Arcidiocesi di Saragozza

arcidiocesi cattolica romana in Spagna

L'arcidiocesi di Saragozza (in latino: Archidioecesis Caesaraugustana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2020 contava 892.936 battezzati su 926.936 abitanti. È retta dall'arcivescovo Carlos Manuel Escribano Subías.

Arcidiocesi di Saragozza
Archidioecesis Caesaraugustana
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Barbastro-Monzón, Huesca, Tarazona, Teruel e Albarracín
 
Arcivescovo metropolitaCarlos Manuel Escribano Subías
Arcivescovi emeritiManuel Ureña Pastor,
Vicente Jiménez Zamora
Presbiteri513, di cui 318 secolari e 195 regolari
1.740 battezzati per presbitero
Religiosi281 uomini, 1.235 donne
Diaconi3 permanenti
 
Abitanti926.936
Battezzati892.936 (96,3% del totale)
StatoSpagna
Superficie13.309 km²
Parrocchie276
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleSantissimo Salvatore
ConcattedraleNostra Signora del Pilar
IndirizzoPlaza de La Seo 5, 50001 Zaragoza, España
Sito webwww.archizaragoza.org
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
La basilica concattedrale di Nostra Signora del Pilar
Omaggio floreale a Maria Vergine in occasione della festa del Pilar del 2004
Il seminario arcivescovile di Saragozza.
La basilica minore di Santa Engracia a Saragozza.

Territorio modifica

L'arcidiocesi comprende la provincia di Saragozza, ad eccezione della parte occidentale della provincia, che appartiene alla diocesi di Tarazona e una piccola porzione della parte settentrionale, che appartiene alla diocesi di Jaca. L'arcidiocesi comprende anche una parte della provincia di Teruel.

Sede arcivescovile è la città di Saragozza, dove si trovano la cattedrale del Santissimo Salvatore e la concattedrale di Nostra Signora del Pilar. A Saragozza sorge anche la basilica minore di Santa Engracia.

Il territorio è suddiviso in 276 parrocchie, raggruppate in 25 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 7 vicariati.

Provincia ecclesiastica modifica

La provincia ecclesiastica di Saragozza, istituita nel 1318, comprende le seguenti suffraganee:

Storia modifica

Epoca romana (secoli I-V) modifica

La diocesi di Saragozza è una delle più antiche di Spagna, considerato che la sua origine risale a san Giacomo apostolo, secondo una tradizione mai posta in dubbio fino a quando ne scrisse Cesare Baronio, influenzato da una storia favolosa di Juan García Loaysa. Successivamente papa Urbano VIII ordinò la reintroduzione della versione tradizionale nel Breviario.

Strettamente legati alla tradizione della fondazione della Chiesa di Saragozza da parte di san Giacomo, sono la storia di Nostra Signora del Pilar e i santi Atanasio e Teodoro, discepoli di san Giacomo, che sono ritenuti i primi vescovi di Saraogozza.

Verso l'anno 256 appare come vescovo Felix Caesaraugustanus, che difende la vera disciplina nel caso di Basilide e Marziale, vescovi rispettivamente di Astorga e di Mérida.

San Valero, che partecipò al Concilio di Elvira, fu vescovo dal 290 al 315 e, insieme al suo discepolo e diacono san Vincenzo, soffrì il martirio durante la persecuzione di Daciano. San Vincenzo fu portato a Valencia, dove soffrì un lungo e terribile martirio. San Valero fu esiliato in un luogo chiamato Enet, vicino a Barbastro, dove morì. Le sue reliquie furono trasferite inizialmente a Roda de Isábena, ma il braccio e il capo furono recati a Saragozza dopo la reconquista della città.

Si ritiene che ci furono martiri in precedenti persecuzioni a Saragozza, come sembra indicare Prudenzio; però non esistono notizie certe prima di Valero, quando sono menzionati anche santa Engracia e i santi Innumerevoli. Si racconta che Daciano, per individuare ed eliminare i fedeli di Saragozza, ordinò che si promettesse libertà di culto alla condizione che tutti uscissero dalla città in un momento determinato e da una certa porta. Quanti passarono la porta, furono uccisi di spada e i loro corpi bruciati. Le loro ceneri furono mischiate con quelle dei criminali, di modo che non si potessero venerare. Però la pioggia separò le ceneri, formando da quelle dei martiri masse bianche, note come Santas Masas. Le Santas Masas furono deposte nella cripta della chiesa di santa Engracia, dove ancora si conservano.

Prima dell'invasione musulmana, si realizzarono tre concili nazionali a Saragozza. Il Primo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 380 durante l'episcopato di Valerio II. Questo concilio, precedente quelli di Toledo, trattò lo sradicamento del priscillianesimo.

Periodo visigoto (secoli V-VII) modifica

Nel 542, durante l'assedio dei Franchi, gli abitanti di Saragozza cedettero una parte della stola impregnata di sangue di san Vincenzo come prezzo per la ritirata delle truppe.

Dal 592 al 619 fu vescovo Máximo, che partecipò al concilio di Barcellona e a quello di Egara. Durante il suo episcopato si svolse nel 592 il Secondo concilio di Saragozza contro l'arianesimo.

La sede di Saragozza fu occupata durante l'epoca visigotica da due vescovi illustri: San Braulio (631-651), che prese parte al IV, V e VI Concilio di Toledo; e Tajón (651-664), famoso per i suoi scritti e per aver scoperto a Roma la terza parte dei «Morales» di san Gregorio Magno.

Il Terzo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 691 sotto il vescovo Valedero. Vi si decise che le regine, una volta divenute vedove, avrebbero dovuto ritirarsi in un monastero per sicurezza e per decoro.

Periodo islamico (714 - 1118) modifica

Durante l'occupazione islamica il culto cattolico non sparì dalla città; le chiese della Vergine e di santa Engracia furono mantenute, mentre la cattedrale fu convertita in moschea.

Dei vescovi dell'epoca ci sono giunti i nomi di Senior, che visitò sant'Eulogio a Cordova (849), di Eleca, che nell'890 fu espulso dai musulmani e si rifugiò a Oviedo. Paterno fu inviato dal re Sancho III Garcés di Navarra a Cluny, per introdurre la riforma cluniacense in Spagna, nei monasteri di San Juan de la Peña e di San Salvador de Leyre, e successivamente fu nominato vescovo di Saragozza (1040-1077).

Periodo cristiano (1118 - 1318) modifica

Il re Alfonso I d'Aragona riconquistò la città il 18 dicembre 1118 e nominò vescovo Pedro de Librana, che ricevette la conferma di papa Gelasio II. López, nella sua Historia de Zaragoza, scrive che Pedro de Librana dapprima ebbe come cattedrale la chiesa del Pilar e il 6 gennaio 1119 purificò la grande moschea, che dedicò al Salvatore, per farne la sede della sua cattedra. Da qui trasse origine la controversia che cominciò nel 1135, tra i canonici del Pilar e della Seo per la titolarità della cattedrale.

Arcidiocesi di Saragozza (1318 - presente) modifica

Nel 1318 la sede di Saragozza, fino ad allora suffragaea dell'arcidiocesi di Tarragona, fu elevata ad arcidiocesi metropolitana con la bolla Romanus Pontifex di papa Giovanni XXII del 18 luglio. Inizialmente aveva sette diocesi suffraganee.

Nelle dispute che seguirono la morte del re Martino I d'Aragona, l'arcivescovo García Fernández de Heredia (1383-1411) fu assassinato da Antonio de Luna, partitante del conte Giacomo II di Urgel.

Per più di un secolo (1458-1577) la cattedra vescovile fu appannaggio di principi di sangue reale:

Il 15 settembre 1485, Pietro d'Arbués, canonico della cattedrale di Saragozza e inquisitore maggiore d'Aragona, fu aggredito e ucciso nella cattedrale probabilmente da convertiti. In risposta all'assassinio, centinaia di conversos furono arrestati e ne furono giustiziati da cento a duecento, compresi gli assassini. Successivamente PIetro d'Arbués fu beatificato e canonizzato.

Il 31 luglio 1577 la diocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Teruel (oggi diocesi di Teruel e Albarracín).

Saragozza aveva due seminari: quello dei santi Valerio e Braulio, fondato dall'arcivescovo Agustín de Lezo y Palomeque nel 1788, fu distrutto da un'esplosione e ricostruito nel 1824 dall'arcivescovo Bernardo Francés Caballero e quello di san Carlo Borromeo, precedentemente un collegio dei gesuiti, trasformato in seminario per decisione di re Carlo III.

Nel XIX secolo l'arcidiocesi subì gravi conseguenze dalla Guerra d'indipendenza e dalle guerre carliste.

Il 2 settembre 1955, in forza del decreto Initis inter della Congregazione concistoriale, furono rivisti i confini dell'arcidiocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. L'arcidiocesi di Saragozza perse una buona porzione del suo territorio per la cessione di 7 arcipresbiterati alla diocesi di Teruel e di altri 2 alla diocesi di Tarazona, e il trasferimento di 10 parrocchie alle diocesi di Jaca, Pamplona, Tarazona e Tortosa. Acquisì solamente 7 parrocchie dalle diocesi di Huesca, Lleida e Tortosa. Queste decisioni risolsero la secolare anomalia rappresentata dalla chiesa di santa Engracia, che pur trovandosi nel centro di Saragozza, fino ad allora apparteneva alla diocesi di Huesca.

Il 1º settembre 2006 è stata approvata la nuova suddivisione dell'arcidiocesi in vicariati e arcipresbiterati.

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 926.936 persone contava 892.936 battezzati, corrispondenti al 96,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 570.000 570.000 100,0 679 418 261 839 624 1.327 371
1969 615.228 616.428 99,8 797 437 360 771 552 2.344 183
1980 847.512 864.427 98,0 841 466 375 1.007 649 2.020 276
1990 766.000 785.000 97,6 802 454 348 955 628 2.199 278
1999 770.000 794.000 97,0 711 405 306 1.082 527 1.973 274
2000 770.000 794.000 97,0 701 409 292 1.098 498 1.973 275
2001 770.000 794.000 97,0 704 420 284 1.093 491 1.973 274
2002 770.000 794.000 97,0 698 418 280 1.103 495 1.844 274
2003 770.000 794.000 97,0 718 419 299 1.072 516 1.844 275
2004 770.000 794.000 97,0 703 414 289 1.095 507 1.844 272
2010 873.040 917.040 95,2 676 388 288 1.291 386 1.577 275
2014 900.213 936.403 96,1 597 373 224 1.507 354 1.431 277
2017 876.176 910.176 96,3 544 344 200 1.610 308 1.335 277
2020 892.936 926.936 96,3 513 318 195 1.740 3 281 1.235 276

Note modifica

  1. ^ Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, p. 183.
  2. ^ Josep Vilella, Los concilios eclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano: análisis histόrico-prosopográfico, Medieval Prosopography 25 (2008), p. 42.
  3. ^ Josep Vilella, Los concilios eclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano: análisis histόrico-prosopográfico, pp. 18-19.
  4. ^ a b c d e f g Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974, pp. 205-208.

Bibliografia modifica

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