Diocesi di Macerata

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Macerata (in latino Dioecesis Maceratensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2021 contava 140.900 battezzati su 146.620 abitanti. È retta dal vescovo Nazzareno Marconi.

Diocesi di Macerata
Dioecesis Maceratensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo
Regione ecclesiasticaMarche
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoNazzareno Marconi
Vicario generaleAndrea Leonesi
Vescovi emeritiClaudio Giuliodori[1]
Presbiteri138, di cui 109 secolari e 29 regolari
1.021 battezzati per presbitero
Religiosi42 uomini, 130 donne
Diaconi17 permanenti
 
Abitanti146.620
Battezzati140.900 (96,1% del totale)
StatoItalia
Superficie745 km²
Parrocchie67 (5 vicariati)
 
Erezione18 novembre 1320
Ritoromano
CattedraleSan Giovanni
Santi patroniMadonna della Misericordia
IndirizzoPiazza S. Vincenzo Strambi 3, 62100 Macerata, Italia
Sito webdiocesimacerata.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il palazzo vescovile di Macerata.
Il santuario-basilica di Santa Maria della Misericordia a Macerata, patrona della diocesi.
Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, nei pressi di Tolentino, fondata dai monaci cistercensi dell'abbazia di Chiaravalle di Milano nel XII secolo.

Territorio modifica

La diocesi comprende 13 comuni marchigiani della provincia di Macerata: Appignano, Cingoli, Colmurano, Macerata, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Pollenza, Porto Recanati, Recanati, Tolentino, Treia ed Urbisaglia.

Sede vescovile è la città di Macerata, dove si trova la cattedrale di San Giovanni. A Macerata si trova anche il duomo di San Giuliano, ex cattedrale, così come a Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia si trovano il duomo di San Catervo, il duomo di San Flaviano, il duomo di Maria Assunta e il duomo della Santissima Annunziata, un tempo cattedrali delle rispettive diocesi. Nel territorio sorgono anche due basiliche minori: la basilica di San Nicola da Tolentino a Tolentino; e il santuario-basilica di Santa Maria della Misericordia a Macerata.

Il territorio si estende su 745 km² ed è suddiviso in 67 parrocchie, raggruppate in 5 vicariati: Cingoli, Macerata, Recanati, Tolentino e Treia.

Comunità religiose modifica

Nel 2018 la diocesi comprendeva le seguenti comunità religiose:[2]

Comunità religiose maschili modifica

Comunità religiose femminili modifica

Storia modifica

 
Il duomo di San Giuliano a Macerata, ex-cattedrale della diocesi.

La diocesi di Macerata, con territorio ricavato dalle diocesi di Fermo e di Camerino, è stata eretta il 18 novembre 1320 con la bolla Sicut ex debito[3] di papa Giovanni XXII a spese della ghibellina Recanati, di cui incorporò il territorio. Quando Recanati riottenne la sede episcopale nel 1356, le due diocesi furono unite aeque principaliter. Ad eccezione del periodo 1516-1571, l'unione perdurò fino a marzo 1586.

La diocesi in origine era immediatamente soggetta alla Santa Sede e si estendeva fino al mare comprendendo, con Recanati, anche il territorio di Loreto.

Il 17 marzo 1586 cedette una larga porzione di territorio per l'erezione della diocesi di Loreto, comprensiva della regione di Recanati. Questo ridusse di molto il territorio maceratese, che fu ingrandito da papa Sisto V nel 1588 con i comuni di Pollenza e di Urbisaglia,[4] sottratti alla giurisdizione del vescovo di Camerino.

Il 10 dicembre 1586 fu eretta la diocesi di Tolentino, che fu unita aeque principaliter alla sede di Macerata. Il 24 maggio 1589 le due diocesi divennero suffraganee dell'arcidiocesi di Fermo, contestualmente elevata al rango di sede metropolitana. Per compensare Macerata della perdita dell'immediata soggezione alla sede romana, Sisto V istituì in quello stesso anno nella città il tribunale della Sacra Rota, a cui sottopose lo stesso arcivescovo di Fermo.

Tra i vescovi che attuarono in diocesi le riforme decise dal concilio di Trento, si deve menzionare in modo particolare Galeazzo Moroni, il quale, durante il suo lungo episcopato (1573-1613), compì un'attenta visita pastorale, celebrò cinque sinodi diocesani, tentò di fondare il seminario e favorì l'arrivo dei domenicani e dei somaschi. Nel 1544 e nel 1561 a Macerata avevano fondato le loro residenze i cappuccini e i gesuiti.

Il seminario fu istituito dal suo successore, il vescovo Felice Centini nel 1615; l'ultima sua sede fu, dal 1954, l'ex convento degli Agostiniani. Lo stesso Centini favorì l'arrivo in diocesi dei barnabiti e dei filippini.

All'inizio dell'Ottocento le due sedi di Macerata e Tolentino furono rette dal passionista Vincenzo Maria Strambi, elevato agli onori degli altari nel 1950 da papa Pio XII, che lo proclamò patrono delle diocesi il 7 settembre 1957, con la lettera apostolica Plurimi floruerunt.[5]

Dopo il concilio Vaticano II ai vescovi di Macerata e Tolentino furono concesse in amministrazione apostolica le diocesi di Cingoli (1964), Treia (1966) e Recanati (1970), ponendo così le basi per l'unione delle cinque sedi marchigiane.

L'11 febbraio 1976 Francesco Tarcisio Carboni fu nominato vescovo di tutte e cinque le sedi marchigiane che furono così unite in persona episcopi;[6] con questa nomina ebbero formalmente termine le unioni di Treia con San Severino Marche e di Cingoli con Osimo.

Nel 1984 la diocesi di Macerata acquisì il territorio del comune di Appignano che era appartenuto alla diocesi di Osimo.[7]

Il 25 gennaio 1985, con il decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia furono unite aeque principaliter. Le cinque sedi comprendevano questi territori: Cingoli e Treia i soli territori dei rispettivi comuni; la diocesi di Tolentino i comuni di Tolentino e di Colmurano; la diocesi di Macerata i comuni di Macerata, Urbisaglia, Pollenza e Appignano; la sede di Recanati i comuni di Recanati, Porto Recanati, Montelupone, Montecassiano e Montefano.[8]

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della medesima Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle cinque diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia. Contestualmente, la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Fermo.

Il 19 giugno 1993 la diocesi ricevette la visita pastorale di papa Giovanni Paolo II, che nell'occasione benedisse la prima pietra del seminario diocesano missionario Redemptoris Mater.

Il 17 dicembre 2022 la diocesi ha assunto il nome attuale; contestualmente il titolo di cattedrale è stato trasferito alla collegiata di San Giovanni e la Madonna, invocata con il titolo di Mater Misericordiae, è stata proclamata unica patrona della diocesi.[9]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Macerata modifica

  • Federico † (18 novembre 1320 - 6 giugno 1323 nominato vescovo di Senigallia)
  • Beato Pietro Mulucci, O.F.M. † (6 giugno 1323 - 29 ottobre 1347 deceduto)
  • Guido da Riparia † (5 novembre 1347 - 21 ottobre 1349 nominato vescovo di Massa Marittima)
  • Nicolò da San Martino, O.P. † (21 ottobre 1349 - 8 gennaio 1356 nominato vescovo di Macerata e Recanati)

Vescovi di Macerata e Recanati modifica

Vescovi di Macerata e Tolentino modifica

Vescovi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia modifica

Vescovi di Macerata modifica

Statistiche modifica

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 146.620 persone contava 140.900 battezzati, corrispondenti al 96,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Macerata e Tolentino
1950 40.000 40.000 100,0 96 67 29 416 29 162 17
1970 68.465 68.547 99,9 159 88 71 430 84 197 36
1980 52.010 52.412 99,2 114 59 55 456 65 168 25
diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia[11]
1990 132.381 133.323 99,3 245 128 117 540 1 137 247 67
1999 134.800 137.258 98,2 218 116 102 618 4 134 201 67
2000 133.290 136.030 98,0 221 121 100 603 4 116 194 67
2001 134.750 138.200 97,5 218 119 99 618 4 116 198 67
2002 128.600 132.300 97,2 214 115 99 600 4 117 159 67
2003 134.556 138.478 97,2 218 119 99 617 5 129 150 67
2004 134.412 138.940 96,7 203 121 82 662 5 103 145 67
2013 142.000 147.783 96,1 182 116 66 780 13 85 152 67
2016 142.200 148.000 96,1 142 108 34 1.001 13 47 142 67
2019 141.490 147.180 96,1 175 141 34 808 13 47 142 67
2021 140.900 146.620 96,1 138 109 29 1.021 17 42 130 67

Note modifica

  1. ^ Vescovo emerito di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
  2. ^ Dati presenti nel sito web della diocesi e aggiornati a giugno 2018.
  3. ^ Testo della bolla in: Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. III, pp. 672-678.
  4. ^ Quest'ultima era stata un'antica sede episcopale.
  5. ^ (LA) Lettera apostolica Plurimi floruerunt, AAS 50 (1958), pp. 357-358.
  6. ^ Tecnicamente, Macerata e Tolentino erano ancora unite aeque principaliter.
  7. ^ (LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Conferentia Episcopalis Picena, AAS 76 (1984), pp. 910-913.
  8. ^ Dalla storia nel sito web della diocesi.
  9. ^ Il Papa definisce il nome della Diocesi di Macerata, su diocesimacerata.it, 6 febbraio 2023. URL consultato il 6 febbraio 2023.
  10. ^ Dal 17 marzo 1586 era vescovo della sola sede di Macerata, per la soppressione della diocesi di Recanati.
  11. ^ Per i dati statistici relativi alle diocesi di Treia e di Cingoli, precedenti alla piena unione delle diocesi, vedere le voci Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e Arcidiocesi di Ancona-Osimo.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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