Verona Rugby
Il Verona Rugby S.S.D. Srl è un club dilettantistico italiano di rugby a 15 di Verona.
Verona Rugby S.S.D. Rugby a 15 ![]() | |
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«Gli Antracite» | |
Uniformi di gara | |
Colori | ![]() |
Simboli | Scala |
Dati societari | |
Città | Verona |
Paese | ![]() |
Sede | Via I Maggio 141 A/B I-37020 Dolcè |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1963 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Palmarès | |
Stadio | |
C.S. Gavagnin-Nocini Via Montorio 112,Verona (1 000 posti) | |
Fondato nel 1963 come sezione della polisportiva dell'ateneo statale scaligero CUS Verona, ha ceduto nel 2016 il titolo sportivo alla neoformata Verona Rugby, che per la stagione 2017-18 milita in serie A, seconda divisione nazionale.
Il suo colore sociale è il grigio antracite e disputa i suoi incontri interni al centro sportivo Gavagnin-Nocini di Verona. Nella stagione 2017-18 milita in serie A, la seconda divisione nazionale.
Storia
Il rugby giunse a Verona alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, ma non nella variante più diffusa in Italia del quindici bensì in quella del tredici[1] che in quel periodo stava incontrando grande diffusione nel nord del Paese[2]; tuttavia l'esperienza dei tredicisti finì all'inizio degli anni sessanta per via del veto posto dalla Federazione Italiana Rugby a qualsiasi tesserato a disputare incontri in tale altra disciplina[2].
Fu così che nel 1962 la squadra passò al codice a quindici e, l'anno successivo, entrò nell'orbita del CUS Verona[1], guadagnando poche stagioni più tardi la promozione in seconda divisione[1].
Gli anni settanta sono relativamente anonimi come risultati (la squadra conobbe un breve periodo in terza divisione[1], ma in quel periodo il club acquisì il terreno di gioco che tuttora è utilizzato per gli incontri interni, il campo Gavagnin (successivamente ribattezzato Gavagnin-Nocini)[1], e la stabilità societaria preparò la strada a un ritorno in seconda divisione che procedette, a fasi alterne, fino alla metà degli anni ottanta.
Nel 1987 il CUS Verona retrocedette in serie C1 e iniziò ad altalenare tra tale serie e la C2 fino al nuovo secolo[1].
I primi tentativi di risalita si ebbero nel campionato 1999-2000 di serie C1 quando la squadra perse lo spareggio nei play-off promozione a opera del CUS Milano[1] e anche nella stagione successiva mancò di poco gli spareggi classificandosi al terzo posto del proprio girone; la promozione in serie B, nel frattempo divenuta la terza serie nazionale, arrivò alla fine della stagione 2001-02 grazie all'apporto tecnico di diversi giocatori di rilievo tra cui l'ex internazionale italiano Stefano Bordon[1], già due volte campione italiano con Rovigo che, dopo un quinto posto di assestamento nella stagione successiva, lasciò il rugby giocato e divenne allenatore della squadra nel 2003 conducendola di nuovo a un'agevole salvezza ripetendo il quinto posto della stagione precedente.
Antonello Catarinicchia, il tecnico subentrato a Bordon nel 2004, prese in mano una squadra formata da un mix di componenti storici che avevano guadagnato la promozione e le due salvezze e di alcuni giovani elementi provenienti da società della regione come Badia o Petrarca integrati da qualche straniero proveniente dall'Argentina[1] e, in anticipo sulla programmazione, conquistò la promozione in serie A nella primavera del 2005; l'anno successivo assorbì il salto di categoria e chiuse al decimo posto mantenendo la posizione in serie A che tuttavia non riuscì a difendere nella stagione 2006-07 nonostante l'arrivo di una sponsorizzazione di rilievo come il marchio d'abbigliamento Franklin & Marshall, complice alcune circostanze impreviste quali la malattia improvvisa dell'allenatore Catarinicchia e problemi familiari di un giocatore-chiave che dovette fare rientro in Argentina[1]: la squadra chiuse al penultimo posto e retrocedette in serie B all'ultima giornata; non completamente ricostituito, Catarinicchia abbandonò la guida del club suggerendo l'ingaggio di Filippo Vittadello, ex internazionale già estremo del Petrarca[1].
Il girone C della serie B 2007-08 fu condotto con buon passo, ma una penalità amministrativa fece perdere alla squadra il primo posto indirizzandola a un play-off contro la squadra cadetta del Viadana, che si impose nettamente nel doppio confronto. La promozione giunse l'anno successivo con il primo posto nel proprio girone e doppia vittoria su Asti[1]. Il CUS Verona si assestò comodamente nella nuova categoria, riuscendo a mantenersi stabilmente in seconda divisione e arrivando, nel 2014-15, fino alla semifinale per il titolo di campione d'Italia serie A e per la promozione in Eccellenza: furono i liguri del Pro Recco negare ai veronesi la finale nazionale[3].
Nel campionato successivo giunse fino alla pool promozione senza tuttavia raggiungere le semifinali.
A fine stagione una nuova società, il Verona Rugby, assorbì il titolo sportivo del CUS Verona e accorpò le squadre seniores in serie A e C1 e riprese nella sua struttura la squadra femminile[1]. Il nuovo club così denominato giunse al secondo posto del suo girone uscendo, come due anni prima, alle semifinali per titolo e promozione in massima serie.
Cronologia
Cronistoria del Verona Rugby |
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(retrocessione in serie C1) 1987-88
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Colori sociali, simboli e impianto
Il colore sociale del club è il grigio antracite, assunto dalla nuova proprietà dopo il passaggio di titolo sportivo nel 2016[1]; in precedenza le uniformi erano verdi e blu (con un disegno a strisce orizzontali alternate sulla maglia). Il simbolo del club è un pallone da rugby con la scala, simbolo della città, in luogo del pittogramma raffigurante le cuciture sulla sezione longitudinale del pallone.
L'impianto di gioco è a Verona in via Montorio, il centro sportivo Mario Gavagnin-Sinibaldo Nocini, che il club utilizza dagli anni settanta del XX secolo; la sede legale del club è invece in frazione Volargne di Dolcè, comune del Veronese.
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Il rugby di Verona: una grande avventura sportiva, su veronarugby.it, Rugby Verona. URL consultato il 6 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
- ^ a b Matteo Portoghese, Rugby league World Cup, verso le qualificazioni. Tiziano Franchini: “Ci sono tanti potenziali Gioele Celerino”, in Mondo sportivo, 12 ottobre 2016. URL consultato il 6 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
- ^ Pro Recco - Lyons Piacenza la finale per il titolo di campione d'Italia serie A, su federugby.it, Federazione Italiana Rugby, 17 maggio 2015. URL consultato il 6 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su veronarugby.it.