Utente:LeonardoMarchetta/Sandbox

L’Università Popolare Cattolica "Eustachio Montemurro-Teresa D'Ippolito" è un'università italiana che è stata fondata il 30 settembre 2022 e ha sede in Portici (NA) presso il palazzo Serra di Cassano (XVIII secolo).

Università Popolare Cattolica "Eustachio Montemurro-Teresa D'Ippolito"
Palazzo Serra di Cassano (XVIII secolo), sede dell'università.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàPortici
Dati generali
MottoUt annis consolidetur dilatetur tempore sublimetur aetate
DipartimentiDipartimento Scienze del Benessere

Dipartimento di Linguistica storica e contemporanea Dipartimento di Nuove Tecnologie e Didattica a distanza Dipartimento di Studi Sociali ed Umanistici Dipartimento per la tutela e salvaguardia del creato Dipartimento per l'invecchiamento attivo Dipartimento di Dottrina Sociale della Chiesa Dipartimento dell'attività laboratoriale

RettoreCiro Romano
Sito web

La nostra storia modifica

Fondata il 30 settembre 2022 in Napoli con atto pubblico notarile regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate di Napoli (n°39442/1T), l’Univ. "Montemurro-D’Ippolito" è un Ente del Terzo Settore ed è costituita ai sensi e per gli effetti del D.Lgs 117/2017 (come pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lazio n°86/2022 e sul Bollettino Ufficiale Regione Basilicata n°52/2022). Ha sede in Portici presso lo storico palazzo nobiliare dei principi Serra di Cassano di proprietà delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, dove ha sede anche la storica scuola materna ed elementare “Sacro Cuore”; l’Università ha anche una sede di rappresentanza in Roma alla via della Camilluccia presso la Curia Generalizia dell’Istituto delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore (di diritto pontificio), che sono state tre le promotrici della fondazione ed hanno ospitato tutte le fasi iniziali della fondazione. Lo Statuto dell’Università, inoltre, è stato apostillato (n°3199/2022 del 18/10/22) dalla Procura della Repubblica di Napoli, legalizzando l’Istituzione in tutti i paesi aderenti alla Convenzione dell’Aia del 1961. L’Univ. "Montemurro-D'Ippolito", con decreto n°38/2023 della Giunta della Regione Campania (competente per sede legale) è stata riconosciuta come Ente del Terzo Settore ed iscritta al RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore), ottenendo quanto previsto dal Dlgs 117/2017. L’Università è altresì iscritta, come ente universitario, nel registro pubblico europeo con numero: 665188248544-51. L’Univ. "Montemurro-D’Ippolito" si inserisce nella grande tradizione delle istituzioni educative della Chiesa Cattolica e si fonda sulla centralità della persona promuovendo il dialogo intergenerazionale ed interculturale per una società inclusiva. L’Università è intitolata al Servo di Dio Eustachio Montemurro (nato a Gravina di Puglia (BA) nel 1857 e morto a Pompei (NA) nel 1923), fondatore delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore (già Figlie del Sacro Costato), ed alla madre Teresa D’Ippolito (in religione Maria della Santa Croce, nata Latiano (BR) nel 1870 ed ivi morta nel 1945), prima superiora generale delle stesse Suore. Pur riconoscendosi nei valori cristiani perpetuati dal Magistero della Chiesa Cattolica, l’Università "Montemurro-D’Ippolito" è apartitica, aconfessionale, asindacale, e promuove il pacifico dialogo tra le culture per il corretto sviluppo umano integrale proponendosi scopi culturali, didattici, formativi e scientifici nonché sportivi e socio-assistenziali senza finalità di lucro richiamandosi ai precedenti storici, alle funzioni ed al ruolo propri delle Università Popolari italiane, fra le quali prime per fondazione quelle di Firenze e di Napoli. L’Univ. "Montemurro-D’Ippolito" intende, inoltre, favorire la promozione culturale, in ogni forma ed attività, in un’ottica interculturale approfondendo il dialogo tra le religioni del Mediterraneo e favorendo virtuosi percorsi formativi volti a costruire la pacifica convivenza tra le religioni ed i popoli.

Nella mappa del duca di Noja il palazzo è posto nel “Luogo detto li Stinghi”. Nasce sul rifacimento operato da Giuseppe Astarita su una modesta palazzina acquistata nel 1755 dalla duchessa di Cassano. Nella famosa mappa il riscontro è preciso, salvo lo spiazzo ad esedra antistante, realizzato in epoca successiva evidentemente per dare maggior respiro all’intero edificio [1]. In origine la facciata presentava due piani corredati, ciascuno di ben diciotto balconi, inquadrati da lesene corinzie, che si raddoppiano nella zona centrale per far risaltare meglio questa sezione. L’aggiunta di un terzo piano, i cui balconi poggiano direttamente sul cornicione poco aggettante ha alterato il primitivo rapporto. Nella facciata è inserito anche l’ingresso della cappella, creata, secondo il Nocerino, nel 1749 e dedicata all’Assunta, successivamente incorporata nell’edificio.

L’ingresso è da unico portone; passando attraverso un doppio atrio voltato si arriva nel cortile rettangolare che si conclude con un’esedra. La piccola cappella dedicata all’Assunta presenta una decorazione di stucchi e alcuni cori ai quali i proprietari potevano accedere direttamente dall’interno del palazzo. Il marchese di Strevi don Francesco Serra, figlio di Luigi, duca di Cassano, vendette il palazzo nel 1881 al Liceo Ginnasio “Broggia” e al Convitto nazionale di Lucera. Attualmente è proprietà delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore (ente di diritto pontificio). In questo palazzo visse Gennaro Serra, il giovane ventisettenne figlio del duca, animatore ed eroe della Rivoluzione del 1799 e giustiziato in Piazza Mercato a Napoli [2].

Eustachio Montemurro e Teresa D'Ippolito modifica

 
P. Eustachio Montemurro, a cui è intitolata l'università.

Eustachio Montemurro, a cui è intitolata l’Università, nacque a Gravina il 1° gennaio 1857, completò brillantemente gli studi ginnasiali a Minervino e al liceo “Duni” di Matera e, durante gli anni giovanili, ebbe modo di conoscere profondamente la grande miseria morale e materiale delle persone; ciò fece sviluppare nel giovane Montemurro una spiccata sensibilità verso le indigenze e le periferie umane. Nel 1875 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Napoli dove si laureò con lode nel 1881. Rientrato a Gravina scelse di occuparsi principalmente delle classe più umili e privi di mezzi, ottenendo dall’amministrazione comunale l’assegnazione della condotta nelle frazioni gravinesi più povere e periferiche. La sua professione, così, si tramutò in un impegno sociale (ed innovativo per quegli anni) che non si limitò solo alla cura dei poveri ed all’attività medica e che si espresse nella fondazione di un’Associazione medico chirurgica e di un Dispensario gratuito. Montemurro fu anche attivamente presente nella politica cittadina dove, da membro del Consiglio comunale gravinese, diede un generoso impulso ai temi della salute pubblica e dell’istruzione. Il suo impegno costante, la sua onestà e la sua abnegazione nella gestione delle opere sociali gli valse l’illimitata fiducia del Consiglio comunale che, nel 1895, lo designò alla carica di presidente. Eustachio Montemurro nel 1890, dopo una grave malattia, maturò il suo proposito di farsi sacerdote e il 24 settembre 1904 fu ordinato sacerdote dal vescovo della diocesi di Gravina e Irsina. Dopo aver soccorso una giovane, Angela Cavalluzzi, don Eustachio chiese ed ottenne il permesso del vescovo anche per dar inizio all’istituto femminile. In alcuni locali affittati nel palazzo Guida di Gravina vi fece trasferire Chiara Terribile e Maria Lucia Visci che, prendendo il nome di sr. Addolorata e sr. Maria Immacolata, iniziavano una rudimentale vita religiosa dal 1° maggio del 1908. Il nascente Istituto, ebbe il titolo di Ancelle di S. Rita che poi mutò in Figlie del Sacro Costato, oggi Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore e Suore Missionarie del Sacro Costato e di Maria Santissima Addolorata. Dopo una serie di incomprensioni in diocesi don Eustachio e don Saverio, ottenuto l’assenso pontificio, si trasferirono a Pompei collaborando spiritualmente col beato Bartolo Longo nelle fasi iniziali dell’Opera Mariana che stava fondando. Qui don Eustachio, che spesso confessava anche Bartolo Longo e la moglie, si dedicò con zelo ed abnegazione al ministero pastorale caratterizzando il suo operato con sacrifici, preghiera, lunghe ore nel confessionale, catechesi ai fanciulli e agli adulti, missioni popolari, visite alle famiglie più emarginate nella campagna e nelle periferie, cura e amministrazione dei sacramenti agli infermi e moribondi soprattutto per la febbre spagnola. Alla fine del 1922 monsignor Sanna, nuovo vescovo di Gravina, invitò don Eustachio a rientrare in Diocesi ma egli, chiese di terminare i suoi giorni accanto alla Vergine di Pompei morendo il 2 gennaio 1923 [3].

 
Teresa D'Ippolito, in religione Madre Maria della Santa Croce, a cui è intitolata l'università.

Madre Maria della S. Croce (al secolo Maria Teresa D’Ippolito), a cui altrettanto è intitolata l’Università, nacque dalla famiglia D’Ippolito a Latiano (BR) il 10 giugno 1870. Il 29 novembre 1909, a trentanove anni, fece il suo ingresso nel probandato delle Figlie del Sacro Costato e nel 1925, il 1° luglio, emise la professione perpetua nello stesso Istituto. Madre Maria fu superiora generale dal 26 dicembre 1911 con il concorde parere del vescovo di Potenza mons. Monterisi, del fondatore Montemurro e del canonico (oggi santo) Annibale Maria Di Francia, e rimase in carica fino al 1929. Morì a settantacinque anni il 21 giugno 1945 nel suo paese natio, Latiano. Fu sempre attenta a preservare il carisma del fondatore e a difendere l’autonomia del suo giovane Istituto, nonostante tante difficoltà. Madre Maria, convinta della legittimità dell’autonoma esistenza del suo Istituto secondo quanto le volontà del vescovo Monterisi, non diede mai seguito a vari tentativi di fusione con altri Istituti come le veniva proposto. Visse, in prima persona, il dolore della separazione dei due Istituti (il ramo di Potenza e di Spinazzola) e fu oggetto di accuse infamanti che, dopo un regolare processo canonico, furono ritenute false e prive di ogni fondamento.

Il 21 febbraio 1911 la Congregazione dei Religiosi emanò il decreto di soppressione per gli Istituti montemurriani. La motivazione principale di questo atto fu l’aver riscontrato uno pseudo misticismo che se non fosse stato represso in tempo avrebbe portato a gravi conseguenze; in virtù di ciò fu negata l’autorizzazione per la fondazione, fu vietato a don Eustachio Montemurro di tentare la fondazione di altri Istituti, fu intimata la chiusura di tutte le case indistintamente dei due Istituti (maschile e femminile) e fu l’abate Giovanni Del Papa (abate dell’abbazia di San Paolo fuori le mura) a compiere, da visitatore apostolico, l’esecuzione del decreto nelle diocesi in cui erano presenti le comunità dei due Istituti. Fu il vescovo di Gravina, mons. Zimarino ad inviare alla Congregazione dei Religiosi una lettera sugli Istituti di Montemurro basandosi su informazioni infondate ed erronee, che gli furono artatamente riferite, per inoculare in lui il sospetto (infondato) che Montemurro approvasse l’imposizione di pratiche penitenziali eccessive. Il decreto di soppressione ebbe esecuzione sebbene il visitatore apostolico raccolse informazioni elogiative sulle Figlie del S. Costato che, secondo il parere di vescovi e sacerdoti di altre diocesi, erano di ottima condotta sotto ogni punto di vista e proficue ed indispensabili nel loro servizio per il popolo. Per questo motivo il visitatore apostolico, anziché fare eseguire il decreto, propose alla S. Sede di tollerare gli Istituti sotto la guida del fondatore, ma non venne ascoltato e il 31 maggio 1911 il decreto di soppressione venne confermato. La soppressione, istigata da mons. Zimarino, fu subito comunicata nella diocesi di Gravina il 23 giugno 1911, ma nelle altre diocesi non fu benevolmente accolta a conferma della grande considerazione di cui godevano le Figlie del S. Costato; furono accolte nella diocesi potentina dal vescovo Ignazio Monterisi nel 1911. Madre Maria della S. Croce, impegnata a mantenere l’Istituto fedele al carisma del Fondatore, chiese, il 5 ottobre del 1926, all’amministratore diocesano di Potenza, mons. Pecci di emettere un apposito decreto. L’8 maggio del 1930 la Congregazione dei Religiosi approvò definitivamente la separazione dei due rami, riconoscendo il ramo di Potenza come originario, ed autorizzando le suore di questo ramo a conservare abito e nome. Il nuovo vescovo di Potenza-Marsico, mons. Augusto Bertazzoni, si comportò sempre benevolmente nei riguardi delle suore, accompagnandole e supportandole nei momenti difficili che l’Istituto ebbe ad affrontare tenendo in grande considerazione l’operato delle Figlie del Sacro Costato. Nel 1948 il ramo di Potenza volle ottenere il Decreto di Lode da Pio XII e, in questa circostanza, il Sant’Uffizio non approvò il nome e, nella riunione straordinaria del 3 maggio 1948, il Consiglio generale dell’Istituto propose una serie di possibili nomi ma il Sant’Uffizio indicò quello di Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, che è quello attuale. In questo modo, il 4 maggio 1949 le suore ottennero il Decreto di Lode da Papa Pio XII [4].

  1. ^ G. De Simone-A. P. Amante, Ville Settecentesche in Portici, Portici 1999, p. 128.
  2. ^ G. De Simone-A. P. Amante, Ville Settecentesche in Portici, Portici 1999, p. 128.
  3. ^ Ciro Romano, Epistolario di Madre Maria della Santa Croce, Effatà ed., 2021.
  4. ^ Ciro Romano, Epistolario di Madre Maria della Santa Croce, Effatà ed., 2021.

Comitato d'onore dell'Univ. "Montemurro-D'Ippolito" modifica

  1. Em.mo Card. Francesco Monterisi, Arciprete em. Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, socio fondatore e Decano del Comitato d'Onore
  2. Em.mo Card. Paul Poupard, Presidente em. dei Pontifici Consigli per la Cultura e per il Dialogo interreligioso
  3. Em.mo Card. Francesco Coccopalmerio, Presidente em. Pontifico Consiglio per i Testi Legislativi e membro della Commissione Pontificia per gli appelli in materia di delicta riservata
  4. Ecc.mo Mons. Fouad Twal, Patriarca em. di Gerusalemme dei latini
  5. Ecc.mo Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo em. di Potenza-Marsico-Muro Lucano
  6. Ecc.mo Mons. Alessandro D’Errico, Arcivescovo tit. di Carini, Nunzio Apostolico
  7. Ecc.mo Mons. Guido Pozzo, Arcivescovo tit. di Bagnoregio, Sovrintendente alla Pontificia Cappella Sistina
  8. Ecc.mo Mons. Paolo De Nicolò, Vescovo tit. di Mariana in Corsica, Reggente em. Prefettura della Casa Pontificia
  9. Ecc.mo Mons. Enrico Dal Covolo, Vescovo tit. di Eraclea, Magnifico Rettore em. Pontificia Università Lateranense, Assessore al Pontificio Comitato di Scienze Storiche
  10. Gent.ma dott.ssa Elisabetta Garzo, Presidente Tribunale di Napoli
  11. Gen. C.A. Giuseppenicola Tota, Comandante Forze Operative Sud-Italia
  12. Ch.mo Comm. prof. George Cassar, Istituto per il Turismo, Viaggi e Cultura, Università Statale di Malta
  13. On. prof. Vincenzo Scotti, già ministro e sottosegretario della Repubblica
  14. On. prof. ing. Luigi Nicolais, già ministro e presidente del CNR
  15. Ch.mo prof. Guido Trombetti, già Rettore dell’Univ. Federico II di Napoli e già Assessore Regionale all’Università e Ricerca, anche membro onorario del Consiglio Accademico
  16. Ch.mo prof. Giulio Tarro, infettivologo e direttore em. Azienda Ospedaliera Cotugno di Napoli
  17. Ch.mo prof. Mario O. Spedicato, professore associato in Storia Moderna presso l'Università del Salento (Lecce), e presidente della Società Leccese di Storia Patria (membro on. del Consiglio Accademico)
  18. Ch.mo prof. Fabio Mangone, professore ordinario di Storia dell'Architettura presso l'Università Federico II di Napoli
  19. Sig. Elio Montemurro, discendente del Servo di Dio Eustachio Montemurro
  20. M° Andrea Montemurro, discendente del Servo di Dio Eustachio Montemurro
  21. Dott. Nicola Montemurro, discendente del Servo di Dio Eustachio Montemurro
  22. Dott. Luciano Caforio, già sindaco di Latiano (BR) e discendente della madre Teresa D'Ippolito
  23. Istituto Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore (Ente di diritto Pontificio)
  24. Comune di Latiano (BR)
  25. Ecc.mo Mons. Nicola Monterisi, arcivescovo di Conversano, di Chieti-Vasto e di Salerno, alla memoria
  26. Ecc.mo Mons. Luigi Barbarito, arcivescovo tit. di Fiorentino e Nunzio Apostolico, alla memoria
  27. Ecc.mo Mons. Ignazio Monterisi, vescovo di Potenza, alla memoria
  28. Ecc.mo Mons. Dante Bernini, vescovo di Albano e di Velletri-Segno, alla memoria
  29. Ch.mo Cav. Prof. Roberto Romano, professore associato Univ. “Federico II”, alla memoria
  30. Rev.da Suor Filomena Delli Paoli MCSC, alla memoria.

Consiglio di amministrazione dell'Univ. "Montemurro-D'Ippolito" modifica

  • Prof. Ciro Romano, Rettore e Presidente CdA, Presidente di diritto del C.A.
  • Ecc.mo Mons. Enrico Dal Covolo, membro onorario, coordinatore C.A. e pro-rettore de iure
  • Rev. suor Celia Holanda de Almeida, rappresentante dell’Ist. Suore Miss. Cat. Sacro Cuore (membro di diritto)
  • M° Giancarlo Amorelli
  • Arch. Giovanni Falanga
  • Rev. suor Irenea Guida
  • Prof. Fabio Mangone
  • Ing. Vittorio Piccolo
  • Arch. Antonella Romano
  • Prof. Mario Spedicato
  • Prof. Tommaso Romano, membro onorario
  • Prof. Guido Trombetti, membro onorario