Luigi Lusi

politico italiano

Luigi Lusi (Roma, 25 novembre 1961) è un avvocato e politico italiano, senatore della Repubblica dal 2006 al 2013, tesoriere de La Margherita, coinvolto nel 2012 in un'inchiesta giudiziaria inerente a un furto di 13 milioni di euro per rimborsi elettorali.

Luigi Lusi

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
14 marzo 2013
LegislaturaXV; XVI
Gruppo
parlamentare
XV: PD-L'Ulivo
XVI:
- PD (fino al 09/02/2012)
- Misto (dal 09/02/2012)
CoalizioneL'Unione (XV)
Centro-sinistra 2008 (XVI)
CircoscrizioneXV: Veneto
XVI: Liguria
Incarichi parlamentari
XV legislatura:

XVI legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPCI (1985-1991)
DL (2002-2007)
PD (2007-2012)
Ind. (2012-2013)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"
ProfessioneAvvocato penalista

Biografia modifica

Nato il 25 novembre 1961 a Roma, da una famiglia di origine abruzzese[1]. È stato iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1985 al 1991, nella sezione Mario Cianca di Roma[non chiaro]. Dal 1990 al 1994 è stato Segretario del Comitato Centrale dell'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).[2]

Dal 1994 al 1996 è stato consulente giuridico del sindaco di Roma Francesco Rutelli per le politiche della casa e delle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (ACLI)[3], per le quali coordina anche l'organizzazione di grandi manifestazioni nazionali. Mentre dal 1996 al 1997 è stato consulente per le politiche della sicurezza nel comune di Roma.

A novembre 1997 consegue il titolo di avvocato, iscritto all'Albo degli Avvocati dell'Ordine Forense di Velletri (Roma), esercitando la professione forense da dicembre '97.

Da maggio 1998 a dicembre 2000 ha esercitato le funzioni di magistrato onorario presso il Tribunale di Velletri.

Tra il 1999 e il 2004 è stato delegato del sindaco di Roma (marzo 1999 - gennaio 2001), consigliere di amministrazione di Metroferro (2000), tesoriere del "Comitato Rutelli 2001", in sostegno della candidatura di Francesco Rutelli a Presidente del Consiglio per il centro-sinistra alle elezioni politiche del 2001 poi perdente, e vicepresidente di Trambus (2000 - gennaio 2004).

Alle elezioni politiche del 2006 è stato candidato al Senato della Repubblica, tra le liste de La Margherita nella circoscrizione Veneto, risultando eletto senatore. Nella XV legislatura, oltre ad aderire al gruppo parlamentare de L'Ulivo, è stato segretario della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, membro della Commissione Bilancio, della Commissione Agricoltura (in sostituzione del viceministro al MEF del governo Prodi II Roberto Pinza), della Commissione parlamentare per le questioni regionali, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, della Commissione per la vigilanza sulla cassa depositi e prestiti e del Consiglio di garanzia.

Dal 22 maggio 2002 al 25 gennaio 2012 è stato tesoriere del partito La Margherita. Mentre dal 2004 al 2007 è stato co-tesoriere della lista elettorale "Uniti nell'Ulivo" e tesoriere europeo del Partito Democratico Europeo. Dal 2005 è stato co-tesoriere dell'Unione.

È stato inoltre senatore nella XVI legislatura per il Partito Democratico. Nella sua seconda legislatura è stato Vicepresidente della Commimissione Bilancio del Senato, membro della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, della Commissione Politiche europee e della Commissione straordinaria per il controllo dei prezzi. Dal 13 maggio al 22 maggio 2008 è stato anche Segretario della Commissione speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge. Dall'8 febbraio 2012 è stato membro della Commissione Esteri del Senato.

Nel 2009, nonostante fosse un fedelissimo di Francesco Rutelli, decise di rimanere nel PD piuttosto che intraprendere la strada del nuovo soggetto politico dell'ApI.

Nel 2012 risulta indagato per appropriazione indebita del denaro proveniente dai rimborsi elettorali de La Margherita, di cui era il tesoriere, e rassegna le dimissioni da Vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato, da membro della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari e da membro del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.

Inchieste giudiziarie modifica

Il senatore è indagato per aver sottratto parte dei rimborsi elettorali in virtù del suo incarico di tesoriere della Margherita, creando una contabilità parallela[4], che sarebbe sfuggita ai controlli dei revisori dei conti, perché prelevati in piccole quantità. Secondo l'accusa il denaro sarebbe stato trasferito in Canada, frazionato in novanta bonifici, sul conto della società TTT srl e Paradiso, della quale Luigi Lusi era unico proprietario. Infine, approfittando dello Scudo Fiscale, avrebbe fatto rientrare il capitale[5], investendo in immobili in Roma[6] e in altre province, usando i parenti come prestanome[7] e depositando il resto sul proprio conto corrente[8].

Prime segnalazioni modifica

A suo tempo, Arturo Parisi aveva già lanciato l'allarme sull'opacità dei bilanci de La Margherita, ma nessuno lo aveva voluto ascoltare[9]. Il 31 gennaio 2012, su segnalazione della Banca d'Italia, Lusi viene iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma: l'accusa è appropriazione indebita per aver sottratto la somma di circa 13 milioni di Euro dalle casse della Margherita Democrazia e Libertà, per scopi personali.[10]

Espulsione modifica

Critiche durissime[11] al suo operato sono arrivate dall'ex leader de La Margherita Francesco Rutelli[12] e da diversi esponenti del ex partito, come Matteo Renzi che ha smentito di avere ricevuto per le sue campagne elettorali soldi dall'ex tesoriere della Margherita Lusi[13] e di essere per la massima trasparenza[14]. Lusi si è difeso dicendo che eseguiva ciò che gli veniva detto[15]. Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, ha chiesto esplicitamente a Lusi di lasciare il suo gruppo parlamentare e tutti gli incarichi ricoperti finora mentre il segretario del PD Pier Luigi Bersani ha prospettato l'espulsione di Lusi dal partito qualora i fatti siano accertati.

Il giorno dopo l'Ufficio di presidenza del Pd al Senato ha espulso Lusi dal gruppo parlamentare[16].

Lusi, interrogato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Stefano Pesci, si è dichiarato responsabile per il prelievo del danaro dalle casse del partito, volendo patteggiare, chiedendo un anno di reclusione e di restituire la metà della somma alla ex-Margherita[17].

Il 6 febbraio 2012 la commissione di Garanzia del PD presieduta da Luigi Berlinguer ha espulso all'unanimità Lusi dal partito, perché è "incompatibile con i principi ispiratori dello stesso PD"[18]. Il 3 maggio 2012 il Giudice per le indagini preliminari di Roma ha inviato al Senato la richiesta d'arresto per il pericolo di inquinamento delle prove, con l'accusa di associazione a delinquere. Reato ipotizzato in un secondo momento dalla Procura della Repubblica di Roma, secondo alcuni con una forzatura evidente, creando i presupposti 'giuridici' ad arte. Per la moglie di Lusi, Giovanna Petricone e due commercialisti, sono stati disposti invece gli arresti domiciliari[19].

Il 19 febbraio 2015 il tribunale civile di Roma ha dichiarato illegittima l'espulsione di Lusi dal PD e pertanto ha stabilito il suo annullamento e la reintegra di Lusi nel partito politico.[20]

Richiesta di arresto in Parlamento modifica

Il 16 maggio 2012 di fronte alla Giunta per le Autorizzazioni del Senato chiamata a decidere sulla sua richiesta di arresto afferma di aver elargito diverse somme a esponenti di spicco della Margherita di cui era tesoriere. Lusi avrebbe dichiarato che l'allora Presidente della Margherita Francesco Rutelli gli avrebbe chiesto 120.000 euro da versare in favore di Matteo Renzi, all'epoca Sindaco di Firenze, a cui però Lusi avrebbe versato solo 70.000 come lui stesso racconta. All'ex Ministro degli Interni Enzo Bianco Lusi avrebbe fornito un mensile da 3.000 euro passato poi a 5.500 e ad una società di Catania legata al marito della segretaria dello stesso Bianco avrebbe dato una cifra di circa 150 000 euro tra il 2009 e il 2011. La Procura ha chiesto al Senato il verbale della seduta della Giunta per approfondire le accuse di Lusi che durante gli interrogatori in Procura non aveva mai fatto nomi. I diretti interessati intanto hanno annunciato di ricorrere contro Lusi per via penale e civile per diffamazione.

Il 21 maggio 2012 viene ascoltata dai PM Francesca Fiore, segretaria dell'allora tesoriere della Margheria Lusi, che conferma le importanti elargizioni ai diversi esponenti dell'allora partito, che in realtà servivano per pagare multe e feste. La segretaria particolare di Lusi ha mostrato un file excel in cui erano stati registrati tutti i nomi dei beneficiari dei bonifici disposti da Lusi nel periodo in cui amministrava le casse delle Margherita. La spartizione avveniva in proporzioni 60-40 alle correnti dei popolari e rutelliani che c'erano nel partito. Secondo i documenti riportati dalla Fiore l'ex Ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni nel 2010 avrebbe percepito 180.000 euro tra "rimborsi vari" e "noleggio automezzo" per spese telefoniche, multe e carburante contro i 204 euro del 2012, una volta terminata la gestione Lusi; l'ex coordinatore de La Margherita Dario Franceschini avrebbe ricevuto 162.230 euro nel 2010 per collaboratori e avvocati contro i 583 euro nel 2012; l'ex Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni avrebbe ricevuto 72.283 euro nel 2010, 38.000 nel 2011 e solo 3.154 nel 2012 andati in fondazioni o persone a lui riconducibili come il capogruppo del PD a Rieti Filippo Lucentini; il vicesegretario del PD Enrico Letta avrebbe percepito 132.000 euro nel 2010 e 1.680 nel 2012 di cui 125.000 andati al deputato campano del PD Guglielmo Vaccaro, l'ex presidente del Senato Franco Marini sarebbe andati 55.000 euro nel 2009 per alcuni addetti stampa mentre altre somme avrebbero finanziato l'allora vicepresidente della Camera Rosy Bindi. Infine l'ex Presidente della Margherita Francesco Rutelli avrebbe ricevuto 926.000 euro di rimborsi andati in spese informatiche e per "l'edicola" oltre a spese telefoniche e di ufficio stampa andati in favore di parlamentari dell'API, il nuovo partito di Rutelli tra cui Gianni Vernetti e Cristina De Luca.

Il 13 giugno 2012 la Giunta per le Autorizzazioni a procedere e le immunità del Senato boccia con 4 si 13 no 0 astenuti e 4 assenti (3 senatori del PdL e il senatore di Coesione Nazionale) la relazione Saro (PdL) contraria alla richiesta di arresto nei confronti del senatore Lusi. Hanno votato contro Pd (a cui si è aggiunto il voto del Presidente della Giunta Follini), IdV, Udc, Api-Fli e Lega Nord mentre favorevoli alla relazione i senatori presenti del PdL nonostante il gruppo in Giunta come in Aula abbia lasciato libertà di coscienza. Nuovo relatore Marco Follini (Pd) Presidente della Giunta per le Autorizzazioni del Senato.

Il 20 giugno 2012 il Senato vota la relazione Follini (PD) favorevole a concedere le misure cautelari nei confronti di Lusi. Il voto inizialmente previsto a scrutinio segreto dopo la raccolta delle 20 firme necessarie è stato eseguito a scrutinio palese, prima volta nella storia repubblicana che una domanda di autorizzazione a procedere fosse votata con tale procedura, a causa della presa di posizione del PdL che dopo forti tensioni interne aveva deciso di non prendere parte alla votazione chiedendo ai suoi senatori di togliere la loro firma dal documento di richiesta per il voto segreto. A favore delle misure cautelari si schierano Pd, IdV, UdC, SvP e Autonomie (Unione Valdôtaine, Movimento Associativo Italiani all'Estero, Verso Nord, Partito Liberale Italiano), Per il Terzo Polo (ApI-FLI), Lega Nord, Radicali del Pd, Mpa e Partecipazione Democratica contrari invece si schierano soltanto Coesione Nazionale (Grande Sud -Il Buongoverno), Partito Repubblicano Italiano e il Movimento dei Socialisti Autonomisti del senatore Alberto Tedesco, ex Pd come Lusi su cui pendeva una richiesta di arresto già respinta dal Senato promotore della raccolta di firme per la richiesta di voto segreto. Non partecipano al voto oltre ai senatori PdL i 6 senatori a vita ad eccezione di Emilio Colombo espressosi a favore.

Il voto registra 155 si 13 no un astenuto mentre 118 senatori risultano assenti o non votanti e 12 in missione.Votano in contrasto con il loro gruppo 6 senatori del PdL che nonostante l'indicazione del gruppo a non prendere parte al voto si esprimono contro l'arresto tra cui l'ex-presidente del Senato Marcello Pera e l'avvocato di Berlusconi Piero Longo mentre si astiene (in Senato è voto contrario) il senatore ex Lega Nord Piergiorgio Stiffoni. Lo stesso giorno il senatore si presenta al carcere Rebibbia di Roma per sottoporsi all'arresto. Lusi prima del voto ha chiesto all'Aula di non essere considerato un capro espiatorio per i crescenti sentimenti di antipolitica, tornando ad attaccare i vertici de La Margherita consapevoli della sua gestione dei finanziamenti pubblici al partito chiedendo a coloro che fossero citati nell'inchiesta di non prendere parte al voto, facendo i nomi dell'allora presidente dell'Assemblea federale de La Margherita Enzo Bianco e dell'allora presidente de La Margherita Francesco Rutelli, asserendo che lui stesso non avrebbe preso parte al voto sul suo arresto [21] Per la prima volta nella storia il Senato concede l'arresto di un suo membro.[22]

Il 30 luglio 2012 la II sezione penale della Corte suprema di cassazione annulla l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per "carenza di motivazione", ma Lusi resta comunque in carcere perché la Cassazione decise l'annullamento con rinvio al Tribunale del Riesame.[23]

Divisione dei finanziamenti tra le correnti modifica

Il 23 giugno 2012 interrogato davanti al Pm di Roma per la convalida dell'arresto Lusi ha chiarito di voler dire tutto in merito alla vicenda che lo riguarda non volendo fare il capro espiatorio di qualcuno[24] consegnando due lettere scritte di pugno dall'ex leader della Margherita Francesco Rutelli in cui si fa riferimento alla ripartizione di circa un milione e mezzo di euro tra le varie correnti della Margherita in vista delle europee del 2009 tramite un rapporto di 60-40 tra popolari vicini a Bianco e rutelliani vicini a Rutelli. Di questi soldi 100 000 dovevano andare a Matteo Renzi, Sindaco di Firenze, 200.000 alla fondazione Centocittà e il resto, 300 000 euro, al Cfs, Centro per un futuro sostenibile, la fondazione di Rutelli. In un secondo appunto sempre Rutelli si lamenterebbe esplicitamente della restituzione al mittente di una parte dei finanziamenti ricevuti dal Partito democratico europeo. Anche a questo corrisponderebbe una risposta di Lusi che in più di un passaggio avrebbe proposto di girare i finanziamenti a fondazioni, spiegando che da quando il partito non era più in piedi la gestione era totalmente affidata alle personalità dei diversi esponenti della Margherita[25][26]. Rutelli si è subito difeso dalle accuse denunciando nuovamente Lusi per calunnie e diffamazione. La Procura di Roma tuttavia ha ritenuto le prove fornite dal Lusi non convincenti[senza fonte] volte soprattutto ad attaccare ex esponenti di partito[27].

Condizione attuale modifica

Dal 18 settembre 2012 il Giudice per le indagini preliminari di Roma Simonetta D'Alessandro, ha concesso gli arresti domiciliari a Lusi, presso il Santuario della Madonna dei Bisognosi a Pereto, in provincia dell'Aquila.[28]

Il 30 dicembre 2013 la Corte dei Conti condanna Lusi a versare 22,8 milioni di euro allo Stato per danno erariale a fronte di una richiesta di patteggiamento di 16.[29]

Il 12 maggio 2015 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con Ordinanza depositata il 18 maggio 2015, dichiararono il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti sull'azione di responsabilità per danno erariale promossa dal pubblico ministero contabile nei confronti del Lusi.

Con sentenza del 3 dicembre 2015, depositata il 18 gennaio 2016, la Sezione Prima giurisdizionale Centrale d'Appello della Corte dei Conti accolse l'appello del Lusi avverso la sentenza del 30 dicembre 2013 e, in riforma di quella impugnata sentenza, dichiarò il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti.

Il 2 maggio 2014 il Tribunale di Roma condanna Luigi Lusi a 8 anni di reclusione per l'accusa di appropriazione indebita. Lusi ricorre in appello. In attesa della sentenza definitiva riprende l'attività di avvocato.[30]

Il 31 marzo 2016 la Corte d'Appello di Roma condanna Luigi Lusi a 7 anni di reclusione per il reato di appropriazione indebita. La riduzione della pena di un anno è dovuta alla prescrizione di una delle azioni delittuose di cui Lusi è accusato.[31]

Il 19 dicembre 2017 la Corte di Cassazione conferma la condanna a 7 anni di reclusione, riducendo peraltro l'interdizione perpetua dai pubblici uffici a interdizione di 5 anni, con interdizione di un anno dalla professione legale. Il successivo 20 dicembre Lusi si costituisce nel carcere di Avezzano.[32]

Il 22 settembre 2019 il Tribunale di Sorveglianza dispone l'affidamento di Lusi ai servizi sociali, disponendone l'assunzione alla Caritas di Roma, con uno stipendio mensile di 1.600 euro.[33]

Il 12 dicembre 2023 il Tribunale di Roma lo condanna a risarcire al suo ex partito, ora in liquidazione, la somma di 19.534.200 euro, oltre alle spese legali, per le appropriazioni indebite perpetrate oltre ala calunnia nei confronti di Francesco Rutelli.[34]

Note modifica

  1. ^ Luigi Lusi Archiviato il 17 ottobre 2013 in Internet Archive.. Biografia.
  2. ^ Sito Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani Archiviato il 6 marzo 2012 in Internet Archive..
  3. ^ Sito Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani Archiviato il 15 maggio 2013 in Internet Archive..
  4. ^ I «conti paralleli» di Lusi «Ecco come riuscì a eludere i controlli». Corriere della Sera. Archivio Storico. 5 febbraio 2012.
  5. ^ Quei fondi rientrati in Italia con lo scudo. Corriere della Sera. Politica. 2 febbraio 2012.
  6. ^ Lusi, un'altra villa pagata dalla Margherita. Corriere della Sera. Politica. 10 febbraio 2012.
  7. ^ Caso Lusi, le Fiamme Gialle sequestrano immobili e due milioni di euro. Corriere della Sera. Politica. 8 marzo 2012.
  8. ^ Lusi, sequestrati i conti correnti. Ma c'è «soltanto» mezzo milione. Corriere della Sera. Cronaca. 11 febbraio 2012.
  9. ^ Arturo Parisi e il caso Lusi: "Difficile pensare che nessuno sapesse degli ammanchi" Archiviato il 9 marzo 2012 in Internet Archive.. Mediaset, TG24. Politica. 5 febbraio 2012
  10. ^ L'ex tesoriere della Margherita ha sottratto 13 milioni al partito. Repubblica. 31 gennaio 2012.
  11. ^ Lusi espulso. «Incompatibile col Pd». E lui: «Decisione volutamente infamante». Corriere della Sera. Politica. 6 febbraio 2012.
  12. ^ Lusi e la «partita che fa saltare il centrosinistra». Margherita chiama i legali: «Sta delirando». Corriere della Sera. Politica. 6 febbraio 2012.
  13. ^ Lusi ha pagato anche Renzi». E lui: mai un euro, li denuncio. Corriere della Sera. Cronaca. 2 marzo 2012.
  14. ^ Un dovere di trasparenza (tra i sospetti). Corriere della Sera. Notizie. 3 marzo 2012.
  15. ^ A «Servizio Pubblico» Lusi: «Non sono un santo, ho fatto il tesoriere». Corriere della Sera. Politica. 8 marzo 2012.
  16. ^ Lusi escluso da gruppo Pd a Palazzo Madama. Letta: "Situazione incredibile". Repubblica. Politica. 1º febbraio 2012.
  17. ^ Lusi vuole patteggiare la pena, ma offre all'ex partito meno di metà della somma. Corriere della Sera. Politica. 1º febbraio 2012.
  18. ^ Lusi espulso. Repubblica. Politica. 6 febbraio 2012.
  19. ^ Richiesta d'arresto per l'ex tesoriere della Margherita Lusi[collegamento interrotto]. Le Novae. Politica. 3 maggio 2012.
  20. ^ Il tribunale annulla l'espulsione dell'ex senatore Lusi del Pd
  21. ^ Lusi: ” Io capro espiatorio” Pdl non partecipa al voto, su teleradionews.wordpress.com.
  22. ^ Lusi, il Senato dice sì all’arresto. L’ex tesoriere è già a Rebibbia, su lenovae.it, 21 giugno 2012. URL consultato il 29 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  23. ^ Lusi, annullato ordine di arresto ma per ora resterà in carcere, su La Repubblica, 31 luglio 2012. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  24. ^ Grazia Longo, Lusi: Il patto è saltato Adesso dirò tutto ai pm, su La Stampa.it, 23 giugno 2012. URL consultato il 29 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2015).
  25. ^ A che punto siamo con Lusi, su Il Post, 25 giugno 2012. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  26. ^ Fiorenza Sarzanini, Lusi: nell'appunto di Rutelli anche i 100 mila euro a Renzi, su Corriere della Sera. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  27. ^ Da varie angolazioni, su Wittgenstein, 25 giugno 2012. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  28. ^ Domiciliari per Lusi: va in convento E Rutelli restituisce 5 milioni allo Stato, su corriere.it, 18 settembre 2012. URL consultato il 21-5-2017.
  29. ^ La Corte dei Conti condanna Lusi a pagare 22 milioni per danno erariale, su Repubblica.it, 30 dicembre 2013. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  30. ^ Andrea Greco, Ecco che fine hanno fatto i più odiati della politica, in Oggi, 18 marzo 2015, p. 34-35.
  31. ^ Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita condannato anche in appello: 7 anni. I suoi beni confiscati dallo Stato, su repubblica.it, la Repubblica, 31 marzo 2016. URL consultato il 21-5-2017.
  32. ^ Confermata la condanna a 7 anni per Lusi: intascò 25 mln di euro della Margherita, su Repubblica.it, 19 dicembre 2017. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  33. ^ Lusi lascia il carcere, assunto alla Caritas, su ilcentro.it.
  34. ^ Condannato l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi: dovrà risarcire 20 milioni di euro, su La Stampa, 13 dicembre 2023. URL consultato il 14 dicembre 2023.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Sito di Luigi Lusi, su luigilusi.it. URL consultato il 9 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
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