John Banner

attore austriaco

John Banner, all'anagrafe Johann Banner (Ivano-Frankivs'k, 28 gennaio 1910Vienna, 28 gennaio 1973), è stato un attore statunitense di origine austriaca, meglio conosciuto per il ruolo del sergente Schultz nella sit-com Gli eroi di Hogan (1965-1971).

John Banner nel 1965

Esordio e periodo bellico modifica

Banner nacque da genitori ebrei a Stanislau, all'epoca in Austria-Ungheria (oggi la città si chiama Ivano-Frankivsk ed è in Ucraina). Studiò legge presso l'Università di Vienna, che abbandonò per tentare la carriera di attore. Nel 1938, quando Adolf Hitler annesse l'Austria alla Germania nazista, Banner, che all'epoca si esibiva con una compagnia di recitazione in Svizzera, emigrò negli Stati Uniti, dove imparò rapidamente l'inglese.

Nel 1942 si arruolò nelle forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti, seguendo un addestramento di base ad Atlantic City e divenne un sergente di rifornimento. Posò anche per un poster di reclutamento, prima di acquisire la mole che l'avrebbe in seguito reso celebre come attore comico. Rimase in servizio presso le forze aeree dell'esercito fino al 1945. Secondo l'attore Robert Clary (suo partner nella serie Gli eroi di Hogan), Banner perse gran parte della sua famiglia a causa dell'Olocausto[1]. Lo stesso Banner apprese che i membri della sua famiglia che erano rimasti a Vienna erano tutti morti nei campi di concentramento nazisti.[2]

La carriera di attore modifica

Banner apparve a Broadway in tre occasioni: nel 1939 in una rivista musicale intitolata From Vienna, e in due commedie comiche, Pastoral (1939), in cui ebbe un ruolo di primo piano, e The Big Two (1947). All'inizio della carriera, prima di parlare fluentemente in lingua inglese, doveva memorizzare le sue battute foneticamente.

Il suo primo ruolo accreditato sul grande schermo fu quello di un capitano tedesco in Fuggiamo insieme (1942), con Cary Grant e Ginger Rogers. Interpretò inoltre un agente della Gestapo in Chetniks! The Fighting Guerrillas (1943) della 20th Century Fox. Nel 1953 ebbe una piccola parte accanto a Kirk Douglas nel film I perseguitati, nel ruolo del testimone di un attacco a un poliziotto israeliano da parte di un sopravvissuto a un campo di concentramento.

Nel corso della sua carriera interpretò ruoli di vilain nazisti in diversi film: fu il sindaco della città tedesca in I giovani leoni (1958), Rudolf Höss in Operazione Eichmann (1961) e Gregor Strasser in La belva del secolo (1962). Nel 1964 interpretò un soldato tedesco della seconda guerra mondiale in Le ultime 36 ore (1964), con James Garner. Sebbene fosse un ruolo serio in un dramma di guerra, Banner mostrava già quell'indole affabile che diventerà il suo tratto caratteriale distintivo nella serie Gli eroi di Hogan

Fece più di 70 apparizioni televisive tra il 1950 e il 1970, tra cui nelle serie Il cavaliere solitario (1950), Sheena, Queen of the Jungle (1955), Adventures of Superman (1957), Papà ha ragione (1957), Mister Ed, il mulo parlante (1965), Thriller (1961), Gli intoccabili (1962), Lucy Show, Perry Mason, La famiglia Partridge, Viaggio in fondo al mare (1964), Due onesti fuorilegge, Organizzazione U.N.C.L.E. (1964) e Hazel (1965). Ebbe un ruolo regolare, interpretando "Bavarro", nella serie TV di fantascienza per bambini Rocky Jones, Space Ranger. Alla fine degli anni '50 apparve nella serie antologica Disneyland, in un episodio sulla vita del compositore Peter Tchaikovsky. Interpretò inoltre il ruolo di conducente di un treno nell'episodio Condotta sicura della serie Alfred Hitchcock presenta, accanto al suo futuro co-protagonista in Gli eroi di Hogan Werner Klemperer, che interpretava una spia.

Gli eroi di Hogan modifica

La serie comica Gli eroi di Hogan, in cui Banner interpretava il sergente Hans Schultz, debuttò sulla rete televisiva CBS nel 1965. Secondo quanto da lui dichiarato, prima di incontrare e sposare la moglie francese Christine, Banner pesava 178 libbre (81 kg); affermò che la sua buona cucina fu responsabile del suo aumento di peso fino a 260 libbre (120 kg), il che lo aiutò a ottenere la parte.

Il personaggio di Schultz è un goffo e amabile sergente tedesco, in un campo di prigionia della seconda guerra mondiale, dove i prigionieri compiono azioni segrete per il sabotaggio e la raccolta di informazioni. Schultz è sempre in debito con i prigionieri, che si servono di lui come pedina a vantaggio degli alleati per il loro lavoro di spionaggio. Il suo obiettivo principale è evitare qualsiasi problema con i superiori, il che spesso lo porta a ignorare le attività clandestine dei prigionieri. Per quelle occasioni venne coniato lo slogan-tormentone: "Non sento niente! Non vedo niente! Non so niente!", mutato poi in: "Non so niente! Niente!"

Banner, che apparve in tutti gli episodi della serie tranne la puntata 12 nella quarta stagione, durata sei anni, fu amato non solo dagli spettatori, ma anche dai colleghi, come ricordato dai membri del cast durante il commento in DVD di Gli eroi di Hogan. In quanto ebreo, difese il suo personaggio dichiarando a TV Guide nel 1967 che "Schultz non è un nazista, ma il rappresentante di una sorta di bontà in ogni generazione."

Nel 1968 recitò insieme agli altri attori della serie (Werner Klemperer, Leon Askin e Bob Crane) nella commedia sulla Guerra Fredda La minigonna proibita della compagna Schultz, con Elke Sommer.

Gli ultimi anni modifica

Dopo la conclusione della serie nel 1971, Banner recitò nei panni dell'inetto gangster zio Latzi in una sit com televisiva di breve durata, Gli orsacchiotti di Chicago. La sua ultima apparizione come attore fu in un episodio della serie La famiglia Partridge (1972). Si ritirò poi in Francia con la sua seconda moglie, nata a Parigi.

Meno di un anno dopo essere tornato in Europa, mentre si trovava a Vienna in visita ad amici, Banner morì il giorno del suo 63º compleanno a seguito di un'emorragia addominale.[3]

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Doppiatori italiani modifica

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, John Banner è stato doppiato da:

Note modifica

  1. ^ Susan King, Robert Clary a survivor in life and entertainment, in Los Angeles Times, March 24, 2013.
  2. ^ peteranthonyholder.com, http://www.peteranthonyholder.com/Archives/2016/cjad21.htm.
  3. ^ In Brief / Obit (PDF), in Broadcasting, February 5, 1973.

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Collegamenti esterni modifica

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