Curd Jürgens

attore tedesco

Curd Gustav Andreas Gottlieb Franz Jürgens (Monaco di Baviera, 13 dicembre 1915Vienna, 18 giugno 1982) è stato un attore tedesco, vincitore della Coppa Volpi del 1955 al XX festival del cinema di Venezia come miglior attore per l'interpretazione nel film Gli eroi sono stanchi.

Curd Jürgens

Biografia

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Curd Jürgens, ritratto di Günter Rittner (1980)

Figlio del ricco commerciante di import-export Kurt Jürgens, originario di Amburgo ma di origine danese, e dell'insegnante di francese meridionale Marie-Albertine Noir, di Évian-les-Bains in Alta Savoia, Jürgens è cresciuto bilingue in circostanze di classe superiore. Aveva due sorelle maggiori, Jeanette e Marguerite.

Curd Jürgens esercitò la professione di giornalista, ma intraprese poi la carriera artistica, lavorando sul palcoscenico in ruoli di primo piano al Teatro Comunale di Vienna, finché questo venne chiuso dai nazisti[1]. Arruolato forzatamente per partecipare a pellicole di propaganda, durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, considerato dal regime "politicamente scomodo"[2], fu internato per un certo periodo in un campo di concentramento[1].

Nel cinema aveva debuttato nel 1935 con il film Tutto per un bacio, affermandosi come attor giovane di bell'aspetto, di alta statura e con penetranti occhi azzurri. Ripresa l'attività al termine del conflitto, raggiunse la fama internazionale nella prima metà degli anni cinquanta con l'incisiva interpretazione di un ufficiale nazista nel film Il generale del diavolo (1955). Il suo portamento aristocratico e il suo aspetto severo lo destinarono spesso a ruoli in film in costume o a personaggi di spietati ufficiali nazisti in film bellici[1][2].

Dopo un pubblicizzato matrimonio con l'attrice Eva Bartok[1], alla metà del decennio, Jurgens proseguì la carriera cinematografica lavorando in molte produzioni europee. In Francia fu coprotagonista di Brigitte Bardot nel film Piace a troppi (1956) di Roger Vadim, e lavorò sotto la direzione di André Cayatte in Occhio per occhio (1957), e di Henri-Georges Clouzot in Le spie (1957). Interpretò in due occasioni il personaggio di Michele Strogoff, prima nel film omonimo diretto nel 1956 da Carmine Gallone, e successivamente in Il trionfo di Michele Strogoff (1961) di Viktor Turžanskij.

Dopo Il generale del diavolo, l'attore apparve in altre pellicole di produzione statunitense, come Vittoria amara (1957) di Nicholas Ray, Duello nell'Atlantico (1957) di Dick Powell, il kolossal Il giorno più lungo (1962), e Lord Jim (1965). Lavorò anche in Italia nella commedia I Don Giovanni della Costa Azzurra (1962), e ne Il disordine (1962) di Franco Brusati. Tra i suoi ruoli più interessanti, da ricordare anche quello del professor Immanuel Rath, pazzo d'amore per Lola-Lola (May Britt), in L'angelo azzurro (1959), remake dell'omonimo film del 1930[1], quello dello scienziato Wernher von Braun in Alla conquista dell'infinito (1960), e quello di Karl Stromberg in La spia che mi amava (1977), decimo capitolo della saga cinematografica di James Bond 007.

Malgrado sia considerato soprattutto un attore di teatro, nella sua carriera Jurgens apparve in oltre 150 film, nei quali si dimostrò versatile e in grado di fornire prove attente e affidabili anche in lavori di scarsa qualità[2]. Lavorò anche in televisione, partecipando nel 1975 all'episodio Madeira della serie poliziesca tedesca L'ispettore Derrick. Continuò a recitare fino a poco prima della sua scomparsa, concludendo la carriera con la miniserie televisiva Tutti gli uomini di Smiley (1982).

Jürgens ebbe una casa in Francia e frequentemente ritornava a Vienna per esibirsi in teatro. Morì a Vienna per infarto miocardico il 18 giugno 1982. Era già stato colpito da attacco cardiaco anni prima; al riguardo dichiarò di aver avuto una near-death experience e di essere andato all'inferno.

 
Tomba presso il Wiener Zentralfriedhof

Era alto 1,92 m.[3] Durante le riprese di Piace a troppi, Brigitte Bardot lo soprannominò "il guardaroba normanno".[4]

Vita privata

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Il cancelliere Willy Brandt riceve Romy Schneider (a destra) e Curd Jürgens con la moglie Simone presso il Kanzlerbungalow nel 1971

Jürgens fu sposato cinque volte con: Lulu Basler, attrice (15 giugno 1937 – 8 ottobre 1947); Judith Holzmeister (16 ottobre 1947 – 1955); Eva Bartok (13 agosto 1955 – 1956)[5]; Simone Bicheron (14 settembre 1958 – 1977); Margie Schmitz (21 marzo 1978 – 18 giugno 1982).

Filmografia parziale

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Televisione

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Doppiatori italiani

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  • Emilio Cigoli in 1º aprile 2000!, Il generale del diavolo, Piace a troppi, Michele Strogoff, Londra chiama Polo Nord, Vittoria amara, Duello nell'Atlantico, La tentazione del signor Smith, La locanda della sesta felicità, Passaggio a Hong Kong, L'angelo azzurro, Alla conquista dell'infinito, Il trionfo di Michele Strogoff, I Don Giovanni della Costa Azzurra, L'ultimo treno da Vienna, Il castello in Svezia, La macchia della morte, Nicola e Alessandra
  • Arturo Dominici in Il giorno più lungo, La battaglia della Neretva, Soffici letti, dure battaglie, Povero Cristo
  • Sergio Graziani in Dalle Ardenne all'inferno, I lunghi giorni delle aquile
  • Corrado Gaipa in Il disordine
  • Giuseppe Rinaldi in Lord Jim
  • Sergio Rossi in Assassination Bureau
  • Stefano Sibaldi in Tiro a segno per uccidere
  • Aldo Giuffré in Niente rose per OSS 117
  • Vittorio Sanipoli in La legione dei dannati
  • Giulio Panicali in Due maschi per Alexa
  • Bruno Alessandro in Cagliostro
  • Antonio Guidi in La spia che mi amava
  • Walter Maestosi in L' ispettore Derrick
  1. ^ a b c d e Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. I, pag. 271
  2. ^ a b c Le Garzantine - Cinema, Garzanti, 2000, pag. 600
  3. ^ (DE) Oliver Sill, Zerbrochene Spiegel, Walter de Gruyter, 1991, p. 227, ISBN 978-3-11-012697-6. URL consultato l'8 maggio 2009. quoting Holba et al. Reclams deutsches Filmlexikon, Stuttgart 1984, p. 181, ISBN 978-3-15-010329-6
  4. ^ (DE) Curd Jürgens im Porträt [collegamento interrotto], su cinema.de, Hubert Burda. URL consultato l'8 maggio 2009.
  5. ^ "Eva Bartok, 72, Actress in Films of 50's and 60's" (obituary), Associated Press in The New York Times, 5 August 1998

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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