Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio

arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia
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L'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio (in latino Archidioecesis Ferrariensis-Comaclensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2021 contava 269.550 battezzati su 271.272 abitanti. È retta dall'arcivescovo Gian Carlo Perego.

Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
Archidioecesis Ferrariensis-Comaclensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna
Regione ecclesiasticaEmilia-Romagna
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
ArcivescovoGian Carlo Perego
Vicario generaleMassimo Manservigi
Arcivescovi emeritiPaolo Rabitti
Presbiteri146, di cui 128 secolari e 18 regolari
1.846 battezzati per presbitero
Religiosi22 uomini, 100 donne
Diaconi23 permanenti
 
Abitanti271.272
Battezzati269.550 (99,4% del totale)
StatoItalia
Superficie3.138 km²
Parrocchie173 (8 vicariati)
 
ErezioneIV secolo (Ferrara)
VI secolo (Comacchio)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSan Giorgio
ConcattedraleSan Cassiano
Santi patroniSanta Maria delle Grazie
Beata Vergine Maria in Aula Regia
San Giorgio Martire
San Cassiano
IndirizzoCorso Martiri della Libertà 77, 44121 Ferrara, Italia
Sito webwww.arcidiocesiferraracomacchio.org
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia

Territorio modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.

L'arcidiocesi comprende 23 comuni della provincia di Ferrara. Sede arcivescovile è la città di Ferrara, dove si trova la cattedrale di San Giorgio. A Comacchio si trova la concattedrale di San Cassiano.

Il territorio è suddiviso in 173 parrocchie, raggruppate in 8 vicariati:

  • vicariato urbano Madonna delle Grazie;
  • vicariato suburbano Santa Caterina de Vigris;
  • vicariato suburbano San Maurelio vescovo;
  • vicariato foraneo Beato Tavelli da Tossignano;
  • vicariato foraneo San Giorgio martire;
  • vicariato foraneo Sant'Apollinare martire;
  • vicariato foraneo San Cassiano martire;
  • vicariato foraneo San Guido abate.

Storia modifica

Sede di Ferrara modifica

La sede di Ferrara ebbe origine dalla più antica diocesi di Voghenza. Con molta probabilità il cristianesimo arrivò a Voghenza dalla vicina Ravenna grazie ai numerosi scambi commerciali che, per via fluviale, intercorrevano tra le due città. Le notizie storiche scarseggiano, ma secondo la tradizione il primo vescovo di Voghenza fu Oltrando (o Otrado) che, attorno al 330, fu ordinato da papa Silvestro I. Dopo di lui furono vescovi Giulio (331) e Leone (364). Maggiori notizie riguardano il vescovo Costanzo, al quale scrisse sant'Ambrogio in occasione della morte del vescovo di Imola.

 
Particolare della lunetta nel portale della cattedrale di Ferrara con san Giorgio a cavallo opera del XII secolo attribuita allo scultore Nicholaus.

Originariamente fu diocesi suffraganea dell'arcidiocesi di Milano e nella prima metà del V secolo entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Ravenna. Nel 442 il metropolita di Ravenna, Pietro Crisologo, consacrò il vescovo Marcellino.

Leone II (611-620) fu il primo vescovo di Voghenza ad essere venerato come santo. Nel XIX secolo le sue spoglie furono trasferite a Ferrara e vengono conservate nella chiesa di santo Stefano.

L'ultimo vescovo di Voghenza fu Maurelio (o Maurilio) nel 644. Dopo la sua morte la diocesi fu trasferita più a nord per ragioni di sicurezza e questo spostamento corrisponde temporalmente al momento di fondazione della città estense. Il luogo fu scelto perché difendibile dalle incursioni barbariche e considerando la posizione aggressiva dello scismatico arcivescovo di Ravenna, Mauro. Nacque Ferrariola[1] (Forum Alieni in latino, detta anche "Babilonia"), dove fu costruita la prima basilica di San Giorgio (San Giorgio Transpadano).[2] I vescovi continuarono a portare il titolo legato a Voghenza per altri tre secoli e sarà necessario attendere il 965 per avere un primo documento in cui un vescovo si intitola Episcopus Ferrariensis. Per tutto il resto del X secolo si alternarono nelle intestazioni il vecchio e il nuovo titolo.

All'inizio del XII secolo durante l'episcopato di Landolfo la sede vescovile fu trasferita ancora più a nord, sulla riva opposta del Po di Volano, dove fu edificata l'attuale cattedrale, anch'essa dedicata a san Giorgio, consacrata nel 1135. Nello stesso periodo la diocesi si sottrasse alla giurisdizione metropolitica dell'arcivescovo di Ravenna, ottenendo da papa Pasquale II la bolla di esenzione Officii nostri dell'8 aprile 1106, confermata da altre due bolle di papa Innocenzo II, che iniziano entrambe con le parole Ad hoc in Apostolicae sedis cathedra e datate 11 maggio 1133 e 22 aprile 1139.[3]

Le cronache del 28 marzo 1171 registrano un miracolo eucaristico che sarebbe avvenuto nella chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara. Secondo la versione più comune del miracolo, dall'Ostia spezzata sarebbe uscito del sangue, ma non mancano versioni diverse, scritte in epoche posteriori.

Nel 1187 papa Urbano III morì a Ferrara e nella città si riunì il conclave che elesse come suo successore papa Gregorio VIII.

 
Incisione di Andrea Bolzoni del XVIII secolo con il palazzo Arcivescovile e la cattedrale di San Giorgio a Ferrara.

Nel 1269 morì Armanno Pungilupi, che dopo una vita di mortificazione era venerato dal popolo come beato. Fu sepolto nella cattedrale e successivamente la salma fu posta in un'arca di marmo e gli fu innalzato un altare. Il suo culto crebbe e fra il popolo circolavano voci su presunti miracoli dovuti alla sua intercessione. Tuttavia, il processo canonico istituito dal vescovo Alberto non solo rigettò il culto, ma reputò il Pungilupi colpevole di eresia, visto che nel 1254 era stato condannato dall'Inquisizione per alcuni errori circa l'Eucaristia. Nel 1300 il corpo del Pungilupi fu arso lungo le rive del Po, la sua arca venne distrutta e l'altare demolito. Ne seguì un tumulto popolare, sedato dalla forza pubblica.

Nel 1438 la sede del concilio di Basilea fu spostata a Ferrara, dove rimase fino all'anno successivo, quando venne nuovamente spostata a Firenze.

Il 22 luglio 1584 il vescovo Pietro Leoni istituì il seminario diocesano. Nel 1755 fu trasferito in nuovi locali ed ampliato.

Il 27 luglio 1735 la diocesi di Ferrara fu elevata al rango di arcidiocesi con la bolla Paterna pontificii nobis di papa Clemente XII.

Nel 1796 fu imposta la riduzione del numero delle parrocchie e il vescovo Alessandro Mattei fu destituito per attività antirepubblicana con il decreto del 16 ventoso VI. Nel 1798 la Repubblica Cisalpina costrinse l'arcivescovo all'esilio e impose pesanti limitazioni al culto. Soppresse sette conventi di monache e obbligò le monache di un ottavo ad abbandonare la tonaca. Anche molte chiese, con le soppressioni napoleoniche, vennero chiuse e vendute, tra queste un'antica basilica, la chiesa di San Pietro. Furono soppresse tutte le confraternite, vietate tutte le manifestazioni pubbliche del culto comprese le processioni, venne soppresso il capitolo dei canonici della cattedrale e confiscati i beni ecclesiastici. I parroci avrebbero dovuto essere scelti tenendo conto solo del livello della loro istruzione.

Nel 1799 l'Impero austriaco ebbe il sopravvento sui francesi e l'arcivescovo rientrò a Ferrara ponendo fine a tutte le limitazioni previste l'anno addietro. Le truppe francesi ritornarono nel 1800 e ripresero la loro politica precedente.

Il concordato fra Napoleone Bonaparte e papa Pio VII del 1803 elevò l'arcidiocesi di Ferrara al rango di sede metropolitana e le furono date come suffraganee le diocesi di Adria, di Comacchio, di Mantova e di Verona.

Nel 1815 il Congresso di Vienna sottrasse a Ferrara le suffraganee a nord del Po e anche la diocesi di Comacchio ritornò nella provincia ecclesiastica di Ravenna. Da quel momento l'arcidiocesi non ebbe più suffraganee e negli Annuari pontifici di fine secolo venne segnalata come diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

L'8 dicembre 1976, con il decreto Ad maius Christifidelium della Congregazione per i vescovi, Ferrara, pur mantenendo il titolo arcivescovile, divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna.

Sede di Comacchio modifica

 
Duomo, o concattedrale di san Cassiano, a Comacchio.
 
Abbazia di Pomposa.

È difficile datare l'origine della diocesi di Comacchio, anche se gli studiosi unanimemente attribuiscono la nascita della sede nel VI secolo. Il primo vescovo storicamente documentato è Vincenzo[4]; una lapide, che lo descrive come primus episcopus civitatis Cumiacli, è stata scoperta nella cattedrale cittadina, che lui stesso fece edificare all'epoca dell'arcivescovo ravennate Felice, ossia tra il 708 e il 724.

La diocesi fu per lungo tempo, fin dagli inizi della sua storia, suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna. Durante il periodo napoleonico entrò a far parte della neo-costituita provincia ecclesiastica di Ferrara, ma poi nel 1815 ritornò ad essere suffraganea di Ravenna. Nel dicembre del 1976 la diocesi fu sottratta alla sua antica metropolia per entrare a far parte della provincia ecclesiastica di Bologna.

Il 18 maggio 1965 con la bolla Pomposiana Abbatia di papa Paolo VI ai vescovi pro tempore di Comacchio fu concesso il titolo di abate di Pomposa.

Al momento della plena unione con l'arcidiocesi di Ferrara, la diocesi di Comacchio comprendeva 44 parrocchie nei comuni di Codigoro (9), Comacchio (11), Goro (1), Lagosanto (3), Massa Fiscaglia (1), Mesola (5), Migliarino (4), Migliaro (2) e Ostellato (8).[5]

Sedi unite di Ferrara-Comacchio modifica

Già il 29 dicembre 1908 le due sedi erano state unite: l'unione durò fino al 7 luglio 1920 quando furono separate in forza del decreto Instantes supplicationes della Congregazione Concistoriale.

Il 15 luglio 1976, con la nomina di Filippo Franceschi, le due sedi furono unite in persona episcopi.

Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Il titolo di abate di Pomposa è stato trasferito all'arcivescovo della nuova circoscrizione.

Intorno al 2020 è stato avviato il progetto che prevede di suddividere l'arcidiocesi in 40 unità pastorali. I parroci ricoprono al loro interno anche i ruoli di collaboratori e moderatori, il cui incarico dura nove anni. In ogni unità parrocchiale sono presenti un consiglio pastorale e un consiglio degli affari economici, a cui partecipano anche i laici.[6]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Voghenza modifica

  • Giulio † (menzionato nel 331)
  • Oltrando † (IV secolo)[7]
  • San Leone I † (menzionato nel 364)[8]
  • Costanzo † (menzionato nel 379 e nel 390)[9]
  • Agatone † (menzionato nel 390)
  • Virginio † (menzionato nel 431)[10]
  • Marcellino † (menzionato nel 442)[11]
  • Giovanni I † (menzionato nel 462)
  • Marcello † (menzionato nel 494)
  • Giorgio † (525 - 539)
  • Mauricino † (545 - 548)
  • Vittore † (circa 560 - dopo il 596)
  • Martino † (menzionato nel 608)
  • San Leone II † (611 - 620)
  • San Maurelio † (640 / 642 - 644)[12]
  • Giovanni † (menzionato nel 649)[13]
  • Marino † (menzionato nel 657)
  • Andrea I † (menzionato nel 678)
  • Giustino † (menzionato nel 680)
  • Giovanni II † (menzionato nel 772)
  • Andrea II † (prima dell'816 - dopo l'827)
  • Costantino † (menzionato nell'861)
  • Viatore † (prima dell'869 - dopo l'882)

Vescovi di Ferrara modifica

 
Ippolito d'Este (amministratore apostolico di Ferrara) dal 1503 al 1520
 
Beato Giovanni Tavelli, vescovo di Ferrara (1431 - 1446)

Vescovi di Comacchio modifica

La tradizionale cronotassi dei vescovi di Comacchio inizia con tre vescovi, che, secondo lo storico faentino Francesco Lanzoni, sono spuri: Pacaziano, menzionato nel 502, che fu vescovo di Imola e non di Comacchio; un anonimo, menzionato nel 592 o nel 595, che deriverebbe da un falso diploma di papa Gregorio I; e Ambrogio, vissuto attorno all'anno 600, che sarebbe frutto di una errata lettura dello schedario Garampi.[16]

  • Vincenzo † (all'inizio dell'VIII secolo)
  • Vitale † (prima del 787 - dopo l'827)
  • Cipriano † (menzionato nell'858)
  • Stefano † (menzionato nell'879)
  • Orso † (menzionato nel 954)
  • Bernardo ? † (X secolo)
  • Gregorio † (menzionato nel 969)
  • Giorgio † (menzionato nel 997)
  • Giovanni I † (prima del 1003 - dopo il 1016)
  • Pietro † (menzionato nel 1053)
  • Adelberto o Alberto † (menzionato nel 1086)
  • Ildebrando † (menzionato nel 1122)
  • Enrico, O.Cist. † (menzionato nel 1141)
  • Leone † (menzionato nel 1154)
  • Giovanni II † (prima del 1205 - dopo marzo 1222)[17]
  • Donato † (1222 - ?)
  • Bozio † (prima del 1253 - 1261)
  • N. (Nicola ?) † (menzionato il 4 marzo 1261)
  • Michele † (prima di giugno 1265 - dopo il 1274)
  • Taddeo † (prima di giugno 1277 - dopo il 1280)
  • Bartolo † (28 febbraio 1285 - ? dimesso)
  • Onorato ? † (?)
  • Pietro Mancinelli, O.P. † (1304 - 1327 deceduto)
  • Esuperanzio Lambertazzi † (17 febbraio 1327 - 22 novembre 1327 nominato vescovo di Adria)
  • Francesco de' Boatteri, O.P. † (26 marzo 1328 - 21 marzo 1333 deceduto)
  • Bartolomeo, O.P. † (30 luglio 1333 - 1348 deceduto)
  • Pace, O.F.M. † (8 dicembre 1348 - 1349 deceduto)
  • Remigio, O.E.S.A. † (22 giugno 1349 - 26 aprile 1357 nominato vescovo di Pistoia)
  • Guglielmo Vasco, O.F.M. † (16 luglio 1357 - 24 novembre 1371 nominato vescovo di Siena)
  • Teobaldo, O.S.B. † (24 novembre 1371 - prima di agosto 1381 deceduto)
  • Federico Purlilli † (1381 - ?)
    • Biagio, O.F.M. † (16 giugno 1382 - 1385) (antivescovo)
  • Simone Saltarelli, O.P. † (16 luglio 1386 - 12 aprile 1396 nominato vescovo di Trieste)
  • Pietro Buono, O.S.B. † (12 aprile 1396 - 1400 deceduto)
  • Onofrio Visdomini, O.E.S.A. † (13 dicembre 1400 - 1401 dimesso)
  • Giacomo Bertucci degli Obizzi † (4 gennaio 1402 - 11 settembre 1404 nominato vescovo di Adria)
  • Giovanni Strata (o Giovanni Strada) † (15 febbraio 1406 - 27 aprile 1418 nominato vescovo di Forlì)
  • Alberto Buoncristiani, O.S.M. † (27 aprile 1418 - 1431 deceduto)
  • Mainardino de' Contrarii † (21 novembre 1431 - 1449 deposto)
  • Bartolomeo de' Medici, O.P. † (1450 - 1460)
  • Francesco Fogliani † (28 luglio 1460 - ?)
  • Filippo Zobolo † (6 marzo 1472 - 1497 deceduto)
  • Maladusio d'Este † (26 giugno 1497 - 1506 dimesso)
  • Tommaso Foschi † (14 ottobre 1506 - 1514 deceduto)[18]
  • Ghilino Ghilini † (1º settembre 1514 - 21 dicembre 1559 deceduto)
  • Alfonso Rossetti † (21 dicembre 1559 succeduto - 8 ottobre 1563 nominato vescovo di Ferrara)
  • Ercole Sacrati † (8 ottobre 1563 succeduto - 1591 deceduto)
  • Orazio Giraldi † (22 aprile 1592 - 29 gennaio 1617 deceduto)
  • Alfonso Sacrati † (12 giugno 1617 - 1625 dimesso)
  • Camillo Moro † (2 marzo 1626 - 10 maggio 1630 deceduto)
  • Alfonso Pandolfi † (12 maggio 1631 - 3 ottobre 1648 deceduto)
  • Giulio Cesare Borea † (28 giugno 1649 - 11 marzo 1655 deceduto)
  • Sigismondo Isei † (30 agosto 1655 - settembre 1670 deceduto)
  • Nicolò Arcani † (22 dicembre 1670 - 1º gennaio 1714 deceduto)
  • Francesco Bentini † (16 aprile 1714 - 3 marzo 1744 deceduto)
  • Giovanni Cavedi, O.F.M. † (3 marzo 1744 succeduto - 24 dicembre 1744 deceduto)
  • Cristoforo Lugaresi † (8 marzo 1745 - 29 settembre 1758 deceduto)
  • Giovanni Rondinelli † (22 novembre 1758 - 24 luglio 1795 deceduto)
    • Gianfilippo Fogli † (1796 - 22 maggio 1797 deceduto) (vescovo eletto)
  • Gregorio Boari, O.F.M.Cap. † (24 luglio 1797 - 24 novembre 1817 deceduto)
  • Michele Virgili † (29 marzo 1819 - 23 settembre 1855 deceduto)
  • Vincenzo Moretti † (17 dicembre 1855 - 23 marzo 1860 nominato vescovo di Cesena)
  • Fedele Bufarini † (23 marzo 1860 - 26 marzo 1867 dimesso)
  • Alessandro Paolo Spoglia † (27 marzo 1867 - 15 settembre 1879 dimesso)
  • Aloisio Pistocchi † (19 settembre 1879 - 31 marzo 1883 deceduto)
  • Tullio Sericci † (9 agosto 1883 - 5 luglio 1902 deceduto)
  • Alfonso Archi † (10 ottobre 1902 - 8 settembre 1905 nominato vescovo di Como)
    • Sede vacante (1905-1908)
    • Sede unita a Ferrara (1908-1920)
  • Gherardo Sante Menegazzi, O.F.M.Cap. † (16 dicembre 1920 - 1º luglio 1938 dimesso[19])
  • Paolo Babini † (12 settembre 1938 - 21 ottobre 1950 nominato vescovo di Forlì)
  • Natale Mosconi † (28 maggio 1951 - 5 agosto 1954 nominato arcivescovo di Ferrara)
  • Giovanni Mocellini † (26 agosto 1955 - 1º gennaio 1969 nominato vescovo di Adria)
    • Sede vacante (1969-1976)[20]
  • Filippo Franceschi † (15 luglio 1976 - 7 gennaio 1982 nominato arcivescovo, titolo personale, di Padova)
  • Luigi Maverna † (25 marzo 1982 - 30 settembre 1986 nominato arcivescovo di Ferrara-Comacchio)

Arcivescovi di Ferrara-Comacchio modifica

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 271.272 persone contava 269.550 battezzati, corrispondenti al 99,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
Arcidiocesi di Ferrara
1950 221.122 222.057 99,6 223 152 71 991 91 720 100
1970 ? 252.249 ? 222 152 70 ? 94 506 123
1980 276.862 278.940 99,3 221 151 70 1.252 87 431 125
Diocesi di Comacchio
1950 80.500 80.500 100,0 44 32 12 1.829 14 76 27
1969 70.433 70.433 100,0 67 57 10 1.051 10 130 40
1980 65.000 67.900 95,7 53 44 9 1.226 9 99 44
Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
1990 324.050 328.000 98,8 236 178 58 1.373 65 405 169
1999 276.000 280.000 98,6 184 144 40 1.500 4 47 238 169
2000 276.000 280.000 98,6 181 141 40 1.524 8 48 236 169
2001 277.500 281.485 98,6 189 148 41 1.468 9 48 297 169
2002 276.000 280.318 98,5 184 146 38 1.500 8 43 282 169
2003 271.000 275.000 98,5 185 138 47 1.464 9 53 263 169
2004 269.817 273.800 98,5 185 136 49 1.458 12 64 258 169
2006 274.400 279.000 98,4 176 140 36 1.559 12 43 226 171
2013 273.900 276.000 99,2 172 144 28 1.592 17 38 172 169
2016 274.900 277.211 99,2 167 133 34 1.646 20 45 170 169
2019 273.700 277.000 98,8 165 129 36 1.658 21 42 124 169
2021 269.550 271.272 99,4 146 128 18 1.846 23 22 100 173

Note modifica

  1. ^ Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Volume 4, di Giuseppe Cappelletti
  2. ^ Annuario diocesano 2017, p. 46.
  3. ^ Le bolle in: Cappelletti, op. cit., vol. IV, pp. 53-61.
  4. ^ Alcune cronotassi tradizionali menzionano come primo vescovo noto all'inizio del VI secolo Pacaziano, che tuttavia Lanzoni ha dimostrato essere stato vescovo di Imola e non di Comacchio. Esisterebbe anche un anonimo verso la fine del VI secolo, ma la sua esistenza è dedotta da un falso diploma di papa Gregorio I. Cfr. Lanzoni, Il primo vescovo di Comacchio, in Atti e memorie della regia deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Terza serie, vol. XXVII (1909), pp. 62-70.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 91, 18 aprile 1987, Supplemento straordinario nº 12, p. 61 e seguenti. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle 44 parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 18 febbraio 1987 su richiesta del vescovo di Comacchio del 4 luglio 1986.
  6. ^ Intervista all'arcivescovo Gian Carlo Perego, su msn.com.
  7. ^ Secondo Lanzoni, questi primi due vescovi trasmessi dalla tradizione ferrarese sarebbero molto dubbi: per Giulio non ci sarebbero prove di una sua consacrazione nel 331 da parte di papa Silvestro I; Oltrando invece è un nome germanico «inverosimilissimo nell'Emilia del IV secolo», motivo per cui è omesso da Gams.
  8. ^ Lanzoni non esclude che Leone possa essere stato vescovo di Voghenza, ma, a suo dire, la data del 364 attribuitagli da Ughelli e da Gams non ha fondamento.
  9. ^ Secondo Lanzoni questo vescovo, menzionato dalle cronotassi tradizionali, sarebbe in realtà vescovo di Faenza (Costanzo II).
  10. ^ Secondo Lanzoni, i vescovi Agatone e Virginio furono collocati rispettivamente nel 390 e nel 431 «senza argomenti di alcuna sorta».
  11. ^ Lanzoni considera Marcellino il primo vescovo noto di Voghenza e data la sua consacrazione in un'epoca imprecisata fra il 429 ed il 431; le sue argomentazioni sono considerate da alcuni autori "abili, ma gratuite" (dal sito web dell'arcidiocesi). Per Pietri, Marcellino è l'unico vescovo certo di Voghenza per il III, IV e V secolo (Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. II, Roma 2000, pp. 1370 e 2426).
  12. ^ Santi, beati e testimoni - San Maurelio
  13. ^ Augusto Simonini, Autocefalia ed esarcato in Italia, Ravenna, Longo, 1969, pp. 76 (nota) e 77.
  14. ^ Corinna Mezzetti, Carte processuali dell'archivio di Pomposa. Un dossier della metà del XII secolo Archiviato il 3 febbraio 2012 in Internet Archive., in Scrineum 2, 2004.
  15. ^ Giancarlo Andenna, ESTE, Aldobrandino d', in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993. URL consultato il 25 ottobre 2016.
  16. ^ Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, vol. II, Faenza 1927, p. 819.
  17. ^ Cappelletti e Gams ipotizzano due vescovi distinti, Giovanni II e Giovanni III.
  18. ^ Così Eubel. Secondo Gams Foschi si dimette nel 1508 e gli subentra Francesco Monicelli.
  19. ^ Nominato vescovo titolare di Dorileo.
  20. ^ Dal 7 marzo 1969 al 21 aprile 1976 fu amministratore apostolico Natale Mosconi, arcivescovo di Ferrara.

Bibliografia modifica

Per la sede di Ferrara modifica

Per la sede di Comacchio modifica

Altri testi modifica

  • Dante Balboni, Dictionnaire d'histoire et de géographie écclesiastiques, 16 (1967) sub voce Ferraria, coll. 1192-98.
  • Girolamo Baruffaldi, Dell'istoria di Ferrara
  • Enciclopedia cattolica sub voce Ferrara, Città del Vaticano, 1950.
  • Marc’Antonio Guarini, Catalogo ms. 1632
  • Antonio Libanori, Ferrara d’oro imbrunito, Ferrara, 1667
  • can. Giuseppe Manini-Ferranti, Compendio della storia sacra e politica di Ferrara, Ferrara, Bianchi e Negri, 1808-10 in 8°, Vol. 6.
  • Alfonso Maresta, Teatro genealogico et istorico dell’antiche e illustri famiglie di Ferrara, Ferrara, 1681
  • Luciano Meluzzi, Gli arcivescovi di Ferrara, Collana Storico-Ecclesiastica, N. 5, Bologna, 1970.
  • Lorenzo Paliotto, Ferrara nel Seicento. Quotidianità tra potere legatizio e governo pastorale, Edizioni cartografiche. Ferrara, s.d.
  • Antonio Samaritani, Cronotassi dei Vescovi di Voghenza (V-X) e di Ferrara.
  • José-Apeles Santolaria de Puey y Cruells, Gli affreschi della Sala degli stemmi del Palazzo arcivescovile di Ferrara, Archivio Storico Ecclesiastico di Ferrara, Ferrara, 2017
  • Giuseppe Antenore Scalabrini, Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e dei suoi borghi Ferrara, presso Coatti, 1773, in 8°.
  • Giuseppe Turri, La Basilica Cattedrale di San Cassiano. Comacchio, Cento, 1973

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