Secondogenito di Federico Guglielmo IIIre di Prussia e di Luisa di Meclemburgo-Strelitz, la sua posizione di secondogenito lo aveva subito tenuto al di fuori delle questioni politiche del tempo. Intrapresa la carriera militare, nel 1814 combatté contro Napoleone distinguendosi come ottimo soldato. Sottoposto agli ordini del generale Gebhard Leberecht von Blücher, prese parte alle battaglie di Waterloo e di Ligny. Divenne anche un eccellente diplomatico, venendo coinvolto in molte missioni dopo la caduta dell'Impero francese.
Nel 1829 sposò la principessa Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach e, nel corso delle rivoluzioni del 1848, Guglielmo riuscì vittoriosamente a reprimere una rivolta provocata da suo fratello, il re Federico Guglielmo IV, che era nel frattempo succeduto alla morte del padre sul trono prussiano. Purtroppo, la repressione nel sangue e l'uso dei cannoni contro i rivoltosi, lo resero impopolare per l'epoca, facendogli guadagnare il soprannome di Kartätschenprinz (Principe delle Granate).
Gli eventi iniziarono a mutare nel 1857, quando Federico Guglielmo IV fu colpito da un ictus, rimanendo mentalmente disabile per il resto della vita che, comunque, terminò pochi anni dopo, nel 1861. Nel gennaio del 1858 Guglielmo divenne quindi principe reggente per conto del fratello, che non aveva discendenti.
Il 2 gennaio 1861 Federico Guglielmo IV morì e Guglielmo ascese al trono prussiano con il nome di Guglielmo I. Dal fratello, però, oltre alla corona, egli ereditò anche il conflitto con il parlamento, di stampo liberale. Il nuovo sovrano era considerato politicamente neutrale, dal momento che operò nell'ambito parlamentare meno di quanto avesse fatto Federico Guglielmo. Guglielmo, ad ogni modo, trovò una soluzione conservatrice per il conflitto: nominò Otto von Bismarck come suo primo ministro (Cancelliere). Secondo la costituzione prussiana, il primo ministro era responsabile delle proprie azioni unicamente verso il re e non verso il parlamento e Bismarck era l'uomo perfetto perché, per la sua tempra, tendeva a vedere la propria relazione con Guglielmo I come un rapporto tra vassallo e signore. Ad ogni modo, fu Bismarck a tenere le redini del governo ed a dirigerne l'andamento, così come gli affari inerenti alla casa reale e alla politica estera, fornendo in molte occasioni l'assistenza giusta a Guglielmo I.
Grazie alle guerre portate avanti dal Cancelliere di ferro (contro la Danimarca nel 1864, l'Impero austriaco nel 1866 e la Francia nel 1870-1871), Guglielmo I giunse a cingere la corona di Imperatore del Reich Tedesco il 18 gennaio 1871, nel palazzo di Versailles in Francia ove egli venne ufficialmente dichiarato sovrano.[1] Il titolo di "Imperatore tedesco" venne scelto dallo stesso Bismarck dopo una lunga discussione sul carattere federale da dare al nuovo impero. Guglielmo, per le proprie ambizioni politiche, avrebbe preferito il titolo di "Imperatore di Germania", che ad ogni modo era chiaro non sarebbe stato accettato dagli altri monarchi tedeschi che pure continuavano formalmente a detenere il potere effettivo nei loro stati così come Guglielmo continuava a regnare autonomamente sulla Prussia.
Inoltre l'antico titolo di Imperatore di Germania avrebbe generato inevitabilmente la pretesa su altre terre esterne ai confini della Germania del 1871 (con l'intento di ricostituire l'Impero creato da Carlo V, provocando così altre guerre). Guglielmo riuscì dove il fratello aveva fallito, in quanto Federico Guglielmo rifiutò il titolo di imperatore offertogli dalla dieta rivoluzionaria tedesca perché ad offriglielo era la volontà popolare. Guglielmo invece riuscì a diventare imperatore "per grazia di Dio" per merito dell'operato di Bismarck.
Guglielmo I di Germania in una fotografia dell'epoca.
Con questa cerimonia, inoltre, la Confederazione Tedesca del Nord (1867–1871) venne trasformata nel vero e proprio Impero tedesco ("Kaiserreich", 1871 – 1918). Il nuovo Impero si presentava come abbiamo già accennato, come una confederazione di stati; l'Imperatore ne era il capo di Stato ed il Presidente (primus inter pares) dei monarchi federati (i re di Baviera, Württemberg e Sassonia, i granduchi di Baden, Meclemburgo ed Assia e molti altri principati tra cui le libere città di Amburgo, Lubecca e Brema).
La sua elezione, ad ogni modo, non placò le insurrezioni ed il malcontento locale per il nuovo assetto dell'area germanica e l'11 maggio 1878Max Hödel fallì nel tentativo di assassinare Guglielmo a Berlino. Un secondo attentato venne tentato il 2 giugno di quello stesso anno dall'anarchico Karl Nobiling, che riuscì solo a ferire Guglielmo prima di suicidarsi. Questi due attentati divennero il pretesto per l'istituzione delle leggi anti-socialiste che vennero introdotte dal governo Bismarck col supporto di gran parte del Reichstag a partire dal 18 ottobre 1878, col proponimento chiaro di combattere i socialisti ed i movimenti di classe. Le leggi privarono il Partito Socialdemocratico di Germania del proprio status legale e proibirono tutte le organizzazioni di lavoratori, oltre a sopprimere molti giornali di stampo socialista e confiscando i testi di letteratura socialista. Malgrado questo il socialismo faceva sempre più presa sulla popolazione e molte di queste leggi vennero abolite per pressioni delle masse dal 1º ottobre 1890.
Sua Maestà Imperiale e Reale Guglielmo I, per grazia di Dio, Imperatore tedesco e Re di Prussia; Margravio di Brandeburgo, Burgravio di Norimberga, Conte di Hohenzollern; Sovrano e Supremo Duca di Slesia e della Contea di Glatz; Granduca del Basso Reno e di Posen; Duca di Sassonia, di Westfalia, di Angria, di Pomerania, Lüneburg, Holstein e Schleswig, di Magdeburgo, di Brema, di Gheldria, Cleves, Jülich e Berg, Duca dei Venedi e dei Casciubi, di Crossen, Lauenburg e Meclemburgo; Langravio d'Assia e Turingia; Margravio dell'Alta e Bassa Lusazia; Principe di Orange; Principe di Rügen, della Frisia Orientale, di Paderborn e Pyrmont, di Halberstadt, Münster, Minden, Osnabrück, Hildesheim, di Verden, Cammin, Fulda, Nassau e Moers; Conte principesco di Henneberg, Conte di Mark, di Ravensberg, di Hohenstein, Tecklenburg e Lingen, di Mansfeld, Sigmaringen e Veringen; Signore di Francoforte.