Utente:Lukedes/Motore Fiat Fiasa
Motore Fiasa | |
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Propulsore Fiasa 1050 nel vano motore di una Fiat 147 | |
Descrizione generale | |
Costruttore | FIAT |
Progettista | Aurelio Lampredi |
Produzione | 1976-2001 |
Tipo | Motore in linea |
Numero di cilindri | 4 |
Alimentazione | Carburatore, Iniezione indiretta |
Schema impianto | |
Cilindrata | Da 994 cm³ a 1497 cm³ |
Alesaggio | 76.0 mm
76.1 mm |
Corsa | 54.8 mm
57.8 mm 71.5 mm 78.0 mm 82.5 mm |
Materiale blocco | Ghisa |
Materiale testata | Alluminio |
Distribuzione | Monoalbero, 2 valvole per cilindro |
Combustione | |
Combustibile | Benzina, Gasolio, Etanolo |
Raffreddamento | Ad acqua |
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Con il nome Fiasa, conosciuti anche come motori Fiat brasiliani, si intende una famiglia di propulsori per uso automobilistico prodotti dal Gruppo FIAT a partire dal 1976 fino al 2001.
Progettato da Aurelio Lampredi, il motore Fiasa apparve per la prima volta sulla Fiat 147 di costruzione brasiliana nel Settembre 1976. [1] Il nome "Fiasa" deriva dalle iniziali di "Fiat Automóveis S.A.", cioè la sede brasiliana della Fiat per il quale è stato sviluppato.
Storia
modificaLa nascita di questa famiglia di propulsori è stata il risultato della decisione di Fiat di entrare nel promettente mercato brasiliano, a partire dal 1973 con l'avvio della costruzione della fabbrica di Betim, e la scelta di produrre in loco l'utilitaria 147 basandosi sulla 127, lanciata in Italia appena due anni prima. Tuttavia, la benzina distribuita in Brasile all'epoca aveva un basso numero di ottani, rendendo impossibile l'uso diretto dei motori europei ad alto rapporto di compressione senza incorrere in fenomeni di autoaccensione.
Una riduzione del rapporto di compressione nel già compatto Serie 100, motore d'ingresso per la Fiat 127, avrebbe comportato una perdita di cavalli superiore al 15%[2] e minore efficienza, valori non in linea con le necessità della 147. Mentre le nuove famiglie di propulsori monoalbero e bialbero disponibili allora erano troppo sofisticate e costose per essere importate nel frugale mercato del Sud America. Venne quindi contattato Lampredi per progettare una famiglia di motori semplici ed economici, in grado di operare con efficienza e di erogare una buona coppia ai bassi regimi, senza la necessità di eccellere in termini di prestazioni. Il rapporto di compressione fu quindi fissato inizialmente ad un valore molto basso, ovvero 7,2:1, per garantire l'affidabilità nell'uso del carburante con bassa capacità antidetonante,[3] per venir poi innalzato gradualmente negli anni attraverso evoluzioni e sfruttando il miglioramento nella qualità del combustibile nel suolo Brasiliano.
La famiglia di propulsori, nelle sue varie evoluzioni, presenta un'architettura costante a quattro cilindri in linea, con monoblocco in ghisa e testata in alluminio, caratterizzata da un singolo albero a camme in testa. Questo motore è rimasto in produzione fino al 2001 in America Latina e ha anche costituito la base per una versione diesel, sebbene tale variante non sia mai stata commercializzata in Brasile, dove i motori a gasolio non erano ammessi per le autovetture civili. La cilindrata era inizialmente di 1049 cm³, ma Lampredi progettò il motore per una corsa notevolmente più lunga, [1] portando le dimensioni a variare tra i 994 cm³ ed i 1497 cm³. L'ultimo utilizzo di questa famiglia si ebbe nella versione da 1,5 litri ad etanolo, assemblata in Brasile e montata sulla Fiat Uno, sulle sue derivate e successivamente sulla Fiat Palio, sia nella versione berlina che nella versione Weekend, fino al 2001.
Evoluzione tecnica
modificaIl motore Fiasa è stato prodotto con diverse lunghezze di corsa, mantenendo quasi costante l'alesaggio. La sua prima iterazione presentava una corsa breve (superquadro) con un alesaggio di 76 mm e una corsa di 57.8 mm, per una cilindrata totale di 1049 cm³. In questa configurazione le bielle erano notevolmente estese, misurando 130 mm, una scelta che avrebbe agevolato le future espansioni del motore. Questo design consentiva di mantenere lo stesso monoblocco e di allungare la corsa senza necessitare di costose riprogettazioni. Il motore era inoltre equipaggiato con un carburatore monocorpo e presentava collettori di aspirazione ristretti, il che limitava la potenza massima ma garantiva una buona coppia ai bassi regimi. L'unità era dotata di un sistema di accensione elettronica, mentre le valvole di scarico, realizzate in cromo con sedi in stellite, contribuivano a una maggiore robustezza del motore.
La prima espansione avvenne nel 1979 con l'introduzione del motore da 1.297 cm³, capace di erogare 61 CV. Questa versione fu sviluppata con attenzione ai parametri originari della famiglia Fiasa, semplicemente allungando la corsa del motore originale[1]. Inoltre, questo motore fu offerto in una variante più performante, equipaggiata con un carburatore Weber doppio corpo importato dall'Italia, che forniva 73 CV di potenza. Una terza iterazione del motore da 1.3 litri fu una pietra miliare, rappresentando il primo motore moderno al mondo alimentato ad etanolo.[4]
I motori brasiliani furono esportati anche in Europa in gran numero, venivano spediti in grandi container contenenti ciascuno 144 motori già assemblati.[5] Con l'avvio delle esportazioni, l'alesaggio del 1297 m³f u successivamente aumentato di 0,1 mm, portando la cubatura appena oltre i 1300 cm³. Questa semplice modifica consentì agli automobilisti italiani di raggiungere una velocità di 140 km/h in autostrada, invece dei 130 km/h consentiti per le vetture con cilindrata inferiore a 1.3 litri. Un ulteriore applicazione del 1301 cm³ in Europa fu come motore diesel aspirato a precamera per le piccole utilitarie. Il motore da 1050 cm³ venne invece installato sull'Autobianchi Y10, dove era inoltre disponibile con turbocompressore,[6] mentre una versione allungata da 1116 cm³ venne resa disponibile per la 127, Ritmo, Duna e la successiva Uno, sia per alcune Mille/Duna/Elba vendute dalla Innocenti.
Successivamente, la Fiat sviluppò una versione da 1.4 litri votata alle prestazioni, che ebbe tuttavia vita breve, utilizzando una corsa di 78,0 mm. Questo motore fu montato esclusivamente sulla sportiva Fiat Oggi CSS, prodotta in soli 300 esemplari nel 1984[1], e forniva una potenza di 78 CV. La versione successiva presentava invece una configurazione superquadro, con una corsa notevolmente più lunga: la variante da 1.5 litri (1.497 cm³), introdotta nel 1989 per la Fiat Fiorino, vantava una corsa di 82,5 mm, sfruttando appieno le capacità di estensione pensate da Lampredi. Nello stesso anno fu inoltre messa fuori produzione la variante originale da 1050 cm³. L'ultima evoluzione fu concepita per adeguarsi alla nuova categoria fiscale inferiore al litro del Brasile ed entrò in produzione nel 1990. Con una cilindrata di 1.0 litro (994 cm³), questo motore presentava una corsa estremamente ridotta di soli 54,8 mm. Equipaggiato con un carburatore monocorpo, le specifiche del nuovo motore erano molto simili a quelle del propulsore originale pensionato l'anno precedente. Nel 1991, fu introdotta una versione più spinta alimentata ad etanolo con carburazione a doppio corpo, destinata alla Uno Brio. Tuttavia, questa versione fu presto abbandonata a causa della sua incapacità nel rispettare le nuove normative sulle emissioni, che entrarono in vigore nel Gennaio 1992. Di conseguenza, rimasero disponibili solo le versioni 994 e 1497 cm³, ormai catalizzate. [1]
Il 1.0 catalizzato risultò però poco efficiente e per il 1993 la Fiat passò a un carburatore Weber 495 a doppio corpo controllato elettronicamente, fu così in grado di rinunciare al catalizzatore. La nuova "Mille Electronic" era meno costosa da produrre e la potenza era superiore rispetto alla prima versione del 994 cm³. [1] Tuttavia, le auto di serie risultarono non conformi agli standard del 1992 e, nel Novembre 1995, Fiat è stata multata di 3,93 milioni di R $ per le 429.928 Mille Electronic/ELX non conformi vendute tra Dicembre 1992 e Giugno 1995.
Corsa
(mm) |
Alessaggio (mm) | |
---|---|---|
76 | 76.1 | |
54.8 | 994 | 997 |
57.8 | 1049 | 1051 |
61.5 | 1116 | 1118 |
71.5 | 1297 | 1301 |
78 | 1415 | 1418 |
82.5 | 1497 | 1501 |
Area di commercializzazione | |
---|---|
Brasile | |
Brasile + Europa | |
Europa |
Applicazioni
modificaElenco dei veicoli che utilizzano varianti del motore Fiasa:
- Motore a benzina
- Fiat 147/Spazio: 1976-1987
- Fiat 127: 1979-1987 (versione da esportazione per l'Europa)
- Fiat Fiorino: 1979-2000
- Fiat Panorama: 1980-1986
- Fiat Oggi: 1983-1985
- Fiat Uno CS/Mille: 1984-2001 (versione latinoamericana)
- Fiat Premio/Duna/Elba: 1985-1999
- Fiat Ritmo: 1979-1982
- Innocenti Mille: 1994-1997
- Fiat Palio: 1996-2001
- Autobianchi/Lancia Y10: 1985-1995
- Motore diesel
- Fiat 127: 1981-1987 (versione da esportazione per l'Europa)
- Fiat 147/148/Spazio: 1981-1990
- Fiat Panorama: 1980-1987 (versione export per l'Europa)
- Fiat Uno: 1983-1989 (Europa)
- Fiat Panda: 1986-1989 (fino al 1994 nel Panda Van)
- Fiat Fiorino: 1981-1987
- Fiat Duna: 1987-1991 (versione da esportazione)
Note a piè di pagina
modifica- ^ a b c d e f (PT) MOTOR FIASA: UMA HISTÓRIA RECHEADA DE TÉCNICA, su autoentusiastasclassic.com.br. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "MF1" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ (EN) Fiat 127, in Wikipedia, 13 giugno 2023. URL consultato il 6 agosto 2023.
- ^ Tough Nut: Special version of the Fiat 127 for the Brazilian market, in Autocar, vol. 145, n. 4180, 25 Dicembre 1976, p. 51.
- ^ autobloggreen.com, http://www.autobloggreen.com/2008/12/17/a-bit-of-history-fiat-147-the-first-mass-produced-ethanol-car/ .
- ^ La "Ritmo 60 L" cambia motore, in Quattroruote, vol. 24, Editoriale Domus, March 1979.
- ^ (FR) Salon de Genève, in Echappement, Michael Hommell, April 1985.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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