Prima Divisione 1924-1925

25ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio

La Prima Divisione 1924-1925 è stata la 25ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio, disputata tra il 5 ottobre 1924 e il 23 agosto 1925 e conclusa con la vittoria del Bologna, al suo primo titolo.

Prima Divisione 1924-1925
Competizione Prima Divisione
Sport Calcio
Edizione 25ª
Organizzatore Lega Nord e Lega Sud
Date dal 5 ottobre 1924
al 30 agosto 1925
Luogo Bandiera dell'Italia Italia
Partecipanti 25 (Lega Nord)
18 (Lega Sud)
43 (totale)
Formula 2 gironi, finale e finalissima
Risultati
Vincitore Bologna
(1º titolo)
Retrocessioni Lega Nord
Spezia
Derthona
SPAL
Lega Sud
(le squadre scritte in corsivo sono poi state riammesse)
Pro Roma
Tarantina
FBC Bari
Statistiche
Miglior marcatore Bandiera dell'Italia Mario Magnozzi (19)
Il Bologna per la prima volta campione d'Italia
Cronologia della competizione
1923-1924 1925-1926

Capocannoniere del torneo è stato Mario Magnozzi (Livorno) con 19 reti.

Stagione modifica

Formula modifica

Il campionato della Lega Nord era strutturato su due gironi interregionali, uno da 12 e uno da 13 squadre, quest'ultimo in sovrannumero per il ripescaggio dalla Seconda Divisione del Mantova, avvenuto a titolo risarcitorio dopo la confessione dell'arbitro che aveva diretto i virgiliani nella decisiva ultima giornata del torneo del 1922-1923: il fischietto ammise di essersi fatto corrompere per permettere la salvezza della Virtus Bologna a discapito dei mantovani. Le prime classificate accedono alla finale, mentre le ultime e le penultime del gruppo B vengono retrocesse; inoltre le undicesime classificate avrebbero dovuto disputare spareggi interdivisionali contro la terza e la quarta classificata del girone finale di Seconda Divisione, ma poi tali sfide non si svolsero per rinuncia dei club cadetti. Le due finaliste si sfidano in andata e ritorno, e la vincitrice ratifica il titolo in una finalissima contro il campione della Lega Sud, anch'essa a doppio turno.

Il torneo meridionale si organizzava in prima istanza sui campionati regionali di Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (a partire da questa stagione gestiti direttamente dalla Lega Sud e non più dai Comitati Regionali). Alla fase nazionale accedevano i campioni regionali, le seconde classificate dei tornei laziale, campano e pugliese, e l'Anconitana, unica iscritta nelle Marche; per quanto riguarda le retrocessioni, onde ridurre i quadri (premessa fondamentale per l'eventuale adozione del sistema interregionale, con conseguente abolizione delle eliminatorie regionali, a partire dalla stagione 1925-1926), fu stabilito che le squadre classificate oltre il quarto posto sarebbero retrocesse direttamente, mentre la quarta avrebbe dovuto disputare uno spareggio di qualificazione con il corrispettivo campione regionale di Seconda Divisione, accelerando il tutto tramite un immediato blocco dei ripescaggi. Le semifinali della Lega Sud erano dunque strutturate su due gironi da quattro squadre, le cui vincitrici si affrontavano in finale per il titolo meridionale.

Avvenimenti modifica

Lega Nord modifica

La fase a gironi modifica
 
I giocatori del Genoa, campioni uscenti, sono stati i primi a potersi fregiare sulle maglie di un nuovo distintivo appena creato: lo scudetto tricolore.

Il cammino del Genoa, campione uscente con lo scudetto sul petto, fu altalenante a causa dell'alta età media dei calciatori e di un mediocre rendimento in trasferta (cinque sconfitte su undici). Ad approfittarne fu il Modena, che comandò per lunghi tratti il girone A: a due turni dal termine gli emiliani sopravanzavano di due punti il Casale e di quattro il Genoa; il "Grifone", però, aveva due partite da recuperare. Due vittorie avrebbero, pertanto, garantito ai gialloblù la vittoria del girone oppure lo spareggio con i rossoblù per il primo posto in caso di pari merito; le speranze di successo dei nerostellati, al contrario, erano più ridotte. Alla penultima giornata, tuttavia, gli emiliani crollarono in trasferta contro il Brescia lottante per non retrocedere, e i genovesi, i quali beneficiarono anche del rinvio dell'ultimo incontro, li scavalcarono in graduatoria per un solo punto, agguantando in extremis la qualificazione alla finale di Lega, grazie a due successi e un pari nei tre match di recupero contro squadre che non avevano più nulla da chiedere al campionato (sebbene, riportano le cronache, esse si batterono con impegno);[1] il Casale, invece, dovette accontentarsi della terza piazza.

Secondo i modenesi, le motivazioni che concessero al Genoa di poter posticipare le tre partite sarebbero state molto discutibili. La sfida contro il Pisa del 29 marzo fu rinviata per decisione dell'arbitro Trezzi, motivata dall'impraticabilità del terreno dovuta alla pioggia torrenziale caduta durante la mattinata, anche se le due squadre (che in quel momento erano appaiate in vetta a 23 punti) disputarono comunque per il pubblico pagante un incontro amichevole;[2] la contesa del 5 aprile contro il Torino fu rimandata per dispensa della Lega Nord perché il Genoa potesse giocare in amichevole contro il Nacional di Montevideo; la gara del 26 aprile (ultima giornata) contro lo Spezia fu spostata per ragioni di ordine pubblico con ordinanza prefettizia, per la supposta presenza sugli spalti del Picco di alcuni sostenitori del Modena venuti a controllare la regolarità della partita, con il conseguente pericolo di incidenti.[3]

Nell'altro raggruppamento i protagonisti furono gli emiliani del Bologna e le due squadre che rappresentavano il passato e il futuro del calcio piemontese, ovvero la Pro Vercelli e la Juventus, con quest'ultima assetata di rivincite dopo essersi vista compromessa la stagione precedente per colpa del caso Rosetta. In particolare il duello fra rossoblù e bianconeri fu molto appassionante, con sorpassi reciproci in vetta alla classifica. La Juventus sembrò portarsi in vantaggio battendo i rivali a Torino, ma fu ripresa alla fine dell'andata e poi ancora scavalcata quando gli emiliani si vendicarono a Bologna. Infine, i bianconeri fallirono l'ultima occasione per il controsorpasso quando, a cinque giornate dal termine, non seppero approfittare della sconfitta rimediata dai bolognesi ad Alessandria, andando a perdere contro i terzi incomodi vercellesi. Per quanto riguarda i bianchi leoni, essi ebbero un rendimento casalingo eccellente (12 vittorie su 12), ma chiusero al secondo posto a pari merito con gli juventini e staccati di due punti dai felsinei a causa dei troppi passi falsi in trasferta.

Nel frattempo, nella zona retrocessione del gruppo A finì lo Spezia, che non riuscì a ripetere le rocambolesche salvezze dei tre anni passati, mentre in quello B la discesa nella serie inferiore toccò alla piccola formazione piemontese del Derthona e alla SPAL, quest'ultima condannata da uno spareggio estivo perso contro il Mantova. Le undicesime classificate di entrambi i raggruppamenti, rispettivamente Legnano e Mantova, avrebbero inoltre dovuto disputare degli spareggi interdivisionali contro la terza e la quarta classificata del girone finale di Seconda Divisione, Novese e Como, ma i match non si disputarono a causa della rinuncia delle due squadre cadette.

Le controverse "cinque finali" modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Scudetto delle pistole.
 
Bologna-Genoa 1-2, 24 maggio 1925, stadio Sterlino, finale Lega Nord.

Genoa e Bologna si ritrovarono avversarie per la finale di Lega Nord a distanza di un anno, quando erano stati i liguri a trionfare al termine di doppio confronto funestato da invasioni di campo, risse che coinvolsero sia spettatori che calciatori e controversie arbitrali. Le due formazioni rossoblù si affrontarono per la sfida d'andata allo Sterlino di Bologna, il 24 maggio 1925: il Genoa prevalse grazie ai gol dell'ex Cesare Alberti e di Edoardo Catto nel secondo tempo; Angelo Schiavio insaccò la rete della bandiera per i petroniani. Il 31 maggio, però, a Marassi fu il Bologna a portarsi in vantaggio nella prima frazione con un gol di Giuseppe Muzzioli su assist di Schiavio; nella successiva metà di gioco Emilio Santamaria realizzò il pareggio, ma il Genoa, anziché amministrare il risultato, continuò a gettarsi all'attacco per cercare la vittoria, e così facendo si scoprì e subì la rete della sconfitta da Giuseppe Della Valle a sette minuti dallo scadere. Dopo la partita si verificarono problemi di ordine pubblico e un tentativo di aggressione da parte della tifoseria genoana verso il direttore di gara Achille Gama.[4]

Fu quindi necessario uno spareggio, fissato il 7 giugno a Milano. Poiché l'enorme folla di sostenitori accorsa presso l'impianto di Viale Lombardia del Milan finì per accalcarsi ai margini del campo, l'arbitro Giovanni Mauro comunicò al presidente di Lega Enrico Olivetti di non reputare regolari le condizioni di gioco, e solo l'insistenza di quest'ultimo lo persuase a dare il via alla sfida.[5][6][7][8] Il Genoa si portò in doppio vantaggio con Daniele Moruzzi e Alberti e gli entusiasti tifosi liguri invasero più volte il terreno; ciò nonostante, la partita continuò senza incidenti fino al sedicesimo della ripresa, quando una conclusione del bolognese Muzzioli entrò nello specchio difeso da Giovanni De Prà in maniera apparentemente anomala: l'arbitro, infatti, non diede il gol al Bologna, bensì un corner, ritenendo che il portiere genoano avesse in realtà deviato il tiro fuori dal rettangolo di gara.[9][10]

 
Genoa-Bologna 2-2, 7 giugno 1925: l'entrata in campo dei genoani in occasione del primo spareggio della finale di Lega Nord.

Le cronache giornalistiche si divisero in merito all'effettiva dinamica dell'evento: alcune perorarono la legittimità del gol, altre ritennero che gli spettatori accalcati ai lati del terreno avessero inficiato la regolarità dell'azione. Fatto sta che la decisione di Mauro scatenò il caos: numerosi sostenitori bolognesi entrarono in campo accerchiando il direttore di gara e reclamando minacciosamente la concessione della marcatura di Muzzioli. L'impasse durò circa un quarto d'ora: Mauro, dopo aver cercato di interrompere definitivamente la partita dandosi alla fuga, rinunciò a tale intendimento in seguito a un tentativo di violenza da parte di un tifoso nonché per richiesta della dirigenza FIGC; infine, consultatosi con i guardalinee, egli stabilì di assegnare la rete, pur non reputandola valida, per placare il pubblico emiliano e di completare la conduzione dell'incontro.[11][12][13][14][15][16][17][18][19]

La partita riprese e, a otto minuti dalla fine, il Bologna realizzò il pareggio con Alberto Pozzi;[20] i tempi regolamentari si conclusero in parità.[11] A quel punto, però, il Genoa si rifiutò di disputare i tempi supplementari e fece ricorso per ottenere il successo a tavolino, sulla base della forzata concessione del gol fantasma di Muzzioli; in risposta a tale atto, il Bologna chiese a sua volta la vittoria d'ufficio proprio per la mancata disputa dei supplementari.[21][22][23] Anche il post-gara fu macchiato da un episodio increscioso: presso la Stazione di Milano Centrale, mentre le tifoserie si apprestavano a lasciare la Lombardia via treno, i sostenitori emiliani aggredirono quelli liguri provocando una rissa.[24][25]

La querelle, tuttavia, fu risolta con una soluzione controversa. Giovanni Mauro aveva messo a referto la pregiudiziale sull'ordine pubblico notificata alla Federazione in occasione della sfida, e la ribadì durante la riunione fiume del Consiglio di Lega Nord tenutasi fra il 20 e il 21 giugno;[5] sebbene il regolamento non prevedesse l'annullamento retroattivo dell'intera partita sulla base della contestazione avanzata dall'arbitro (della quale né l'una né l'altra compagine era stata peraltro informata), e perciò obbligasse de facto l'organo a dare ragione a una delle due squadre,[26][27][28] la Lega decise di non omologare il match e respinse sia la richiesta genoana che quella bolognese, decretando la ripetizione dello spareggio.[29] In più, il Consiglio Federale del 27 giugno multò i campioni in carica per non aver proseguito l'incontro ai supplementari.[30]

 
La Stazione di Torino Porta Nuova, teatro dello scontro fra le due tifoserie rossoblù che valse a questo campionato il soprannome di Scudetto delle pistole.

Il 5 luglio si tenne a Torino, sul campo della Juventus, il secondo spareggio. Nel capoluogo piemontese, in uno stadio praticamente militarizzato, fu il Bologna a portarsi immediatamente in vantaggio con Schiavio, ma il Genoa riuscì a pareggiare con Catto: la sfida si chiuse sull'1-1 dopo i tempi supplementari. Avvenne, però, un grave fatto di cronaca nera alla stazione di Porta Nuova, quando s’incrociarono i due treni speciali gestiti dalle società che riportavano a casa le rispettive tifoserie: durante lo scontro che ne seguì, dal convoglio bolognese partirono una ventina di colpi di rivoltella contro i sostenitori genoani, causando due feriti.

Fra i due club scoppiò una bagarre a suon di insulti reciproci: in principio la FIGC si limitò a esprimere la propria solidarietà nei confronti del Genoa e invitò il Bologna a individuare i responsabili del misfatto; poiché tuttavia il consiglio direttivo felsineo presentò un ordine del giorno con cui lamentava presunte provocazioni compiute dai genovesi in occasione della sparatoria,[31][32] il 18 luglio la Federazione deliberò di rinviare la conclusione della finale a data da destinarsi, multò il club emiliano per la sua insubordinazione e gli impose di consegnare entro il 31 luglio i colpevoli dell'aggressione alle autorità, pena l’applicazione dell’art. 22 del proprio Statuto che avrebbe comportato la squalifica della squadra e consegnato al Genoa l'accesso alla finalissima.[33] L'opinione pubblica felsinea si ribellò a questo provvedimento, segnalando la mancanza di par condicio all'interno del direttorio FIGC,[34][35] e il Bologna diede vita a una rabbiosa protesta di piazza nel capoluogo emiliano, sostenuta dalle autorità municipali, nella quale denunciò l'esistenza di un'ipotetica cospirazione per favorire il Genoa;[36][37] il prefetto locale Arturo Bocchini, inoltre, espresse il timore che la delibera causasse nuovi problemi di ordine pubblico in altre città.[38]

Il 26 luglio fu allora indetta a Parma un'assemblea generale della Lega Nord: durante la riunione, grazie alla mediazione del dirigente juventino Umberto Malvano, il socio del Bologna Enrico Sabattini e l'avv. Bianchi esponente del Genoa si accordarono nel dirimere sul campo la questione della superiorità tra le due squadre. Le sanzioni a carico dei bolognesi furono sospese sine die e si stabilì di programmare, indipendentemente dall'inchiesta sull'incidente di Torino (conclusasi poi in un nulla di fatto), la disputa di una terza partita di spareggio, la quinta complessiva;[39] il 2 agosto il Consiglio Federale ratificò l'intesa.[40][41] Nei giorni successivi all'assemblea vennero indicate ai club la data e il luogo del match: il 9 agosto alle 7 di mattina, a Torino a porte chiuse. In seguito alla reiterata opposizione del prefetto del capoluogo piemontese a far svolgere l'incontro, esso fu spostato a Milano all'ultimo momento: il terreno di gioco prescelto, quello di Vigentino della Società Ginnastica Forza e Coraggio, fu tenuto segreto al pubblico onde evitare ulteriori incidenti.[42]

 
Umberto Malvano, fautore dell'accordo del 26 luglio 1925 fra Genoa e Bologna.

La pausa forzata del campionato aveva indotto entrambe le squadre a ridurre l'intensità degli allenamenti, sostenendo comunque delle partite amichevoli per "sgranchirsi le gambe", e dunque esse ebbero poco tempo per prepararsi al meglio in vista dell'incontro;[43] fu il Genoa, però, ad accusare maggiormente un calo di forma: l'ultima sfida, svoltasi davanti a pochissimi presenti (fra cui l'allora coach del Milan Vittorio Pozzo),[44] fu vinta agevolmente per 2-0 dal Bologna (segnature di Pozzi e Bernardo Perin),[45] nonostante la formazione bolognese avesse concluso il match in 9 uomini per le espulsioni di Alberto Giordani al 13' del secondo tempo e di Giovanni Borgato al 44'.[46] Molti anni dopo, Sabattini raccontò di aver sostituito le sfere di gioco in dotazione al campo milanese con palloni gonfiati su misura dall'allenatore bolognese Hermann Felsner, una confessione che generò ulteriori polemiche da parte dei genoani in merito alla regolarità degli spareggi.[47] In ogni caso Pozzo, in qualità di testimone oculare delle cinque finali, pur rammaricandosi per le controversie che macchiarono la contesa fra i sodalizi, definì la vittoria dei felsinei meritata, in quanto essi avevano dimostrato nel complesso di essere una compagine superiore a quella dei campioni uscenti.[48]

Lega Sud modifica

Per quanto concerne la Lega Sud, la prima fase del campionato, suddivisa in sezioni regionali gestite per la prima volta direttamente dalla Lega, non fu esente da polemiche, con ricorsi e controricorsi che nel caso della Cavese sovvertirono i verdetti iniziali e che ritardarono l'inizio delle semifinali, inizialmente previsto il 29 marzo.

Il campionato regionale campano, disputato da sole quattro squadre, fu assai combattuto e vide tre squadre (Savoia, Internaples e Cavese) contendersi i due posti in palio per la semifinale. La Cavese concluse in vetta il girone d'andata, ma calò alla distanza, conquistando solo un punto nel girone di ritorno e chiudendo terza dietro Savoia (laureatosi per la terza volta consecutiva campione campano) e Internaples. L'Internaples si illuse di aver conquistato la qualificazione alle semifinali, ma la Cavese sporse reclamo presso il Consiglio Federale chiedendo la vittoria a tavolino nella partita del 25 gennaio persa inopinatamente 2-0 sul campo contro i fanalini della Salernitanaudax, dapprima adducendo una presunta irregolarità delle porte del campo e poi sostenendo che i salernitani avrebbero schierato sotto falso nome due giocatori in realtà tesserati per la Vigevanese. A fine marzo il Consiglio Federale accolse parzialmente il ricorso dei metelliani, mandando a ripetere la partita Salernitanaudax-Cavese il 29 marzo. Tuttavia i salernitani non si presentarono in campo dando forfait, e la Cavese, con i due punti conquistati a tavolino, chiuse il girone al secondo posto estromettendo in extremis l'Internaples.

Nel girone laziale, invece, a contendersi la qualificazione furono Alba Roma, Lazio e Fortitudo, con questi ultimi che pagarono cari i tre punti persi contro le deboli Pro Roma e Audace Roma chiudendo terzi. Il Consiglio Federale tuttavia a fine marzo annullò e fece ripetere due partite vinte inizialmente dalla Lazio, tra cui proprio Lazio-Fortitudo, rimettendo in corsa per il secondo posto i fortitudiani. I biancocelesti, comunque, vinsero anche le ripetizioni qualificandosi così alle semifinali insieme ai campioni laziali dell'Alba. Il girone pugliese vide infine prevalere Pro Italia e Liberty, che chiusero il girone in vetta a pari merito rendendo necessario uno spareggio per il titolo regionale: prevalse la Pro Italia. Entrambe si qualificarono alle semifinali interregionali. Il campionato siciliano fu vinto infine dalla Messinese, che si qualificò così alle semifinali insieme all'Anconitana (unica iscritta nelle Marche).

 
Il Savoia (qui in una foto della stagione 1923-1924 in cui era giunto alla finalissima) non riuscì a ripetere l'exploit dell'anno precedente, fermandosi alle semifinali di Lega Sud.

Nel girone A delle semifinali deluse il rendimento del campione centro-meridionale in carica, il Savoia, mentre a contendersi il primato furono Anconitana e Lazio: furono i marchigiani a spuntarla battendo i biancocelesti allo spareggio. Il girone B vide invece l'Alba prevalere sulla Cavese, complice la vittoria per 5-0 nello scontro diretto all'andata, in cui destarono sospetti i gravi errori del portiere metelliano Pasquarelli, accusato di presunta combine.[49][50] Al termine della stagione le due semifinaliste campane rinunciarono all'iscrizione al campionato successivo per difficoltà economiche. L'Anconitana e l'Alba si affrontarono dunque il 5 e il 12 luglio 1925 nella finale del Centrosud: i capitolini sconfissero i marchigiani sia all'andata che al ritorno e si laurearono Campioni dell'Italia centro-meridionale, ottenendo l'accesso alla finalissima nazionale contro la vincente della finale di Lega Nord.

A inizio stagione, per attuare la riduzione dei quadri (limite di quattro squadre per regione) resasi necessaria in vista dell'eventuale introduzione del sistema interregionale, fu introdotta la retrocessione diretta per le squadre classificate oltre il quarto posto, mentre le quarte classificate, per rimanere in Prima Divisione, avrebbero dovuto battere in uno spareggio interdivisionale il corrispettivo campione regionale di Seconda Divisione. In Puglia Tarantina e Bari non ebbero mai speranze di salvezza, conquistando solo tre punti e chiudendo in zona retrocessione (quinto e sesto posto). Fu condannata alla retrocessione diretta anche la Pro Roma quinta e ultima nel girone laziale, mentre le quarte classificate Salernitanaudax, Audace Roma e Ideale furono costrette a giocarsi la permanenza negli spareggi interdivisionali. I primi due sodalizi conseguirono la permanenza in massima serie, sconfiggendo rispettivamente lo Stabia e il Roman negli spareggi intedivisionali, mentre l'Ideale usufruì della rinuncia dello sfidante, il Foggia, in segno di protesta per l'introduzione del sistema interregionale (con conseguente aumento delle spese di trasferta). Tuttavia la proposta di abolire le eliminatorie regionali anche al Centro-Sud non passò all'assemblea federale del 17 agosto 1925, e di conseguenza la riduzione dei quadri fu annullata. Il Foggia fu ripescato in massima serie, come lo furono, soltanto quando si era disputata già la prima giornata del campionato successivo, Stabia e Pro Roma. Le due retrocesse pugliesi, invece, rinunciarono ai campionati per difficoltà economiche: la Tarantina si sciolse in via definitiva e il Bari sospese temporaneamente l'attività in competizioni ufficiali, partecipando in seguito alla Terza Divisione 1926-1927.

La finalissima modifica

Fu così che il Bologna, al termine di una battaglia col Genoa durata undici settimane, e l'Alba, in maniera più agevole, ottennero l'agognata qualificazione alla finalissima nazionale.

Il primo incontro, disputato il 16 agosto allo Sterlino, fu dominato dai felsinei che si imposero per 4-0 (con tre marcature giunte nella ripresa e altre due annullate per irregolarità), confermando il netto divario tra Nord e Sud, anche se la stampa romana giustificò in parte la pesante sconfitta con la non perfetta condizione dei calciatori albini, che non disputavano partite ufficiali da oltre un mese.[51][52] Per quanto riguarda la partita di ritorno a Roma, vinta dai rossoblù per 2-0 nonostante una prestazione sottotono, la stampa capitolina (in particolare il quotidiano L'Impero) contestò la validità della prima rete, forse viziata da un fuorigioco, e la mancata concessione del gol fantasma segnato nel finale dal biancoverde Pierino Rovida. I mediani dell'Alba fermarono più volte sul nascere gli attacchi avversari e le reti furono propiziate da altrettante "papere" del portiere albino Cesare Zancanaro, che tuttavia nella stessa partita aveva parato tiri ben più insidiosi.[53] La stampa settentrionale confermò la buona prestazione dell'Alba e la cattiva giornata del Bologna, ma non ravvisò alcun errore nell'arbitraggio e ritenne la vittoria emiliana del tutto regolare.[54]

I bolognesi, quindi, vinsero il primo titolo nazionale nella loro storia; il Genoa, invece, fallì la possibilità di fregiarsi del decimo scudetto. Questo campionato verrà in seguito soprannominato in ambito giornalistico come lo Scudetto delle pistole, in riferimento ai summenzionati fatti di sangue di Torino.[55]

La richiesta genoana di riassegnazione del titolo modifica

Nei decenni successivi a tali accadimenti, vari esponenti e sostenitori del Genoa contestarono a più riprese la regolarità degli spareggi, ritenendo che la Lega Nord avesse sottratto al club ligure la vittoria a tavolino della finale e che il Bologna avesse beneficiato di favoritismi concessi dal regime fascista.[56] I genoani, in particolare, definirono questo torneo il Furto della Stella, ovvero del distintivo che dal 1958 viene attribuito alle squadre italiane ogni 10 campionati vinti.[55] Tifosi e affiliati del Bologna, al contrario, hanno sempre difeso la validità del titolo conquistato, bollando gli assunti dei rivali come frutto di una teoria del complotto e sottolineando che il "Grifone" potrebbe essere oggetto di eguali recriminazioni da parte degli stessi bolognesi, circa i discussi eventi sia del 1925 che del 1924.[57] Contestualmente si sono succedute numerose ricostruzioni storiche volte ad asseverare o a confutare, a seconda dei casi, le due tesi contrapposte.[56][57]

Tra la fine degli anni 1980 e l'inizio degli anni 1990, l'ex sindaco di Genova Fulvio Cerofolini presentò all'allora ministro del turismo e dello spettacolo Franco Carraro un'interpellanza parlamentare in merito allo Scudetto delle Pistole. La promessa di apertura di un fascicolo d'indagine sulle circostanze che portarono il Bologna a vincere il campionato cadde tuttavia nel dimenticatoio a causa dello scoppio dello scandalo di Tangentopoli.[58]

Nel 2016 la Fondazione Genoa manifestò la volontà di chiedere alla FIGC la revoca dello scudetto alla compagine emiliana e la riassegnazione al club genovese,[58] intenzione contro cui reagirono le associazioni del tifo bolognese perorando la legittimità del campionato.[59] Il 30 ottobre 2018 lo stesso Genoa ha annunciato l'intenzione di domandare alla Federazione di valutare l'assegnazione dello scudetto 1925 ex aequo con il Bologna per le presunte irregolarità avvenute durante i match Lega Nord, dentro e fuori dal campo;[60] a sua volta, il club emiliano ha definito la petizione dei liguri fondata su episodi «non acclarati», nonché un'«aberrazione giuridica» in quanto riferita alla finale di Lega Nord e non alla finalissima nazionale.[61]

Nel corso del Consiglio Federale del 30 gennaio 2019, il presidente federale Gabriele Gravina ha proposto la creazione di una commissione ad hoc che analizzi, con approccio storico-scientifico, sia la richiesta dello scudetto 1925 del Genoa, sia le petizioni di Lazio, Bologna e Torino relative ai campionati 1915 e 1927;[62] l'organo collegiale è stato istituito il successivo 30 maggio e Matteo Marani, il vicepresidente della Fondazione Museo del Calcio, è stato incaricato di coordinare i docenti universitari che lo compongono.[63]

Lega Nord modifica

Girone A modifica

Squadre partecipanti modifica

Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Brescia dettagli Brescia Stadium di viale Piave 10º in Prima Divisione/A
Casale dettagli Casale Monferrato Stadio Natale Palli 8ª in Prima Divisione/A
Cremonese dettagli Cremona Campo di via Persico 8ª in Prima Divisione/B
Genoa dettagli Genova Campo di via del Piano Campione d'Italia
Inter dettagli Milano Campo di via Goldoni 3ª in Prima Divisione/A
Legnano dettagli Legnano Stadio di via Pisacane 6ª in Prima Divisione/B
Modena dettagli Modena Campo di viale Fontanelli 7º in Prima Divisione/A
Pisa dettagli Pisa Arena Garibaldi 5º in Prima Divisione/B
Reggiana dettagli Reggio Emilia Stadio Mirabello 2ª in Seconda Divisione/Finali
Spezia dettagli La Spezia Stadio Alberto Picco 11º in Prima Divisione/B
Torino dettagli Torino Campo Stradale Stupinigi 2º in Prima Divisione/B
Verona dettagli Verona Campo di Borgo Venezia 4ª in Prima Divisione/B

Classifica finale modifica

Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Genoa 30 22 13 4 5 48 23 +25
2. Modena 29 22 13 3 6 41 24 +17
3. Casale 27 22 12 3 7 37 30 +7
4. Inter 25 22 12 1 9 44 37 +7
4. Pisa 25 22 11 3 8 32 28 +4
6. Torino 24 22 9 6 7 30 25 +5
7. Cremonese 22 22 9 4 9 28 34 -6
8. Reggiana 20 22 9 2 11 36 42 -6
9. Verona 18 22 6 6 10 33 42 -9
10. Brescia 17 22 7 3 12 27 34 -7
  11. Legnano 15 22 5 5 12 18 29 -11
  12. Spezia 12 22 4 4 14 20 46 -26

Legenda:

      Qualificato alla fase finale.
  Ammesso allo spareggio-salvezza interdivisionale (poi non disputato per rinuncia delle promuovende).
      Retrocesso in Seconda Divisione 1925-1926.

Regolamento:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.

Risultati modifica

Calendario modifica
andata (1ª) Prima giornata ritorno (12ª)
5 ott. 1-0 Brescia-Inter 0-1 1º feb.
3-1 Casale-Pisa 2-2
4-0 Genoa-Cremonese 0-2
2-1 Hellas Verona-Legnano 1-1
0-3 Spezia-Modena 0-2
3-1 Torino-Reggiana 1-2
andata (2ª) Seconda giornata ritorno (13ª)
12 ott. 0-2 Brescia-Genoa 0-5 8 feb.
0-1 Cremonese-Torino 0-1
5-2 Inter-Spezia 1-0
0-0 Legnano-Pisa 0-1
3-0 Modena-Casale 0-4
6-2 Reggiana-Hellas Verona 0-3


andata (3ª) Terza giornata ritorno (14ª)
19 ott. 1-0 Casale-Legnano 1-0 15 feb.
3-0 Genoa-Hellas Verona 2-2
3-0 Pisa-Cremonese 0-1
4-2 Reggiana-Inter 0-3
1-0 Spezia-Brescia 2-4 15 mar.
2-2 Torino-Modena 1-0 15 feb.
andata (4ª) Quarta giornata ritorno (15ª)
26 ott. 0-1 Brescia-Pisa 1-6 22 feb.
6-3 Casale-Spezia 1-1
1-1 Cremonese-Reggiana 1-4
2-2 Hellas Verona-Torino 1-3
1-2 Inter-Legnano 2-0
1-0 Modena-Genoa 0-2


andata (5ª) Quinta giornata ritorno (16ª)
2 nov. 3-0 Cremonese-Brescia 0-5 22 mar.
2-1 Genoa-Inter 1-2 1 mar.
1-1 Legnano-Spezia 0-1
2-0 Pisa-Hellas Verona 0-3
1-4 Reggiana-Modena 1-2
1-2 Torino-Casale 0-0
andata (6ª) Sesta giornata ritorno (17ª)
9 nov. 1-2 Brescia-Torino 0-0 8 mar.
4 gen. 2-1 Casale-Genoa 1-4
9 nov. 1-2 Hellas Verona-Cremonese 2-2
1-2 Inter-Pisa 1-3
3-1 Modena-Legnano 0-0
2-1 Spezia-Reggiana 0-2


andata (7ª) Settima giornata ritorno (18ª)
30 nov. 1-1 Genoa-Pisa 2-1 3 mag.
0-0 Legnano-Brescia 0-1 29 mar.
1-0 Modena-Hellas Verona 3-3
1-0 Reggiana-Casale 0-2
0-0 Spezia-Cremonese 0-6
1-2 Torino-Inter 5-2
andata (8ª) Ottava giornata ritorno (19ª)
7 dic. 2-1 Casale-Brescia 1-3 5 apr.
3-0 Cremonese-Legnano 1-0
3-0 Hellas Verona-Spezia 1-1
4-1 Inter-Modena 0-5
2-0 Pisa-Reggiana 1-3
1-1 Torino-Genoa 0-0 17 mag.


andata (9ª) Nona giornata ritorno (20ª)
14 dic. 1-1 Brescia-Reggiana 1-2 12 apr.
1-1 Cremonese-Inter 2-4
6-3 Genoa-Legnano 0-1
2-1 Hellas Verona-Casale 0-2
0-1 Pisa-Modena 0-4
1-0 Spezia-Torino 1-2
andata (10ª) Decima giornata ritorno (21ª)
21 dic. 3-0 Casale-Cremonese 1-2 19 apr.
3-1 Inter-Hellas Verona 3-2
4-1 Legnano-Torino 1-0
2-0 Modena-Brescia 1-4
2-4 Reggiana-Genoa 1-4
0-1 Spezia-Pisa 2-3


andata (11ª) Undicesima giornata ritorno (22ª)
28 dic. 4-0 Brescia-Hellas Verona 0-2 26 apr.
1-0 Cremonese-Modena 0-3
3-2 Genoa-Spezia 1-0 10 mag.
4-0 Inter-Casale 1-2 26 apr.
2-0 Legnano-Reggiana 1-3
1-0 Pisa-Torino 1-3

Statistiche modifica

Squadre modifica
Classifica in divenire modifica
[64] 10ª 11ª 12ª 13ª 14ª 15ª 16ª 17ª 18ª 19ª 20ª 21ª 22ª Rec.
Brescia 2 2 2 2 2 2 3 3 4 4 6 6 6 6 8 6 7 13 15 15 17 15 17
Casale 2 2 4 6 8 10 10 10 10 12 12 15 17 19 20 21 21 23 23 25 25 27 27
Cremonese 0 0 0 1 3 5 6 8 9 9 11 13 13 15 15 15 16 18 20 20 22 22 22
Genoa 2 4 6 6 8 8 9 10 12 14 16 16 18 19 21 21 23 23 23 23 25 25 30
Inter 0 2 2 2 2 2 4 6 7 9 11 13 15 17 19 21 21 21 21 23 25 25 25
Legnano 0 1 1 3 4 5 5 5 5 7 9 10 10 10 10 10 11 11 11 13 15 15 15
Modena 2 4 5 7 9 11 13 13 15 17 17 19 19 19 19 21 22 23 25 27 27 29 29
Pisa 0 1 3 5 7 9 10 12 12 14 16 17 19 19 21 21 23 23 23 23 25 25 25
Reggiana 0 2 4 5 5 5 7 7 8 8 8 10 10 10 12 12 14 14 16 18 18 20 20
Spezia 0 0 2 2 3 5 6 7 8 8 8 8 8 8 9 11 11 11 12 12 12 12 12
Torino 2 4 5 6 6 8 8 9 9 9 9 9 11 13 15 16 17 19 19 21 21 23 24
Verona 2 2 2 3 3 3 3 5 7 7 7 8 10 11 11 13 14 15 16 16 16 18 18

Girone B modifica

Squadre partecipanti modifica

Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Alessandria dettagli Alessandria Campo degli Orti 5ª in Prima Divisione/A
Andrea Doria dettagli Genova Campo sportivo della Cajenna 6ª in Prima Divisione/B
Bologna dettagli Bologna Stadio Sterlino Finalista di Lega
Derthona dettagli Tortona Campo Fornaci 1º in Seconda Divisione/finali
Juventus dettagli Torino Stadio di Corso Marsiglia 5ª in Prima Divisione/A
Livorno dettagli Livorno Campo di Villa Chayes 3º in Prima Divisione/A
Mantova dettagli Mantova Campo dell'Ippodromo Te 6º in Seconda Divisione/finali[65]
Milan dettagli Milano Campo di viale Lombardia 9º in Prima Divisione/B
Novara dettagli Novara Campo di via Lombroso 11º in Prima Divisione/A
Padova dettagli Padova Stadio Silvio Appiani 2º in Prima Divisione/A
Pro Vercelli dettagli Vercelli Campo piazza Conte di Torino 3ª in Prima Divisione/B
Sampierdarenese dettagli San Pier d'Arena (GE) Stadio di Villa Scassi 9ª in Prima Divisione/A
SPAL dettagli Ferrara Campo di Piazza d'Armi 10ª in Prima Divisione/B

Classifica finale modifica

Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Bologna 34 24 15 4 5 53 22 +31
2. Pro Vercelli 32 24 13 6 5 56 29 +27
2. Juventus 32 24 12 8 4 38 21 +17
4. Padova 29 24 12 5 7 51 34 +17
5. Livorno 25 24 9 7 8 45 41 +4
5. Alessandria 25 24 8 9 7 27 30 -3
7. Novara 22 24 6 10 8 26 30 -4
8. Milan 21 24 10 1 13 45 51 -6
8. Andrea Doria 21 24 9 3 12 26 33 -7
10. Sampierdarenese 20 24 7 6 11 24 32 -8
  11. Mantova 19 24 8 3 13 38 53 -15
12. SPAL 19 24 7 5 12 26 50 -24
  13. Derthona 13 24 4 5 15 25 54 -29

Legenda:

      Qualificato alla finale di Lega Nord.
  Ammesso allo spareggio-salvezza interdivisionale (poi non disputato per rinuncia delle promuovende).
      Retrocesso in Seconda Divisione 1925-1926.
  Retrocessione diretta.

Regolamento:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
A parità di punti le squadre erano classificate a pari merito.
In caso di assegnazione di un titolo sportivo (sia per la promozione/ammissione alle finali che per la retrocessione) si effettuava uno spareggio in campo neutro.

Note:

SPAL retrocessa dopo aver perso lo spareggio in campo neutro contro l'ex aequo Mantova.

Risultati modifica

Calendario modifica
andata (1ª) Prima giornata ritorno (14ª)
5 ott. 4-0 Bologna-Sampierdarenese 0-0 1º feb.
1-1 Derthona-Pro Vercelli 0-5
1-1 Mantova-Alessandria 1-6
2-0 Milan-Andrea Doria 2-3
1-1 Novara-Padova 1-1
0-0 SPAL-Livorno 0-4
Riposa: Juventus
andata (2ª) Seconda giornata ritorno (15ª)
12 ott. 1-1 Alessandria-Padova 0-4 8 feb.
0-1 Andrea Doria-Bologna 0-5
1-1 Derthona-Novara 1-2
2-1 Juventus-SPAL 2-0
5-3 Pro Vercelli-Mantova 2-4
3-2 Sampierdarenese-Milan 0-2
Riposa: Livorno


andata (3ª) Terza giornata ritorno (16ª)
19 ott. 3-1 Bologna-SPAL 4-0 15 feb.
4-1 Livorno-Pro Vercelli 1-6
1-1 Mantova-Sampierdarenese 1-4 15 mar.
3-2 Milan-Derthona 3-0 15 feb.
1-1 Novara-Juventus 1-1
6-1 Padova-Andrea Doria 0-4 21 mag.
Riposa: Alessandria
andata (4ª) Quarta giornata ritorno (17ª)
25 gen. 1-0 Andrea Doria-Livorno 0-2 22 feb.
26 ott. 5-3 Juventus-Milan 0-0
3-1 Novara-Mantova 1-0
2-0 Pro Vercelli-Alessandria 0-1
1-0 Sampierdarenese-Derthona 0-1
1-1 SPAL-Padova 0-9
Riposa: Bologna


andata (5ª) Quinta giornata ritorno (18ª)
2 nov. 1-0 Alessandria-Sampierdarenese 0-1 1 mar.
2-1 Bologna-Livorno 2-2
0-3 Derthona-Andrea Doria 1-4
0-1 Mantova-Juventus 0-3
6-0 Pro Vercelli-Padova 0-0
1-0 SPAL-Novara 1-4
Riposa: Milan
andata (6ª) Sesta giornata ritorno (19ª)
9 nov. 1-1 Andrea Doria-Pro Vercelli 0-2 8 mar.
2-1 Juventus-Bologna 1-2
2-1 Livorno-Sampierdarenese 1-1
4-2 Mantova-Milan 1-2
0-0 Novara-Alessandria 0-1
2-1 Padova-Derthona 0-2
Riposa: SPAL


andata (7ª) Settima giornata ritorno (20ª)
30 nov. 0-2 Derthona-Juventus 1-2 12 lug.
1-1 Livorno-Alessandria 3-2 29 mar.
3-1 Milan-Bologna 0-2
2-0 Padova-Sampierdarenese 3-2
5-1 Pro Vercelli-Novara 1-1
4-1 SPAL-Mantova 0-4
Riposa: Andrea Doria
andata (8ª) Ottava giornata ritorno (21ª)
7 dic. 0-0 Alessandria-Derthona 1-1 5 apr.
1-0 Andrea Doria-SPAL 0-2
5-0 Bologna-Mantova 0-0
2-2 Livorno-Juventus 0-2
3-2 Pro Vercelli-Milan 2-1
1-0 Sampierdarenese-Novara 2-0
Riposa: Padova


andata (9ª) Nona giornata ritorno (22ª)
14 dic. 3-1 Bologna-Alessandria 0-1 12 apr.
0-0 Juventus-Pro Vercelli 1-2
2-1 Mantova-Padova 2-1
4-2 Milan-Livorno 0-4
1-0 Novara-Andrea Doria 0-2
2-1 SPAL-Sampierdarenese 0-0
Riposa: Derthona
andata (10ª) Decima giornata ritorno (23ª)
21 dic. 3-1 Alessandria-Milan 0-3 19 apr.
3-1 Andrea Doria-Mantova 0-1
4-1 Juventus-Sampierdarenese 0-0
6-2 Livorno-Derthona 1-2
3-2 Padova-Bologna 0-3
5-0 Pro Vercelli-SPAL 0-3
Riposa: Novara


andata (11ª) Undicesima giornata ritorno (24ª)
28 dic. 3-0 Bologna-Pro Vercelli 0-3 26 apr.
1-0 Juventus-Andrea Doria 0-0
5-1 Mantova-Derthona 0-3
4-2 Novara-Milan 1-3
5-1 Padova-Livorno 0-2
1-1 SPAL-Alessandria 1-2
Riposa: Sampierdarenese
andata (12ª) Dodicesima giornata ritorno (25ª)
4 gen. 0-0 Andrea Doria-Alessandria 1-2 3 mag.
2-4 Derthona-Bologna 1-4
1-1 Livorno-Novara 1-1
3-1 Milan-SPAL 1-3
2-1 Padova-Juventus 2-0
2-0 Pro Vercelli-Sampierdarenese 2-2
Riposa: Mantova


andata (13ª) Tredicesima giornata ritorno (26ª)
11 gen. 2-2 Alessandria-Juventus 0-3 10 mag.
4-1 Livorno-Mantova 0-4 17 mag.
1-3 Milan-Padova 0-4 10 mag.
1-2 Novara-Bologna 0-0
2-0 Sampierdarenese-Andrea Doria 1-2
2-2 SPAL-Derthona 2-0 14 giu.
Riposa: Pro Vercelli 10 mag.
Spareggio salvezza modifica
Risultati Luogo e data
Mantova 3-1 (dts)[66] SPAL Milano, 30 agosto 1925

Statistiche modifica

Squadre modifica
Classifica in divenire modifica
[64] 10ª 11ª 12ª 13ª 14ª 15ª 16ª 17ª 18ª 19ª 20ª 21ª 22ª 23ª 24ª 25ª 26ª Rec.
Alessandria 1 2 2 2 4 5 6 7 7 9 10 11 12 14 14 14 16 16 18 18 19 21 21 23 25 25 25
Andrea Doria 0 0 0 2 3 4 4 5 5 7 7 8 8 12 12 12 12 14 14 14 14 16 16 17 17 19 21
Bologna 2 4 6 6 8 8 8 10 12 12 14 16 18 19 21 23 23 24 26 28 29 29 31 31 33 34 34
Derthona 1 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 4 4 4 4 6 6 8 8 11 11 13 15 15 15 13
Juventus 0 2 3 5 7 9 11 12 13 15 17 17 18 18 20 21 22 24 24 26 28 28 29 30 30 32 32
Livorno 1 1 3 3 4 6 7 7 7 9 9 10 12 14 14 14 16 17 18 20 20 22 22 24 25 25 25
Mantova 1 1 2 2 2 4 4 4 6 6 8 8 8 8 10 10 10 10 10 12 13 15 17 17 17 17 19
Milan 2 2 4 4 4 4 6 6 8 8 8 10 10 10 12 14 15 15 17 17 19 17 19 21 21 21 21
Novara 1 2 3 5 5 6 6 6 8 8 10 11 11 12 14 15 17 19 19 20 20 18 18 18 19 20 22
Padova 1 2 4 5 5 7 9 9 9 11 13 15 17 18 20 20 22 23 23 25 25 25 25 25 27 29 29
Pro Vercelli 1 3 3 5 7 8 10 12 13 15 15 17 17 19 19 21 21 22 24 25 27 29 29 31 32 32 32
Samp 0 2 3 5 5 6 6 7 8 7 7 7 9 10 10 10 10 12 13 15 17 18 19 19 20 20 20
SPAL 1 1 1 2 4 4 6 6 7 8 9 9 10 10 10 10 10 10 10 10 12 13 13 15 17 17 19

Finali di Lega Nord modifica

Risultati Luogo e data
Bologna 1 - 2 Genoa Bologna, 24 maggio 1925
Genoa 1 - 2 Bologna Genova, 31 maggio 1925
Genoa 1 - 1 (dts) Bologna Torino, 5 luglio 1925
Bologna 2 - 0 Genoa Milano, 9 agosto 1925

Nota: Il match Genoa-Bologna 2-2 disputatosi a Milano il 7 giugno 1925 non fu omologato per le gravi condizioni di ambiente e di costante parziale invasione di campo in cui si svolse e venne ripetuto il 5 luglio a Torino.

  • Bologna campione della Lega Nord e qualificato alla finalissima nazionale.

Lega Sud modifica

Gironi regionali di qualificazione modifica

Per accelerare verso l'obiettivo di un minor numero di gare regionali per aumentare quelle interregionali, la Lega Sud decise il blocco dei ripescaggi.

Sezione campana modifica

Squadre partecipanti modifica
Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Cavese dettagli Cava de' Tirreni Campo Sportivo Arena 3º nel girone campano
Internaples dettagli Napoli Stadio Militare dell'Arenaccia 3º nel girone B di semifinali Lega Sud
Salernitanaudax dettagli Salerno Campo di Piazza d'Armi 6º nel girone campano
Savoia dettagli Torre Annunziata Campo Oncino Finalista nazionale
Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Savoia 9 6 4 1 1 11 6 +5
  2. Cavese 8 6 3 2 1 9 3 +6
3. Internaples 7 6 2 3 1 9 7 +2
  4. Salernitanaudax 0 6 0 0 6 1 14 -13

Legenda:

      Qualificato ai gironi di semifinale.
   Ammesso agli spareggi promozione-retrocessione con il campione di Seconda Divisione campana.

Regolamento:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.

Note:

Salernitanaudax salva dopo spareggi con lo Stabia (Seconda Divisione).
Spareggi interdivisionali modifica
Risultati Luogo e data
Salernitanaudax 3-1 Stabia Salerno, 24 maggio 1925
Stabia 1-1 Salernitanaudax Castellammare di Stabia, 31 maggio 1925
Risultati modifica
Calendario modifica
andata (1ª) Prima giornata ritorno (4ª)
7 dic. 4-2 Savoia-Internaples 1-1 25 gen.
3-0 Cavese-Salernitana[67] 2-0 29 mar.
andata (2ª) Seconda giornata ritorno (5ª)
11 gen. 2-0 Cavese-Savoia 0-1 1 feb.
14 dic. 3-0 Internaples-Salernitana 1-0 15 feb.


andata (3ª) Terza giornata ritorno (6ª)
4 gen. 1-1 Cavese-Internaples 1-1 8 feb.
18 gen. 2-0 Savoia-Salernitana 3-1 1 mar.

Sezione laziale modifica

Squadre partecipanti modifica
Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Alba Roma dettagli Roma Finalista di Lega Sud
Audace Roma dettagli Roma Motovelodromo Appio Vincitore della 2ª Divisione laziale
Fortitudo dettagli Roma Campo della Madonna del Riposo 3ª nel girone laziale
Lazio dettagli Roma Stadio della Rondinella 2ª nel girone A di semifinali Lega Sud
Pro Roma dettagli Roma Stadio Flaminio 5ª nel girone laziale come US Romana
Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Alba Roma 12 8 5 2 1 15 7 +8
  2. Lazio 11 8 5 1 2 20 10 +10
3. Fortitudo 10 8 4 2 2 20 11 +9
  4. Audace Roma 5 8 2 1 5 16 26 -10
  5. Pro Roma 2 8 0 2 6 4 21 -17

Legenda:

      Qualificato ai gironi di semifinale.
   Ammesso agli spareggi promozione-retrocessione con il campione di Seconda Divisione laziale.
      Retrocesso in Seconda Divisione 1925-1926.

Regolamento:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.

Note:

Audace Roma salvo dopo aver vinto gli spareggi con il Roman (Seconda Divisione).
La Pro Roma fu successivamente riammessa alla Prima Divisione dell'anno seguente.
Spareggio interdivisionale modifica
Risultati Luogo e data
Audace Roma 4-1 Roman Roma, 21 giugno 1925
Roman 2-1 Audace Roma Roma, 28 giugno 1925
Audace Roma 3-1 Roman Roma, 5 luglio 1925
Calendario modifica

Fonti:[68][69][70][71][72][73][74][75][76][2][77][78][79]

andata (1ª) Prima giornata ritorno (6ª)
16 nov. 2-2 Alba-Lazio 3-0 4 gen.
1-1 Pro Roma-Audace 1-5
Riposa: Fortitudo


andata (2ª) Seconda giornata ritorno (7ª)
23 nov. 2-6 Audace-Fortitudo 3-2 11 gen.
0-1 Pro Roma-Alba 0-1
Riposa: Lazio


andata (3ª) Terza giornata ritorno (8ª)
30 nov. 2-5 Audace-Alba 1-2 25 gen.
3-0 Fortitudo-Lazio[80] 0-3 5 apr.
Riposa: Pro Roma


andata (4ª) Quarta giornata ritorno (9ª)
7 dic. 1-1 Alba-Fortitudo 0-1 1 feb.
29 mar. 3-0 [81]Lazio-Pro Roma 3-0 15 feb.
Riposa: Audace


andata (5ª) Quinta giornata ritorno (10ª)
14 dic. 0-6 Audace-Lazio 2-3 8 feb.
1-1 Fortitudo-Pro Roma 6-1
Riposa: Alba

Sezione marchigiana modifica

Squadre partecipanti modifica
Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Anconitana dettagli Ancona 4ª nel girone A di semifinali Lega Sud
  • Anconitana qualificata alla fase finale della Lega Sud in quanto unica iscritta al girone marchigiano.

Sezione pugliese modifica

Aggiornamenti modifica

La Società Sportiva Enotria di Taranto si è fusa con gli altri club concittadini di categoria inferiore, Veloce F.B.C., Libertas e F.B.C. Garibaldino, nell'Unione Sportiva Tarantina.

Squadre partecipanti modifica
Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Audace Taranto dettagli Taranto Campo allievi operai Arsenale M. M., Taranto 2º nel girone B di semifinali Prima Divisione Lega Sud
FBC Bari dettagli Bari Campo San Lorenzo, Bari Vincitore della 2ª Divisione pugliese
Ideale dettagli Bari Campo San Lorenzo, Bari 3º nel girone A di semifinali Prima Divisione Lega Sud
Liberty dettagli Bari Campo San Lorenzo, Bari 4º nel girone preliminare pugliese Prima Divisione
Pro Italia dettagli Taranto Motovelodromo Corvisea, Taranto[82] 4ª nel girone preliminare pugliese 1ª Divisione
Tarantina dettagli Taranto Campo allievi operai Arsenale M. M., Taranto 3ª nel girone preliminare pugliese 1ª Divisione come SS Enotria
Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Pro Italia 15 10 7 1 2 22 8 +14
  2. Liberty 15 10 7 1 2 24 9 +15
3. Audace Taranto 13 10 5 3 2 20 8 +12
  4. Ideale[83] 11 10 4 3 3 13 12 +1
  5. Tarantina 3 10 1 1 8 8 21 -13
  5. FBC Bari 3 10 0 3 7 2 31 -29

Legenda:

      Qualificato ai gironi di semifinale.
   Ammesso agli spareggi promozione-retrocessione con il campione di Seconda Divisione pugliese.
      Retrocesso in Seconda Divisione 1925-1926.

Regolamento:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.

Note:

Pro Italia prima dopo spareggio: Napoli, 29 marzo 1925, Liberty-Pro Italia 0-1.
Ideale rimasta in Prima Divisione per la rinuncia del Foggia (capolista in Seconda Divisione pugliese) a disputare gli spareggi.
Risultati modifica
Calendario modifica

Il calendario del girone pugliese, compilato dalla Lega Sud, era asimmetrico tra andata e ritorno e prevedeva sedici giornate (otto per l'andata e altrettante per il ritorno) facendo riposare due o addirittura quattro squadre per turno.[84]

Girone di andata
1ª giornata
16 nov. FBC Bari-Pro Italia 0-4
Liberty-Ideale 4-1
Riposano: Tarantina e Audace
2ª giornata
23 nov. Audace-Tarantina[85] 2-0
FBC Bari-Liberty 0-2
Riposano: Pro Italia e Ideale


3ª giornata
30 nov. Ideale-Audace 1-0
Tarantina-Pro Italia 1-3
Riposano: FBC Bari e Liberty
4ª giornata
18 gen. Audace-Pro Italia[86] 3-1
7 dic. Liberty-Tarantina[87] 2-0
Riposano: FBC Bari e Ideale


5ª giornata
14 dic. Ideale-FBC Bari 1-1
Pro Italia-Liberty 4-2
Riposano: Audace e Tarantina
6ª giornata
21 dic. FBC Bari-Audace 0-0
Tarantina-Ideale 2-3
Riposano: Liberty e Pro Italia


7ª giornata
4 gen. Audace-Liberty 2-2
FBC Bari-Tarantina 1-1
Riposano: Ideale e Pro Italia
8ª giornata
11 gen. Pro Italia-Ideale 2-0
Riposano: Audace, FBC Bari, Liberty e Tarantina
Girone di ritorno
9ª giornata
25 gen. Ideale-Liberty[88] 0-2
22 mar. Tarantina-Audace 0-4
Riposano: FBC Bari e Pro Italia
10ª giornata
1º feb. Liberty-FBC Bari 7-0
Pro Italia-Tarantina 2-0
Riposano: Ideale e Audace


11ª giornata
8 feb. Audace-Ideale 1-1
Liberty-Pro Italia 1-0
Riposano: FBC Bari e Tarantina
12ª giornata
15 feb. FBC Bari-Ideale 0-4
Pro Italia-Audace 3-1
Riposano: Liberty e Tarantina


13ª giornata
22 feb. Ideale-Tarantina 2-0
Pro Italia-FBC Bari 3-0
Riposano: Audace e Liberty
14ª giornata
1º mar. Liberty-Audace 0-1
Tarantina-FBC Bari 3-0
Riposano: Ideale e Pro Italia


15ª giornata
8 mar. Ideale-Pro Italia 0-0
Tarantina-Liberty 1-2
Riposano: Audace e FBC Bari
16ª giornata
15 mar. Audace-FBC Bari 6-0
Riposano: Ideale, Liberty, Pro Italia e Tarantina

Sezione siciliana modifica

Squadre partecipanti modifica
Club Stagione Città Stadio Stagione precedente
Messinese dettagli Messina Stadio Enzo Geraci 2º nel girone siciliano
Palermo dettagli Palermo Stadio Ranchibile 4º nel girone B di semifinali Lega Sud
Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Messinese 4 2 2 0 0 3 0 +3
2. Palermo 0 2 0 0 2 0 3 -3

Legenda:

      Qualificato ai gironi di semifinale.

Note:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Risultati modifica
Calendario modifica
Risultati Luogo e data
Palermo 0 - 2 (tav.)[89] Messinese Palermo, 1º marzo 1925
Messinese 1 - 0 Palermo Messina, 8 marzo 1925

Semifinali interregionali modifica

Girone A modifica

Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Anconitana 8 6 3 2 1 12 9 +3
2. Lazio 8 6 3 2 1 13 8 +5
3. Savoia 5 6 1 3 2 5 8 -3
4. Pro Italia 3 6 1 1 4 5 10 -5

Legenda:

      Qualificato alla finale di lega.

Note:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Anconitana qualificata alla finale Lega Sud dopo spareggio: a Napoli, 28 giugno 1925, Anconitana-Lazio 1-0.
Nota modifica

Un comunicato ufficiale della Lega Sud pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 16 giugno 1925, accogliendo un reclamo della Pro Italia, assegnò la sconfitta a tavolino al Savoia in tutte le partite del girone di ritorno per la posizione irregolare del calciatore ungherese Szemeri; la classifica finale pubblicata nel comunicato ufficiale fu la seguente: 1) Anconitana e Lazio 9; 3) Pro Italia 4 (-1); 4) Savoia 1.

L'Impero del 14 giugno 1925 sostenne che la finale tra Alba e Anconitana era stata in un primo momento programmata per il 14 giugno, ma fu rinviata all'ultimo momento dalla Lega Sud; L'Impero del 19 giugno 1925 riportò la notizia che la Lega Sud decise di assegnare la sconfitta a tavolino al Savoia in tutte le partite in cui era sceso in campo Szemeri (compresa Lazio-Savoia 1-1), ragion per cui Lazio e Anconitana si trovarono in vetta a pari punti rendendo necessario lo spareggio. Secondo la ricostruzione storica di Marco Impiglia, a causa della vittoria a tavolino contro il Savoia per la posizione irregolare di Szemeri, l'Anconitana si sarebbe avvantaggiata di un punto sulla Lazio, ma la Lega Sud accolse il reclamo della Lazio in merito e si disputò lo spareggio.[90]

In ogni caso, né il libro del Savoia, né quelli di Fontanelli o le ricostruzioni degli storici della Lazio, confermano queste sconfitte a tavolino, riportando i risultati sul campo.

Risultati modifica
Calendario modifica
andata (1ª) Prima giornata ritorno (4ª)
19 apr. 2-1 Anconitana-Lazio 3-6 10 mag.
3-1 Pro Italia-Savoia 0-1
andata (2ª) Seconda giornata ritorno (5ª)
26 apr. 1-0 Lazio-Pro Italia 2-2 17 mag.
1-1 Savoia-Anconitana 1-1


andata (3ª) Terza giornata ritorno (6ª)
3 mag. 0-2 Savoia-Lazio 1-1 24 mag.
3-0 Anconitana-Pro Italia[91] 2-0 7 giu.

Girone B modifica

Classifica finale modifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
  1. Alba Roma 11 6 5 1 0 21 2 +19
2. Cavese 8 6 3 2 1 6 7 -1
3. Liberty 3 6 1 1 4 3 12 -9
4. Messinese 2 6 0 2 4 2 11 -9

Legenda:

      Qualificato alla finale di lega.

Note:

Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
Risultati modifica
Calendario modifica
andata (1ª) Prima giornata ritorno (4ª)
19 apr. 2-1 Cavese-Messinese 0-0 10 mag.
6-0 Alba-Liberty 3-0
andata (2ª) Seconda giornata ritorno (5ª)
26 apr. 0-1 Liberty-Cavese 0-2 17 mag.
1-3 Messinese-Alba 0-3


andata (3ª) Terza giornata ritorno (6ª)
3 mag. 5-0 Alba-Cavese 1-1 24 mag.
3-0 Liberty-Messinese 0-0

Finali di Lega Sud modifica

Risultati Luogo e data
Anconitana 1-3 Alba Roma Ancona, 5 luglio 1925
Alba Roma 1-0 Anconitana Roma, 12 luglio 1925

Alba Roma campione della Lega Sud.

Finalissima modifica

Risultati Luogo e data
Bologna 4-0 Alba Roma Bologna, 16 agosto 1925
Alba Roma 0-2 Bologna Roma, 23 agosto 1925
  Bologna campione d'Italia 1924-1925

Squadra campione modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bologna Football Club 1924-1925.

Classifica marcatori modifica

Gol Giocatore Squadra
19   Mario Magnozzi Livorno
18   Rodolfo Ostromann Milan
17   Giuseppe Della Valle Bologna
16   Angelo Schiavio Bologna
16   Fulvio Bernardini Lazio

Note modifica

  1. ^ La Gazzetta dello Sport del 4 maggio 1925 (Genoa b. Pisa 2-1): «Il Pisa è caduto da forte dopo un'epica battaglia. Per metà del primo tempo e durante quasi tutta la ripresa i nero-azzurri, oggi in felicissima giornata, benché privi di Scotti e Moscardini, hanno imposto il loro gioco preciso e veloce». Per quanto riguarda la partita contro lo Spezia (vinta per 1-0) vedasi Il Lavoro del 12 maggio 1925 che scrive che gli spezzini, con un gioco attivo e vivace, ottennero in certi momenti una relativa superiorità colpendo anche due pali. Per quanto riguarda il pareggio a reti inviolate con il Torino, la cronaca de La Stampa del 18 maggio 1925 da un lato descrive il Torino come una squadra scesa in campo senza alcun concreto interesse di classifica da difendere, dall'altro loda i granata, che lasciarono una favorevolissima impressione, per la resistenza per niente passiva affermando che portiere, terzini e mediani giocarono ottimamente mentre il quintetto attaccante difettò nel concretizzare le occasioni create.
  2. ^ a b La Gazzetta dello Sport del 30 marzo 1925.
  3. ^ Da "Modena F.C. 1912-2012 - Il bello di cent’anni": «La classifica quel giorno diceva: Modena 29, Casale 27, Genoa, Internazionale e Pisa 25, col Genoa con ben 3 gare da recuperare, contro Pisa, Torino e Spezia. Ai genoani bastavano 5 punti contro avversari demotivati per superare il Modena e arrivare in finale. 5 punti che arrivarono (2-1 sul Pisa, vittoria a La Spezia per 1 a 0 e 0-0 casalingo contro il Toro) e fu uno scandalo. Fu uno scandalo sin dalle motivazioni che concessero al Genoa di poter rinviare le 3 partite: la prima ad essere rinviata fu quella contro il Pisa del 29 marzo: ufficialmente fu rinviata per allagamento del campo, peccato che le due squadre (che all’epoca erano appaiate in vetta a 23 punti) disputassero comunque per il pubblico pagante una partita amichevole. La seconda, contro il Toro, del 5 aprile, fu rinviata per dispensa della Lega Nord perché il Genoa potesse giocare in amichevole contro il Nacional di Montevideo. La terza, come detto, per motivi di ordine pubblico, con ordinanza del prefetto, secondo alcuni perché sugli spalti del Picco c’erano anche alcuni modenesi venuti a controllare la regolarità della partita e quindi con conseguente pericolo di incidenti. Non c’era niente da dire, qualcuno aveva santi in paradiso, qualcuno no.»
  4. ^ Articolo tratto da "Il Lavoro” di Genova, 2 giugno 1925: «Il titolo di Campione d’Italia ancora in palio dopo la seconda finale Il Bologna vittorioso a Marassi per 2 a 1»: «Verso la fine della partita la folla che si assiepava contro la rete metallica dietro alla porta bolognese premette tanto contro la barriera da farla abbattere in avanti. Si notò così una scena curiosissima data da più di un centinaio di persone bocconi sulla griglia, che le une sopra le altre annaspavano tentando di rialzarsi. Per il pronto intervento dei carabinieri e dei dirigenti del Genoa la folla fu respinta e la griglia rialzata. [...] Alla fine della gara un gruppo di scalmanati esasperato dal contegno dell’arbitro tentarono di usargli violenze mentre si ritirava nello spogliatoio. Il pronto intervento del commissario di Marassi dott. D’Alò coadiuvato da alcuni carabinieri e dai dirigenti del Genoa valse a scongiurare il pericolo di più gravi incidenti.»
  5. ^ a b Testimonianza di Giovanni Mauro, arbitro della partita, "Guerin Sportivo" di Torino, 26 giugno 1925, pagina 2: «INTERVISTA CON MAURO [...] IL RAPPORTO ARBITRALE [...] Avevo dichiarato sin dall’inizio che ritenevo la partita impossibile a svolgersi regolarmente, e ne infirmai il risultato – qualunque esso fosse – prima dell'inizio. Fui pregato di comandare l’inizio. Rigettai le responsabilità, formalmente, su Olivetti col quale parlai, e cominciò la danza. Finito il match alle sette e mezza circa mi trovo a piedi su Viale Lombardia. Era logico che il prodigio d'organizzazione leghista facesse mancare una rotabile al povero diavolo che aveva arbitrato. Arrivo a casa alle otto e un quarto. Faccio un bagno, fumo un toscano, e redigo il rapporto. Alle nove e mezza ho finito ed attendo l’arrivo dei signori Zappa e De Martino, giornalisti, che avevo pregato di passare per quell'ora, onde prendere visione del rapporto. Avvenne precisamente così: letto il rapporto ai due colleghi, lo chiusi in busta e provvidi a farlo tenere alla Lega. Poi ho mangiato. Segue il mio riepilogo mentale: "Rapporto: redatto subito dopo la partita con la conclusione di annullamento per irregolarità generali"».
  6. ^ Il resoconto di Bruno Roghi, inviato del "Mondo", 9 giugno 1925: «Il match è stato nettamente rovinato dall’organizzazione. La folla si era riversata sul campo del Milan a valanghe, come accade per i match internazionali. La Lega Nord non prevedeva certo tanta marea e la sua impari organizzazione fu di colpo travolta. Non parliamo dei giornalisti, autentici e spuri, che non trovarono neppure l’ombra di un posto riservato; la concessione di entrare in campo e di arrangiarsi a tutti coloro che fossero muniti di tessera stampa creò una edificante babilonia con attacco finale alla tribuna d’onore. I nostri colleghi venuti da fuori rimasero incantati per così benigna accoglienza. In quanto agli spettatori, stufi di tirare il collo, scavalcarono gli steccati in un paio di migliaia e si collocarono in doppia siepe tutto attorno alle linee bianche del campo. Ritenevo che l’arbitro avv. Mauro non avrebbe dato inizio alla partita. Ricordavo quel che era accaduto ad Anversa per la finale Olimpionica Belgio-Cecoslovacchia e l’inopportunità di dar corso alla gara mi pareva lampante. Mauro cominciò quando ai lati e alle spalle delle reti si pigiavano decine di spettatori compromettendo la nettezza della visuale. In queste condizioni di ambiente, si verificò l’episodio che doveva dar luogo ad una lunga sospensione del match e, probabilmente, al ritiro del Genoa dopo i due tempi regolamentari del gioco.»
  7. ^ La cronaca della "Gazzetta dello Sport": «[Mauro] espresse una pregiudiziale sulla regolarità del match, se non si provvedeva a sgomberare il rettangolo posto tra le reti metalliche dalle migliaia di persone che vi si erano assiepate [...] L'arbitro si è deciso a dare inizio alla partita solo dietro le pressioni degli organizzatori ed in considerazione del danno certo che sarebbe derivato alla Federazione dal rinvio della partita, e più ancora per timore che il fatto provocasse tumultuose e gravi manifestazioni da parte del pubblico in gran parte costituito da persone provenienti da lontano.»
  8. ^ La cronaca del "Paese Sportivo": «[...] Per noi la partita è stata regolare dal momento che si è creduto opportuno iniziarla; ma l’atteggiamento dell'arbitro ed il ritiro del Genoa ci fanno sospettare che il campionato di Lega Nord non sia ancora concluso [...] Qualunque altro arbitro, Mauro stesso, se si fosse trovato in simili condizioni in qualsivoglia match di campionato non avrebbe dato vita al giuoco. Oggi invece, per la partita più importante, si è voluto essere meno rigidi, ammettendo in modo non diremmo troppo leggermente, ma certo troppo comodamente il caso di forza maggiore.»
  9. ^ Dichiarazione del portiere genoano Giovanni De Prà: «Fuga di Muzzioli, con tiro finale da pochi metri, che riuscii appena a deviare in corner. Fischio di Mauro che accordò al Bologna il calcio d’angolo. A questo punto l’enorme pubblico assiepato dentro il recinto di gioco, appena dietro le righe, invase il campo. Del pubblico faceva parte qualche pezzo grosso della Federazione, quale Leandro Arpinati, alla testa dei tifosi bolognesi, e Mauro, sballottato e minacciato, dopo una lunga quanto inutile discussione, concesse la rete per sedare il tumulto, non senza avere avvertito il nostro capitano De Vecchi di considerare l’incontro terminato in quel momento, e averlo esortato a condurlo a termine per evitare maggiori incidenti.»
  10. ^ Dichiarazione del centravanti del Bologna Angelo Schiavio, da "La Gazzetta dello Sport Illustrata", 29 settembre 1979: «Ne sono state dette tante... Sono state fatte sempre delle gran chiacchiere, hanno tirato fuori storie politiche, e persino la storia delle rivoltellate per incrinare la validità del nostro successo che invece fu del tutto legittimo e meritato. Loro vinsero la prima partita allo Sterlino (2-1) e noi la seconda a Genova (2-1). Si rese necessaria la terza partita a Milano, nel campo di viale Lombardia. Due treni speciali ci seguirono (45 lire tutto compreso) ma anche i genovesi erano tantissimi. La folla scavalcò i recinti e si mise seduta lungo le linee: l'arbitro Mauro avrebbe voluto rinviare la partita ma sarebbe successo il finimondo. Prendemmo due gol nel primo tempo e ci buttammo tutti avanti nella ripresa segnando con Muzzioli. I genoani protestarono violentemente asserendo che la palla era entrata dall'esterno, il povero De Prà fece addirittura un buco nella rete per avvalorare tale tesi.»
  11. ^ a b La burrascosa e controversa partita di Milano, La Stampa, 8 giugno 1925. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  12. ^ Il resoconto di Bruno Roghi, inviato del "Mondo", 9 giugno 1925: «Nella ripresa il Bologna, lungi dallo sbandarsi e dal difendersi contrattaccava con estrema vivacità e, dopo un quarto d’ora, segnava il primo goal per merito di Muzzioli. I giocatori si abbracciavano deliranti di gioia e, dopo qualche secondo De Prà raccoglieva il pallone nella sua casa. Ma l’arbitro che in quel mentre si dirigeva verso la rete agitava il braccio in segno di diniego e puntava il dito verso l’angolo del corner. Goal? Corner? La palla è forse uscita dalla linea di fondo? Nell’angolo di tribuna dove io mi trovavo i pareri erano divisi. Per mio conto avevo visto il tiro di Muzzioli, deciso e potente, avevo visto De Prà chinarsi a raccogliere la palla nella rete, non avevo visto la fulminea traiettoria della palla. Il centinaio di spettatori incollati attorno alla rete di De Prà impediva esattamente di cogliere la successione delle fasi di questo episodio. Comunque è mia impressione che Mauro non abbia scolpito col suo gesto la realtà della situazione. Lunghe querimonie. La folla, nella sua immensa maggioranza, dà prova di disciplina ed aspetta gli eventi. Mauro dà qualche segno di voler piantare baracca e burattini. Passano dieci buoni minuti e, com’è naturale, i pareri, le discussioni, le previsioni si incrociano. Alla fine interrogati i guardalinee, Mauro rimette il pallone al centro e ripiglia il match. I genoani non si abbandonano a proteste.»
  13. ^ La cronaca della "Gazzetta dello Sport": «Al 16’ Muzzioli stringe sul goal e spara da pochi passi. Vediamo un gesto di disperazione di Della Valle, mentre De Prà rimane inebetito e altri giocatori bolognesi abbracciano Muzzioli. È goal o no? Il pallone è nella rete, ma il pubblico vicino alla porta tumultua ed alcuni mostrano la rete smossa e strappata. Mauro accenna a far battere il corner, ma è stretto da tutte le parti. Giocatori e spettatori gli si affollano intorno. Dopo due tentativi di lasciare il campo, l’arbitro si decide a far mettere la palla in campo. Il gioco riprende dopo 14’ di interruzione [...] In merito al tanto discusso goal di Muzzioli, l’avv. Mauro ci ha dichiarato di non averlo visto entrare. Il pallone ha avuto dei rimbalzi inspiegabili. Comunque lui, arbitro, non lo ha visto entrare in porta, e non avrebbe concesso il goal neppure dietro il parere favorevole del guardalinee. Tenuta presente la sua pregiudiziale sull’irregolarità dell’incontro, ha concesso il punto reclamato da parte del pubblico che aveva invaso il campo, e non ha sospeso la partita per deferenza verso persona facente parte della presidenza federale che l’ha pregato di portare a termine il match.»
  14. ^ La cronaca del "Paese Sportivo": «L'arbitro in un primo tempo non ha concesso il goal. Attorno alla rete di De Prà si è formato un tumultuoso comizio al quale ad un certo punto ha partecipato la folla accalcata attorno al goal con un tentativo di evasione. A noi, naturalmente, non poterono giungere le parole scambiatesi dalle parti contendenti nell'accalorata discussione, ma esse non devono essere state troppo cortesi se ad un certo punto l’arbitro si è incamminato verso l’uscita del campo. Poiché l’incidente era scoppiato sotto il goal situato dalla parte opposta dell’uscita, Mauro doveva attraversare tutto il campo per giungere allo spogliatoio. Giunto l'arbitro col seguito dei giocatori urlanti e gesticolanti a metà campo, uno della folla faceva l’atto di avventarglisi addosso per colpirlo. Lo sconsigliato supporter veniva fermato in tempo ma Mauro deve aver giudicato opportuno di non continuare il cammino. Fermatosi quindi, sempre attorniato dai giocatori, si consultava coi due segnalinee e dopo nuove animate discussioni concedeva il goal. Da notare che negando il goal l’arbitro aveva accennato col gesto che la palla venisse portata nel corner e durante tutta la discussione un milite ivi la tenne in attesa che il calcio d’angolo venisse tirato [...] L’arbitro, parlando con alcuni giornalisti dopo il match, affermava che non aveva visto il goal e che l’aveva concesso solamente dopo il parere favorevole dei due segnalinee. Noi abbiamo già detto che in un primo tempo aveva negato il goal, accennando col braccio teso al corner. Egli aveva dunque visto bene.»
  15. ^ La cronaca di "Avanti!", 9 giugno 1925: «[...] Alla ripresa però il Bologna attaccava e dopo varie alternative al 16.o si verificava l'incidente più importante della giornata. Un pallone tirato da Muzzioli dà l'impressione che sia entrato in goal, ma il pubblico tutto serrato intorno alla rete, impedisce la giusta visione dell'azione tanto più che un piede sconosciuto caccia la palla lontano sulla linea di fondo. L'arbitro annulla il goal provocando un formidabile coro di proteste. Dopo aver interrogato i guardalinee ritorna sulla decisione presa e concede il punto.»
  16. ^ La cronaca della "Prealpina Sportiva": «[...] Siamo al momento spasimante del primo goal bolognese: Muzzioli il più veltro dei veltri, nel secondo tempo, con azione impetuosa passa in velocità Barbieri, serra sotto la porta di De Prà; è solo, i compagni di linea sono troppo arretrati; con intuizione fulminea stringe al centro, si porta all'estremo limite e da due metri scocca un tiro poderoso. De Prà con un balzo felino è sopra la palla, ma è inutile; il goal è segnato. La folla è in piedi in un urlo di passione che si ripercuote a lungo; è il 16. minuto. Qui si intromette una nota tragica nel dramma passionale delle anime in pena dei sostenitori. L'arbitro in un primo secco ordine annulla il goal. È la disperazione, la rabbia, il dolore che fanno suscitare un baccano indiavolato che forse si sarà udito a Bologna e a Genova. L'avv. Mauro, che non era vicino all'azione, non ha visto il goal e sembra abbia avuto impressione che la sua marcatura fosse irregolare perché provocata dalla presenza del pubblico che si assiepava sulla linea di fondo del campo. Sono 13 minuti di passione per le migliaia di bolognesi presenti; alla fine dopo consultati i due guardia linee, gli arbitri Terri e Frezzi, il goal è concesso.»
  17. ^ La cronaca del "Corriere dello Sport": «Della Valle passa a Muzzioli, la coraggiosa ala supera in velocità i due diretti avversari, stringe sul goal, segna. Entusiasmo, abbracci. Ma Mauro non concede il punto. Il pubblico bolognese e milanese urla. L'arbitro, che non si sa perché voleva concedere un corner, dopo vari minuti di discussione coi giocatori si decide a interpellare i segnalinee, che ambedue ritengono valido il punto. Il gioco riprende dopo 13 minuti di neutralizzazione.»
  18. ^ La cronaca del "Piccolo" di Trieste, 8 giugno 1925 (edizione della sera): «Giunge il primo punto del Bologna, quello che doveva dare luogo all'incidente. Dalla sua posizione normale l'ala sinistra del Bologna tagliava in dentro, lasciando indietro Bellini e si portava fino a pochi metri dalla porta e qui tirava forte e basso. De Prà toccava ma non giungeva a trattenere la palla che penetrava nella rete per mezzo metro. Urlo di gioia, fischio dell'arbitro che con gesto energico addita al calcio d'angolo. Proteste bolognesi. I giuocatori attorniano l'arbitro discutendo concitatamente. Numeroso pubblico invade il campo. L'arbitro volge loro le spalle e si avvia come se intendesse ritirarsi. Intervengono i guardalinee e sulle loro dichiarazioni concede il punto. Tutto ciò due esattamente un quarto d'ora.»
  19. ^ La cronaca del "Giornale di Genova": «Una discesa sulla sinistra del Bologna, culminata da un tiro di Baldi, è frustrata da una splendida parata di De Prà che manda il pallone sulla linea di fondo. Ma uno spettatore respinge in gioco il pallone che, raccolto da Muzzioli, viene proiettato nella rete genoana. I supporters del Bologna reclamano il goal. L'avv. Mauro dapprima si oppone alla concessione del punto con palesi segni di diniego. Crescendo sensazionale delle proteste del pubblico. La sospensione del gioco si protrae a lungo. L'avv. Mauro dopo 15' d'interruzione, convalida il goal [...] Questa cornice esplose nella ripresa alla prima occasione fornita dal diniego dell’arbitro per l'azione già descritta, con evidente nocumento sulle decisioni che Mauro doveva rendere in merito. Infatti, egli negò che il goal fosse stato segnato, e lo concesse solamente dopo un quarto d'ora di discussioni anche violente ritornando – non sappiamo se deliberatamente o no – sulla sua prima decisione. Mauro negò subito che il famoso goal fosse stato segnato. Lo negò recisamente e replicatamente.»
  20. ^ La cronaca della "Gazzetta dello Sport", 8 giugno 1925: «Il Genoa si difende con la consueta precisione. I suoi mediani danno segno di stanchezza pur battendosi bene. Rimane salda la barriera Bellini - De Vecchi. La quale però è battuta da una fuga di Muzzioli che centra raso terra. Pozzi raccoglie a pochi passi e segna il pareggio al 37.o minuto.»
  21. ^ La cronaca del "Paese Sportivo": «Si rilevava poi che se era intendimento di Mauro di far annullare il match, egli avrebbe potuto benissimo allontanarsi dal campo al termine dei due tempi regolamentari [...] Gama [collega di Mauro] interrogato dopo il match diceva: "Ho l'impressione che il match sia terminato dopo il primo goal del Bologna". Si ricorda a questo proposito una circolare dell'Aia già a suo tempo criticata. Può darsi che Mauro visto il contegno di alcuni supporters, contegno punto rassicurante, e fiutato l'ambiente abbia concesso il goal col proposito di far annullare poi l'incontro [...] Ma i giocatori rosso-bleu [del Genoa] uscivano dal campo troppo lieti e sorridenti per poter far pensare ad una loro irrimediabile sconfitta. Davano l’impressione di essere sicuri del fatto loro. Alla stazione poi alcuni giuocatori confessavano che non si erano più presentati in campo perché tanto l’arbitro aveva loro garantito che il match sarebbe stato annullato.»
  22. ^ Da "La Gazzetta dello Sport", 9 giugno 1925: Profonda impressione a Genova - Il reclamo del Genoa F.C. «Le notizie sull'andamento e sull'esito della finalissima di campionato hanno prodotto una ben dolorosa impressione nell'ambiente genovese [...] Dopo le tante trepidazioni, i vivaci commenti della serata di domenica, i giornali di stamane sono andati a ruba tra la folla smaniosa di conoscere dal giudizio dei critici il vero andamento del match e sopra tutto i veri motivi che hanno suggerito la condotta del Genoa. La decisione di non rientrare in campo per i supplementari era stata presa dai dirigenti [del Genoa] in pieno accordo col capitano De Vecchi – del quale ognuno conosce ed ammira l’equilibrio e la serenità sportiva – e costituisce la più tranquillizzante garanzia della ponderatezza del gesto, ad ogni modo a chiarire meglio la situazione di fronte a qualche parere più o meno interessato, abbiamo voluto assumere direttamente presso la società genovese informazioni che ci permettono di esporre il punto di vista genoano in tema del disgraziato match e del ritiro della squadra. Il Genoa impugna categoricamente il primo gol bolognese, cui avrebbe partecipato qualche anonimo del pubblico assiepato dietro la rete e che avrebbe in essa introdotto la palla dopo che De Prà l’aveva deviata in corner. Il Genoa si riferisce e richiama in proposito la decisione dell’arbitro che non concesse il goal se non dopo lunghe tergiversazioni e pressioni della folla. Interrogato a partita ultimata l’arbitro dai dirigenti del Genoa, questi, sempre a detta del Genoa, avrebbe riconfermato la sua decisione, che cioè il punto non era valido: motivo per cui i dirigenti stessi, compreso il capitano della squadra, esposero chiaramente il loro punto di vista, che cioè essendo assodata la nullità di un punto essi si ritenevano vincitori, motivo per il quale si rendeva per essi inutile la disputa delle riprese supplementari. Aggiungevano inoltre che essi non intendevano rientrare in campo neppure sotto riserva per non dar luogo ad equivoche interpretazioni. Il Genoa protesta inoltre vivacemente contro il contegno del pubblico e contro il gioco dei bolognesi. Tutto ciò costituisce la base del reclamo assai diffuso inoltrato dal club ligure presso gli enti federali.»
  23. ^ Da "La Gazzetta dello Sport", 10 giugno 1925: Quel che si dice a Bologna: «Bologna ha tributato ai suoi campioni reduci da Milano le accoglienze più calorose ed entusiastiche [...] Naturalmente intorno alla partita di Milano i commenti sono vivissimi e a Bologna si può anzi dire che non si parli d'altro [...] Nell'«entourage» del Bologna si afferma che la validità del goal di Muzzioli è indiscutibile: i due guardialinee e gran parte del pubblico ne sarebbero testimoni. Importanza fondamentale viene qui attribuita al «forfait» del Genoa. Una squadra ritirandosi, secondo la tesi bolognese, perde il diritto di reclamare. La notizia che il Genoa ha reclamato ha raddoppiato i commenti e intensificato le discussioni. Comunque le decisioni dei poteri federali si attendono qui con serena fiducia.»
  24. ^ Fonogramma. Milano, lì 7/6/1925 ore 24. Provenienza questura Centrale. Trasmette Claudio. Riceve Sabbatini. ILL/mo Signor Prefetto. MILANO N° 3873: «Questa sera con treni speciali sono partiti per Bologna e Genova circa 2000 sportsmen qui giunti stamane per partecipare alla gara di FOOT BALL al campo sportivo di Viale Lombardia. Alla partenza ordinaria per Genova ore 20/45, un gruppo degli sportsmen che si trovavano sul treno speciale per Bologna si è recato al suddetto treno per Genova ed in seguito a vivace discussione sulla gara odierna, alcuni di detto gruppo si sono presi a pugni con altri sportsmen del treno di Genova. Il pronto intervento di questi Agenti ed alcuni militi ferroviari ha impedito che l’incidente avesse ulteriori incidenti.»
  25. ^ "Guerin Sportivo", 11 giugno 1925, pagina 5: «Neanche se li avessero combinati a posta per far succedere qualche incidente, non avrebbero potuto far arrivare i "treni speciali" di Genova e di Bologna più contemporaneamente di quanto avvenne domenica scorsa a Milano. Al mattino, verso le undici, cotesti convogli giunsero in Stazione quasi allo stesso minuto ed alla sera "bis in idem". Avvenne che fin dall’arrivo cominciarono le prime beghe perché i supporters bolognesi avevano scritto sui vagoni dei loro due treni delle frasi di dileggio pei genovesi, e questi a loro volta (ah, la telepatia!) avevano tracciato col gesso delle grandi scritte dello stesso sapore a carico degli avversari. Gli uni accusavano gli altri, pretendendo che cancellassero le rispettive scritte, ma nessuno voleva assumersi il ruolo del provocatore tanto più che non si sapeva come sarebbe finito il match. Alla sera, dopo l’infausta giornata – infausta soprattutto per la "Lega Nord" e per l’arbitro – i due "speciali" ed il normale per Bologna, e lo "speciale" ed il normale per Genova si fiancheggiavano in Stazione, dimodoché intercorreva fra quei gabbioni di matti non più di un metro, distanza insufficiente per evitare eventuali corti circuiti. Conseguenza logica: scambio nutrito di invettive, battibecchi, pugilati, ostentazione di rivoltelle, qualche arresto... Se non avvenne nulla di veramente grave non fu certo per merito dell’autorità politica né di quella sportiva, ché l’una e l’altra non avevano neppur pensato che fra quei tremila esagitati "supporters" potesse succedere l’irrimediabile...»
  26. ^ L'analisi del "Paese Sportivo" (11 giugno 1925): «[...] Pare che egli [Mauro] intenda piuttosto richiamarsi alla pregiudiziale fatta ante-match, ma noi abbiamo già detto che non può essere sufficiente da sola ad annullare l'esito dell'incontro. D'altronde c'è il ritiro del Genoa che illumina la situazione. De Vecchi non avrebbe ritirato i suoi uomini se avesse dovuto fare assegnamento unicamente sulla pregiudiziale di Mauro. Egli ha potuto quindi contare su qualche dichiarazione assai più precisa, dichiarazione che non può essere se non quella della nullità del goal [...] Qui si cade sotto le precise disposizioni dell’art. 18 [...] È evidente quindi che l'arbitro concedendo il goal, sia pure dopo consultazione dei segnalinee, e dando allo stesso tempo assicurazione a De Vecchi che il goal non sarebbe stato valido, è venuto implicitamente a dichiarare di averlo concesso dietro pressioni della folla [...] indubbiamente l'atteggiamento incerto dell'arbitro ha maggiormente complicata una situazione che non era già troppo chiara. Siamo a questo, che la partita non potrebbe essere annullata per la semplice pregiudiziale dell'arbitro non essendo una pregiudiziale di questo genere contemplata in nessun regolamento, mentre la forzata concessione del goal richiederebbe senz'altro l'applicazione dell'art.18 [...] E siccome per questa forzata concessione del goal il regolamento non prevede altra soluzione che l'applicazione dell'art.18, naturalmente il Genoa avrebbe pieno diritto di reclamare se la Lega Nord si accontentasse semplicemente di annullare la partita [...] Occorreva parlare ben chiaro, e dichiarare che l'incontro, date le condizioni di irregolarità in cui avrebbe dovuto svolgersi, avrebbe avuto carattere amichevole. Le squadre almeno avrebbero potuto regolarsi. La riserva di Mauro quindi non la comprendiamo. Non solo, ma non può avere a nostro avviso nessun valore. Iniziato senza la premessa del suo valore ufficiale, il match per quanto riguarda le condizioni di ambiente deve essere riconosciuto valido.»
  27. ^ Il commento della "Gazzetta dello Sport" (30 giugno 1925): «La Lega Nord quale ente disciplinatore dei campionati, non poteva non risentire le conseguenze della propria colpa d'imprevidenza, ma non è equo e legittimo lo stato d'accusa nel quale la Lega fu collocata quasi che l'organizzazione della finalissima rappresenti l'ultimo ed il più grave di una serie di malefatti ed errori [...] Ognuno avverte quanto sia pericoloso ed inaccettabile sportivamente dare inizio ad un match con una tacita pregiudiziale d'irregolarità: tacita sia pure nei riguardi delle squadre in campo. L'irregolarità, a nostro avviso, deve essere relativa e scaturisce da un fatto specifico impreveduto ed imprevedibile che si manifesti nel corso di una partita, non già da un complesso di fatti che preesistono al match.»
  28. ^ Il commento del "Paese Sportivo" (2 luglio 1925): «Riteniamo per esempio che per poter risolvere degnamente il non facile problema si sia un po' calpestato il regolamento. Non si poteva fare altrimenti, d'accordo, ma l'esperienza ormai avrà insegnato a tutti, quindi anche a Mauro, che a certe pregiudiziali non si dovrà più ricorrere per l’avvenire. È cosa troppo comoda e si presterebbe a convalidare soprusi ed ingiustizie [...] Dire a due squadre giunte alla fine di un match duro che la loro fatica è stata perfettamente inutile perché l'incontro non aveva alcun valore ufficiale, può essere considerato, nel migliore dei casi, una beffa bella e buona.»
  29. ^ Da "La Gazzetta dello Sport" del 23 giugno 1925: F.I.G.C. Comunicato ufficiale - Consiglio Lega Nord - Seduta del 20-21 giugno 1925. Gara Genoa - Bologna del 7 giugno '25. — «Il Consiglio della Lega, in base alle precise dichiarazioni rese dall'arbitro così nel suo rapporto come nelle successive delucidazioni, affermanti doversi ritenere irregolare la partita per le gravi condizioni di ambiente e di costante parziale invasione di campo in cui essa si svolse, condizioni sempre aggravatesi dall'inizio della gara; pur non potendosi astenere dal considerare che ben altro svolgimento la partita avrebbe potuto avere se l'arbitro si fosse rifiutato di iniziarla prima che il campo fosse stato completamente sgombrato anche mediante l'espresso preciso invito che avrebbe dovuto essere diretto e ai capitani delle due squadre e ai dirigenti delle due società; delibera di non omologare la gara in oggetto e ne ordina la ripetizione per il giorno 5 luglio sul campo della U.S. Livorno. Si astiene infine di prendere provvedimenti contro la squadra del Genoa Club, che si allontanò dal campo quando l'arbitro vi era ritornato per iniziare le riprese supplementari: e ciò per le speciali imprevedibili e in quel momento irrimediabili condizioni di ambiente. Il Consigl. Presidente della riunione Avv. Giorgio Campi.»
  30. ^ Da "La Gazzetta dello Sport" del 2 luglio 1925: F.I.G.C. comunicato ufficiale - Seduta consiglio Federale - Torino - 27 giugno 1925. — «4. Reclami: «Bologna F.C.» e «Genoa F.C.» (gara «Bologna - Genoa» giocatasi a Milano il 7 giugno '25. Il Consiglio Federale esaminati i reclami avanzati dal «Bologna F.C.» e dal «Genoa F.C.» avverso la delibera del Consiglio Lega Nord del 20 giugno 1925; sentiti il Presidente di Lega Nord, il rappresentante del «Bologna F.C.» e l'arbitro della gara; in assenza del rappresentante del «Genoa F.C.» regolarmente invitato; considerato che dal rapporto dell'arbitro, confermato verbalmente in ogni sua parte, è risultato che la gara si svolse in modo non regolare e che anzi le irregolarità di essa andarono successivamente accentuandosi in modo che era preclusa all'arbitro, per sua formale ed esplicita dichiarazione, la possibilità di assolvere il proprio compito; Delibera: a) conferma la decisione di Lega Nord per quanto riguarda l'annullamento della gara predetta; b) infligge al «Genoa F.C.» la multa di L. 1000 (mille) da pagarsi entro il 4. Luglio p.v., per l'atto di indisciplina commesso dalla propria squadra per non essersi presentata in campo per l'inizio dei tempi supplementari; c) considerato che il campo dell'U.S. Livorno non ha capienza sufficiente per la prevedibile affluenza di pubblico; preso atto che le società gareggianti interessate hanno fatto esplicite dichiarazioni in proposito; d) dispone che la partita debba ripetersi a Torino il 6 luglio p.v. alle ore 16,30 sul campo della «Juventus F.C.». La organizzazione sarà curata dalla Presidenza di Lega Nord d'accordo col Comitato Esecutivo Federale. Di conseguenza respinge i reclami avanzati dalle società ricorrenti incamerandone le relative tasse. In considerazione poi delle speciali condizioni in cui sono venute a trovarsi le società: «Bologna F.C.» e «Genoa F.C.» per la ripetizione della gara; il consiglio federale delibera, in via eccezionale, di corrispondere ad entrambe una percentuale del 20 per cento cadauna sul provento netto dell'incasso. Il Consiglio Federale delibera inoltre di assegnare una percentuale del 20 per cento in contributi ad Enti sportivi che designerà in una prossima seduta. Il Segretario Gen. Vogliotti. Il Presidente Bozino.»
  31. ^ La Stampa, 19 luglio 1925, p. 4.
  32. ^ Racconto del dirigente bolognese Enrico Sabattini alla "Gazzetta dello Sport" in occasione del settantesimo anniversario di nascita del Bologna: «L'11 luglio la Presidenza Federale e la Presidenza della Lega Nord si riuniscono congiuntamente a Torino ed invitano alla seduta i rappresentanti delle due società. Per il Bologna mandano me, ma mai viaggio fu più inutile. Appena entro nella sala del Consiglio, unitamente al rappresentante del Genoa avv. Bianchi, ci viene letto un comunicato (già stilato e già passato alla stampa) nel quale "la Presidenza Federale esprime al Genoa il suo più profondo dolore per l'atto criminoso cui i suoi sostenitori sono stati fatti segno alla stazione di Torino ed invita il Bologna ad intensificare le indagini per la ricerca dei colpevoli". Poi inizia fra l'avv. Bozino, Presidente della F.I.G.C. l'avv. Bianchi e me, un lungo dibattito nel quale ognuno sostiene la propria tesi, ma si tratta di una discussione prettamente accademica, perché le decisioni erano già state prese al di fuori dell'intervento delle parti e senza aver svolto nemmeno una parvenza di inchiesta. La Presidenza stabilì inoltre che la finalissima si sarebbe dovuta svolgere a Torino, a porte chiuse, domenica 19 luglio. Ma intanto due fatti nuovi venivano a complicare le cose: da una parte la Questura di Torino, per motivi di ordine pubblico, proibiva l'effettuazione della partita e dall'altra il Consiglio Direttivo del Bologna faceva suo e presentava alla F.I.G.C. un ordine del giorno votato dall'Assemblea dei soci svoltasi nel frattempo, con il quale si addossava ai sostenitori del Genoa la provocazione dei noti incidenti.»
  33. ^ La delibera del Consiglio Federale del 18 luglio 1925: «Il C.F. non consente che deprecazioni qualsiasi possano essere presentate da società federate di qualunque rango avverse le decisioni delle superiori autorità federali", faceva seguire i fulmini: "ingiunge al Bologna F.C. per le trasgressioni di cui sopra di presentare entro il 31 corrente le più ampie scuse al Consiglio Federale e al Consiglio della Lega Nord per l'ordine del giorno a firma del Presidente del Bologna; di sconfessare pubblicamente l'ordine del giorno approvato nell'assemblea dei soci, mentre infligge la multa di L. 5000 da versarsi entro il 31 corrente; ordina inoltre al Bologna F.C. di rendere note entro il detto termine le risultanze delle indagini di cui all'ultimo comma del precedente comunicato e con certezza che esse siano tali da identificare i colpevoli; richiama il Bologna F.C. ad una scrupolosa e vigile osservanza di tutti quei doveri disciplinari che le norme regolamentari prescrivono e lo diffidano perentoriamente a porre fine senza indugio a queste sue manifestazioni di palese rivolta contro i deliberati federali, con la riserva di prendere nei suoi confronti, qualora le Ordinanze federali non fossero eseguite, le più gravi punizioni stabilite dall'art. 22 dello Statuto Federale; delibera infine di rimandare ogni deliberazione relativa alla effettuazione della finalissima di campionato a dopo il termine più sopra perentoriamente fissato e cioè dopo il 31 luglio.»
  34. ^ "La Voce Sportiva", 24 luglio 1925: «Chi ha giudicato Il Bologna F.C. Bozino – PIEMONTESE. Ferretti – LIGURE. Vogliotti – PIEMONTESE. Levi – PIEMONTESE. Oliva – PIEMONTESE. Tergolina – LIGURE. Silvestri – LIGURE. Se lo ricordino le Società chiamate ad eleggere le nuove cariche federali.»
  35. ^ "La Gazzetta dello Sport", 20 luglio 1925, pagina 3: «Anche in merito alle dichiarazioni che avrebbe fatto il rappresentante del Bologna in seno al Consiglio Federale nella seduta di Torino esiste una profonda divergenza fra il comunicato federale e la seguente dichiarazione che ci viene comunicata dal sig. Sabattini: "Il sottoscritto quale rappresentante del Bologna F.C. presso il Comitato esecutivo nella seduta dell’11 corr., visto l’ultimo comunicato del Consiglio federale nel quale si legge che il rappresentante suddetto non avrebbe fatto cenno di sorta alle gravi provocazioni commesse dai sostenitori genoani alla stazione di Torino, riconoscendo lealmente la entità e l’estrema gravità dell’atto deprecato da cui intese svellere soltanto l’aggravante della premeditazione, smentisce recisamente detta affermazione essendo invece rispondente a verità che di tale provocazione egli in seduta fece oggetto di particolare esposizione e discussione in contraddittorio coll’avv. Bianchi e sig. Marengo, rappresentanti del Genoa; discussione che essendosi fatta alquanto vivace venne interrotta dal comm. Bozino che senz’altro licenziava tutti e tre i disputanti."»
  36. ^ La cronaca del "Paese Sportivo" (23 luglio 1925): «Bisogna rileggere attentamente il primo comma dell'ordine del giorno, laddove il Consiglio Federale "insorge sdegnosamente contro l’inopinato tentativo esperito dal direttorio del Bologna F.C., di fare cioè apparire l’atto criminoso compiuto da alcuni suoi sostenitori quale una ritorsione a pretese provocazioni d’eguale gravità che si vorrebbero commesse dai sostenitori del Genoa [...]" In un ordine del giorno votato da una assemblea dei soci del Bologna si lanciava il grido pieno di minaccia: "La misura è ormai colma". È il frasario di moda. Colma di che? Si parlava di ingiustizie perpetrate dalla Federazione a danno del Bologna. Si accennava, per esempio, alla scelta del campo neutro di Torino, allo scopo, si diceva, di favorire il Genoa e danneggiare il Bologna; si rammentava il forfait "scandalosamente perdonato" nella partita di Milano, ignorando, o fingendo di ignorare, che la Federazione fu costretta a deliberare in base al referto di Mauro; si faceva colpa alla Federazione dell'interruzione di 15 giorni per l’ultima finale, interruzione che avrebbe dovuto servire a rifare le forze del Genoa. Questi i tre formidabili capi d’accusa. E si terminava ammonendo solennemente Lega e Federazione per l’atto di "farisaica e mal celata partigianeria" commesso. L’ordine del giorno del direttorio del Bologna non era che la conseguenza di questa eccezionale montatura.»
  37. ^ La cronaca del "Paese Sportivo" (26 luglio 1925): «A Bologna si fanno comizi e si inveisce contro la Federazione con un frasario che tanto per intenderci possiamo definire eccessivo [...] L'ordine del giorno votato nel comizio bolognese di lunedì scorso sarà certamente deplorato da quanti hanno senso di responsabilità ed equilibrio mentale. Non è con le parole grosse e offensive che si può sperare di uscire decorosamente da una situazione difficile e delicata [...] Quali risultati dunque si sperano dai comizi e dalle parole forti? [...] La tempesta è sorta in seguito alla deliberazione presa dal Comitato Esecutivo Federale nella seduta di Sabato 12 luglio. Ripetiamola nel suo testo integrale: "Il Comitato Esecutivo, mentre esprime al Genoa Club il suo più profondo dolore cui i suoi sostenitori sono stati fatti segno alla stazione di Torino, invita il Bologna ad intensificare le certamente già iniziate indagini per la ricerca dei colpevoli, riservandosi di prendere ulteriori provvedimenti qualora a questa doverosa ricerca non si provveda con la necessaria diligenza" [...] A questa ingiunzione il Bologna si è ribellato. Tutti gli sportivi sereni possono facilmente rilevare che si è ribellato a torto. È da notare che nessun provvedimento la Federazione aveva creduto di prendere a carico del Bologna. Essa esigeva unicamente la ricerca dei colpevoli ed affidava questa ricerca allo stesso Bologna. Dov’è l’offesa? [...] Dalla capitale emiliana si rispose con un ordine del giorno che era uno squillo di tromba. Si cominciò a parlare di provocazioni avversarie e di revolverate che sarebbero partite dal treno dei genoani. È da rilevare che questa accusa lanciata contro gli avversari giungeva con almeno otto giorni di ritardo. Lo stesso rappresentante del Bologna nella riunione del Comitato Esecutivo non vi aveva fatto cenno [...] Può una Federazione lasciarsi deplorare da una società dipendente? L'errore del Bologna è tutto in questa assoluta mancanza di forma. Il Consiglio Federale avrebbe accolta e serenamente vagliata qualunque protesta purché redatta con uno stile che rivelasse deferenza e rispetto. Si è ribellato invece, e non poteva fare diversamente di fronte alle affermazioni ingiuriose ed al tono chiaramente offensivo [...] noi non vediamo come il Bologna possa sperare di trarre profitto da un atteggiamento di rivolta. Di più, non si trova giustificazione di un simile atteggiamento.»
  38. ^ Michele Smargiassi, Il Duce, il Genoa e la stella scippata, su la Repubblica.it, 27 novembre 2008. URL consultato il 14 giugno 2018.
  39. ^ "La Gazzetta dello Sport, 28 luglio 1925 - Comunicato della assemblea Lega Nord (26 luglio 1925):«L'ordine del giorno Malvano per la questione Bologna - Federazione e finale Genoa - Bologna è del seguente tenore: «Le Società calcistiche della Lega Nord riunite in assemblea: constatando con grande rammarico le contingenze varie e dolorose che hanno conturbato le ultime competizioni del campionato italiano Lega Nord - competizioni che hanno però reso più manifeste e brillanti le magnifiche qualità tecniche e volitive delle due squadre finaliste, degnissime entrambe del titolo di campione; constatando che l'attuale situazione è tale da poter portare come conseguenza un arresto gravissimo nella vita calcistica italiana; desiderando che venga dalla solenne assemblea qui adunata il gesto che indichi a tutti la onorevole e dignitosa via di uscita nel passo difficile e pericoloso, facendo risuonare ben alta la voce sportiva che ogni altra ricopra e su tutte prevalga; formalmente e appassionatamente invita i due club finalisti a dichiarare nulli e non aventi tutti i comunicati pubblicati in merito alla finale Genoa - Bologna; rivolge vivissima preghiera alla F.I.G.C. perché al fine supremo della concordia e dello sport voglia prendere in considerazione i seguenti desiderati: a) restino sospese tutte le deliberazioni prese a carico del Bologna; b) venga eseguita una inchiesta sul doloroso incidente avvenuto per dar modo alle parti interessate di presentare quegli ulteriori chiarimenti che ritenessero opportuni; c) venga immediatamente, e indipendentemente dall'inchiesta, disposto perché si disputi la finalissima del campionato in sospeso. L'ordine del giorno è stato votato per acclamazione.»
  40. ^ Comunicato del Consiglio Federale (2 agosto 1925): «[...] preso atto con vivissimo compiacimento dell’apertura e sincera riappacificazione avvenuta tra le due nobilissime società federate entrambe degne del titolo ed entrambe benemerite dello Sport Nazionale [...] all’unanimità delibera [...] di proporre alla prossima Assemblea Federale l’abrogazione della sanzione punitiva inflitta al Bologna F.C. nella seduta del 18 luglio 1925 per l’atto di indisciplina che provocò la sanzione stessa.»
  41. ^ La Stampa, 4 agosto 1925, p. 4.
  42. ^ La Stampa, 9 agosto 1925, p. 4.
  43. ^ Articolo tratto da "La Gazzetta dello Sport", 8 agosto 1925 - «Ridda di enigmi - Rotto l'equilibrio delle cautele reciproche, il match ha dunque in sé tutte le ragioni logiche per concludersi con un vincitore. Quale? Occorrerebbe saper rispondere, prima, a un'altra domanda: cosa hanno fatto le due squadre nel mese occupato dall'aspra campagna dei supporters? Hanno lavorato? E con quale intensità? I trainers hanno tenuto sottomano i giocatori? Mistero. Uscite di allenamento non sono mancate nè allo Sterlino nè a Marassi. I genoani hanno sgranchito le gambe in partite accademiche contro marinai inglesi di passaggio; i bolognesi si sono allenati con forze regionali. S'intende, svelti e leggeri galoppi senza pretese se pur con uno scopo: tener la caldaia accesa per l'eventualità della finale [...].»
  44. ^ Articolo di Vittorio Pozzo, tratto da "Il Calcio" n. 50-51 p. 3, del 22 agosto 1925 — La finalissima della Lega Nord. Bologna batte Genoa 2 a 0: «Alle sei del mattino eravamo in trenta sul campo delle Officine Meccaniche, fuori Porta Vigentina: la squadra del Genoa, con annessi e connessi, Cavazzana, il neo-Presidente della Lega Nord con qualche suo collega di Consiglio, l'arbitro Gama ed i due guardialinee, il guardiano del campo e del contiguo bar, e noi, ufficialmente estranei alle solenni competizioni sportive. Il Genoa guardava la situazione dall'alto. In maglia o seminudi i giuocatori della Squadra Campione consideravano dal terrazzino della palestra quegli altri eroi della "finale" che avevano interrotto il loro riposo alle cinque del mattino per venire ad assistere alla ripresa delle ostilità su un campo ignoto. Di sotto guardando in su, e di sopra guardando in giù, l'opinione che si aveva del prossimo era la medesima: "Va là, che hai un bel coraggio!". Il coraggio maggiore lo aveva Cavazzana. Era solo a quell'ora. Solo ad affrontare un'eventuale invasione del campo da parte della folla tumultuante, la quale non c'era. I due poveri cinematografari che erano nella strada, colla porta "a fuoco ed inquadrata", in agguato di qualche scena interessante, di qualche battibecco o tafferuglio, non trovavano proprio nulla che meritasse un metro di pellicola. Dovemmo improvvisare noi una piccola scena davanti alla porta, scena che per assurgere alla naturalezza del mondo del football, dovette assumere un andamento agitato e concitato. "Se non vi picchiate, se ne accorgeranno che non è vero", gridava l'operatore filosofo. Che camorra il cinematografo!»
  45. ^ Resoconto de "La Stampa", 10 agosto 1925: «Vittoria dei migliori. La partita ha rivelato che il Genoa, che maggiormente aveva bisogno di riposo dopo la partita di Torino, non ha saputo risollevarsi dalla non ottima prova da essa data un mese fa come complesso di squadra. [...] Il Bologna non è certo un undici che per doti perspicue abbia la genialità dell'improvvisazione o l'ardore del combattente. Il Bologna è una compagine che pratica il «bel giuoco». La sua partita è improntata a riflessività ed ai dogmi importati dalle nazioni dell'Europa centrale. E le belle azioni che abbiamo viste ieri mattina sul lontano campo di Vigentino avevano per protagonisti i discepoli del dott. Felsner nove volte su dieci.»
  46. ^ La cronaca del "Paese Sportivo" (10 agosto 1925): «Bellini ebbe una giornata poco felice; una nerissima ne ebbe De Vecchi [...] Barbieri giuocò bene solamente nei primi venti minuti, poi scomparve. Nelle sue numerosissime discese Muzzioli quasi non incontrò ostacoli. Burlando tenne il posto mediocremente. Non è apparso mai il grande Burlando degli incontri memorabili [...] Il Genoa non sapeva trovare quel forte spirito di riscossa che più volte l’aveva salvato in giornate difficili. Il suo gioco continuava ad apparire non diremo svogliato, ma privo di fremito. Non era assolutamente possibile vedere in quella marcia lenta e slegata della squadra un ansito di sforzi, un baleno di energia [...] Quello che però più di ogni altra cosa ha stupito, è stato il tono che il Genoa impresse alla lotta. Sembrava che giocasse costantemente con l’incubo della sconfitta. Mai quel piglio autorevole che sovente gli abbiamo riscontrato pur nelle partite più incerte [...] una mancanza di convinzione che nessuno riusciva a spiegarsi»
  47. ^ Racconto del dirigente bolognese Enrico Sabattini alla "Gazzetta dello Sport" in occasione del settantesimo anniversario di nascita del Bologna: «Per sviare il pubblico tutti i campi da gioco a Milano erano stati messi in preallarme ed allestiti di tutto punto come fossero pronti a ricevere di lì a poche ore la visita delle due più famose squadre d'Italia. [...] Ma appena comunico a Felsner che si giocherà a Vigentino, egli vuole subito fare una ricognizione sul campo. E così, senza dir nulla a nessuno, noi due prendiamo una carrozzella e ci portiamo lentamente sotto il solleone, sbuffando e sudando, verso Vigentino, una località allora all'estrema periferia di Milano, poco discosta dalle Officine O.M. Felsner ha in testa un suo piano, evidentemente, perché reca con sé tre palloni che egli si era portato dietro da Bologna. [...] Felsner palpeggia, tasta, calpesta l'erba in varie posizioni, vuole essere ben sicuro dell'altezza dei bulloni che farà applicare alle scarpe di gioco; poi visitiamo gli spogliatoi, facciamo la conoscenza del custode, in tasca del quale facciamo scivolare 20 lire. Così otteniamo che il più spazioso spogliatoio sia a noi riservato e soprattutto che la partita venga giocata con i nostri palloni. Il custode non ha difficoltà ad accogliere le nostre richieste ed in garanzia ci dà i tre palloni che egli aveva già approntato; Felsner provvede di persona a gonfiare i palloni che serviranno per la partita. In verità io non trovo una sensibile differenza a nostro vantaggio dallo scambio di palloni, ma Felsner invece ci tiene moltissimo. Quando risaliamo in carrozzella egli è ilare e contento: evidentemente si tratterà di una sua diavoleria per propiziare la vittoria. Soltanto a pranzo ultimato comunichiamo anche ai giocatori che il campo designato è quello di Vigentino, che l'abbiamo visitato e che l'abbiamo trovato confacente sotto tutti i riguardi. Non una parola sull'affare dei palloni.»
  48. ^ Il Calcio raccontato da Vittorio Pozzo - ASD Ponderano (PDF), su asdponderano.it. URL consultato il 25-10-2018 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2019).
  49. ^ 100x100 Cavese di Fabrizio Prisco: storia di astuzie, gol e raggiri, cavese1919.it, 31 ottobre 2018, su cavese1919.it. URL consultato il 16 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2019).
  50. ^ Unione Sportiva Cavese, calcioantico.altervista.org, 13 agosto 2018, su calcioantico.altervista.org. URL consultato il 16 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2019).
  51. ^ La Stampa, 17 agosto 1925, p. 2.
  52. ^ L'Impero, 23-24 agosto 1925.
  53. ^ L'Impero, 25-26 agosto 1925.
  54. ^ La Stampa, 24 agosto 1925, p. 4.
  55. ^ a b Roberto Gotta, Dalla Lazio ai Pompieri, caccia agli scudetti perduti, su Il Giornale, 2 novembre 2018. URL consultato il 2 novembre 2018.
  56. ^ a b Monica Serravalle, "La Stella negata al Grande Genoa": il racconto della più grave ingiustizia di tutti i tempi, su pianetagenoa1893.net, 8 settembre 2019. URL consultato il 13 settembre 2019.
  57. ^ a b Fabio Cassanelli, Presentato il libro ‘Bologna 1925 – Fu vera gloria’. Carlo F. Chiesa: "È stato mio compito restituire dignità a quella squadra", su zerocinquantuno.it, 10 giugno 2019. URL consultato il 13 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2020).
  58. ^ a b Gessi Adamoli, Una squadra di storici e avvocati al lavoro per ridare al Genoa lo scudetto scippato nel '25, su repubblica.it, 11 febbraio 2016. URL consultato il 17 agosto 2020.
  59. ^ Manuel Minguzzi, Comunicato di Futuro Rossoblù sullo scudetto del 1925, su tuttobolognaweb.it, 15 marzo 2016. URL consultato il 22 giugno 2018.
  60. ^ Marco Liguori, Scudetto 1925: il Genoa chiede alla Figc l'ex aequo col Bologna, su Pianeta Genoa 1893, 31 ottobre 2018. URL consultato il 1º novembre 2018.
  61. ^ Fenucci: “Nessuno getti ombre sulla storia del Bologna”, su bolognafc.it, 31 ottobre 2018. URL consultato il 2 novembre 2018.
  62. ^ Il Consiglio federale dà il via alla riforma dei campionati, dal 2019/20 la Serie B a 20 squadre
  63. ^ Dal Genoa a Torino e Lazio, ecco la commissione dei saggi per gli scudetti contesi, su ilsecoloxix.it. URL consultato il 13 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2019).
  64. ^ a b Cfr. collegamenti esterni.
  65. ^ Ammesso in sovrannumero per accertato scandalo arbitrale.
  66. ^ In caso di parità si sarebbe andati avanti ad oltranza fino al gol risolutivo. Si sono disputati due tempi supplementari.
  67. ^ Salernitana-Cavese 2-0 annullata e ripetuta il 29 marzo, a tavolino per forfait, cfr. 1922-25: la Cavese in serie A, su cavese.it, www.cavese.it. URL consultato il 24 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2004).
  68. ^ Il popolo ionico del 15 dicembre 1924.
  69. ^ La Gazzetta dello Sport del 1º dicembre 1924
  70. ^ La Gazzetta dello Sport dell'8 dicembre 1924.
  71. ^ La Gazzetta dello Sport del 15 dicembre 1924.
  72. ^ La Gazzetta dello Sport del 5 gennaio 1925.
  73. ^ La Gazzetta dello Sport del 12 gennaio 1925.
  74. ^ La Gazzetta dello Sport del 2 febbraio 1925.
  75. ^ La Gazzetta dello Sport del 9 febbraio 1925.
  76. ^ La Gazzetta dello Sport del 16 febbraio 1925.
  77. ^ La Gazzetta dello Sport del 6 aprile 1925.
  78. ^ Campionato 1924-25.
  79. ^ I risultati mancanti, dopo aver ricostruito il calendario dalle fonti citate, sono stati reperiti dai tabelloni risultati pubblicati dal sito RSSSF.
  80. ^ Lazio-Fortitudo 4-0 annullata e ripetuta il 5 aprile.
  81. ^ Lazio-Pro Roma 4-1 annullata per errore tecnico arbitrale e ripetuta il 29 marzo.
  82. ^ Sul libro di Franco Valdevies "80 anni in rossoblu - Un secolo di calcio a Taranto" c'è a pag. 45 (14 ottobre 1923 inaugurazione del campo Corvisea) il poster dell'inaugurazione del campo: S.S. Pro Italia.
  83. ^ Avrebbe dovuto disputare uno spareggio per la permanenza in Prima Divisione contro il Foggia, campione pugliese di Seconda Divisione, che tuttavia rinunciò.
  84. ^ La Basilicata del 28 ottobre 1924.
  85. ^ A tavolino, sul campo 2-2.
  86. ^ Terminata 1-1, fu annullata e ripetuta il 18 gennaio.
  87. ^ Sul campo 1-1, a tavolino.
  88. ^ Disputata sul campo neutro di Taranto per motivi di ordine pubblico e sospesa sul punteggio di 1-1 al 55', a tavolino per incidenti.
  89. ^ Partita terminata 1-1 sul campo. A tavolino perché il Palermo schierò un giocatore tesserato irregolarmente.
  90. ^ Marco Impiglia, Pionieri del calcio romano, capitolo 13.
  91. ^ A tavolino per forfait.

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