This Must Be the Place

film del 2011 diretto da Paolo Sorrentino
Disambiguazione – Se stai cercando il singolo dei Talking Heads, vedi This Must Be the Place (Naive Melody).

This Must Be the Place è un film del 2011 co-scritto e diretto da Paolo Sorrentino e interpretato da Sean Penn.

This Must Be the Place
Sean Penn in una scena del film
Titolo originaleThis Must Be the Place
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneItalia, Francia, Irlanda
Anno2011
Durata118 min
Rapporto2,35:1
Generecommedia, drammatico
RegiaPaolo Sorrentino
SoggettoPaolo Sorrentino
SceneggiaturaPaolo Sorrentino, Umberto Contarello
ProduttoreNicola Giuliano, Francesca Cima, Andrea Occhipinti, Michèle Petin, Laurent Petin, Ed Guiney, Andrew Lowe
Produttore esecutivoRonald M. Bozman
Viola Prestieri
Casa di produzioneMedusa Film, Indigo Film, Lucky Red, ARP Sélection, Element Pictures
Distribuzione in italianoMedusa Film
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioCristiano Travaglioli
Effetti specialiStefano Marinoni, Paola Trisoglio, Rodolfo Migliari
MusicheDavid Byrne, Will Oldham
ScenografiaStefania Cella
CostumiKaren Patch
TruccoAldo Signoretti, Vittorio Sodano
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

«Ci sono molti modi di morire, il peggiore è rimanendo vivi»

Primo film di Sorrentino in inglese[1], è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2011[2] e ha vinto sei David di Donatello.[3] Il titolo del film è un tributo alla canzone This Must Be the Place (Naive Melody) dei Talking Heads, inclusa nell'album Speaking in Tongues del 1983.[4]

Trama modifica

Cheyenne è una rock star, celebre negli anni ottanta come leader del gruppo musicale Cheyenne & The Fellows. Nonostante si sia ormai ritirato dalle scene si veste e si trucca come quando saliva sul palco. Da diversi anni ha scelto un esilio volontario nella sua grande casa di Dublino, dove vive con la moglie Jane, trascorre le giornate a seguire i suoi investimenti in borsa o in compagnia dell'amica Mary. Proprio la compagna e i numerosi fan, che lo vedono ancora come un'icona, cercano di spingerlo a tornare sulle scene, ma lui, depresso e ansioso, non crede più nel potere taumaturgico del rock. Il tempo, inoltre, gli ha aperto gli occhi sul suo reale valore: in un successivo dialogo con David Byrne, che lui considera un vero artista e sperimentatore, Cheyenne commisera se stesso definendosi una comune popstar che faceva soldi scrivendo canzoni deprimenti e di successo, che hanno anche spinto alla morte due giovani dalla personalità fragile.

Un giorno viene informato che suo padre, con cui non ha contatti da trent'anni, sta morendo a New York. Avendo paura di volare giunge negli Stati Uniti via nave, ma quando arriva scopre che il padre è già deceduto. Viene inoltre a conoscenza del fatto che il genitore aveva dedicato gran parte della sua vita alla ricerca di Aloise Lange, l'ufficiale nazista che lo aveva umiliato in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Decide di proseguire le ricerche del padre intraprendendo così un viaggio solitario negli Stati Uniti lungo il quale incontrerà David Byrne; Ernie Ray, un ricco uomo d'affari che gli presta il suo amatissimo pick-up; l'anziana moglie di Lange, un tempo insegnante di storia, al cui cospetto si spaccia come suo ex studente; la nipote dell'ufficiale nazista, giovane vedova di guerra che vive da sola con il figlio; Robert Plath, l'inventore delle valigie con le rotelle e Mordecai Midler, un facoltoso ebreo, esperto cacciatore di nazisti, che lo aiuterà nel suo intento.

Giunto a casa dell'ex ufficiale nazista grazie alle informazioni di Mordecai, Cheyenne compie la sua vendetta, conducendo fuori di casa Aloise completamente nudo e costringendolo così a sopportare temperature bassissime. A opera compiuta Cheyenne torna in Irlanda con un aereo (di cui prima aveva paura) e all'aeroporto si accende la sua prima sigaretta. Nella scena finale condivide con la madre di Mary un solare sguardo d'intesa; egli ora non ha più le sembianze della celebre rockstar che fu.

Produzione modifica

This Must Be the Place è una produzione internazionale con un budget che si aggira attorno ai 28 milioni di dollari.[5][6] La banca Intesa Sanpaolo ha investito 2,5 milioni di euro per il film,[7] mentre Eurimages ha stanziato 600.000 euro.[8] Il film ha ricevuto finanziamenti anche da parte di Francia e Irlanda.

Sorrentino e Penn si incontrarono durante il Festival di Cannes 2008, dove il regista italiano presentava in concorso Il divo e Penn era presidente di giuria, promettendosi di lavorare al più presto assieme.[6] Con in mente Penn come protagonista, Sorrentino inizia a scrivere la sceneggiatura con la collaborazione di Umberto Contarello.[6] Dopo la vittoria del suo secondo Oscar per Milk, Penn decise di prendersi un anno sabbatico, rinunciando a vari progetti,[9] ma comunque prese parte alla pellicola di Sorrentino.

Il regista teneva moltissimo anche alla partecipazione di Frances McDormand nel ruolo di Jane, la moglie del protagonista, tanto che quando le propose di leggere il copione, la avvertì anche che se ella avesse rifiutato la parte, il copione sarebbe stato cambiato per rendere Cheyenne vedovo o single.[10]

La lavorazione del film è iniziata il 16 agosto 2010 a Dublino. A settembre la produzione si è spostata in Michigan, mentre ad ottobre sono state effettuate alcune riprese nel Nuovo Messico, in varie località come Alamogordo, Carrizozo e molte altre.[11] A fine ottobre la produzione si è spostata a New York, mentre la fase di post-produzione ha avuto luogo a Roma.[12]

L'immagine del cantante dark Cheyenne, interpretato da Sean Penn, è ispirata al leader dei Cure Robert Smith.[13] Sorrentino aveva visto i Cure in concerto svariate volte da ragazzo, e quando li rivide nel 2008, rimase affascinato dal fatto che Smith, persino fuori dalle scene, vestisse ancora con lo stesso look dark del passato:

«C'era qui un cinquantenne che ancora si identifica del tutto con un look che, per definizione, è quello di un adolescente. Ma non c'era niente di patetico. C'era solo questa cosa che, nei film e nella vita, crea un'incredibile sensazione di meraviglia: lo straordinario, un'eccezione unica ed emozionante.»

Colonna sonora modifica

Le musiche per This Must Be the Place sono state scritte da David Byrne dei Talking Heads con la collaborazione del cantautore indie Will Oldham. Anche i brani accreditati alla band fittizia The Pieces of Shit sono composti da Byrne e Oldham, ma interpretati da Michael Brunnock, un cantante statunitense di origini irlandesi trovato su MySpace.[15] Il CD della colonna sonora è stato messo in vendita in concomitanza con l'uscita del film nelle sale cinematografiche.

Tracce modifica

  1. Gavin Friday – Lord I'm Coming
  2. The Pieces of Shit – Lay & Love
  3. The Pieces of Shit – Open Up
  4. Mantovani & His Orchestra – Charmaine
  5. Daniel Hope, Simon Mulligan – Spiegel Im Spiegel (Arvo Pärt)
  6. Trevor Green – This Must Be the Place (Naive Melody)
  7. David ByrneThis Must Be the Place (Naive Melody) (live)
  8. Julia Kent – Gardermoen
  9. Jonsi & Alex – Happiness
  10. The Pieces of Shit – Eliza
  11. Iggy PopThe Passenger
  12. The Pieces of Shit – You Can Like It
  13. Brooklyn Rider Achille's Heel – Second Bounce
  14. The Pieces of Shit – If It Falls It Falls
  15. Gloria – This Must Be the Place (Naive Melody)
  16. Nino Bruno e le 8 Tracce ft. David Copley – Every Single Moment in My Life Is a Weary Wait
  17. The Pieces of Shit – The Sword Is Yours

Distribuzione modifica

Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2011. In Italia è uscito nelle sale il 14 ottobre 2011. L'uscita statunitense, inizialmente prevista per dicembre 2011, è stata poi posticipata al 2 novembre 2012.

Home video modifica

Sui supporti DVD e Blu-ray il film è stato reso disponibile per il noleggio dal 22 febbraio 2012 e in vendita dal 21 marzo[16] con in allegato un libro di 32 pagine sul cinema di Sorrentino. È stata pubblicata inoltre un'edizione limitata e numerata con DVD e CD della colonna sonora.

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ This Must Be the Place - la recensione, in BadTaste.it, 10 ottobre 2011. URL consultato il 6 novembre 2011.
  2. ^ (EN) Official Selection 2011, su festival-cannes.fr. URL consultato il 13 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2017).
  3. ^ Vincitori 2012, su daviddidonatello.it, Ente David di Donatello. URL consultato il 5 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
  4. ^ (EN) Julie Hinds, Musician David Byrne in Detroit to work on film's music, in Freep.com, 22 settembre 2010. URL consultato l'11 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).
  5. ^ (EN) Eve Hewson Joins Sean Penn in This Must Be the Place, in FilmoFilia.com, 11 agosto 2010. URL consultato il 6 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2011).
  6. ^ a b c (EN) Nick Vivarelli, Sorrentino moves to $28 mil 'Place', in Variety, 7 luglio 2010. URL consultato l'8 novembre 2011.
  7. ^ Presentato This Must Be The Place di Paolo Sorrentino, in Primissima.it, 7 luglio 2010. URL consultato l'8 novembre 2011.
  8. ^ (EN) Scott Roxborough, Kusturica, Von Trier get Eurimages support, in The Hollywood Reporter, 14 ottobre 2010. URL consultato l'8 novembre 2011.
  9. ^ Anno sabbatico per Sean Penn, saltano i Marmittoni e Cartel, in BadTaste.it, 17 giugno 2009. URL consultato il 9 novembre 2011.
  10. ^ Contenuti extra del DVD/Blu-ray
  11. ^ (EN) Filming locations for This Must Be the Place (2011), su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 9 novembre 2011.
  12. ^ (EN) Pahl Shipley, Governor Bill Richardson announces This Must Be the Place Is Shooting in New Mexico, in new mexico film office, 4 ottobre 2010. URL consultato il 9 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2010).
  13. ^ Sean Penn una rockstar alla Robert Smith in This Must Be The Place, in Musica10.it, 16 aprile 2011. URL consultato il 9 novembre 2011.
  14. ^ Interview: Paolo Sorrentino Talks 'This Must Be The Place', su iftn.ie. URL consultato il 2 febbraio 2022.
  15. ^ Andrea Morandi, L'altro Divo, in Ciak, n. 10, ottobre 2011, p. 53.
  16. ^ Pagina homevideo del film This Must Be the Place (2011), Movieplayer.it. URL consultato il 15 aprile 2012.
  17. ^ a b c d Ciak d’oro 2012, vincitori: This must be the place miglior film, su ilcinemaitaliano.com. URL consultato il 06/06/12.

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Collegamenti esterni modifica

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