Il discorso del re
Il discorso del re (The King's Speech) è un film del 2010 diretto da Tom Hooper.
Interpretato da Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter e Guy Pearce, il film, ispirato a una storia vera, ruota attorno ai problemi di balbuzie del re Giorgio VI e al rapporto con il logopedista Lionel Logue, che lo ebbe in cura. Il discorso al quale si fa riferimento è quello con cui il re annunciò alla nazione la dichiarazione di guerra alla Germania e il conseguente ingresso del Regno Unito nella seconda guerra mondiale.
Il film ha vinto il premio del pubblico al Toronto International Film Festival,[1] 5 British Independent Film Awards 2010 (su 8 nomination), ha ottenuto 7 candidature ai Golden Globe 2011 (una ha fruttato il Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico al protagonista Colin Firth), ben 7 BAFTA incluso miglior film dell'anno e miglior film britannico, nonché 4 premi Oscar su 12 candidature: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale.
TramaModifica
Nel 1925 il principe Albert, duca di York e secondo figlio del re Giorgio V, tiene il discorso di chiusura del British Empire Exhibition allo stadio di Wembley di Londra. Un evidente problema di balbuzie è fonte di grande disagio per il principe e suscita forte imbarazzo nelle migliaia di persone presenti allo stadio. Dopo avere sperimentato svariate terapie e consultato numerosi logopedisti senza evidenti miglioramenti, il principe sceglie di rinunciare a tenere in futuro altri discorsi in pubblico. In qualità di figlio cadetto, il suo ruolo istituzionale è secondario e gli lascia spazio da dedicare alla famiglia. Solo con la moglie Elizabeth e le figlie Margaret ed Elizabeth (la futura Elisabetta II), ancora bambine, i problemi di espressione vocale sembrano dimenticati. Diversamente avviene quando Albert si trova in presenza del padre, il re Giorgio V, il cui temperamento autoritario sembra enfatizzare i già evidenti problemi di linguaggio del principe.
La duchessa di York si reca un giorno nello studio di Lionel Logue, terapeuta di origine australiana ed esperto nei problemi del linguaggio. Presentandosi sotto falso nome la duchessa chiede di sottoporre il marito al metodo messo a punto da Logue. Il principe accetta di incontrare il logopedista, ma è profondamente sfiduciato all'idea di sottoporsi all'ennesima terapia fallimentare. Per convincerlo della validità del proprio metodo Logue - appassionato delle opere di Shakespeare - gli chiede di leggere ad alta voce un passo dell'Amleto, facendogli contemporaneamente ascoltare in cuffia musica a tutto volume. Il paziente, seppur scettico e infastidito, esegue e Logue ne registra la voce. Ma il principe, spazientito, interrompe anzitempo la seduta e se ne va, accettando però di portare con sé la registrazione appena eseguita. Solo in un secondo tempo, dopo avere ascoltato il disco - in cui scopre inaspettatamente di avere declamato il brano dell'Amleto in modo fluente - il principe accetta di sottoporsi alla terapia.
Nella prima seduta Logue stabilisce regole ben precise. In primo luogo chiede di potere instaurare con il paziente un rapporto confidenziale, senza regole di etichetta e formalismi: chiede di essere chiamato solo Lionel e di potere chiamare il principe Bertie, soprannome fino ad allora usato solo in ambito familiare. Da quel momento il principe intraprende un elaborato percorso, fatto di esercizi di rilassamento muscolare e di controllo del respiro, accompagnati da esercizi di movimento della lingua e di pronuncia.
Alla morte di Giorgio V, il principe di Galles sale al trono come re Edoardo VIII. La condotta del nuovo re alimenta però grandi riserve: egli è intenzionato a sposare Wallis Simpson, una statunitense già due volte divorziata. Albert mette in guardia il fratello: in quanto re e capo della Chiesa d’Inghilterra non gli sarà concesso sposare una donna divorziata.
Il rapporto tra Lionel e Bertie si fa sempre più stretto e confidenziale e Logue prova a indagare le radici psicologiche del problema del principe. Riemergono episodi personali, legati all'infanzia e all'adolescenza di Bertie, dai quali il logopedista intuisce l'origine della balbuzie. Logue è convinto che il principe potrebbe essere un ottimo re, nell'eventualità che il fratello Edoardo rinunci al titolo, e manifesta la propria opinione. Ma Bertie reagisce con fastidio a quello che ritiene un eccesso di confidenza e tronca il rapporto con lui.
Come previsto, per amore della sua futura moglie, re Edoardo abdica in favore del fratello, che viene designato re con il nome di Giorgio VI. In qualità di sovrano di un grande impero ora Albert non può più sottrarsi a incontri e discorsi in pubblico. Scusandosi per le incomprensioni passate chiede a Logue di riprendere la terapia.
Intanto fervono i preparativi per la cerimonia di incoronazione all'abbazia di Westminster. L'arcivescovo Cosmo Lang non gradisce la presenza di Logue e fa svolgere indagini sul suo passato. Il re scopre così che l'amico non è un vero medico, ma un attore fallito e lo affronta. Lionel risponde di non averlo mai tratto in inganno: egli non ha mai vantato lauree o titoli accademici, dichiarandosi sempre solo un "esperto in terapia del linguaggio". La sua è un'esperienza acquisita sul campo con anni di lavoro, tra cui quello svolto subito dopo la Grande Guerra con i numerosi soldati che presentavano problemi del linguaggio per effetto dei gravi traumi subiti. Bertie gli concede di nuovo fiducia e la cerimonia di incoronazione si svolge senza problemi.
Al momento della dichiarazione di guerra alla Germania del 1939 Giorgio VI convoca Logue a Buckingham Palace per preparare il discorso alla nazione da trasmettere via radio. Nonostante la difficoltà del momento e la grande emozione Logue riesce a calmare il re e gli rimane a fianco durante la lettura del discorso, accompagnandolo con gesti ritmici e aiutandolo con lo sguardo a mettere in pratica le tecniche imparate.
Il discorso è un successo e suscita un forte impatto emotivo nella nazione. Dopo avere ringraziato Logue per il suo aiuto, il re si affaccia al balcone di Buckingham Palace con la moglie e le figlie, per salutare le migliaia di persone accorse per applaudirlo.
ProduzioneModifica
Il progetto è concepito su una sceneggiatura di David Seidler, che durante il processo di sviluppo ha sperimentato una versione teatrale. Con il supporto del UK Film Council, che ha stanziato un milione di sterline,[2] le riprese del film sono iniziate il 13 novembre 2009 e sono terminate il 17 gennaio 2010, dopo una lavorazione durata sette settimane. Dopo il periodo di post-produzione la versione definitiva del film è stata terminata il 31 agosto 2010.
Secondo quanto dichiarato dallo sceneggiatore del film David Seidler la regina Elisabetta II avrebbe apprezzato la pellicola riconoscendone il valore storico ed etico.[3]
Colonna sonoraModifica
La colonna sonora del film è stata composta da Alexandre Desplat. L'album, intitolato The King's Speech: Original Motion Picture Soundtrack è distribuito sotto l'etichetta Decca Records. Di seguito le tracce contenute nell'album:
- Lionel and Bertie - 2:11
- The King's Speech - 3:54
- My Kingdom, My Rules - 2:51
- The King is Dead - 2:06
- Memories of Childhood - 3:36
- King George VI - 3:05
- The Royal Household - 1:43
- Queen Elizabeth - 3:35
- Fear e Suspicion - 3:24
- The Rehearsal - 1:42
- The Threat of War - 3:56
- Speaking Unto Nations - Sinfonia n. 7 (Beethoven) - Secondo movimento, allegretto - 5:03
- Epilogue - Concerto per pianoforte e orchestra n. 5, Op. 73, L'Imperatore - Secondo movimento, adagio un poco mosso - 3:56
Durante il film è presente l'Ouverture de Le nozze di Figaro e il Concerto per clarinetto KV 622 di Mozart[4], inserito in cuffia al principe nel momento in cui legge l'Amleto.
DistribuzioneModifica
La prima mondiale del film è avvenuta negli Stati Uniti il 4 settembre 2010 al Telluride Film Festival, successivamente è stato presentato al Toronto International Film Festival, dove ha ottenuto una standing ovation.[5] Alla manifestazione canadese il film ha vinto il People's Choice Award.[6]
L'uscita nelle sale cinematografiche statunitensi è avvenuta il 26 novembre 2010 attraverso la The Weinstein Company, che ha distribuito la pellicola anche in America Latina, Cina, Francia e Germania.
In Italia il film è uscito nelle sale cinematografiche il 28 gennaio 2011, su distribuzione Eagle Pictures.[7]
AccoglienzaModifica
IncassiModifica
Il film ha incassato in tutto il mondo la cifra di 414.211.549 dollari.[8]
Anche in Italia ha ottenuto un grande successo di pubblico, incassando 8.220.970 di euro (si colloca al sesto posto in classifica nella stagione). [9]
RiconoscimentiModifica
- 2011 - Premio Oscar
- Miglior film a Iain Canning, Emile Sherman e Garet Unwin
- Migliore regia a Tom Hooper
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Nomination Migliore fotografia a Danny Cohen
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart e Judy Farr
- Nomination Miglior costumi a Jenny Beaven
- Nomination Miglior montaggio a Tariq Anwar
- Nomination Miglior sonoro a Paul Hamblin, Martin Jensen e John Midgley
- Nomination Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Golden Globe
- Miglior attore in un film drammatico a Colin Firth
- Nomination Miglior film drammatico
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Nomination Migliore sceneggiatura a David Seidler
- Nomination Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Premio BAFTA
- Miglior film a Iain Canning, Emile Sherman e Garet Unwin
- Miglior film britannico a Iain Canning, Emile Sherman e Garet Unwin
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Migliore fotografia a Danny Cohen
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart e Judy Farr
- Nomination Migliori costumi a Jenny Beaven
- Nomination Miglior trucco
- Nomination Miglior montaggio a Tariq Anwar
- Nomination Miglior sonoro a Paul Hamblin, Martin Jensen, John Midgley e Lee Walpole
- 2011 - David di Donatello
- 2011 - Critics' Choice Movie Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Migliore sceneggiatura a David Seidler
- Nomination Miglior cast corale
- Nomination Miglior film a Tom Hooper
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Nomination Migliore fotografia a Danny Cohen
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart e Judy Farr
- Nomination Migliori costumi a Jenny Beaven
- Nomination Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Kansas City Film Critics Circle Award
- 2010 - Chicago Film Critics Association Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior film
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- 2012 - Premio César
- Nomination Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Directors Guild of America
- DGA Award a Tom Hooper
- 2011 - Empire Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior film britannico
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attrice a Helena Bonam Carter
- 2011 - European Film Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Miglior montaggio a Tariq Anwar
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Premio Goya
- Miglior film europeo a Tom Hooper
- 2010 - National Board of Review Award
- 2012 - European Independent Film Critics Awards
- Miglior attore a Colin Firth
- Miglior attrice non protagonista a Helena Bonham Carter
- Migliore sceneggiatura a David Seidler
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior regia a Tom Hooper
- Nomination Migliore fotografia a Danny Cohen
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart e Judy Farr
- Nomination Miglior montaggio a Tariq Anwar
- Nomination Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Nastro d'argento
- Migliore regia a Tom Hooper
- 2011 - Las Vegas Film Critics Society Award
- Nomination Miglior film
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- Nomination Migliori costumi a Jenny Beavan
- 2010 - Southeastern Film Critics Association Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Nomination Miglior film
- 2010 - Los Angeles Film Critics Association Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Migliore sceneggiatura a David Seidler
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- 2011 - Independent Spirit Award
- Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Central Ohio Film Critics Association Award
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior film
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- 2010 - New York Film Critics Circle Award
- 2012 - Awards of the Japanese Academy
- 2011 - American Cinema Editors
- Nomination Miglior montaggio a Tariq Anwar
- 2011 - American Society of Cinematographers
- Nomination Migliore fotografia a Danny Cohen
- 2010 - Satellite Award
- Miglior attore in un film drammatico a Colin Firth
- Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Nomination Miglior film drammatico
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior costumi a Jenny Beaven
- 2011 - Screen Actors Guild Award
- 2010 - British Independent Film Awards
- Miglior film britannico a Iain Canning, Emile Sherman e Garet Unwin
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Miglior attrice non protagonista a Helena Bonam Carter
- Migliore sceneggiatura a David Seidler
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore non protagonista a Guy Pearce
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- 2011 - Amanda Award
- Nomination Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Art Directors Guild
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- 2011 - Austin Film Critics Association
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior film
- 2012 - Bodil Award
- Nomination Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Casting Society of America
- Miglior casting a Nina Gold
- 2011 - Chlotrudis Award
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- 2011 - Cinema Writers Circle Award
- Nomination Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2010 - Dallas-Fort Worth Film Critics Association Award
- Nomination Miglior film
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonam Carter
- 2011 - Evening Standard British Film Award
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliori costumi a Jenny Beavan
- 2011 - Film Critics Circle of Australia Award
- Nomination Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Florida Film Critics Circle Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- 2012 - Premio Gaudí
- Miglior film europeo a Tom Hooper
- 2012 - Grammy Award
- Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat
- 2011 - Humanitas Prize
- Humanitas Prize a David Seidler
- 2011 - Irish Film and Television Award
- Miglior attrice internazionale a Helena Bonam Carter
- 2011 - London Critics Circle Film Award
- Film britannico dell'anno
- Regista britannico dell'anno a Tom Hooper
- Attore dell'anno a Colin Firth
- Nomination Film dell'anno
- Nomination Attrice britannica dell'anno a Helena Bonam Carter
- Nomination Attore britannico dell'anno a Colin Firth
- Nomination Sceneggiatore dell'anno a David Seidler
- 2011 - Motion Picture Sound Editors
- Nomination Miglior montaggio sonoro (Dialoghi)
- 2011 - National Movie Award
- Miglior film
- 2011 - National Society of Film Critics Award
- Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliore sceneggiatura a David Seidler
- 2011 - Online Film Critics Society Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- 2011 - PGA Award
- Migliori produttori dell'anno a Iain Canning, Emile Sherman e Garet Unwin
- 2010 - Phoenix Film Critics Society Award
- Miglior film
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior cast
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonam Carter
- Nomination Migliore scenografia a Eve Stewart
- Nomination Migliori costumi a Jenny Beavan
- 2012 - Rembrandt Award
- Miglior attore internazionale a Colin Firth
- Nomination Miglior film internazionale
- 2012 - Robert Festival
- Miglior film straniero
- 2010 - San Diego Film Critics Society Award
- Nomination Miglior film
- Nomination Migliore regia a Tom Hooper
- Nomination Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- 2010 - San Francisco Film Critics Circle
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- 2011 - Sant Jordi Award
- Miglior film straniero a Tom Hooper
- 2011 - Santa Barbara International Film Festival
- Miglior cast
- 2010 - Toronto International Film Festival
- Miglior film a Tom Hooper
- 2011 - Vancouver Film Critics Circle
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- 2010 - Washington DC Area Film Critics Association Award
- Miglior attore protagonista a Colin Firth
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Helena Bonam Carter
- Nomination Miglior attore non protagonista a Geoffrey Rush
- Nomination Migliore sceneggiatura originale a David Seidler
- 2011 - World Soundtrack Award
- Compositore dell'anno a Alexandre Desplat
- Nomination Miglior colonna sonora dell'anno a Alexandre Desplat
NoteModifica
- ^ The King's Speech vince il Toronto Film Festival, badtaste.it, 19 settembre 2010. URL consultato il 7 febbraio 2011.
- ^ (EN) Firth movie lands Toronto Film Festival prize, BBC News, 20 settembre 2010. URL consultato il 7 febbraio 2011.
- ^ Anastasia Mazzia, La regina Elisabetta loda Il Discorso del Re, su diredonna.it, 6 febbraio 2011. URL consultato il 7 febbraio 2011.
- ^ (EN) Soundtracks for 'Il discorso del re', imdb.com. URL consultato il 9 febbraio 2014.
- ^ (EN) Roger Friedman, Colin Firth Gets Best 50th Birthday Gift, Showbiz411.com, 11 settembre 2010. URL consultato il 7 febbraio 2011.
- ^ Diego Odello, The King’s speech vince al Toronto Film Festival 2010, ilcinemaniaco.com, 20 settembre 2010. URL consultato il 9 febbraio 2014.
- ^ Il discorso del re, comingsoon.it. URL consultato il 9 febbraio 2014.
- ^ (EN) The King's Speech (2010) - Box Office Mojo, boxofficemojo.com, 20 maggio 2011. URL consultato il 20 maggio 2011.
- ^ Fonte: L'Espresso - 19 aprile 2012 - pag. 76
Altri progettiModifica
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Collegamenti esterniModifica
- Il discorso originale, Londra 3 settembre 1939, su BBC Archives
- (EN) Sito ufficiale, su kingsspeech.com.
- (EN) Il discorso del re, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Il discorso del re, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) Il discorso del re, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Il discorso del re, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Il discorso del re, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) Il discorso del re, su FilmAffinity.
- (EN) Il discorso del re, su Metacritic, CBS Interactive Inc.
- (EN) Il discorso del re, su Box Office Mojo, Amazon.com.
- (EN) Il discorso del re, su TV.com, CBS Interactive Inc.
- Sito ufficiale, su 35mm.it. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2011).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316752396 · LCCN (EN) no2011008257 · GND (DE) 7842095-7 · BNE (ES) XX5103038 (data) |
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