L'arte di vincere

film del 2011 diretto da Bennett Miller

L'arte di vincere (Moneyball) è un film del 2011 diretto da Bennett Miller.

L'arte di vincere
Brad Pitt in una scena del film
Titolo originaleMoneyball
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2011
Durata133 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico, biografico, sportivo
RegiaBennett Miller
SoggettoMichael Lewis (libro)
Stan Chervin
SceneggiaturaSteven Zaillian, Aaron Sorkin
ProduttoreMichael De Luca, Rachael Horovitz, Brad Pitt
Produttore esecutivoScott Rudin, Andrew Karsch, Sidney Kimmel, Mark Bakshi
Casa di produzioneMichael De Luca Productions, Scott Rudin Productions, Specialty Films
Distribuzione in italianoSony Pictures Italia
FotografiaWally Pfister
MontaggioChristopher Tellefsen
Effetti specialiRobert Cole
MusicheMychael Danna
ScenografiaJess Gonchor
CostumiKasia Walicka-Maimone
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Basato sul libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game di Michael Lewis sulla squadra di baseball Oakland Athletics e sul loro general manager Billy Beane, il film è stato candidato in sei categorie dei Premi Oscar 2012, tra cui miglior film, Oscar al miglior attore per Brad Pitt e Oscar al miglior attore non protagonista per Jonah Hill.

TramaModifica

Al termine della stagione 2001 gli Oakland Athletics vengono sconfitti dai New York Yankees perdendo la possibilità di partecipare alle World Series, inoltre la squadra deve far fronte alla partenza delle loro stelle Johnny Damon, Jason Giambi, e Jason Isringhausen per fine contratto. Il general manager Billy Beane, contrariato dalla sconfitta, si vede negare dalla società un aumento del budget per poter competere con le squadre più ricche. Durante un incontro di mercato con i dirigenti dei Cleveland Indians Beane incontra Peter Brand, un giovane laureato in economia a Yale con idee radicali sul come valutare un giocatore.

Beane mette alla prova la teoria di Brand chiedendogli se lo avrebbe scelto al draft, essendo stato Beane un giocatore della Major League prima di diventare general manager. Benché gli osservatori reputassero il giovane Beane un giocatore eccezionale, la sua carriera nella Major League si era in verità rivelata deludente. Incalzato, Brand ammette che non lo avrebbe scelto prima del nono round di draft, e che Beane sarebbe probabilmente finito a giocare al College. Convinto del giovane e cogliendo l'occasione, Beane assume Brand come assistente general manager degli Athletics.

Inizialmente gli osservatori della squadra sono sprezzanti e in seguito apertamente ostili verso il nuovo approccio sabermetrico di Beane nell'osservare i giocatori. Invece che affidarsi all'esperienza e all'intuizione degli osservatori, Brand seleziona giocatori basandosi quasi esclusivamente sulla OBP, ossia la percentuale che indica il numero delle volte in cui il giocatore conquista una base senza aiuto di penalità. Trovando giocatori con un'alta OBP, ma con caratteristiche che hanno portato gli osservatori a scartarli, Brand riesce a mettere insieme una squadra con molto più potenziale rispetto a quanto le casse in difficoltà degli Athletics avrebbero permesso. Nonostante forti obiezioni da parte degli osservatori, Beane supporta la teoria di Brand e mette sotto contratto i giocatori che lui ha selezionato.

All'inizio della nuova stagione gli Athletics non convincono. La tensione tra Beane e l'allenatore Art Howe, già alta a causa di questioni contrattuali, cresce. Howe non rispetta la nuova strategia e non fa giocare i giocatori scelti da Beane e Brand. Beane decide di cedere l'unica stella della squadra per costringere Howe ad impiegare i nuovi acquisti. I risultati deludenti degli Athletics portano i critici, sia all'esterno che all'interno della squadra, a giudicare il nuovo sistema come un triste fallimento.

Beane convince il proprietario della squadra a mantenere questo cammino, e alla fine la squadra comincia a dare migliori risultati, arrivando addirittura a vincere 19 partite consecutive. Come molti giocatori di baseball, Beane è superstizioso ed evita di vedere le partite, la sua famiglia però lo convince ad andare allo stadio dato che Oakland è già avanti 11-0 sui Kansas City Royals alla fine del terzo inning e appare spedita verso la continuazione della striscia positiva. Beane arriva giusto in tempo per vedere la sua squadra cadere a pezzi e concedere ai Royals di pareggiare il punteggio. Alla fine gli Athletics riescono a strappare la vittoria con un home run al termine del nono inning, battuto da uno dei giocatori scelti da Brand, Scott Hatteberg. La squadra stabilisce così il nuovo record dell'American League con 20 vittorie consecutive.

Nonostante tutto il loro successo, gli Athletics perdono ancora nel primo round del post-season, questa volta contro i Minnesota Twins. Beane è deluso, ma soddisfatto di aver dimostrato il valore del metodo suo e di Brand. Beane rinuncia all'opportunità di diventare general manager dei Boston Red Sox, malgrado un'offerta che lo avrebbe fatto diventare il general manager più pagato nella storia del baseball. Egli avrà comunque la soddisfazione, due anni dopo, di vedere i Boston Red Sox vincere le World Series e spezzare la famigerata Maledizione del Bambino, grazie alle sue teorie.

ProduzioneModifica

CastModifica

Il personaggio di Peter Brand, interpretato da Jonah Hill, è parzialmente basato su Paul DePodesta, la persona che nella realtà lavorò agli Oakland Athletics con Billy Beane, ed una serie di altri suoi collaboratori. DePodesta stesso ha richiesto di non essere rappresentato nel film.[1]

PromozioneModifica

Sia il poster che il trailer italiano del film sono stati diffusi sul web il 21 novembre 2011.[2]

Sebbene il film sia stato candidato a 6 premi Oscar tra cui miglior attore protagonista Brad Pitt, in Italia il film è stato poco pubblicizzato ed uscito al cinema in distribuzione limitata, a causa del tema trattato, il baseball, sport poco seguito in Italia.

DistribuzioneModifica

Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2011, nelle sale statunitensi è uscito il 23 settembre. In Italia ha aperto la 29ª edizione del Torino Film Festival dove è stato presentato il 25 novembre nella sezione "Festa mobile - Figure nel paesaggio", nelle sale invece è stato distribuito il 27 gennaio 2012.

AccoglienzaModifica

IncassiModifica

Il film ha guadagnato globalmente poco più di 110 milioni di dollari a fronte di un budget di 50 milioni.[3]

CriticaModifica

La pellicola ha ricevuto numerose recensioni positive da parte della critica, che ha elogiato in particolare l'interpretazione dei due attori protagonisti.[4] Su Rotten Tomatoes, riceve il 94% delle recensioni professionali positive con un voto medio di 8 su 10 basato su 265 recensioni.[5] Su Metacritic, riceve un voto medio di 87 su 100 basato su 42 recensioni.[6]

RiconoscimentiModifica

Inesattezze storicheModifica

La trama del film si sviluppa tra il 2001 e il 2002. Nonostante ciò, la figlia di Billy Beane, Casey, canta la canzone The Show" di Lenka, pubblicata nel 2008.

NoteModifica

  1. ^ (EN) Brian Costa, The Man Not Named in 'Moneyball', su online.wsj.com, The Wall Street Journal, 16 settembre 2011. URL consultato il 1º aprile 2014.
  2. ^ L’Arte di Vincere, il trailer e il poster italiano del film con Brad Pitt, su blog.screenweek.it, screenweek.it, 21 novembre 2011. URL consultato il 31 marzo 2014.
  3. ^ (EN) L'arte di vincere, su Box Office Mojo, Amazon.com. URL consultato il 1º luglio 2014.  
  4. ^ MONEYBALL (2011), su rottentomatoes.com.
  5. ^ (EN) Rotten Tomatoes, Moneyball (2011). URL consultato il 7 agosto 2021.
  6. ^ Metacritic, Moneyball. URL consultato il 7 agosto 2021.

Altri progettiModifica

Collegamenti esterniModifica

Controllo di autoritàVIAF (EN237535532 · GND (DE7842039-8