Il pianista (film)
Il pianista (The Pianist) è un film del 2002 diretto da Roman Polański, tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Władysław Szpilman.[1] Il film ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 2002 e 3 Premi Oscar nel 2003.
La trama è tratta dal racconto di quanto vissuto dal pianista ebreo dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, coprendo l'occupazione di Varsavia, la creazione, la vita, la fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla liberazione della città da parte dell'Armata Rossa. Nel film i brani al pianoforte sono stati eseguiti dal pianista polacco Janusz Olejniczak.
Trama
modificaVarsavia, settembre 1939. Il pianista Władysław Szpilman sta eseguendo al pianoforte il Notturno n. 20 in do diesis minore di Fryderyk Chopin alla radio di Varsavia dove lavora, quando sente delle esplosioni che rapidamente si avvicinano: gli viene detto di smettere, ma lui continua fino a quando una bomba esplode nello studio di registrazione: è l'inizio della Seconda guerra mondiale e la Polonia è stata invasa dalla Germania nazista; Władysław ritorna a casa e apprende con la sua famiglia (composta dai genitori, dal fratello Henryk e dalle sorelle Regina e Halina) dell'annuncio della dichiarazione di guerra alla Germania di Hitler da parte di Francia e Gran Bretagna ascoltando la radio, ma nonostante l'entusiasmo Varsavia verrà occupata dopo pochi giorni.[2] Immediatamente dopo l'occupazione, viene emanata una serie di restrizioni alla popolazione, rese ancora più pesanti per la numerosa comunità ebraica,[3] che riguardano la limitazione del possesso di denaro (massimo 2.000 złoty polacchi),[4] l'estromissione dal lavoro, il divieto di accesso a locali e luoghi pubblici e l'obbligo di indossare una fascia bianca con la stella di David.[5] Władysław di conseguenza viene licenziato dalla radio di Varsavia e dopo che la famiglia ha esaurito gli ultimi risparmi è costretto a vendere il suo pianoforte, prima di trasferirsi nel nuovo ghetto di Varsavia in seguito ad un nuovo decreto nazionalsocialista.[6]
Una volta trasferitisi, gli Szpilman iniziano a vivere una realtà di miseria, di umiliazioni, fame e morte: Władysław cerca inutilmente di salvare un bambino che tenta di rientrare nel ghetto con del cibo rubato, oppure una sera la famiglia guarda impotente le SS che irrompono nel palazzo di fronte al loro uccidendo gli abitanti degli appartamenti, tra cui anche un anziano in sedia a rotelle: eventi come questi accadono mentre ogni giorno le persone muoiono di stenti. Tutti cercano di sopravvivere: Władysław trova lavoro come pianista in un locale; Henryk, dopo che lui e il fratello hanno rifiutato l'invito di Jerzy Lewinski ad arruolarsi nella polizia ebraica, cerca di vendere libri, mentre gli altri grazie all'interessamento di alcuni amici che stanno cercando di organizzare una resistenza, vengono assunti in una sartoria. Il 16 agosto 1942, però Władysław e tutta la sua famiglia con altre migliaia di persone viene deportato verso il campo di sterminio di Treblinka, ma prima di salire sul treno viene tirato fuori dalla fila dal gendarme Lewinski, che in precedenza gli aveva offerto l'arruolamento.
Władysław ora è solo, e grazie all'interessamento ed a volte alla corruzione dei pochi amici rimasti vivi, riesce a trovare lavoro come carpentiere, ma il pericolo di essere uccisi è costante e contemporaneamente iniziano a circolare delle voci sulla reale sorte degli ebrei trasferiti da Varsavia. I pochi rimasti vivi, sfruttando il permesso di uscire dal ghetto, riescono ad introdurvi delle armi e dopo che Władysław è stato fatto fuggire e rifugiare in una casa sicura da una vecchia amica (una cantante conosciuta in tempo di pace), inizia una rivolta.[7]
Costretto ad abbandonare quella casa a causa di una vicina che lo ha scoperto, Władysław, disponendo di un indirizzo fornitogli dalla resistenza, ripara in casa di Dorota, una violoncellista che aveva conosciuto il giorno dello scoppio della guerra, il cui marito riesce a trovargli un altro nascondiglio presso un'abitazione nel settore tedesco; qui troverà conforto in un vecchio pianoforte che fingerà di suonare nelle lunghe giornate vissute in solitudine. Durante la permanenza nel settore tedesco conosce Antek, un uomo incaricato dal marito di Dorota di prendersi cura di lui ed ex-tecnico della radio di Varsavia, che userà il suo nome solo per raccogliere soldi in tutta la città e tenersene una parte. Con l'approssimarsi delle truppe sovietiche Varsavia insorge[8] e Władysław, scampato miracolosamente alla distruzione della città, rientra in ciò che resta delle macerie di un quartiere, ed ormai allo stremo delle forze va alla ricerca di cibo.
Trovato riparo in una soffitta in una delle poche case rimaste ancora in piedi, trova una latta di cetrioli, ma incapace di aprirla la porta nel suo nascondiglio. Il giorno dopo, mentre cerca di aprire la latta con mezzi di fortuna, viene scoperto da un ufficiale tedesco, che venuto a conoscenza della sua antica professione lo conduce in una stanza dove c'è un pianoforte e lo invita a suonare. Władysław lo accontenta eseguendo la Ballata n°1 in Sol minore di Chopin,[9] e l'ufficiale, rimanendo colpito dalla sua esecuzione, decide di aiutarlo e per i mesi successivi lo nutrirà fino a quando i tedeschi, sotto la spinta dell'attacco sovietico, non abbandoneranno la città.[10] L'ufficiale si congeda da Władysław donandogli il suo cappotto e chiedendogli il suo nome ma senza dirgli il proprio.
Una mattina Władysław sente risuonare le note dell'inno nazionale della Polonia dall'altoparlante di un camion di passaggio nelle rovine coperte di neve: esce dal nascondiglio con indosso il cappotto e corre incontro ai soldati polacchi, rischiando di essere ucciso dopo essere stato scambiato per tedesco, ma riesce a salvarsi. L'ufficiale, nel frattempo catturato e portato in un campo di prigionia in attesa di essere trasferito in Unione Sovietica, incontra un ex-deportato polacco che sta facendo ritorno a casa e, dopo avergli riferito che ha aiutato Wladysław durante l'ultimo periodo di occupazione, gli chiede di informarlo che lui si trova lì, ma mentre dice il suo nome viene zittito da un soldato sovietico. Tempo dopo, con ormai la guerra finita da tempo, Władysław, che nel frattempo ha ripreso la sua vita e il suo posto alla radio di Varsavia, torna con l'amico nel luogo indicatogli, scoprendo che il campo è stato smantellato e che non vi è più traccia dei prigionieri tedeschi; solo dopo la sua morte si scoprirà che il nome dell'ufficiale era Wilm Hosenfeld[11].
Distribuzione
modificaL'uscita
modificaLa prima visione del film si è tenuta al Festival di Cannes il 24 maggio 2002, mentre la prima si è tenuta a Varsavia il 6 settembre 2002[12].
Date di uscita
modifica- Belgio: 25 settembre 2002
- Francia: 25 settembre 2002
- Spagna: 26 settembre 2002
- Israele: 3 ottobre 2002
- Brasile: 8 ottobre 2002
- Svizzera tedesca: 10 ottobre 2002
- Grecia: 19 ottobre 2002
- Germania: 24 ottobre 2002
- Austria 25 ottobre 2002
- Italia: 25 ottobre 2002
- Giappone: 1º novembre 2002
- Paesi Bassi: 28 novembre 2002
- Spagna: 13 dicembre 2002
- Corea del Sud: 3 gennaio 2003
- Stati Uniti d'America: 3 gennaio 2003
- Canada: 24 gennaio 2003
- Regno Unito: 24 gennaio 2003
- Repubblica Ceca: 6 febbraio 2003
- Giappone: 15 febbraio 2003
- Turchia: 28 febbraio 2003
- Argentina: 6 marzo 2003
- Australia: 6 marzo 2003
- Brasile: 7 marzo 2003
- Slovenia: 13 marzo 2003
- Islanda: 14 marzo 2003
- Hong Kong: 20 marzo 2003
Riconoscimenti
modifica- 2003 - Premio Oscar
- Migliore regia a Roman Polański
- Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- Candidatura Miglior film a Roman Polański, Robert Benmussa e Alain Sarde
- Candidatura Migliore fotografia a Paweł Edelman
- Candidatura Migliori costumi a Anna B. Sheppard
- Candidatura Miglior montaggio a Harvé de Luze
- 2003 - Golden Globe
- Candidatura Miglior film drammatico
- Candidatura Miglior attore in un film drammatico a Adrien Brody
- 2003 - Premio BAFTA
- Miglior film a Roman Polański, Robert Benmussa e Alain Sarde
- Migliore regia a Roman Polański
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- Candidatura Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- Candidatura Migliore fotografia a Paweł Edelman
- Candidatura Miglior sonoro a Jean-Marie Blondel, Dean Humphreys e Gérard Hardy
- Candidatura Miglior colonna sonora a Wojciech Kilar
- 2003 - Premio César
- Miglior film a Roman Polański
- Migliore regia a Roman Polański
- Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- Migliore fotografia a Paweł Edelman
- Migliore scenografia a Allan Starski
- Miglior sonoro a Jean-Marie Blondel, Dean Humphreys e Gérard Hardy
- Miglior colonna sonora a Wojciech Kilar
- Candidatura Migliori costumi a Anna B. Sheppard
- Candidatura Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- Candidatura Miglior montaggio a Harvé de Luze
- 2004 - Awards of the Japanese Academy
- 2002 - Boston Society of Film Critics Award
- Miglior film
- Migliore regia a Roman Polanski
- Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2003 - Broadcast Film Critics Association Award
- Candidatura Miglior film
- Candidatura Migliore regia a Roman Polanski
- 2003 - Chicago Film Critics Association Award
- Candidatura Miglior film
- Candidatura Migliore regia a Roman Polanski
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2002 - European Film Award
- Migliore fotografia a Paweł Edelman
- Candidatura Miglior film
- Candidatura Migliore regia a Roman Polanski
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2002 - National Board of Review Award
- 2002 - Festival di Cannes
- 2003 - David di Donatello
- 2003 - Nastro d'argento
- 2003 - Premio Goya
- 2003 - Satellite Award
- Candidatura Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- 2003 - Screen Actors Guild Award
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2003 - Ciak d'oro
- Miglior film straniero - Il pianista
- 2003 - British Society of Cinematographers
- Candidatura Migliore fotografia a Paweł Edelman
- 2003 - American Society of Cinematographers
- Candidatura Migliore fotografia a Paweł Edelman
- 2003 - National Society of Film Critics Award
- Miglior film
- Migliore regia a Roman Polanski
- Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- 2003 - American Screenwriters Association
- Candidatura Discover Screenwriting Award a Ronald Harwood
- 2003 - Bermuda International Film Festival
- Audience Choice Award a Roman Polanski
- 2003 - Directors Guild of America
- Candidatura DGA Award a Roman Polanski
- 2003 - Cinema Writers Circle Award
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - Dallas-Fort Worth Film Critics Association Award
- Candidatura Miglior attore a Adrien Brody
- 2004 - Argentinean Film Critics Association Award
- Candidatura Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - Fotogramas de Plata
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2004 - Golden Globe Italia
- Miglior film europeo a Roman Polanski
- 2004 - Czech Lions
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2004 - Cinema Brazil Grand Prize
- Candidatura Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - Golden Trailer Award
- Candidatura Miglior film
- Candidatura Miglior film straniero
- Candidatura Migliore azione e spettacolo
- 2003 - Harry Award
- Harry Award
- 2003 - Humanitas Prize
- Candidatura Miglior film a Roman Polanski
- 2004 - Kinema Junpo Award
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2004 - Mainichi Film Concours
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - Motion Picture Sound Editors
- Candidatura Miglior montaggio sonoro a Gérard Hardy, Katia Boutin e Paul Conway
- Candidatura Miglior montaggio sonoro (Musica) a Suzana Peric
- 2003 - Nikkan Sports Film Award
- Miglior film straniero
- 2003 - Online Film Critics Society Award
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2003 - Russian Guild of Film Critics
- Candidatura Miglior attore straniero a Adrien Brody
- 2002 - San Francisco Film Critics Circle
- Miglior film
- 2003 - Norwegian International Film Festival
- Premio Ecumenico a Roman Polanski
- 2003 - Polish Film Award
- Miglior film a Roman Polanski, Robert Benmussa e Alain Sarde
- Migliore regia a Roman Polanski
- Migliore fotografia a Paweł Edelman
- Migliore scenografia a Allan Starski
- Migliori costumi a Anna B. Sheppard
- Miglior montaggio a Harvé de Luze
- Miglior sonoro a Jean-Marie Blondel, Dean Humphreys e Gérard Hardy
- Miglior colonna sonora a Wojciech Kilar
- Candidatura Miglior attore a Adrien Brody
- Candidatura Miglior attrice a Emilia Fox
- Candidatura Miglior attore non protagonista a Ed Stoppard
- Candidatura Miglior attrice non protagonista a Maureen Lipman
- Candidatura Migliore sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
- 2003 - Sant Jordi Award
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - Turia Award
- Miglior film straniero a Roman Polanski
- 2003 - USC Scripter Award
- Candidatura Migliore sceneggiatura a Ronald Harwood e Wladyslaw Szpilman (Autore)
- 2002 - Washington DC Area Film Critics Association Award
- Candidatura Miglior attore protagonista a Adrien Brody
- 2003 - Étoiles d'Or
- Migliore regia a Roman Polanski
Note
modifica- ^ Władysław Szpilman, Il pianista, Varsavia, 1946.
- ^ L'attacco alla Polonia avviene il 1º settembre 1939, Varsavia sarà occupata il 27, mentre la Polonia ufficializza la resa il 6 ottobre. V. Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, Vol. I, pag. 59
- ^ Al 1º settembre 1939 la popolazione di religione ebraica nel distretto di Varsavia era di circa quattrocentomila unità
- ^ Massimo di duemila Złoty polacchi per famiglia
- ^ Decreto del 1º dicembre 1939, v. Il Terzo Reich, Macchina di morte, pag. 51
- ^ Il "trasferimento" iniziò il 31 ottobre 1940 e fu completato il 16 novembre quando fu eretto un muro che separava il ghetto dalle altre zone della città
- ^ Il 19 aprile 1943 Heinrich Himmler dette ordine di eliminare gli ultimi sessantamila ebrei rimasti nel ghetto, l'operazione doveva durare tre giorni ma, a causa della disperata resistenza, durò circa un mese, con l'annientamento, il 16 maggio, delle ultime sacche, v. AA. VV. op. cit. pagg. 132-139
- ^ L'insurrezione iniziò il 1º agosto 1944 per terminare il 6 ottobre, nella rivolta duecentocinquantamila polacchi vi trovarono la morte, v. Enzo Biagi, op. cit., vol. VII, pagg. 2185-02
- ^ L'esecuzione della Ballata nel film è parziale
- ^ Gli ultimi reparti tedeschi deporranno le armi il 18 gennaio 1945
- ^ Notizie ufficiali lo diedero morto in prigionia in Unione Sovietica nel 1952
- ^ Date di uscita Il pianista
Bibliografia
modifica- Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, 1995, Fabbri Editori
- AA. VV., Il Terzo Reich, Volume: Macchina di morte, 1993, Milano.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Il pianista
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Sito ufficiale, su thepianistmovie.com (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2009).
- (EN) The Pianist, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Il pianista, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Il pianista, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Il pianista, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) Il pianista, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Il pianista, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Il pianista, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Il pianista, su FilmAffinity.
- (EN) Il pianista, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) Il pianista, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Il pianista, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (DE, EN) Il pianista, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 207949257 · LCCN (EN) no2003062602 · GND (DE) 4741803-5 · BNE (ES) XX4129893 (data) · BNF (FR) cb14517602t (data) · J9U (EN, HE) 987007395017405171 |
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