Polissena Sforza
Polissena Sforza (Fermo, 1428 – Rimini, giugno 1449) era figlia di Francesco Sforza e dell'amante Giovanna d'Acquapendente, detta la colombina, che fu legata allo Sforza per 17 anni dandogli cinque figli[1].
Polissena Sforza | |
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Signora consorte di Rimini | |
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In carica | 1442-1449 |
Predecessore | Ginevra d'Este |
Successore | Isotta degli Atti |
Nascita | Fermo, 1428 |
Morte | Rimini, giugno 1449 |
Sepoltura | Rimini |
Luogo di sepoltura | Tempio malatestiano |
Dinastia | Sforza |
Padre | Francesco Sforza |
Madre | Giovanna d'Acquapendente |
Consorte | Sigismondo Pandolfo Malatesta |
Figli | Galeotto, Giovanna |
Polissena era il nome della prima moglie di Francesco, Polissena Ruffo, morta nel 1420.
Matrimonio modifica
Il 29 aprile 1442[2] a Rimini divenne la seconda moglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini dal 1415. La prima moglie di Sigismondo, Ginevra d'Este, era morta nel 1440 senza avergli dato figli.
Attraverso questo secondo matrimonio Sigismondo acquisì Mondavio, dote di Polissena[3], capoluogo del Vicariato con giurisdizione su ventiquattro castelli, che il Malatesta fece abbellire e fortificare[4].
Polissena diede alla luce due figli:
- Galeotto (1442-1442), che morì a pochi mesi;
- Giovanna (1444-1511), andata sposa nel 1451 a Giulio Cesare da Varano[5].
Morte modifica
Polissena morì all'Abbazia di Scolca, a Rimini, probabilmente di peste[6] o forse soffocata per ordine di Sigismondo[7]. Venne sepolta nel Tempio Malatestiano, mausoleo in cui averva trovato sepoltura anni prima anche Ginevra[8].
Nel 1456 Sigismondo si risposò con Isotta degli Atti[8], sua amante fin dal 1445, quando quindi era ancora in vita Polissena[6]. Altra relazione di Sigismondo durante il matrimonio con Polissena fu quella con Vannetta dei Toschi[9].
Sospetto uxoricidio modifica
Nel 1461 il papa Pio II scomunicò e accusò Sigismondo di aver ucciso le sue mogli Ginevra e Polissena[10].
Ginevra sarebbe stata avvelenata[11].
Polissena sarebbe invece stata soffocata con un asciugamano; sarebbe stato poi fatto assassinare anche un frate francescano, reo di non aver svelato il segreto confessionale rivelatogli da Polissena[11].
Ascendenza modifica
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Giovanni Attendolo | Giacomo Attendolo | ||||||||||||
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Giacomo Attendolo | |||||||||||||
Elisa Petraccini | Ugolino Petraccini | ||||||||||||
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Francesco I Sforza | |||||||||||||
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Lucia Terzani | |||||||||||||
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Polissena Sforza | |||||||||||||
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Giovanna d'Acquapendente | |||||||||||||
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Note modifica
- ^ http://www.olivierilillo.it/silvestro/doc/154.doc
- ^ Altre fonti riportano 23 marzo 1441, su kleio.org. URL consultato il 5 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2008).
- ^ Copia archiviata, su arte.stile.it. URL consultato il 5 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2008).
- ^ VALCESANO Mondavio (Pesaro) nelle Marche
- ^ Articolo completo Archiviato il 16 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ a b Antonio Montanari * Riministoria, su webalice.it. URL consultato il 5 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Sistema bibliotecario di Fano. Armando Laghi, Vannetta Toschi, nobile fanese, madre di Roberto Malatesta.
- ^ a b Agostino di Duccio a Rimini
- ^ il Rimino, su webalice.it. URL consultato il 5 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2007).
- ^ La Signoria dei Malatesta
- ^ a b Condottieri di ventura