Carlomanno ribattezzato Pipino al momento dell'incoronazione a re dei Longobardi (aprile 773[1] o 777[2]Milano, 8 luglio 810); figlio di Carlo Magno, fu re dei Longobardi sotto la sovranità del padre, dal 781 fino alla morte.

Pipino
Pipino
Re dei Longobardi
Stemma
Stemma
In carica15 aprile 781 –
8 luglio 810
PredecessoreCarlo Magno
SuccessoreBernardo
Nascitaaprile 773[1] o 777[2]
MorteMilano, 8 luglio 810
Luogo di sepolturaBasilica di Sant'Ambrogio, Milano
DinastiaCarolingi
PadreCarlo Magno
MadreIldegarda
FigliFigli illegittimi:
Bernardo
Adelaide (o Aeda)
Adele (o Adula)
Gudrada
Bertaide e
Theodrada

Origine modifica

Secondo il Pauli Gesto Episcop. Mettensium Carlomanno era il secondo figlio maschio del re dei Franchi e re dei Longobardi, poi imperatore, Carlo Magno e di Ildegarda[3] (758Thionville, 30 aprile 783), che, secondo la Vita Hludowici Imperatoris[4], era di origine sveva, discendente, da parte di madre, da Goffredo, duca degli Alemanni,[5] essendo figlia di Emma d'Alemannia, figlia di Hnabi, duca degli Alemanni,[6] mentre secondo il Codex Laureshamensis il padre di Ildegarda e marito di Emma era il conte Geroldo di Vinzgouw.[7]

Biografia modifica

 
Verona, presunta tomba di Pipino.

Alla nascita gli era stato imposto il nome Carlomanno, ma, prima di essere unto re dei Longobardi, fu ribattezzato col nome reale Pipino (secondo la storica Sandrine Vassileff, perché il nome Carlomanno era legato negativamente, in Italia, a quello del defunto zio, fratello e rivale di suo padre Carlo Magno[8]), anche perché il suo fratellastro Pipino il Gobbo, pur vivendo a corte, era stato diseredato, in quanto dichiarato illegittimo e forse anche perché malformato. Secondo la Pauli Continuatio Romana, Carlomanno, nel 781, fu ribattezzato Pipino da papa Adriano I[9] e dallo stesso fu unto "re d'Italia" (regem super Italiam), mentre il fratello minore, Ludovico fu unto re d'Aquitania,[10] a Roma, il giorno di Pasqua, il 15 aprile[11] dopo che suo padre, nel 773, aveva soggiogato i Longobardi e conquistato il loro regno.[10] Pipino sotto la tutela del cugino di suo padre, Adelardo di Corbie, dopo aver cinto la Corona ferrea, risiedette a Pavia.[11]

Fu assai attivo per espandere l'Impero franco, prima di tutto con la conquista dell'Istria, che venne riannessa al regno d'Italia nel 788-789. Nel 791 condusse il suo esercito, affiancato da Geroldo di Vintzgau, nella valle della Drava e saccheggiò la Pannonia, mentre il padre marciava, seguendo il corso del Danubio, nel territorio degli Avari. Carlo Magno fu poi costretto ad abbandonare l'impresa per affrontare l'insurrezione sassone del 792. Nel 793 Pipino invase il ducato di Benevento,[11] ancora sotto il dominio dei Longobardi.

Il margravio Enrico del Friuli ed il principe slavo Voinimiro, nel 795, attraversarono il Danubio e attaccarono le fortificazioni degli Avari costruite a forma di anello, riuscendo a conquistare, secondo gli Annales Fuldenses, il grande "Anello degli Avari", la loro principale fortezza.[12] Pipino, l'anno successivo completò l'opera, distruggendo l'Anello dopo averlo espugnato per la seconda volta,[12] sottomettendo definitivamente gli Avari.[10] Il bottino fu immenso: fu inviato a Carlo Magno ad Aquisgrana[12] e distribuito a tutti i suoi seguaci e persino a governanti stranieri, compreso il re Offa di Mercia. Per la vittoria sugli Avari fu composto un poema in onore di Pipino: De Pippini Regis Victoria Avarica.[13]

Nell'806, a Thionville, suo padre Carlo Magno redasse un progetto di divisione dell'impero in tre parti,[11] una a ciascun figlio, senza menzionare chi gli sarebbe successo sul trono imperiale, quindi inviò il documento al papa Leone III: a Pipino sarebbero toccate l'Italia, la Baviera, parte della Carinzia e l'Alemannia.[11]

Secondo lo storico francese Christian Settipani, esperto di genealogie, Pipino nell'810 occupò l'Istria e la laguna veneta.[14] Nell'ambito di queste imprese, è da ricordare anche il disastroso attacco alla laguna di Venezia, allora territorio bizantino, ma di fatto indipendente.
Secondo la storiografia veneziana, Pipino, occupato il porto di Albiola, organizzò una flotta per conquistare la laguna, ma gli assediati, ritiratosi nelle isole più interne, come Rialto, aspettarono che le grandi navi franche si arenassero nelle secche lagunari per poi attaccarle con imbarcazioni piccole e leggere, bruciando la flotta e massacrando l'esercito nemico - da cui il toponimo canale dell'Orfano.
Secondo la versione franca, Pipino si sarebbe a quel punto mosso verso la Dalmazia, ma l'arrivo di una flotta bizantina al comando di Paolo, prefetto di Cefalonia, lo dissuase dal procedere nelle operazioni militari. L'imperatore bizantino Niceforo, frattanto, volle chiudere i conti in sospeso con i Carolingi e riaprì le trattative, inviando un ambasciatore a Pipino.

Pipino si ammalò poco dopo per l'insalubrità delle paludi e morì. Una tradizione locale racconta che il decesso avvenne a Pietrasecca, dove in precedenza aveva fondato un castello.
La morte di Pipino ci viene confermata sia dagli Annales Fuldenses che dagli Annales Sancti Emmerammi Ratsponensis Maiores: avvenne l'8 luglio 810[15][16] a Milano,[11] ove fu sepolto nella basilica di Sant'Ambrogio.[17][18] Secondo la leggenda, Pipino sarebbe stato sepolto a Verona, ma la notizia è ormai stata smentita da tempo.[19]

Dopo la morte di Pipino, Carlo Magno, pur riconoscendo la legittimità della successione, tenne rinchiuso sino all'età di 15 anni il di lui figlio naturale Bernardo presso abbazia di Fulda.[20] Bernardo, secondo Eginardo, fu inviato ufficialmente in Italia (col titolo di Rex Langobardorum) dall'imperatore nell'812.[21]

Matrimonio e discendenza modifica

Di una eventuale moglie di Pipino non si hanno notizie, mentre, secondo la Vita Hludowici Imperatoris,[4] ebbe almeno un'amante[22], che secondo alcune fonti fu una delle figlie di Guglielmo di Gellone oppure una delle figlie del conte Bernardo, figlio di Carlo Martello, oppure entrambe. Da una o forse due amanti, Pipino ebbe sei figli (le figlie sono confermate da Eginardo[11]):

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo Martello Pipino di Herstal  
 
Alpaïde di Bruyères  
Pipino il Breve  
Rotrude di Treviri Lamberto II di Hesbaye  
 
Clotilde  
Carlo Magno  
Cariberto di Laon ?  
 
Bertrada di Prüm  
Bertrada di Laon  
Gisella di Laon ?  
 
?  
Pipino d'Italia  
 
 
 
Geroldo di Vintzgau  
 
 
 
Ildegarda  
Hnabi Huoching  
 
 
Emma d'Alemannia  
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ a b (EN) #ES Genealogy : Carolingi - Pepin I
  2. ^ a b (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Carolingi - CARLOMAN (Pepin)
  3. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Pauli Gesta Episcop. Mettensium, pag. 265 Archiviato il 24 aprile 2016 in Internet Archive.
  4. ^ a b La Vita Hludowici Imperatoris sono due biografie, dalla nascita all'840, dell'imperatore Ludovico il Pio, scritte, in latino, da due monaci, uno anonimo, conosciuto come "l'Astronomo", mentre del secondo si conosce il nome: Thegano.
  5. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici Imperatoris, pag. 590, par. 2 Archiviato il 13 ottobre 2017 in Internet Archive.
  6. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici Imperatoris, pag. 591, par. 2 Archiviato il 10 marzo 2016 in Internet Archive.
  7. ^ (LA) Codex Laureshamensis, tomus II: MDCCCLXXX, Donatio Geroldi, p. 475
  8. ^ (FR) Sandrine Vassileff#ES La place du nom Carloman dans le système anthroponymique de la famille carolingienne Archiviato il 31 agosto 2021 in Internet Archive.
  9. ^ Claudio Rendina, I papi. Storia e segreti.
  10. ^ a b c (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores Rerum Longobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, Pauli Continuatio Romana, pag. 202 Archiviato il 3 settembre 2014 in Internet Archive.
  11. ^ a b c d e f g h i j k l (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: Re dei Longobardi - CARLOMAN (Pepin)
  12. ^ a b c (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Enhardi Fuldensis Annales, pag. 351, anno 796 Archiviato l'11 marzo 2016 in Internet Archive.
  13. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Poetarum Latinorum Medii Aevi, tomus I: De Pippini Regis Victoria Avarica, pagg. 116 e 117 Archiviato il 24 aprile 2016 in Internet Archive.
  14. ^ Settipani (1993), pag 211
  15. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Enhardi Fuldensis Annales, pag. 355, anno 810 Archiviato il 26 settembre 2013 in Internet Archive.
  16. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus I: Annales Sancti Emmerammi Ratsponensis Maiores, pag. 93, anno 810 Archiviato il 26 settembre 2013 in Internet Archive.
  17. ^ Lapide sepolcrale il cui testo è conservato in codice datato IX-X secolo e edito in Hibernici exulis et Bernowini carmina, n. 15, p. 405 ("Hoc iacet in tumulo Pippinus, rex venerandus, / Hesperiam rexit, hoc iacet in tumulo. / Francia quem genuit pulchra pietate repletum / nunc tenet Hesperia, Francia quem genuit. / Nobilis in genere, pulchra de stirpe coruscans, / quem genuit Karolus nobilis in genere. / Nubila cuncta fugans mundi properavit ad aethra, / nunc sine fine manet nubila cuncta fugans. / Deque sua facie superabat lilia pulchra, / fulsit clara dies deque sua facie. / Nobilior meritis quam quis valet ore referre, / in specie pulcher, nobilior meritis. / Unus amor populi, virtus, pax omnibus una, / dilexit cunctos, unus amor populi. / Rex bonus et placidus, nulli bonitate secundus, / iure alios rexit rex bonus et placidus. / Cuius ab ore pio populus sua vota metebat, / suavia cuncta bibit cuius ab ore pio. / Raptus ab orbe fuit cito pastor largus egentum, / .... raptus ab orbe fuit").
  18. ^ Le sepolture regie del regno italico (secoli VI-X)
  19. ^ Società Athesis S.p.A, È il tavolo su cui Da Vico serviva gli gnocchi, su L'Arena, 2010.08.25T11:58:00+0200. URL consultato il 17 maggio 2023.
  20. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: Re dei Longobardi-BERNARD
  21. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I: Einhardi Annales, anno 812, Pag 199 Archiviato il 16 marzo 2018 in Internet Archive.
  22. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici Imperatoris, pag. 596, par. 22 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  23. ^ a b c d Solo una delle quattro sorelle, ma non se ne conosce il nome, sposò il conte Lamberto I di Nantes, futuro duca di Spoleto, da cui discesero sia i conti di Nantes che i duchi di Spoleto.
  24. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus IV: Hrotsuithae Carmina, pag. 306 e seguenti

Bibliografia modifica

Fonti primarie modifica

Letteratura storiografica modifica

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