Tino Buazzelli

attore italiano (1922-1980)

Tino Buazzelli, all'anagrafe Agostino Buazzelli (Frascati, 13 luglio 1922Roma, 20 ottobre 1980), è stato un attore italiano.

Tino Buazzelli nel 1962

Biografia modifica

Nato a Frascati, in provincia di Roma, nel 1922, dopo essersi diplomato all'Istituto Magistrale, studiò recitazione presso l'Accademia nazionale d'arte drammatica[1] diretta da Silvio D'Amico, dove conseguì il diploma nel 1946 e iniziò la carriera di attore teatrale l'anno seguente nella compagnia Maltagliati-Gassman (affiancato da Nino Manfredi), ottenendo subito ottime critiche nelle sue interpretazioni di lavori teatrali quali Don Giovanni di Molière, Erano tutti miei figli di Arthur Miller, Casa Monastier di Dennis Aniell e L'aquila a due teste di Jean Cocteau, prima di diventare capocomico.

Esordì al cinema nel 1948 interpretando una piccola parte nel film Il cavaliere misterioso, diretto da Riccardo Freda. In seguito apparve in più di 20 film in svariati ruoli, spesso da comprimario e talvolta anche come "spalla" di comici affermati quali Totò e Renato Rascel. Dotato di una voce calda ed armoniosa fu interprete brechtiano e fu protagonista nella Vita di Galileo di Giorgio Strehler nella stagione 1962/63 al Piccolo Teatro di Milano. L'incontro con Strehler risale al 1952, quando il regista lo chiamò per mettere in scena Elisabetta d'Inghilterra di Ferdinand Bruckner, Il revisore di Nikolai Gogol e Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello.

 
Tino Buazzelli nel 1974 al teatro comunale di Ferrara ne La rigenerazione di Italo Svevo, regia di Edmo Fenoglio.

Nel 1955 Lucio Ardenzi lo coinvolse in una tournée in America meridionale[2] che toccò Brasile, Argentina e Uruguay. La tournée venne organizzata con l'appoggio del Ministero dello Spettacolo e coinvolse molti attori teatrali del momento come Enrico Maria Salerno, Luigi Vannucchi, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Renzo Ricci, Eva Magni, Glauco Mauri, Davide Montemurri, Franca Nuti, Isa Crescenzi e Bianca Toccafondi.

A parte il Re Lear di Shakespeare (nel quale erano riuniti tutti gli attori principali della compagnia) il resto del cartellone era tutto italiano, con: Corruzione al palazzo di giustizia di Ugo Betti, Beatrice Cenci di Alberto Moravia (in prima mondiale) e Il seduttore di Diego Fabbri.

Tornò sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano nel 1959, con Platonov di Anton Čechov e continuò con la sua compagnia a lungo recitando su molti palcoscenici italiani. Nel 1974 ad esempio portò il dramma La rigenerazione di Italo Svevo, con la regia di Edmo Fenoglio, tra gli altri, al Teatro comunale di Ferrara.[3]

Nel 1954 Buazzelli esordì in televisione, apparendo in una riduzione per il piccolo schermo negli Spettri di Henrik Ibsen. Sarà proprio il mezzo televisivo che contribuirà in larga parte alla sua notorietà, non solo con la sua partecipazione alle edizioni di Canzonissima del 1961-62 e del 1962-63, ma anche con le sue interpretazioni di sceneggiati tratti da opere teatrali quali Il malato immaginario di Molière per la regia di Silverio Blasi nel 1963 (anno in cui prende anche parte al film Chi lavora è perduto (In capo al mondo)), Charlow e le figlie di Turgenev, diretto da Giandomenico Giagni nel 1966, il Circolo Pickwick diretto da Ugo Gregoretti nel 1967 e Tartarino sulle Alpi di Daudet, diretto da Edmo Fenoglio nel 1968.

 
Glauco Mauri e Tino Buazzelli in Corruzione al Palazzo di giustizia (1966)

Recitò nel ruolo del giudice Cust in Corruzione al Palazzo di giustizia di Ugo Betti, diretto da Daniele D'Anza nel 1966.

 
Tino Buazzelli nei panni di Nero Wolfe

Buazzelli raggiunse l'apice della popolarità interpretando il personaggio dell'investigatore privato Nero Wolfe, creato da Rex Stout, in una serie di dieci telefilm trasmessi tra il 1969 e il 1971, diretti da Giuliana Berlinguer, interpretati anche da Paolo Ferrari nel ruolo di Archie Goodwin e Pupo De Luca nel ruolo del cuoco svizzero Fritz Brenner. Lo sceneggiato raggiunse 19 milioni di spettatori di media a puntata, superando il Commissario Maigret interpretato da Gino Cervi.

Nel 1970, oltre che interprete, fu anche sceneggiatore e regista di Papà Goriot, ispirato al celebre romanzo di Balzac. Ancora nel 1978 diede una magistrale interpretazione del protagonista dello sceneggiato Il balordo, tratto dall'omonimo romanzo di Piero Chiara per la regia di Pino Passalacqua. Le sue ultime interpretazioni televisive furono il Faust diretto da Leandro Castellani nel 1977 per la Rai e come conduttore dello spettacolo Il piatto ride per l'emittente privata romana "Video Uno".

Accrebbe la sua popolarità interpretando anche varie serie di caroselli negli anni '60 e '70.

Morì a Roma il 20 ottobre 1980, a soli 58 anni. Da anni soffriva di linfoadenite.[4] Riposa nel cimitero di Frascati.

Vita privata modifica

Era sposato con la soubrette del teatro di rivista milanese Ermellina Banfi.[5]

Filmografia modifica

 
Buazzelli tra Ugo Tognazzi e Walter Chiari ne I baccanali di Tiberio (1960)

Teatro modifica

Radio modifica

Prosa radiofonica Rai modifica

Televisione modifica

Tino Buazzelli partecipò inoltre a numerose serie della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello su Rai Uno:[6]

Libri modifica

Altro modifica

 
Dipinto firmato da Buazzelli; retro
  • Negli anni '60 si dedicò alla pittura producendo un buon numero di interessanti opere, principalmente olio su tela, usava firmarsi con lo pseudonimo: Vittorio, sul retro delle tele usava scrivere di pugno: Tino Buazzelli ATTORE in Arte Vittorio.
  • Ricorda Paolo Ferrari (in un'intervista a "Il Resto del Carlino" del 1º giugno 2014) che Buazzelli "era un ciociaro vero. Quando (...) la regia (...) mandava la registrazione per controllare come era venuta una scena, Buazzelli (...) si girava verso di noi e si congratulava da solo per la propria bravura. Agitava la mano nell'aria e borbottava: aho', embè...".

Riconoscimenti modifica

  • Premio San Genesio 1959 come migliore attore teatrale dell'anno per Mercadet di Honoré de Balzac.
  • Maschera d'Argento 1963, premio della critica rivolto agli attori teatrali.
  • Premio IDI 1974 per l'interpretazione in La rigenerazione di Italo Svevo.

Discografia parziale modifica

Album

Note modifica

  1. ^ Appendice al libro di Maurizio Giammusso, La fabbrica degli attori, pubblicazione (1989) della Presidenza del Consiglio.
  2. ^ Sito ufficiale di Anna Proclemer Copia archiviata, su annaproclemer.it. URL consultato il 27 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
  3. ^ La rigenerazione, di Italo Svevo, regia di Edmo Fenoglio (Archivio fotografico del Teatro comunale di Ferrara, Stagioni teatrali 1964-65/2016-17), su bibliofe.unife.it
  4. ^ Archivio storico de "L'Unità" Copia archiviata, su archivio.unita.it. URL consultato il 5 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2014).
  5. ^ Dizionario biografico Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/agostino-buazzelli_%28Dizionario-Biografico%29/
  6. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7

Bibliografia modifica

  • Buazzelli, Agostino (Tino), di Sisto Sallusti, in «Dizionario biografico degli italiani», volume 34, 1988.
  • Gli attori, Gremese editore Roma 2002.
  • Tino Buazzelli : il grasso e il magro, di Lucio De Felici, Centro Studi e documentazioni storiche Frascati, 2009

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN180348414 · ISNI (EN0000 0001 3888 4815 · SBN SBLV180044 · LCCN (ENno2018054045 · BNF (FRcb16530259p (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2018054045