Casino di caccia modifica

Hunting lodge modifica

A hunting lodge is a small country property specifically used for organising hunting parties. It can also be called a hunting box, shooting box or shooting lodge.

Such places might be quite separate or detached from the main property, or in a different part of the country.

 
Chatelherault, built by William Adam in 1743 as the duca di Hamilton hunting lodge.

The lodge may have a special room for hanging game and a gun room where guns were lodged and ammunition stored.

Regina Elisabetta I Hunting Lodge, formerly known as The Great Standing, is located in Epping Forest. It is an example of such a Tudor installation.[1]

Note modifica

  1. ^ Lisa Gazeley, Queen Elizabeth's Hunting Lodge, su City of London official website, City of London, 16 dicembre 2010. URL consultato il 31 maggio 2011.

Tacchino alla canzanese modifica

TACCHINO ALLA CANZANESE
Origini
Luogo d'origine  Italia
RegioneAbruzzo
Zona di produzioneCanzano
Dettagli
Categoriasecondo piatto
RiconoscimentoP.A.T.
SettoreProdotti della gastronomia

Il tacchino alla canzanese è un piatto tipico abruzzese, diffuso soprattutto nella provincia di Teramo.

Il tacchino viene servito freddo, insieme alla gelatina ottenuta facendo riposare e raffreddando il brodo di cottura dello stesso.

L'animale, pulito, disossato e cucito per evitarne il disfacimento, viene sottoposto ad una lunga cottura in acqua insieme con le ossa frantumante. Al termine il brodo di cottura, filtrato e raffreddato, si trasforma in gelatina.

Questa pietanza è diffusa e commercializzata in tutto il teramano, anche se la ricetta industriale differisce da quella tradizionale.

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Collegamenti esterni modifica

  • Tacchino alla canzanese, su la cucina teramana, Provincia di Teramo, Provincia di Teramo. URL consultato il 29 gennaio 2011.
  • Il Tacchino alla Canzanese, su tacchinoallacanzanese.it, Consorzio del Tacchino alla Canzanese, Consorzio del Tacchino alla Canzanese. URL consultato il 29 gennaio 2011.

Gastronomia teramana modifica

La gastronomia teramana è sorprendentemente ricca e varia e trae da antichissime tradizioni contadine i suoi inconfondibili profumi e sapori. È caratteristica del territorio e dei centri più vicini alla città di Teramo e si differenzia dalle tradizioni culinarie dell'area costiera della Provincia di Teramo e del resto dell'Abruzzo.

Primi piatti modifica

Virtù modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Virtù (cucina teramana).

Un vero e proprio rituale propiziatorio si celebra all'arrivo della primavera, ogni primo maggio, con la preparazione delle Virtù, un piatto le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando, alla fine dell'inverno, le contadine univano alle primizie portate dalla buona stagione ciò che era rimasto nelle dispense delle scorte invernali.

La preparazione, che secondo la tradizione dura tre giorni e tre notti, è estremamente laboriosa perché i numerosi ingredienti (fave e piselli freschi, lenticchie, ceci, fagioli, indivia, carciofi, spinaci, cicoria, bietole, cime di rape, cuori di sedano, zucchine, aglio, cipolla, erbe aromatiche, prosciutto, cotenna, orecchio e piedini di maiale, cotiche, “pallottine”) vanno cotti separatamente, e solo alla fine si possono amalgamare con la pasta, di vari tipi e colori, che dovrebbe essere fresca anche se sono molto comuni le paste secche ed i tortellini, nonostante i puristi storcano il naso.

Le famiglie che ancora seguono la tradizione donano e scambiano le Virtù che vengono confrontate e giudicate; al giorno d'oggi, però, gran parte dei teramani si affida ai ristoranti che, ogni primo maggio, ne vendono grandi quantità.

Maccheroni alla chitarra modifica

Un altro piatto principe della cucina teramana sono i maccheroni alla chitarra o "chitarra con le pallottine", nonostante il nome si tratta di una sorta di spaghetti a sezione quadrata che si ottengono pressando la sfoglia di pasta sulla chitarra: un attrezzo tradizionale abruzzese costituito da fili d'acciaio tesi, accostati parallelamente, su una intelaiatura di legno.

L'eccezionalità di questo piatto è nel sugo ricco di carne sotto forma di pallottine: piccolissime polpettine di carne mista preparate a mano e fatte soffriggere.

Scrippelle modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Scrippelle.

Oltre alle pallottine, un elemento caratterizzante della cucina teramana sono le scrippelle: sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; tanto simili alle ‘crepes' dei francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltralpe al seguito dei loro eserciti.

Le scrippelle sono alla base di due dei piatti fondamentali della cucina teramana: le straordinarie scrippelle mbusse: cioè bagnate, immerse in un leggero brodo di gallina dopo essere state cosparse di parmigiano ed arrotolate, ed il scrippelle|timballo di scrippelle, dove sostituiscono la pasta sfoglia nel separare gli strati di ingredienti: poco sugo, tante “pallottine” e tutto ciò che il gusto e l'esperienza della cuoca suggeriscono.

Zuppa di ceci, funghi e castagne modifica

Un primo piatto caratteristico del teramano è la "Zuppa di ceci, funghi e castagne".

Maccheroni con le ceppe modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ceppe.

Particolari e tipici della cucina di Civitella del Tronto sono i caratteristici maccheroni con le ceppe, così denominati perché si tratta di grossi fusilli fatti a mano arrotolando la pasta intorno a un bastoncino.

Questo storico piatto di Civitella del Tronto è stato inventato in tempi di guerra dai cuochi civitellesi che, pur non avendo molto tempo per cucinare bene la pasta ai soldati, hanno creato e dato vita a questo piatto unico. Tuttora viene servito a tavola nei ristoranti della zona e ci sono addirittura delle signore che sanno cucinare questo piatto come si faceva all'epoca.

Secondi piatti modifica

Mazzarelle modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Mazzarelle.

Le saporite mazzarelle: una foglia di lattuga legata con un budellino che avvolge pezzetti di coratella d'agnello (fegato, cuore e polmoni), con cipolla, aglio e prezzemolo, possono essere semplici o con il pomodoro.

‘Ndocca ‘Ndocca modifica

E poi le ‘Ndocca ‘Ndocca, il classico piatto povero dei contadini nel quale si utilizzano tutte le parti del maiale (orecchie, muso, cotenna, piedi, costate) che non possono diventare prosciutti o salumi.

Ventricina teramana modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ventricina.

Tacchino alla canzanese modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tacchino alla canzanese.

Diffuso in tutta la zona del teramano. La lavorazione e preparazione di tale piatto tipico secondo l'autentica ricetta non è nota a tutti, nonostante sia commercializzato al di fuori del Comune di Canzano. Tale ricetta infatti presenta lavorazioni difformi dalla lavorazione autentica perfezionata da Gaetano Contrisciani nel secolo scorso.

Filetto alla borbonica modifica

Un altro piatto storico di Civitella del Tronto è il filetto alla borbonica, una sorta di panino preparato con una fetta di pane sulla quale viene messa una fetta di carne che, a sua volta, viene ricoperta con una mozzarella e filetti di acciuga e insaporita con marsala.

Spezzatino alla Franceschiello modifica

Sempre connesso con la Fortezza di Civitella del Tronto lo spezzatino alla Franceschiello, così denominato dall'ultimo Re Francesco II di Borbone, realizzato con pollo o agnello e insaporito con vino e sottaceti.

Dolci modifica

Caggionetti modifica

Parlando di dolci, si ricordano i "Caggionetti", tipico dolce abruzzese a forma di raviolo: una sfoglia leggerissima contiene un ripieno che, nei Caggiunitt‘ teramani è a base di castagne, insieme ai classici cioccolato, mandorle tostate, cedro candito, buccia di limone, rum e cannella.

Pepatelli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pepatelli.

Li pappatill o "Pepatelli", (anche questi tipici del periodo natalizio come i "Calcionetti") sono preparati con farina mista bianca e integrale, mandorle miele e pepe in polvere con l'aggiunta di scorza d'arancia. Li pappatill risultano durissimi per cui vengono tagliati in fette sottilissime che hanno una forma che ricorda i cantucci toscani.

Sfogliatelle modifica

Ancora Li sfujatell "Le sfogliatelle", che si differenziano da tutte le altre perché anticamente venivano preparate dalle pazienti massaie, con la marmellata d'uva fatta in casa; al giorno d'oggi si utilizzano anche altre marmellate. Si aggiungono mandorle e cacao in polvere e questo ripieno va poi messo dentro una sfoglia che una volta cotta avrà la tipica forma di mezza luna sfogliata.

Vini modifica

Sulle colline tramane si coltivano i tipici vitigni abruzzesi: il Montepulciano d'Abruzzo rosso o cerasuolo ed il Trebbiano d'Abruzzo bianco; il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG è considerato uno dei i migliori vini della penisola.

Olio modifica

In Provincia di Teramo si produce anche un eccellente olio di oliva, in particolare il Pretuziano delle Colline Teramane DOP.

Chiesa di Santa Maria de Praediis modifica

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Santa Maria de Praedis.
Stato  Italia
Regione  Abruzzo
LocalitàTeramo
ReligioneCattolica
DiocesiTeramo-Atri
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzionesecoli X-XI

La chiesa di Santa Maria de Praediis o in Praediis (dal latino praedium = fondo, podere, cioè tra i campi) si trova, appunto, ad una qualche distanza dagli abitati delle Frazioni di Pantaneto e Castagneto del comune di Teramo.

L'edificio ha facciata a capanna sormontata da un campanile a vela, la copertura è a capriate, l'interno è suddiviso in tre piccole navate.

Due colonne e quattro pilastri che sostengono quattro arcate per lato, è presente un'abside.

E' una delle chiese più antiche della provincia di Teramo, Santa Maria de Praediis è citata nella bolla papale del 27 novembre 1153 di Anastasio IV.

E' stata costrutita nei secoli X-XI con materiali di spoglio provenienti, probabilmente, dal castello medievale ora scomparso che dominava Pantaneto e da ville romane o forse da un tempio di Vesta o della dea Feronia.

 
Santa Maria de Praedis.

Infatti si possono osservare frammenti di cornici romane e fregi di ispirazione bizantina, i fusti delle colonne sono costituite da rocchi romani e ci sono capitelli di varia fattura, sia romani (uno tuscanico posto a base di una colonna e uno corinzio che sostiene l'altare) che di epoca successiva (uno figurato romanico, un altro barbarico squadrato).

Sono visibili vari resti di affreschi, in particolare, in fondo a destra una Madonna con Bambino del settecento e, sulla sinistra, un pregevole San Sebastiano della fine del cinquecento.

Gran parte delle caratteristiche originali dell'edificio sono andate perse a causa degli interventi di restauro che, nei secoli, si sono succeduti in gran nunero. Una lapide nell'abside ricorda una ristrutturazione del 1597, quando l'interno fu affrescato. In occasione dell'ultimo restauro del 1977, dopo un periodo di abbandono, sono state consolidate le strutture e rifatta la copertura.

Bibliografia modifica

  • Giulio Di Francesco, La chiesa di S. Maria de Praediis in Castagneto, Teramo, Artigianella, 1988;
  • Francesco Aceto, Chiesa di Santa Maria in Praediis, in Teramo e la valle del Tordino, Teramo, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, 2006, (Documenti Abruzzo teramano, 7), pp. 366-367;


Collegamenti esterni modifica

Landolfo IV di Benevento modifica

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Antico porto di Atri modifica

Sulla costa dell'Adriatico, in provincia di Teramo, tra Silvi Marina e Pineto, nelle acque antistanti la Torre di Cerrano, a meno di un chilometro dalla battigia, su un fondale sabbioso tra 5 e 15 metri, giacciono le rovine sommerse dell’antico porto di Atri: i resti di un molo a forma di "L", opere murarie, lastroni in pietra d’Istria, colonne e vari manufatti[1] [2].

Le immersioni sono difficoltose per la sabbia del fondale che spesso riduce a pochi centimetri la visibilità.

Storia modifica

Note modifica

  1. ^ PROPOSTA DI LEGGE...Istituzione del parco marino "Torre di Cerrano"
  2. ^ Glauco Angeletti, Primi rilievi su strutture sommerse antistanti la Torre di Cerrano, in Cerrano ieri e oggi, p. 120.

Bibliografia modifica

  • Marcello Sgattoni e Pino Zanni Ulisse (a cura di), Cerrano ieri e oggi, Teramo, Amministrazione Provinciale di Teramo, settembre 1983.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Hatria, su Patrimonio culturale - Siti Archeologici Provincia di Teramo, Regione Abruzzo, 3. URL consultato il 9 settembre 2008.
  • La storia di Atri, su comune.atri.te.it, Comune di Atri, 4. URL consultato il 16 settembre 2008.


Monti Gemelli modifica

I Monti Gemelli sono un piccolo massiccio montuoso formato da due rilievi: Montagna dei Fiori e Montagna di Campli; si eleva all'interno del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel territorio della provincia di Teramo, in Abruzzo; una pendice si spinge nel comune di Ascoli Piceno (Marche).

Posto all'estremità orientale della catena dei Monti della Laga, si differenzia profondamente da questa per le caratteristiche orogenetiche.

Il nome deriva dal fatto he i due rilievi, visti dalla Valle del Tordino, mostrano sagome simili.

Battaglia (Campli) modifica

Battaglia
frazione
 
Battaglia – Veduta
La chiesa parrocchiale nel 1928.
Localizzazione
Stato  Italia
Regione  Abruzzo
Provincia  Teramo
Comune  Campli
Territorio
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1

Battaglia è una frazione in comune di Campli, si trova sud versante sud della Montagna di Campli, a m. 692 s.l.m.

Secondo Niccola Palma il nome deriverebbe da una sanguinosa battaglia medievale.

Chiesa di S.Giacomo modifica

La chiesa di San Giacomo, con la sua copertura a capanna, domina dall'alto l'abitato. Distrutta durante la Seconda guerra mondiale è stata ricostruita del 1957. Una piccola scalinata conduce al semplice portale ad arco a tutto sesto. Sulla sinistra è posto il campanile a guglia, in laterizio, dotato di orologio e due campane.

Collegamenti esterni modifica

  • Battaglia, su Comune di Campli. URL consultato il 27/09/2020.

imm modifica

La Montagna di Campli ...
... in estateò
... in autunnoò
... d'invernoò


Tavo modifica

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Stato{{{nazione}}}
Divisione 1Abruzzo, province di L'Aquila e Pescara
Lunghezza42 km
Portata media29,69 m³/s
Bacino idrografico300 km²
NasceGran Sasso
Sfocianel fiume Saline

Il fiume Tavo nasce sul Gran Sasso, in località Pietrattina, a 1.560 m.s.l.m., vicino al monte Guardiola (1.828 m.), al margine orientale dell’altopiano di Campo Imperatore; scorre in direzione W-E, SW-NE perpendicolarmente alla costa.

Iinizia il suo corso tra le altissime pareti rocciose del Vallone d'Angora dove le acque delle sorgenti "Pisciarelli" si aggiungono alle sue; attraversa la più ampia Valle D'Angri e, in località Mortaio D'Angri, si insinua turbinosamente nella stretta forra della Bocca dell'Inferno; riceve le acque dalla spettacolare Cascata del Vitello d'Oro, alta 28 metri.

Nel Parco Nazionale è popolato dalla trota fario mentre una grande varietà di specie animali come la biscia dal collare, il picchio rosso maggiore, il merlo acquaiolo, la ballerina bianca e la ballerina gialla, trova un habitat ideale nella rigogliosa vegetazione della zona ripariale, caratterizzata da pioppo bianco, nero, salice bianco e salice rosso.

Riceve i primi scarichi inquinanti nella valle sotto Farindola e le sue contrade, che attraversa su un letto ghiaioso.

Tra le colline subappenniniche fino a Penne, dove uno sbarramento[1] forma l’invaso artificiale del Lago di Penne che dal 1987 è Area naturale protetta. La siccità degli ultimi anni ha lasciato spesso il lago in secca.

Nelle acque rilasciate dalla diga confluisce il Fosso dell'Acqua Ventina, che proviene da Penne ed è molto inquinato dagli scarichi.

Il Tavo prosegue attraverso i comuni di Loreto Aprutino, Pianella, Moscufo, Collecorvino e Cappelle sul Tavo, un territorio collinare a destinazione agricola e zootecnica, e la captazione di acqua si fa più intensa nell'ultimo tratto, dove ci sono industrie e molte cave di ghiaia.

Termina in una pianura alluvionale in località Congiunti, all'altezza del confine tra Cappelle sul Tavo e Città Sant'Angelo dove, unendosi con il fiume Fino, dà origine al fiume Saline.

Il Tavo ha un regime torrentizio, la sua portata media giornaliera è di 29,69 metri cubi al secondo, rilevata per un trentennio immediatamente a valle della diga di Penne, alla stazione di misura di San Pellegrino. La sempre maggiore captazione delle acque per uso potabile e l'abbassamento della falda acquifera causato dalla costruzione del Traforo del Gran Sasso, negli anni 70, hanno ridotto fortemente la portata delle sorgenti (Mortaio d'Angri, Acquasanta, Vitella d'Oro) che confluiscono nel fiume che, di conseguenza nei periodi di siccità è quasi privo di acqua.

Principali affluenti, entrambi da destra, sono il Fosso del Canneto ed il torrente Gallero, quest'ultimo nasce alle pendici orientali del Gran Sasso, dal monte Morrone (1315 m), scorre per 10 chilometri con un andamento meandriforme nell'ultimo tratto e in località Penne, nei pressi di Castiglione, confluisce nel Tavo.

Note modifica

  1. ^ Gestione ed esercizio della diga di Penne sul fiume Tavo, su nopress.it, Consorzio di Bonifica Centro Saline-Pescara-Alento-Foro. URL consultato il 19 settembre 2008.

Collegamenti esterni modifica

  • Aspetti idrologici, su nopress.it, Consorzio di Bonifica Centro Saline-Pescara-Alento-Foro. URL consultato il 19 settembre 2008.

42°29′02″N 14°05′40″E / 42.483889°N 14.094444°E42.483889; 14.094444 confluenza del Tavo e del Fino nel Saline.