Utente:Nuotatore76/Sandbox

Enel S.p.A.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Borse valoriBorsa Italiana: ENEL
Fondata daGoverno italiano
Sede principaleRoma
GruppoGruppo Enel
ProdottiElettricità

Gas naturale

FatturatoAumento80,535 miliardi [1]
Utile nettoAumento3,235 miliardi [1]
Dipendenti71.394 [1]
Sito webwww.enel.com

Enel, in origine acronimo di Ente nazionale per l'energia elettrica (ENEL), è un'azienda multinazionale produttrice e distributrice di energia elettrica e di gas.

Enel è istituita come ente pubblico a fine 1962 e trasformata in società per azioni nel 1992.[2] Nel 1999 in seguito alla liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica in Italia, Enel viene privatizzata.[3] A fine febbraio 2015 lo stato italiano mantiene il 25,5% del capitale della società.[4][5][6][7]

Nel 2014 Enel ha più di 70.000 dipendenti[8][9][10][11][12], è presente in 40 paesi[13][14] ed è la 56^ azienda al mondo per fatturato con 80.5 miliardi di euro[15] e una capitalizzazione di borsa di 31 miliardi di euro.[16][17]

Il marchio di Enel, ideato da Bob Noorda e Maurizio Minoggio, nasce dalla combinazione del simbolo di un sole e di un albero i cui 9 rami o raggi rappresentano la molteplicità dei servizi offerti dall'azienda.[18][19][20][21][22]

Storia modifica

1898-1962: verso una politica nazionale dell'energia elettrica modifica

 
La centrale idroelettrica di Rocchetta a Volturno

La produzione di energia elettrica in Italia nel 1898 era di 100 milioni di chilowattore[23][24][25] e arrivò ad oltre 56 miliardi nel 1960.[26][27] La gran parte della produzione di energia elettrica sfruttò le caratteristiche del territorio, ovvero le risorse idrogeologiche[28][29], ad opera di oltre 1.200[30][31][32] aziende private locali o di ambito regionale o legate a soggetti industriali.[33][34][35][36][37][38]

Lo stato sovvenzionò la realizzazione di centrali elettriche e delle opere territoriali connesse al fine di incrementare la produzione di energia elettrica .[39][40][41] Nell'ambito della distribuzione lo stato intervenne nel 1961 con l'unificazione delle tariffe su base nazionale per uguali classi di consumo (attraverso la cassa conguaglio per il settore elettrico[42][43]) e imponendo alle aziende elettriche l'allacciamento a chiunque ne facesse richiesta.[34][38][44][45][46][47][48][49][50][51]

Nel 1962 si procedette all'istituzione dell'Ente per l'energia elettrica con l'obiettivo di fare dell'energia elettrica uno strumento di sviluppo del paese e di definire una politica nazionale dell'energia elettrica, anche sulla base delle esperienze di altri paesi quali Francia e Gran Bretagna.[48][49][52][53][54][55]

1962: istituzione dell'Ente per l'energia elettrica modifica

 
marchio Enel (1963-1982)

Agli inizi del 1962 il Governo Fanfani IV ricevette la fiducia dal parlamento italiano e assunse l'impegno di proporre entro 3 mesi dalla fiducia un provvedimento di unificazione del sistema elettrico nazionale.[53][56][57][58][59] Nella seduta della Camera dei deputati del 26 giugno 1962 venne presentato il disegno di legge di una legge delega che sancì i princìpi e le modalità per l'istituzione dell'Ente per l'energia elettrica (E.N.E.L.).[32][60][61][62]

Enel avrebbe acquisito tutte le attività delle aziende operanti nella produzione, trasformazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, fatto salvo alcune eccezioni, quali gli autoproduttori ovvero aziende che producevano più del 70% di energia elettrica in funzione di altri processi produttivi (a cui successivamente furono equiparate anche le aziende municipalizzate[56]), o le piccole aziende che non producevano più di 10 milioni di chilowattore per anno.[63][64][65][66][67][68]

A compensazione delle acquisizioni, vennero definite le modalità di valutazione del valore delle aziende e venne istituito un indennizzo da corrispondere in 10 anni ai creditori al tasso di interesse del 5,5%.[65][69] Il 1962 venne considerato un esercizio di transizione in cui tutti gli oneri ed i proventi delle aziende acquisite sarebbero stati trasferiti ad Enel, mentre il 1963 segnò il primo anno di esercizio dell'azienda.[70][71][72][73]

Le prime acquisizioni interessarono le seguenti aziende:[74]

1963-1970: ammodernamento e sviluppo della rete modifica

I primi di obiettivi di Enel furono l'ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica con la costruzione delle dorsali ad alta tensione, i collegamenti internazionali, i collegamenti con le isole, l'elettrificazione delle zone rurali e la realizzazione del centro nazionale di dispacciamento, finanziati anche tramite l'emissione, nel 1965, di obbligazioni garantite dallo stato per un valore di oltre 200 miliardi di lire.[79][80] Nel 1967 la sorveglianza di Enel passò dal Comitato dei Ministri al comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) sempre di concerto con il Ministero dell'Industria.[65][81][82] In questo periodo inoltre la produzione di energia termoelettrica superò per la prima volta quella idroelettrica.[83][84]

Centro nazionale di dispacciamento modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dispacciamento.

Nel 1963 venne creato il Centro nazionale di dispacciamento di Roma al fine di gestire i flussi di energia sulla rete coordinando gli impianti di produzione, la rete di trasmissione, la distribuzione oltre che l'interconnessione del sistema elettrico italiano con l'estero, regolando istante per istante la produzione e la trasmissione di energia sulla base dell'effettiva richiesta.[2][74][80][85][86][87][88]

Elettrificazione rurale modifica

Nell'ambito dell'elettrificazione rurale i nuclei abitati non collegati alla rete elettrica passarono dall'1,27% del 1960 allo 0,46% del 1964, con oltre 320.000 nuovi abitanti collegati. Nel quinquiennio 1966-1970 furono avviati ulteriori investimenti per l'elettrificazione rurale, a carico per l'80% dello stato e per il 20% dell'Enel, complementati da tariffe agevolate come stimolo allo sviluppo agricolo.[89][90][91][92][93]

Rete ad alta tensione e collegamenti con le isole modifica

Nel 1968 iniziarono i lavori (terminati nella prima metà degli anni '70) di realizzazione della linea a 380 Kv di collegamento tra Firenze e Roma che unì il sistema elettrico ad alta tensione del Nord con quello del Centro Sud.[94][95] Vennero realizzate inoltre i collegamenti internazionali ad alta tensione con la Francia (linea 380 kV Venaus-Villarodin, 1969) e con la Svizzera.[58][96]

Negli stessi anni vennero attivati i collegamenti elettrici con l'utilizzo di cavi sottomarini tra la penisola e l'Isola d'Elba (1966)[97], l'Isola d'Ischia (1967)[97][98] e la Sardegna, attraverso la Corsica (1967).[84]

Il disastro del Vajont modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Disastro del Vajont.

L'Enel fu coinvolta nel disastro del Vajont, accaduto il 9 ottobre 1963 al bacino del Vajont, invaso artificiale sfruttato per produrre una grande quantità di energia idroelettrica, sulle cui acque cadde una frana di 260 milioni di metri cubi. L'impianto era stato realizzato dalla Sade e il 14 marzo 1963 era stato appena conferito nell'ambito del processo di nazionalizzazione alla neonata Enel. L'impatto della frana nel lago provocò delle ondate, entro e fuori la valle del Vajont, che lambirono i paesi di Erto e Casso e che scavalcarono la diga, distruggendo i paesi a valle di Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè. Questo disastro causò circa duemila vittime. L'Enel fu imputata al processo come società responsabile del disastro, aggravata dalla prevedibilità dell'evento. Nel 1964, anche la Montedison fu coinvolta nel processo, avendo acquisito la SADE, costruttore dell'impianto. [99] Le due società furono condannate a risarcire i danni alle comunità coinvolte nella catastrofe.

1970-1980: crisi energetica e ricerca di nuove fonti modifica

 
Pubblicità Enel "Per una migliore e più economica utilizzazione dell'energia" negli anni della crisi energetica (1976-1977)[100][101]

Gli anni '70 furono caratterizzati da una forte crisi energetica che portò a drastiche misure di austerity e alla definizione di un piano energetico nazionale che definì come obiettivo la costruzione di nuove centrali elettriche e la ricerca di nuove fonti energetiche.

La crisi energetica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi energetica (1973) e Austerity.

Nel 1975, in seguito alla crisi petrolifera e al piano di Austerity, con la definizione del primo piano energetico nazionale (PEN), si puntò a sostituire la dipendenza dagli idrocarburi con l'utilizzo di altre fonti energetiche, tra cui idroelettriche, geotermiche, incremento dell'uso del carbone, il ciclo dei rifiuti e in particolare con l'utilizzo dell'energia nucleare.[65][102][103][104][105]

Nuovi impianti modifica

Nel corso del decennio furono realizzati diversi impianti:[106]

1980-1990: rinuncia al nucleare modifica

Il decennio dal 1980 al 1990 fu caratterizzato dalla realizzazione di nuovi impianti, anche sperimentali con l'uso di energie alternative, e da una progressiva diminuzione della dipendenza dal petrolio che passò dal 75,3 per cento del 1973 al 58,5 per cento del 1985.[128][129][130]

Il 1986 vide il primo bilancio in attivo di Enel con 14 miliardi e 100 milioni di lire di utile.[131][132][133][134]

Infine nel 1987 in seguito agli eventi di Černobyl, ebbe luogo il referendum sul nucleare che sancì la fine dell'utilizzo dell'energia nucleare in Italia, la chiusura e il blocco della costruzione di centrali nucleari e la definizione di un nuovo piano energetico nazionale.

Nuovi impianti ed energie alternative modifica

Vennero realizzati i seguenti impianti:[135]

Nell'ambito delle energie alternative:

Nel 1985 inoltre il centro nazionale di dispacciamento e di controllo della rete elettrica venne gradualmente trasferito dal centro di Roma a Settebagni ed inserito in un contesto europeo di sincronizzazione della produzione di energia elettrica.[166][167]

Referendum, chiusura delle centrali nucleari e nuovo piano energetico nazionale modifica

In seguito al disastro di Černobyl' del 1987, fu indetto un referendum che sancì l'interruzione dei programmi energetici del nucleare in Italia. In relazione alle centrali esistenti o in costruzione:[63][107][168][169][170]

A seguire nel 1988 il nuovo piano energetico nazionale (PEN) stabilì come obiettivi fondamentali l'incremento dell'efficienza energetica, la protezione dell'ambiente, lo sfruttamento delle risorse nazionali, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento dall'estero e in generale la competitività del sistema produttivo.[171][172][173][174][175][63]

1990-2000: liberalizzazioni e privatizzazioni modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Decreto Bersani.

Tra il 1990 ed il 2000 si assistette ad una progressiva liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica.[63]

Nel luglio del 1992 il Governo Amato I trasformò Enel in società per azioni con il Ministero del Tesoro come unico azionista.[176]

Attraverso il Decreto Bersani nel 1999 si avviò la liberalizzazione del mercato elettrico; ne conseguì un riassetto societario di Enel con la separazione delle attività di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia.[177][178][179]

Nuovi impianti ed energie alternative modifica

  • Nel 2000 venne avviato da Enel il progetto di collegamento tra le reti elettriche di Italia e Grecia attraverso la posa di un elettrodotto sottomarino di una lunghezza di 160 km che avrebbe unito Otranto (Puglia) con la città greca di Aetos (Peloponneso) e capace di trasportare 600 megawatt di energia a tensione continua. La realizzazione del progetto conclusasi nel 2002, ebbe un costo complessivo di 339 milioni di Euro.[180][181][182]

Nell'ambito delle energie alternative:

Liberalizzazione, privatizzazione e quotazione in borsa modifica

  • Nel 1991 con la legge 9 gennaio 1991, n. 9, si assistette ad una prima parziale liberalizzazione della produzione di energia elettrica proveniente da fonti convenzionali e da fonti rinnovabili; venne concesso alle imprese di produrre energia elettrica per uso proprio con l'obbligo di cederne la quantità in eccesso a Enel.[189][190][63]
  • Nel 1999, il Governo D'Alema I emanò il Decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (cosiddetto decreto Bersani), attraverso il quale venne definitivamente liberalizzato il settore elettrico; si aprì così la possibilità per altri soggetti di operare nel mercato dell'energia. Si profilò per Enel, fino a quel momento unico soggetto titolare della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica in Italia, l'obbligo di modificare il suo assetto societario; distinguendo quindi le tre fasi e costituendo tre diverse società: Enel Produzione, Enel Distribuzione e Terna (la proprietà di Terna fu ceduta completamente da Enel nel 2005). Inoltre venne stabilita per Enel una soglia massima di produzione di energia elettrica pari al 50% dell'intera produzione sul suolo nazionale. [191][192][179][193][194][195][196]
  • Nel 1999 anno Enel con il nuovo assetto societario venne privatizzata per il 31,7%. Alla privatizzazione fece seguito la quotazione in borsa; le azioni Enel vennero quotate nella Borsa Italiana con un valore di 4,3 euro per ogni titolo; il totale dell'offerta fu di 4.183 milioni di azioni per un valore totale di 18 miliardi di Euro.[197][198][199][200][201][202]

Altre operazioni modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Wind Telecomunicazioni.

2000-2010: politiche ambientali e internazionalizzazione modifica

Il decennio dal 2000 al 2010 fu caratterizzato da alcune politiche di riduzione dell'impatto ambientale nella produzione di energia e da una progressiva internazionalizzazione di Enel attraverso numerose acquisizioni e fusioni. [208][209][210]

Politiche ambientali modifica

File:Logo Enel Green Power.png
Il marchio di Enel Green Power.

Acquisizioni e fusioni modifica

  • Nel 2000 Enel attraverso la sua controllata Erga acquistò CHI Energy produttore di energia rinnovabile operante nel mercato statunitense e canadese; l'operazione costò ad Enel 170 milioni di dollari. [218][219][220]
  • Nel 2001 Enel si aggiudicò la gara per l'acquisto di Viesgo, società controllata di Endesa e operante sul mercato spagnolo della produzione e distribuzione di energia elettrica con una capacità netta installata di 2400 MW.[221][222][223][224]
  • Nel 2004 Enel venne incluso nel Dow Jones Sustainability Index Dow Jones Sustainability Index, indice borsistico che valuta le performance finanziarie delle compagnie mondiali in base a principi di eccellenza economico-finanziaria e di sostenibilità ambientale.[225][226][227]
  • Nel 2002 Enel cedette Eurogen S.p.A, Elettrogen S.p.A e Interpower S.p.A. in ottemperanza a quanto prescritto dal Decreto Bersani in merito alla liberalizzazione della produzione di energia elettrica.[228][229][230][231]

Nuovi impianti ed energie alternative modifica

  • Nel 2001 Enel avviò in Brasile la costruzione di una linea di trasmissione ad alta tensione lunga 1.095 km.[232][233]
  • Nel 2009 Enel diede vita al progetto Archilede; il nuovo sistema di illuminazione urbana fu scelto da 1600 comuni; questa nuova tecnologia di illuminazione intelligente permetteva di realizzare un risparmio energetico di circa 26 GWh/anno riducendo le emissioni di anidride carbonica di 18.000 ton/anno.[234][235][236]
  • Nel 2009 Enel inaugurò una nuova centrale fotovoltaica, presso il Parco di Villa Demidoff a Pratolino (Firenze). Il progetto denominato “Diamante” prevedeva la messa in funzione di un impianto capace di immagazzinare l'energia accumulata nelle ore diurne sotto forma di idrogeno al fine di utilizzare tale energia in assenza di sole.[237][238][239]
  • Nel 2010 nacque la centrale solare termodinamica Archimede a Priolo Gargallo in provincia di Siracusa (Sicilia); si tratta della prima centrale al mondo a utilizzare la tecnologia dei sali fusi integrata con un impianto a ciclo combinato.[240][241][242]

Altre operazioni modifica

  • Nel novembre 2010 Enel Green Power venne quotata in borsa esordendo sui listini di Milano e Madrid.[254]

2011-2015: efficienza energetica ed energia sostenibile modifica

Tale periodo fu caratterizzato dalla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione i cui principali obiettivi furono il riassetto delle attività all'estero e riduzione del debito.

Attività industriali modifica

  • Nel 2011 Enel inaugurò a Brindisi presso la Centrale ENEL Federico II il primo impianto pilota in Italia per la cattura dell'anidride carbonica.[255][256][257][258]
  • Nel 2011 Enel distribuzione realizzò in Italia, in Molise nella zona di Isernia, la prima rete intelligente ovvero Smart grid, in grado di regolare con efficienza il flusso bidirezionale di energia elettrica prodotta da energie rinnovabili. L'investimento complessivo per questo progetto ammontò a 10 milioni di euro.[259][260][261].
  • Nel 2012 Enel e Renault collaborarono per la riuscita di un innovativo modello che consentisse di indicare in tempo reale al cliente la localizzazione dei punti di ricarica Enel più vicini rispetto alla sua posizione e le informazioni sulla loro disponibilità. In precedenza, collaborazioni si ebbero anche con altre case produttrici come Opel, Mercedes e Piaggio a dimostrazione dell'impegno nei progetti di mobilità elettrica, alla base della realizzazione delle Smart City, le città intelligenti del futuro.[262][263][264][265][266]

Attività societarie modifica

Attività di ricerca e sviluppo modifica

Attività di sostenibilità modifica

  • Nel 2011 Enel entrò a far parte del United Nations Global Compact, l'iniziativa creata dalle Nazioni Unite, in tema di sostenibilità economica, sociale e ambientale, che raggruppa aziende da tutto il mondo.[285]
  • Nel 2011 Enel venne ammessa nel FTSE4Good Index della Borsa di Londra che misura il comportamento delle imprese nell'ambito della sostenibilità ambientale, nelle relazioni con gli stakeholder, nel rispetto dei diritti umani, nella qualità delle condizioni lavorative e nella lotta alla corruzione.[286][287]
  • Nel 2011 Enel firmò un accordo quadro di cooperazione con il Programma alimentare mondiale (WFP) delle Nazioni Unite, nella lotta alla fame nel mondo e ai cambiamenti climatici. L'ammontare del progetto fu di 8 milioni di euro e comprendeva la produzione e distribuzione di stufe da cucina ad alta efficienza, l'installazione di impianti fotovoltaici presso le sedi logistiche del WFP e sostegno a interventi umanitari.[288][289][290]
  • Nel 2012 Enel confermò la sua presenza all'Expo 2015 aggiudicandosi due gare per la realizzazione di Smart grid, una rete intelligente per ottimizzare la distribuzione dell'energia.[291][292]

Note modifica

  1. ^ a b c Bilancio consolidato ENEL S.p.A 2013 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "www.enel.com" è stato definito più volte con contenuti diversi
  2. ^ a b Roberta Jannuzzi, Storia di Enel dal 1962 ai nostri giorni, su Radio Radicale, 29 settembre 2006. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  3. ^ Dismissione partecipazioni dello Stato, su Camera dei deputati. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  4. ^ Enel, il Tesoro vende il 5,7%. In arrivo altri 2,2 miliardi, su Corriere.it, 25 febbraio 2015. URL consultato il 26 febbraio 2015.
  5. ^ Andrea Telara, La privatizzazione di Enel ed Eni, su Panorama, 28 agosto 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  6. ^ Elenco delle Partecipazioni dirette del Ministero dell'Economia e delle Finanze, su Ministero dell'Economia e delle Finanze. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  7. ^ Alessandra Puato, Privatizzazioni. Eni ed Enel, gli aggregatori di Stato, su Corriere della Sera, 8 luglio 2014.
  8. ^ Datori lavoro italiani, Agnelli primi per dipendenti. Ma il 74% è all’estero, su Il Fatto Quotidiano, 23 ottobre 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  9. ^ Fca-Cnh torna sopra 306 mila addetti dopo 24 anni, su Ansa, 23 ottobre 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  10. ^ Dati operativi, su Enel. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  11. ^ Laura Serafini, Starace «promosso», obiettivo ridurre i debiti, su Il Sole 24 Ore, 15 aprile 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  12. ^ Principali dati economico-finanziari per Divisione: 2013, su Enel. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  13. ^ Enel nel mondo, su Enel.tv, 28 settembre 2012. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  14. ^ Stefano Agnoli, Quell'autosufficienza cercata in 40 Paesi, su Corriere della Sera, 30 maggio 2012. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  15. ^ (EN) Global 500 2014, su Fortune, 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  16. ^ Azioni Enel - Quotazioni ENEL e Titoli borsa, su Il Sole 24 Ore. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  17. ^ Andamento del titolo, su Enel. URL consultato il 29 gennaio 2015.
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  19. ^   Brand identity - Nuovo logo Enel 1998 - Enel Frammenti di storia, su YouTube, 28 maggio 2010. URL consultato il 29 gennaio 2015.
  20. ^ Presentazione Nuovo Logo Enel, su Enel.tv, 1998. URL consultato il 29 gennaio 2015.
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  28. ^ Piero Gnudi, L’energia elettrica: storia di un successo italiano, su Museo Energia. URL consultato il 30 gennaio 2015.
  29. ^ Felice Egidi, Attualità dell'energia idroelettrica, su Museo Energia. URL consultato il 30 gennaio 2015.
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  40. ^ Repertorio generale annuale della Giurisprudenza italiana, vol. 1, Unione tipografico-editrice, 1960, p. 60.
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  43. ^ Renato Giannetti, Il servizio elettrico dai sistemi regionali alla liberalizzazione, su Treccani. URL consultato il 31 gennaio 2015.
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  50. ^ Lauro Orizio e Francesco Radice, Storia dell'industria elettrica in Italia (1882-1962), Nova tipo lito, 1964, p. 308.
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  52. ^ Franco Amatori e Francesco Brioschi, Le grandi imprese private: famiglie e coalizioni, in Fabrizio Barca (a cura di), Storia del capitalismo italiano dal dopoguerra a oggi, Donzelli Editore, 1997.
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  54. ^ Libertà e giustizia per il Mezzogiorno, G. Macchiaroli, 1955.
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