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Il grande Gatsby (film 2013) modifica

Il grande Gatsby (The Great Gatsby) è un film del 2013 scritto, diretto e prodotto da Baz Luhrmann.

Il film segna la seconda collaborazione tra l'attore Leonardo DiCaprio e il regista Baz Lurmann, i due avevano infatti lavorato precedentemente per il film Romeo + Giulietta di William Shakespeare del 1996.

Accolto con critiche contrastanti, ma molto più positivamente da parte del pubblico, la pellicola ha comunque ottenuto varie candidature tra cui quelle per la miglior scenografia e per i migliori costumi ai Premi Oscar 2014, riuscendo a portare a casa entrami i premi.

Il grande Gatsby è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi, dopo un'anteprima tenutasi a New York il 1° maggio 2013, il 10 maggio, distribuito da Warner Bros, in Italia è invece uscito il 16 maggio, distribuito anche qui da Warner Bros.

I predatori dell'arca perduta modifica

Distribuzione modifica

Data di uscita modifica

In seguito, il film è stato distribuito nuovamente negli Stati Uniti il 16 luglio 1982, il 25 marzo 1983 e il 7 settembre 2012, in Polonia il 7 ottobre 2008, nei Paesi Bassi il 20 ottobre 2011 e in Cile il 10 ottobre 2015. Il 21 settembre 2013 è stato invece proiettato al Mito Short Film Festival in Giappone.

Accoglienza modifica

Critica modifica

Caratterizzato da scene brillanti, umorismo sornione e azioni da brivido, I predatori dell'arca perduta è uno dei film d'avvenuta più divertenti di tutti i tempi.

Recensione riassuntiva sul sito Rotten Tomatoes.[1]

All'indomani della sua uscita, I predatori dell'arca perduta venne acclamato sia dalla critica che dal pubblico. Nella sua recensione per il The New York Times, il critico Vincent Canby elogiò il film definendolo «uno dei film americani d'avventura più freneticamente divertenti, ingegnosi, ed eleganti mai fatti».[2] Roger Ebert nella sua recensione per il Chicago Sun-Times scrisse invece «Due cose rendono I predatori dell'arca perduta più di un trionfo tecnologico: il suo senso umoristico e il carattere buffo dei suoi protagonisti [...] Ci troviamo a ridere di sorpresa, con sollievo, con incredulità per la capacità del film di accumulare un incidente su un altro in una serie inesauribile di invenzioni».[3] Ebert aggiunse anche il film alla sua lista dei Great Movies.[4]

Riconoscimenti modifica

Impatto modifica

Dopo il successo attenuto da I predatori dell'arca perduta, George Lucas e gli altri produttori finanziarono la realizzazione di un prequel, Indiana Jones e il tempio maledetto, e di due sequel, Indiana Jones e l'ultima crociata e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Negli anni 1990, venne anche sviluppata una sere televisiva, intitolata Le avventure del giovane Indiana Jones, basata sulle prime avventure di Indiana Jones. Dal film furono tratti anche libri, fumetti e videogiochi.

Nel 1998, l'American Film Institute posizionò I predatori al 60° posto nella sua classifica dei cento migliori film statunitensi di sempre.[5] Nel 2007, quando la classifica venne aggiornata, il film si posizionò al 66° posto.[6] Sempre l'AFI, nella sua classifica dei 100 film più coinvolgenti e avvincenti posiziona il film al 10° posto,[7] mentre il personaggio di Indiana Jones è invece classificato dall'AFI al 2° posto nella classifica dei 50 maggiori eroi.[8] Nel 1999, il film fu giudicato "culturalmente, storicamente, o esteticamente significativo" dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e selezionato per essere preservato nel National Film Registry.[9]

La rivista statunitense Entertainment Weekly, in particolare, sottolinea l'importanza di questo film all'interno della serie poiché I predatori costituisce la primissima apparizione di Indiana Jones nella cultura popolare, che la rivista classifica come il 3° eroe preferito di sempre.[10] Proprio nell'ambito della cultura popolare, degno di nota è un remake amatoriale shot-for-shot realizzato da tre giovani, Chris Strompolos, Eric Zala e Jayson Lamb, di Ocean Springs, in Mississippi, tra il 1982 e il 1989. Dopo la realizzazione, il film, chiamato Raiders of the Lost Ark: The Adaptation, venne accantonato e dimenticato fino al 2003, quando venne riscoperto da Eli Roth.[11] Lo stesso Spielberg si congratulò poi con i ragazzi per il loro lavoro e affermò di non vedere l'ora di vedere i loro nomi sul grande schermo.[12] In seguito, Scott Rudin e la Paramount Pictures acquistato i diritti sulla storia del trio, con l'obiettivo di produrre un film basato sulla loro avventura nel realizzare il remake.[13]

Nel 1997, il critico cinematografico del The New York Times Bernard Weinraub valutando il lascito del film, già descritto dal quotidiano come "freneticamente divertente, ingegnoso e alla moda",[14] arrivò ad affermare che "il declino dei film per famiglie con rating G, nei confronti di [film per] un 'pubblico' generale ha avuto probabilmente inizio nel 1981 con l'uscita [...] de I predatori dell'arca perduta. Per caso o per intento, i realizzatori hanno prodotto un film d'azione ininterrottamente comico destinato per lo più per gli adulti ma anche per i bambini. Prima d'allora, i produttori di film d'azione miravano più o meno ad un pubblico adulto".[15] Otto anni più tardi, nel 2005, gli spettatori del canale inglese Channel 4 classificarono il film come il ventesimo miglior film per famiglie di ogni tempo.[16]

Nella classifica dei 500 migliori film di ogni tempo del periodico Empire I predatori dell'arca perduta è classificato al secondo posto, dietro solo a Il padrino.[17]

Bibliografia modifica

Guerre stellari (film) modifica

Colonna sonora modifica

 
John Williams nel 2007.

Per la colonna sonora, George Lucas assunse, su raccomandazione dell'amico Steven Spielberg, John Williams, che aveva lavorato con Spielberg per il film Lo squalo ricevendo anche un Oscar. Lucas riteneva che, trattando il film mondi visivamente estranei, la partitura musicale avrebbe dovuto dare al pubblico una familiarità emotiva; voleva una grande colonna sonora per Guerre Stellari, con leitmotiv per distinguersi.

Egli, quindi, montò i suoi pezzi per orchestra preferiti da utilizzare per la colonna sonora, fino a quando Williams lo convinse che una colonna originale sarebbe stata più unitaria e unica. Tuttavia, alcuni brandi di Williams sono stati influenzati dai quelli che Lucas gli aveva fornito, per esempio: il "Main Title Theme", che venne influenzato dal tema musicale del film Delitti senza castigo realizzato da Erich Wolfgang Korngold, o il brano "Dune Sea of Tatooine", ispirato alla colonna sonora di Ladri di biciclette realizzata da Alessandro Cicognini.

Nel marzo del 1977, per dodici giorni, Williams diresse la London Symphony Orchestra per registrare la colonna sonora di Guerre stellari.

Album modifica

L'album venne pubblicato, nel 1977, in un doppio LP dalla 20th Century Fox Records. Pensato per i cambiadischi automatici, il primo disco aveva i lati uno e quattro, il secondo i lati due e tre. Ciò permetteva alle persone di ascoltare quasi mezz'ora di musica ininterrotta senza giare i dischi, infatti, dopo aver inserito nel grammofono entrambi i dischi, si potevano ascoltare prima i lati uno e due, poi capovolgendoli i lati tre e quattro. Inoltre, Williams, per fornire varietà musicale, non seguì, per i brani, l'ordine con cui appaiono nel film.

Nel 1993, l'LP originale venne trasposto in formato CD e pubblicato dalla 20th Century Fox Film Scores. I brani dell'originale album furono risistemati per seguire meglio l'ordine cronologico del film e vennero, anche, aggiunte altre tracce. Nel 1997 e nel 2004, il CD venne ristampato e distribuito dalla Sony Classical.

L'American Film Institute, nella sua classifica delle 25 colonne sonore più belle del cinema statunitense, classifica la colonna sonora di Guerre stellari al primo posto.

Tracce modifica

Lato uno modifica
  1. Main Title – 5:20
  2. Imperial Attack – 6:10
  3. Princess Leia's Theme – 4:18
  4. The Desert and the Robot Auction – 2:51
Lato due modifica
  1. Ben's Death and TIE Fighter Attack – 3:46
  2. The Little People Work – 4:02
  3. Rescue of the Princess – 4:46
  4. Inner City – 4:12
  5. Cantina Band – 2:44
Lato tre modifica
  1. The Land of the Sandpeople – 2:50
  2. Mouse Robot and Blasting Off – 4:01
  3. The Return Home – 2:46
  4. The Walls Converge – 4:31
  5. The Princess Appears – 4:04
Lato quattro modifica
  1. The Last Battle – 12:05
  2. The Throne Room and End Title – 5:28

Distribuzione modifica

Data di uscita modifica

Dopo il rilascio nei cinema americani del 25 maggio 1977, il film uscì nel resto del mondo nelle seguenti date:[18]

Nel 1997, in occasione del ventennale della saga, avvenne una seconda distribuzione nei cinema:[18]

Negli Stati Uniti, il film è stato distribuito altre quattro volte: il 21 luglio 1978, il 15 agosto 1979, il 10 aprile 1981 e il 13 agosto 1982. Inoltre, in alcuni paesi europei compresa l'italia, nell'arco temporale tra il 1982 e il 1986, il film è stato distribuito in un'ulteriore occasione.[18]

Divieti modifica

Il film fu distribuito con il visto censura "film per tutti" in gran parte delle nazioni in cui uscì, eccezione fatta per Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Portogallo e Germania Ovest, dove fu vietato ai minori di 12 anni, e per la Svezia, dove fu vietato ai minori di 11 anni.[19]

Edizione italiana modifica

Titolo modifica

Il titolo con cui il film venne distribuito nel 1977 fu Guerre stellari, traduzione dell'originale Star Wars. Nel 1997, in occasione della redistribuzione per il ventennale della saga, il film prese il nome di Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza. Infine, nel 2004, con l'uscita del DVD della trilogia originale, il titolo venne modificato nell'attuale Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza.

Doppiaggio modifica

... non dovevo tradurre letteralmente, io non ho mai tradotto letteralmente, ho sempre cercato degli "effetti equivalenti", allontanandomi dalla traduzione letterale che spesso è una non lingua ...

Mario Maldesi, sull'opera di doppiaggio.[20]

Il doppiaggio del film venne curato da Mario Maldesi, che affermò di essere molto orgoglioso e fiero del lavoro fatto.[21] Durante l'opera di doppiaggio, i nomi di alcuni personaggi e luoghi vennero modificati su volere di Maldesi stesso,[22] per esempio: Han Solo divenne Ian Solo, Leia Organa divenne Leila Organa, Darth Vader divenne Dart Fener, Chewbacca divenne Chewbecca, C-3PO divenne D-3BO, R2-D2 divenne C1-P8, l'arma Death Star divenne la Morte Nera e gli indigeni Sand People divennero i sabbipodi.[23]

Tra le modifiche ricordiamo anche quando, nella casa di Obi-Wan Kenobi, Luke, e successivamente anche Leila in ologramma, fanno riferimento alla guerra dei quoti; in realtà, nella versione originale, si riferiscono alla guerra dei cloni, il conflitto che vediamo per la prima volta nel prequel L'attacco dei cloni, allora però la parola cloni non era di uso comune in Italia ed è stata sostituita con quoti per rendere il termine meno ostico al pubblico.[23]

Nella redistribuzione del 1997, il doppiaggio delle scene aggiunte venne curato da Tonino Accolla. Tra le scene aggiunte vi sono: quella in cui Ian Solo incontra Jabba the Hutt nell'hangar del Millennium Falcon, qui Ian è doppiato da Angelo Maggi, e quella in cui Luke incontra l'amico Biggs Darklighter prima dell'attacco alla Morte Nera, in questa scena Luke è doppiato da Francesco Prando e Biggs da Maurizio Reti.

Accoglienza modifica

Incassi modifica

Guerre stellari debuttò nei cinema americani il 25 maggio 1977, in meno di 32 teatri.[18] La 20th Century Fox era talmente preoccupata dal poco numero di cinema che avevano ordinato il film che richiese ai cinema di ordinare Guerre stellari se volevano l'attesissimo film L'altra faccia di mezzanotte.[24] Nel 2002, il produttore Gary Kurtz affermo che ciò «sarebbe ridicolo oggi».[25] Lo stesso Lucas, temendo che Guerre stellari sarebbe stato un fallimento, aveva organizzato di essere alle Hawaii con la moglie durante la proiezione. Egli, però, dopo aver dimenticato che il film sarebbe uscito il 25 maggio,[26] trascorse la maggior parte del giorno in uno studio di Los Angeles, e solo quando uscì per pranzo con la moglie si accorse della lunga fila di persone che aspettavano di vedere il film al Mann's Chinese Theatre.[27]

Alla fine, appena uscito, il film batté diversi record al botteghino, diventando effettivamente uno dei primi blockbuster del cinema e portando la Fox ad accelerare i piani per ampliare la sua uscita.[25][28] Il film incassò nel primo fine settimana 1 554 475 $[29] e, dopo soli sei mesi, con oltre 220 milioni di dollari,[30] divenne il film di maggiore incasso nel Nord America, superando Lo squalo.[31] Verso la fine dell'anno il film venne rilasciato nel resto del mondo e nel 1978 raggiunse un'altro record, divenendo il film con maggiori incassi nella storia del cinema con in totale 410 000 000 $.[32][33] Le redistribuzioni del 1978, 1979, 1981 e 1982 portarono poi l'incasso a 530 000 000 $, di cui 323 000 000 $ solo nel Nord America.[34][35] Guerre stellari rimase il film di maggiore incasso di tutti i tempi sino all'uscita, nel 1983, di E.T. l'extra-terrestre.[36]

Dopo la redistribuzione del 1997,[37] ridivenne, per un breve periodo, il film con il maggiore incasso del Nord America prima di essere superato da Titanic.[38] Gli incassi del film raggiunsero in totale i 775 398 007 $;[29] tale dato, corretto secondo l'attuale tasso di inflazione, sfiora i 2,5 milioni di dollari.[39] Il Guinness dei primati classifica il film, sempre con il dato corretto secondo il tasso di inflazione, come il terso maggiore incasso a livello mondiale,[40] mentre nel solo Nord America il film risulta secondo, dietro Via col vento.[41]

Critica modifica

Ciò che rende l'esperienza di Guerre stellari unica, tuttavia, è che avviene su un livello così innocente e spesso divertente. Di solito è la violenza che mi attira così profondamente in un film - violenza che va dal tormento psicologico di un personaggio di Bergman allo scricchiolio insensato delle mascelle di uno squalo. Forse i film che ci spaventano trovano la via più diretta per la nostra immaginazione. Ma non c'è quasi nessuna violenza in Guerre stellari (e anche in quel caso è rappresentata come cappa e spada sostanzialmente incruento). Invece, c'è intrattenimento in modo diretto e semplice così che tutte le complicazioni del film moderno sembrano vaporizzarsi.

Roger Ebert nella sua recensione,      .[42]

Al momento della sua uscita, Guerre stellari venne accolto positivamente dalla critica. Roger Ebert, del Chicago Sun-Times, lo definì "un'esperienza extra-corporea", comparando gli effetti speciali della pellicola a quelli di 2001: Odissea nello spazio.[42] Vincent Canby del The New York Times affermò: «il film che sta per divertire un sacco di gente contemporanea che ha un debole per i rituali presenti nelle avventure dei fumetti» e «il più elaborato, costoso e bel serial cinematografico mai realizzato»,[43] mentre Gary Arnold del Washington Post dichiarò che il film «è un nuovo classico in una tradizione di film entusiasmanti: uno spadaccino spaziale».[44] Guerre stellari non si sottrasse però alla critiche negative; per esempio, Pauline Kael, del The New Yorker, affermò che nel film «non c'è respiro, non c'è poesia» e che «non ha nessun appiglio emotivo».[45]

La stampa inglese accolse positivamente il film: Derek Malcolm, di The Guardian, affermò che il film «gioca abbastanza partite per soddisfare i più sofisticati»[46] e Adrian Berry, del Daily Telegraph, disse che Guerre stellari «è il miglior film del genere da 2001 e, sotto certi aspetti, è uno dei più emozionanti mai realizzati», inoltre egli descrisse la trama come «senza pretese e piacevolmente priva di alcun "messaggio"».[47] Matt Ford, nella sua recensione per BBC, premiò il film con cinque stelle su cinque affermando che «Guerre stellari non è il migliore film mai realizzato, ma è universalmente amato».[48]

Il film continua tutt'oggi a ricevere recensioni positive: l'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes registra un indice di gradimento del 93%, con un voto medio di 8.3 su 10; inoltre, il film viene definito «un avvio leggendario, ampio e ambizioso alla saga sci-fi» e viene affermato: «George Lucas ha aperto [con Guerre stellari] i nostri occhi sulle possibilità di realizzazione dei blockbuster e le cose non sono state mai più le stesse».[49] In occasione della redistribuzione del 1997 avvenuta per il ventennale della saga, Michael Wilmington, del Chicago Tribune, diede al film quatto stelle su cinque e lo descrisse come «un'epopea grandiosa e violenta con un cuore semplice e stravagante».[50] Il San Francisco Chronicle definì il film «un'esperienza emozionante».[51] Tra le recensioni successive alla redistribuzione troviamo anche quella di Gene Siskel che, nel 1999, disse: «Ciò che lo pone come taglio considerevole nella routine [dei film] sono i suoi spettacolari effetti speciali, i migliori da quelli di 2001 di Stanley Kubrick»[52] e quella di Andrew Collins, del periodico britannico Empire, che diede al film il massimo del punteggio, cinque stelle, e affermò: «Il fascino senza tempo di Guerre stellati sta nella sua facile identificazione, negli archetipi universali - i buoni da tifare, i cattivi da fischiare, una principessa da salvare, e così via - e se essi sono ovviamente datati agli anni 70 riguardo gli effetti speciali, così sia».[53]

Recensioni meno positive vengono da Jonathon Rosenbaum, del Chicago Reader, che affermò: «Nessuno di questi personaggi ha profondità, e tutti sono usati come elementi di sfondo»,[54] da Stanley Kauffmann, del The New Republic, che scrisse «Il lavoro di Lucas è ancora meno inventivo de L'uomo che fuggì dal futuro»[55] e da Pietro Keough del Boston Phoenix che dichiarò «Guerre stellari è una discarica di cianfrusaglie cinematografiche non dissimile dal mucchio di droidi rubati, scartati e a malapena funzionanti dei Jawa».[56]

Primati modifica

Riconoscimenti modifica

Note modifica

Note
Fonti
  1. ^ (EN) Raiders of the Lost Ark (1981), su rottentomatoes.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  2. ^ (EN) Vincent Canby, Raiders of the Lost Ark, The New York Times, 12 giugno 1981. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  3. ^ (EN) Roger Ebert, Raiders of the Lost Ark, Chicago Sun-Times, 1° gennaio 1981. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  4. ^ (EN) Roger Ebert, Raiders of the Lost Ark (1981), Chicago Sun-Times, 30 aprile 2000. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  5. ^ (EN) AFI's 100 Years...100 Movies, su afi.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  6. ^ (EN) AFI's 100 Years...100 Movies – 10th Anniversary Edition, su afi.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  7. ^ (EN) AFI's 100 Years...100 Thrills, su afi.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  8. ^ (EN) AFI's 100 Years...100 Heroes & Villains, su afi.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
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  11. ^ (EN) Jim Windolf, Raiders of The Lost Backyard, su vanityfair.com, 2 gennaio 2008. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  12. ^ (EN) Sarah Hepola, 'Lost Ark', Resurrected, Austin Chronicle, 30 maggio 2003. URL consultato il 15 dicembre 2016.
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  21. ^   Mario Maldesi, Intervista a Mario Maldesi (2012) - enciclopediadeldoppiaggio.it, su YouTube, 5 luglio 2012, a 1 h 05 min 21 s. URL consultato il 21 dicembre 2014.
  22. ^   Mario Maldesi, Intervista a Mario Maldesi (2012) - enciclopediadeldoppiaggio.it, su YouTube, 5 luglio 2012, a 1 h 05 min 56 s. URL consultato il 21 dicembre 2014.
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