Diocesi di Cassano all'Jonio

diocesi della Chiesa cattolica in Italia
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La diocesi di Cassano all'Jonio (in latino: Dioecesis Cassanensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2021 contava 102.100 battezzati su 107.000 abitanti. È retta dal vescovo Francesco Savino.

Diocesi di Cassano all'Jonio
Dioecesis Cassanensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano
Regione ecclesiasticaCalabria
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFrancesco Savino
Vicario generaleFrancesco Di Chiara
Vescovi emeritiNunzio Galantino
Presbiteri68, di cui 58 secolari e 10 regolari
1.501 battezzati per presbitero
Religiosi12 uomini, 23 donne
Diaconi8 permanenti
 
Abitanti107.000
Battezzati102.100 (95,4% del totale)
StatoItalia
Superficie1.311 km²
Parrocchie52 (3 vicariati)
 
ErezioneV secolo[1]
Ritoromano
CattedraleNatività della Beata Vergine Maria
Santi patroniSan Biagio
IndirizzoPiazza Sant'Eusebio da Cassano 1, 87011 Cassano allo Ionio (CS)
Sito webwww.diocesicassanoalloionio.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchiara di Calabria.
Il santuario della Madonna dello Spasimo o delle Cappelle a Laino Borgo.

Il patrono della diocesi è san Biagio, vescovo di Sebaste e martire, commemorato il 3 febbraio.

Territorio modifica

La diocesi comprende 22 comuni della provincia di Cosenza: Albidona, Alessandria del Carretto, Altomonte, Amendolara, Canna, Cassano all'Ionio, Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Laino Borgo, Laino Castello, Montegiordano, Morano Calabro, Mormanno, Nocara, Oriolo, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, San Lorenzo Bellizzi, Saracena, Trebisacce, Villapiana.

Confina a nord con la regione ecclesiastica Basilicata, a sud-ovest con la diocesi di San Marco Argentano-Scalea, a sud con l'eparchia di Lungro e l'arcidiocesi di Rossano-Cariati.

Sede vescovile è la città di Cassano all'Ionio, dove si trova la basilica cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria. A Castrovillari sorge la basilica di San Giuliano. Sono cinque i santuari riconosciuti della diocesi[2]: Santa Maria della Catena a Cassano, Santa Maria del Castello a Castrovillari (elevato alla dignità di basilica minore nel 2022), Santa Maria delle Armi a Cerchiara di Calabria, Madonna dello Spasimo o delle Cappelle a Laino Borgo e la Madonna della Nova a Rocca Imperiale.

Il territorio si estende su 1.311 km² ed è suddiviso in 52 parrocchie, raggruppate in 3 vicariati foranei: Cassano, Castrovillari e Alto Ionio.[3]

Storia modifica

Incerte sono le origini della diocesi di Cassano. Secondo alcuni autori, il primo documento attestante la sede episcopale potrebbe risalire al pontificato di papa Ilario (461-468): tra i sottoscrittori degli atti del sinodo celebrato nel 465 a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore compare, infatti, un Caprarius (o Capsarius), episcopus Cassanensis. Altri storici tuttavia ritengono che Caprario non fu vescovo Cassanensis, ma Cassitanus, ossia di Cassino, nel Lazio meridionale.[4]

La diocesi sarebbe stata eretta nella seconda metà del IX secolo quando gli eserciti bizantini strapparono la valle del Crati ai Longobardi. Essa tuttavia non compare nella Notitia Episcopatuum composta ad opera dall'imperatore bizantino Leone VI (886-912) e databile all'inizio del X secolo, ma solo nelle versioni successive redatte nello stesso secolo, in cui la diocesi appare tra le suffraganee dell'arcidiocesi di Reggio; «al momento della sua fondazione, assorbì certamente, anche se si ignora in che misura, una porzione di territorio dell'antica diocesi di Thurio e interamente quello di Blanda dopo la sua distruzione o abbandono».[5]

Primo vescovo conosciuto potrebbe essere Davide, attorno alla metà del X secolo, menzionato nella vita di Gregorio Abate. Dopo Davide occorre andare alla metà del secolo successivo per trovare un altro vescovo: nel 1059 un anonimo vescovo bizantino di Cassano, insieme al praesopus di Gerace, tentando di opporsi all'espansione dei Normanni nell'Italia meridionale, guidò un assalto alla fortezza di San Martino, nella valle delle Saline, subendo una cocente sconfitta.

Dopo la conquista bizantina, la diocesi assunse il rito e la liturgia greca. «Nonostante fosse inserita in una zona contesa da bizantini e longobardi e dunque sottoposta a influenze greche e latine, si presentava marcatamente bizantina»[5]. Fu infatti una delle culle del monachesimo greco in Calabria, grazie alla sua importante presenza nel Mercurion dove vissero o studiarono, presso i monasteri locali, un gran numero di personalità che saranno venerate come santi dalla chiesa, tra cui san Fantino il giovane, san Nicodemo da Cirò, san Zaccaria del Mercurion, san Saba del Mercurion, san Luca di Demenna, san Macario Abate e, probabilmente il più importante, san Nilo da Rossano.

Nel corso del medioevo la Chiesa di Cassano andò soggetta ad alterne vicende, passando con estrema rapidità dalla dipendenza dall'arcidiocesi di Reggio all'immediata soggezione alla Santa Sede.

Dopo la conquista normanna, con una bolla del 24 marzo 1058 papa Stefano IX la dichiarò, insieme alle altre diocesi della valle del Crati (Cosenza, Malvito, Bisignano e Martirano), suffraganea di Salerno. Essendo Reggio stata conquistata dai Normanni (1060) ed essendo tornata al rito latino, il metropolita reggino reclamò la soggezione di Cassano; papa Pasquale II, però, la dichiarò immediatamente soggetta alla Santa Sede, privilegio confermato da Callisto II. Tornò a dipendere dalla Chiesa di Reggio probabilmente per volere di papa Eugenio III (1145-1153), ma non esistono documenti; figura, comunque, tra le diocesi suffraganee di Reggio in un atto di papa Alessandro III del 19 novembre 1165.

Cassano figura di nuovo immediatamente soggetta alla Santa Sede in una bolla di Bonifacio VIII del 1303, ma pochi anni dopo papa Giovanni XXII in una bolla del 24 ottobre 1334, riferendosi all'elezione di un vescovo di Cassano, sottolinea che questa è stata confermata dal metropolita di Reggio. Venne restituita all'immediata soggezione il 5 dicembre 1454, per volere di papa Niccolò V, ma papa Pio II con la bolla Disponente Domino del 21 gennaio 1459 tornò ad affidare Cassano alla giurisdizione dell'arcivescovo di Reggio. Tuttavia verso la fine del XVI secolo Cassano ritornò ad essere immediatamente soggetta alla Santa Sede.[6]

Dopo l'anonimo vescovo greco del 1059, è noto Sassone, primo vescovo di rito latino, il quale ottenne da papa Urbano II il titolo di barone, esteso ai suoi successori; durante il suo episcopato convissero pacificamente il clero di rito latino, imposto dai Normanni, con quelli di rito greco, che tuttavia progressivamente scomparirono. A partire dal XIV secolo i vescovi eletti di Cassano dovettero pagare alla Camera apostolica una ingente somma di denaro; questo favorì la nomina di nobili o di parenti degli alti prelati. Nella prima metà del XVI secolo la diocesi di Cassano venne data in commenda o amministrazione ad alcuni cardinali di Curia, ai quali Clemente VII e Paolo III concessero il privilegio dell'esenzione personale. L'istituzione della commenda e l'assenteismo dei vescovi, favorirono il depauperamento dei beni della mensa vescovile a tutto vantaggio dei baroni e dei potenti locali.

Nel territorio diocesano è documentata la presenza di due etnie, quella ebraica e quella albanese. La presenza ebraica, già attestata nel XIII secolo e in seguito per tutto il XVII secolo, era incentrata soprattutto negli abitati di Castrovillari, Altomonte, Morano e Scalea. Gli albanesi giunsero in diocesi nel XV secolo dove furono loro concessi i casali di Acquaformosa, Civita, Firmo, Frascineto, Porcile, Lungro, Plataci e San Basile; dopo un periodo di pacifica convivenza, a partire dal 1490 «i rapporti cominciarono a inasprirsi fino a toccare il culmine nel periodo successivo al concilio di Trento, quando gli albanesi subirono soprusi e violenze psicologiche attraverso drastiche misure repressive adottate dai vescovi».[5]

Dalla seconda metà del XVI secolo i vescovi ripresero a risiedere in diocesi e attuarono progressivamente i decreti del concilio tridentino: Giovan Battista Serbelloni (1561-1579) indisse il primo sinodo diocesano; Tiberio Carafa (1579-1588) fondò il seminario e celebrò il secondo sinodo; Owen Lewis (1589-1595) effettuò la prima visita pastorale della diocesi e fondò diverse confraternite di laici; Gennaro Fortunato (1729-1751) impostò una pastorale di rinnovamento dello spirito religioso, attraverso l'operato di sant'Angelo d'Acri e del beato Mariano Arciero, e curò la catechesi attraverso particolari disposizioni emanate con editto nel 1744.

Con la bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818, con la quale venivano riformate le giurisdizioni ecclesiastiche del regno di Napoli, la sede di Cassano fu assoggettata alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Reggio.

Tra Ottocento e Novecento il territorio diocesano è stato sostanzialmente modificato e ridotto:

  • il 21 ottobre 1898 ha ceduto Maratea e le sue quattro parrocchie, tra cui la basilica di San Biagio patrono della diocesi stessa, alla diocesi di Policastro;[7]
  • il 13 febbraio 1919 in seguito all'erezione dell'eparchia di Lungro con la bolla Catholici fideles di papa Benedetto XV, Cassano ha ceduto i paesi di lingua albanese e di rito bizantino che rientravano nel suo territorio, ossia: Acqua Formosa, Civita, Firmo, Frascineto, Lungro, Piataci, Porcile, San Basile;[8]
  • l'8 settembre 1976, per far coincidere i confini delle diocesi con quelli delle regioni civili, le parrocchie lucane della diocesi (Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda, Viggianello e le parrocchie di Agromonte Magnano e Agromonte Mileo nel comune di Latronico) sono state cedute alla diocesi di Anglona-Tursi ed in cambio sono stati aggregati a Cassano i paesi dell'Alto Ionio Cosentino (Alessandria del Carretto, Amendolara, Canna, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Rocca Imperiale e Roseto Capo Spulico);[9]
  • infine il 4 aprile 1979 ha ceduto alla diocesi di San Marco Argentano il vicariato di Scalea, comprensivo dei comuni della fascia costiera tirrenica di Scalea, Aieta, Orsomarso, Papasidero, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Santa Domenica Taleo, Santa Maria del Cedro, Tortora e Verbicaro.[10]

Il 30 gennaio 2001 con la bolla Maiori Christifidelium papa Giovanni Paolo II ha elevato alla dignità di sede arcivescovile metropolitana l'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e la diocesi di Cassano all'Ionio è entrata a far parte di questa nuova provincia ecclesiastica.[11]

Il 21 giugno 2014 la diocesi ha ricevuto la visita pastorale di papa Francesco.

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 107.000 persone contava 102.100 battezzati, corrispondenti al 95,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 110.000 110.000 100,0 89 83 6 1.235 6 106 45
1958 110.000 110.000 100,0 88 73 15 1.250 15 118 51
1970 130.060 130.060 100,0 79 68 11 1.646 14 138 54
1980 98.000 102.000 96,1 68 52 16 1.441 16 84 43
1990 104.000 106.000 98,1 65 51 14 1.600 14 102 46
1999 104.200 106.400 97,9 70 62 8 1.488 3 14 88 48
2000 104.200 107.000 97,4 68 61 7 1.532 3 9 70 47
2001 104.000 106.000 98,1 75 67 8 1.386 3 10 75 47
2002 104.200 106.580 97,8 69 61 8 1.510 3 10 75 47
2003 104.000 106.200 97,9 67 59 8 1.552 3 10 57 47
2004 104.200 106.800 97,6 69 61 8 1.510 3 15 74 47
2006 105.000 106.600 98,5 68 61 7 1.544 3 9 60 47
2013 104.187 108.100 96,4 78 65 13 1.335 3 15 59 49
2016 103.761 107.881 96,2 75 65 10 1.383 3 12 46 52
2019 102.670 107.323 95,7 70 60 10 1.466 7 12 40 52
2021 102.100 107.000 95,4 68 58 10 1.501 8 12 23 52

Note modifica

  1. ^ Datazione riportata dall'Annuario Pontificio.
  2. ^ Dal sito web della diocesi.
  3. ^ Dal sito web della diocesi.
  4. ^ Così Francesco Russo, Storia della Chiesa in Calabria dalle origini al Concilio di Trento, vol. I, 1982, p. 105.
  5. ^ a b c Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  6. ^ Eubel, vol. IV, p. 138, nota 1.
  7. ^ (LA) Decreto Illud semper, in «Leonis XIII pontificis maximi acta», vol. XVIII, Romae, 1899, pp. 178-180.
  8. ^ Acta Apostolicae Sedis, 11 (1919), p. 224.
  9. ^ Acta Apostolicae Sedis, 68 (1976), pp. 675-676.
  10. ^ Acta Apostolicae Sedis, 71 (1979), p. 560.
  11. ^ Acta Apostolicae Sedis, Bolla 93 (2001), p. 337.
  12. ^ Tra Davide e l'anonimo del 1059, viene inserito un vescovo di nome Leone, «vescovo greco espulso dalla Calabria dai bizantini; la sua attribuzione a Cassano non ha fondamento alcuno» (Cronotassi dall'Annuario diocesano 2008, p. 40).
  13. ^ Non è chiara la cronologia dei vescovi Sassone e Gregorio; cfr. Cronotassi dall'Annuario diocesano 2008, p. 40.
  14. ^ Incerta l'esistenza di questo vescovo, perché menzionato in un diploma, relativo alla consacrazione della cattedrale di Catanzaro, di dubbia autenticità.
  15. ^ Documentato come "vescovo eletto".
  16. ^ Per la cronologia dei vescovi da Tommaso (1171) a Marco d'Assisi (1285): Kamp (Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien, vol 2, Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194 - 1266; Apulien und Kalabrien, Monaco 1975, pp. 939-948.
  17. ^ Documentato come episcopus electus.
  18. ^ L'11 febbraio 1298 papa Bonifacio VIII diede incarico di scegliere una persona idonea per la sede di Cassano (Eubel, vo. I, p. 170, nota 3). Pasquale fu trasferito il 15 luglio 1309 alla diocesi di Larino.
  19. ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare di Scitopoli.
  20. ^ Contestualmente nominato vescovo titolare di Caristo.
  21. ^ Nominato vescovo titolare di Efesto.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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