Ayrton Senna

pilota automobilistico brasiliano (1960-1994)

Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960Bologna, 1º maggio 1994) è stato un pilota automobilistico brasiliano, campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.

Ayrton Senna
Nazionalità Bandiera del Brasile Brasile
Altezza 175 cm
Peso 70 kg
Automobilismo
Categoria Formula 1
Termine carriera 1º maggio 1994
Carriera
Carriera in Formula 1
Esordio 25 Marzo 1984
Stagioni 1984-1994
Scuderie Toleman 1984
Lotus 1985-1987
McLaren 1988-1993
Williams 1994
Mondiali vinti 3 (1988, 1990, 1991)
GP disputati 162 (161 partenze)
GP vinti 41
Podi 80
Punti ottenuti 614 (610 iridati validi)
Pole position 65
Giri veloci 19
 

Soprannominato Magic,[1] è considerato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi,[2][3][4] nonché una delle figure più rappresentative e iconiche della Formula 1 e dell'automobilismo in generale.[5][6] Corridore completo in ogni aspetto, dalla messa a punto alla gestione delle gomme,[7] seppe distinguersi nel corso della carriera soprattutto per la guida sul bagnato e la velocità in qualifica, caratteristica, quest'ultima, che gli consentì di detenere il record di pole position (65) dal 1989 al 2006.[8] Abile inoltre nei circuiti cittadini, il pilota brasiliano detiene tuttora il record di vittorie sulla prestigiosa pista di Monte Carlo, sei, di cui cinque consecutive fra il 1989 e il 1993[9] e, complessivamente, con 41 Gran Premi vinti, risulta essere il sesto pilota più vincente nella storia della Formula 1.[10]

La sua carriera nella massima categoria automobilistica, iniziata nel 1984 al volante della Toleman, venne contraddistinta dal dualismo con il francese Alain Prost, suo compagno in McLaren nel biennio 1988-1989. Tale rivalità è considerata come una delle più intense e accese della storia della Formula 1, nonché dello sport in generale.[11] Morì a seguito delle ferite riportate in un incidente occorso alla curva Tamburello del circuito di Imola, durante il Gran Premio di San Marino del 1994.[12][13]

Biografia modifica

Ayrton Senna da Silva[14] nacque a San Paolo, Brasile, il 21 marzo 1960[15] in una famiglia di agiate condizioni economiche,[16] da Milton da Silva (1927-2021)[17], brasiliano di madre spagnola, imprenditore e proprietario di diverse fattorie [16] e Neide Johanna Senna (1935), brasiliana di origini italiane[18]; i nonni materni di Neide (fra loro cugini) erano originari di Porcari in provincia di Lucca, la nonna paterna proveniva da Siculiana in provincia di Agrigento, mentre il nonno paterno (il cui cognome originale era Sena) era di Scisciano in provincia di Napoli[19]. Ayrton aveva una sorella maggiore, Viviane (1957), madre di Bruno (anch'egli pilota), e un fratello più piccolo, Leonardo (1966)[16].

Si diplomò presso il Colegio Rio Branco[16].

 
Ayrton Senna a 3 anni

Carriera modifica

(EN)

«Racing, competing, it's in my blood. It's part of me, it's part of my life; I have been doing it all my life and it stands out above everything else.»

(IT)

«Correre, competere, è nel mio sangue. Fa parte di me, fa parte della mia vita. L'ho fatto per tutta la vita e spicca su tutto il resto.»

Inizi modifica

 
Ayrton impegnato in Formula Ford nel 1981

Senna ebbe la possibilità di avvicinarsi precocemente al mondo dell'automobilismo, cominciando nel 1973 a gareggiare nei kart a tredici anni con un Parilla 100 cm³ a Interlagos grazie al primo istruttore Lucio Pascual (detto Tsche), vincendo all'esordio e conquistando nello stesso anno il Campionato Junior[21].

Nel 1977 e nel 1978 vinse il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano. Sbarcato in Italia, a Milano, con i colori della Dap fu protagonista dei campionati mondiali del 1979 e del 1980, sfiorando entrambe le volte il titolo. Nel novembre 1980 Ayrton si trasferì in Gran Bretagna.

Conosceva già Chico Serra, che viveva nell'isola da tre anni e conosceva l'inglese. Serra presentò il giovane pilota a Ralph Firman, proprietario della scuderia Van Diemen e, dopo un test, riuscì ad ottenere un ingaggio. Senna prese casa con la moglie a Norwich, nel Norfolk[22].

Nel 1981 esordì in Formula Ford 1600, disputando il campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen vincendoli entrambi con 12 vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare.

L'anno seguente passò alla Formula Ford 2000, disputando sia il campionato britannico Pace British sia l'Europeo EFDA vincendoli entrambi con 21 vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29 gare. A fine stagione esordì nell'ultima prova del difficile Campionato Britannico di Formula 3 conquistando pole, vittoria e giro più veloce.

Nel 1983 gareggiò nel Campionato Britannico F3 con una Ralt-Toyota del team West Surrey Racing e lo vinse con 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20 gare.

A fine stagione partecipò alla prestigiosa gara internazionale di F3 di Macao nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria. Partì dalla pole, dominò entrambe le manche e segnò il giro veloce.

È di quest'anno la decisione di adottare il cognome materno Senna, meno comune del Da Silva usato sino all'anno precedente.

Formula 1 modifica

I test e il debutto con la Toleman (1983-1984) modifica

Nel corso del 1983 Senna svolse i primi test su vetture di Formula 1. Dopo aver svolto una giornata di prove alla guida di una Williams FW08C messagli a disposizione da Frank Williams per curiosità personale, partecipò insieme a Martin Brundle e Stefan Bellof a una sessione di prove organizzata dalla McLaren sul circuito di Silverstone, risultando il più veloce dei tre[23].

Già dal mese di giugno, però, Senna intratteneva stretti contatti con Bernie Ecclestone, patron della Brabham, che aveva individuato nel brasiliano il profilo ideale per sostituire Riccardo Patrese che sarebbe passato all'Alfa Romeo per la stagione successiva[24].

Nel novembre 1983 il giovane brasiliano svolse anche un test a Le Castellet a bordo di una BT52B, in cui tuttavia non entusiasmò[25];

inoltre il suo possibile ingaggio in Brabham venne bloccato dalla Parmalat, sponsor principale della scuderia, che voleva un pilota italiano come seconda guida[24].

Senna dovette allora accettare la proposta di Alex Hawkridge della Toleman, che gli offrì un contratto da 100.000 sterline[26].

Esordì quindi in Formula 1 nel 1984, al Gran Premio del Brasile.

1984 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1984.
 
Senna alla guida della sua Toleman nel 1984

L'inizio stagione si presentò comunque complicato per il team inglese; la nuova TG184 non era ancora pronta e gli pneumatici Pirelli avevano una resa inferiore rispetto ai Michelin e ai Goodyear[27].

Nonostante ciò, Senna riuscì a mettersi in mostra conquistando due sesti posti in Sudafrica e Belgio, quest'ultimo ottenuto in seguito alla squalifica delle Tyrrell dopo i fatti di Detroit. Fallì però la qualificazione, per la prima e unica volta in carriera, a Imola in seguito a un duro scontro tra Toleman e Pirelli che gli impedì di scendere in pista il venerdì[26].

 
Ayrton Senna con la sua Toleman al Gran Premio di Gran Bretagna, concluso al terzo posto

Il passaggio agli pneumatici Michelin e il debutto della TG184 segnarono un primo miglioramento nella competitività della squadra.

Lo stesso Senna, nelle gare successive diede subito prova di un talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati mai registrati prima: su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco, disputatosi sotto il diluvio.

Senna, partito male, riuscì nel corso della gara a recuperare diverse posizioni, fino a portarsi al secondo posto subito dietro al battistrada Alain Prost su McLaren, a cui stava recuperando tra i quattro e i sei secondi al giro. Al trentunesimo passaggio, il direttore di gara Jacky Ickx interruppe la corsa per l'enorme quantità di acqua che rendeva impraticabile la pista, negando a Senna una vittoria che ai più sembrava sicura[28].

Inoltre, la vittoria di un debuttante su una monoposto di gran lunga inferiore alle vetture di vertice avrebbe potuto alterare la lotta per il mondiale, che sembrava già riservata ai grandi team. Il duello con Prost questa volta mancò, ma Senna e Prost ebbero modo di confrontarsi più volte negli anni successivi, fomentando un'accesa rivalità.

Nelle gare successive ottenne un altro podio giungendo terzo a Brands Hatch, ma fu anche costretto a diversi ritiri dovuti a guasti tecnici. In occasione del Gran Premio d'Olanda, la Lotus annunciò l'ingaggio di Senna a partire dalla stagione successiva con un accordo triennale.

Il comunicato colse di sorpresa sia la Toleman sia lo stesso Senna, che non era stato preavvisato. Hawkridge, irritato per non essere stato informato dal suo pilota dell'intenzione di rescindere il contratto, decise di appiedare il brasiliano che saltò quindi il Gran Premio d'Italia[29].

Tornato in squadra per le ultime due gare, colse l'ultimo podio stagionale in Portogallo dopo essersi qualificato al terzo posto grazie anche all'ottima resa delle gomme da qualifica[30].

Chiuse il Campionato al 9º posto con tredici punti conquistati.

Gli anni alla Lotus (1985-1987) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1985.
 
Senna al Gran Premio d'Europa 1985

Nel 1985 Senna passò alla Lotus, dove trovò come compagno di squadra il pilota Italiano Elio De Angelis.

Entrambi erano considerate prime guide e potevano usufruire in partenza degli stessi materiali. La conoscenza della nuova monoposto per Senna fu però rallentata da un problema di salute che lo tenne lontano dalle piste per tutto l'inverno, consentendogli di eseguire le prime prove solo poche settimane prima dell'inizio del mondiale[31]. Dopo un ritiro all'esordio in Brasile, sul circuito portoghese dell'Estoril, teatro del secondo appuntamento stagionale, Senna ottenne la sua prima vittoria in Formula 1[32], in una gara caratterizzata dalla pioggia torrenziale. La gara portoghese mostrò nuovamente, dopo il Gran Premio di Monaco dell'anno precedente, l'abilità del brasiliano sul bagnato. Senna infatti, (partito dalla pole position per la prima volta in carriera) vinse il gran premio con oltre un minuto di vantaggio su Michele Alboreto, doppiando tutti gli altri piloti arrivati al traguardo, compreso il terzo classificato Patrick Tambay. Senna non riuscì a ripetersi due settimane più tardi a Imola, dove, dopo essere stato in testa per tutta la gara, fu costretto a cedere il comando a pochi giri dal termine dopo aver finito la benzina[33].

Dopo questo brillante inizio di stagione, il brasiliano incappò in una serie di risultati negativi dovuti alla scarsa affidabilità della Lotus, ma riuscì comunque a mettersi in luce in qualifica, conquistando diverse Pole Position, compresa quella sullo storico tracciato di Monte Carlo[34]. Proprio sulla pista monegasca, la determinazione e la grinta del brasiliano fecero infuriare piloti ben più esperti del calibro di Lauda e Alboreto[34], che accusarono Senna di ostacolare gli avversari nei loro giri di qualificazione, con il fine di mantenere la pole position, fondamentale in un tracciato cittadino come quello di Monaco. Il pilota brasiliano, dopo una prima parte di stagione non facile, riuscì a raddrizzare il campionato cogliendo quattro podi (Austria, Olanda, Italia e Gran Bretagna) e la seconda vittoria in carriera, ottenuta sul tracciato belga di Spa-Francorchamps[35], nuovamente in condizioni di bagnato. Senna concluse il campionato in quarta posizione con 38 punti, cinque in più del compagno de Angelis.

1986 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1986.
 
Senna alla guida della sua Lotus nel 1986

L'anno seguente Senna si ritrovò come compagno di squadra l'ex test driver della Ferrari Dumfries[36]. L'arrivo del pilota scozzese fu preceduto da molteplici trattative. Senna spinse molto per avere come compagno il connazionale Maurício Gugelmin, ma lo sponsor del Team Lotus, la John Player & Sons, insistette per l'acquisto di un pilota britannico.

Il candidato favorito sembrò essere Derek Warwick, sostenuto anche dalla stampa inglese, ma Senna pose il suo veto onde evitare che gli sforzi e gli sviluppi della squadra si disperdessero su due piloti e non venisse rispettato l'accordo che lo voleva prima guida[37]. Il campionato iniziò molto bene, con due podi nelle prime due gare; un secondo posto in Brasile[38], dietro al connazionale Piquet e l'incredibile successo a Jerez de la Frontera[39], in volata su Nigel Mansell, con un vantaggio di soli 14 millesimi. Con questo successo Senna prese la testa della classifica per la prima volta, ma con l'avanzare della stagione la superiorità tecnica di Williams e McLaren prese il sopravvento, con Piquet e Mansell in lotta per il titolo con il campione in carica Alain Prost. Nonostante ciò, il bottino di Senna a fine stagione era estremamente positivo: otto pole position, otto podi, una seconda vittoria, sul circuito cittadino di Detroit[40] e, per il secondo anno di fila il quarto posto in classifica generale, dietro a Prost, campione per il secondo anno consecutivo e al duo Williams Mansell – Piquet.

1987 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1987.

Nel 1987, dopo il ritiro dalle corse della Renault, la Lotus trovò un accordo per la fornitura dei motori con la Honda. L'accordo prevedeva che alla casa inglese fossero forniti i propulsori di penultima generazione, lasciando alla sola Williams i più moderni RA167E. Senna, in Lotus per il terzo anno consecutivo, venne affiancato dal debuttante Satoru Nakajima, ingaggiato grazie all'appoggio della casa motoristica nipponica. Per questa stagione, la Lotus mise a disposizione dei suoi piloti il modello 99T dotata del rivoluzionario sistema di sospensioni attive; tale sistema permetteva di mantenere sempre l'altezza ideale da terra della monoposto, garantendo flussi aerodinamici migliori, in particolare sui circuiti che avevano un fondo sconnesso, ma assorbiva una parte della potenza del motore e rendeva più complicato per il pilota capire il limite della vettura stessa. Lo stesso Senna si rivelò però molto ottimista sul buon funzionamento dell'innovazione introdotta dal team[41].

L'inizio di stagione fu però caratterizzato da fortune alterne: dopo un ottimo podio al Gran Premio di San Marino, a Spa, terza prova del mondiale, Senna fu protagonista di un controverso contatto con Mansell, il quale, rientrato ai box, corse verso il garage Lotus per fare i conti con il brasiliano, a suo dire responsabile della collisione; la rissa tra i due fu inevitabile[42]. All'episodio del Belgio seguirono due vittorie, a Monaco[43] - la prima di un incredibile record di sei vittorie - e, per il secondo anno consecutivo, sul tracciato cittadino di Detroit.

Senna, nonostante il notevole divario tecnico con la Williams, riuscì a sopperire alle difficoltà, restando in lotta per il mondiale per gran parte della stagione, ma la superiorità del team di Frank Williams divenne evidente con l'avanzare della stagione, con Mansell e Piquet in lotta per il titolo. A Monza, nel frattempo, venne annunciato il passaggio di Senna alla McLaren[44], come compagno del due volte campione del mondo Alain Prost. Nonostante questo annuncio, Senna riuscì a finire in maniera convincente la stagione, cogliendo il podio in Giappone e nell'ultima gara in Australia, ad Adelaide, dove però fu squalificato al termine della gara a causa di un'irregolarità tecnica[45]. Concluse la stagione al terzo posto in classifica generale, dietro a Piquet, laureatosi campione per la terza volta in carriera, e Mansell.

I titoli iridati con la McLaren (1988-1993) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1988.
 
Senna sul gradino più alto del podio, davanti al compagno di squadra Prost, al termine del Gran Premio del Canada 1988. La stagione segnò l'inizio della rivalità in pista tra il brasiliano e il francese.

Firmato un nuovo contratto triennale, in Mclaren Senna trovò come compagno di squadra il “professore”[46] Prost, con cui iniziò una rivalità destinata a segnare la storia della Formula 1[47]. La netta superiorità tecnica della McLaren MP4/4, motorizzata Honda[48], consentì ai due piloti di dominare il campionato, aggiudicandosi 15 delle 16 gare in programma e riducendo di fatto il mondiale a una lunga lotta tra di loro. L'inizio di stagione del brasiliano fu però altalenante.

Alla squalifica nel GP di casa in Brasile (a causa dell'utilizzo del muletto, azione vietata dal regolamento di allora[49]) seguì il ritiro nel GP di Monaco a poche tornate dalla fine; in testa con un vantaggio di 55 secondi, il pilota paulista andò a sbattere all'uscita della curva del Portier, regalando a Prost una vittoria ormai certa[50]. Con l'avanzare della stagione, tuttavia, Senna inanellò una striscia positiva di sei vittorie in sette gare, portandosi in testa alla classifica con un vantaggio di pochi punti sul rivale. La battaglia tra i due, sempre più accesa, raggiunse il suo apice al Gran Premio del Portogallo, dove Senna spinse il compagno contro il muretto dei box nel tentativo di mantenere la testa della corsa. Ciò nonostante il francese riuscì a portare a termine la manovra, sorpassando Senna e involandosi verso la vittoria.

A fine gara, interrogato sull'accaduto, Prost criticò ampiamente la manovra, accusando il compagno di aver messo a repentaglio la gara di entrambi[51]. Il campionato si decise alla penultima gara a Suzuka. A causa della regola degli scarti[52], a Senna bastava una vittoria per diventare campione, nonostante in classifica il francese avesse più punti. In qualifica il brasiliano ottenne la dodicesima pole position stagionale, ma questa fu vanificata da un'esitazione in partenza che lo fece scivolare a metà gruppo. Nonostante ciò non si arrese, e si lanciò in una rimonta nei confronti del compagno che si concretizzò con un sorpasso sul rettilineo del traguardo al 28º passaggio. Con questo trionfo Senna si laureò matematicamente campione del mondo per la prima volta in carriera, con un bottino stagionale di 8 vittorie (e ben 13 pole position) a discapito delle 7 del compagno.

1989 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1989.
 
Senna (al centro), appena sceso dalla sua McLaren MP4/5 (a destra), discute con Prost (a sinistra) al termine del Gran Premio di San Marino 1989, dopo avere disatteso al patto siglato in precedenza ai box tra i due circa il non attaccarsi durante il primo giro dalla ripartenza: l'episodio, passato alla storia come "la guerra della Tosa" (dal nome della curva teatro del fatto), fece divampare la loro rivalità.

Il 1989 iniziò sulla falsariga dell'anno precedente, con un dominio incontrastato della scuderia inglese e con Senna protagonista di tre vittorie nelle prime quattro gare. Al Gran Premio di San Marino, seconda prova del mondiale, la rivalità con Prost esplose definitivamente. La sospensione della gara in seguito al violento incidente di Berger al Tamburello (nel quale l'austriaco riportò delle ustioni alle mani) comportò l'organizzazione di una seconda procedura di partenza; Prost scattò meglio, portandosi in testa, ma Senna lo passò poche curve dopo non rispettando un accordo preso prima del via[53].

A questo punto Senna si involò verso la vittoria, con Prost incapace di avvicinarsi; a fine gara i due si scambiarono accuse reciproche, con il francese che arrivò addirittura a minacciare la squadra di non correre il seguente Gran Premio se il brasiliano non si fosse scusato[54]. Nelle gare successive però, Senna fu fermato da diversi problemi di affidabilità che permisero al compagno di prendere la testa del campionato con un buon margine. A tre gare dalla fine il brasiliano era distanziato di ben ventiquattro lunghezze. La matematica lo costringeva a vincere tutte le gare rimanenti per confermarsi campione del mondo. Senna vinse in Spagna, dove dominò la gara dalla partenza all'arrivo, precedendo sul traguardo Berger e Prost. Mancavano due gare: Giappone e Australia.

 
Senna festeggia la vittoria nel Gran Premio del Belgio 1989

Lo scontro per il titolo iridato giunse al punto di maggiore tensione al Gran Premio del Giappone. Senna, partito dalla pole position, fu sopravanzato da Prost al via; il francese guadagnò un margine di circa cinque secondi, ma poi il compagno cominciò a recuperare terreno, portandoglisi in scia. Al 46º giro, nel disperato tentativo di mantenere vive le chance iridate, Senna tentò un attacco alla Casio Triangle, ma Prost chiuse la traiettoria e i due si agganciarono, terminando la loro corsa nella via di fuga. Il francese, sicuro di aver conquistato il titolo, scese dalla vettura, mentre Senna rimase al volante e, con l'aiuto dei commissari, riuscì a ripartire.

La sua vettura aveva il musetto danneggiato e il brasiliano fu costretto a tornare ai box per sostituirlo; rientrato in pista alle spalle di Alessandro Nannini, rimontò velocemente e al 50º passaggio lo sopravanzò con una manovra analoga a quella tentata su Prost, conquistando la vittoria. Subito dopo la gara, però, Senna fu squalificato[55] per avere tratto vantaggio dalla spinta dei commissari, rientrando in pista attraverso la via di fuga della chicane anziché percorrendo la medesima[56]; Alain Prost diventava così campione del mondo per la terza volta in carriera, mentre la vittoria veniva assegnata ad Alessandro Nannini, che poteva così fregiarsi della sua prima affermazione in Formula 1.

L'episodio di Suzuka diede avvio a un mare di polemiche tra Senna ed il presidente della FISA Jean-Marie Balestre che si trascinò per tutto l'inverno. La McLaren, con Prost in procinto di passare alla Ferrari[57], prese le difese del brasiliano, presentando ricorso contro la decisione dei commissari al tribunale d'appello. Questo fu respinto, con Senna che anzi fu accusato, nella sentenza del 31 ottobre 1989, di essere pericoloso per l'incolumità degli altri piloti[58], in riferimento ad altri episodi controversi in cui il pilota era stato coinvolto nelle ultime due stagioni, vedendosi infliggere inoltre una multa di 100 000 dollari. Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, considerò il ritiro dalle corse, accusando la federazione di aver manipolato l'esito del campionato[56][59]. A seguito di queste dichiarazioni, la federazione rispose con la sospensione, per sei mesi, della superlicenza necessaria per correre[60].

1990 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1990.
 
La McLaren MP4/5B con cui Senna vinse il suo secondo titolo mondiale

La polemica tra Senna e Balestre si risolse solo poco prima l'inizio della nuova stagione; alle scuse (via lettera) del brasiliano seguì il ripristino della superlicenza da parte della federazione[61]. Con l'arrivo di Berger al posto del francese, la situazione in Mclaren si normalizzò, con Senna al centro del progetto tecnico del Team. Tuttavia, il leitmotiv della stagione era sempre lo stesso: Prost contro Senna. A due gare dalla fine i due contendenti erano distaccati di sole nove lunghezze in favore del brasiliano. Suzuka era nuovamente la sede dello scontro decisivo; con Prost fuori dalla zona punti, Senna poteva fregiarsi del secondo titolo iridato.

Il brasiliano dominò le qualifiche proprio davanti all'acerrimo rivale, ma al termine delle prove l'attenzione si focalizzò sul posizionamento della prima casella di partenza[62]. Senna infatti, chiese agli steward il riposizionamento della Pole Position sul lato più pulito della pista, dopo che questi avevano deciso di spostare i numeri dispari (compresa la prima posizione) sul lato sporco[62]. La richiesta del pilota Mclaren venne rigettata, con il brasiliano che accusò nuovamente Balestre di agire in favore di Prost[63].

Alla partenza, il pilota della Ferrari prese il comando, sfruttando il lato più pulito della pista. Arrivati alla prima curva, mentre il francese si accingeva a rallentare per impostare correttamente la traiettoria, Senna non alzò il piede dall'acceleratore, speronando Prost ad oltre 270 km/h. La corsa era finita per entrambi. La manovra del brasiliano destò grandi polemiche, ma la Fia, contrariamente a quanto fatto l'anno precedente, non sanzionò il pilota, considerando l'accaduto come un incidente di gara. Senna era campione del mondo per la seconda volta in carriera. Commentando l'episodio a caldo, il pilota brasiliano affermò, alludendo all'episodio dell'anno precedente: a volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva. Un anno dopo, Senna ammise pubblicamente di aver provocato volontariamente l'incidente[64], affermando che in quel gesto avevano avuto una forte influenza il controverso episodio del 1989 ed il comportamento della federazione guidata da Jean Marie Balestre, a suo dire sostenitore di Prost.

1991 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1991.
 
Senna prende un passaggio da Nigel Mansell al termine del Gran Premio di Gran Bretagna, dopo essere rimasto senza benzina nel corso dell'ultima tornata.

Scaduto il contratto triennale con la McLaren, Senna si trovò nelle condizioni di rinnovarlo ogni volta a durata annuale fino al 1993, poiché ogni anno fu caratterizzato da una serie d'incertezze sul suo futuro in Formula 1.

Nel 1991 Senna divenne campione del mondo per la terza volta in carriera. L'inizio di stagione fu decisivo per la vittoria del campionato; al trionfo sul cittadino di Phoenix seguirono le vittorie ad Interlagos (la prima davanti al pubblico di casa), Imola e Monaco, che sommate ai problemi tecnici dei rivali consentirono al brasiliano di prendere un margine rassicurante. Particolare fu la vittoria in Brasile; sul tracciato di Interlagos, il brasiliano dovette lottare con problemi al cambio dal 60º giro in poi, perdendo tutte le marce ad eccezione della sesta[65]. Nonostante tutto vinse, riuscendo a gestire un vantaggio di 40 secondi su Patrese, ma a fine gara svenne a causa dell'immane stress fisico, accusando dolori lancinanti alle spalle e alle mani[65].

Con il passare delle gare, tuttavia, il britannico Mansell al volante della Williams iniziò ad opporsi al dominio del pilota Mclaren, ravvivando il campionato. Non appena lo sviluppo della vettura di Frank Williams si perfezionò, questa divenne la macchina da battere, con Mansell che in estate colse tre vittorie consecutive (Magny Cours, Silverstone e Hockenheim). Tuttavia, i trionfi di Senna a Budapest e Spa, sommati al clamoroso errore dei meccanici Williams durante il Gran Premio del Portogallo consentirono al brasiliano di incrementare, in maniera decisiva, il vantaggio nei confronti del pilota Inglese.

Il titolo arrivò alla penultima gara a Suzuka. Con Mansell obbligato a vincere, a Senna bastava un secondo posto per aggiudicarsi il mondiale. La lotta per il campionato si risolse nelle prime battute di gara, quando Mansell, nel tentativo di rimanere in scia a Senna, andò lungo alla prima curva, finendo nella ghiaia e dovendosi ritirare[66]. Sicuro della vittoria, Senna rallentò nelle ultime fasi di gara, lasciando il successo al compagno Berger[66]. Da dimenticare invece la stagione per Prost alle prese con una Ferrari dimostratasi poco competitiva fin dalle prime gare; il francese non fu mai in grado di lottare per il titolo, venendo addirittura licenziato dalla scuderia di Maranello proprio al termine del Gran Premio di Suzuka, dopo aver pubblicamente definito la sua monoposto rossa un "camion"[67].

1992 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1992.
 
Ayrton Senna sul gradino più alto del podio nel Gran Premio d'Italia 1992; alla sua sinistra, il terzo classificato e astro nascente Michael Schumacher, con cui il brasiliano si ritrovò più volte in conflitto nel corso della stagione

Nel 1992 Senna e la McLaren non poterono nulla contro lo strapotere della Williams FW14B guidata da Nigel Mansell. Nelle prime cinque gare il brasiliano arrivò al traguardo solo due volte, terzo in Sudafrica ed a Imola, accusando in più occasioni problemi di affidabilità. Il tempo perso per risolvere i problemi, la tardiva introduzione del cambio al volante oltre alla scelta sbagliata di adottare il nuovo motore Honda V12, impedirono a Senna di lottare per il titolo, relegandolo, al termine della stagione, in quarta posizione, dietro anche all'astro nascente della Benetton, Michael Schumacher.

Fu proprio con il giovane tedesco che Senna durante la stagione si ritrovò a discutere più volte. I rapporti tra i due si deteriorarono già in Brasile, secondo appuntamento stagionale, dove il tedesco accusò pubblicamente Senna di averlo ostacolato con comportamenti poco corretti, mentre in realtà, come ammesso dallo stesso brasiliano al termine della gara, la sua vettura soffriva di problemi di elettronica che causavano continui rallentamenti. Nel Gran Premio di Francia l'accusa cadde invece su Schumacher, dopo che questi tamponò nel corso del primo giro Senna, costringendolo al ritiro. Dopo l'interruzione della gara Senna, già in borghese, prese da parte il tedesco, spiegandogli il suo punto di vista riguardo ai rapporti con la stampa – alludendo a quanto era accaduto in Brasile – e con gli altri piloti.

I contrasti degenerarono infine durante dei test ad Hockenheim, dove i due si sfiorarono più volte con le ruote in pista ed ai box arrivarono quasi alle mani. I problemi relativi alla competitività della McLaren e la decisione di abbandonare la Formula 1 da parte della Honda al termine della stagione, misero in discussione la permanenza di Senna nel team inglese, spingendolo ad intraprendere contatti con la Williams, che però furono interrotti dall'ingaggio di Prost (al rientro in Formula 1 dopo un anno sabbatico), che pose il veto su un eventuale ingaggio del brasiliano al suo fianco[68].

Si riaprì, inoltre, un dibattito sul possibile passaggio di Senna alla Ferrari, del quale già s'era ipotizzato prima d'inizio campionato 1988: infatti Senna, ad inizio campionato 1991, avrebbe potuto passare alla scuderia del Cavallino a fianco di Prost, nonostante le vicende dei Gran Premi del Giappone 1989 e 1990 e l'ancora accesa rivalità; tuttavia il suo trasferimento a Maranello, nuovamente discusso sia per il campionato 1992 che 1993 ed entrambi respinti dallo stesso Senna poiché consapevole d'una Ferrari fragile ed incompetente, oltre alla presenza d'altri piloti sotto contratto, venne rimandato ad oltre il campionato 1994[69]. Indeciso sul da farsi, Senna meditò anche il passaggio nella serie CART, ottenendo un test con il Team Penske del connazionale Emerson Fittipaldi sul Firebird International Raceway di Chandler, in Arizona: il test fu positivo, con Senna che fermò il cronometro sul 49.0 contro il 48.5 del ben più esperto Fittipaldi, alimentando sempre di più le voci su un possibile passaggio nel campionato nordamericano per l'anno successivo[70].

1993 modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1993.
 
Senna fu protagonista a Donington di una prestazione di grande rilievo, imponendosi con oltre un minuto di distacco su Hill.

Nei primi mesi dell'anno, dopo aver pensato al passaggio nella CART e quindi ad un eventuale ritiro dalla Formula 1[71], Senna decise di firmare un accordo in extremis con la McLaren. Il contratto, però, era a gettone: Senna avrebbe deciso di volta in volta se correre ed al termine di ogni Gran Premio gli spettava la cifra di un milione di dollari[68].

La Mclaren, nel frattempo, dopo l'uscita di scena della Honda, intavolò trattative per la fornitura dei motori con Renault e Lamborghini, ma alla fine decise di optare per i propulsori Ford. Senna venne affiancato dallo statunitense Michael Andretti, proveniente dal campionato CART, che prendeva il posto di Berger ritornato alla Ferrari.

Nonostante l'evidente inferiorità di mezzo e un rapporto con il team che andava sempre più deteriorandosi durante la stagione[68], la prima parte di campionato fu incredibilmente positiva, con Senna che colse tre vittorie, in Brasile, a Donington e a Monaco, che lo proiettarono in testa alla classifica davanti al suo eterno rivale Prost. In particolare, nella gara di Donington, Senna ottenne una delle vittorie più belle della sua carriera: sotto l'acqua effettuò quattro sorpassi nel solo primo giro e dominò la gara, dando quasi un minuto e mezzo di distacco al secondo, Damon Hill, e più di un giro a Prost. A Monaco invece, Senna colse la sesta vittoria nel principato (la quinta consecutiva), superando il record di Graham Hill di cinque successi e diventando il pilota più vittorioso sul tracciato monegasco. Un mese dopo questo successo tra l'altro, con grande stupore di Ron Dennis, accettò un rinnovo del contratto fino al termine della stagione[68]. Contemporaneamente, però, iniziò a trattare con la Williams il suo ingaggio per il 1994[68].

Nella seconda parte del campionato, tuttavia, Senna dovette lasciare spazio allo strapotere tecnico della Williams, che con Prost colse quattro vittorie consecutive e, approfittando delle disavventure tecniche del brasiliano, riuscì a laurearsi per la quarta volta campione del mondo già a settembre sul tracciato portoghese dell'Estoril, dopo aver annunciato, nello stesso week end, il ritiro definitivo dalla Formula 1. Senna riuscì a vincere le restanti gare della stagione 1993 a Suzuka e ad Adelaide, consolidando il secondo posto in classifica generale ai danni del pilota britannico della Williams Damon Hill. Al termine della corsa Australiana, in particolare, Senna sorprese tutti, complimentandosi con Prost nel Parc Fermé e abbracciandolo successivamente sul podio, quasi a voler celebrare la conclusione di una delle lotte sportive più intense degli ultimi anni.

Il passaggio alla Williams (1994) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 1994.

Dopo la conquista dell'ultimo titolo iridato, Prost conclude la propria carriera. Nel 1994 Senna lascia la McLaren per trasferirsi proprio alla Williams campione del mondo in carica. Da quell'anno il regolamento vieta tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e il controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992 (FW14B) e 1993 (FW15C). Con il nuovo regolamento, la Williams perde competitività. La monoposto progettata da Adrian Newey non è solo meno competitiva che in passato; è anche troppo stretta nella zona dell'abitacolo, aspetto che influisce negativamente sulla guida (lo stesso Senna, dopo le prime prove effettuate con la vettura, afferma: "Se mangio un panino non entro più in questa macchina"). La vettura è inoltre instabile e difficile da guidare, a causa dell'eliminazione dei dispositivi elettronici.

 
Senna discute con il medico del circus, Sid Watkins, dopo l'incidente mortale di Roland Ratzenberger nelle qualifiche di Imola, 30 aprile 1994.

Senna comincia i lavori di collaudo, ma servirebbe del tempo per risolvere tutti i problemi della vettura; è con questi presupposti che comincia il mondiale. Nelle prime due prove Senna conquista due pole position, però in gara colleziona due ritiri (le due gare sono vinte dal futuro campione Michael Schumacher).

La morte modifica

Anche nella terza prova del mondiale, il Gran Premio di San Marino, Senna conquista la pole position, la terza di fila, ma a caratterizzare la gara sarà ben altro. Le prove, cominciate in malo modo il venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante bassa (senza gravi conseguenze)[72], e funestate il sabato dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve, segneranno profondamente lo stato d'animo di Ayrton e lo porteranno a correre con la bandiera austriaca nella monoposto, pensando di sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà (tale bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti della Williams dopo l'incidente, intrisa del sangue del pilota brasiliano)[73]. Nella notte dopo le prove cronometrate, il piantone dello sterzo della sua monoposto era stato modificato e allungato, dopo la sua richiesta di migliorare la visibilità della strumentazione[74] e per migliorare la guida del mezzo in quanto le nocche del pilota toccavano l'abitacolo.[75][76] La corsa comincia con un incidente alla partenza tra JJ Lehto e Pedro Lamy, in cui i rottami delle vetture provocano il ferimento di alcuni spettatori. La safety car, entrata in pista a seguito dell'incidente, vi rimane fino alla fine del 5º giro. Dopo la ripartenza, durante il 7º giro, Senna esce di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo recentemente modificato;[77] sono le 14:17. La saldatura effettuata si mostra insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara,[78] togliendo al pilota il controllo totale della vettura durante la percorrenza della curva.

Secondo la perizia dell'Alenia, per conto della Williams, la saldatura non cedette, ma si ruppe il raccordo dello sterzo con i leveraggi delle ruote, ma questo solo dopo la collisione, che avvenne per l'instabilità della vettura causata dal cattivo rifacimento del manto stradale. Senna infatti, praticamente passeggero di una vettura ingovernabile, poté solo frenare (come si vede anche dalle immagini riprese dalla videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì a evitare il muro a bordo pista. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto, e fu reso ancora più letale da un gradino d'asfalto coperto d'erba all'ingresso della via di fuga, che fece sobbalzare la vettura facendole conservare la velocità.

Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore[79]. Ciò causò lo sfondamento della regione frontale destra e provocò gravissime lesioni, che si riveleranno fatali; all'arrivo dei soccorsi Senna respirava ancora autonomamente ma era entrato in coma, avendo perso molto sangue dalla lacerazione dell'arteria temporale sopra all'occhio destro, e presentava una midriasi estrema, segno di grave compromissione cerebrale.[80] Dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall'équipe medica guidata dal medico della FIA Sid Watkins, che gli effettuò una tracheotomia d'urgenza, fu deciso di trasportarlo via elisoccorso direttamente al trauma center di riferimento, all'Ospedale Maggiore di Bologna, accompagnato dal rianimatore Giovanni Gordini (all'epoca responsabile del 118 di Bologna), su un elicottero del servizio 118; questa tipologia di soccorso è stata unica nella storia automobilistica in quanto altri casi del genere, anche successivamente, sono stati solitamente gestiti con il trasporto all'ospedale del circuito con l'elicottero sanitario del circuito.[81][82] Nel frattempo, durante il regime di safety car, Érik Comas era rientrato con la sua Larrousse nella pit lane per sistemare un problema causato da un contatto nel primo giro; poco dopo l'atterraggio dell'eliambulanza sulla pista, Comas uscì dai box e, a causa di un problema di comunicazione con il suo equipaggio, pensò di rientrare in gara, già sospesa dalla bandiera rossa: i commissari di gara cercarono di fare segnalazioni a Comas mentre si avvicinava al Tamburello, apparentemente ignaro di ciò che stava accadendo, che frenò bruscamente per evitare la collisione con l'elicottero.

Il fotografo Angelo Orsi, collaboratore del settimanale Autosprint e amico di Ayrton, è stato l'unico a scattare una foto in cui è visibile il volto del pilota dopo i primissimi soccorsi successivi all'incidente; tuttavia egli ha deciso di non pubblicare né mostrare a nessuno tale foto, decidendo subito di distruggerla una volta arrivato nella redazione di Autosprint[83].

 
La tomba di Senna nel cimitero di Morumbi, con l'incisione: "Niente mi può separare dall'amore di Dio".

A Bologna il pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si accertò che il danno più rilevante era il trauma cranico provocato proprio dal puntone della sospensione ed il paziente era in morte cerebrale, ma tale condizione clinica non fu sufficiente per dichiararne la morte:[82] la recentissima legge italiana relativa alla constatazione di decesso (L. 29 dicembre 1993, nº 578; "Norme per l'accertamento e la certificazione di morte") non era ancora entrata nella pratica clinica, pertanto per l'équipe medica fu necessario attendere la cessazione delle funzioni cardiache.[84][85][86]

Il brasiliano fu trasferito all'ospedale Bellaria, specializzato in neurochirurgia, per tentare un intervento al cervello, reso impossibile a causa delle lesioni diffuse; ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle 18:40, all'età di 34 anni, senza aver mai ripreso conoscenza.[87] In punto di morte gli venne impartita l'estrema unzione da parte di un sacerdote cattolico su richiesta del fratello.

Poche ore dopo, la magistratura italiana ordinò l'autopsia sul corpo del campione, effettuata il 3 maggio, nel quale non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità; ciò è spiegabile col fatto che l'angolo d'impatto, di soli 22°, aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia: analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota.

Dopo la morte modifica

 
Il DC-9 presidenziale che volò dall'aeroporto di Bologna a Parigi con a bordo il feretro di Senna; l'aereo è ora esposto al Parco e Museo di Volandia.

In Brasile furono proclamati tre giorni di lutto nazionale, mentre, a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro[88]. Molte migliorie sono state successivamente apportate a livello tecnico, dopo che in un primo momento la Federazione aveva varato un piano d'emergenza per il prosieguo della stagione[89].

Il rientro del corpo di Senna in Brasile, sollecitato dall'allora presidente della repubblica brasiliana al suo omologo italiano, avvenne con un volo sull'aereo presidenziale italiano sino a Parigi e da lì a San Paolo su un McDonnell Douglas MD-11 per conto della Varig, nel quale - per esplicita decisione del comandante dell'aereo - la bara non venne inserita in stiva ma in cabina, in uno spazio ricavato dalla rimozione di alcuni sedili passeggeri.[90] Durante il volo il giornalista Livio Oricchio, connazionale del pilota, e altri amici restarono sempre vicino al feretro.[91]

Rimpatriata la salma di Senna, dopo i funerali di Stato questa venne inumata nel cimitero di Morumbi, nella città natale di San Paolo il 5 maggio 1994.[90] Sedici fra amici, rivali ed ex piloti lo accompagnarono al luogo della sepoltura: Emerson Fittipaldi, Christian Fittipaldi, Wilson Fittipaldi, Roberto Moreno, Rubens Barrichello, Raul Boesel, Maurizio Sandro Sala (rivale di Ayrton ai tempi dei kart), Alain Prost (che aveva seguito la gara di Imola come commentatore per TF1), Jackie Stewart, Johnny Herbert, Thierry Boutsen, Gerhard Berger, Michele Alboreto, Hans-Joachim Stuck, Derek Warwick e Damon Hill.

Il 26 aprile 1997 fu eretto un monumento in memoria del pilota all'interno della curva del Tamburello (oggi trasformata in variante), pressappoco nel punto in cui Ayrton ebbe l'incidente mortale; la statua, alta circa due metri, è un corpo bronzeo che poggia su un prezioso basamento di marmo grigio e pesa quasi 380 chili. Commissionata dal Comune di Imola, proprietario dell'autodromo, e dalla Sagis, la società che all'epoca aveva in gestione l'impianto, l'opera è stata realizzata dallo scultore Stefano Pierotti di Pietrasanta (LU).

Dopo il tragico incidente, tutti i circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. La curva del Tamburello, nella fattispecie, fu modificata e, nel tratto centrale, sostituita con una variante.

Furono anche prese misure, sia immediate sia a lungo termine, per aumentare la sicurezza delle vetture e diminuirne le velocità, tanto che dopo l'incidente di Senna per 20 anni non ci sono stati più incidenti mortali in Formula 1, fino al Gran Premio del Giappone 2014[92], nel quale Jules Bianchi andò a sbattere contro una gru presente a bordo pista per rimuovere una vettura incidentata e morì dopo nove mesi di coma il 18 luglio 2015.

Il processo modifica

 
Il logo "Ayrton Senna Sempre" sul musetto delle monoposto Williams nel 2014, nel ventennale della scomparsa del pilota brasiliano. Le vetture Williams hanno tutte recato un logo in onore di Senna fino al 2021.[93]

Successivamente, nel 1997, si aprì il processo sulla morte di Senna, che portò nel 2005 all'assoluzione sia del patron della Scuderia Williams F1 Frank Williams, sia del progettista della vettura Adrian Newey, in tutti i tre gradi di giudizio.

La Corte di cassazione ha invece sentenziato nel medesimo anno, il "non luogo a procedere" per la richiesta di assoluzione rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto egli, già riconosciuto colpevole di omicidio colposo, non era condannabile essendosi estinto il reato per prescrizione.[94] Il processo ha consentito di portare alla luce numerose anomalie nell'atteggiamento della Williams e della Federazione, nel caso ad esempio della misteriosa sparizione delle centraline elettroniche della FW16[95] o nel caso della cancellazione degli ultimi fotogrammi della camera-car di Ayrton.[96]

Vita privata modifica

Senna si sposò una sola volta, nel 1981 con Lilian De Vasconcelos, ex compagna di scuola, ma il matrimonio terminò dopo soli otto mesi in un divorzio[97]. Successivamente il brasiliano ebbe numerosi flirt, tra cui con le showgirl brasiliane Xuxa ed Adriane Galisteu, la top model ed attrice statunitense Carol Alt e l'italiana Cristina Pensa[98].

Amante dello sport in tutte le sue declinazioni e tra i primissimi piloti a dedicare tempo alla preparazione fisica, praticava corsa, tennis, bici, nuoto e jet ski.[99] Era, inoltre, un aeromodellista oltre che appassionato di volo e nel 1989 ebbe l'opportunità di volare sul Mirage III biposto, caccia all’epoca utilizzato dalla Força Aérea Brasileira[100].

Senna dichiarò più volte di esser devoto al cattolicesimo[101]; il suo rapporto profondo con la religione aveva radici lontane derivanti dalla sua famiglia, in particolar modo dall'educazione impartita dalla madre tuttavia di fede evangelica. Nella sua valigetta personale portava sempre con sé la Bibbia e spesso ne leggeva un passo[101].

In un'intervista, dichiarò di aver visto Dio accanto a lui sullo schieramento di partenza del Gran Premio del Giappone 1988[7]. Sulla sua tomba, nel Cimitero di Morumbi a San Paolo, è scolpita una citazione tratta dalla Lettera dell'apostolo Paolo ai Romani 8,39: «Nada pode me separar do amor de Deus» (Niente mi può separare dall'amore di Dio).

Beneficenza modifica

 
Il logo dell'Istituto Ayrton Senna.

Ayrton Senna spesso dava in beneficenza parte dei guadagni accumulati grazie alla sua attività di pilota. La sua opera di carità venne rivelata soltanto dopo la sua morte dalla sorella Viviane[102]. Nel testamento del campione brasiliano, inoltre, grosse somme furono destinate a opere di beneficenza[103]. All'inizio del 1994, parlando con la sorella, Senna espresse la volontà di dar vita a un'organizzazione con l'obiettivo di aiutare i bambini poveri del Brasile, al fine di dare loro un'opportunità per il futuro[104].

Tale desiderio rivive oggi nella Fondazione Ayrton Senna, un ente senza scopo di lucro creato proprio dalla sorella Viviane nel novembre del 1994 e che dà la possibilità a molti ragazzi brasiliani poveri di ricevere un'adeguata educazione[103]. L'istituto, dalla sua nascita, ha offerto supporto a centinaia di migliaia di assistiti presenti in tutto il Brasile[104], oltre ad essere stato insignito dall'UNESCO, nel 2004, di una cattedra incentrata sull'educazione e lo sviluppo umano, risultando la prima organizzazione non governativa a ricevere tale riconoscimento.

Numeri e statistiche modifica

Ayrton Senna ha preso il via in 161 GP (su 162 partecipazioni), cogliendo 41 vittorie (35 McLaren e 6 Lotus), 65 pole position (46 McLaren, 16 Lotus e 3 Williams)[105], 19 giri più veloci (15 McLaren, 3 Lotus e 1 Toleman), 7 Hat Trick (6 McLaren e 1 Lotus), in gara e 610 punti iridati validi (su 614 totali).

È partito per 87 volte in prima fila e ha ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo 13672 km al comando di una corsa, vale a dire 2931 giri. Memorabili e ricche di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista brasiliano Galvão Bueno, che per Ayrton aveva un'autentica predilezione. Proprio Galvão commentò in diretta e con grande emozione, la gara in cui Ayrton perse la vita per la rete televisiva brasiliana Rede Globo.

Secondo uno studio condotto dalla Formula 1 in collaborazione con AWS, Senna risulta il pilota più veloce di sempre.[106][107]

Inoltre, in un sondaggio condotto nel 2010 a cui hanno partecipato 217 piloti di Formula 1, Senna è stato votato come il più grande pilota di tutti i tempi.[108]

Risultati in Formula 1 modifica

1984 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Toleman TG183B e TG184 Rit 6 6 NQ Rit 2 7 Rit Rit 3 Rit Rit Rit Rit 3 13
1985 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Lotus 97T Rit 1 7 Rit 16 Rit Rit 10 Rit 2 3 3 1 2 Rit Rit 38
1986 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Lotus 98T 2 1 Rit 3 2 5 1 Rit Rit 2 2 Rit Rit 4 3 Rit 55
1987 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Lotus 99T Rit 2 Rit 1 1 4 3 3 2 5 2 7 5 Rit 2 SQ 57
1988 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/4 SQ 1 Rit 2 1 1 2 1 1 1 1 10 6 4 1 2 90 (94)
1989 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/5 11 1 1 1 Rit 7 Rit Rit 1 2 1 Rit Rit 1 SQ Rit 60
1990 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/5B 1 3 Rit 1 1 20 3 3 1 2 1 1 2 Rit Rit Rit 78
1991 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/6 1 1 1 1 Rit 3 3 4 7 1 1 2 2 5 2 1 96
1992 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/6B e MP4/7A 3 Rit Rit 9 3 1 Rit Rit Rit 2 1 5 1 3 Rit Rit 50
1993 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
McLaren MP4/8 2 1 1 Rit 2 1 18 4 5 4 Rit 4 Rit Rit 1 1 73
1994 Scuderia Vettura                                 Punti Pos.
Williams FW16 Rit Rit Rit 0
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Confronto con i compagni di squadra modifica

In tutte le stagioni in F1, tranne che nel 1988, nel 1989 e nel 1994 (anno della sua morte), Senna ha sempre totalizzato più punti rispetto ai suoi compagni di squadra. Nell'unico anno in cui fu sconfitto nello scontro diretto, fu superato dal francese Alain Prost di 16 punti (76-60). Va segnalato che anche l'anno precedente Senna ottenne meno punti di Prost, ma poiché nel periodo 1985-1990 il regolamento permetteva che venissero contati solo i migliori undici risultati su sedici gran premi disputati, Senna in quella stagione ha potuto scartare meno punti del compagno (e si è aggiudicato il titolo iridato) per 90-87 pur avendo totalizzato un minor numero di punti totali di Prost (94 a 105).

Anno Punti di Senna Punti del compagno Compagno di squadra
1984 13 0 Johnny Cecotto
1985 38 33 Elio De Angelis
1986 55 3 Johnny Dumfries
1987 57 7 Satoru Nakajima
1988 90 (94) 87 (105) Alain Prost
1989 60 76 (81) Alain Prost
1990 78 43 Gerhard Berger
1991 96 43 Gerhard Berger
1992 50 49 Gerhard Berger
1993 73 7 Michael Andretti
4 Mika Häkkinen

Nella cultura di massa modifica

  • Lucio Dalla ha inciso nel 1996 la canzone "Ayrton", scritta da Paolo Montevecchi[109].
  • Senna viene citato nella canzone "Marmellata #25" del cantante Cesare Cremonini.
  • Senna viene citato nella canzone "Victory" del rapper francese Soprano.
  • Il gruppo italiano degli SHW ha dedicato un brano al pilota, intitolato "ADS" (Ayrton da Silva).
  • In occasione del Gran Premio del Brasile 2010 è stato presentato, per il lancio internazionale, il film biografico Senna.
  • Un'altra canzone dedicata a Senna è "Saudade" di Chris Rea.
  • La band The Rock Alchemist dedica il brano "Live or Die" ad Ayrton Senna, proponendolo dal vivo anche all'Ayrton Senna Tribute di Imola nel 2014
  • En?gma cita Senna nella canzone "Turbo" di Raige con il featuring di Salmo e DJ Slait.
  • MadMan cita Senna nella canzone "Escape From Heart".
  • La nazionale di calcio brasiliana dedicò a Senna la vittoria del Campionato mondiale di calcio 1994.
  • Nesli cita Senna nella sua canzone "Strano Italiano", appartenente all'album Home.
  • La scuola di Samba di Rio de Janeiro Unidos da Tijuca gli ha dedicato il tema della sfilata durante il Carnevale di Rio 2014 vincendo la competizione tra le 12 scuole in gara.
  • Nel 1994, la Ducati lancia la versione Senna della 916 seguita, nel 2013, dall'omonima versione della 1199 Panigale.[110]
  • Nel 2002 la MV Agusta lancia una motocicletta dedicata ad Ayrton Senna, la Agusta F4 750 Senna.
  • Senna viene citato in forma parodica nell'episodio 151 della serie animata satirica giapponese Gintama, assieme al connazionale Rubens Barrichello e a Jacques Villeneuve.
  • Per il videogioco Gran Turismo 6, uscito nel 2013, è stato pubblicato un DLC gratuito che comprende alcune auto guidate da Ayrton Senna e versioni del suo periodo del tracciato di Brands Hatch e di Monza, ed è presente un evento a lui dedicato.
  • Nel 2018 la McLaren lancia una supercar dedicata ad Ayrton Senna denominata McLaren Senna.
  • Nel 2019 la Codemasters ha deciso di omaggiare lo stesso Senna ed Alain Prost includendo nel videogioco F1 2019 il "Legends DLC", con il quale si potevano acquistare tute, caschi e guanti a tema Senna vs Prost e si poteva guidare negli eventi la McLaren MP4/5B e/o la Ferrari 641 F1.
  • Nel 2020 Netflix annuncia che uscirà una serie dedicata ad Ayrton Senna[111].
  • Nella riproduzione del circuito di Imola di alcuni simulatori si possono trovare diversi omaggi ad Ayrton Senna. In Raceroom Racing Experience uscendo dalla variante Tamburello in direzione della variante Villeneuve, nel luogo dell'incidente fatale si possono notare una bandiera brasiliana, fiori ed una polo onoraria della Minardi, mentre nel capitolo 2 del videogioco brasiliano Automobilista, nello stesso punto si può intravedere, al di là della recinzione e fra la vegetazione, la scultura in suo onore installata nel parco delle Acque Minerali.

Mostre modifica

  • "Ayrton Senna. L'ultima notte", Museo Lamborghini, a cura di Ercole Colombo e Giorgio Terruzzi (12 aprile 2017 - 20 novembre 2017)[112].

Note modifica

  1. ^ Curiosità, Ayrton Senna - L'omaggio di Google per il compleanno di "Magic", su Quattroruote.it. URL consultato il 5 agosto 2021.
  2. ^ (EN) Gerald Donaldson, Ayrton Senna | Formula 1®, su Formula 1® - The Official F1® Website. URL consultato il 5 agosto 2021.
  3. ^ Luca Ferrari, F1 | 21 marzo 1960: Ayrton Senna, su FormulaPassion.it, 21 marzo 2021. URL consultato l'11 agosto 2021.
  4. ^ Alessio Arcidiacono, F1 | Senna nel cuore. 26 anni fa come oggi, su F1inGenerale, 1º maggio 2020. URL consultato il 12 agosto 2021.
  5. ^ F1: il primo maggio di 27 anni fa la scomparsa di Ayrton Senna, su corrieredellosport.it. URL consultato il 5 agosto 2021.
  6. ^ F1: 27 anni fa ci lasciava la leggenda Ayrton Senna, su tuttosport.com. URL consultato il 5 agosto 2021.
  7. ^ a b Pino Allievi, Senna, il fuoriclasse col tocco mistico della F.1, in La Gazzetta dello Sport, 1º maggio 2009. URL consultato il 28 gennaio 2019.
  8. ^ Statistiche Piloti - Pole positions - Cronologia del record, su statsF1.com. URL consultato il 15 dicembre 2019.
  9. ^ Gran Premio di Monaco: è ancora Ayrton Senna a detenere il record, su radiomontecarlo.net, 26 maggio 2022. URL consultato il 26 gennaio 2023.
  10. ^ Statistiche Piloti - Vittorie - Per numero • STATS F1, su statsf1.com. URL consultato il 5 agosto 2021.
  11. ^ Daniele Fantini, Alain Prost e Ayrton Senna, la storia di una grande rivalità sfociata in profonda amicizia, su eurosport.com, 24 febbraio 2019. URL consultato il 15 dicembre 2019.
  12. ^ Senna è stato l'unico campione del mondo a perire durante lo svolgimento di una gara di Formula 1. Jochen Rindt, che perse anch'egli la vita durante un fine settimana di gara, morì nelle prove del G.P. di Monza del 1970, diventando iridato post mortem.
  13. ^ Hilton, p. 6.
  14. ^ Nel 1982 il brasiliano decise di iscriversi alle gare unicamente col cognome della madre, Senna, in quanto quello del padre, Da Silva, non lo riteneva abbastanza distintivo.
  15. ^ Hilton, p. 15.
  16. ^ a b c d Williams, pp. 51-53.
  17. ^ F1: morto Milton da Silva, padre di Ayrton Senna, su corrieredellosport.it, 28 ottobre 2021.
  18. ^ Donazzan, p. 14.
  19. ^ La genealogia di Ayrton Senna, su insieme.com.br.
  20. ^ Henry, Remembering Ayrton Senna, p. 78.
  21. ^ (EN) Ayrton Senna, su motorsportsetc.com. URL consultato il 21 marzo 2014.
  22. ^ Richard Williams, The Death of Ayrton Senna, Penguin UK, 2010.
  23. ^ Cesare Maria Mannucci, Così Senna scoprì la Formula 1 (1ª parte), su autosprint.corrieredellosport.it, 29 aprile 2014. URL consultato il 19 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2014).
  24. ^ a b Cesare Maria Mannucci, Così Senna scoprì la Formula 1 (2ª parte), su autosprint.corrieredellosport.it, 29 aprile 2014. URL consultato il 19 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2014).
  25. ^ Stefano Ollanu, F1 | 1983, il test di Senna sulla Brabham al Paul Ricard, su formulapassion.it, 17 giugno 2021.
  26. ^ a b Toleman story, su autosprint.corrieredellosport.it, 27 luglio 2010. URL consultato il 16 agosto 2014.
  27. ^ Casamassima, pp. 36-41.
  28. ^ Casamassima, pp. 51-56.
  29. ^ Casamassima, pp. 67-71.
  30. ^ Casamassima, p. 73.
  31. ^ Casamassima, pp. 78-81.
  32. ^ La prima volta di Ayrton nuovo mago della pioggia, in La Stampa, 22 aprile 1985.
  33. ^ Un Gran Premio emozionante con Senna e Johansson ko per la Benzina e Prost squalificato, in La Stampa, 6 maggio 1985.
  34. ^ a b Senna ne ha fatte di tutti i colori, in La Stampa, 19 maggio 1985.
  35. ^ In Belgio vince Senna (Lotus): il francese, terzo, consolida il suo vantaggio nel mondiale, in La Stampa, 16 settembre 1985.
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