Diocesi di Ratisbona

diocesi della Chiesa cattolica in Germania
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La diocesi di Ratisbona (in latino Dioecesis Ratisbonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Germania suffraganea dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Nel 2022 contava 1.102.528 battezzati su 1.750.532 abitanti. È retta dal vescovo Rudolf Voderholzer.

Diocesi di Ratisbona
Dioecesis Ratisbonensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRudolf Voderholzer
Vicario generaleReinhard Pappenberger[1]
AusiliariReinhard Pappenberger[1],
Josef Graf[2]
Vescovi emeriticardinale Gerhard Ludwig Müller
Presbiteri829, di cui 706 secolari e 123 regolari
1.329 battezzati per presbitero
Religiosi1.116 uomini, 1.032 donne
Diaconi109 permanenti
 
Abitanti1.750.532
Battezzati1.102.528 (63,0% del totale)
StatoGermania
Superficie14.665 km²
Parrocchie631 (33 vicariati)
 
Erezione739
Ritoromano
CattedraleSan Pietro
Santi patroniSan Volfango
IndirizzoNiedermunstergasse 1, D-93047 Regensburg, Bundesrepublik Deutschland
Sito webwww.bistum-regensburg.de
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Germania
Interno barocco della basilica di Sant'Emmerano a Ratisbona, chiesa dell'abbazia di Sant'Emmerano, fondata nel 739, che custodisce il corpo del santo.

Territorio modifica

La diocesi comprende la parte orientale della Baviera, nella Germania meridionale.

Sede vescovile è la città di Ratisbona, dove si trova la cattedrale di San Pietro. In diocesi sorgono cinque basiliche minori: la basilica di Sant'Emmerano e la basilica di Nostra Signora della Cappella Vecchia a Ratisbona, la basilica dell'Assunta e di San Giovanni Evangelista a Waldsassen, la basilica di San Giacomo a Straubing e la basilica di San Martino a Amberg.

Il territorio si estende su 14.665 km² ed è suddiviso in 631 parrocchie, raggruppate in otto regioni, a loro volta suddivise in 33 decanati.

Storia modifica

Fra il VII e l'VIII secolo il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi nel territorio grazie all'opera dei monaci missionari irlandesi, tra i quali l'abate san Colombano fondatore dell'abbazia di Luxeuil nel 590, una delle più importanti e conosciute del Regno Franco e matrice di centinaia di monasteri in tutto il regno grazie ai suoi tanti monaci, fra cui spicca san Gallo, fondatore dell'abbazia omonima (612), inoltre Ratisbona fu al centro dell'evangelizzazione della Baviera ad opera di vescovi itineranti di scuola irlandese come sant'Emmerano († 652)[3], san Ruperto (circa 697), detto l'apostolo della Baviera, sant'Erardo (circa 700-720) e il beato Alberto (circa 720).

Nel 739 san Bonifacio divise il ducato di Baviera in quattro diocesi: Ratisbona, Frisinga, Passavia e Salisburgo.

Nel 798 Salisburgo fu innalzata a sede metropolitana e la diocesi di Ratisbona ne divenne suffraganea.

Nel IX secolo l'azione evangelizzatrice si sposta verso est, dove sono stanziati gli slavi e un'area molto vasta che comprendeva la Boemia, la Moravia, parte dell'odierna Slovacchia e parte della Pannonia iniziò a gravitare attorno alla diocesi di Ratisbona. Il primo successo dell'evangelizzazione fu il battesimo di quattordici principi boemi nell'847 ad opera del vescovo Baturico.

Nel giugno dell'880 san Metodio fu eletto arcivescovo di Moravia e Pannonia. Fu stabilita la diocesi di Nitra come prima sede territoriale del progetto missionario di Metodio. Nel 973 fu eretta la diocesi di Praga, che inizialmente comprendeva la Boemia, la Slesia con Cracovia, la Lusazia, la Moravia, la Pannonia occidentale fino ai fiumi Váh e Danubio e la Bassa Austria fra i fiumi Thaya e Kamp.

Nel 975 fu fondato il celebre coro della cattedrale di Ratisbona, i Regensburger Domspatzen che ininterrottamente accompagnerà la storia della diocesi.

Il X e XI secolo videro la fioritura di numerosi monasteri, che adottarono per lo più la regola benedettina. Nuove fondazioni di monasteri si succedettero anche nei secoli seguenti, ad opera anche di carmelitani, domenicani e francescani. Nel XIII secolo il vescovato di Ratisbona divenne un principato ecclesiastico nell'ambito del Sacro Romano Impero.

Nel primo trentennio del XVI secolo il vescovo Giovanni III si oppose efficacemente alla riforma protestante, ma il successore Pankraz von Sinzenhofen lasciò dilagare le nuove dottrine a tal punto che la cattedrale fu distrutta dai protestanti. Lo scenario mutò a favore dei cattolici nella seconda metà del secolo, sia per l'evolversi della situazione politica, sia per la predicazione dei gesuiti, che fondarono a Ratisbona un collegio nel 1589. Alcune parrocchie fecero ritorno al cattolicesimo nel 1614.

Successivamente la Guerra dei trent'anni causò molti danni alla città e alla diocesi, che vide rapinati i suoi beni, vessato il clero e imprigionato il vescovo.

Il seminario diocesano fu istituito nel 1653.

Alberto Sigismondo nel 1668 iniziò la serie dei vescovi della Casa di Baviera, che si susseguiranno sulla cattedra di Ratisbona per 95 anni.

Nel 1803 Napoleone trasferì l'arcivescovo di Magonza a Ratisbona con il titolo di arcivescovo di Ratisbona e primate di Germania. Queste decisioni furono ratificate da papa Pio VII il 1º febbraio 1805 con la bolla In universalis Ecclesiae.

Nel 1810, in epoca napoleonica, nonostante fosse presente come vescovo coadiutore il cardinal Joseph Fesch, zio dell'imperatore francese, ebbe termine il principato ecclesiastico, che fu annesso dal regno di Baviera.

Nel 1817, alla morte dell'arcivescovo, Ratisbona ritornò ad essere una diocesi suffraganea, assegnata alla nuova sede metropolitana di Monaco e Frisinga in seguito al Concordato del 1817-1818.

Nel corso del XX secolo la diocesi ha subito parecchie piccole variazioni territoriali. Il 29 dicembre 1910 furono mutati i confini delle parrocchie di Schönau e di Neuhofen nella diocesi di Passavia e di quella di Falkenberg nella diocesi di Ratisbona.[4] Il 6 aprile 1922 la parrocchia di Kirchenthumbach si ingrandì, acquisendo alcune località che erano appartenute alla parrocchia di Hopfenohe, nell'arcidiocesi di Bamberga.[5] Il 21 maggio 1917 la parrocchia di Geisenfeld della diocesi di Ratisbona cedette alcune località alla parrocchia di Fahlenbach della diocesi di Augusta.[6] Il 6 aprile 1922 la parrocchia di Hebertsfelden nella diocesi di Ratisbona cedette alcune località alla parrocchia di Neuhofen.[7] Il 9 febbraio 1925 la parrocchia di Egglkofen cedette alcune località alla parrocchia di Schönberg nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.[8] Il 14 aprile 1926 avvenne uno scambio di territori con la diocesi di Eichstätt, che coinvolse le parrocchie di Ursensollen, Hörmannsdorf e Lenting di quella diocesi e di San Giorgio della frazione Hausen di Ursensollen, Lupburg e Kösching nella diocesi di Ratisbona.[9][10] Il 30 luglio dello stesso anno la parrocchia di Au cedette una località alla parrocchia di Reichertshausen nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.[11] Il 22 aprile 1927 la parrocchia di Geisenhausen della diocesi di Ratisbona si ingrandì per una cessione territoriale da parte della parrocchia di Förnbach dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.[12] Il 7 gennaio 1930 una località della parrocchia di Appertshofen della diocesi di Ratisbona fu ceduta alla parrocchia di Denkendorf nella diocesi di Eichstätt.[13] Il 19 dicembre 1936 una località della parrocchia di Geisenfeld della diocesi di Ratisbona fu ceduta alla parrocchia di Manching nella diocesi di Augusta.[14] Il 7 gennaio 1957 la parrocchia di Volkenschwand della diocesi di Ratisbona si ingrandì per una cessione territoriale da parte della parrocchia di Margarethenried dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.[15] Il 2 maggio 1966 alcune località della soppressa parrocchia di Pielenhofen e altre località della parrocchia di Utzenhofen nella diocesi di Ratisbona passarono alla diocesi di Eichstätt.[16] L'11 giugno 1968 ha ceduto altre località presso Lupburg alla diocesi di Eichstätt.[17]

La diocesi ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI nel 2006.

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Santi e beati della diocesi modifica

Statistiche modifica

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 1.750.532 persone contava 1.102.528 battezzati, corrispondenti al 63,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 1.224.482 1.474.752 83,0 1.513 1.221 292 809 700 4.150 532
1970 1.331.104 1.555.104 85,6 1.376 1.126 250 967 541 4.335 773
1980 1.352.888 1.585.621 85,3 1.355 1.090 265 998 16 471 3.550 625
1990 1.313.561 1.544.450 85,1 1.227 999 228 1.070 28 416 2.674 629
1999 1.337.920 1.586.288 84,3 1.131 923 208 1.182 56 335 1.961 630
2000 1.342.528 1.594.376 84,2 1.116 909 207 1.202 62 321 1.853 630
2001 1.343.131 1.594.979 84,2 1.092 891 201 1.229 67 320 1.810 630
2002 1.342.671 1.619.388 82,9 1.092 883 209 1.229 73 314 1.701 631
2003 1.339.097 1.615.814 82,9 1.091 873 218 1.227 79 323 1.686 631
2004 1.345.022 1.643.587 81,8 1.067 864 203 1.260 86 294 1.573 631
2010 1.230.586 1.686.000 73,0 1.026 812 214 1.199 106 360 1.273 631
2014 1.200.209 1.714.000 70,0 945 768 177 1.270 105 357 1.103 631
2017 1.176.105 1.734.300 67,8 954 742 212 1.232 106 417 1.230 631
2020 1.158.230 1.749.900 66,2 941 726 215 1.230 110 941 1.080 631
2022 1.102.528 1.750.532 63,0 829 706 123 1.329 109 1.116 1.032 631

Note modifica

  1. ^ a b Vescovo titolare di Aptuca.
  2. ^ Vescovo titolare di Inis Cathaig.
  3. ^ Sant'Emmerano, vescovo e martire, è il santo patrono della diocesi.
  4. ^ (LA) Decreto della Sacra Congregazione Concistoriale, AAS 3 (1911), p. 65
  5. ^ (LA) Decreto della Sacra Congregazione Concistoriale, AAS 3 (1911), p. 479
  6. ^ (LA) Decreto Quo melius, AAS 9 I (1917), p. 342
  7. ^ (LA) Decreto Cum Reverendissimus, AAS 14 (1922), p. 228
  8. ^ (LA) Decreto Quum incolae, AAS 17 (1925), p. 99
  9. ^ (LA) Decreto Incolae villae, AAS 18 (1926), p. 227
  10. ^ (LA) Decreto Rogante Episcopo, AAS 18 (1926), p. 228
  11. ^ (LA) Decreto Rogante Ordinario, AAS 18 (1926), p. 344
  12. ^ (LA) Decreto Antonius, AAS 19 (1927), p. 208
  13. ^ (LA) Decreto Cum episcopus, AAS 22 (1930), p. 166
  14. ^ (LA) Decreto Fideles pagi, AAS 29 (1937), p. 214
  15. ^ (LA) Decreto Ad satius consulendum, AAS 49 (1957), p. 634
  16. ^ (LA) Decreto Quo uberius, AAS 58 (1966), p. 447
  17. ^ (LA) Decreto Ad satius saluti, AAS 60 (1968), p. 404
  18. ^ Altra data di morte: 4 ottobre 817.
  19. ^ Morto senza aver ricevuto la consacrazione episcopale.
  20. ^ Il 30 aprile 1719 fu nominato anche arcivescovo di Paderborn.
  21. ^ Morto prima della conferma da parte della Santa Sede.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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