavallaro prende allora contatto con il giornale palermitano L'Ora, al tempo schierato contro la mafia e la cattiva politica. È un grande cronista ad accettare la direzione, Mauro De Mauro, poi rapito dalla mafia nel 1970 ed ucciso lo stesso anno.

Il rapporto di Cavallaro con il giornale palermitano si salda scrivendo diversi articoli per “L’Ora scuola”, inserto curato dalla giornalista Giuliana Saladino.

Nel frattempo, durante il periodo universitario collabora a programmi radiofonici per la RAI.[3]

Si laurea quindi in giurisprudenza con il massimo dei voti a Palermo, elaborando una tesi sulla legislazione antimafia.

Carriera modifica

Nel 1971, dopo un’esperienza all’Agenzia Italia[4], comincia a lavorare, per diciotto anni, presso la redazione del Giornale di Sicilia e, contemporaneamente, in qualità di corrispondente per il Corriere della Sera, quotidiano in cui è approdato definitivamente nel 1985 in qualità di inviato speciale, impegnato soprattutto nelle cronache e nei grandi processi.

Viene inviato per inchieste e reportage negli Stati Uniti, in Libia, Tunisia, Marocco, Pakistan ed Iraq[5]: dopo l’agguato dei talebani costato la vita a Maria Grazia Cutuli, uccisa durante la guerra in Alfghanistan, con un piccolo gruppo del Corriere si reca a Islamabad per riportare in Italia il corpo dalla collega. È poi inviato in Iraq nel 2003, subito dopo gli attentati di Nāṣiriya. Ha intervistato anche il leader libico Gheddhafi.

È stato docente a contratto all’Università degli Studi di Palermo, dove ha collaborato ad istituire il primo laboratorio di giornalismo dell'ateneo.

È stato componente dei Consigli di amministrazione del Teatro Regina Margherita di Racalmuto durante la presidenza di Andrea Camilleri; della Fondazione Leonardo Sciascia, con sede a Racalmuto, nonché della Fondazione Federico II, con sede a Palazzo dei Normanni.

È stato componente della giuria del Premio Domenico La Cavera, istituito da Confindustria, come pure segretario del Premio Pirandello 2017, assegnato a Toni Servillo; è inoltre componente della giuria del Premio Mario Francese, dedicato all’omonimo cronista ucciso dalla mafia nel 1979 nonché suo compagno di scrivania al Giornale di Sicilia.[6]

La Strada degli Scrittori modifica

 
Cartello stradale turistico lungo la strada statale 640 "Strada degli Scrittori", ideata da Cavallaro nel 2013.

Promotore di progetti culturali finalizzati al rilancio sociale, culturale ed economico della Sicilia, Cavallaro ha ideato la “Strada degli scrittori”, fondata l’11 novembre 2013 alla presenza dell’allora ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, e del presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone: un itinerario culturale dedicato ai grandi scrittori dell’agrigentino operanti, appunto, in corrispondenza di centri collegati dalla strada statale 640.

Su proposta dell’allora sindaco di Agrigento Lillo Firetto, nel febbraio 2016 il presidente dell’ANAS Gianni Vittorio Armani ha annunciato il cambio definitivo del nome, reso ufficiale in un comunicato stampa del 1º giugno 2016 in cui l’arteria stradale venne indicata come “strada statale 640 degli Scrittori”. In tal modo, oltre a quelli già menzionati, il percorso si è esteso anche ad altri scrittori del territorio: Pier Maria Rosso di San Secondo a Caltanissetta, Antonio Russello a Favara, Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Palma di Montechiaro, Tommaso Fazello a Sciacca [7], Emanuele Navarro della Miraglia a Sambuca di Sicilia e così via.

Direttore dell’associazione dal 2013, Cavallaro ha promosso una connessione tra diverse fondazioni ed enti culturali, coinvolte già nel Festival della Strada degli Scrittori dal 2014.

Dal 2017 realizza invece il Master di Scrittura, tenuto ad Agrigento nei mesi estivi a cadenza annuale, con il coordinamento scientifico del direttore della Enciclopedia Italiana Treccani, Massimo Bray, e quella tecnica di Rossella Calabrese.

Il Master prevede la presenza di scrittori, registi, artisti e docenti universitari provenienti da tutta Italia: l’obiettivo è, ancora una volta, quello di coinvolgere l’attenzione dei viaggiatori sui luoghi in cui grandi scrittori hanno trovato ispirazione, e di stimolare quanti vivono e lavorano in questi centri alla conoscenza di storia e letteratura del proprio territorio.

Opere modifica

Saggistica modifica

Prefazioni modifica

  • Salvatore Picone, Tra i banchi di Regalpetra: Leonardo Sciascia e la sua scuola, Editoriale Malgrado Tutto, Racalmuto, 2007
  • Giuseppe Maurizio Piscopo, Sogni e passioni, Medinova, Favara, 2017
  • Giuseppe Ruggeri, Volti e maschere di Sicilia, Plumelia edizioni, Bagheria, 2021

Testi teatrali modifica

Documentari modifica

  • Ho vinto io, regia di Fabio Vannini, Rai 3, 2012

Curiosità modifica

Note modifica

  1. ^ Felice Cavallaro: scheda autore e libri, su Solferino Libri. URL consultato l'11 gennaio 2024.
  2. ^ Felice Cavallaro, su Strada degli Scrittori, 21 dicembre 2023. URL consultato l'11 gennaio 2024.
  3. ^ Felice Cavallaro | Malgradotuttoweb, su malgradotuttoweb.it, 14 dicembre 2023. URL consultato l'11 gennaio 2024.
  4. ^ vedisotto, Il cronista che racconta la Sicilia con radici e cuore nella sua Isola. Intervista a Felice Cavallaro - Sicilia ON Press, su siciliaonpress.com, 15 gennaio 2018. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  5. ^ Felice Cavallaro − archivio900.it, su www.archivio900.it. URL consultato l'11 gennaio 2024.
  6. ^ Il 19 dicembre la cerimonia del premio giornalistico Mario Francese, su PalermoToday. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  7. ^ Dall'agosto 2021.
  8. ^ La triade era composta degli amici "Nanà" (Leonardo Sciascia), "Nenè" (Emanuele, appunto il padre di Cavallaro) e "Scimè" (lo zio Aldo Scimè), come raccontato in Sciascia l'eretico.
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