Nelle competizioni automobilistiche o motociclistiche la safety car o pace car (come viene chiamata in Nordamerica) o anche macchina di sicurezza, è una vettura stradale convenzionale (anche se spesso capace di ottime prestazioni) guidata da un pilota incaricato o direttamente da un membro dell'organizzazione di corsa, che viene utilizzata per raggruppare, rallentare o in altro modo controllare il gruppo delle autovetture o motociclette in gara.

Una Alfa 159 Sportwagon safety car utilizzata in pista nel campionato mondiale Superbike 2007
BMW M2 usata nel campionato MotoGP 2016[1]

Utilizzo modifica

Viene usata soprattutto in caso di incidenti gravi che possono mettere in pericolo l'incolumità dei piloti e dei commissari che devono intervenire, oppure in caso di condizioni meteorologiche particolarmente avverse. È stata introdotta per rendere meno necessario l'uso della bandiera rossa, in quanto la safety car, pur contribuendo ad aumentare la sicurezza sul circuito, consente di non dover necessariamente fermare la gara.

La safety car in Formula 1 modifica

Storia modifica

 
La safety car in azione alla testa del gruppo durante il Gran Premio del Giappone 2009.

La prima safety car debuttò in Formula 1 nella stagione 1973 al Gran Premio del Canada, per rallentare le vetture, consentendo ai commissari di percorso di sgomberare la pista dai detriti; era un'epoca in cui gli incidenti e le morti sui circuiti erano ancora all'ordine del giorno. L'idea venne al pilota Herbert Linge, che con l'aiuto dei vertici Porsche e di Bernie Ecclestone, riuscì a convincere dell'utilità della cosa il circus della F1. La prima safety car nella storia del campionato fu una Porsche 914/6. Nelle prime tre stagioni di utilizzo la safety car recava a bordo anche un medico, e fungeva quindi sia da vettura di servizio che da mezzo di soccorso; le successive richieste di Sid Watkins, all'epoca dottore di riferimento della Formula 1, unite alla scomparsa di Ronnie Peterson durante l'incidente alla partenza del GP d'Italia 1978, accelerarono l'introduzione di una vera e propria medical car per questo specifico compito. A partire dalla stagione 1992 la safety car fu ufficialmente introdotta in pianta stabile per l'utilizzo durante le corse.[2]

Per oltre vent'anni la safety car non è stata una vettura fissa, ma variava a seconda del circuito: tra le tante, ci furono la Lamborghini Countach utilizzata al Gran Premio di Monaco nei primi anni ottanta, la Fiat Tempra in servizio al GP del Brasile 1993, la Opel Vectra usata nel tragico weekend del Gran Premio di San Marino 1994 (in cui perirono Roland Ratzenberger in qualifica e Ayrton Senna in gara), e la Honda Prelude nel GP del Giappone dello stesso anno. Questa situazione generò a tratti confusione e disorganizzazione; inoltre, poche di queste vetture potevano marciare a velocità sufficientemente sostenute per consentire ai piloti di mantenere gli pneumatici in temperatura[senza fonte], tanto che spesso il suo uso fu messo in discussione.

Successivamente, per motivi commerciali, si è deciso di destinare il sistema a uno sponsor (in modo analogo al sistema mono-marca delle gomme). Dalla stagione 2000 la Federazione Internazionale dell'Automobile decise l'introduzione di una serie di vetture, standard per tutti i circuiti della F1: il contratto di fornitura venne stipulato con la Mercedes-Benz, che da allora, attraverso il marchio sportivo Mercedes-AMG, rifornisce con le sue auto tutte le gare del mondiale per dare visibilità ai propri modelli. Dalla stessa data, il pilota ufficiale della safety car è Bernd Mayländer[3], dopo tre stagioni in cui il ruolo era affidato a Oliver Gavin; Mayländer da allora l'ha guidata in tutte le prove del campionato, tranne nel Gran Premio del Canada 2001 in cui per infortunio è stato sostituito da Marcel Fässler. Dal 2010 al 2014 la safety car utilizzata è stata la Mercedes-Benz SLS AMG, mentre a partire dal 2015 è la Mercedes-Benz AMG GT. Un evento curioso si è verificato nel Gran Premio del Canada 2007, quando la safety car è rientrata una prima volta, ma subito dopo è avvenuto il grave incidente di Kubica: poiché la vettura non era subito pronta a ritornare in pista, i commissari hanno dovuto utilizzare inizialmente una Honda Civic di servizio del circuito per qualche giro[4].

A partire dalla stagione 2021 di Formula 1, oltre che dalla Mercedes, la safety car viene fornita anche dalla casa automobilistica inglese Aston Martin.[5] Nello specifico, la vettura utilizzata è l'Aston Martin Vantage.[6]

Regolamento e utilizzo modifica

 
Due commissari di pista segnalano la bandiera gialla e un cartello con la sigla "SC", che indica l'entrata in pista della safety car in occasione di un incidente.

In Formula 1 questa innovazione è stata introdotta quando necessario per consentire ai commissari di gara di liberare la pista in situazioni che nel passato avrebbero visto una interruzione e ripartenza della competizione. Ecco perché è stata ribattezzata safety car ("auto di sicurezza"), a sottolineare l'uso in caso di necessità. Durante il suo periodo di permanenza in pista i commissari di percorso espongono un cartello indicante "SC" insieme alle bandiere gialle. Spesso questa particolare situazione ha modificato l'esito delle gare di F1, in quanto essa annulla i distacchi registrati prima del suo ingresso in pista, e dunque permette agli inseguitori di ridurre o addirittura annullare lo svantaggio nei confronti dei piloti che li precedono. Per questo motivo, le squadre sono solite elaborare le strategie con riferimento alle probabilità d'ingresso della vettura di sicurezza.

 
Mercedes-Benz SLS in versione safety car per la F1 al Gran Premio del Giappone 2012

Nel 2007 le regole riguardanti la safety car furono radicalmente cambiate. All'entrata in pista della vettura di sicurezza, i piloti non potevano più rientrare ai box per fare rifornimento (il cambio dei soli pneumatici rimaneva teoricamente consentito): questa regola fu adottata perché negli anni precedenti si assisteva ad un "assalto" ai box da parte delle vetture in queste occasioni, poiché ciò risultava molto vantaggioso ai fini della strategia, e quindi i piloti per rientrarvi il più velocemente possibile tenevano andature elevate lungo il tracciato, creando potenzialmente ulteriori pericoli nella zona dell'incidente. A coloro che entravano ai box ignorando questa regola veniva attribuita la penalità dello stop & go. La corsia dei box rimaneva chiusa fino a quando tutte le vetture non si erano allineate dietro la safety car. Quando tutto il gruppo era stato ricompattato, la direzione gara inviava il messaggio "PIT LANE OPEN" e da quel momento la corsia dei box veniva riaperta, consentendo di effettuare il pit stop senza incorrere in penalità. Un'ulteriore novità fu la procedura da eseguire prima della ripartenza nel caso in cui ci fossero stati dei piloti doppiati: quando ritenuto sicuro dal direttore di gara, la safety car lasciava passare tutti i piloti doppiati, che dovevano percorrere dei giri a velocità ridotta fino ad accodarsi al gruppo; tale procedura non era però obbligatoria, infatti se il direttore di gara non la riteneva sicura poteva decidere di non effettuarla. Queste nuove regole diminuirono il caos che occorreva negli anni precedenti, a scapito però dei tempi di permanenza in pista della safety car: infatti con le nuove disposizioni servivano più giri in pista da parte della vettura di sicurezza per eseguire tutta la procedura necessaria.

Nel 2009 fu di nuovo possibile effettuare il rifornimento durante tutto il periodo di permanenza in pista della safety car, senza che fosse necessario attendere il messaggio di corsia box aperta. A partire da questa stagione, l'unica limitazione posta è un tempo minimo, che deve essere rispettato durante il primo giro di intervento della vettura di sicurezza: ad ogni pilota viene comunicato attraverso il display presente sulla vettura il cosiddetto delta time, ovvero la differenza tra il tempo che egli sta impiegando per compiere il giro di pista e il tempo minimo imposto (questa differenza è calcolata dalla centralina FIA installata su ogni monoposto); il pilota ha l'obbligo di mantenere il suo delta time positivo, ovvero percorrere la pista con un tempo superiore a quello da rispettare, fino a quando tutte le macchine non hanno attraversato la linea di ingresso ai box (safety car line 1).[7] A partire dal 2011, il tempo minimo deve essere rispettato per due giri, al fine di rallentare maggiormente le vetture, in attesa che arrivino ad accodarsi alla safety car.[8]

Fino al 2010, quando la safety car e le macchine dietro incolonnate transitavano nel tratto di pista in corrispondenza dell'uscita della pit lane, essa veniva chiusa col semaforo rosso, obbligando i piloti dentro la corsia box ad attendere il semaforo verde per poter uscire ed accodarsi al gruppo; chi usciva comunque dalla corsia box veniva squalificato. Nel 2010 e nel 2011, inoltre, la vettura di sicurezza non lasciava più passare i doppiati, ma ricompattava solo il gruppo; dalla stagione 2012 questa procedura viene nuovamente effettuata, rimanendo comunque non obbligatoria, però a partire dal 2015 non è più necessario attendere che i doppiati si siano riaccodati al gruppo per far ripartire la gara.

In caso di necessità, come ad esempio a causa di un incidente nella zona della griglia di partenza, alla safety car può essere richiesto di percorrere la pit lane: in questo caso tutti i piloti devono seguire la vettura di sicurezza e attraversare la corsia dei box dietro di essa; la sosta al proprio box è consentita (nelle stagioni 2007 e 2008 era vietata fino a quando non veniva inviato il messaggio di corsia box aperta).

Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, la safety car dovesse entrare in pista davanti un pilota diverso dal leader della gara, tutte le macchine che si trovano tra la vettura di sicurezza e il primo, indipendentemente se a pieni giri o doppiate, devono essere fatte passare. Quando il direttore di gara dà l'autorizzazione ad effettuare questa procedura, la safety car accende le sue luci verdi per segnalare ai piloti tra essa e il leader di sorpassarla; essi dovranno effettuare dei giri di pista a velocità ridotta fino ad accodarsi al gruppo. Prima di poter far ripartire la corsa è obbligatorio completare questa procedura ed attendere che tutte le vetture si siano incolonnate dietro la safety car.[9]

 
La bandiera verde segnala il termine del periodo in cui la safety car è sul circuito. La pista è sgombra e i piloti possono ripartire.

Quando, dopo aver completato tutte le procedure, il direttore di gara ritiene sicuro far rientrare la safety car nella pit lane, e quindi far ripartire la corsa, egli comunica che la safety car rientrerà nella corsia dei box al termine di quel giro, inviando il messaggio "SAFETY CAR IN THIS LAP". A questo punto la safety car spegne le sue luci arancioni per segnalare ai piloti che in pochi momenti si tornerà a correre regolarmente. Il leader della gara ha la responsabilità di gestire la ripartenza della corsa in sicurezza, infatti ha il compito di dettare il ritmo per ripartire; dal momento in cui la safety car spegne le luci, tutti i piloti (compreso il primo) non devono fare frenate o accelerazioni improvvise, né qualsiasi altra manovra che possa mettere in pericolo gli altri o impedire il riavvio della corsa e, perciò sono obbligati a rimanere completamente dietro alla vettura che li precede, o seguire una traiettoria differente, ma senza possibilità di affiancarsi con nessuna parte della propria monoposto a quella davanti.[10] Fino al 2009 i piloti potevano ricominciare a sorpassare dopo aver attraversato la linea del traguardo; tra il 2010 e il 2018 il sorpasso era consentito dopo aver oltrepassato la linea di ingresso ai box (safety car line 1); dal 2019 è stata ripristinata la regola originale che permette i sorpassi solo dopo aver attraversato il traguardo.[11] I giri effettuati dietro alla safety car contano come giri percorsi normalmente all'interno della gara; anche il tempo continua a scorrere.

Se necessario, una gara può iniziare o anche terminare in regime di safety car.

La partenza in regime di safety car avviene se ci sono condizioni meteo sfavorevoli, come un forte acquazzone prima della partenza. Ciò è accaduto dodici volte in Formula 1: nel 1997 e nel 2000 in Belgio, nel 2003 in Brasile, nel 2007 al Gran Premio del Giappone sul Circuito del Fuji, nel 2008 al Gran Premio d'Italia a Monza, nel 2009, in Cina, nel 2010 in Corea, nel 2011 in Canada, nel 2014 in Giappone e infine nel 2016 a Monaco, in Gran Bretagna e in Brasile. Dal 2017 la procedura di partenza dietro la safety car in caso di condizioni della pista proibitive è stata modificata: le monoposto effettueranno uno o più giri di formazione dietro la vettura di sicurezza finché le condizioni della pista non permettono una partenza: tale partenza sarà da fermo, oppure, se ciò non fosse ritenuto sicuro, sarà lanciata. In entrambi i casi i giri di formazione dietro la safety car non contano come giri di gara (quindi la gara non si considera iniziata) e perciò il numero di giri da percorrere nella gara viene ridotto del totale dei giri percorsi dietro la safety car meno uno (quello di formazione originariamente previsto). Nel caso le condizioni della pista non permettano una partenza (da fermo o lanciata), l'intera procedura viene sospesa e si procede con una ripartenza da effettuarsi con la stessa procedura prevista nel caso di una sospensione della gara (in questo caso la ripartenza sarà sempre lanciata). Nei casi descritti la durata massima della corsa (2 ore per la gara e 1 ora per la Sprint) comincia ad essere calcolata da quando viene effettuata la partenza (nel caso di partenza lanciata la corsa si considera iniziata quando il leader taglia il traguardo al termine del giro in cui la safety car è rientrata ai box), mentre la durata massima dell'evento, comprensiva dei periodi di sospensione, (dal 2012 al 2020 4 ore, dal 2021 3 ore per la gara e 1 ora e 30 minuti per la Sprint) comincia ad essere calcolata dall'orario di partenza originale programmato per la gara o per la Sprint.[9][12] La procedura di partenza secondo le nuove norme è stata applicata una volta nel 2019 in Germania e una volta nel 2023 nella Sprint del Gran Premio del Belgio; tale procedura è stata utilizzata anche altre due volte (in Belgio nel 2021 e a Monaco nel 2022), ma è stata sospesa, e quindi non completata, in quanto le condizioni del tracciato non erano migliorate.

Il termine della gara in regime di safety car avviene in caso di un incidente negli ultimi giri della gara: è accaduto dieci volte, nel 1999 in Canada, due volte nel 2009, in Australia ed in Italia, una volta nel 2010, a Montecarlo, una nel 2012 in Brasile, una nel 2014 in Canada, una nel 2015 in Cina, una nel 2019 in Bahrein, una nel 2020 sempre in Bahrein e una nel 2022 in Italia. Nel caso la gara termini in regime di safety car, essa rientra nel corso dell'ultimo giro nella corsia box, mentre le auto transitano sulla linea del traguardo terminando quindi la gara; in questo caso nel tratto di pista compreso tra la linea di ingresso ai box (safety car line 1) e il traguardo i sorpassi sono stati sempre vietati, anche nel periodo in cui erano permessi durante le ripartenze. Quest'ultimo aspetto rimase controverso fino al Gran Premio di Monaco 2010, quando Michael Schumacher superò Fernando Alonso all'ingresso dell'ultima curva, vedendosi però poi attribuita una penalità di tempo nella classifica finale.[13] Una situazione particolare si è verificata nel Gran Premio d'Australia 2023, durante il quale la gara è stata sospesa nel corso del penultimo giro (a causa di numerosi incidenti alla ripartenza dopo una precedente bandiera rossa) ed è stata fatta riprendere dietro alla safety car per terminare il giro rimanente e quindi completare l'intera distanza di gara; la vettura di sicurezza è quindi rientrata nella pit lane al termine di quel giro e le monoposto hanno tagliato il traguardo senza potersi sorpassare. Nonostante, di fatto, la gara sia terminata in regime di safety car, non è tecnicamente classificabile come tale, in quanto la procedura che è stata seguita è quella di ripartenza dopo una sospensione, nel caso specifico si è trattato di una ripartenza lanciata.

Dal 2005 la safety car viene anche impiegata per riprendere la gara dopo un periodo di sospensione causato da una bandiera rossa, nonché dal 2017 per ripartire dopo che la procedura di partenza o quella di ripartenza (quest'ultima dal 2018) sono state sospese; in tutti e tre i casi la procedura seguita è la medesima: la safety car si posiziona davanti alle vetture ancora in gara, le quali fino al 2014 si dovevano schierare sulla griglia di partenza, mentre dal 2015 sono incolonnate nella pit lane; a questo punto la vettura di sicurezza inizia un giro di pista seguita da tutte le monoposto e rientra nella corsia dei box al termine di quello stesso giro (tranne nel caso in cui il direttore di gara ritenesse necessari più giri) e, dal 2018, la gara riprende con una ripartenza da fermo, oppure, se le condizioni del tracciato non sono ritenute idonee, con una lanciata (quest'ultima è obbligatoria per i casi di procedura di partenza, o di ripartenza, sospesa); fino al 2017 la ripartenza era sempre lanciata.[14] A partire dal 2018, questa procedura può essere sospesa nel caso in cui, dopo uno o più giri dietro la safety car, le condizioni della pista non consentono una ripartenza (da fermo o lanciata); in questo caso tutte le vetture devono ritornare nella pit lane e l'intera procedura verrà ripetuta, se possibile, quando il tracciato sarà migliorato. La gara si considera ripresa (o iniziata nel caso di ripartenza dopo che procedura di partenza era stata sospesa) quando il semaforo diventa verde e la safety car inizia il giro di pista davanti alle monoposto. Tutti i giri percorsi durante questa procedura sono conteggiati come giri di gara.[9]

Il controverso Gran Premio del Belgio 2021 rappresenta ad oggi l'unica gara della storia corsa interamente dietro la safety car: a causa della forte pioggia, inizialmente sono stati effettuati due giri di formazione dietro la vettura di sicurezza (che non contano come giri di gara), per poi sospendere la procedura di partenza; dopo il periodo di sospensione, si è proceduto con la ripartenza dalla pit lane dietro la safety car (da questo momento in poi, secondo quanto stabilito dal regolamento, la gara si considera iniziata) e le monoposto sono rimaste in pista dietro alla vettura di sicurezza per 3 giri, nell'ultimo dei quali la corsa è stata nuovamente sospesa e quindi le macchine sono rientrate nella corsia dei box, in quanto le condizioni della pista non erano migliorate e quindi non era possibile procedere nemmeno con una ripartenza lanciata; dopo alcuni minuti la gara è stata dichiarata conclusa.

Vetture modifica

Piloti modifica

La pace car nelle competizioni nordamericane modifica

 
La pace car guida il gruppo dopo un incidente alla 500 Miglia di Indianapolis 2007

La pace car ("auto che dà il passo" in inglese) è da molti anni presente nelle competizioni nordamericane come la 500 Miglia di Indianapolis dove la partenza si effettua a vetture lanciate e affiancate, e dove ogni incidente in pista (anche minore) vede un raggruppamento delle vetture. Ad Indy la pace car è fornita da Chevrolet ed è spesso guidata da un VIP. Nelle serie americane la fornitura della pace car è considerata un'importante occasione promozionale per le case automobilistiche.

Nel campionato NASCAR, la pace car guida il gruppo prima della partenza, con giri via via sempre più veloci prima dell'inizio della gara (da qui il "passo" che le dà il nome), e ogni volta che vengono esposte le bandiere gialle. Se si verifica un incidente o una vettura si ferma, anche se la pista non è parzialmente ostruita, le auto devono accodarsi ad essa; non esiste quindi la possibilità di avere solo un tratto di pista in regime di bandiera gialla (come invece accade in Formula 1).

Note modifica

  1. ^ [1]
  2. ^ History of F1 Safety, in formula1.com, 26 dicembre 2012.
  3. ^ Carlo Di Berardino, La storia della Safety Car in F1, in f1race.it, 26 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2013).
  4. ^ (PL) Samochody Bezpieczeństwa, su f1records.eu. URL consultato il 5 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2020).
  5. ^ (EN) Check out the new Mercedes and Aston Martin Safety Cars that'll be used in F1 in 2021, su formula1.com, 8 marzo 2021. URL consultato il 23 marzo 2021.
  6. ^ Formula 1: sono dell’Aston Martin le safety car 2021, su alvolante.it. URL consultato l'11 marzo 2021.
  7. ^ Andrea Cremonesi, La rivoluzione in F.1. Che gare vedremo?, in gazzetta.it, 25 marzo 2009.
  8. ^ FIA: modifiche alle regole della safety car e della pitlane in F1, su F1GrandPrix.it.
  9. ^ a b c (EN) Formula One - Sporting Regulations 2024 (PDF), su fia.com.
  10. ^ Safety Car: Verstappen avvisato, vietato affiancarsi, su FormulaPassion.it, 9 aprile 2022.
  11. ^ F1, Mondiale 2019: il regolamento completo. Penalità, safety-car, qualifiche. La guida completa, su OA Sport, 13 marzo 2019.
  12. ^ Formula 1, le nuove procedure per la partenza sul bagnato, su autosprint.corrieredellosport.it. URL consultato il 17 agosto 2019.
  13. ^ La controversia nacque dal fatto che con il nuovo regolamento della stagione 2010 ai piloti era consentito ricominciare a sorpassare, dopo un periodo di safety car, già dopo aver oltrepassato la safety car line 1 e non più solo dopo aver attraversato il traguardo. La FIA, infatti, lasciò inizialmente una zona grigia nel regolamento riguardante il termine della gara sotto regime di safety car, in quanto veniva stabilito genericamente che se la gara fosse terminata con la safety car, essa sarebbe rientrata nella pit lane al termine dell'ultimo giro e i piloti avrebbero preso la bandiera scacchi e terminato la gara senza sorpassi. La regola, così come era stata scritta nelle stagioni precedenti, non teneva però conto della possibilità di effettuare sorpassi dopo la safety car line 1 e non specificava quando questa procedura doveva essere applicata; tutto ciò poteva portare ad un'interpretazione secondo cui, quando il direttore di gara richiamava la safety car nella pit lane al termine dell'ultimo giro, si dovesse applicare la procedura prevista per le normali ripartenze e non quella di termine della gara e che quindi, di fatto, fosse consentito effettuare sorpassi tra la safety car line 1 e la linea del traguardo. Dopo l'episodio del Gran Premio di Monaco 2010, la FIA chiarì, modificando il regolamento, che se la safety car fosse ancora in pista all'inizio dell'ultimo giro, oppure venisse chiamata ad intervenire durante l'ultimo giro, la gara si deve considerare come finita dietro alla safety car e quindi si deve applicare la procedura di termine della gara sotto regime di safety car e non quella di ripartenza.
  14. ^ La FIA allontana le preoccupazioni sulle ripartenze da fermo, su it.motorsport.com, 14 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2024.

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