Marciano (imperatore)
Flavio Marciano (in latino Flavius Marcianus; Tracia o Illiria, 392 circa – Costantinopoli, 26 gennaio 457) è stato un imperatore romano dal 450 al 457.
Marciano | |
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Imperatore romano d'Oriente | |
In carica | 25 agosto 450 – 26 gennaio 457 |
Predecessore | Teodosio II |
Successore | Leone I |
Nome completo | Flavius Marcianus |
Nascita | Tracia o Illiria, 392 circa |
Morte | Costantinopoli, 26 gennaio 457 |
Luogo di sepoltura | chiesa dei Santi Apostoli, Costantinopoli |
Dinastia | casata di Teodosio (per matrimonio) |
Consorte | Elia Pulcheria |
Figli | Elia Marcia Eufemia |
Religione | Cristianesimo |
Si conosce molto poco della sua vita prima della nomina a imperatore, se non che fu un domesticus (assistente personale) che servì per quindici anni sotto gli influenti generali di origine barbarica Ardaburio e Aspare, padre e figlio. Dopo la morte dell'imperatore Teodosio II, avvenuta il 28 luglio 450, Marciano fu candidato al trono da Aspare, che aveva molta influenza grazie al suo potere militare. Dopo un mese di trattative, Pulcheria, sorella di Teodosio, accettò di sposare Marciano, introducendolo così nella dinastia teodosiana; in queste trattative potrebbe essere stato coinvolto anche Zenone, un capo militare con un'influenza simile a quella di Aspare, che al momento dell'ascesa al trono di Marciano ricevette il prestigioso titolo di corte di patrizio. Marciano fu eletto e si insediò il 25 agosto 450.
Marciano annullò molte delle decisioni prese da Teodosio II, sia nei rapporti dell'Impero romano d'Oriente con gli Unni di Attila, sia in campo religioso. Marciano revocò quasi immediatamente tutti i trattati con Attila, ponendo fine a tutti i pagamenti di tributi a suo favore. Nel 452, mentre Attila stava compiendo incursioni nell'Italia romana, parte dell'Impero romano d'Occidente, Marciano lanciò spedizioni attraverso il Danubio nella grande pianura ungherese, sconfiggendo gli Unni nel cuore del loro dominio. Questa azione, accompagnata dalla carestia e dalla peste che scoppiarono nell'Italia settentrionale, permise all'Impero romano d'Occidente di corrompere Attila affinché si ritirasse dalla penisola italiana.
Dopo la morte di Attila nel 453, Marciano approfittò della conseguente frammentazione della confederazione unna insediando le tribù germaniche nelle terre romane come foederati («federati» che prestavano servizio militare in cambio di benefici). Marciano convocò anche il concilio di Calcedonia, che dichiarò che Gesù aveva due «nature» divina e umana; questo portò all'allontanamento della popolazione delle province orientali di Siria ed Egitto, poiché molti di loro erano miafisiti e rifiutavano la nuova cristologia ufficiale.
Marciano morì il 26 gennaio 457, lasciando all'Impero romano d'Oriente avanzo di tesoro di sette milioni di solidi, un risultato impressionante se si considera la rovina economica inflitta all'Impero romano d'Oriente dagli Unni e dai tributi di Teodosio. Dopo la sua morte, Aspare scavalcò il genero di Marciano, Antemio, e fece eleggere come imperatore un comandante militare, Leone I.
BiografiaModifica
Giovinezza e ascesa al tronoModifica
Marciano nacque in Tracia o forse in Illiria, nel 392. Figlio di un soldato, seguì la carriera militare, servendo a Filippopoli in Tracia. Col rango di tribuno doveva partecipare alla campagna contro i Persiani 421–2, ma si ammalò in Licia e non partecipò alle operazioni.
Successivamente servì per diciannove anni sotto i generali Ardaburio e Aspare, e prese parte alle guerre contro i Persiani e i Vandali. Nel 431 Marciano venne preso prigioniero dai Vandali in un combattimento nei pressi di Hippo Regius; portato dinnanzi al re vandalo Genserico, venne rilasciato dietro giuramento che non avrebbe mai più preso le armi contro i Vandali. Attraverso l'influenza di questi generali divenne capitano delle guardie, e venne successivamente elevato al rango di tribuno e senatore.
Alla morte di Teodosio II venne scelto come consorte dalla sorella di questi, Pulcheria, e chiamato a governare l'impero, grandemente impoverito dai saccheggi degli Unni. All'atto di diventare imperatore, Marciano ripudiò gli imbarazzanti pagamenti di tributi ad Attila l'Unno, che questi si era abituato a ricevere da Teodosio in cambio dell'astensione dall'attaccare l'impero d'oriente. Quindi mise a morte l'impopolare ministro di Teodosio fautore di questa scelta diplomatico-economica, Crisafio Zommas. Conscio che non sarebbe mai riuscito a catturare la capitale d'oriente di Costantinopoli, Attila si rivolse ad occidente e si impegnò nella sua famosa campagna in Gallia 451 e in Italia (452), lasciando perdere i domini di Marciano.
RegnoModifica
Politica internaModifica
Marciano riformò le finanze, tenne sotto controllo la stravaganza e ripopolò i distretti devastati. Respinse gli attacchi a Siria ed Egitto (452) e schiacciò le turbolenze sulla frontiera armena (456). Il rifiuto di Marciano di rinnovare i sussidi ad Attila fece parte di un piano generale per la riduzione delle spese: per esempio, i consoli, invece di distribuire il denaro alla popolazione di Costantinopoli, ebbero la direttiva di spenderlo per mantenere in buone condizioni l'acquedotto cittadino. D'altra parte vennero rimessi gli arretrati delle tasse, mentre furono aboliti i servizi da prestare alle proprietà dei senatori. Questi si videro anche sollevati da un regolamento che rifiutava riconoscimento legale ai matrimoni contratti con schiave, liberte, attrici e altre donne di classe sociale inferiore.
Politica esteraModifica
Marciano, tutt'altro che indifferente alla sorte dell'impero romano d'Occidente, inviò truppe a Ezio e iniziò a invadere i territori unni ora indifesi, come ci racconta Idazio[1]. La ripresa delle ostilità da parte di Costantinopoli fu molto probabilmente una delle ragioni che spinsero Attila a ritirarsi dall'Italia, oltre alle grosse difficoltà logistiche della sua armata. Ad ogni modo il potente re unno morì prima che scoppiasse una guerra aperta. Marciano dichiarò di aver visto in sogno l'arco di Attila spezzato di fronte a lui, e pochi giorni dopo gli giunse notizia della morte del suo grande nemico. Prudentemente Marciano preferì non venire ai ferri corti con i Persiani, e quando gli Armeni opposero resistenza alle pressioni provenienti dalla Persia per costringerli ad abbandonare la fede cristiana, egli assicurò il re persiano Yezdegard II che non doveva temere azioni ostili da parte dei soldati romani.
Il concilio di CalcedoniaModifica
L'avvenimento più importante del regno di Marciano fu la convocazione del IV concilio universale della Chiesa (451), concilio che passò alla storia con il nome di concilio di Calcedonia (dal nome di una località vicino a Costantinopoli). Voluto fortemente sia da Marciano sia da papa Leone I, il concilio di Calcedonia si allontanò dalle posizioni prese dal secondo concilio di Efeso del 449, proclamando Cristo «perfetto Dio e perfetto Uomo, della stessa sostanza del Padre e dello Spirito Santo»; ne furono anche riconosciute le due nature, divina e umana, senza confusione o mutamento, né divisione o separazione. Tale proclamazione andò contro la dottrina proclamata da Eutiche, il monofisismo, e contro l'Arianesimo.
MorteModifica
Marciano morì di malattia nel 457, probabilmente una gangrena contratta durante un lungo pellegrinaggio religioso. Fu sepolto a fianco alla moglie Pulcheria, morta nel 453, nella chiesa dei Santi Apostoli
San Marciano | |
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Imperatore | |
Nascita | ca. 392 |
Morte | 26 gennaio 457 |
Venerato da | Chiesa cristiana ortodossa |
Ricorrenza | 17 febbraio |
NoteModifica
- ^ Idazio, Cronaca, 154.
BibliografiaModifica
- Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968, ISBN 88-06-17362-6.
- Gerhard Herm, I bizantini, Milano, Garzanti, 1985.
- John Julius Norwich, Bisanzio, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, ISBN 88-04-48185-4.
- Silvia Ronchey, Lo stato bizantino, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 88-06-16255-1.
- Alexander P. Kazhdan, Bisanzio e la sua civiltà, 2ª ed, Bari, Laterza, 2004, ISBN 88-420-4691-4.
- Giorgio Ravegnani, La storia di Bisanzio, Roma, Jouvence, 2004, ISBN 88-7801-353-6.
- Ralph-Johannes Lilie, Bisanzio la seconda Roma, Roma, Newton & Compton, 2005, ISBN 88-541-0286-5.
- Alain Ducellier, Michel Kapla, Bisanzio (IV-XV secolo), Milano, San Paolo, 2005, ISBN 88-215-5366-3.
- Giorgio Ravegnani, Imperatori di Bisanzio, Bologna, Il Mulino, 2008, ISBN 978-88-15-12174-5.
- Louis-S. Le Nain de Tillemont, Vita dell'imperatore Marciano, PagineSvelate, Gerenzano (Varese), 2011, ISBN 88-959-0610-1
- Peter Heather, La caduta dell'impero romano, Milano, Garzanti, 2012.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marciano
Collegamenti esterniModifica
- Marciano imperatore di Oriente, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Angelo Pernice, MARCIANO imperatore d'Oriente, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Marciano, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Marciano, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Marciano, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Monete emesse da Marciano, su wildwinds.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 122025773 · ISNI (EN) 0000 0000 8052 8446 · BAV 495/129937 · CERL cnp00285078 · LCCN (EN) nb2010016337 · GND (DE) 102398291 · BNE (ES) XX1015390 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nb2010016337 |
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