Utente:Antonioptg/Sandbox/Guerra dinverno

Guerra d'inverno
parte della seconda guerra mondiale
Postazione di una squadra di mitraglieri finlandesi
Data30 novembre 1939 - 13 marzo 1940
LuogoFinlandia
EsitoTrattato di pace di Mosca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
130.000÷360.000 uomini[nota 2]
32 carri armati[1]
145÷287 aerei[2][3]
540.000÷900.000 uomini[N 3]
1.500÷2.485 carri armati[N 4]
670÷1.000 aerei[N 5][3][4])
Perdite
22.849÷26.662 morti e dispersi[5][6]
43.500 feriti[5][7]
62 aerei[3][8]
26 navi da trasporto
126.875 morti e dispersi[9][10]
264.908 feriti[5][10]
5.468 ÷ 5.572 prigionieri[10][11]
1.800 carri armati[N 6][2][12]
521 aerei[3][8]
1 incrociatore danneggiato e 2 sommergibili affondati
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La Guerra d'inverno (in finlandese: Talvisota; in russo: Зимняя война, traslitterato: Zimnyaya voyna), nota anche come Guerra russo-finlandese, è un conflitto che fu combattuto, tra il 30 novembre 1939 ed il 12 marzo 1940, dalla Finlandia e dall'Unione Sovietica. L'attacco alla Finlandia da parte dell'Unione Sovietica ebbe come conseguenza l'espulsione di quest'ultima dalla Società delle Nazioni.

Le cause del conflitto furono da attribuirsi da un lato dall'aspirazione dell'URSS di acquisire alcuni territori finlandesi di importanza strategica dal punto di vista militare scambiandoli con propri territori di maggiore superficie ma scarsamente popolati, e dall'altro dalla volontà della Finlandia di non cedere alle richieste sovietiche, sia per motivi patriottici legati a sentimenti politici anti-russi che per il timore del pericolo insito nella dimostrazione di debolezza verso il potente vicino, quale sarebbe stata la cessione di territori nazionali.

La guerra ebbe termine nel marzo 1940 con la firma di un accordo di pace, il trattato di Mosca, secondo il quale la Finlandia fu obbligata a cedere all'Unione Sovietica circa il 10% del proprio territorio, tra cui gran parte della Carelia, alcune isole nel golfo di Finlandia nonché, all'estremo nord, la propria porzione della penisola dei Pescatori.

Antefatti modifica

Il territorio dell'attuale stato della Finlandia fu conquistato e annesso al Regno di Svezia nel XII secolo come parte integrante del territorio del regno. Nel 1721 la parte meridionale prospiciente il golfo di Finlandia, fino alla sponda settentrionale del lago Ladoga, fu annessa all'Impero russo a seguito della sconfitta svedese nella grande guerra del Nord. Nel 1809 l'intero territorio fu ceduto alla Russia. Lo zar Alessandro I lo incorporò nell'Impero russo aggregando ad esso territori già facenti parte dell'impero per formare il Granducato di Finlandia, a cui furono concessi grandi privilegi ed autonomia, creando così le premesse storiche per la nascita dello stato finlandese.[13] Nella seconda metà dell'800, lo zar Alessandro III abolì gran parte dei privilegi di cui godeva il granducato nell'intento di rendere più omogeneo il suo vasto impero per linguaggio ed amministrazione. Il crescere del nazionalismo e del panslavismo in Russia portarono ad una politica di russificazione forzata da parte dall'ultimo zar, Nicola II. Questo processo fu visto dalla élite intellettuale finlandese come una minaccia alla propria cultura e alla propria autonomia, e fece nascere l'aspirazione ad una completa indipendenza.[14]

 
La Finlandia e l'Impero russo nel 1743

La prima guerra mondiale, la Rivoluzione russa e il collasso dell'impero diedero alla Finlandia l'occasione per guadagnare l'indipendenza. Il 6 dicembre 1917 la Finlandia si proclamò indipendente. Ne seguì lo scoppio della guerra civile fra i comunisti, supportati dalla Russia bolscevica, ed i "bianchi", supportati dalla Germania e guidati dal generale Mannerheim, aristocratico ed ex ufficiale dell'esercito imperiale zarista. La guerra fu breve e sanguinosa e terminò con la sconfitta dei comunisti, i cui superstiti furono massacrati o costretti a fuggire in Russia.[14][15]

Nel 1919 la Finlandia divenne una repubblica, il partito comunista fu dichiarato fuorilegge e, fra il 1919 e il 1920, i finlandesi sostennero con l'invio di truppe la guerriglia antisovietica delle forze bianche nella Carelia orientale, aspirando ad annetterne il territorio — nel quale era presente una consistente minoranza, i careliani orientali, che era ritenuta parte del popolo finlandese, anche se fra i due popoli non era mai esistito alcun rapporto storico a parte la comune origine linguistica ugro-finnica — insieme a quello della penisola di Kola, per creare una "Grande Finlandia".[16] La pace fra Finlandia e Russia sovietica fu firmata a Tartu, in Estonia, il 2 febbraio 1920. Poiché all'epoca della pace la Russia sovietica era ancora impegnata nella guerra civile e in quella sovietico-polacca, la Finlandia riuscì ad ottenere frontiere molto vantaggiose, comprese quelle lungo l'istmo careliano, dove la frontiera fu fissata lungo il fiume Sestra a soli 32 km da Pietrogrado (poi Leningrado), allora capitale della Russia; in pratica, la Finlandia ottenne la stessa frontiera che aveva quando, come granducato, apparteneva all'Impero russo e in più la regione ed il porto di Petsamo sull'Oceano Artico.[14][17]

Per tutti gli anni venti e trenta i rapporti fra le due nazioni restarono ostili. La propaganda sovietica additò più volte la Finlandia come uno degli stati nemici della rivoluzione; il governo sovietico nutriva sospetti riguardo alla politica estera finlandese: la Finlandia nel 1918 aveva aperto il proprio territorio all'intervento delle truppe tedesche e, un anno dopo, aveva concesso l'uso delle proprie basi navali alla Gran Bretagna per attaccare le navi russe. La Finlandia, dal canto suo, non abbandonò mai le proprie rivendicazioni territoriali sulla Carelia sovietica e fu periodicamente percorsa da agitazioni politiche, provocate da movimenti di ispirazione fascista (Movimento di Lapua, Guardia Civile), che culminarono agli inizi degli anni trenta in veri e propri tentativi di colpo di stato (marcia su Helsinki, ribellione di Mäntsälä); nella propaganda dei "bianchi" finlandesi dominavano temi di odio etnico verso i russi, considerati una razza inferiore e il "nemico acerrimo".[18] Né valse a mitigare la reciproca diffidenza la firma di un patto di non aggressione nel 1932 che fu rinnovato nel 1934 per altri dieci anni.

I negoziati modifica

«Noi non possiamo cambiare la geografia, né lo potete voi. Siccome Leningrado non può essere trasportata via, la frontiera deve essere spostata più lontano»

Nella primavera del 1938, il secondo segretario della Legazione sovietica ad Helsinki, Boris Yartsev, telefonò al ministro degli esteri finlandese Rudolf Holsti chiedendo un incontro urgente per discutere, in via confidenziale, "alcune questioni della massima importanza". L'incontro avvenne il 14 aprile e Yartsev riferì delle preoccupazioni del governo sovietico circa una possibile guerra con la Germania, chiedendo quale sarebbe stato l'atteggiamento della Finlandia in tal caso. Più precisamente, essendo molto probabile ad avviso del governo sovietico che i tedeschi avrebbero cercato di portare l'attacco anche dal territorio finlandese, se la Finlandia avrebbe permesso ai tedeschi di passare attraverso il proprio territorio o si sarebbe opposta con la forza a una tale evenienza. Nel primo caso la Russia non avrebbe potuto far altro che invadere il territorio finlandese prima ancora dell'eventuale arrivo delle truppe tedesche, mentre, nel secondo caso, era pronta ad offrire alla Finlandia ogni supporto economico e militare.[21]

 
Il patto di non aggressione sovietico-finlandese firmato ad Helsinki il 21 gennaio 1932. A sinistra il ministro degli esteri finlandese Yrjö-Koskinen, a destra l'ambasciatore sovietico Ivan Maisky.

Le conversazioni continuarono nei mesi successivi coinvolgendo anche altri membri del governo di Helsinki e poiché i finlandesi chiedevano una proposta concreta, il 18 agosto Yartsev precisò le richieste sovietiche: qualora il governo finlandese avesse ritenuto di non poter concludere un trattato militare, l'Unione sovietica avrebbe considerato sufficiente un impegno scritto con il quale la Finlandia si fosse dichiarata pronta a respingere ogni possibile attacco e ad accettare l'aiuto militare russo; l'Unione sovietica avrebbe consentito alla Finlandia di fortificare le isole Åland [N 7] se le fortificazioni fossero state effettuate sotto il controllo di osservatori sovietici. In contropartita, l'Unione sovietica avrebbe garantito l'inviolabilità delle frontiere finlandesi di terra e di mare e avrebbe stipulato un trattato economico vantaggioso per la Finlandia impegnandosi ad acquistare, senza limiti quantitativi, i prodotti agricoli ed industriali finlandesi.[22]

L'accettazione di queste proposte fu considerata dal governo centrista del primo ministro finlandese Cajander come una violazione della sovranità finlandese ed in conflitto con la politica di neutralità perseguita dalla Finlandia in concerto con le nazioni scandinave, per cui le proposte vennero lasciate cadere. Ufficialmente la politica estera finlandese era di equidistanza fra la Germania e l'Unione sovietica, tuttavia certi episodi sembravano indicare una certa sintonia col regime nazista tali da alimentare la diffidenza e la preoccupazione delle autorità sovietiche. Infatti, i più alti ufficiali delle forze armate finlandesi avevano intrattenuto contatti continuativi con la gerarchia militare nazista ed avevano più volte effettuato visite in Germania. Il 30 giugno 1939, il capo di Stato Maggiore dell'esercito tedesco, generale Franz Halder, era stato cordialmente ricevuto ad Helsinki come ospite del governo finlandese, insignito di una decorazione ufficiale ed invitato ad assistere alle manovre delle forze armate finlandesi nell'istmo di Carelia. Due mesi dopo avevano auto luogo, lungo la frontiera con l'URSS, le più grandi manovre militari mai organizzate dalla Finlandia e, come osservatori, erano stati invitati tutti gli addetti militari esteri tranne quelli sovietici. Inoltre, all'inizio dell'anno, le fortificazioni lungo la frontiera istmica con l'URSS erano state dimostrativamente rafforzate da migliaia di volontari della Società accademica di Carelia (Akateeminen Karjala-Seura, AKS), un movimento politico accademico e studentesco di estrema destra, fortemente anti-russo, che mirava dichiaratamente all'espansione della Finlandia nella Carelia sovietica.[23][24]

Dopo l'occupazione nazista, nel marzo 1939, della Cecoslovacchia e del Territorio di Memel in Lituania, in aprile Stalin avviò trattative con la Francia e la Gran Bretagna proponendo una "triplice alleanza": una coalizione militare che avrebbe dovuto garantire la sicurezza in Europa contro l'espansionismo tedesco e, se necessario, entrare in guerra contro la Germania. Alla fine di luglio i colloqui giunsero ad un punto morto: a Stalin sembrava che le Potenze occidentali non prendessero sul serio la proposta di una tale alleanza e fossero più interessate a brandirne la possibilità come uno spauracchio nei confronti della Germania.[25] In marzo, il ministro degli esteri sovietico, Maxim Litvinov, propose alla Finlandia l'affitto di cinque isolette nel golfo di Finlandia come posti di osservazione per la marina sovietica. Il governo finlandese rigetto la proposta, nonostante il generale Mannerheim, allora presidente del Consiglio di difesa finlandese, avesse avvisato di non respingerla senza tentare di giungere ad un accordo. Allora Litvinov inviò ad Helsinki un proprio emissario speciale, Boris Stein, per discutere la questione offrendo 183 km² di territorio lungo la frontiera orientale in cambio delle isole. Mannerheim di nuovo chiese al governo di cercare una soluzione, ma il governo fu contrario ad ogni compremesso territoriale ed i colloqui si interruppero il 6 aprile.[26]

 
L'arrivo di Paasikivi a Mosca il 16 ottobre 1939. Da sinistra: Yrjö-Koskinen, Paasikivi, Nykopp e Paasonen.

La strategia militare sovietica era basata sulla convinzione che in un modo o nell'altro la Finlandia sarebbe stata utilizzata dalla Germania per portare l'attacco verso Leningrado. Tale convinzione fu ulteriormente rafforzata dalla riluttanza mostrata dalle potenze occidentali ad accettare le richieste sovietiche riguardo alla propria sicurezza nel Baltico durante i negoziati dell'estate del 1939. Stalin si convinse che le potenze occidentali speravano in una guerra fra la Germania e l'URSS e, di conseguenza, accettò le proposte di accordo avanzate dai tedeschi all'inizio di maggio: il 23 agosto 1939 firmò il patto di non aggressione con Hitler (Patto Molotov-Ribbentrop).[27] Stalin ottenne dalla Germania ciò che Francia e Gran Bretagna gli avevano decisamente negato durante i negoziati per la "triplice alleanza": mano libera nel Baltico per mettere al sicuro le posizioni strategiche sovietiche in un'area ritenuta vitale per la sicurezza di Leningrado. Nel contesto del negoziato, "mano libera" significava il diritto di procedere preventivamente per contrastare sul nascere ogni possibile tentativo di sovversione o invasione nazista degli Stati Baltici, indipendentemente dalla volontà dei loro stessi governi.[28] Il patto sovietico-tedesco includeva una appendice segreta nella quale la Finlandia, gli Stati baltici e la Polonia orientale erano classificate come zona di sicurezza sovietica. [N 8] Una settimana dopo i tedeschi attaccarono la Polonia, a metà settembre le truppe sovietiche varcarono i confini polacchi occupando la Polonia orientale (un territorio pressappoco corrispondente a quello annesso dalla Polonia dopo la guerra sovietico-polacca nel 1920) e gli stati baltici furono obbligati ad accettare basi militari sovietiche sul loro territorio (l'Estonia firmò l'accordo il 28 settembre, la Lettonia il 5 ottobre e la Lituania l'11 ottobre).[27]

Il primo incontro a Mosca modifica

Il 5 ottobre, il capo della polizia segreta sovietica, Beria, informò Stalin che l'intelligence a Londra aveva segnalato che, secondo il maresciallo Mannerheim, la Finlandia si aspettava di ricevere dall'Unione Sovietica richieste di accesso a basi navali e aeroporti sulle isole finlandesi e che, nell'opinione dello stesso Mannerheim, la Finlandia avrebbe dovuto soddisfare le richieste sovietiche.[29] Lo stesso giorno, il Commissario agli esteri sovietico Molotov telefonò all'ambasciatore finlandese a Mosca, Aarno Yrjö-Koskinen, chiedendo un incontro urgente con il ministro degli esteri finlandese Eljas Erkko per avere uno scambio di vedute su "questioni politiche concrete". I finlandesi presero tempo, avviarono la mobilitazione generale delle forze armate mascherandola sotto il nome di "esercitazione straordinaria", e decisero di non impegnarsi nei colloqui a livello di governo ma di inviare a Mosca una delegazione guidata dall'ambasciatore a Stoccolma, Juho Kusti Paasikivi, e composta inoltre dal capo dipartimento al ministero degli esteri, Johan Nykopp, e dal consigliere militare della presidenza della repubblica, colonnello Aladár Paasonen.[30]. Le istruzioni date a Paasikivi erano di enfatizzare che la politica di neutralità, il fatto di essere un piccolo paese, il Trattato di Tartu e il Patto di non aggressione con l'URSS rendevano difficile che la Finlandia potesse diventare una minaccia per l'Unione sovietica. Mentre ogni concessione territoriale era da scartare, come pure l'installazione di basi militari sovietiche sulla terraferma finlandese o sulle isole Åland, e ogni aggiustamento di confine sull'istmo di Carelia. Solo se strettamente necessario Paasikivi poteva concedere qualche piccola isola nel golfo, ma non Suursaari. Ogni concessione doveva essere reciproca e le compensazioni dovevano apparire ragionevoli agli occhi degli osservatori stranieri. Nessuna discussione era permessa riguardo a trattati di mutua assistenza.[31]

I colloqui iniziarono il 12 ottobre, alla delegazione finlandese si unì l'ambasciatore Yrjö-Koskinen; per i sovietici erano presenti sia Molotov che Stalin. Le richieste sovietiche, giustificate con la necessità di poter controllare l'ingresso al golfo di Finlandia e garantire la sicurezza di Leningrado, erano:

 
Mappa dei territori oggetto del negoziato: in rosso i territori finlandesi che Stalin chiedeva, in verde quelli che era disposto a dare in cambio
  • lo spostamento della frontiera sull'istmo di Carelia in modo che la stessa fosse a 70 km da Leningrado, cioè oltre il raggio d'azione delle artiglierie pesanti;
  • la cessione della parte occidentale della penisola di Rybachi, per meglio proteggere l'accesso al porto di Murmansk, sull'estuario del fiume Kola — l'unico porto della Russia settentrionale sempre libero dai ghiacci — e contemporaneamente controllare l'accesso al porto finlandese di Petsamo [N 9];
  • la cessione delle isole di Suursaari, Lavansaari, Tytärsaari e Koivisto, nel golfo di Finlandia;
  • l'affitto di una base navale sul promontorio di Hanko (con diritto di ancoraggio per le navi sovietiche nella baia di Lappohja), che, insieme alla base di Paldiski in Estonia, avrebbe assicurato di poter sbarrare col fuoco incrociato delle artiglierie costiere l'ingresso nel golfo di Finlandia a navi nemiche;
  • la distruzione delle fortificazioni in Carelia in cambio di un'analoga azione da parte russa;
  • il rafforzamento del patto di non aggressione in vigore mediante l'addizione di una ulteriore clausola per cui le parti contraenti si sarebbero impegnate ad astenersi dalla partecipazione ad alleanze che potessero essere, direttamente o indirettamente, ostili all'altra parte contraente.

In tutto 2761 km² di suolo finnico, in compensazione del quale, Stalin era pronto a cedere 5529 km² di territorio sovietico nei distretti di Repola e Porajärvi, nella Carelia orientale.[32][N 10] Impressionato dall'ampiezza delle richieste sovietiche, che oltretutto riguardavano cose sulle quali gli era stato assolutamente proibito di trattare, e impossibilitato quindi a rispondere, Paasikivi tornò a Helsinki per nuove istruzioni.

Le proposte sovietiche divisero il governo finlandese. Nel Consiglio di stato finlandese si contrapposero la posizione dura, contraria ad ogni compromesso territoriale e politico, del ministro degli esteri Erkko e di quello della difesa Niukkanen, con quella più possibilista di Yrjö-koskinen, del ministro delle finanze Väinö Tanner e del maresciallo Mannerheim, favorevoli a trovare un accordo. Fra l'altro, tra il 18 e il 19 settembre, il ministro Erkko, insieme al presidente Kallio, partecipò ad un meeting internazionale a Stoccolma durante il quale rese partecipe il primo ministro svedese Hansson delle trattative in corso, chiedendo quale aiuto sarebbe stato possibile aspettarsi dalla Svezia in caso di guerra. La risposta che ricevette fu negativa, ma Erkko evitò di informare il proprio governo della posizione svedese.[33] Alla fine prevalse la linea dell'intransigenza e, nella risposta scritta preparata dallo stesso Erkko, il governo finlandese concluse che sotto nessuna circostanza la base di Hanko poteva essere affittata all'URSS, né poteva essere ceduta la parte finlandese della penisola di Rybachi; cinque piccole isole potevano essere cedute dietro compensazione; un piccolo aggiustamento della frontiera sull'istmo poteva essere accettato (la cosiddetta "curva di Kuokkala": una piccola striscia di terra sul lato del golfo che già all'epoca della Pace di Tartu era stata al centro delle discussioni e la cui cessione avrebbe portato a 45 km la distanza della frontiera da Leningrado); il Patto di non aggressione del 1932 poteva essere modificato in modo da affermare che nessuna delle due parti contraenti avrebbe aiutato un altro stato ad attaccare l'altra parte. Se necessario, Paasikivi fu autorizzato a cedere la parte meridionale di Suursaari e, eccezionalmente, anche l'intera isola, per tenere Hanko fuori dalla contrattazione. Non volendo più condurre il negoziato senza un membro del governo, Paasikivi fu accompagnato a Mosca dal ministro delle finanze Väinö Tanner.[34]

Il secondo incontro a Mosca modifica

Quando le nuove proposte furono presentate ai negoziatori sovietici il 23 ottobre, Stalin espresse la propria delusione dichiarandole inadeguate e rimarcando più volte che le richieste sovietiche erano minime e non potevano essere ridotte. Poi, presa una mappa militare, cominciò a tracciare a mano libera alcune possibili linee di frontiera sull'istmo che, però, lasciavano tutte l'isola di Koivisto dal lato sovietico: un punto sul quale la delegazione finlandese non aveva il potere di trattare. Dopo due ore di colloqui infruttuosi, la discussione era virtualmente finita, mentre la delegazione finlandese si preparava a lasciare il Cremlino, Molotov chiese come stupito: «È vostra intenzione provocare un conflitto?».[35] La sessione terminò e Paasikivi e Tanner si prepararono a ritornare ad Helsinki, ma poche ore dopo Molotov telefonò chiedendo un nuovo incontro. Quando la delegazione finlandese ritornò al Cremlino, Molotov offrì una riduzione delle truppe di terra da schierare ad Hanko (da 5.000 a 4.000), con la condizione che sarebbero state mantenute solo fino al termine della guerra franco-anglo-tedesca in Europa, una riduzione delle richieste territoriali sull'istmo di Carelia e l'accettazione della proposta finlandese di modifica del Patto di non aggressione. Ma anche così, le richieste sovietiche rimanevano molto al di là di ciò che i finlandesi erano disposti a concedere: 4000 soldati sovietici ad Hanko rappresentavano una minaccia dal punto di vista finlandese; le modifiche territoriali sull'istmo avrebbero lasciato una parte delle fortificazioni dal lato sovietico e avrebbero portato Viipuri - la seconda città della Finlandia - a soli 30 km dalla frontiera. Non potendo impegnarsi su queste proposte, Paasakivi e Tanner ritornarono a Helsinki per consultarsi col proprio governo. Nello stesso tempo, Tanner, inviò una lettera al governo svedese chiedendo se, in caso di guerra, la Finlandia avrebbe potuto contare sull'aiuto svedese. Il primo ministro svedese Hansson rispose che la Svezia avrebbe continuato a rifornire la Finlandia di armi e cibo, avrebbe consentito il passaggio sul proprio territorio dei rifornimenti di paesi terzi e avrebbe offerto il proprio supporto diplomatico, ma solo finché ciò non avesse implicato un proprio diretto coinvolgimento in un conflitto armato.[36]

Le proposte sovietiche furono di nuovo discusse dal Consiglio di stato finlandese, dapprima in seduta segreta per analizzare le possibilità di difesa in caso di guerra. Il maresciallo Mannerheim era dell'opinione che la Finlandia non fosse in condizioni di affrontare una guerra: l'equipaggiamento dell'esercito era carente, con munizioni sufficienti per non più di due settimane; egli sperava che fosse possibile trovare un accomodamento con i sovietici che permettesse di evitare la guerra. Mannerheim era anche dell'opinione che, da un punto di vista strategico, la cessione di Repola e Porajärvi fosse la migliore offerta che i sovietici potessero fare; tra l'altro, in tal modo, la linea di confine, dall'estremo nord al lago Ladoga, avrebbe seguito la linea dello spartiacque fra la Carelia finlandese e quella sovietica. Riguardo ad Hanko, propose di offrire ai sovietici l'isola di Jussarö, ad est di Hanko, e la fortezza di Ino.[37][38] Il ministro della difesa Niukkanen, invece, era ottimista circa le possibilità delle forze armate finlandesi ed era convito che avrebbero potuto resistere per non meno di sei mesi.[38]

Il terzo incontro a Mosca e la fine del negoziato modifica

Sulla strada per Mosca, Paasikivi e Tanner appresero che, il 31 ottobre, Molotov aveva reso noti i dettagli dei negoziati nel suo discorso al Soviet supremo ma, nonostante il parere contrario di Erkko e Cajander, decisero di continuare comunque il viaggio; anche perché l'annuncio di Molotov era avvenuto dopo che i finlandesi avevano considerevolmente ecceduto il tempo entro il quale Paasikivi aveva promesso una risposta a Stalin. Decisero anche di rendere la risposta finlandese meno drastica eliminando l'espressione "termini finali".[39]

 
La richieste sovietiche e le controfferte finlandesi riguardo alla frontiera sull'istmo di Carelia. I sovietici chiesero che la frontiera fosse spostata sulla linea Lipola-Koivisto.

Il 3 novembre alla presenza di Molotov e del vicecommissario agli esteri Potemkin (Stalin era assente), Paasikivi lesse la risposta finlandese: le domande riguardo Hanko e la baia di Lappohja non potevano essere accettate; le isole di Seiskari, Peninsaari, Lavansaari e Tytärsaaris potevano essere cedute contro compensazione territoriale; sull'istmo venne proposta una nuova linea di frontiera che andava dal golfo di Finlandia alla foce del fiume Vammerljoki, lungo la linea Vammerljoki-Lintulanjoki-Kaukjärvi fino alla linea di frontiera esistente; a Petsamo la Finlandia era pronta a cedere la parte occidentale della penisola di Rybachi, ma solo a nord del fiordo di Pummanki; sulle compensazioni territoriali doveva essere preso in conto l'ineguale valore delle aeree cedute e di quelle proposte in compensazione (Su questo punto i sovietici si dichiareranno disposti a pagare in denaro la differenza di valore dei territori[40]); nessuna concessione sulla distruzione delle fortificazioni in Carelia, avendo queste solo uno scopo difensivo. Le istruzioni date ai negoziatori finlandesi prevedevano, inoltre, di non trattare sulla cessione della parte settentrionale dell'isola di Suursaari. L'incontro fu molto breve, Molotov ascoltò le dichiarazioni finlandesi e le dichiarò non adeguate. Alla fine aggiunse: «Noi civili non abbiamo alcun ulteriore ruolo nella questione; ora tocca ai militari dire la loro».[41]

Invece, il giorno dopo, i finlandesi vennero di nuovo convocati al Cremlino; questa volta erano presenti sia Molotov che Stalin. Stalin insistette per la cessione di Hanko, in qualsiasi forma i finlandesi volessero (affitto, vendita o scambio), rimarcando la sua importanza per la difesa dell'URSS e di come, a suo tempo, l'Unione sovietica avesse assicurato l'indipendenza alla Finlandia[N 11] al contrario di ciò che avevano fatto il governo zarista e quello di Kerenski. Ora però il governo sovietico richiedeva delle garanzie per la propria sicurezza; in questo senso il golfo di Finlandia era di estrema importanza per l'URSS ed era per questa ragione che chiedevano Hanko e la baia di Lappohja. Quando i finlandesi ribadirono l'impossibilità di trattare su Hanko, con loro sorpresa, Stalin propose in alternativa un gruppo di isole ad est di Hanko (Hermansö, Koö, Hästo e Busö), e dopo aver tracciato sulla mappa una linea rossa intorno ad esse chiese: «Avete necessità di queste isole?». Paasakivi rispose che si trattava di una nuova questione riguardo alla quale non avevano istruzioni.[42]

l'8 novembre un telegramma cifrato fu ricevuto dalla delegazione finlandese con nuove istruzioni. Il telegramma non era firmato e faceva riferimento a posizioni espresse dal presidente Kallio delle quali i gruppi parlamentari erano stati informati: la cessione di Hanko, in qualsiasi forma, era fuori discussione; lo stesso valeva per le altre isole proposte dai sovietici in alternativa ad Hanko; la menzione dell'isola di Jussarö fu ugualmente incondizionatamente proibita; la cessione della fortezza di Ino era da escudersi, a meno che i sovietici non avessero abbandonato la domanda per Koivisto ed Hanko. Le compensazioni economiche da richiedere per le cessioni territoriali sull'istmo sarebbero state date successivamente. Interrogato in proposito alla linea da tenersi nel caso nessun accordo potesse essere raggiunto su queste basi, il governo, in un successivo telegramma firmato da Erkko, dava ai delegati il potere di interrompere i negoziati. La paternità del primo telegramma restò oscura: in una riunione segreta del Consiglio di stato del 25 febbraio 1940, il presidente Kallio dichiarò di non essere stato a conoscenza dell'invio del telegramma; nel suo libro sulla Guerra d'inverno, Väinö Tanner adombrò la possibilità che fosse opera di Erkko, che aveva firmato il secondo telegramma, o di Cajander.[43] Il 9 novembre Paasikivi e Tanner misero i sovietici al corrente della risposta del proprio governo. Stalin e Molotov li guardarono stupiti, Stalin indicò sulla mappa l'isola di Russarö e chiese: «Potreste forse cedere questa?» Al diniego finlandese, disse: «Quindi non sembra che possa venirne fuori qualcosa. Non ne verra fuori nulla». Dopo un'ora di discussioni inconcludenti, non avendo l'autorità di negoziare oltre, la delegazione finlandese lasciò il Cremlino.[44]

Incapaci di rassegarsi al fallimento dei negoziati, Paasikivi e Tanner, attesero invano per quattro giorni una qualche comunicazione da parte di Molotov che riaprisse il dialogo, poi, la sera del 13 novembre, ripartìrono per Helsinki. Per Tanner e Paasikivi la responsabilità principale della rottura del negoziato e dell'aver, in tal modo, spinto la Finlandia in un vicolo cieco fu della posizione intransigente di Erkko e Cajander. In seguito Paasikivi si riferì al conflitto come alla "guerra di Erkko".[45] Sembra anche che, alla vigilia della partenza per l'ultimo viaggio a Mosca, Erkko avesse detto a Paasikivi: «Dimentica che la Russia è una grande potenza».[46][47]

Lo scoppio della guerra e il Governo di Terijoki modifica

Nelle settimane seguenti vi fu una calma apparente, segnata solo da toni sempre più accesi della propaganda anti-finlandese sulla stampa sovietica e da ripetute violazioni dello spazio aereo finnico da parte dei ricognitori sovietici. Poi, il 26 novembre, nel villaggio di frontiera di Mainila, alcuni militari e civili russi furono uccisi da colpi di artiglieria; di provenienza finlandese secondo i russi, sovietica secondo i finnici. La Finlandia inviò una nota al governo sovietico chiedendo che sull'incidente indagasse una commissione internazionale, ma ormai non vi era più alcuna possibilità per i negoziati: tre giorni dopo l'Unione sovietica interruppe le relazioni diplomatiche e il 30 novembre le forze armate sovietiche, terrestri, navali e aeree, attaccarono la Finlandia.

Scrisse Khrushchev nelle sue memorie:[48]

«Tutto ciò che avevamo da fare era alzare appena un po' la nostra voce e i finlandesi avrebbero obbedito. Se ciò non avesse funzionato, ci sarebbe bastato sparare un colpo e i finlandesi avrebbero alzato in alto le mani e si sarebbero arresi. O almeno così noi credevamo... Nessuno di noi pensava che ci sarebbe stata la guerra. Eravamo sicuri che i finlandesi avrebbero accettato le nostre richieste senza costringerci alla guerra... Ci si potrebbe chiedere se avevamo qualche diritto legale o morale per le nostre azioni contro la Finlandia. Di certo non avevamo alcun diritto legale. Per quanto riguarda la moralità, il nostro desiderio di proteggere noi stessi era una sufficiente giustificazione ai nostri occhi.»

Lo scoppio della guerra provocò un radicale cambiamento politico in Finlandia: il governo Cajander[N 12] fu dimissionato e sostituito da un governo guidato dal governatore della Banca di Finlandia, Risto Ryti; il ruolo di ministro degli esteri fu affidato a Väinö Tanner; Paasikivi fu nominato ministro senza portafoglio e al maresciallo Mannerheim fu dato il comando supremo delle forze armate. Invece il ministro della difesa Niukkanen, uno dei "duri" del governo Cajander, restò al suo posto. Da parte finlandese si sperava che il nuovo governo potesse riesumare i colloqui con i sovietici, ma la speranza risultò vana: all'ambasciatore svedese a Mosca, incaricato dal governo finlandese di intervenire presso il governo sovietico per riavviare il negoziato, Molotov rispose che era impossibile poiché l'Unione sovietica riconosceva come governo finlandese unicamente quello della "Repubblica democratica finlandese".[49] Questo governo fu insediato il 1° dicembre a Terijoki, un villaggio di frontiera occupato dall'Armata Rossa nel primo giorno di guerra, era presieduto da Otto Kuusinen e formato da comunisti fuggiti dalla Finlandia dopo la sconfitta nella guerra civile. Il suo compito era di anticipare un futuro governo filo-sovietico della Finlandia, condurre la propaganda contro il governo "bianco" di Helsinki per fomentare il dissenso interno ed ottenere il sostegno dei lavoratori finlandesi all'avanzata dell'Armata Rossa. Un trattato di amicizia, assistenza e cooperazione fu concluso con il governo dell'URSS, in base al quale la Finlandia cedeva i territori inizialmente richiesti dall'Unione Sovietica e riceveva in cambio circa 70.000 km² di territorio nella Carelia sovietica. Tuttavia il "Governo di Terijoki" fallì nel suo scopo; la sua attività ottenne l'effetto contrario: compattò il fronte interno finlandese e portò all'isolamento internazionale dell'URSS e alla sua espulsione dalla Società delle Nazioni[50]

Le forze in campo modifica

L'Armata Rossa modifica

 
Soldati dell'Armata Rossa con una mitragliatrice Maxim nel 1930.

L'esperienza della guerra civile russa (1918-1920) fu un fattore di estrema importanza nello sviluppo dell'Armata Rossa, mentre la maggior parte degli altri eserciti europei basarono lo sviluppo di tattiche e strategie sulle esperienze della prima guerra mondiale. L'Armata Rossa condusse operazioni su aree di estensione immensa, molto al di là di ciò che fu l'esperienza delle altre nazioni europee sul fronte occidentale. Mentre negli altri eserciti si dibatteva su come rompere le fasi di stallo sul campo di battaglia, i sovietici studiarono come condurre e sostenere in profondità manovre su larga scala che essi pensavano avrebbero caratterizzato le guerre future. Durante la prima fase dello sviluppo dell'Armata Rossa, fra il 1922 e il 1928, il dibattito al suo interno vide il formarsi di due gruppi di opinione. L'uno, guidato da Leon Trotsky, il creatore dell'Armata Rossa, era per la formazione di un grande esercito territoriale concentrato sulla lotta contro i nemici interni della rivoluzione e un piccolo esercito regolare per la difesa delle frontiere. L'altro gruppo, guidato da Michail Frunze, era invece per la creazione di un grande esercito di massa costruito per la difesa contro i nemici esterni poiché riteneva che i controrivoluzionari non avrebbero più costituito alcuna minaccia in futuro. Esso era a favore di una dottrina militare unificata basata sull'offensiva e sulla guerra di manovra, e per la creazione di esercito professionale dai quadri ben addestrati che avrebbe affiancato la milizia territoriale. Le idee di questo secondo gruppo prevalsero e, fra il 1924 e il 1925, prima di morire in seguito ad un'operazione chirurgica, Frunze stesso guidò lo sviluppo dell'esercito come Commissario alla guerra.[51][52][53] Durante i 18 mesi in cui fu in carica, Frunze riorganizzò la struttura dell'esercito e dei comandi e fondò diverse scuole militari per la formazione del corpo ufficiali. I commissari politici, istituiti da Trotsky in una sorta di gerarchia militare parallela per controllare la lealtà degli ufficiali provenienti dell'ex armata imperiale zarista, furono subordinati ai comandanti militari.[54] Un gruppo di ex ufficiali zaristi - come Tukhachevsky, Svechin, Triandafillov, e Shaposhnikov - posero le basi per lo sviluppo della dottrina militare sviluppando idee che includevano le operazioni in profondità, la meccanizzazione e motorizzazione dell'esercito e la creazione di forze aerotrasportate. Una delle più importanti idee portate nella dottrina militare fu il concetto di livello "operazionale" nella conduzione della guerra, interposto tra il livello strategico e quello tattico.[55] I teorici militari sovietici riconobbero l'impossibilità nella guerra moderna di distruggere un esercito avversario attraverso una singola operazione, così come accadeva nelle battaglie del passato, e che perciò fossero necessarie una serie di successive operazioni per fiaccare il nemico e costringerlo ad accettare battaglia in condizioni svantaggiose.[56] Queste idee furono alla base del primo manuale operativo dell'Armata Rossa pubblicato nel 1929, il PU-29, e, ulteriormente sviluppate e affinate, del successivo PU-36. Stalin, che salì al potere dopo la morte di Lenin, realizzò che per poter modernizzare l'esercito fosse necessaria una solida base industriale. La creazione di questa fu l'obiettivo del "primo piano quinquennale" varato nel 1928. Come conseguenza dello sviluppo industriale, l'Armata Rossa triplicò le proprie dimensioni passando da 562.000 uomini nel 1934 a 1.600.000 uomini nel 1937. La produzione di carri armati passò da 740 all'anno nel 1931 a 3.139 nel 1937, e quella dei cannoni da 2.000 unità nel 1931 a oltre 5.000 nel 1937.[57] Per fare in modo che l'Armata Rossa fosse in grado di mettere in pratica le teorie di Tukhachevsky — nominato a capo del Dipartimento tecnico per gli armamenti dell'esercito — e degli altri ufficiali del suo gruppo, furono creati i corpi corazzati e meccanizzati e sviluppati carri armati veloci e aerei d'assalto. Le esercitazioni combinate delle forze armate sovietiche durante questo periodo attrassero l'attenzione degli osservatori internazionali. Britannici e francesi restarono molto impressionati dalle idee di Tukhachevsky e dalla superiorità dell'Armata Rossa in fatto di meccanizzazione e armamenti rispetto a tutti gli altri eserciti europei.[58] Gli osservatori, comunque, furono anche unanimemente concordi sulla rozzezza tattica delle forze sovietiche: l'Armata Rossa conduceva le esercitazioni più come parate che come effettive esercitazioni tattiche. Tuttavia l'addestramento, l'organizzazione e l'equipaggiamento dell'Armata Rossa stavano maturando insieme alla dottrina militare quando questo processo venne brutalmente interrotto dalle "purghe" staliniane.[59] Circa 44.000 ufficiali furono vittime dei processi staliniani; di questi almeno 15.000 furono fucilati e gli altri furono imprigionati o deportati in Siberia. Le forze armate furono private di 3 marescialli dell'URSS su 5, 13 comandanti d'armata su 15, 8 ammiragli su 9, 50 comandanti di corpo d'armata su 54, 156 comandanti di divisione su 186, 25 commissari di corpo d'armata su 28. Di conseguenza molti ufficiali privi di esperienza e di effettive capacità di comando furono promossi ai gradi superiori per riempire i vuoti che si erano creati nei quadri.[60][61]

Le "purghe" liquidarono la generazione di ufficiali che avevano definito la dottrina della guerra manovrata (Tukhachevsky fu fucilato nel 1937 e Svechin nel 1938). Le loro idee vennero presto associate ai traditori del regime. Tuttavia, sebbene i sopravvissuti fossero poco inclini ad abbracciare apertamente le idee degli ufficiali caduti in disgrazia, la dottrina militare da questi elaborata continuò a vivere e ad essere insegnata nelle scuole militari, ma il processo di modernizzazione dell'esercito in accordo con quella dottrina si era arrestato. L'Armata Rossa restò un esercito semi-meccanizzato: sebbene ci fossero corpi meccanizzati, la maggior parte delle unità erano non meccanizzate.[62] Nel 1936 "volontari" ed armamenti furono inviati in Spagna in appoggio ai repubblicani e la guerra civile spagnola fornì l'opportunità di valutare tattiche ed armamenti dal vero. In Spagna, però, la guerra fu soprattutto una guerra di posizione dove la difesa ebbe un ruolo predominante. Il generale Pavlov, che aveva servito in Spagna come consigliere militare, convinse Stalin e il Commissario alla difesa Voroshilov che i carri armati non avrebbero svolto un ruolo dominante sui campi di battaglia in futuro e, come conseguenza, l'Alto comando sovietico si convertì alla guerra di logoramento basata sulla forza delle difese.[63] Il cambiamento nella strategia ebbe un immediato impatto sull'organizzazione e l'impiego delle forze meccanizzate. I corpi meccanizzati furono aboliti e sostituiti da brigate meccanizzate che si pensava potessero meglio supportare la fanteria nella guerra di posizione. Secondo alcuni questo fu il peggior compromesso possibile: le brigate meccanizzate erano troppo piccole per poter agire efficacemente in una guerra di manovra e troppo grandi per funzionare come supporto alla fanteria.[64] Prima che il cambiamento fosse completato, l'Armata Rossa fu messa direttamente alla prova contro l'esercito giapponese quando l'URSS accorse in aiuto della Mongolia (incidente di Nomonhan, maggio-settembre 1939). Il generale Zhukov, comandante del I Gruppo d'armate, ottenne una decisiva vittoria contro i giapponesi utilizzando le tattiche della guerra manovrata e delle operazioni in profondità, validando molte delle idee contenute nel PU-36. I successi di Zhukov furono utilizzati da Stalin per sostenere che le "purghe" non avevano indebolito l'Armata Rossa ma, al contrario, l'avevano rafforzata. Tuttavia, a dispetto dei successi dei corpi meccanizzati di Zhukov, l'Alto comando continuò a smantellare le forze meccanizzate basandosi sull'assunto che l'esercito giapponese fosse troppo arretrato per poter costituire un valido test.[65]

 
Un Ilyushin DB-3

Le forze aeree sovietiche impiegate contro la Finlandia schieravano un totale di circa 2318 aerei, di cui 1044 caccia e 855 bombardieri, di base in Estonia o dislocati fra l'estremo Nord ed il golfo di Finlandia.[8] I velivoli sovietici comprendevano bombardieri Tupolev SB-2 (bombardiere leggero bimotore, 424 km/h e 600 kg di bombe) e Ilyushin DB-3 (bombardiere medio bimotore a largo raggio, 390 km/h e 1000 kg di bombe), caccia Polikarpov I-15 (biplano armato con due mitragliatrici da 7,62 mm e capace di 346 km/h a 5000 m), Polikarpov I-153 Čajka (sviluppo dell'I-15 con carrello retrattile e ala superiore a gabbiano invertito, 415 km/h col motore M-25V dell'I-15 e 444 km/h col più potente M-62 da 1.100 CV), e I-16 (monoplano ad ala bassa con carrello retrattile, due mitragliatrici Shpitalny-Komaritsky da 7,62 mm e una velocità massima di 455 km/h a 3000 m di quota), e ricognitori e bombardieri tattici biplani Polikarpov R-5.[3]

L'esercito finlandese modifica

 
Un soldato finlandese con una mitragliatrice Lahti-Saloranta M/26 in una postazione nel febbraio 1940.

Le origini dell'esercito finlandese si ricollegano a quelle dei Corpi di protezione creati sin dal medioevo per contrastare le incursioni russe durante le molte guerre che videro opposti la Svezia e la Russia per il predominio nel Baltico. I Corpi di protezione furono ricreati segretamente, con l'appoggio della Germania, durante la prima guerra mondiale e circa 2.000 uomini furono addestrati in Germania nel 1914 per poi combattere contro i russi sul fronte orientale. Tornati in patria nel febbraio del 1918, formarono la maggior parte della leadership dell'esercito "bianco" durante la guerra civile e successivamente dell'esercito regolare finlandese. Nel dicembre del 1917 contavano circa 14.000 uomini e nel gennaio dell'anno seguente divennero l'esercito del governo ufficiale della Finlandia.[66] Fra il 1920 e il 1945 vi furono due organizzazioni militari in Finlandia: l'esercito regolare e la Guardia civile; quest'ultima, denominata Suojeluskunta (Guardia civile), si ricollegava all'esperienza dei Corpi di protezione durante la guerra civile. Questa organizzazione era pervasa da sentimenti politici di estrema destra e molti dei suoi leader ed appartenenti furono coinvolti nella fallita ribellione di Mäntsälä nel 1930. Nel 1921 fu creata un'organizzazione paramilitare femminile, poi evolutasi in corpo ausiliario dell'esercito, detta Lotta-Svard, dal nome dell'eroina di un poema storico, i cui compiti principali erano provvedere al vettovagliamento delle truppe e prestare il primo soccorso ai feriti.[67] Sin dall'indipendenza, nel 1917, era un fatto comunemente accettato fra l'opinione pubblica finlandese, e i militari in modo particolare, che l'unico potenziale nemico fosse la Russia. Perciò la nazione era psicologicamente preparata allo scontro con l'Unione Sovietica.

 
Una pattuglia finlandese durante la guerra d'inverno

La leva obbligatoria fu introdotta nel 1922 e dal 1934 le truppe furono organizzate su base territoriale, in modo tale che le unità potessero essere assemblate, organizzate ed equipaggiate in aree prossime a quelle di residenza degli uomini e quindi trasferite al fronte in tempi molto brevi, normalmente entro una settimana dal primo avviso. Tutti gli uomini dei reparti di fanteria erano equipaggiati di sci, perfettamente addestrati al loro utilizzo ed in grado di coprire lunghe distanze. Inoltre la mimetizzazione invernale con tute bianche faceva parte del normale equipaggiamento e i reparti erano dotati di tende riscaldate che consentivano ai soldati di ripararsi e dormire al caldo anche in prossimità del fronte.[68] Sebbene l'addestramento al combattimento fosse eccellente, le armi a disposizione erano limitate. Ogni fante aveva un fucile Mosin-Nagant 1891/30 oppure un Berdan (gli stessi in dotazione all'Armata Rossa, cosa che consentì ai finnici di utilizzare le munizioni catturate ai russi). Mentre ogni plotone aveva a propria disposizione almeno una mitragliatrice finlandese Lahti-Saloranta LS-26 o un fucile mitragliatore Suomi KP-31. Per la protezione anticarro vi erano cannoni svedesi Bofors da 37 mm, fucili anticarro Lahti L-39, cannoncini Madsen da 20 mm e bottiglie Molotov; queste ultime perfezionate con l'aggiunta di un innesco a urto e prodotte in serie dal monopolio di stato per gli alcolici. L'artiglieria era equipaggiata perlopiù con cannoni 76 K/02 da 76 mm. Il problema che specialmente affliggeva l'esercito finlandese all'inizio della guerra, era la disponibilità limitata di munizioni, almeno finché non cominciarono a giungere gli aiuti stranieri, soprattutto dalla Francia.[69]

 
Fokker D.XXI dell'aviazione militare finlandese

L'Aeronatica militare finlandese (Ilmavoimat) fu creata ufficialmente come arma indipendente nel 1928 ma dovette soffrire di una cronica carenza di fondi e di scarsa considerazione da parte degli stati maggiori militari dominati da ufficiali dell'esercito e della marina. A capo dell'aviazione fu posto il generale Jarl F. Lundqvist, proveniente dall'artiglieria e la cui predilezione per le forze da bombardamento e da pattugliamento marittimo impedì una reale modernizzazione delle forze da caccia. Comunque, grazie all'opera di uomini come il colonnello Richard Julus Lorentz e il capitano Gustav Erik Magnusson, i piloti da caccia finlandesi avevano un eccellente addestramento, gli aerei erano forniti di radio e l'Ilmavoimat era stata la prima aviazione militare ad adottare la più flessibile ed efficace formazione su due caccia (leader e gregario) in luogo di quella su tre aerei allora universalmente in uso. In mancanza del radar, era stata creata un'efficiente rete di avvistamento tramite osservatori a terra e l'aviazione era preparata ad operare, nelle difficili condizioni operative dell'inverno nordico, con grande mobilità degli impianti a terra avvalendosi di veicoli su cui erano caricate parti di ricambio, munizioni, attrezzature e quant'altro occorresse per la manutenzione dei velivoli.[8] Ilmavoimat all'inizio del conflitto disponeva di 145 aerei, di cui 114 operativi. I velivoli di punta erano rappresentati da 14 Bristol Blenheim (bombardiere leggero bimotore capace di una velocità di 418 km/h), dei due reparti da bombardamento PLeLv 44 e 46, e da 41 caccia Fokker D.XXI (monoplano ad ala bassa con carrello fisso e abitacolo chiuso capace di 446 km/h a 2740 m ed armato con quattro mitragliatrici MC M36 da 7,92 mm), di cui 7 acquistati direttamente dalla ditta olandese e, i restanti, costruiti su licenza dalla Fabbrica Nazionale Aeronautica di Tampere. A questi aerei si aggiungevano 10 caccia biplani Bristol Bulldog (due mitragliatrici da 7,7 mm e 280 km/h di velocità), pochi antiquati ricognitori Fokker C.V e C.X e alcuni idrovolanti Blackburn Ripon e Junkers K 43. In Italia erano stati ordinati 35 caccia Fiat G.50 (monoplano ad ala bassa, con carrello retrattile e abitacolo aperto, armato con due mitragliatrici da 12,7 mm e capace di 472 km/h) ma nessuno di essi era ancora stato consegnato.[3][8]

La geografia del teatro d'operazioni modifica

 
Guerra d'inverno: terreno e vie di comunicazione.

Le caratteristiche del territorio sul quale fu combattuta la guerra, unite al periodo dell'anno, furono determinanti nello svolgimento delle operazioni belliche. La frontiera orientale, dal lago Ladoga fin quasi all'oceano artico, era occupata da un'immensa foresta punteggiata da circa 60.000 laghi che, insieme alle paludi e ai corsi d'acqua, creavano un labirinto di acque e selve attraversato da pochissime strade distanti da 100 a 250 km dalla ferrovia Leningrado-Murmansk, l'unica importante via di collegamento sul versante sovietico. L'inverno 1939/40 fu eccezionalmente severo, il secondo più freddo dal 1828, con temperature medie intorno ai -30°C e punte fino a -70°C. Il periodo ideale per l'attacco alla Finlandia sarebbe stato quello di gelo, prima dell'arrivo della neve, che avrebbe consentito ai carri armati e agli altri mezzi meccanici di muoversi agevolmente sulla superficie ghiacciata dei laghi e delle paludi, senza essere confinati sulle poche strade disponibili. Invece la neve arrivò prima del previsto, con abbondanti precipitazioni che ostacolarono i movimenti sia delle truppe che dei veicoli su ruote o su cingoli, riducendo il vantaggio sovietico in fatto di moderni equipaggiamenti e favorendo invece i difensori finlandesi, abituati a muoversi sugli sci.[70][71][72]
L'istmo di Carelia aveva una buona rete di comunicazione, con due linee ferroviarie che correvano direttamente da Leningrado alla Finlandia. Lungo l'istmo la difesa finlandese poteva contare sugli apprestamenti difensivi della cosiddetta Linea Mannerheim, la cui costruzione era stata pianificata a partire dal 1919 e che correva da Capo Kyrönniemi, sul golfo di Finlandia, verso nord, in direzione del lago Kuolemajärvi e del lago di Hatialahti, per poi piegare verso est in prossimità dell'ansa del fiume Summajoki. Da questo punto in poi, la linea si appoggiava ad alcuni ostacoli naturali costituiti dal lago Summajarvi, le paludi di Munasuo, i laghi Muolaanjärvi e Yskjarvi, la chiesa del villaggio di Muolaa sul lago Kirkkojärvi, il lago Punnusjärvi, il promontorio di Oravaniemi sul fiume Vuoksi e quindi il corso dello stesso fiume Vuoksi fino alla confluenza col fiume Taipale, immissario del lago Ladoga.[73]

Finlandia

Sulla frontiera orientale esisteva la linea del fiume Jänisjoki, della quale alcune fortificazioni permanenti erano state costruite nei primi anni venti. Nuove fortificazioni furono costruite durante l'estate del '39 sullo stesso fiume Janisjoki e lungo la costa nord-orientale del lago Ladoga.[73]

Sull'istmo di Carelia vi erano 157 postazioni per mitragliatrici e 8 postazioni per artiglieria in bunker di calcestruzzo o di cemento armato. Tuttavia la linea su cui fu bloccata l'avanzata dell'Armata Rossa in dicembre,[74] era per la maggior parte formata da mere opere campali: bunker di terra e legno, trincee, rifugi, korsus (piccoli rifugi sotterranei per la notte), ostacoli anticarro formati da file di massi di granito, sbarramenti di filo spinato e campi minati. Queste difese potevano essere considerate formidabili per gli standard della prima guerra mondiale, ma erano assolutamente non paragonabili a quelle delle linee Maginot e Sigfrido, e di certo non al livello della tecnologia militare all'inizio della seconda guerra mondiale.[75]

La prima fase della guerra modifica

Ai principi di novembre, quando era ormai evidente il fallimento dei colloqui, Stalin scelse l'opzione militare per ottenere ciò che non aveva potuto raggiungere per via negoziale. Fu affrettatamente preparato un piano di guerra e furono dislocate le truppe lungo i 1600 km della frontiera sovietico-finlandese: dall'estemo nord al golfo di Finlandia.[76] Stalin affidò il ruolo di condurre l'offensiva alle forze del Distretto Militare di Leningrado guidate dal generale Meretskov. L'attacco doveva essere condotto secondo quattro principali direttrici e il suo scopo principale era la cattura di Viipuri e l'avanzata verso Helsinki.[77] Subito prima dell'inizio della guerra, Stalin ordinò al generale Meretskov di assumere il comando della 7ª armata schierata lungo l'istmo di Carelia, eliminando in tal modo il comando operazionale del teatro di guerra. I comandanti delle varie armate venivano così a dipendere direttamente da Stalin e dall'Alto Comando sovietico, che fungevano sia da comando strategico che da comando operazionale.[78]

File:Winter War 12-1939 1-1940.png
Le operazioni militari fra il 30 novembre e il 31 gennaio.

Lo schieramento sovietico era il seguente:

  • all'estremo nord, la 14ª armata, formata da tre divisioni di fanteria (55.000 uomini, 165 carri armati, 220 cannoni), aveva il compito di attaccare il porto di Petsamo per poi marciare verso sud in direzione di Kemijarvi-Rovaniemi ed unirsi con la 9ª armata;
  • nella Finlandia settentrionale, la 9ª armata, su cinque divisioni di fanteria (95.000 uomini, 275 carri armati, 360 cannoni), doveva avanzare verso il golfo di Botnia per tagliare le vie di comunicazione con la Svezia;
  • a sud, centro del massimo sforzo sovietico, erano schierate l'8ª e la 7ª armata:
  • l'8ª armata, formata da sette divisioni di fanteria e una brigata corazzata (150.000 uomini, 500 carri armati, 500 cannoni), era schierata ad est del lago Ladoga e doveva avanzare lungo la sponda settentrionale del lago per prendere la ferrovia Sortavala-Kemi, il cui possesso avrebbe facilitato le azioni nel nord della Finlandia, e poi attaccare il fianco e le retrovie delle difese nemiche congiungendosi con l'ala destra della 7ª armata, in modo da impedire alle difese finlandesi di stabilire una difesa organizzata ad ovest della linea dei laghi Saimaa.
  • la 7ª armata doveva condurre l'attacco principale lungo l'istmo di Carelia; era formata da 10 divisioni di fanteria e 6 brigate corazzate (240.000 uomini, 1500 carri armati, 900 cannoni). Il suo compito era quello di rompere le difese della Linea Mannerheim e avanzare con l'ala sinistra verso Viipuri e il cuore della Finlandia, e con l'ala destra attraversare il fiume Vuoksi e prendere la ferrovia Sortavala-Imatra in modo da isolare le forze finniche schierate a nord del lago Ladoga.

In totale 540.000 uomini, 2485 carri armati, 2000 cannoni e 670 aerei.[79][80]

Di contro era lo schieramento finlandese:

  • all'estremo nord un battaglione di fanteria e due compagnie di guardie di frontiera;
  • nel settore settentrionale, inizialmente, vi erano solo due compagnie di guardie di frontiera presto incrementate ad una forza corrispondente a quella di una divisione e mezza; la 9ª divisione era in via di equipaggiamento a Oulu.
  • a sud, il IV Corpo con due divisioni di fanteria si opponeva all'8ª armata sovietica; mentre il II e il III corpo, con un totale di sei divisioni, difendevano l'istmo di Carelia; la 6ª divisione, schierata presso Viipuri, costituiva la riserva principale.

Le forze incaricate di eseguire missioni di copertura e di ritardare l'avanzata sovietica sull'istmo di Carelia consistevano in 14 battaglioni e 9 compagnie, organizzate in 4 gruppi (Uusikirkko, Muolaa, Lipola e Rautu) più un gruppo di riserva, mentre, lungo la frontiera fra il lago Ladoga e l'estremo nord, tali forze erano costituite solo da un battaglione delle guardie di frontiera.
In totale circa 300.000 uomini (a cui si aggiungevano 100.000 riservisti e a altri 200.000 uomini e donne dei corpi ausiliari), 32 carri armati Vickers 6-Ton (facenti parte di due compagnie corazzate), un gruppo di obsoleti carri Renault FT-17, 548 cannoni e 117 aerei.[1][81][82][83]

Finlandia settentrionale, Lapponia e Fronte dell'Artico modifica

All'estremo nord, la 14ª armata ebbe rapidamente ragione dei pochi difensori finnici occupando il porto di Petsamo, avanzando verso la frontiera con la Norvegia e la Svezia e mantenendo le posizioni per tutta la durata della guerra al fine di impedire il transito dei rifornimenti o l'intervento di paesi terzi attraverso la frontiera o, eventualmente, attraverso sbarchi lungo la costa artica. Due divisioni avrebbero dovuto avanzare verso sud, lungo i 480 km dell'autostrada artica, per congiungersi con le forze della 9ª armata avanzanti da ovest ma, per problemi di approvvigionamento, arrivarono solo fino a Nautsi. I finlandesi cercarono di portare coraggiosi attacchi contro le posizioni della 14ª armata e le sue vie di rifornimento utilizzando mobili truppe di sciatori, ma nel terreno aperto della tundra, senza la copertura che più a sud offrivano le foreste, sostanzialmente fallirono. La 14ª armata ebbe a soffrire perdite minime[84][85]

Il compito della 9ª armata di Vasilij Čujkov, era quello di tagliare in due la Finlandia marciando su Kemi e Oulu, all'estremità settentrionale del golfo di Botnia. Per raggiungere questo obiettivo furono organizzate due azioni indipendenti. A nord, la 122ª divisione doveva raggiungere Kemi marciando verso Rovaniemi, capitale della Lapponia finlandese, lungo la strada che correva attraverso il villaggio di Salla e lo snodo ferroviario di Kemijärvi. L'unica forza finlandese disponibile per contrastarla era data dal 18° battaglione di fanteria che, il 10 dicembre, fu costretto ad abbandonare Salla, aprendo così alle truppe sovietiche la strada verso Rovanieni, a soli 105 km di distanza. L'avanzata fu arrestata dal 40° reggimento di fanteria, affrettatamente inviato in quel settore del fronte, che riuscì ad aggirare la 122ª divisione costringendola a ritirarsi verso Markajarvi e Salla. Una linea difensiva fu stabilita dai finlandesi a Kemijärvi.[84][86]

Battaglie di Suomussalmi e della strada di Raate modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Suomussalmi.
 
Battaglia di Suomussalmi: l'avanzata sovietica.

Più a sud, la forza principale di Čujkov avanzò verso l'interno della Finlandia su tre colonne. Due reggimenti della 163ª divisione di fanteria, l'81° e il 662°, mossero lungo la strada di Juntusranta. Un terzo reggimento, il 759°, avanzò verso ovest per la strada di Raate, circa 50 km più a sud della strada di Juntusranta. Una terza colonna, formata da elementi della 54ª divisione di montagna di base a Repola, avanzò verso nord-ovest lungo la strada per il villaggio di Kuhmo. Intanto, sulla strada di Raate, la 44ª divisione ucraina di fanteria motorizzata era in attesa di intervenire in supporto dell'avanzata.[86][87]

 
Battaglia di Suomussalmi: dopo la fine della battaglia, veicoli e corpi di soldati sovietici della 44ª divisione lungo la strada di Raate.

Raggiunta Palovaara, il 666° e l'81° reggimento si separarono. Mentre l'81° avanzò verso sud in direzione di Suomussalmi, il 662° fu inviato a nord per sviluppare una manovra di aggiramento ma, bloccato alle strettoie di Piispajärvi dal 16° battaglione di fanteria finlandese, spese due giorni cercando di forzare le difese finlandesi. L'arrivo di rinforzi (il 6° battaglione di fanteria in bicicletta e il 65° battaglione di fanteria) consentì, l'8 dicembre, ai finlandesi di passare al contrattacco costringendo i sovietici ad arretrare.
Nel frattempo, l'81° e il 759° reggimento sovietici si erano riuniti e avevano catturato, alla sera del 9 dicembre, il villaggio di Suomussalmi, abbandonato e dato alle fiamme dai finlandesi.[86][87] Le truppe finlandesi disponibili nell'area di Suomussalmi per contrastare l'offensiva sovietica totalizzavano circa 11.500 uomini appartenenti alla neo-costituita 9ª divisione di fanteria al comando del colonnello Hjalmar Siilasvuo. In inferiorità numerica di quasi 4 ad 1, Siilasvuo decise di ingaggiare separatamente le due divisioni sovietiche e, fra l'11 dicembre 1939 e il 7 gennaio 1940, dopo aver bloccato da ambo i lati sia la strada lungo la quale avanzava la 44ª divisione che quella attraverso la quale era avanzata la 163ª, isolando così le due divisioni l'una dall'altra e da ogni possibilità di ritirarsi o ricevere rinforzi e rifornimenti, nel corso di due settimane di battaglia nel villaggio di Suomussalmi riuscì a sconfiggere la 163ª divisione e, dopo una complessa serie di operazioni, nella battaglia della strada di Raate, dapprima spezzò la lunga colonna della 44ª divisione in più tronconi e quindi procedette alla loro distruzione. I superstiti delle due divisioni, stremati dal freddo e dalla mancanza di cibo, si ritirarono in disordine oltre la frontiera attraverso la foresta innevata.[88]

Dopo la fine della battaglia a Suomussalmi, Siilasvuo diresse le sue forze verso sud, dove la 54ª divisione di montagna, sebbene allungata lungo la strada di Kuhmo, si era preparata alla difesa trincerandosi nel terreno. Il 28 gennaio i finlandesi attaccarono bloccando la strada della ritirata ai sovietici e frazionando la divisione in tre tronconi. Tuttavia, questa volta, Siilasvuo non riuscì a ripetere il successo di Suomussalmi e i sovietici, grazie anche ai rifornimenti aerei, riuscirono a resistere agli attacchi finlandesi fino alla fine della guerra.[88]

A nord del lago Ladoga modifica

 
Offensiva sovietica a nord del lago Ladoga.

L'8ª armata del generale Khabarov, schierata fra il lago Ladoga e la sponda occidentale del lago Onega, aveva il compito di marciare verso Sortavala e Joensuu per poi attaccare alle spalle le difese finniche sull'istmo di Carelia. Era divisa in due unità: il I Corpo d'armata del generale Panin, schierato a nord, era formato da tre divisioni di fanteria (155ª, 139ª e 56ª); a sud, il LVI Corpo d'armata del generale Cherepanov consisteva in due divisioni di fanteria (18ª e 168ª) a cui si aggiungeva la 34ª brigata corazzata leggera. Tutte le unità attaccarono separatamente lungo strade diverse, distanti l'una dall'altra di 10÷50 km, frammentando così l'offensiva sin dall'inizio.[89]

 
Un distaccamento avanzato dell'Armata Rossa.

A nord, la 155ª attaccò lungo la strada Porajärvi-Llomantsi-Joensuu, ma fu bloccata da un contrattacco finlandese e la linea del fronte si stabilizzò sino al termine del conflitto.[89]
Le due divisioni di fanteria del LVI Corpo d'armata, la 18ª e la 168ª, avanzarono verso Sortvala, rispettivamente, lungo le strade Lemetti-Koirinoja-Impilahti-Sortvala e Salmi-Pitkäranta-Impilahti-Sortvala. L'avanzata fu fermata dal IV Corpo d'armata finlandese che riuscì a far arretrare i sovietici e a minacciarne le linee di rifornimento. Il 6 gennaio i finlandesi attaccarono e accerchiarono le due divisioni di fanteria sovietica insieme alla 34ª brigata corazzata leggera.[89] Dopo un mese e mezzo di duri combattimenti, in situazioni ambientali molto critiche e potendo contare solo su limitati rifornimenti aerei, il comandante della 18ª divisione, Kondrashov, si risolse a tentare di rompere l'accerchiamento e prese la decisione di dividere le truppe al suo comando in due blocchi: gli uomini in migliori condizioni fisiche, insieme ai carri della 34ª brigata, avrebbero marciato ai suoi ordini; i feriti e i malati avrebbero marciato in una seconda colonna sotto il comando del colonnello Alekseev. Tuttavia, mentre Alekseev riuscì a destreggiarsi attraverso le linee finlandesi giungendo sano e salvo con i suoi uomini in territorio sovietico, il grosso delle truppe di Kondrashov fu distrutto durante il forzamento delle posizioni finlandesi: la 34ª brigata perse la metà dei propri uomini e il 90% dei carri armati; la 18ª divisione ebbe 8.754 uomini morti o dispersi, il più alto tasso di vittime di una divisione di fanteria sovietica durante l'intera guerra. Kondrashov, appena giunto in territorio sovietico, fu arrestato e fucilato e il colonnello Alekseev fu nominato al suo posto al comando della divisione. L'altra divisione del LVI Corpo d'armata, la 168ª, fu salvata in marzo dalla 15ª armata che, attaccando sia dalla terraferma che dalla superficie ghiacciata del lago Ladoga, riuscì a rompere l'accerchiamento.[90]

La 139ª e la 56ª divisione avanzarono in direzione di Suojärvi e, dopo aver preso il villaggio il 2 dicembre con un attacco congiunto, si separarono: la 139ª divisione avanzò verso Tolvajärvi e la 56ª avanzò lungo l'autostrada e la ferrovia che da Suojärvi conducevano a Joensuu attraverso Loimola e Värtsilä.[91] A contrastare l'avanzata della 56ª divisione era schierato il 34° reggimento finlandese di fanteria che ebbe l'ordine di ritirarsi oltre il fiume Kollaanjoki e tenere la posizione ad ogni costo. I finlandesi si schierarono in difesa lungo un fronte di 3 kilometri delimitato dalla foresta a nord e a sud. Il 7 dicembre la 56ª divisione iniziò l'attacco contro le linee finlandesi. Per tre giorni i finlandesi riuscirono a respingere gli attacchi sovietici. Il comando sovietico decise quindi di sviluppare una manovra di aggiramento con le forze del 184° reggimento da nord e da sud, manovra che non produsse effetti. Esauritasi l'offensiva sovietica, i finlandesi, rafforzati da un reggimento di fanteria, uno di artiglieria e una compagnia di fanteria in bicicletta, passarono al contrattacco il 20 dicembre a Kollaa. Dopo una serie di attacchi e contrattacchi da ambo le parti, la linea si stabilizzò fino all'inizio di marzo, quando i sovietici lanciarono un'offensiva con sei divisioni, ma i finlandesi riuscirono a resistere fino alla fine della guerra.[92]

Battaglia di Tolvajärvi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Tolvajärvi.
 
Battaglia di Tolvajärvi: 12 dicembre 1939

La perdita di Suojärvi e la possibilità che la 139ª divisione sovietica si aprisse la strada verso Tolvajärvi e il centro della Finlandia determinò una situazione preoccupante per i finlandesi. Ad opporsi ai sovietici c'era il Gruppo Räsänen, forte di soli due battaglioni e una compagnia di fanteria, più una batteria di artiglieria. Dopo i primi successi sovietici il gruppo fu rinforzato da altri due battaglioni di fanteria, ma tutti i tentativi di arrestare l'avanzata della 139ª divisione fallirono. Dopo aver sconfitto e costretto alla fuga le truppe finlandesi che si erano attestate in difesa sul fiume Aittajoki, il 5 dicembre, le truppe sovietiche catturarono il villaggio di Ägläjärvi, circa 40 kilometri oltre la frontiera, distruggendo le difese finlandesi ivi schierate.[93]

Il maresciallo Mannerheim decise di affidare al colonnello Paavo Talvela il compito di arrestare l'avanzata della 139ª divisione. Talvela era un profondo conoscitore della regione, anche dal punto di vista militare, avendo partecipato ai raid condotti nella Carelia sovietica dalle forze armate finlandesi nel 1919 e nel 1920-21. Fu costituito il "Gruppo Talvela", che comprendeva il 16° reggimento di fanteria del tenente colonnello Aaro Pajari, il 9° reggimento di fanteria del maggiore Malkamäki, quattro battaglioni separati di fanteria e un battaglione di artiglieria.[94] Intanto 139ª divisione continuò la propria avanzata: sloggiate le difese finlandesi dalla diga di Kivisalmi, raggiunse la sponda orientale del lago Tolvajärvi, giusto di fronte al villaggio di Tolvajärvi sulla sponda opposta del lago.[95]

La sera dell'8 dicembre l'intero Gruppo Talvela giunse nell'area di Tolvajärvi, dove fu concentrato pronto ad attaccare e respingere la 139ª divisione.[96] Alle 10 del mattino del 12 dicembre, i finlandesi passarono all'offensiva attaccando contemporaneamente tutti e tre i reggimenti della 139ª divisione e costringendoli ad arretrare dopo aver subito pesanti perdite. Durante la notte i sovietici si attestarono su posizioni difensive circa 8 km ad est del lago Tolvajärvi, su uno stretto istmo, fra i laghi Kiukkajärvi e Ylä-Tolvajärvi, e sulla diga di Ristisalmi. Preoccupato dalle condizioni della 139ª divisione, il comando dell'8ª armata inviò la 75ª divisione di fanteria in suo soccorso, allo scopo di tenere Ristisalmi e riprendere l'offensiva. L'iniziativa si risolse in un disastro: la divisione fu inviata in battaglia senza adeguate preparazione e informazioni. Il risultato fu la sconfitta delle due divisioni a Ristisalmi e la ritirata verso il villaggio di Ägläjärvi, e poi verso il fiume Aittajoki, luogo della prima vittoria della 139ª divisione, dove il fronte si stabilizzò fino alla fine della guerra.[97]

Istmo di Carelia modifica

 
Carri leggeri T-26 e camion GAZ-A della 7ª armata durante l'avanzata sovietica lungo l'istmo di Carelia, 2 dicembre 1939.

Lo sforzo maggiore dell'Armata Rossa fu concentrato su questo, relativamente, stretto ponte di terra fra Leningrado e il cuore della Finlandia meridionale. Dopo una mezz'ora di intenso fuoco di sbarramento da parte di circa 600 cannoni, l'assalto sovietico fu lanciato alle 7,00 del mattino del 30 novembre lungo l'intera linea di frontiera. Nel primo giorno di guerra, vicino al golfo di Finlandia, le truppe finlandesi del "Gruppo Uusikirkko" furono rapidamente respinte verso la linea della strada Terijoki-Joutselka; nel settore centrale l'Armata Rossa dovette combattere casa per casa per respingere le truppe di copertura finlandesi dal villaggio di Lipola, mentre in quello orientale si impadronì rapidamente del villaggio di Metsapirtti. Un contrattacco finlandese, condotto dal "Gruppo Rautu" il 2 dicembre, non riuscì a riguadagnare le posizioni perdute e, per il giorno seguente, i sovietici erano in fronte del lago Suvanto e dei fiumi Vuoksi e Taipale.[98] Il 6 dicembre l'ala destra dello schieramento sovietico manovrò per attraversare il fiume Taipale e stabilire un caposaldo a Koukunniemi, subendo però pesanti perdite dovendo affrontare dieci contrattacchi finlandesi la stessa notte ed essendo Koukunnieni posta in un'ansa del fiume esposta al fuoco dalle posizioni finlandesi sulle alture circostanti.[99] Per la stessa data, comunque, tutte le forze finlandesi, incaricate di compiere missioni di copertura per rallentare l'avanzata sovietica, si erano ritirate oltre la Linea Mannerheim. Alla fine della prima settimana di guerra, le truppe sovietiche avanzavano in tutti i settori del fronte e le truppe finlandesi erano sull'orlo del collasso in diversi punti. L'insuccesso finlandese nella prima settimana di guerra fu dovuto in massima parte alla notevole massa di mezzi corazzati impiegati dai sovietici e alla relativa deficienza di cannoni anticarro da parte delle truppe finlandesi, mentre le bombe Molotov non sempre potevano essere usate contro le forze corazzate in rapido movimento su terreno aperto. Sebbene 80 carri armati fossero stati posti fuori combattimento dall'artiglieria e diversi altri fossero stati distrutti dalle mine, il loro numero sembrava inesauribile.[100]

Battaglia di Summa (17-20 dicembre 1939) modifica

 
L'offensiva sovietica sull'istmo di Carelia nel dicembre 1939.

L'attacco delle forze sovietiche sull'istmo era condotto secondo due direttrici, l'una diretta verso il villagio di Summa e la strada di Lähde, e l'altra verso Taipale, all'estremità orientale della linea Mannerheim.[100] L'area di Summa-Lähde era l'obiettivo principale in quanto, se l'attacco avesse avuto successo, avrebbe aperto la strada verso Viipuri e il cuore della Finlandia e posto fine alla guerra stritolando la maggior parte delle forze finniche in una manovra a tenaglia da sud e da nord. Viceversa, l'attacco verso Taipale costituiva una diversione il cui scopo era quello di allontanare le riserve finniche dal vero obiettivo.[101] L'offensiva iniziò il 17 dicembre con un bombardamento aereo seguito da un attacco su larga scala portato dalla fanteria, con il supporto delle forze corazzate, lungo la strada di Lähde e il villaggio di Summa. I carri armati sovietici riuscirono a penetrare nelle difese finlandesi in un punto del settore della strada di Lähde e, per tutta la giornata, i difensori furono impegnati contro di essi: 22 carri furono distrutti con l'uso di cariche esplosive o bombe Molotov, altri furono immobilizzati ponendo sbarre d'acciaio fra i cingoli e le ruote. Nella notte i finlandesi condussero diversi contrattacchi senza riuscire a riguadagnare le posizioni perdute, tuttavia il mattino successivo il saliente sovietico fu circondato e le truppe ivi intrappolate subirono pesanti perdite. L'attacco contro Summa fu invece respinto.[101] Il giorno successivo i carri sovietici furono di nuovo lanciati contro Summa e nel pomeriggio un battaglione di carri armati riuscì a sfondare le linee finlandesi, mentre carri leggeri armati con lanciafiamme supportarono l'attacco della fanteria sovietica provocando diverse vittime fra i finlandesi. Comunque, alla fine, 25 carri sovietici furono distrutti e l'attacco respinto.[101] Il 19 dicembre un nuovo attacco condotto dai carri sovietici, subito dopo un intenso fuoco di sbarramento da parte dell'artiglieria, riuscì di nuovo a sfondare le linee finlandesi sulla strada di Lähde ma, la mancanza di cooperazione e coordinazione con la fanteria, vanificò il successo e la maggior parte dei carri fu distrutta. Nella notte del 20 dicembre, un terzo attacco fu diretto contro un settore presidiato da uno dei bunker "Poppius" (uno dei più moderni bunker in cemento armato costruiti dai finlandesi e chiamato così dal nome del suo ideatore). Due carri sovietici distrussero le postazioni di mitragliatrici obbligando i soldati che lo presidiavano ad abbandonarlo. Un contrattacco finlandese, condotto nella notte, riuscì a ristabilire la situazione riguadagnando le posizioni. Piccole schermaglie fra i due schieramenti, provocati dai tentativi finlandesi di accerchiare gli avamposti sovietici, continuarono per tutta la notte provocando numerose vittime in ambedue gli schieramenti.[101] Negli altri settore del fronte, ad est di Summa, l'Armata Rossa non riuscì ad ottenere migliori risultati e, nonostante continuasse ad attaccare con un costante afflusso di nuove truppe e carri, a dispetto di ogni sforzo, le linee finlandesi tennero lungo l'intero istmo portando l'alto comando sovietico ad arrestare l'offensiva il 20 dicembre. Quando la battaglia di Summa finì, 239 carri sovietici erano stati distrutti e molti altri danneggiati.[102]

La controffensiva finlandese in dicembre modifica

Il comandante del II Corpo finlandese, generale Ohquist, chiese al maresciallo Mannerheim l'autorizzazione a condurre una controffensiva, per sfruttare il successo ottenuto prima che le truppe sovietiche avessero il tempo di riorganizzarsi e dispiegare nuove forze, riesaminando un piano proposto antecedentemente dal generale Österman e bocciato come troppo rischioso. Il nuovo piano prevedeva un attacco condotto su un fronte di 40 km, fra i laghi Kuolemanjärvi e Muolaanjärvi, dal II Corpo rinforzato dalla 6ª divisione, allora in riserva dietro Summa.[103] Sulla destra la 6ª divisione doveva attaccare lungo il fiume Summa, appoggiata sul suo fianco destro dalla 4ª divisione, mentre la 5ª divisione avrebbe dovuto bloccare i sovietici di fronte al villaggio di Summa; sul fianco sinistro la 1ª divisione doveva attaccare lungo la ferrovia e parte della 11ª avanzare verso sud per poi tagliare verso ovest in modo da penetrare lo schieramento sovietico, bloccarne le forze e proteggere il fianco sinistro della forza principale. L'offensiva scattò la mattina del 23 dicembre, ma diverse unità non avevano ancora raggiunto le posizioni assegnate a causa di un'inadeguata pianificazione e ricognizione. Parte delle unità di artiglieria non raggiunse le proprie posizioni prima del pomeriggio e la coordinazione del fuoco di supporto fu carente, sia a causa della non conoscenza dell'esatta posizione delle forze nemiche che della mancanza di affidabili apparecchiature radio per mantenere le comunicazioni con le forze di fanteria lanciate all'attacco. Il generale Ohquist perse addirittura ogni contatto con due divisioni. Gli stessi fattori causarono la dispersione delle forze, che presto si frammentarono in piccole unità isolate ognuna delle quali combatteva la propria battaglia. I finlandesi guadagnarono solo 3-4 km prima che la resistenza sovietica obbligasse il generale Ohquist, dopo otto ore, ad ordinare la ritirata di tutte le forze verso le posizioni di partenza.[104]

La seconda fase della guerra modifica

 
Soldati dell'Armata Rossa in una trincea lungo l'istmo di Carelia

All'inizio della guerra, Stalin si aspettava una vittoria nel volgere di poche settimane, mentre il Capo di Stato Maggiore dell'Armata Rossa, Shaposhnikov, era molto meno ottimista e aveva anticipato che la resistenza finlandese sarebbe stata ostinata proponendo, quindi, di usare le forze migliori dell'Armata Rossa dopo un'accurata preparazione.[55] Stalin aveva ridicolizzato le preoccupazioni di Shaposhnikov ed affidato il compito di condurre l'attacco a truppe territoriali formate in buona parte da riservisti affrettatamente richiamati. Le truppe erano poco organizzate ed addestrate, sfornite di abbigliamento adatto per le operazioni invernali, con uniformi di cotone e stivali non imbottiti. Alcune divisioni avevano in dotazione gli sci, ma nessuno degli uomini era mai stato addestrato ad usarli.[70] I carri armati utilizzati erano soprattutto carri anfibi T-37 e T-38, e carri leggeri T-26. I primi avevano una corazzatura leggera vulnerabile anche al fuoco delle mitragliatrici, per cui risultarono di scarsa utilità se non per il traino delle artiglierie. I carri T-26, che pure appena due anni prima avevano surclassato gli antiquati carri italiani nella guerra civile spagnola, risultarono troppo lenti (avevano una velocità massima su strada di soli 35 km/h) e la loro corazzatura frontale poteva essere facilmente perforata dai cannoni anticarro Bofors da 37 mm usati dall'esercito finlandese. Inoltre, risultò che il vano del motore a benzina prendeva facilmente fuoco se centrato dalle bottiglie Molotov. Solo la 20ª brigata corazzata aveva in dotazione carri medi T-28.[105]
Viceversa, le truppe finlandesi avevano saputo utilizzare al meglio la conoscenza del territorio e il perfetto addestramento a muoversi sul terreno innevato utilizzando gli sci, soprattutto nei difficili terreni della Carelia settentrionale. La tattica utilizzata dai finlandesi nei territori settentrionali si rifaceva a quella della guerriglia. Di fronte a truppe dotate di un armamento superiore, ma lente e mal guidate, i finlandesi svilupparono una tattica che venne denominata "motti" (una parola che in finlandese indica la legna accatastata per essere fatta a pezzi): muovendosi agilmente con gli sci lungo i fianchi delle lunghe colonne sovietiche confinate sulle poche strade che attraversavano le fitte foreste innevate, conducevano limitati e continui attacchi di disturbo dileguandosi poi nella foresta; quindi, attaccavano in forze in diversi punti, suddividendo le truppe avversarie in piccoli gruppi (le "motti") che, immobilizzati nella neve, venivano poi circondati e annientati.[106]

Alla fine di dicembre, Stalin realizzò la difficile situazione dell'Armata Rossa sul fronte finlandese ed esautorò il Commissario alla difesa Voroshilov, chiamando al suo posto il generale Timoshenko che fu nominato anche comandante del fronte nord-occidentale, ristabilendo così un comando "operazionale" interposto fra l'Alto comando e i comandanti delle singole armate impegnate contro la Finlandia.[107]

 
Un soldato sovietico con una delle protezioni blindate individuali montate su sci.

Timoshenko preferì rinunciare alla guerra manovrata e cercò di coinvolgere l'esercito finlandese in una guerra di logoramento che questo non poteva vincere. Il suo piano prevedeva di concentrare tutta la forza sull'istmo di Carelia per spezzare le fortificazioni della linea Mannerheim applicando una continua ed intensa pressione sulle difese finniche. Inoltre utilizzò il mese di gennaio per preparare le forze sovietiche a combattere nelle difficili condizioni invernali e per superare le mancanze rilevate nel primo mese di guerra.[108] Dietro le linee, tutte le truppe furono sottoposte ad intense esercitazioni e quelle destinate allo sfondamento delle linee fortificate si esercitarono contro una linea fortificata simulata. Attacchi per sondare le difese finniche furono condotti in vari settori e, in questi attacchi, furono testate alcune tattiche innovative. Per esempio slitte corazzate per il trasporto delle truppe, spinte o trainate dai carri armati, e piastre blindate montate su sci che furono utilizzate per fornire copertura individuale ai fanti che avanzavano nella neve alta. Quest'ultima tecnica fu frequentemente usata dalle pattuglie di guastatori per sistemare le cariche esplosive destinate a distruggere gli ostacoli anticarro. La fanteria e le formazioni di carri furono addestrate a coordinare gli attacchi, e gli equipaggi dei carri a coprirsi l'un l'altro col fuoco delle mitragliatrici contro gli attacchi della fanteria nemica.[109]

 
L'offensiva sovietica nel febbraio-marzo 1940.

Le truppe sull'istmo furono rinforzate da truppe fresche e meglio addestrate e lo schieramento riorganizzato. Le truppe che operavano sul fianco destro furono trasformate nella 13ª armata, sotto il comando del generale Grendal, e alla 7ª armata, che inizialmente copriva l'intero fronte, fu assegnato il ruolo di sfondare la linea Mannerheim nel settore di Summa-Lähde in direzione di Viipuri.[110]

I russi impiegarono il mese di gennaio anche per condurre attacchi di ricognizione e distruggere le difese più forti, specialmente i bunker di cemento armato, utilizzando il fuoco diretto dell'artiglieria pesante piazzata a poche centinaia di metri dagli obiettivi. Utilizzando palloni frenati di osservazione, localizzarono con precisione le postazioni di artiglieria e le tennero sotto un continuo fuoco di disturbo. A ciò si aggiunsero gli attacchi portati dall'aviazione usata sempre più frequentemente per attaccare direttamente la linea del fronte.[111]

La nuova offensiva dell'Armata Rossa iniziò il 1° febbraio con una serie di attacchi locali, supportati da massicci bombardamenti d'artiglieria ed attacchi aerei, per distruggere le posizioni fortificate finlandesi. Il fronte della 7ª armata correva dal golfo di Finlandia al lago Muolaanjärvi su una lunghezza di 37 km, mentre la 13ª armata copriva il resto del fronte per una lunghezza di 80 km. Lo sforzo maggiore era concentrato in direzione di Viipuri con un attacco nel settore della strada di Lähde e del villaggio di Summa, affidato a nove divisioni di fanteria della 7ª armata, mentre le restanti due divisioni dovevano operare in supporto sul fianco sinistro. L'ala sinistra della 13ª armata, con cinque divisioni di fanteria, doveva attaccare in direzione della stazione ferroviaria di Antrea, lungo la linea fra il lago Nuolaanjarvi ed il fiume Vuoksi, mentre l'ala destra, con le restanti due divisioni, doveva supportare le prime con un attacco verso Käkisalmi dal settore di Taipale.[112][113]

La battaglia della strada di Lähde (11-14 febbraio 1940) e lo sfondamento della linea Mannerheim modifica

Lungo i due kilometri della linea del fronte fra il lago Summajärvi, a est del villaggio di Summa, e le paludi di Munasuo, c'erano cinque bunker in cemento armato, inclusi i più moderni "Poppius", appena ad ovest della strada di Lähde, e "Million", un kilometro più ad ovest; ciascuno con tre postazioni di mitragliatrici, una postazione di osservazione per l'artiglieria e 2/3 squadre di fucilieri. Entrambi questi bunker, e gli altri tre meno recenti, erano stati danneggiati dal fuoco delle artiglierie prima dell'attacco ma erano comunque ancora saldamente tenuti dai finlandesi. In aggiunta a queste fortificazioni permanenti, c'erano diversi nidi di mitragliatrici in terra e legno, trincee e sbarramenti di filo spinato. Il settore era difeso dal 2° battaglione del 9° reggimento di fanteria: la 1ª compagnia era schierata sulla destra, nel settore del bunker "Million", la 2ª nel centro, nel settore della strada di Lähde e del bunker "Poppius", e la 3ª dietro le paludi di Munasuo. L'attacco venne condotto dalla 123ª divisione di fanteria del generale Alyabushev e dalla 35ª brigata corazzata del colonnello Baranov. A mezzogiorno dell'11 febbraio, dopo tre ore di preparazione di artiglieria, le slitte corazzate trainate dai carri armati portarono le truppe d'assalto ai bordi dei trinceramenti finlandesi seguite dalla massa della fanteria.[114]

 
La battaglia della strada di Lähde, 11-14 febbraio 1940.

Il 255° reggimento di fanteria attaccò sulla sinistra, dalla parte del bunker "Million", mentre il 245° reggimento del colonnello Rosly attaccò sulla destra, attraverso le paludi di Munasuo. L'attacco nel settore centrale, lungo la strada di Lähde e verso il bunker "Poppius", venne portato da un battaglione di fanteria del 245° reggimento supportato da due battaglioni di carri: il 91° con carri medi T-28 e il 112° con carri leggeri T-26. Dopo circa venti minuti di furiosi combattimenti durante i quali quattro carri erano stati distrutti dai cannoni anticarro finlandesi, alcuni carristi sovietici, con estremo sangue freddo, riuscirono a "parcheggiare" i propri carri proprio di fronte alle aperture del bunker "Poppius" da cui sparavano i finlandesi, obbligando i soldati che lo occupavano ad abbandonarlo. Nel settore delle paludi di Munasuo l'attacco sovietico fu respinto, ma nel pomeriggio i finlandesi che rischiavano di essere accerchiati da ovest furono costretti ad abbandonare le posizioni. La battaglia nel settore del bunker "Million" si protrasse fino a notte. I sovietici lo circondarono ripetutamente solo per essere respinti ogni volta dal fuoco dei difensori, finché, col favore delle tenebre, una squadra di guastatori riuscì a piazzare una carica da 250 kg di tritolo in corrispondenza di una crepa del tetto facendo saltare in aria il bunker insieme ai trenta soldati finlandesi che lo presidiavano.[115] Mentre la 123ª continuava i propri attacchi per allargare la base del saliente lungo la strada di Lähde, le truppe di seconda linea eliminavano le ultime sacche di resistenza dalla zona della battaglia e distruggevano le fortificazioni rimaste. Il giorno successivo il maresciallo Mannerheim decise di utilizzare le truppe di riserva, per tentare di riguadagnare la linea iniziale del fronte e salvare la situazione, approfittando di un'esitazione della 123ª divisione che non continuò l'offensiva preferendo invece fermarsi per consolidare le posizioni raggiunte. Quest'esitazione diede ai finlandesi la possibilità di contrattaccare facendo intervenire le riserve ma, dopo qualche successo iniziale, soverchiati dai sovietici, i finlandesi dovettero interrompere l'offensiva e ritirarsi.[116]

 
Un cannone da 76 mm dell'artiglieria finlandese in posizione.

Il mattino del 14 febbraio, tutte le unità finniche che circondavano il saliente sovietico nel settore della strada di Lähde ricevettero l'autorizzazione a ritirarsi, nel caso non fossero più in grado di mantenere le posizioni, di circa un kilometro verso nord-ovest lungo la linea di difesa intermedia chiamata "linea V". Questa linea di difesa era parzialmente preparata con sbarramenti per i carri e linee di filo spinato, e correva dalla bordo settentrionale del lago Muolaanjärvi all'isola Uuraansaari, nella baia di Viipuri. Gli sviluppi della situazione sulla strada di Lähde, resero anche necessario evacuare il settore di Summa, in imminente pericolo di essere aggirato dai russi da nord-est. Le fortificazioni di Summa furono abbandonate nella notte fra il 14 e il 15 gennaio e l'intera area fu occupata dai sovietici. Nel pomeriggio del 15 febbraio, unità speciali delle forze sovietiche formate da brigate corazzate supportate da unità di fanteria e del genio guastatori, si aprirono la strada sulla dorsale a nord della strada di Lähde. Lo stesso giorno, il maresciallo Mannerheim autorizzò l'intero II Corpo finlandese a ritirarsi dietro la "linea V" e due giorni dopo la ritirata era stata completata.[117]


Nella notte del 17 febbraio i sovietici raggiunsero la "linea V" nelle vicinanze del lago Naykkijärvi. Furiosi combattimenti si accesero nel settore immediatamente ad est del lago, dove reparti della 123ª divisione e della 35ª brigata corazzata si spinsero dentro le difese finlandesi lungo uno stretto corridoio presso la stazione di Honkaniemi. Ripetuti contrattacchi finlandesi non riuscirono a sloggiare i sovietici che per il 23 febbraio avevano iniziato ad aggirare le posizioni finniche. Per scongiurare il pericolo, il comando del II Corpo pianificò un contrattacco per il mattino del 26 febbraio impiegando i carri Vichers 7-ton di una delle due compagnie corazzate di cui disponeva l'esercito finlandese. Cinque carri furono distrutti appena partiti dalle loro posizioni, un altro rifiutò di mettersi in moto ed i restanti sei furono costretti a invertire la rotta non riuscendo ad avanzare nella neve alta. Il contrattacco fallì ed il cuneo sovietico lungo la ferrovia, che minacciava di tagliare le linee di comunicazione fra le posizioni tenute dal II Corpo e Viipuri, rese necessaria, il 27 febbraio, la ritirata delle forze finlandesi dalla "linea V" alle posizioni sulla linea di difesa successiva, la "linea T", che correva dalla baia di Viipuri, lungo i sobborghi meridionali della città, verso Tali, Karisalmi e Kuparsaari per congiungersi al fiume Vuoksi presso Pollakkala.[118] I 12 giorni di resistenza lungo la "linea V", diedero ai finlandesi la possibilità di ritirarsi in buon ordine e preparare l'ultima resistenza sulla "linea T", mentre i sovietici, per eccessiva prudenza, non riuscirono a sfruttare appieno le tremende possibilità di sfondamento della 123ª divisione per capitalizzare i successi conseguiti e sbaragliare definitivamente l'avversario. Il 3 marzo i finlandesi completarono la ritirata sulla "linea T" e, nel frattempo, misero in atto una riorganizzazione del comando e delle forze. Il 19 febbraio, il comandante supremo delle truppe finlandesi sull'istmo, generale Österman, rassegnò le proprie dimissioni, ufficialmente per "motivi di salute", in pratica per dissapori con il maresciallo Mannerheim sulle strategie da seguire sin dall'inizio della guerra. Il suo posto fu preso dal comandante del III Corpo, generale Heinrichs, mentre il vincitore di Tolvajärvi, generale Talvela, fu trasferito al comando del III Corpo. Contemporaneamente fu creato il I Corpo, sotto il comando del generale Laatikainen, schierato al centro dell'istmo fra il II Corpo ad ovest ed il III Corpo ad est. Ciò diede la possibilità al generale Ohquist, comandante del II Corpo, di concentrarsi esclusivamente sulla difesa del cruciale settore di Viipuri.[119]

Battaglia di Viipuri modifica

 
Carri sovietici T-26 in posizione prima di lanciarsi all'attacco

Mentre erano in corso trattative di pace fra finlandesi e russi, con la ritirata di tutte le truppe entro la "linea T", l'Alto comando finlandese sperava di poter bloccare l'avanzata sovietica, grazie alle forti posizioni difensive che Viipuri offriva, fino al sopraggiungere della primavera che, col disgelo, avrebbe bloccato o almeno rallentato l'Armata Rossa finché la guerra non fosse arrivata ad una conclusione, in un modo o nell'altro.[120] Il fronte davanti Viipuri era tenuto dalla 3ª e dalla 5ª divisione, fra la baia di Karenmaenlahti e Tammisuo. Il 2 marzo, in questo settore, la 7ª armata sovietica riuscì ad inserire un cuneo nella linea finlandese a Huhtiala, immediatamente a sud del sobborgo di Kolikkoinmaki, spingendo indietro le avanguardie della 4ª divisione finnica. Fra il 5 ed il 7 marzo, i sovietici attaccarono decisamente le posizioni della 3ª divisione riuscendo a penetrare le difese. Poiché la 3ª divisione non sembrava in grado di arginare la penetrazione sovietica e tenere la linea, quasi tutte le riserve del I e del II Corpo furono impegnate in combattimento nell'area.[121] L'11 marzo, due ulteriori penetrazioni sovietiche convinsero il comando finlandese della necessità di accorciare la linea tenuta dalla 3ª divisione facendola arretrare a ridosso della città, ma il maresciallo Mannerheim, considerando che i negoziati di pace sembravano essere arrivati allo stadio finale, negò la propria autorizzazione chiedendo, invece, alla 3ª divisione di mantenere le posizioni almeno fino alla sera successiva. Durante la notte dello stesso giorno, la 7ª armata spezzò le linee finlandesi fra Kesamaa e l'isola di Porkka, a sud-ovest di Viipuri, e il giorno successivo lanciò un massiccio attacco contro la 3ª e la 5ª divisione riuscendo a penetrare in più punti fra Karjala e Tammisuo, avanzando poi verso ovest e sud-ovest e minacciando di circondare la 3ª divisione. Gli esausti reparti finlandesi non furono in grado di condurre contrattacchi per chiudere le falle che si erano aperte nelle difese e la 3ª divisione fu obbligata ad arretrare mentre i sovietici la incalzavano da vicino.[122]
Mentre la 3ª e la 5ª divisione combattevano davanti a Viipuri, la 23ª divisione finlandese teneva il fronte alla loro sinistra fra Tammisuo e Tali. Dall'8 marzo i sovietici sottoposero le posizioni della 23ª divisione ad un pesante attacco spingendo indietro i finlandesi di circa 10 km. I genieri della 23ª divisione allagarono l'area, ma ciò non fermò l'avanzata sovietica. I carri pesanti T-28 e T-35 trainarono i carri leggeri T-26 attraverso le aree allagate, dove la profondità dell'acqua raggiungeva il metro, e le fanterie, in certi casi, attraversarono le stesse aree con l'acqua fino alla cintola e con temperature sotto lo zero.[123]

Battaglia della baia di Viipuri modifica

Quando la 4ª divisione, che presidiava il fianco destro delle difese finlandesi, si ritirò sulla "linea V" e le batterie costiere sull'isola di Koivisto furono abbandonate, la baia di Viipuri incominciò a giocare un ruolo decisivo nella difesa dell'area urbana di Viipuri. Come già detto, l'inverno 1939/40 fu uno dei più freddi di sempre, ma fino a febbraio il tempo atmosferico aveva giocato a favore dei finlandesi bloccando l'avanzata sovietica con le copiose nevicate arrivate prima del previsto. Tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, invece, il disgelo, che avrebbe aiutato i finlandesi rompendo la crosta di ghiaccio che ricopriva le baie e i laghi e trasformando le pianure in una distesa di fango, arrivò in ritardo. Il ghiaccio, ancora all'inizio di marzo, era sufficientemente spesso e forte da sostenere il peso dei carri armati e il freddo così intenso da richiudere in breve tempo le crepe praticate nel ghiaccio dai guastatori finlandesi.[124] I sovietici poterono, quindi, attraversare il golfo di Finlandia e aggirare le difese di Viipuri da sud-ovest. Per rinforzare le difese sul golfo, il maresciallo Mannerheim decise di affidare la difesa del fronte di Salla, nella Finlandia settentrionale, ai volontari svedesi. Circa 8.000 svedesi e 725 norvegesi rilevarono le posizioni di cinque battaglioni di fanteria finlandesi che, insieme a due batterie di artiglieria, furono dirottate sul golfo. Fu costituito il Gruppo della Costa, sotto il comando del Capo di stato maggiore generale Oesch, comprendente la 4ª divisione e un certo numero di battaglioni e batterie di artiglieria, compresi quelli trasferiti dal nord.[123]

 
Soldati finlandesi in postazione con una mitragliatrice leggera sulla sponda settentrionale della baia di Viipuri

Il 22 febbraio, le truppe sovietiche avevano già occupato l'isola di Peisaari, a nord-ovest di Koivisto e quando i finlandesi si ritirarono sulla "linea T", le isole di Tuppura e Uuras erano ancora nelle loro mani, sebbene al di fuori della "linea T". Tuppura fu attaccata e occupata dai sovietici il 2 marzo e, dopo una serie di attacchi falliti, i sovietici svilupparono un'apposita tattica per prendere le isole: bombardavano l'isola oggetto dell'attacco con l'artiglieria e l'aviazione, quindi la circondavano con i carri armati tagliando fuori i difensori dalla terraferma. I carri stringevano poi l'accerchiamento mentre le fanterie, prima dell'assalto finale, tenevano i difensori costantemente sotto il fuoco dei mortai e delle armi leggere. La tattica fu usata con successo per occupare le isole di Uuras, Teikari e Suonio. Le isole furono usate dai sovietici come base per sbarcare sulla costa finlandese al capo di Vilaniemi e a quello di Haranpaanniemi.[124] Il 4 marzo, partendo dalle isole di Suursaari, Lavansaari e Someri, i sovietici lanciarono un attacco verso le città di Kotka e Hamina attraverso la superficie ghiacciata del golfo. L'avanzata fu fermata dalle batterie costiere finniche, le cui granate, aprirono fratture nel ghiaccio causando numerose vittime fra i sovietici e gettando nel panico i sopravvissuti. Le artiglierie pesanti sovietiche furono quindi dirette contro quelle finlandesi e, il giorno successivo, la 7ª armata aveva fermamente posto piede sulla costa settentrionale della baia di Viipuri tagliando la strada che collegava Viipuri ad Helsinki attraverso Hamina.[125] Lo stesso giorno furono prese d'assalto tutte le restanti isole nella baia che, l'una dopo l'altra, furono abbandonate dai finlandesi. Con la 7ª armata stabilmente insediata sulla costa settentrionale della baia ed in procinto di isolare ed accerchiare da ovest le truppe che difendevano Viipuri, la situazione dell'esercito finlandese era prossima al disastro.[126]

L'armistizio modifica

 
La linea del fronte sull'istmo di Carelia nell'ultimo giorno di guerra, 13 marzo 1940.

All'inizio di marzo, il maresciallo Mannerheim ed il governo finlandese, stavano soppesando le possibilità che la promessa spedizione militare anglo-francese accorresse in aiuto della Finlandia, ma senza alcuna garanzia di successo. Fra l'8 febbraio ed il 7 marzo, la consistenza e la data d'arrivo dell'aiuto promesso variarono considerevolmente. Il 7 marzo, il generale Edmund Ironside, Capo dello Stato maggiore britannico, informò i finlandesi che una forza di 57.000 soldati francesi, britannici e polacchi era pronta per essere inviata, e che il primo scaglione di 15.000 uomini avrebbe raggiunto la Finlandia per la fine di marzo. Ma sia la Svezia che la Norvegia, già dal 2 marzo, avevano rifiutato il permesso di transito attraverso il proprio territorio.[127][128] Sui reali motivi delle promesse anglo-britanniche vi erano ampi sospetti (condivisi sia dalla Finlandia che dagli altri stati scandinavi, nonché dalla Germania), che la promessa d'aiuto fosse dettata dalla convinzione degli alleati che il loro intervento avrebbe portato gli stati scandinavi entro il blocco anti-tedesco, o quanto meno interrotto le forniture di minerali alla Germania dalla Svezia, dalla Norvegia e dalla Finlandia, e che inoltre gli Alleati vedessero di buon occhio un'eventuale continuazione della guerra che avrebbe distrutto l'economia sovietica e quindi ridotto i rifornimenti di materie prime alla Germania, fino alla possibilità che i britannici ottenessero il controllo del Baltico. Perciò, sia il governo tedesco che quello svedese, si adoperarono affinché la Finlandia raggiungesse la pace con l'URSS e il canale utilizzato fu l'ambasciata svedese a Mosca. Tra l'altro, l'URSS, già dal 26 febbraio aveva cercato di giungere ad un accordo con la Finlandia attraverso la mediazione britannica, ma il segretario agli estere britannico, Lord Halifax, aveva rifiutato di trasmettere ai finlandesi le condizioni di pace sovietiche giudicandole inaccettabili. Attraverso la mediazione svedese, il governo sovietico invitò una delegazione finlandese a Mosca per discutere i termini di un armistizio. La delegazione arrivò a Mosca il 7 marzo e di essa faceva parte lo stesso primo ministro Risto Ryti.[129] Considerando la situazione militare, il maresciallo Mannerheim raccomandò al proprio governo di giungere ad un cessate il fuoco prima del collasso definitivo del fronte. Nella notte fra il 9 e il 10 marzo, con l'opposizione di soli due menbri, il governo decise di autorizzare la delegazione a Mosca ad accettare i termini della pace a propria discrezione. Gli anglo-francesi continuarono a pressare i finlandesi affinché richiedessero espressamente il loro aiuto, con la promessa che, in tal caso, la forza di spedizione alleata sarebbe stata inviata anche senza il consenso della Norvegia e della Svezia. Ma, ormai, sia il maresciallo Mannerheim che il ministro Tanner consideravano poco significativo l'aiuto promesso di fronte alla situazione militare. Il mattino dell'11 marzo, il governo ed il Comitato parlamentare per le relazioni con l'estero, concordarono con la proposta del ministro Tanner che i termini di pace avanzati dai sovietici dovessero essere accettati. Il 12 marzo l'accordo fu firmato e il cessate il fuoco entrò in vigore la mattina successiva.[128][129]

La guerra sul mare modifica

L'attività navale durante la guerra fu limitata. Il Mar Baltico incominciò a ghiacciare alla fine di dicembre, rendendo difficile la navigazione delle navi da guerra. A metà inverno, solo i sommergibili e le navi rompighiaccio potevano ancora operare.[130] I russi tentarono di condurre l'attacco contro la Finlandia anche dal mare e, sebbene riuscissero ad occupare alcune isolette al largo della costa finlandese, fallirono nel tentativo di sbarcare sulla terraferma. La Finlandia aveva numerose batterie costiere, in gran parte eredità di quando faceva parte dell'Impero Russo, per difendere le baie più importanti e le basi navali. La flotta sovietica del Baltico bombardò Porvo, circa 20 miglia ad est di Helsinki, e tentò di sbarcare truppe d'assalto, ma fu respinta dal fuoco dei cannoni finlandesi. Anche Turku ed Hanko furono bombardate. Un incrociatore russo fu danneggiato dal fuoco delle batterie costiere e due sottomarini andarono persi. L'aviazione sovietica attaccò navi e baie finlandesi e minò le linee di comunicazione marittima della Finlandia. Ventisei navi da trasporto finlandesi furono affondate.[130][131]

La guerra aerea modifica

 
Polikarpov I-153 Čajka con i colori finlandesi

Il 30 novembre 1940, alle 9,42 del mattino, i bombardieri sovietici attaccarono Viipuri, cogliendo la caccia finlandese di sorpresa. Nello stesso giorno, coperti dal cielo nuvoloso, otto bombardieri russi che dovevano bombardare il porto e i depositi di combustibile vicino Helsinki, mancarono l'obiettivo e colpirono invece la città, uccidendo circa 100 civili e provocando lo sdegno internazionale. Le bombe sovietiche vennero ironicamente battezzate dai finlandesi "ceste del pane di Molotov", dopo che il commissario agli esteri sovietico aveva dichiarato alla radio che gli aerei russi avevano gettato pane su Helsinki, dove la gente moriva di fame. Per economizzare le forze disponibili, ai piloti finlandesi venne raccomandato di attaccare preferibilmente i bombardieri, ingaggiando battaglia con i caccia nemici solo quando strettamente necessario o per proteggere i propri bombardieri e ricognitori. L'indomani si ebbe il primo scontro aereo: il tenente Eino Luukkanen, ai comandi di un Fokker D.XXI, intercettò sopra Koljola due Tupolev SB-2 e ne abbatté uno.[3][8]

 
Edifici distrutti a Helsinki dopo un bombardamento sovietico

Intanto, in soccorso della Finlandia, stavano arrivando aiuti e volontari dall'estero: la Svezia fornì — su base volontaristica — 12 Gloster Gladiator II (biplani a cabina di pilotaggio chiusa armati con quattro mitragliatrici da 7,7 mm e capaci di 407 km/h a 4400 m di quota) e 4 Hawker Hart (vecchio bombardiere leggero monomotore biplano che vola a 300 km/h), con personale di volo e di terra inquadrati nella Flygflottilj 19 (F19) comandata dal maggiore Hugo Beckhammar. La F19 entrò in combattimento all'inizio di gennaio portando a termine 464 sortite in 62 giorni, perdendo 6 aerei, di cui 5 in combattimento, e accreditandosi della distruzione di 8 aerei sovietici (più altri 12 probabili), incluso un quadrimotore Tupolev TB-3 abbattuto vicino a Kemijärvi il 10 marzo;[3][8] la Francia donò 30 Morane-Saulnier MS.406 (monoplano ad ala bassa, carrello retrattile, abitacolo chiuso e una velocità massima di 480 km/h a 5000 m), privi però del cannoncino da 20 mm sparante attraverso il mozzo dell'elica ed armati con sole due mitragliatrici leggere nelle ali, che raggiunsero la Finlandia nel dicembre 1939; la Gran Bretagna donò 24 anziani caccia biplani Gloster Gauntlet II e 10 Gloster Gladiator II (altri 20 vennero invece venduti insieme a 12 bombardieri Bristol Blenheim IV). Invece, i Fiat G.50, comprati dall'Italia e spediti a mezzo ferrovia, vennero bloccati e rispediti indietro dalla Germania, in rispetto del trattato con l'Unione Sovietica, ma due esemplari del caccia italiano raggiunsero comunque la Finlandia nel dicembre 1939 e altri 30 prima della fine della guerra, mentre fra i piloti volontari italiani si distinsero il sergente maggiore Diego Manzocchi, che morì in un incidente, e il tenente colonnello Giuseppe Cesaro. La Finlandia ordinò anche caccia americani Brewster F2A-1 e 44 aerei di questo tipo, facenti parte di un lotto originariamente destinato all'US Navy, riequipaggiati con motori Wright Cyclone da 950 CV (che consentiva loro di toccare i 500 km/h) e armati con quattro mitragliatrici da 12,7 mm, furono consegnati – per ragioni diplomatiche – alla Svezia con la nuova designazione B-239, ma quanto raggiunsero la Finlandia, insieme a 10 Hawker Hurricane ordinati in Gran Bretagna, era però troppo tardi perché potessero partecipare ai combattimenti.[3]

 
Gloster Gladiator della Flygflottilj 19

Mentre i reparti da bombardamento, data la scarsa consistenza numerica, poterono influire poco sulle operazioni aeree, la caccia finlandese fu invece attivissima e, in breve tempo, i Fokker D.XXI diventarono i protagonisti delle battaglie aeree sulla Finlandia, imponendosi tanto ai bombardieri quanto ai caccia sovietici. Contro un nemico numericamente molto superiore, ma deficitario nell'addestramento e poco motivato, i piloti finlandesi ottennero risultati eccezionali: il 1º dicembre vennero abbattuti 10 bombardieri sovietici contro la perdita di un Fokker D.XXI e di un Bristol Bulldog; il 19 dicembre i caccia finlandesi abbatterono ben 13 bombardieri e due caccia avversari senza perdite e quattro giorni dopo 11 bombardieri contro una sola perdita; per la fine dell'anno la Lentolaivue 24 (LeLv 24), la squadriglia di punta della caccia finlandese, aveva abbattuto 54 aerei nemici al prezzo di una sola perdita. Il 6 gennaio 8 Ilyushin DB-3 vennero intercettati, vicino Utti, dal Fokker D.XIII pilotato dal tenente Per-Erik Sovelius, che ne abbatté subito uno. I rimanenti vennero attaccati dal tenente Jorma Sarvanto che, in soli quattro minuti, ne abbatté sei. Il settimo venne abbattuto ancora da Sovelius in prossimità della costa. Il 17 gennaio 25 Tupolev SB vennero intercettati sulla Carelia perdendo nove aerei mentre i rimanenti riuscirono a tornare alle loro basi per quanto seriamente danneggiati. I caccia finlandesi solevano operare da basi disperse, con piste in neve battuta, o dalla superficie dei laghi ghiacciati usando sci al posto delle ruote del carrello. Da queste basi, quando una formazione nemica veniva individuata, i caccia finnici erano diretti via radio in modo da concentrarsi ed attaccare in massa. I piloti dei caccia era stati istruiti ad evitare il combattimento manovrato contro i più lenti ma più agili biplani sovietici I-15 e I-153, preferendo invece sfruttare la maggiore velocità dei loro Fokker. Tuttavia, data la sproporzione delle forze in campo, mentre i sovietici potevano facilmente rimpiazzare le perdite, le forze aeree da caccia finlandesi andarono inesorabilmente esaurendosi col passare dei giorni.[3][8]

In conseguenza delle forti perdite, i bombardieri sovietici vennero man mano dotati di blindature a protezione degli equipaggi, le missioni di bombardamento e appoggio tattico all'esercito vennero condotte sotto forte scorta di caccia e venero messi in linea sempre più numerosi reparti equipaggiati con i più moderni monoplani da caccia Polikarpov I-16. Dal punto di vista finlandese la giornata peggiore fu quella del 29 febbraio, quando 7 caccia finnici vennero abbattuti su Immola dai caccia sovietici. Verso la fine del conflitto, la caccia finlandese si convertì con sempre maggiore frequenza nell'attacco al suolo, nel tentativo di rallentare l'avanzata sovietica.[3][8]

Scrisse Eino Luukkanen:[132]

«La guerra era cambiata radicalmente durante il conflitto. Nelle prime sei settimane di combattimento le nostre perdite erano state minime, le incursioni russe sul territorio finlandese timide e il loro personale di volo aveva evidentemente ricevuto un addestramento estremamente modesto. A dispetto del forte fuoco incrociato che le loro formazioni di bombardieri avrebbero potuto opporre, preferivano più spesso tagliare la corda alla vista di due o tre dei nostri caccia, utilizzando la loro superiore velocità per fuggire... Ma come le settimane passarono incominciammo a capire che i nostri avversari stavano maturando. La loro abilità nel combattimento migliorava e sembrava che l'aggiunta di grandi formazioni di caccia in supporto delle loro azioni avesse rafforzato il loro morale e aumentato il loro spirito combattivo. Mentre noi fin dall'inizio non avevamo che scarne forze da caccia che, senza speranza di poter ricevere rimpiazzi, andavano riducendosi giorno per giorno, la forza della caccia russa aumentava irresistibilmente»

Quando fu firmato l'armistizio, l'Ilmavoimat, che nel corso del conflitto era arrivata a schierare un totale di 287 aerei, dei quali 162 caccia, aveva perso in tutto 62 aerei, contro i 900 aerei perduti dai sovietici. Di questi ultimi, 207 erano stati abbattuti dalla caccia, 314 dalla contraerea e i rimanenti risultavano persi in incidenti.[3][8]

Il sostegno straniero modifica

 
Volontari norvegesi

L'opinione pubblica mondiale si schierò a favore della causa finlandese. La guerra mondiale, dopo l'invasione della Polonia da parte di Hitler e la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna alla Germania, era in una situazione di stallo con le opposte forze che si fronteggiavano lungo le linee Maginot e Sigfrido in quella che fu definita una "guerra per burla". Pertanto l'attenzione dell'opinione pubblica si concentrò sulla Guerra d'inverno. L'aggressione sovietica venne considerata priva di giustificazioni, dato che nessuno si preoccupò di analizzarne le possibili cause, ed aiuti e volontari giunsero in Finlandia tanto dal fronte delle democrazie quanto dall'Italia fascista.[3] Il numero totale dei volontari fu di 11.500 uomini, di cui 8.275 svedesi, 725 norvegesi e 300 statunitensi di origine finnica.[133] La nazione che offrì i maggiori aiuti materiali fu la Francia: 145 aeroplani, 500 pezzi d'artiglieria, 5.000 mitragliatrici, 200.000 granate, 400.000 fucili e 20 milioni di munizioni furono inviati in Finlandia dai francesi.[29]

Il supporto attivo delle grandi potenze democratiche, Gran Bretagna e Francia, fu invece limitato e tardivo. Si formularono piani ambiziosi per l'invio di truppe, che avrebbero dovuto unirsi a quelle finlandesi passando per la Norvegia e la Svezia, e addirittura per il bombardamento dei pozzi petroliferi del Caucaso partendo dalle basi francesi e britanniche nel medio oriente, ma la costituzione di un corpo di spedizione alleato, di circa 57.000 uomini, fu effettivamente decisa soltanto quando ormai la situazione militare finlandese era irrimediabilmente compromessa.[127][134] Tre divisioni britanniche, due battaglioni di truppe alpine francesi, due battaglioni della legione straniera e un battaglione polacco, al comando dall'ammiraglio François Darlan, avrebbero dovuto sbarcare a Narvik e in altre località della costa settentrionale norvegese. Tra l'altro, l'obiettivo non dichiarato del corpo di spedizione era non tanto quello di aiutare la Finlandia, quanto piuttosto cercare di minacciare, o addirittura tagliare, gli indispensabili rifornimenti di minerale ferroso e di nichel che giungevano alla Germania dalla Svezia (ferro), dalla Norvegia (ferro) e dalla Finlandia (nichel) attraverso il porto di Narvik, quello svedese di Luleå, sul Baltico, e quello finlandese di Petsamo. Lo sbarco fu bloccato dall'armistizio tra Finlandia ed URSS, che privava gli Alleati anglo-francesi di un valido pretesto, ma intanto Norvegia e Svezia avevano già negato il permesso di sbarco e di transito alle truppe anglo-francesi. Alla fine reparti inglesi, francesi e polacchi sbarcarono comunque in Norvegia, ma quando già i tedeschi, con l'avvio dell'Operazione Weserübung, avevano dato inizio all'invasione del paese scandinavo. La Norvegia fu occupata dai tedeschi e gli Alleati furono costretti a ritirarsi.[135][136]

Pace di Mosca modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato di Mosca (1940).

Il Trattato di pace di Mosca che pose fine alle ostilità fu firmato il 12 marzo 1940 ed il cessate il fuoco entrò il vigore alle 11.00 del giorno dopo. La Finlandia dovette cedere 64.750 km² di territorio — circa il 10% del territorio finlandese in cui abitava il 12% della popolazione — comprendenti l'istmo di Carelia, con la città e la provincia di Viipuri, una larga fascia di territorio a nord del lago Ladoga, diverse isolette nel golfo di Finlandia, la propria porzione della penisola di Rybachi e un'ampia zona di confine nell'area di Salla e Kuusamo. Inoltre dovette affittare all'URSS, per un periodo di 30 anni, il promontorio di Hanko ed estendere, entro un anno, la ferrovia da Kemijärvi verso la nuova linea di frontiera a Salla per collegarsi con quella esistente in territorio sovietico. Invece, l'area di Petsamo ed il suo porto, che erano stati occupati dai sovietici all'inizio della guerra, rimasero alla Finlandia, che così conservò l'accesso all'oceano Artico.[137]

Conseguenze modifica

 
Pace di Mosca: cessioni territoriali finlandesi

Le perdite finlandesi furono di circa 26.600 morti[5][6][7] (48.243 morti e dispersi secondo stime più recenti[138]) e 43.500 feriti.[5][6][7] Le perdite subite dai sovietici variano dai 50.000 morti e 160.000 feriti ammessi da Molotov[139], ai 200.000 morti stimati dal maresciallo Mannerheim[140] e fino al milione di morti sostenuto da Khrushchev nelle sue memorie.[141]. Stime più attendibili derivate dagli archivi militari dell'URSS, danno le perdite sovietiche a 126.875 morti e dispersi, 264.908 feriti e 5.468 ÷ 5.572 prigionieri.[10][142] I prigionieri di guerra sovietici rilasciati dai finlandesi vennero trasportati in Russia e radunati nel campo di Juski Gork; qui vennero sottoposti ad indagine da parte degli uomini della NKVD per scoprire se ci fossero stati facili cedimenti al nemico, diserzioni o addirittura tradimenti. Alla fine degli interrogatori 500 di essi furono condannati a morte e 354 a pene fra i 5 e gli 8 anni di lavori forzati.[11]

La Guerra d'inverno nella storiografia finlandese e in generale in quella occidentale è tradizionalmente presentata come una lotta condotta dalla Finlandia per la propria indipendenza contro l'imperialismo staliniano, tuttavia nessun documento è stato trovato negli archivi sovietici dopo la dissoluzione dell'URSS che possa supportare l'ipotesi che Stalin intendesse annettere la Finlandia all'Unione Sovietica.[143]
Per la Finlandia la guerra ebbe conseguenze devastanti. Le perdite militari, rapportate alla popolazione, equivalevano ad un milione di morti sovietici. La perdite in risorse economiche e capacità industriali furono severe. Circa 400.000 ÷ 500.000 finlandesi, che abitavano nelle zone annesse dall'Unione Sovietica, lasciarono le loro case e si trasferirono in territorio finlandese. Politicamente, la guerra d'inverno portò dapprima all'isolamento e quindi al riavvicinamento alla Germania nazista, e fu alla base della cosiddetta guerra di continuazione che, il 22 giugno 1941, vide la Finlandia schierata contro l'Unione Sovietica al fianco delle potenze dell'Asse nell'Operazione Barbarossa.[144]

Entrambe le parti basarono le loro decisioni su presupposti sbagliati. La linea finlandese fu decisa in ampia parte dal ministro degli esteri Erkko, secondo il quale le minacce sovietiche erano un bluff, non potendo l'URSS ignorare le conseguenze che la guerra avrebbe avuto sul piano internazionale da parte delle potenze occidentali e della Svezia. I sovietici entrarono in Finlandia pensando che l'esercito finlandese avrebbe offerto al più una resistenza simbolica, mentre la popolazione avrebbe accolto l'Armata rossa a braccia aperte.[145]

A parte le perdite umane, la peggior conseguenza della guerra d'inverno per l'Unione Sovietica fu la perdita di prestigio per l'Armata Rossa. I fallimenti della prima fase della guerra ricevettero maggiore attenzione che non i successi sull'istmo di Carelia dell'ultima fase. Un giornale britannico scrisse che «il vantato valore dell'Armata Rossa si è dimostrato un mito» e Churchill definì l'URSS «un gigante dai piedi d'argilla».
Una sessione speciale del Consiglio militare supremo sovietico ebbe luogo fra il 14 e il 17 aprile 1940 per analizzare i problemi rilevati durante la guerra. In modo particolare fu posta attenzione all'organizzazione delle divisioni di fanteria e delle unità meccanizzate; al basso livello di addestramento al combattimento dei soldati; all'inadeguatezza della potenza di fuoco della fanteria; alla mancanza di abbigliamento invernale e dell'attrezzatura per muoversi sulla neve; alla mancanza di addestramento al combattimento in inverno e ai problemi connessi con l'approvvigionamento delle truppe e la manutenzione dell'equipaggiamento.[146] Il 12 agosto del 1940, il Consiglio approvò una risoluzione che riorganizzò la struttura dell'esercito, ristabilì il comando unificato dei fronti, cambiò il ruolo dei commissari politici (che avevano tentato indebitamente di influenzare le tattiche militari e che furono ridotti al rango di subordinati rispetto ai militari, con l'unico ruolo di provvedere all'indottrinamento politico delle truppe) e riformò le procedure di addestramento. Sull'esempio delle truppe di sciatori finlandesi, che avevano dato un grande vantaggio ai finlandesi in fatto di mobilità, speciali unità su sci furono costituite ed addestrate in Siberia.[147][148]
Una nuova generazione di ufficiali post-rivoluzionari comparve sulla scena per rimpiazzare i loro predecessori. La maggior parte degli ufficiali sopravvissuti alle "purghe" nelle carceri e nei campi di prigionia della Siberia, furono via via reintegrati nelle forze armate. Fra di loro il colonnello Rokossovskij, promosso generale nel giugno 1940, dopo tre anni di carcere, e destinato a diventare maresciallo dell'URSS durante la grande guerra patriottica.[29][149]
Anche se grandi errori furono compiuti dall'Alto comando sovietico ancora nel 1941, essi furono in massima parte diversi da quelli compiuti nella guerra d'inverno e, anche se orrendamente costosi sul piano delle perdite umane, non ebbero esiti fatali.[150]

 
Civili finlandesi lasciano i territori ceduti all'Unione Sovietica nel marzo 1940.

Scrisse il diplomatico americano Charles E. Bohlen: «Fu alcuni anni dopo che realizzai come la guerra di Finlandia, forse moralmente ingiustificata, molto probabilmente salvò l'Unione Sovietica dalla sconfitta contro la Germania. Essa rivelò all'alto comando sovietico, e a Stalin stesso, l'ampiezza delle deficienze dell'Armata Rossa... Grazie alla guerra finnica, furono prese serie misure per rimediare alle sue deficienze e porla in ben migliori condizioni per affrontare l'attacco tedesco nel 1941. Senza la dura lezione della Finlandia, è improbabile che le riforme sarebbero state fatte... Non c'è altro da dire se non che senza queste riforme l'Unione sovietica sarebbe stata schiacciata da Hitler».[151]

Gli eventi militari della guerra d'inverno, ebbero due effetti nella visione degli osservatori stranieri. Innanzi tutto, l'iniziale sconfitta dei russi diede alle potenze occidentali un'impressione completamente falsa di debolezza militare dell'URSS. Poi, i comandi militari delle potenze occidentali, si formarono l'opinione che gli attacchi delle forze corazzate avevano sostanzialmente fallito. Le intelligenti tattiche usate dai finlandesi contro i carri armati e le caratteristiche ambientali del paese, che davano una buona copertura ai difensori ma esponevano i carri all'attacco delle fanterie avversarie, fecero apparire gli attacchi dei carri sotto una cattiva luce sproporzionata rispetto alla realtà.[152]

Più complesso fu l'atteggiamento dei tedeschi: se gli esponenti delle alte gerarchie naziste si mostrarono in generale concordi nel giudizio negativo riguardo le capacità dimostrate dall'Armata Rossa, Hitler, in una lettera a Mussolini dell'8 marzo 1940, scrisse: « ... Le critiche di cui sono stati oggetto i soldati russi in conseguenza delle operazioni fino ad oggi, non sono confermate dalla realtà dei fatti. Considerando le possibilità di approvvigionamento, nessuna potenza al mondo sarebbe stata capace, se non dopo un'accurata preparazione, di ottenere risultati diversi, a 30/40 gradi sotto zero e su un simile terreno, da quelli ottenuti dai russi all'inizio.»[146] Probabilmente la decisione di Hitler di invadere l'URSS (e quindi la sua valutazione della forza dell'Armata Rossa), fu largamente influenzata da considerazioni di tipo razziale basate sul presupposto che la "razza slava" mancasse delle virtù militari del soldato tedesco.[153]

battaglia di viipuri modifica

La battaglia di Viipuri è stata un episodio della guerra d'inverno avvenuto tra il 2 e il 13 marzo 1940.

Contesto modifica

La guerra d'inverno può essere divisa in due fasi distinte. La prima fase iniziò il 30 novembre 1939, quando i sovietici lanciarono l'attacco contro la Finlandia, e continuò fino alla fine di dicembre dello stesso anno; mentre la seconda fase iniziò nel gennaio del 1940 e si concluse con la fine della guerra il 13 marzo 1940.

La prima fase fu caratterizzata da una serie di falliti tentativi dei sovietici di raggiungere una rapida vittoria utilizzando le tattiche della guerra di movimento.[154] Durante tutto il mese di dicembre le forze sovietiche ebbero a soffrire pesanti perdite ottenendo risultati minimi: l'Armata Rossa si mostrò impreparata a combattere contro le posizioni fortificate finlandesi della Linea Mannerheim lungo l'istmo di Carelia e nelle difficili condizioni ambientali e climatiche della Finlandia settentrionale. Al contrario, le ben addestrate ed equipaggiate truppe finlandesi, usando le tattiche della guerriglia condotte da piccole e mobilissime unità su sci e quelle proprie della guerra manovrata, riuscirono a respingere gli attacchi sovietici e a battere ripetutamente le forze avversarie. La marina sovietica riuscì a condurre con successo operazioni anfibie su alcune isole del golfo di Finlandia, ma le difese costiere finlandesi riuscirono a respingere ogni tentativo di sbarco sulla terraferma. Gli attacchi condotti dall'aviazione sovietica (VVS), ostacolati dalle corte giornate invernali e dalle cattive condizioni meteorologiche, non risultarono efficaci, essendo anche condotti con insufficienti accuratezza e concentrazione di forze. Inoltre, quando i sovietici lanciarono l'attacco, la mobilitazione delle forze finlandesi era ormai completata, per cui gli attacchi sulle vie di comunicazione non ottennero gli effetti sperati; mentre gli insediamenti civili e industriali finlandesi risultarono troppo dispersi sul territorio per poter costituire obiettivi significativi per i bombardieri sovietici.[155]

Alla fine di dicembre Stalin, realizzando la difficile situazione delle forze armate sovietiche, riorganizzò il comando militare sovietico ponendo il generale Semën Timošenko al comando di tutte le forze impegnate contro la Finlandia. Timošenko utilizzò il mese di gennaio 1940 per preparare le truppe a combattere nelle difficili condizioni dell'inverno finlandese e decise di rinunciare alle tattiche fino ad allora usate preferendo invece usare la superiorità numerica e di fuoco dell'Armata Rossa per attaccare frontalmente e sfondare le fortificazioni finlandesi sull'istmo di Carelia.[156]
Il 1° febbraio i sovietici ripresero l'offensiva e, per surclassare i finlandesi, ammassarono sull'istmo due armate: la 7ª e la 13ª. La costante pressione dei massicci attacchi condotti dall'artiglieria, dalle forze corazzate e dalla fanteria sovietiche riuscirono a sfondare le difese finlandesi e, per il 2 marzo, le truppe finlandesi si erano dovute ritirare lungo una linea di difesa intermedia, denominata "linea-V", e successivamente lungo la "linea-T", che correva dal golfo di Finlandia fino al fiume Vuoksi, passando per i sobborghi meridionali della città di Viipuri.[157][158]

La battaglia modifica

 
Carri sovietici T-26 in posizione prima di lanciarsi all'attacco

Mentre erano in corso trattative di pace fra finlandesi e russi, con la ritirata di tutte le truppe entro la "linea T", l'alto comando finlandese sperava di poter bloccare l'avanzata sovietica grazie alle forti posizioni difensive che Viipuri offriva, fino al sopraggiungere della primavera che, col disgelo, avrebbe trasformando le pianure in una distesa di acquitrini e fango bloccando o almeno rallentando l'Armata Rossa finché la guerra non fosse arrivata ad una conclusione in un modo o nell'altro.[159]

Il fronte davanti Viipuri era tenuto dalla 3ª e dalla 5ª divisione, fra la baia di Käremäenlahti e Tammisuo. Il 2 marzo, in questo settore, la 7ª armata sovietica riuscì ad inserire un cuneo nella linea finlandese a Huhtiala, immediatamente a sud del sobborgo di Kolikkoinmäki e, fra il 5 ed il 7 marzo, i sovietici attaccarono decisamente le posizioni della 3ª divisione riuscendo a penetrare le difese. Poiché la 3ª divisione non sembrava in grado di arginare la penetrazione sovietica e tenere la linea, quasi tutte le riserve del I e del II corpo furono impegnate in combattimento nell'area.[160]

L'11 marzo fu approvato un nuovo piano operativo delle forze sovietiche immediatamente ad est della città: il L Corpo di fanteria aveva il compito di attaccare dalla stazione ferroviaria di Tali verso Juustila e il XXXIV Corpo di fanteria quello di spezzare le difese finlandesi a Tammisuo, raggiungere il canale Saima, e attaccare sul fianco sinistro le forze finlandesi che difendevano Viipuri attraverso il parco Monrepos, alla periferia nord della città.[161] Il mattino del 13 Marzo, unità della 123ª divisione, con l'appoggio della 20ª brigata corazzata, raggiunsero l'area di Portinhoikka, mentre l'84ª e la 100ª divisione arrivarono al lago Kärstilänjärvi.[162]

Intanto l'11 marzo, sul fronte di Viipuri, due ulteriori penetrazioni sovietiche convinsero il comando finlandese della necessità di accorciare la linea tenuta dalla 3ª divisione facendola arretrare a ridosso della città, ma il maresciallo Mannerheim, considerando che i negoziati di pace sembravano essere arrivati allo stadio finale, negò la propria autorizzazione chiedendo, invece, alla 3ª divisione di mantenere le posizioni almeno fino alla sera successiva. Durante la notte dello stesso giorno, la 7ª armata spezzò le linee finlandesi fra Kesämaa e l'isola di Porkka, a sud-ovest di Viipuri, e il giorno successivo lanciò un massiccio attacco contro la 3ª e la 5ª divisione riuscendo a penetrare in più punti fra Karjala e Tammisuo, avanzando poi verso ovest e sud-ovest e minacciando di circondare la 3ª divisione. Gli esausti reparti finlandesi non furono in grado di condurre contrattacchi per chiudere le falle che si erano aperte nelle difese e nel tardo pomeriggio, il comandante del II Corpo finlandese, generale Öhquist, ricevette il permesso di arretrare le proprie truppe dai sobborghi meridionali della città su una linea difensiva che correva dal porto, ad ovest, alla stazione ferroviaria, ad est, attraverso la collina di Patterimäki. Le ultime unità finlandesi si ritirarono dalla parte meridionale della città all'alba del 13 marzo, dopo aver dato alle fiamme gli edifici in legno, mentre le forze sovietiche continuarono ad avanzare prendendo contatto con le difese finlandesi della collina di Patterimaki poco prima che l'armistizio, firmato la notte precedente, entrasse in vigore alle 12.00, ora di Mosca. Il centro della città rimase quindi in mani finlandesi fino alla fine della guerra e il generale Öhquist poté assistere all'ultima parata delle sue truppe, nel cortile interno del castello di Viipuri, prima che la bandiera finlandese venisse ammainata e le unità si mettessero in marcia verso la nuova frontiera il mattino del 14 marzo.[162][163]

battaglia della baia di viipuri(1940) modifica

La battaglia della baia di Viipuri è stata un episodio della guerra d'inverno avvenuto tra il 2 e il 13 marzo 1940.

Contesto modifica

La guerra d'inverno può essere divisa in due fasi distinte. La prima fase iniziò il 30 novembre 1939, quando i sovietici lanciarono l'attacco contro la Finlandia, e continuò fino alla fine di dicembre dello stesso anno; mentre la seconda fase iniziò nel gennaio del 1940 e si concluse con la fine della guerra il 13 marzo 1940.

La prima fase fu caratterizzata da una serie di falliti tentativi dei sovietici di raggiungere una rapida vittoria utilizzando le tattiche della guerra di movimento.[154] Durante tutto il mese di dicembre le forze sovietiche ebbero a soffrire pesanti perdite ottenendo risultati minimi: l'Armata Rossa si mostrò impreparata a combattere contro le posizioni fortificate finlandesi della Linea Mannerheim lungo l'istmo di Carelia e nelle difficili condizioni ambientali e climatiche della Finlandia settentrionale. Al contrario, le ben addestrate ed equipaggiate truppe finlandesi, usando le tattiche della guerriglia condotte da piccole e mobilissime unità su sci e quelle proprie della guerra manovrata, riuscirono a respingere gli attacchi sovietici e a battere ripetutamente le forze avversarie. La marina sovietica riuscì a condurre con successo operazioni anfibie su alcune isole del golfo di Finlandia, ma le difese costiere finlandesi riuscirono a respingere ogni tentativo di sbarco sulla terraferma. Gli attacchi condotti dall'aviazione sovietica (VVS), ostacolati dalle corte giornate invernali e dalle cattive condizioni meteorologiche, non risultarono efficaci, essendo anche condotti con insufficienti accuratezza e concentrazione di forze. Inoltre, quando i sovietici lanciarono l'attacco, la mobilitazione delle forze finlandesi era ormai completata, per cui gli attacchi sulle vie di comunicazione non ottennero gli effetti sperati; mentre gli insediamenti civili e industriali finlandesi risultarono troppo dispersi sul territorio per poter costituire obiettivi significativi per i bombardieri sovietici.[155]

Alla fine di dicembre Stalin, realizzando la difficile situazione delle forze armate sovietiche, riorganizzò il comando militare sovietico ponendo il generale Semën Timošenko al comando di tutte le forze impegnate contro la Finlandia. Timošenko utilizzò il mese di gennaio 1940 per preparare le truppe a combattere nelle difficili condizioni dell'inverno finlandese e decise di rinunciare alle tattiche fino ad allora usate preferendo invece usare la superiorità numerica e di fuoco dell'Armata Rossa per attaccare frontalmente e sfondare le fortificazioni finlandesi sull'istmo di Carelia.[156]
Il 1° febbraio i sovietici ripresero l'offensiva e, per surclassare i finlandesi, ammassarono sull'istmo due armate: la 7ª e la 13ª. La costante pressione dei massicci attacchi condotti dall'artiglieria, dalle forze corazzate e dalla fanteria sovietiche riuscirono a sfondare le difese finlandesi e, per il 2 marzo, le truppe finlandesi si erano dovute ritirare lungo una linea di difesa intermedia, denominata "linea-V", e successivamente lungo la "linea-T", che correva dal golfo di Finlandia fino al fiume Vuoksi, passando per i sobborghi meridionali della città di Viipuri.[157][158]

La battaglia modifica

 
Soldati finlandesi in postazione con una mitragliatrice leggera sulla sponda settentrionale della baia di Viipuri

Quando la 4ª divisione, che presidiava il fianco destro delle difese finlandesi, si ritirò sulla "linea V" e le batterie costiere sull'isola di Koivisto furono abbandonate, la baia di Viipuri incominciò a giocare un ruolo decisivo nella difesa della città di Viipuri.

Secondo i piani dell'offensiva sovietica, il X e il XXXIV Corpo avrebbero dovuto raggiungere l'isola di Uuras e assistere le truppe impegnate contro l'area urbana di Viipuri; tuttavia l'accanita resistenza finlandese indusse il genrale Mereckov a cercare una diversa soluzione. Attingendo alle forze della 7ª armata e a quelle della riserva del Comando supremo sovietico, Mereckov formò, con la 86ª, 173ª e 91ª divisione motorizzata, il XVIII Corpo, posto al comando del generale Kuročkin, assegnandogli il compito di attraversare la baia e circondare Viipuri da nord-ovest insieme alle truppe della 70ª divisione di fanteria. I piani finlandesi per la difesa della baia, preparati prima della guerra, erano basati solo su uno scenario bellico estivo e si limitavano a prevedere azioni condotte dalla flotta sovietica del Baltico e tentativi di sbarco sulla costa.[164] Ma l'inverno 1939/40 fu uno dei più freddi di sempre, con temperature medie intorno ai -30°C e punte fino a -70°C, e se fino a febbraio il tempo atmosferico aveva giocato a favore dei finlandesi bloccando l'avanzata sovietica con le copiose nevicate arrivate prima del previsto, invece, tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, il disgelo, che avrebbe aiutato i finlandesi rompendo la crosta di ghiaccio che ricopriva le baia, arrivò in ritardo: il ghiaccio, ancora all'inizio di marzo, era sufficientemente spesso e forte da sostenere il peso dei carri armati e il freddo così intenso da richiudere pressoché immediatamente le crepe praticate nel ghiaccio dai genieri finlandesi.[165] I sovietici poterono, quindi, attraversare il golfo di Finlandia e aggirare le difese di Viipuri da sud-ovest cogliendo di sorpresa i finlandesi.[123]

Per rinforzare le difese sul golfo, il maresciallo Mannerheim decise di affidare la difesa del fronte di Salla, nella Finlandia settentrionale, ai volontari svedesi. Circa 8.000 svedesi e 725 norvegesi rilevarono le posizioni di cinque battaglioni di fanteria finlandesi che, insieme a due batterie di artiglieria, furono dirottate sul golfo. Fu costituito il Gruppo della Costa, sotto il comando del Capo di stato maggiore, generale Oesch, comprendente la 4ª divisione e un certo numero di battaglioni e batterie di artiglieria, compresi quelli trasferiti dal nord.[123][164]

Il 22 febbraio, le truppe sovietiche avevano già occupato l'isola di Peisaari, a nord-ovest di Koivisto e quando i finlandesi si ritirarono sulla "linea T", le isole di Tuppura e Uuras erano ancora nelle loro mani, sebbene al di fuori della "linea T". Tuppura fu attaccata dai sovietici il 2 marzo e la guarnigione finlandese del forte, dopo aver esaurito le munizioni dei cannoni da 153 mm, combatte come truppa di fanteria. I sovietici catturarono l'isola di Kuninkaansaari, a nord di Tuppura, tagliando così la strada della ritirata ai finlandesi. L'86ª divisione, con l'ausilio di truppe di sciatori, circondò l'isola e all'imbrunire i finnici iniziarono a ritirarsi: solo 650 uomini su 800 raggiunsero la sponda settentrionale della baia, mentre 60 soldati sovietici morirono e 260 restarono feriti. Dopo una serie di attacchi falliti, i sovietici svilupparono un'apposita tattica per prendere le isole: bombardavano l'isola oggetto dell'attacco con l'artiglieria e l'aviazione, quindi la circondavano con i carri armati tagliando fuori i difensori dalla terraferma. I carri stringevano poi l'accerchiamento mentre le fanterie, prima dell'assalto finale, tenevano i difensori costantemente sotto il fuoco dei mortai e delle armi leggere. la tattica fu usata con successo per occupare le isole di Uuras e Suonio.[164][165]

Il 4 marzo i sovietici lanciarono un attacco verso la costa settentrionale attraverso la superficie ghiacciata della baia: l'86ª divisione, con l'ausilio del 28° reggimento corazzato, stabilì due teste di ponte ai capi Vilaniemi e Häränpääniemi; mentre la 70ª divisione, dopo aver catturato le isole di Teikari e Melansaari, proseguì l'avanzata fino ad occupare il villaggio di Nisalahti sulla terraferma, presto seguita dalle truppe della 173ª divisione per rinforzare e tenere il settore. Lo stesso giorno furono prese d'assalto tutte le restanti isole nella baia che, l'una dopo l'altra, furono abbandonate dai finlandesi. Tutti i contrattacchi finlandesi fallirono e il 9 marzo la 7ª armata aveva fermamente posto piede sulla costa settentrionale della baia di Viipuri, tagliando l'autostrada che collegava Viipuri ad Helsinki attraverso Hamina.[164][166] La situazione ad est del capo Vilaniemi era meno critica per i finlandesi: le truppe della 4ª divisione, grazie alla loro forte esperienza di combattimento, erano riuscite a contenere gli attacchi portati da tre divisioni sovietiche; tuttavia erano state costrette ad abbandonare le isole della baia e ad attestarsi sulla costa settentrionale. Con la 7ª armata ormai stabilmente insediata sulla costa settentrionale della baia ed in procinto di isolare ed accerchiare da ovest le truppe che difendevano Viipuri, la situazione dell'esercito finlandese era ormai prossima al disastro quando intervenne l'armistizio del 13 marzo 1940.[164][167]

Note modifica

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  148. ^ Earl Frederick Ziemke, The Red Army, 1918-1941: From Vanguard of World Revolution to Us Ally, Frank Cass Publishers, 2004, p. 239. ISBN 0714655511
  149. ^ Roberts, p. 53
  150. ^ Robert D. Lewallen, The Winter War: The United States And The Impotence of Power Alyssiym Publications/Lulu.com, 2010, p. 86, ISBN 0557738121
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  153. ^ Buell, p. 90
  154. ^ a b Bozek, p. 30.
  155. ^ a b Bozek, pp. 30, 31.
  156. ^ a b Bozek, p. 32.
  157. ^ a b Keravuori, p. III-38.
  158. ^ a b Bozek, p. 33.
  159. ^ Keravuori, p. III-40.
  160. ^ Keravuori, p. III-41.
  161. ^ Irincheev, p. 193.
  162. ^ a b Irincheev, p. 194.
  163. ^ Keravuori, p. III-42.
  164. ^ a b c d e Irincheev, p. 193.
  165. ^ a b Keravuori, p. III-44.
  166. ^ Keravuori, p. III-45.
  167. ^ Keravuori, pp. III-48, III-49.

Note al testo modifica

  1. ^ Comandante del Distretto militare di Leningrado e poi comandante della 7ª armata dall'inizio della guerra.
  2. ^ Commissario alla difesa e comandante del fronte nord-occidentale (finlandese), dall'8 gennaio 1940.
  3. ^ Da 450.000 a 540.000 uomini (a seconda delle fonti) dispiegati il 30 novembre 1939, e 900.000 uomini dispiegati il 3 febbraio 1940.
    (Keravuori, allegati 3.1, 3.2.)
  4. ^ 2.485 carri armati dispiegati il 30 novembre 1939, e 1.500 il 3 febbraio 1940.
    (Keravuori, allegati 3.1, 3.2.)
  5. ^ 670 aerei dispiegati il 30 novembre 1939, e 1.000 il 3 febbraio 1940.
    (Keravuori, allegati 3.1-3.2.)
  6. ^ Numero di carri armati distrutti rivendicato dai finlandesi. A questi andrebbero aggiunti altri 1.700 carri perduti per cause tecniche, portando il totale a circa 3.500 carri.
    (Zubov, op. cit., p. 24.)
  7. ^ Le isole Åland, sotto sovranità finlandese ma con popolazione quasi esclusivamente di lingua svedese, erano, in forza di un trattato internazionale, smilitarizzate. Svezia e Finlandia avevano avviato trattative per fortificare le isole nel timore che potessero facilmente cadere nelle mani di una potenza straniera rappresentando così una minaccia per ambedue le nazioni e per la loro politica di neutralità. Tuttavia, mentre la Svezia era convinta che la fortificazione delle isole dovesse avvenire con l'accordo dell'URSS, la Finlandia si era decisamente opposta ad una tale eventualità causando il ritiro della Svezia dalle trattative.
    (Max Jakobson, Finland in the New Europe, ABC-CLIO, 1998, p. 24. ISBN 0275963713)
  8. ^ "In caso di riassetto politico e territoriale nelle aeree appartenenti agli Stati Baltici — Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania — la frontiera settentrionale della Lituania dovrà rappresentare la frontiera delle sfere d'influenza fra Germania e Unione Sovietica". In seguito questa clausola fu modificata in modo da portare la Lituania nella zona d'influenza sovietica e in quella tedesca quella parte dei territori polacchi compresi fra la Vistola e il Bug che erano stati occupati dai sovietici.
    (Lunde, p. 11.)
  9. ^ La regione ed il fiordo di Petsamo, con il suo porto sempre libero dai ghiacci, erano sempre stati territorio russo, ma erano stati ceduti alla Finlandia nel 1920 con l'impegno formale di questa a non ospitare, o consentire l'attracco, a navi da guerra.
  10. ^ Stalin spiegò a Paasikivi le ragioni sovietiche con queste parole:
    «Non è colpa di nessuno di noi se la situazione geografica è quella che è. Noi dobbiamo essere in grado di sbarrare l'entrata al golfo di Finlandia in caso di necessità. Se l'approccio navale verso Leningrado non corresse lungo le vostre coste, noi non avremmo avuto la più esile motivazione per sollevare la questione. Il vostro memorandum è unilaterale e troppo ottimistico. Noi dobbiamo considerare anche la peggiore delle ipotesi. La Russia zarista aveva le fortezze di Porkkala e Naissaar con i lori cannoni da 300 mm, ed anche la base navale di Tallinn. A quel tempo era impossibile per un nemico passare attraverso l'imbocco del golfo. Noi non chiediamo né Porkkala né Naissaari, perché sono troppo vicine alle capitali di Finlandia ed Estonia. D'altra parte, un efficace sbarramento può essere creato fra Hanko e Paldiski. È una legge della strategia navale che il passaggio nel golfo di Finlandia può essere bloccato dal fuoco incrociato di batterie poste su entrambe le coste all'imbocco del golfo. Il vostro memorandum suppone che un nemico non possa penetrare nel golfo, ma una volta che una flotta ostile fosse nel golfo, il golfo non potrebbe più essere difeso. Voi chiedete quale potenza potrebbe attaccarci? Inghilterra o Germania. Noi adesso siamo in buone relazioni con la Germania, ma tutto può cambiare in questo mondo. Yudenich attaccò attraverso il golfo di Finlandia ed in seguito i Britannici fecero lo stesso. Questo può accadere di nuovo. Se voi avete timore di concederci basi sulla terraferma, noi possiamo scavare un canale attraverso l'istmo di Hanko, ed allora la nostra base non sarebbe più sulla vostra terraferma. Per come stanno le cose ora, sia l'Inghilterra che la Germania possono inviare grandi unità navali all'interno del golfo. Io dubito che voi sareste in grado di evitare una crisi in tal caso. L'Inghilterra sta giusto pressando la Svezia per ottenere delle basi. La Germania sta facendo altrettanto. Quando la guerra fra le due sarà finita, la flotta del vincitore verrà nel golfo. Voi chiedete perché noi vogliamo Koivisto? Vi dirò il perché. Io chiesi a Ribbentrop perché la Germania fece guerra alla Polonia e la risposta fu: "Dovevamo allontanare la frontiera polacca da Berlino". Prima della guerra la distanza di Poznan da Berlino era di circa 200 km, ora è stata spostata 300 km più ad est. Noi chiediamo che la distanza fra Leningrado e la frontiera sia di 70 km. Questa è la nostra richiesta minima, e voi non dovete pensare che noi siamo preparati a ridurre questa distanza un pezzo alla volta. Noi non possiamo spostare Leningrado, perciò si deve spostare la frontiera. Riguardo Koivisto, dovete considerare che se cannoni da 150 mm fossero piazzati lì, potrebbero impedire qualsiasi movimento della nostra flotta all'estremità del golfo. Noi chiediamo 2700 km² e ne offriamo più di 5500 in cambio. Un'altra grande potenza farebbe altrettanto? No. Noi siamo semplicemente gli unici».
    (Tanner, pp. 27-28.)
  11. ^ La Finlandia aveva presentato una formale petizione per l'indipendenza alla Russia sovietica, petizione approvata dal Consiglio dei Commissari del Popolo il 31 dicembre 1917 e suggellata da una stretta di mano fra Lenin e il rappresentante finlandese Pehr Edvind Svinhufund.
    (Lunde, p. 8.)
  12. ^ Quando il 30 novembre, di primo mattino, il ministro degli interni Urho Kekkonen telefonò al primo ministro Cajander per avvertirlo dell'inizio dell'attacco sovietico e chiedere un'immediata riunione del governo, Cajander rispose stupito: «Intende veramente dire che dobbiamo riunirci prima dell'orario d'ufficio?».
    (Venviläinen, p. 47.)
  1. ^ Commissario alla difesa fino all'8 gennaio 1940.
  2. ^ 130.000 uomini prima della mobilitazione, fra i 260.000 e i 300.000 uomini all'inizio della guerra, circa 360.000 uomini come schieramento massimo.
    (Venviläinen, pp. 50-52.; Keravuori, p. III-2.)

Bibliografia modifica

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