Utente:Delehaye/Sandbox Andrea Mansi

Andrea Mansi (Ravello Frazione Lacco, 29 aprile 1919Napoli, 12 settembre 1943) contadino marinaio e militare italiano con cittadinanza italiana.

Andrea Mansi
NascitaRavello (SA), 29 aprile 1919
MorteNapoli (NA), 12 settembre 1943
Cause della mortefucilazione
Luogo di sepolturaRavello (SA)
EtniaItaliana; Ariana
ReligioneCristiana Cattolica
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regia Marina
CorpoCREM - Corpo Reali Equipaggi di Marina
Specialitàmarinai, timonieri, cannonieri, torpedinieri, radiotelegrafisti, aiutanti, assistenti del genio navale, carpentieri, meccanici, fuochisti, semaforisti, infermieri, furieri, musicanti, trombettieri e servizi portuali.
Anni di servizio1939 - 1943
GradoComune di prima classe
GuerreSeconda Guerra Mondiale
Campagne
BattaglieDifesa di Napoli (9-11 settembre 1943)
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contadino, figlio di fu Francesco Mansi ed Angiolina Rispoli.

  • altezza 1,72 m
  • capelli castani lisci
  • occhi castani
  • colorito roseo
  • dentatura sana
  • sa leggere e scrivere
  • celibe
  • Matricola 93927/K
  • dal 24 agosto 1938 dal 24 agosto 1938 iscritto fra la gente di mare di 2° Categoria nel Compartimento Marittimo di Salerno al n° 16787 classe 1919 ferma di 28 mesi, classificato "Marò Italbat" e lasciato in congedo illimitato provvisorio
  • dal 1 settembre 1939 al 21 settembre 1939 Deposito CREM Taranto classificato "Marò S.V. - Servizi Vari" al REM Taranto (- Corso Ordinario (O.), per la formazione di base, cui seguiva un tirocinio a bordo.)
  • dal 24 settembre 1939 al 30 novembre 1939 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • dal 1 dicembre 1939 al 10 marzo 1940 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • dall'11 marzo 1940 al 13 marzo 1940 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • dal 14 marzo 1940 all'8 maggio 1940 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • dal 9 maggio 1940 al 2 agosto 1941 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • il 1 novembre 1940 classificato "Comune di 1° Classe" (Ordine del Giorno del 4 settembre 1941)
  • dal 3 agosto 1941 all'8 ottobre 1941 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • dal 9 ottobre 1941 al 23 maggio 1942 Imbarcato sul R.T. Regio Torpediniere "Solferino"
  • il 2 gennaio 1942 richiamato (Circolare C.S. 349282 del 19 giugno 1942)
  • dal 24 maggio 1942 al 30 giugno 1942 Deposito CREM Taranto
  • dal 1 luglio 1942 al 2 luglio 1942 Comando Distrettuale Infermieristico di Mirano Veneto
  • dal 3 luglio 1942 al 21 luglio 1942 Ospedale Militare Marittimo Secondario di Mirano Veneto
  • dal 21 luglio 1942 al 19 agosto 1943 Comando Distrettuale Infermieristico di Mirano Veneto
  • dal 21 agosto 1943 al 12 settembre 1943 Ospedale Militare Marittimo di Napoli



Storia modifica

Data
imbarco
Data
sbarco
Unità
Reparto
Dipendenza Note
1 settembre 1939 21 settembre 1939 Deposito CAEM Taranto
24 settembre 1939 30 novembre 1939 Torpediniera "Solferino" (SL) * Circoscrizione "Alto Adriatico"
** Comando Militare Marittimo Autonomo "Alto Adriatico"
***  XV Squadriglia Torpediniere (Venezia)
Pattugliamento Alto Mare Adriatico
1 dicembre 1939 10 marzo 1940 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia) Pattugliamento Alto Adriatico
11 marzo 1940 13 marzo 1940 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia) Pattugliamento Alto Adriatico
14 marzo 1940 8 maggio 1940 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia) Pattugliamento Alto Adriatico
9 maggio 1940 2 agosto 1941 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia)
10.06.1940-05.09.1940: missioni di scorta convogli e di posa di mine alla deriva, in Adriatico ed in Egeo
06.09.1940-12.10.1940: Comando Superiore Traffico Albania (Maritrafalba) a Brindisi (BR) missioni di scorta convogli da e per l'Albania
06.09.1940: scorta motonavi Catalani e Viminale, da Bari a Durazzo, con carico di 2186 militari e 57 tonnellate di automezzi ed altri materiali
07.09.1940: scorta piroscafo Italia e motonave Rossini, da Durazzo a Bari, con vuoto carico
08.09.1940: scorta piroscafi Galilea e Quirinale, da Bari a Durazzo, con carico di 2364 militari e 145 tonnellate di rifornimenti
10.09.1940: scorta piroscafi Galilea, Quirinale e Oreste, da Durazzo a Bari, con vuoto carico
21.09.1940: scorta piroscafi Nautilus, Procione e Polcevera, da Valona a Bari, con vuoto carico
25.09.1940: scorta piroscafi Galilea e Quirinale, da Bari a Durazzo, con carico di 2195 militari della Divisione «Piemonte» e 148 tonnellate di rifornimenti
26.09.1940: scorta piroscafi Galilea e Quirinale, da Durazzo a Bari, con vuoto carico
28.09.1940: scorta motonavi Catalani e Viminale, da Bari a Durazzo, con carico di 2140 militari e 109 tonnellate di materiali
29.09.1940: scorta motonavi Catalani e Viminale, da Durazzo a Bari, con vuoto carico
01.10.1940: scorta motonavi Rossini e Viminale ed piroscafo Italia, da Bari (via Brindisi) a Durazzo, con carico di 2200 militari e 90 tonnellate di materiali
02.10.1940: scorta motonavi Rossini e Viminale ed piroscafo Italia, da Durazzo a Bari, con vuoto carico
12.10.1940-21.10.1940: ritorno a Venezia
21.10.1940-??: Comando Superiore Traffico Albania (Maritrafalba) a Brindisi (BR) missioni di scorta convogli da e per l'Albania e la caccia antisommergibile
28.10.1940-29.10.1940: scorta piroscafi Argentina, Firenze e Premuda, da Bari a Valona, con carico di 1871 militari, 150 quadrupedi, 27 autoveicoli e 184 tonnellate di rifornimenti

31.10.1940: scorta motonave Città di Marsala e piroscafi Campidoglio e Principessa Giovanna, da Brindisi a Durazzo, con carico 2873 militari 01.11.1940: ritorna a Bari 02.11.1940: scorta motonavi Verdi e Puccini e piroscafo Caron, da Bari a Durazzo, con carico di 1500 militari e 62 tonnellate di materiali 05.11.1940: scorta piroscafo Antonio Locatelli, da Durazzo a Valona, 07.11.1940: scorta motonave Piero Foscari, da Valona a Brindisi, con carico merci di vario tipo 08.11.1940: scorta motonave Viminale, da Brindisi a Valona, con carico di 957 militari, 29 automezzi, 241 motocicli e 188 tonnellate di rifornimenti 09:11.1940: scorta motonave Marin Sanudo e piroscafi Milano, Aventino e Galilea, da Valona a Brindisi, con carico vuoto



Il 10 novembre, alle quattro del mattino, la Solferino partì da Bari alla volta di Brindisi, per scortare, insieme all'incrociatore ausiliario Egeo, i piroscafi Sardegna, Titania e Tagliamento: il convoglio faceva parte di un gruppo di due, che trasportavano complessivamente 1178 militari, 6 veicoli, 1145 quadrupedi e 229 tonnellate di materiali[5].

Arrivate a Brindisi alle sette del mattino, la Solferino e l'Egeo ne ripartirono l'indomani alle 7.15 insieme ad un'altra torpediniera, la Nicola Fabrizi, per scortare a Valona, dove giunsero alle 17.45, il Sardegna e la motonave Città di Savona[5].

Nella notte tra l'11 ed il 12 novembre 1940 la nave salpò da Valona e soccorse, insieme alla torpediniera Curtatone, 140 naufraghi appartenenti agli equipaggi di un convoglio (piroscafi Antonio Locatelli, Premuda e Capo Vado, motonave Catalani) distrutto da una formazione di incrociatori inglesi nel canale d'Otranto[6].

La Solferino lasciò poi Valona alle cinque del mattino del 14 novembre, scortando a Brindisi, dove giunse alle 15.30, i piroscafi Carmelo e Giuseppe Magliulo, impegnati in traffico civile[5].

Tornata in Albania, la torpediniera ripartì da Valona alle 11.30 del 27 novembre, scortando a Brindisi, dove arrivò alle 17.10, il piroscafo Rialto, anch'esso utilizzato per il servizio civile[5].

Il 30 novembre, alle sette di sera, la Solferino e l'incrociatore ausiliario Francesco Morosini salparono da Bari alla volta di Durazzo, di scorta alle motonavi Verdi e Puccini ed al piroscafo Galilea, carichi di 2767 militari, 48 quadrupedi e 179 tonnellate di rifornimenti[5].

All'una di notte del 5 dicembre 1940 la Solferino partì da Brindisi scortando la motonave Città di Trapani ed i piroscafi Diana e Brunner, con un carico di 447 uomini, 420 quadrupedi, 56 tonnellate di munizioni ed altri materiali e 455 tonnellate di foraggio[5].

Le navi giunsero a Valona alle dieci del mattino[5].

Tornata a Bari, la torpediniera ne ripartì alle 20.40 del 6 dicembre di scorta ai piroscafi Nita e Casaregis, aventi a bordo 43 uomini, 279 automezzi e 1620 tonnellate di rifornimenti, giungendo a Durazzo alle 11.20 del giorno seguente[5].

La nave lasciò Durazzo alle 00.45 del 9 dicembre, insieme all'incrociatore ausiliario Arborea, scortando i piroscafi Monstella ed Aventino e la motonave Marin Sanudo, che tornavano vuoti a Bari, dove giunsero alle 17.20[5].

La Solferino salpò nuovamente da Brindisi alle 6.30 del 14 dicembre, di scorta ai piroscafi Absirtea e Sant'Agata ed alla motonave Città di Savona, che, con un carico di 742 uomini, 1145 quadrupedi, 178,5 tonnellate di viveri, foraggio, vestiario ed altri rifornimenti, giunsero a Valona alle 14.50 di quello stesso giorno[5].

Tornata in Italia, la torpediniera lasciò Brindisi alle 8.40 del 20 dicembre insieme all'incrociatore ausiliario Brindisi, per scortare a Valona, dove arrivarono alle quattro del pomeriggio, il grosso piroscafo Piemonte, con a bordo 3561 uomini, undici quadrupedi e 369 tonnellate di pezzi d'artiglieria, munizioni, provviste ed altri materiali[5].

All'alba del 25 dicembre la nave lasciò il porto albanese su ordine di Marina Valona, per cercare eventuali ulteriori superstiti del piroscafo Firenze, silurato il giorno precedente durante la navigazione da Bari a Valona in posizione 40°34' N e 19°02' E (tutti i sopravvissuti, 903 dei 996 uomini a bordo, erano stati salvati dall'incrociatore ausiliario Barletta), ed il relitto galleggiante del piroscafo stesso, che, nell'impossibilità di rimorchiarlo, era stato abbandonato alla deriva: la ricerca risultò però del tutto infruttuosa[5].

La Solferino partì da Bari alle nove di sera del 28 dicembre, insieme al Barletta, per scortare a Durazzo i piroscafi Quirinale ed Aventino e la motonave Donizetti, con un carico di 2538 uomini, 84 quadripedi e 626 tonnellate di rifornimenti[5]. Il convoglio giunse a destinazione alle 10.30 del giorno seguente, ma la Solferino dovette lasciare il convoglio e rientrare a Bari a causa delle condizioni del mare[5]. La nave lasciò Bari a mezzanotte del 29, unitamente all'incrociatore ausiliario Brioni, per scortare a Durazzo il piroscafo Milano e la motonave Verdi, aventi a bordo 1710 militari, 118 quadrupedi e 400 tonnellate di rifornimenti: il convoglio giunse a destinazione alle 13.25 del 30[5].

La Solferino fu l'unità di Maritrafalba che effettuò l'ultima missione di scorta dell'anno 1940: alle quattro del pomeriggio del 31 dicembre, infatti, la torpediniera lasciò Durazzo di scorta ai piroscafi Milano e Sant'Agata ed alla motonave Verdi, arrivando a Bari alle 9.30 del 1º gennaio 1941.

Il 24 gennaio 1941, alle 5.50, la Solferino partì da Brindisi alla volta di Durazzo, per scortarvi i piroscafi Merano, un postale, e Titania, con a bordo 224 militari, 609 quadrupedi e 56 tonnellate di foraggio ed altri rifornimenti: il convoglio giunse in porto alle 15.15 del giorno stesso[5]. La torpediniera ripartì da Durazzo alle sette del mattino del giorno seguente, scortando a Bari, dove giunsero alle 2.50, i piroscafi Silvano e Miseno e la piccola nave cisterna Abruzzi, vuoti[5].

L'indomani, alle 17 del 26 gennaio, la nave lasciò Bari insieme all'incrociatore ausiliario Brindisi, di scorta ai piroscafi Iseo (impegnato in traffico civile), Laura C., Carnia e Rosandra, aventi a bordo 26 militari, 276 automezzi e 177 tonnellate di carne congelata[5]. Il convoglio giunse a Durazzo alle 9.15 del giorno seguente[5]. Lo stesso 27 gennaio la Solferino scortò i piroscafi Brunner, Zena e Monstella di rientro, vuoti, a Brindisi[5]. Spostatasi a Bari, la torpediniera ripartì dalle 18.30 del 30 gennaio di scorta ai piroscafi Zena, Miseno e Perla, con un carico di 67 uomini, 496 quadrupedi, 574 tonnellate di foraggio e 135 di altri rifornimenti: il convoglio arrivò a Durazzo alle 10.15 del 31 gennaio[5].

Alle 18.30 del 2 febbraio 1941 la Solferino ripartì da Durazzo di scorta alle motonavi Città di Agrigento e Città di Trapani ed al piroscafo Monrosa, di ritorno vuoti a Brindisi, dove giunsero alle 8.30 del giorno seguente[5]. Alle undici di sera del 4 febbraio la torpediniera lasciò Bari unitamente al Brioni, scortando le motonavi Città di Savona, Città di Trapani, Donizetti e Rossini, che trasportavano il primo scaglione della Divisione Fanteria «Forlì», ossia 3200 uomini e 529 tonnellate di materiali[5]. Il convoglio giunse a Durazzo a mezzogiorno del 5[5]. La torpediniera ripartì da Durazzo alle 16.30 del 6 febbraio, di scorta alle motonavi Donizetti, Rossini e Puccini, che rientravano vuote a Bari, dove giunse alle 4.30 del 7[5].

Alle tre di notte dell'8 febbraio la Solferino lasciò Bari insieme al Barletta, scortando l'Italia, il Titania e lo Zena, aventi un carico di 1371 uomini, 1139 quadrupedi e 224 tonnellate di rifornimenti, che giunsero a Durazzo alle 17.30[5]. La nave ripartì da Durazzo alle 3.30 dell'11 febbraio, scortando il Titania, lo Zena ed un terzo piroscafo anch'esso vuoto, il Caterina, a Bari, giungendovi alle cinque del pomeriggio del giorno stesso[5]. Già alle 23.45 dello stesso 11 febbraio la torpediniera prese nuovamente il mare, da Bari, insieme al Brioni, per scortare a Durazzo i piroscafi Casaregis e Carnia, aventi a bordo 271 autoveicoli, Padenna, carico di carburante, e Rosandra, avente a bordo 1600 operai[5]. Le navi giunsero a destinazione alle due del pomeriggio del 12 febbraio[5].

La Solferino ripartì da Durazzo a mezzanotte e trenta del 15, scortando a Bari i piroscafi Contarini, Tagliamento e Laura C., che arrivarono a Bari alle 23.15 di quello stesso giorno[5]. La torpediniera lasciò Bari alle due di notte del 17, insieme al Capitano Cecchi, scortando a Durazzo, dove arrivarono alle 16.20 di quello stesso giorno, i piroscafi Milano ed Aventino e le motonavi Verdi e Città di Alessandria, aventi a bordo 3578 militari e 383 tonnellate di rifornimenti[5]. La Solferino ripartì da Durazzo alle sei di sera del giorno seguente, scortando il piroscafo Aventino e le motonavi Verdi e Città di Alessandria, vuote, ed arrivando a Bari alle 7.10[5].

All'1.15 del 6 marzo la torpediniera lasciò Brindisi di scorta ai piroscafi Carnia, Sagitta e Monrosa, carichi di 113 automezzi e 1072 quadrupedi, giungendo a Durazzo alle 14.15[5]. Alle 18 del giorno stesso l'unità ripartì da Durazzo scortando la motonave Città di Agrigento ed i piroscafi Laura, Pontinia e Pescara, vuoti, con i quali giunse a Bari alle 10.30 del 7 marzo[5].

Alle otto di sera dell'8 marzo al Solferino ripartì da Bari per scortare a Durazzo i piroscafi Giacomo C., Zenobia Martini ed Irma Calzi: i tre mercantili, aventi un carico di 1562 tonnellate di foraggio, 1000 tonnellate di combustibili e 724 tonnellate di carburanti, arrivarono nel porto albanese alle 16.30 del 9 novembre[5]. La torpediniera ripartì da Durazzo alle 3.30 del 10 marzo, di scorta alla motonave Città di Bastia, che trasportava 272 feriti, ed al piroscafo Vesta, vuoto, con i quali arrivò a Bari alle 18.30[5].

Il 12 marzo la Solferino ed il Capitano Cecchi scortarono da Bari a Durazzo le motonavi Barbarigo, Città di Bastia e Città di Tripoli ed il piroscafo Titania, aventi a bordo 1395 uomini, 644 quadrupedi, 123 veicoli e 943 tonnellate di rifornimenti[5]. Alle 5.30 del giorno seguente la nave lasciò Durazzo per Bari, dove arrivò alle 19.30, scortando Città di Bastia, Città di Tripoli (le due motonavi avevano imbarcato 497 feriti) ed i piroscafi vuoti Bolsena e Maria[5].

Alle dieci di sera del 16 marzo la torpediniera partì da Bari per scortare a Durazzo i piroscafi Carmela, Rinucci, Giglio e Bucintoro, aventi a bordo 350 tonnellate di foraggio e 2362 di altri rifornimenti: il convoglio giunse a destinazione alle quattro del pomeriggio successivo[5]. L'unità lasciò Durazzo alle dieci del 18 marzo, scortando a Bari la motonave Città di Trapani, con a bordo 199 feriti leggeri, il piroscafo postale Campidoglio ed i piroscafi vuoti Zena ed Absirtea[5]. Le navi giunsero in porto alle otto del mattino successivo[5].

Alle 15.15 del 20 marzo la Solferino partì da Brindisi di scorta al piroscafo Pontinia, con un carico di 650 tonnellate di benzina, arrivando a Durazzo alle 18.30[5]. Il giorno stesso[7] la nave lasciò Durazzo alla volta di Bari, dove arrivò alle cinque del mattino del 21, scortando i piroscafi vuoti Giacomo C., Zenobia Martini e Tergestea[5].

Alle undici di sera del 22 marzo l'unità salpò da Bari insieme al Capitano Cecchi, scortando le motonavi Città di Bastia, Città di Alessandria e Città di Savona ed il piroscafo Milano, diretti a Durazzo, dove giunsero alle 14.30 dell'indomani, con 3343 militari, 138 quadrupedi e 234 tonnellate di materiali[5]. Alle 13.30 del 23 marzo la Solferino, in arrivo a Durazzo con il convoglio, ricevette l'ordine di andare incontro ad un altro convoglio proveniente da Bari, formato dai piroscafi Annia Capano, Vesta e Monstella, dai quali la nave di scorta, la torpediniera Castelfidardo, si era separata per soccorrere un'altra nave del convoglio, il piroscafo Carnia, silurato da un sommergibile[5]. La torpediniera scortò in sicurezza i tre piroscafi, che giunsero a destinazione alle 16.30[5]. La Solferino ripartì da Durazzo alle 7.30 del 24 marzo, scortando a Bari, dove giunse alle 22.30, le motonavi Città di Bastia (che trasportava 160 feriti lievi), Città di Alessandria e Città di Savona ed il piroscafo Mameli[5].

Il 25 marzo, alle 20.30, la Solferino lasciò Bari di scorta ai piroscafi Laura C. e Bolsena ed alla motonave Riv, aventi a bordo 61 militari, 233 veicoli, 1780 tonnellate di munizioni e 1494 tonnellate di altri rifornimenti[5]. Il convoglio arrivò a Durazzo alle 10.50 del giorno seguente[5]. L'unità riprese il mare da Durazzo alle sette di sera del 27, scortando a Bari, con arrivo alle 9.40 del 28, quattro mercantili vuoti, Città di Bastia, Riv, Abruzzi e la piccola motonave Carlotta[5]. La Solferino a Venezia il 29 ottobre 1941.

Alle sei di sera del 29 marzo la torpediniera partì da Bari per scortare a Durazzo, dove giunse alle 8.45 del 30, i piroscafi Casaregis, Polcevera, Bucintoro e Costante C., aventi a bordo 32 militari, 154 automezzi, 2726 tonnellate di munizioni, 380 di foraggio e 760 di altri rifornimenti[5]. Alle 18 del 30 la Solferino ripartì da Durazzo di scorta ai piroscafi Vesta e Contarini ed alle motonavi Rossini e Narenta, arrivando a Bari alle 7.45 del 31[5].

Aprile 1941 iniziò con un'altra missione di scorta, il 2, da Bari a Durazzo: la Solferino ed il Barletta lasciarono il capoluogo pugliese a mezzanotte, di scorta alle motonavi Città di Tripoli, Città di Savona, Città di Alessandria e Donizetti, aventi a bordo 2744 uomini e 392 tonnellate di rifornimenti[5]. Il convoglio giunse a destinazione alle 13.30, e la torpediniera ripartì da Durazzo alle sette del mattino seguente, scortando a Bari, dove giunse alle otto di sera, la Città di Alessandria, la Città di Savona ed un piroscafo anch'esso vuoto, il Tripoli[5][8].

Il 5 aprile, alle nove di sera, la torpediniera partì da Bari di scorta ai piroscafi Istria e Zena, aventi a bordo 110 uomini, 560 quadrupedi, 119 automezzi e 724 tonnellate di rifornimenti, giungendo a Durazzo alle quattro del pomeriggio dell'indomani[5]. L'8 aprile, alle 22.30, la Solferino lasciò di nuovo Bari, scortando il piroscafo Diana e la motonave Riv, con 116 militari, 465 quadrupedi, 159 autoveicoli ed altri rifornimenti; il convoglio giunse a Durazzo alle 17 del 9 aprile[5]. L'unità salpò da Durazzo alle 9.30 del 10 aprile, scortando a Bari, con arrivo all'1.30 dell'11 aprile, il piroscafo Italia, vuoto, e le motonavi Rossini, con a bordo 150 militari che rimpatriavano, e Puccini, avente a bordo 80 detenuti ed altri 48 rimpatrianti[5].

Alle tre di notte del 12 aprile la Solferino partì da Brindisi per Valona, dove arrivò alle 11.30, scortando le motonavi Filippo Grimani e Stampalia, aventi a bordo cinque autoveicoli, 650 tonnellate di benzina ed altri materiali[5]. Dopo poco più di un'ora dall'arrivo, alle 12.45, la torpediniera ripartì per Brindisi, scortando i piroscafi vuoti Favorita, Avionia ed Iseo, con i quali giunse a destinazione alle 6.30 del 13 aprile[5].

Alle sette del mattino del 14 aprile la nave, insieme al cacciatorpediniere Mirabello, lasciò Durazzo per scortare a Bari, dove arrivò alle 22, tre mercantili vuoti, Istria, Rossini e Puccini[5]. Un'ora più tardi la Solferino prese nuovamente il mare di scorta al piroscafo postale Campidoglio, al piroscafo da carico Monstella ed alle motonavi Marco Foscarini e Marin Sanudo, dirette a Durazzo con 104 militari, 547 quadrupedi e munizioni[5]. Le navi giunsero nel porto albanese alle 15.30 del giorno seguente[5].

Alle sei del mattino del 16 la torpediniera salpò da Durazzo scortando il Campidoglio, in servizio postale Durazzo-Brindisi, il Tagliamento ed il Sant'Agata, entrambi vuoti[5]. Dopo essersi fermato davanti a Brindisi, dove alle 17.10 la Solferino accompagnò in porto il Campidoglio, il convoglio proseguì per Bari, arrivandovi alle 23[5].

L'unità partì da Brindisi alle 3.30 del 18 aprile, scortando a Durazzo, dove arrivò alle 16.30, la nave cisterna Abruzzi ed i piroscafi Albachiara, Carmela ed Asteria, aventi un carico di 480 tonnellate di gasolio, 300 di legname e 1051 di altri rifornimenti[5].

Trasferitasi a Valona, la Solferino ne ripartì alle dieci del 21 aprile scortando i piroscafi vuoti Bucintoro, Caterina e Scarpanto, con i quali giunse a Brindisi alle 19.45[5].

Il 23 aprile, alle 3.30, la torpediniera partì da Brindisi insieme al Barletta, scortando a Valona, dove arrivarono alle dieci, i piroscafi Ivorea, Francesco Crispi e Galilea, carichi di 2365 uomini, 67 quadrupedi, 1288 tonnellate di carne congelata e 205 di altri materiali[5].

La Solferino lasciò Valona alle 13.30 del giorno seguente, scortando il Crispi ed il Galilea che rientravano a Brindisi, dove giunse alle 20.40[5].

Alle 23.20 del 27 aprile la nave partì da Brindisi per Valona, di scorta ai piroscafi Giacomo C. e Brundisium, aventi un carico di 1500 tonnellate di foraggio e 580 di materiali medici: il convoglio arrivò a Valona alle nove del mattino del 28 aprile[5].

La Solferino riprese il mare alle sette del mattino del 29, scortando il piroscafo vuoto Poseidone a Brindisi, giungendovi alle 14.30[5]. Quello stesso giorno la torpediniera sostituì, a Brindisi, la Monzambano nella scorta ad un convoglio composto dai piroscafi A. Martini, Bottiglieri, Cerere ed Esterina, provenienti da Bari (da dov'erano partiti alle otto di sera) con un carico di foraggio, legname e materiali da costruzione: la Solferino scortò i quattro piroscafi a Durazzo, giungendovi alle 16.45 del 30[5].

Tornata rapidamente a Brindisi, la torpediniera ne ripartì alle 00.25, scortando a Durazzo, con arrivo alle 14, il piroscafo Favorita, con 3540 tonnellate di provviste[5].

Alle otto del mattino del 1º maggio 1941 la Solferino lasciò Durazzo scortando i piroscafi Istria e Sagitta, che trasportavano 317 automezzi, arrivando a Bari alle 20.30[5]. L'indomani, alle 22, la nave partì da Bari di scorta alla Carlotta ed ai piroscafi Miseno, Sidamo e Scarpanto, carichi di provviste, carburante ed altri rifornimenti, giungendo a Durazzo a mezzogiorno e mezzo del 3[5]. Alle undici di sera del 3 maggio la Solferino ripartì da Durazzo scortando le motonavi Donizetti e Città di Tripoli, aventi a bordo 400 militari italiani rimpatrianti, 700 prigionieri serbi e materiali vari[5]. Le navi arrivarono a Bari alle 11.30 del giorno seguente[5].

Il 5 maggio, alle 20, la Solferino partì da Bari scortando per scortare a Durazzo, dove giunse alle 9.15 dell'indomani, le motonavi Maria, Donizetti, Città di Marsala e Città di Tripoli, con 400 militari italiani e rifornimenti[5]. Alle tre di notte del 7 la torpediniera lasciò Durazzo insieme all'incrociatore ausiliario Zara, scortando Città di Tripoli, Città di Marsala, Donizetti e Monrosa, che trasportavano a Bari 1910 militari che rimpatriavano e materiali[5]. Il convoglio giunse a Bari alle 17[5].

L'11 maggio, alle due di notte, la nave lasciò Bari scortando il Quirinale e la Città di Marsala, carichi di truppe e rifornimenti, che giunsero a Durazzo dopo dodici ore di navigazione[5]. L'indomani, alle sei del mattino, la Solferino e la Fabrizi partirono da Durazzo scortando i due stessi mercantili, carichi adesso di 1820 militari rimpatrianti e materiali vari[5].

Alle 22.15 del 13 maggio la Solferino partì da Bari per Durazzo, dove giunse alle 12.50 del giorno successivo, scortando Città di Alessandria, Città di Trapani ed Istria, aventi a bordo truppe e rifornimenti[5]. La torpediniera ripartì da Durazzo alle dieci del 14 maggio, di scorta al Monrosa, con a bordo 132 militari e 1059 quadrupedi: le due navi arrivarono a Bari alle 4.15 del 15 maggio[5]. Alle cinque del mattino del 15 maggio la Solferino e lo Zara lasciarono Durazzo scortando le motonavi Città di Alessandria e Città di Trapani, con le quali rimpatriavano 1753 militari (a bordo vi era anche un carico di materiali)[5]. Il convoglio giunse a Bari alle 18.40[5].

Il 4 giugno 1941 la torpediniera scortò da Bari a Valona, via Brindisi, le motonavi Città di Alessandria, Donizetti e Rossini ed il piroscafo Italia, che trasportavano truppe e materiali[5]. L'indomani la Solferino e lo Zara scortarono da Valona a Bari Quirinale, Milano e Puccini che rientravano in Italia con 1100 militari rimpatrianti e materiali vari[5]. Due giorni dopo l'unità scortò da Bari a Brindisi e quindi a Durazzo le motonavi Città di Bastia e Città di Marsala ed i piroscafi Milano e Quirinale, aventi a bordo 1700 uomini ed un carico di rifornimenti[5]. Il 9 giugno la nave fu di scorta, insieme al Brindisi, agli stessi quattro mercantili, che rientravano da Durazzo a Bari con 3913 militari e materiali vari[5].

Due giorni più tardi la Solferino scortò da Bari a Durazzo Città di Tripoli, Rossini, Milano e Quirinale, con truppe e rifornimenti[5]. Il 20 giugno la torpediniera fu di scorta, insieme all'incrociatore ausiliario Brioni, a Città di Marsala, Città di Tripoli e Rosandra, in navigazione da Durazzo a Brindisi con personale del Regio Esercito, 1409 operai che rimpatriavano e materiali vari[5]. Cinque giorni più tardi l'unità scortò da Brindisi a Valona le motonavi Città di Agrigento e Viminale, che trasportavano materiali del Corpo di Commissariato e della Regia Aeronautica[5].

Il 2 luglio 1941 la nave, insieme allo Zara ed all'anziano cacciatorpediniere Augusto Riboty, scortò da Durazzo a Bari i trasporti truppe Puccini, Città di Marsala, Città di Agrigento, Rosandra e Milano, con i quali rimpatriavano 3250 militari e relativi materiali[5]. Tre giorni più tardi la Solferino e lo Zara scortarono un altro convoglio che rimpatriavan 3600 militari, composto da Rossini, Italia, Quirinale ed Aventino

3 agosto 1941 8 ottobre 1941 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia) In seguito, per diversi mesi, la Solferino non svolse servizio di scorta per Maritrafalba. La torpediniera riprese le proprie missioni di scorta per conto di tale Comando l'11 novembre 1941
9 ottobre 1941 23 maggio 1942 Torpediniera "Solferino" (SL) XV Squadriglia Torpediniere (Venezia) l'11 novembre 1941, quando, unitamente allo Zara, scortò da Bari a Durazzo Italia, Milano e Rosandra con truppe e rifornimenti[5]. Due giorni dopo la Solferino e lo Zara scortarono i piroscafi Italia, Milano e Rosandra, in navigazione con 3380 militari rimpatrianti da Durazzo a Bari[5].
11.11.1941: scorta piroscafi Aventino, Italia, Milano e Rosandra, da Bari a Durazzo, con carico di 2230 militari e materiali
21.11.1941: scorta piroscafi Aventino, Italia, Milano e Rosandra, da Durazzo a Bari (il "Milano" fino a Brindisi), con carico di 3300 militari rimpatrianti
25.11.1941: scorta piroscafi Aventino, Italia e Rosandra, da Bari a Durazzo, con carico di 3406 militari, materiale destinato alla Regia Marina ed alla Regia Aeronautica ed altri rifornimenti
28.11.1941: scorta piroscafi Aventino, Italia e Rosandra, da Durazzo a Bari, con carico di 3500 militari rimpatrianti
1942: la Solferino venne sottoposta a lavori di rimodernamento, che comportarono l'eliminazione di 2 pezzi da 102/45 Mod. 1917 e di 2 da 76/40 Mod. 1916 R.M. e la loro sostituzione con 6 mitragliere Breda 20/65 Mod. 1940 R.M.; vennero, inoltre, imbarcati 2 Lanciabombe antisommergibile 432/302 Mod. 1934/1937
24.01.1942: scorta pirocisterna tedesca Thessalia, da Brindisi a Corfù
25.01.1942: scorta pirocisterna tedesca Thessalia, da Corfù ad Argostoli
30.01.1942: scorta pirocisterna tedesca Thessalia, da Corfù a Patrasso

AZIONE DI GUERRA: Durante la navigazione, alle 9.25 del 30.01.1942, il sommergibile britannico Thunderbolt attaccò il convoglio: alle 8.09 il sommergibile avvistò la Montanari, che procedeva con rotta nordovest verso il faro di Capo Dukato, ed alle 9.18, tornato a quota periscopica dopo una breve immersione a quota più profonda in conseguenza di un attacco aereo, avvistò, in posizione 38°35' N e 20°25' E (circa sette miglia ad est di Capo Dukato), tutte e tre le navi (la Thessalia al centro, la Solferino a dritta e la Montanari a sinistra), con rilevamento 343°, a 5900 metri di distanza e con rotta 160°[9]. Alle 9.39 il Thunderbolt lanciò quattro (o tre) siluri contro la Thessalia, da meno di 2300 metri: la Solferino, tuttavia, che era a poco più di 900 metri dal sommergibile, avvistò due delle armi (che apparivano dirette contro di essa), contromanovrò prontamente, schivando i due siluri, e passò al contrattacco, eseguendo caccia antisommergibile: dapprima gettò due bombe di profondità la cui esplosione scosse violentemente il Thunderbolt. In seguito vennero lanciate altre 27 cariche di profondità, senza tuttavia arrecare gravi danni al Thunderbolt.


Il 3 febbraio l'unità, unitamente a Brindisi e Montanari, scortò i trasporti truppe Galilea, Piemonte e Viminale in navigazione da Patrasso a Bari con truppe che rimpatriavano[5]. Il 25 febbraio la Solferino scortò la nave cisterna Utilitas da Valona a Bari[5].

Il 1º marzo Solferino e Zara scortarono i piroscafi Italia, Aventino e Città di Catania, carichi di truppe e rifornimenti, da Bari a Durazzo[5]. Tre giorni più tardi la torpediniera e l'incrociatore ausiliario scortarono i tre stessi piroscafi di ritorno da Durazzo a Bari, con a bordo truppe che rimpatriavano[5]. Il 6 marzo Solferino e Zara scortarono Donizetti e Città di Catania, con truppe e rifornimenti a bordo, da Bari a Durazzo[5]. Tre giorni dopo le due unità scortarono da Durazzo a Bari i due stessi mercantili, carichi ora di truppe rimpatrianti[5].

L'11 marzo la Solferino, insieme all'incrociatore ausiliario Città di Genova ed ai cacciatorpediniere Euro e Sebenico, scortò da Bari a Patrasso i piroscafi Aventino, Francesco Crispi, Italia, Ivorea, Galilea e Piemonte e la motonave Viminale, che trasportavano truppe e rifornimenti[5]. Il 24 marzo la torpediniera scortò da Bari a Valona la nave cisterna Dora C., e due giorni dopo, insieme al Barletta, fu di scorta alla pirocisterna Arca ed ai piroscafi Hermada, Lauretta e Pontinia in navigazione da Valona a Brindisi[5].

La Solferino viene citata nel bollettino di guerra n. 40 dell'11 marzo 1942: "Le torpediniere S. Martino e Solferino, comandate rispettivamente dai tenenti di vascello Angelo Pievatolo e Mirko Vedovato, hanno affondato ciascuna, in luoghi e giorni diversi, un sommergibile nemico.".

Il 2 aprile la nave, insieme alla gemella San Martino, scortò la nave cisterna Arca da Brindisi ad Argostoli e quindi a Patrasso[5]. Il 19 aprile le due torpediniere scortarono da Patrasso a Navarino il piroscafo Tripoli, mentre i 25 del mese la Solferino fu di scorta al piroscafo Rosario in navigazione da Bari a Patrasso[5]. Il Rosario s'incagliò tuttavia a Capo Papas, pur non andando perduto[5]. Il 27 aprile la torpediniera, di nuovo insieme alla San Martino, scortò la nave cisterna Rondine ed il piroscafo Mameli da Patrasso a Prevesa[5]. Il 1º maggio l'unità scortò il piroscafo tedesco Otto Leonhard da Taranto a Patrasso

24 maggio 1942 30 giugno 1942 Deposito CREM - Corpo Reali Equipaggi di Marina (Taranto)
1 luglio 1942 2 luglio 1942 Comando Distrettuale Infermieristico di Mirano Veneto ospedale militare ma- rittimo di Mirano Veneto (Venezia)
3 luglio 1942 21 luglio 1942 Ospedale Militare Marittimo Secondario di Mirano Veneto
21 luglio 1942 19 agosto 1943 Comando Distrettuale Infermieristico di Mirano Veneto
21 agosto 1943 12 settembre 1943 Ospedale Militare Marittimo di Napoli





Titolo della sezione modifica

 
Il Cacciatorpediniere "Solferino" (SL)
  • ospedale Merano (VE)
  • 23 agosto 1943 ospedale militare napoli (attendente del capitano medico)
  • 8 settembre 1943 licenza breve 24h per la festa santa maria dell'arco di ravello (suonò camane, servì messa e tornò a napoli)
  • 8 settembre 1943 pomeriggio all'ospedale militare di fuorigrotta
  • 9 settembre 1943

albergo caruso di ravello divenne ospedale... luigi nappa (marinaio) in ottobre 1943 rivelò l'assassinio di andrea mansi

La versione della Regia Marina modifica

In Campania azioni di resistenza armata che coinvolsero la Marina si ebbero a Napoli, investita dalle truppe del XIV corpo corazzato tedesco (generale Hans-Valentin Hube).

In città i tedeschi potevano disporre di reparti minori; fuori città operava la divisione corazzata tedesca SS della Luftwaffe Hermann Göring.

Nel pomeriggio del 10 settembre, verso le 14, vi fu un’azione a fuoco nelle vicinanze del porto e della base navale, che si concretizzò, alle 15, con un attacco vero e proprio alla base, respinto con il fuoco delle armi e il lancio di bombe a mano da parte del personale dipendente, al quale si unì personale del Gruppo sommergibili e del plotone da sbarco del rimorchiatore Ciclope[1] (tenente di vascello Domenico Lotti[2]).

Alle 17 tale plotone si spostò verso il Molo Foraneo per respingere un attacco tedesco da quel lato. Il mattino successivo i tedeschi, alle 9, presero possesso del Molo Foraneo.

Alle 13 furono attaccate di nuovo la base navale e il Castel dell’Ovo, ove era la stazione radio; negli scontri morirono un sottufficiale e due legionari della DICAT.

Fra le 17 e le 18:30 i tedeschi, provenendo dalla testata del Molo Foraneo, riuscirono a catturare la base navale.

Il Ciclope si autoaffondò.

Nello stesso giorno si era svolto un combattimento, con impiego di mitragliatrici e fucili mitragliatori, fra Carabinieri, cui si erano uniti alcuni marinai, e tedeschi davanti al palazzo dei telefoni, in via De Pretis. Alle 18, essendo venuta a cessare ogni resistenza organizzata di fronte alla forza crescente dei tedeschi, i vari comandi cominciarono a lasciare libero il personale dipendente.

Quello della capitaneria di porto, circa 280 uomini, rimase in sede fino al mattino del 12, quando la capitaneria e il distaccamento (posto nel Palazzo del Genio Civile in via de Pretis) furono occupati da reparti armati tedeschi.

Il personale della Marina rimase, tuttavia, ancora nella sede della capitaneria.

Il pomeriggio del 12 i tedeschi, che avevano già asportato i viveri, le armi e tutto il materiale esistente, entrarono di nuovo con la forza nella sede del comando della capitaneria e prelevarono due marinai che poi, assieme a due Guardie di Finanza rastrellate nella caserma Zanzur, posta di fronte alla capitaneria, furono fucilati, uno ad uno, da un soldato tedesco armato di fucile mitragliatore, all’angolo del palazzo delle Corporazioni, per rappresaglia per l’uccisione di soldati tedeschi avvenuta in città nel corso della lotta.(35)

Dal giorno 13 i tedeschi iniziarono la distruzione sistematica di tutte le opere e impianti portuali: fabbricati, depositi, gru elettriche, linee telefoniche, condutture idriche ed elettriche.

Tutte le navi e i galleggianti presenti in porto furono affondati.

Nei combattimenti del 9-11 settembre, le forze italiane ebbero almeno 75 morti e 60 feriti.

A Castellammare di Stabia, nei cui cantieri erano in costruzione e in riparazione numerose navi, l’attacco tedesco, condotto da reparti della 2ª divisione paracadutisti, si manifestò fin dal mattino del 9 settembre. Qui animatore della resistenza armata ai tedeschi fu il capitano di corvetta Domenico Baffigo, designato comandante in seconda dell’incrociatore Giulio Germanico, in allestimento.

Il tentativo tedesco di impadronirsi dei cantieri, delle navi e della corderia furono frustrati dalla reazione dei marinai, cui si unirono i soldati della difesa.

Tutte le navi non in grado di muovere furono danneggiate.

La resistenza si protrasse fino all’11 settembre.

Nei combattimenti rimasero uccisi il tenente G.N.d.m. Francesco Bottino e il nocchiere Battista Giuseppe Arnao.

Domenico Baffigo, con altri tre ufficiali (il colonnello Giuseppe Olivieri, il capitano Mario Ripamonti, il tenente del Genio Navale Ugo Molino, della corderia), accettò di parlamentare con i tedeschi e fu proditoriamente arrestato e successivamente (12 settembre) assassinato, assieme agli altri ufficiali, probabilmente, in località Bellavista, Portici (Napoli), senza che i corpi fossero più trovati.(36)

Molte delle navi cadute in mano tedesca, non essendo immediatamente impiegabili per i danneggiamenti subiti, furono successivamente distrutte.

(35) A Napoli caddero il fuochista Luigi Pessante, ferito gravemente e deceduto, all’ospedale della Pace, alle 9 del 9 settembre, il 10 il capo furiere di 1ª classe Fausto Royer, del comando in capo, e il sergente cannoniere Giuseppe Maenza.

Il capitano di corvetta Salvatore Lubrano Lavadero, comandante in seconda della base, rimase ferito. Il 12 furono fucilati, per rappresaglia, due marinai catturati nella capitaneria di porto, Andrea Mansi e Luigi Cinque, e morì il fuochista Giovanni Attanasio.

Lo stesso giorno, sui gradini dell’Università, fu fucilato, sempre per rappresaglia, il marinaio Bruno Zambrelli.

Il 13 fu fucilato il marinaio fuochista Luigi Fucito.

I cadaveri dei fucilati furono lasciati per giorni esposti sul posto.

Luigi Fucito, Luigi Cinque e Andrea Mansi, all’atto dell’armistizio, erano destinati all’ospedale della Marina. L’altro personale prelevato dalla capitaneria fu portato, a piedi, ad Aversa e lasciato all’aperto senza acqua e senza mangiare.

Il 13 fu fatta una selezione dei fermati, e quelli in possesso di documenti d’identità furono inviati alle proprie abitazioni, mentre gli altri dovettero assistere alla fucilazione, in località Madama Vincenza di Fertilia (Teverola, Caserta), di un gruppo di 14 carabinieri, ancora armati, catturati negli scontri del giorno precedente, quando avevano cercato di impedire che i tedeschi occupassero la centrale telefonica e altri edifici pubblici.

Successivamente anche i trattenuti, sprovvisti di documenti, furono lasciati liberi.

(36) Alla memoria del comandante Domenico Baffigo fu decretata la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

Gli altri furono decorati di Medaglia d’Argento al Valore Militare.

http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/bollettino/Documents/2015/70_anniversario.pdf



http://www.difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/Pagine/Amministrativo.aspx https://web.archive.org/web/20130925040817/http://www.regiamarinaitaliana.it:80/Gf9set.html https://www.italiangenealogy.com/forum/italian-genealogy/28355

Caduti modifica

Difesa di Napoli (08-13 settembre 1943) modifica

Grado e Categoria Nominativo Nascita Morte Sepoltura Note
Marò Cannoniere Giuseppe Biancospino Muro Lucano (PZ)
06.03.1923
Napoli (NA)
28.03.1943
Ospedale XXIII Marzo
Cimitero di Poggioreale - Napoli (NA)
Mausoleo Schilizzi - Napoli (NA)
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Difesa di Castellammare di Stabia (08-13 settembre 1943) modifica

La Difesa di Castellammare di Stabia avvenne tra l'08 ed il 13 settembre 1943[3]:

Grado e Categoria Nominativo Nascita Morte Sepoltura Note
Tenente del Genio Navale (D.M.) Francesco Bottino Cosenza (CS)
25.04.1916
Castellammare di Stabia (NA)
08.09.1943
disperso Link 1
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Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria[4]
Marò Nocchiere Battista Giuseppe Arnao Messina (ME)
22.11.1923
Castellammare di Stabia (NA)
09.09.1943
disperso Link 1
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[ Link 3]
Tenente del Genio Navale Ugo Molino Napoli (NA)
26.06.1920
Castellammare di Stabia (NA)
11.09.1943
disperso Link 1
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Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria[5]
Capitano di Corvetta O. di Stato Maggiore Domenico Baffigo Cornigliano Ligure (GE)
12.08.1912
Castellammare di Stabia (NA)
13.09.1943
disperso Link 1
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Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria[6]
Colonnello Giuseppe Olivieri [[]] (Provincia di )
19
Castellammare di Stabia (NA)
??.09.1943
disperso Link 1
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[ Link 3]
Capitano Mario Ripamonti [[]] (Provincia di )
19
Castellammare di Stabia (NA)
??.09.1943
disperso Link 1
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[ Link 3]
Carabiniere Alberto Di Maio Salerno (SA)
01.01.1914
Castellammare di Stabia (NA)
11.09.1943
disperso Link 1
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Quattro giornate di Napoli (27 settembre - 01 ottobre 1943) modifica

Grado e Categoria Nominativo Nascita Morte Sepoltura Note
Marò Fuochista Luigi Pessante[7] ? Napoli
09.09.1943
+Ospedale della Pace
Napoli
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Capo di 1° Classe Furiere Ordinario Fausto Royer Capannori
06.09.1901
Napoli
10.09.1943
Napoli-Posillipo

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Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria[8]

Sergente Cannoniere Puntatore Mitragliere
Matr. 8129
Giuseppe Maenza Napoli
21(23).01.1905
Napoli
10(11).09.1943
Napoli-Poggioreale

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Link 3:
Croce di Guerra al Valor Militare[9]

Marò Fuochista Giovanni Attanasio Ercolano
14.09.1921
Napoli
12.09.1943
Napoli

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Link 2
[ Link 3]

Marò Cannoniere O. Guglielmo / William Bertazzoni Mantova
26.08.1921
Napoli
12.09.1943
Napoli-Poggioreale
Roverbella-Comunale

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Link 3:
Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria[10]

Marò Luigi Cinque Positano
13.12.1919
Napoli
12.09.1943
Napoli

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Comune di 1° Classe
Matr. 93927/K
Andrea Mansi Ravello
24.04.1919
Napoli
12.09.1943
Napoli-Poggioreale
Ravello-Comunale
Ravello-SacrarioCaduti

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Marò Radiotelegrafista
Matr. 68810
Bruno Zambrelli
di fu Vittorio Zambrelli e Desolina Ghezzi
Felino (PR)
01.08.1925
Napoli
12.09.1943
Napoli-Posillipo

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Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria[11]

Marò Fuochista
Matr. 58242
Luigi Fucito
di Giovanni Fucito e di Teresa D'Esposito
Vico Equense
10.04.1918
Napoli
13.09.1943
Napoli-Posillipo

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Link 3:
Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria[12]

Grado Nominativo Nascita Morte Sepoltura Note
Marò Giuseppe Balistreri Santa Flavia
02.12.1921
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Sotto Capo Cannoniere Carmine Citera Vibonati
04.01.1905
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Rocco Clemente Adelfia
12.12.1922
Napoli
09.09.1943
Dachau-Lager Friedhof Link 1
Link 2
[ Link 3]
Marò Giuseppe Crescenzo Cetara
04.05.1916
Napoli
09.09.1943
Maiori-Comunale Link 1
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[ Link 3]
Marò Fuochista Mario Elmerino Napoli
01.02.1915
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
Link 2
[ Link 3]
Marò S.M.
Mart. 81545
Santo Farina Milazzo
15.03.1919
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
Link 2
Link 3:
Croce di Guerra al Valor Militare[13]
Marò Altre Categorie Corrado Fiumi Bologna
19.02.1922
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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Marò Furiere Bruno Grskovich Pola
08.03.1922
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Motorista Antonio Miccio Minori
01.09.1915
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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Marò Cannoniere Fiore Morgillo Arienzo
15.07.1919
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Segnalatore Giorgio Piga Cagliari
29.12.1922
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
Link 2
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Sotto Capo Nocchiere Vincenzo Rispoli Ischia
09.06.1916
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Segnalatore Michele Sallustio Torre del Greco
26.01.1918
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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Marò Aniello Sorrentino Ercolano
19.02.1917
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Giuseppe Spasiano Massa Lubrense
25.12.1920
Napoli
09.09.1943
Napoli Link 1
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Marò Fuochista Giuseppe De Cesare Napoli
11.08.1915
Napoli
10.09.1943
+Ospedale
Napoli-Poggioreale
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Marò Giovanni De Rosa Benevento
12.11.1919
Napoli
10.09.1943
Napoli Link 1
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Marò Segnalatore Francesco Gallo Napoli
02.01.1925
Napoli
10.09.1943
Napoli-Poggioreale
Francavilla Marittima-Comunale
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[ Link 3]
Marò Cannoniere Ernesto Grasso Formia
21.11.1922
Napoli
10.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Tenente di Vascello di Stato Maggiore Giuseppe Gargiulo Sant'Agnello
11.03.1921
Napoli
11.09.1943
Napoli Link 1
Link 2
[ Link 3]
Marò Nocchiere Giacomo Morosini Volterra
04.10.1922
Napoli
11.09.1943
Napoli-Poggioreale
Genova-Comunale
Link 1
Link 2
[ Link 3]
Sergente Cannoniere Gennaro Formati Napoli
06.09.1915
Napoli
13.09.1943
Napoli Link 1
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[ Link 3]
Marò Fuochista Andrea D'Andrea Napoli
2.01.1916
Napoli
15.09.1943
Napoli Link 1
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Grado Nominativo Nascita Morte Sepoltura Note
S.T.V. Genio Navale Francesco Bottino Cosenza
25.04.1916
Castellammare di Stabia
08.09.1943
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Marò Nocchiere Battista Giuseppe Arnao Messina
22.11.1923
Castellammare di Stabia
09.09.1943
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Marò Giuseppe Balistreri Santa Flavia
02.12.1921
Napoli
09.09.1943
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Sotto Capo Cannoniere Carmine Citera Vibonati
04.01.1905
Napoli
09.09.1943
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Marò Rocco Clemente Adelfia
12.12.1922
Napoli
09.09.1943
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Marò Giuseppe Crescenzo Cetara
04.05.1916
Napoli
09.09.1943
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Marò Fuochista Giuseppe De Cesare Napoli
11.08.1915
Napoli
10.09.1943
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Marò Giovanni De Rosa Benevento
12.11.1922
Napoli
11.09.1943
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Marò Fuochista Giovanni Attanasio Ercolano
14.09.1921
Napoli
12.09.1943
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Marò Luigi Cinque Positano
13.12.1919
Napoli
12.09.1943
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Marò Fuochista Andrea D'Andrea Napoli
02.01.1916
Napoli
15.09.1943
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Marò Cannoniere William Bertazzoni Mantova
26.08.1921
Napoli
15.09.1943
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Marò Cannoniere Luigi De Simone Napoli
25.07.1922
Napoli
28.09.1943
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Marò Fuochista Mario David Napoli
12.09.1918
Napoli
13.09.1943
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Titolo della sottosezione modifica

File:Immagine relativa alla sottosezione.jpg
Descrizione dell'immagine

Commemorazione modifica

Il 3 novembre 1943 un anonimo pose un fascio di crisantemi sul luogo della fucilazione, accompagnato da questo biglietto: "Da questa soglia che se ne imbevve. Grida vendetta nei secoli. Il sangue di un marinaio fucilato dall'immonda ferocia tedesca, il 12 settembre 1943. I giovani che nei secoli varcheranno questa soglia ascoltino quel grido ed onorino di pio culto la memoria dell'ignoto marinaio." (da "Il Risorgimento" n° 28 del 04 novembre 1943, Pag. 2)

Onorificenze e riconoscimenti modifica

Onorificenze modifica

«Ai militari delle Forze armate dello Stato che a datare dall'11 giugno 1940 e fino alle ore 20 dell'8 settembre 1943, si siano trovati in una delle seguenti condizioni: a) abbiano prestato servizio per un periodo di almeno tre mesi, anche non continuativi, alle dipendenze di enti delle Forze armate dello Stato, mobilitati dai rispettivi Stati Maggiori.»
— Decreto del Presidente della Repubblica n° 1590 del 17 novembre 1948
«Ai militari delle Forze armate dello Stato che a datare dall'11 giugno 1940 e fino alle ore 20 dell'8 settembre 1943, si siano trovati in una delle seguenti condizioni: a) abbiano prestato servizio per un periodo di almeno tre mesi, anche non continuativi, alle dipendenze di enti delle Forze armate dello Stato, mobilitati dai rispettivi Stati Maggiori.»
— Decreto del Presidente della Repubblica n° 399 del 6 maggio 1959
«Ai militari delle Forze armate dello Stato che durante la guerra di liberazione siano caduti in combattimento ovvero si siano trovati in una delle seguenti condizioni: c) abbiano onorevolmente partecipato ad un importante fatto d'arme.»
— Circolare del Ministero della Guerra n° 182 del 21 aprile 1945
«Ai militari delle Forze armate dello Stato che durante la guerra di liberazione siano caduti in combattimento ovvero si siano trovati in una delle seguenti condizioni: c) abbiano onorevolmente partecipato ad un importante fatto d'arme.»
— Decreto del Presidente della Repubblica n° 1590 del 17 novembre 1948
«Ai militari delle Forze armate dello Stato che durante la guerra di liberazione siano caduti in combattimento ovvero si siano trovati in una delle seguenti condizioni: c) abbiano onorevolmente partecipato ad un importante fatto d'arme.»
— Decreto del Presidente della Repubblica n° 399 del 6 maggio 1959
«Potranno fregiarsi i patrioti "Volontari della Libertà" che abbiano partecipato alla lotta armata contro i tedeschi e contro i fascisti. Il distintivo sarà concesso gratuitamente, a spese dell'Amministrazione, ai patrioti che abbiano fatto parte, per non meno di tre mesi ininterrottamente, di formazioni riconosciute dai Comitati di Liberazione Nazionale, o che siano rimasti feriti in combattimento.»
— Decreto Luogotenenziale n° 350 del 3 maggio 1945
«A coloro che hanno tenuto nello svolgimento delle operazioni belliche, sia terrestri sia marittime od aeree, una condotta militare che li renda degni di pubblico encomio. Potranno, quindi, essere proposti per tale distinzione quanti più lungamente, e, in ogni caso, per non meno di un anno, cumulativamente, siano stati in modo esemplare in trincea o altrimenti a contatto col nemico, o siano stati feriti in combattimento, quando la ferita dia diritto al conferimento dell'apposito distintivo, o abbiano onorevolmente partecipato a più fatti d'armi di qualche importanza; coloro che si siano abitualmente segnalati per atti di ardimento, senza raggiungere gli estremi per il conferimento di una medaglia al valor militare; coloro che abbiano conseguito una promozione o una nomina per merito di guerra.»
— Regio Decreto n° 205 del 19 gennaio 1918
«Patriota caduto durante le 4 Giornate Napoletane»
— Deliberazione del Consiglio Comunale della Città di Napoli del 25 aprile 1947
«Ex Combattente della Guerra di Liberazione»
— Delibera del Consiglio Comunale n° 2 del 24 gennaio 1996 e Delibera del Consiglio Comunale n° 7 del 02 marzo 2012
«Tutti coloro che, quali vittime di rappresaglie, siano stati assassinati da nazisti o dai fascisti»
— Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 158 del 05 aprile 1945
«Patrioti combattenti, che nella lotta di liberazione, siano caduti per rappresaglia»
— Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 421 del 20 giugno 1945
«Gli assassinati dai nazi-fascisti per rappresaglia»
— Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 518 del 21 agosto 1945
«A coloro cui siano state riconosciute le qualifiche di partigiano e patriota previste dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 518 del 21 agosto 1945»
— Legge n° 75 del 16 marzo 1983

Riconoscimenti modifica

http://www.yougps.it/converti.php

Reparto tedesco modifica

Il Panzer-Aufklärungs-Abteilung 53. fu istituito il 01.03.1943 dal Kradschützen-Bataillon 386. e dai resti del Kradschützen-Bataillons 53.. Il Panzer-Aufklärungs-Abteilung 53. aveva 5 Compagnie (Kompanie / Schwadron) e fu ribattezzata il 20.04.1943 come Panzeraufklärungs-Abteilung 103., sotto il comando del Hauptmann Hans-Joachim von Zieten (20.04.1943-04.11.1943). Subordinato alla 3. Infanterie-Division passò il 23.06.1943 sotto la 3. Panzergrenadier-Division. L'unità dei suoi rimpiazzi era il Panzer-Aufklärungs-Ersatz-Abteilung 3..

Nel corso del mese di Settembre 1943 la 3. Panzergrenadier-Division deve cedere numerose unità, inviate al fronte in Campania. Il Panzeraufklärungs-Abteilung 103., rafforzato e denominato Kampfgruppe von Zieten, a fine Settembre 1943, durante la ritirata dal fronte di Salerno, attraversa Napoli, prendendo parte ai combattimenti con gli insorti. Il 01.10.1943 è nei pressi di Mugnano, a nord del capoluogo campano, ed è quasi sicuramente l'unità responsabile dell'eccidio che viene consumato presso quella località. Ai primi di Ottobre 1943 l'intera 3. Panzergrenadier-Division, rilevata dai suoi compiti di difesa costiera, viene inserita nel fronte del Volturno e combatte intorno a Caiazzo, dove uomini del Panzer-Grenadier-Regiment 29. compiono una strage di civili. Altre località toccate dalle truppe della 3. Panzergrenadier-Division tra Ottobre e Dicembre 1943 sono Pietravairano, Rocca d'Evandro, Mignano Montelungo ed Alife, in Provincia di Caserta, Ortona a Mare in quella di Chieti. Verso la fine del 1943 la 3. Panzergrenadier-Division combatte sull'ala destra dello schieramento della 10a Armata (Linea Gustav) nel nord della Provincia di Caserta e nei Monti Aurunci.


http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/PanzerAufklAbt/Gliederung.htm https://www.balsi.de/Weltkrieg/Einheiten/Heer/Schnelle%20Truppe/Aufklaerer/Abteilungen/Panzer-Aufklaerungs-Abteilungen/103-PzAA.htm http://www.dalvolturnoacassino.it/asp/doc.asp?id=263b


https://books.google.it/books?id=2-YIAwAAQBAJ&pg=PA333 https://books.google.it/books?id=UtiwDQAAQBAJ&pg=PA347 https://books.google.it/books?id=UtiwDQAAQBAJ&pg=PA493 Pocock Napoli pag. 420 https://www.wwiidaybyday.com/kstn/kstnmain.htm Kriegsstärkenachweisungen (K.St.N.)

  • Kampfgruppe v.Zieten (auch Ziethen)
    • Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103
    • I./Flak-Abteilung 49
    • 6./Panzer-Artillerie-Regiment HG
    • I./Panzer-Grenadier-Regiment 79



  • Landesschützen-Bataillon 676.
    • Headquarters (KStN 4023 / 01.02.1941)
    • 1st Landesschützen Company (KStN 4033 / 01.02.1941)
    • 2nd Landesschützen Company (KStN 4033 / 01.02.1941)
    • 3rd Landesschützen Company (KStN 4033 / 01.02.1941)
    • 4th Landesschützen Company (KStN 4033 / 01.02.1941)

KStN 4023 / 01.02.1941 Headquarters, Militia Battalion (Occupied Territories)

  • Hqs: (# 3–0–2–6); 2 riding horses; 5 bicycles; 1 car (medium).
  • Admin Group: (# 0–1–3–4); 2 bicycles.
  • Train: (# 0–0–2–2); 2 bicycles; 1 wagon (Hf. 1), 2 horses.

KStN 4033 / 01.02.1941 Militia Company (Occupied Territories)

  • Hqs: (# 1–0–1–9); 1 riding horse; 5 bicycles; 1 car (light).
  • 3 Plt:
    • Hqs: (# 1–0–1–4); 3 bicycles.
    • 4 Squads: (# 0–0–1–12); 1 LMG [or 2 LMG or 4 LMG] (on hand towed cart).
  • Train: (# 0–0–5–5); 2 bicycles; 1 wagon for rations (Hf. 1), 2 draught horses; 1 wagon for baggage (Hf. 1), 2 draught horses; 1 field kitchen (Hf. 11 or Hf. 13), 2 draught horses.


Il Landesschützen-Bataillon z.b.V. 676. fu creato il 06.04.1940 a Delmenhorst, nel Wehrkreis X, nella Caspari-Kaserne, ed incardinato nella Division z.b.V. 410.. Dal 24.05.1940 il rinominato Landesschützen-Bataillon 676. fu schierato a Roskilde, in Danimarca, passando alle dipendenze della Division z.b.V. 460.. Il 07.08.1940, il rinominato Landesschützen-Bataillon z.b.V. 676. fu trasferito di nuovo a Delmenhorst, nel Wehrkreis X, nella Caspari-Kaserne. Dal 09.08.1940 ritornò di di nuovo alle dipendenze della Division z.b.V. 410.. Nel 1941 era di stanza a Bremervörde, nel Wehrkreis X. Alla fine del 1941 fu schierato a [[Bramstedt], nel Wehrkreis X. Il 20.09.1942 fu schierato ad Amburgo-Wandsbek, nel Wehrkreis X. Dal 04.02.1943, il rinominato Landesschützen-Bataillon 676. fu schierato in Italia. Il 01.06.1943 il Landesschützen-Bataillon 463. fu sciolto e la sua 1° Compagnia si trasferì al Landesschützen-Bataillon 676. divenendone la sua 4° Compagnia. Nel Settembre 1943 era di stanza a Napoli. Nel 1944 fu dispiegato nell'area di Ancona. Il 29.05.1944 il Landesschützen-Bataillon 676. fu ribattezzato Sicherungs-Bataillon 676.. Nel 1945 era ancora schierato nel Nord Italia. L'unità dei suoi rimpiazzi era il Landesschützen-Ersatz-Bataillon 10..


I Feldpostnummer erano stati:



http://www.niehorster.org/011_germany/books_gwwii/vol_3-5__20-01-10-.pdf https://books.google.it/books?id=6u8GBgAAQBAJ&pg=PA516 http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/LandschtzBat/LandschtzBat676-R.htm

Immagini modifica

Note modifica

  1. ^ Rimorchiatore di salvataggio "Ciclope" (dal 1949 "Ercole") - Dislocamento: 1.070 tonnellate - Velocità: 13,5 nodi - Equipaggio: 68 - Armamento: 2 pezzi da 57/43 - Storia: in servizio nel 1903; perduto causa armistizio nel settembre 1943 per autoaffondamento nel porto di Napoli; recuperato a guerra finita e rimesso in efficienza; nel 1951 adibito a nave appoggio subacquei ed incursori; radiato nel 1964. (http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/rimorchiatori-bette.html)
    Il Regio Rimorchiatore d’alto mare “Ciclope” (1°) dislocava 1.070 tonnellate. Aveva un equipaggio di 68 uomini ed era armato con 2 pezzi da 57/43. Costruito nei Cantieri Navali Pattison di Napoli, fu varato nel 1902 ed entrò in servizio l’anno successivo. Il suo motto era “Patria e Re”. Dopo la proclamazione dell’armistizio, andò perduto il giorno 11 settembre 1943 per autoaffondamento nel porto di Napoli. 
Recuperato a guerra finita, venne rimesso in efficienza nel 1949 con il nome “Ercole”. Nel 1951 subì radicali lavori di ricostruzione e riclassificato come nave appoggio subacquei ed incursori. Fu radiato nel 1964.(http://www.lavocedelmarinaio.com/2015/09/11-9-1943-autoaffondamento-regio-rimorchiatore-ciclope%E2%80%A8/)
  2. ^ http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/docs/m-bronzo%20tomo_2/BRONZO_TOMO2_00000934.jpg
  3. ^ Antonio Cimmino, "La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia ad opera dei marinai", liberoricercatore.it, Castellammare di Stabia, 26.04.2017
  4. ^ Bottino Francesco, Tenente G.N. (D.M.), nato a Cosenza (CS) il 25.04.1916, Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria:
    "Ufficiale imbarcato su incrociatore in allestimento presso Cantiere navale attaccato da preponderanti forze tedesche, dirigeva efficacemente il fuoco delle mitragliere di bordo sugli attaccanti trascinandi nell'azione i propri inferiori. Catturato dalle truppe tedesche preponderanti teneva fiero e dignitoso comportamento ed immolava eroicamente la sua giovane esistenza per tener fede al giuramento prestato. Esempio di elevato senso del dovere e sereno coraggio."
    (Castellammare di Stabia, 11.09.1943) D.V.M. 135 - Incrociatore "Giulio Germanico" (D.P. del 21.11.1949)
  5. ^ Molino Ugo, Tenente G.N., nato a Napoli (NA) il 26.06.1920, Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria:
    "Ufficiale destinato all'allestimento di unità in cantiere navale attaccato da rilevanti forze tedesche, affiancava validamente il proprio comandante nell'attuazione della difesa, del cantiere delle unità ivi ormeggiate. Catturato dai tedeschi dopo strenua lotta, veniva barbaramente trucidato. Esempio di elevato senso del dovere e di elette virtù militari."
    (Castellammare di Stabia, 11.09.1943) D.V.M. 135 - Incrociatore "Giulio Germanico" (D.P. del 21.11.1949)
  6. ^ Baffigo Domenico, Capitano di Corvetta O., nato a Genova (GE) il 22.11.1923, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria:
    "Valoroso ufficiale superiore, più volte decorato nel recente conflitto, trovandosi, all’armistizio, destinato all’allestimento di incrociatore presso cantiere navale, freddamente determinato ad assolvere i doveri derivantigli dal suo stato, respingeva con il fuoco truppe nemiche dirette ad impossessarsi dell’Unità all’ormeggio. Organizzata successivamente - di propria iniziativa - la difesa del cantiere, ne assumeva il comando. Alla testa di un mani polo di animosi marinai fronteggiava gli invasori ricacciandoli con un violento prolungato tiro di armi leggere. Dopo ardua lotta, nella quale i suoi uomini avevano prevalso, attratto con l’inganno a parlamentare, veniva catturato e barbaramente trucidato. Pur essendo state disperse le sue spoglie mortali, vive tuttora il suo spirito indomito nell’esempio lasciato ai posteri delle più alte virtù militari."
    (Castellammare di Stabia, 11-12.09.1943) (D.P. del 29.09.1948)
  7. ^ Nessuna fonte ufficiale, neppure con le varienti di cognome: Passante, Pessente, Passente, Pessante, Pasante, Pesente, Pasente, Pesante.
  8. ^ Royer Faustino, Capo Furiere O. di 1° Classe, nato a Capannori (Lucca) il 06.12.1901, Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria:
    "Destinato alla sede di comando di base marittima metropolitana, all'atto dell'armistizio, con fiera determinazione prendeva attiva ed entusiastica parte alla difesa della sede stessa, attaccata da truppe tedesche.
    Durante lo scontro, mentre incurante del rischio si opponeva per usare con maggior efficacia la propria arma, cadeva colpito da raffica nemica.
    Esempio di dedizione al dovere fino al supremo sacrificio."
    (Napoli, 10.09.1943) D.V.M. 133 (D.P. del 29.07.1949)
  9. ^ Maenza Giuseppe fu Giuseppe e di Contaldo Assunta, nato a Napoli il 23.01.1905, Matr. 8129, Cann. P.M., Croce di Guerra al Valor Militare:
    "Imbarcato, quale componente l'armamento di una mitragliatrice, su silurante in servizio di scorta convoglio, durante un violento prolungato attaco aereo, adempiva con serenità e perizia il suo compito, contribuendo a sventare l'offesa nemica."
    (Determinazioni del 10.02.1942)
  10. ^ Bertazzoni Guglielmo, Cannoniere O., nato a Mantova il 28.06.1921, Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria:
    "Componente di un gruppo di militari, che all'armistizio con fiera determinazione prendevano volontariamente parte alla difesa della città contro le truppe tedesche, nel corso di uno scontro col nemico veniva catturato ed, in pubblica piazza, immediatamente passato per le armi. Prima di cadere, colpito da una raffica di mitra, con serena fermezza gridava rivolto agli astanti: "Per l'Italia così si muore! Viva l'Italia!"."
    (Napoli, 15.09.1943) D.V.M. 164 (D.P. 08.08.1955)
  11. ^ Zambrelli Bruno, Radiotelegrafista, nato a Roma l'01.08.1925, Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria:
    "Con serenità e noncuranza del pericolo partecipava alla lotta contro i tedeschi, affrontando coscientemente gravissimo rischio.
    Durante uno scontro cadeva colpito a morte nell'adempimento del dovere."
    (Napoli, 12.09.1943) D.V.M. 144 (D.P.R. 05.08.1951)
  12. ^ Fucito Luigi, Marinaio, nato a Vico Equanse (Napoli) il 10.04.1918, Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria:
    "Con serenità e noncuranza del pericolo partecipava alla lotta contro i tedeschi, affrontando coscientemente gravissimo rischio.
    Durante uno scontro cadeva colpito a morte nell'adempimento del dovere."
    (Napoli, 12.09.1943) D.V.M. 144 (D.P.R. 05.08.1951)
  13. ^ Farina Santo di Gaetano, nato a Milazzo (Messina) il 15.03.1919, Matr. 81545, Marò S.M., Croce di Guerra al Valor Militare:
    "Imbarcato su C.T., impegnato insieme alle unità della propria divisione contro rilevanti forze nemiche, si prodigava con sereno ardimento e entusioastico slancio nell'assolvimento del proprio incarico, concorrendo al brillante esito delle nostre armi sul mare."
    (Determinazioni del 18.06.1942)

Bibliografia modifica

  • Libro o pubblicazione attinente alla voce
  • Altro libro o pubblicazione attinente alla voce

Ricordi di Ravello Di Salvatore Ulisse Di Palma Lingua: Italiano | Numero di pagine: 192 | Formato: Altri Isbn-10: 8885269877 | Isbn-13: 9788885269873 | Data di pubblicazione: 01/01/2000 Editore: Elea Press E Terra Del Sole (2000)


Quell'anonimo "'O MARINARO" http://cronologia. leonardo.it/storia/a1943zc.htm Aldo De Gioia, Zibaldone Napoletano,



Trucidato a Napoli dai nazisti 73 anni fa. Ravello non dimentica Andrea Mansi Di Redazione - 10 Set 2016 http://amalfinotizie.it/trucidato-napoli-dai-nazisti-73-anni-ravello-non-dimentica-andrea-mansi/




sitografia per il video inedito modifica

film bruciate napoli

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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  • [... ...].

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