Kevin Spacey

attore e produttore cinematografico statunitense (1959-)
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Kevin Spacey Fowler (South Orange, 26 luglio 1959) è un attore e produttore cinematografico statunitense con cittadinanza britannica.

Kevin Spacey nel 2013
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore non protagonista 1996
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 2000

Nel corso della sua carriera ha vinto per due volte il Premio Oscar, nel 1996 come miglior attore non protagonista per I soliti sospetti e nel 2000 come miglior attore protagonista per American Beauty, performance che gli ha fruttato anche il Premio BAFTA e lo Screen Actors Guild. Dal 2013 al 2017 ha interpretato il ruolo di Frank Underwood, il protagonista dell'acclamata serie televisiva House of Cards - Gli intrighi del potere, grazie al quale ha vinto un Golden Globe, due Screen Actors Guild Award e ha ottenuto cinque candidature consecutive al Premio Emmy. Apprezzato interprete teatrale, Spacey ha ricoperto alcuni dei più importanti ruoli del repertorio classico e moderno sulle scene di Broadway e del West End, vincendo anche un Tony Award e un Laurence Olivier Award per le sue interpretazioni a teatro.

Biografia

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Nato nel New Jersey, si trasferisce all'età di 4 anni a Los Angeles insieme con la famiglia (madre segretaria, padre tecnico della Lockheed Corporation[1][2], una sorella e un fratello più grandi di lui). Visto il carattere turbolento del ragazzo, i genitori decidono d'iscriverlo alla Northridge Military Academy, da dove viene rapidamente espulso per aver picchiato - pare per legittima difesa - un altro studente dell'accademia. Kevin si iscrive quindi alla Chatsworth High School, dove conosce due futuri colleghi, Val Kilmer e Mare Winningham, recitando per il saggio scolastico nel musical The Sound of Music.

Carriera

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Tra la passione per la boxe e quella per la recitazione, Kevin sceglie quest'ultima, anche su consiglio dell'amico Val Kilmer, che gli suggerisce di trasferirsi a New York per seguire lezioni alla famosa Juilliard School. Comincia a farsi chiamare Kevin Spacey (il nome completo è Kevin Spacey Fowler)[3]. Dopo due anni lascia anche la Juillard e tenta la fortuna a Broadway. La sua prima esperienza importante arriva con il ruolo di un messaggero nell'Enrico VI di Joseph Papp. In seguito sarà il regista Mike Nichols a dargli una parte in Bugie, baci, bambole & bastardi e a portarlo sul grande schermo, sebbene con piccoli ruoli, in Heartburn - Affari di cuore e Una donna in carriera.

Da allora alternerà il teatro al cinema, riportando successi nell'uno e nell'altro: nel 1991 vince un Tony Award come "miglior attore non protagonista" per la sua interpretazione dello "zio Louie" nella commedia Lost in Yonkers di Neil Simon, mentre la consacrazione sul grande schermo arriva nel 1996 con la vittoria dell'Oscar al miglior attore non protagonista per il memorabile ruolo di Roger "Verbal" Kint nel thriller I soliti sospetti di Bryan Singer. Kevin Spacey non si accontenta di recitare, ma si dà anche alla regia con Insoliti criminali, film che passa però quasi inosservato. Ha anche fondato nel 1997 una sua casa di produzione, la Trigger Street Production, creata per lanciare giovani talenti nel mondo cinematografico.

Nel 1999 interpreta il protagonista in The Big Kahuna, trasposizione per il cinema dell'omonima commedia, al quale segue, nel 2000, l'Oscar al miglior attore per American Beauty. Durante la cerimonia di consegna, viene applaudito per aver dedicato il premio a Jack Lemmon: Spacey lo ringrazia per il suo ruolo di amico, mentore e per essere stato la sua ispirazione primaria per la sua celebre interpretazione dell'impiegato C.C. Baxter nel film L'appartamento. Nel 2006 recita in Superman Returns (seconda collaborazione con Bryan Singer), interpretando la parte del grande nemico di Superman, Lex Luthor.

Dal 2013 al 2017 è produttore e protagonista della serie televisiva House of Cards - Gli intrighi del potere, dove lavora nuovamente al fianco di David Fincher, produttore dello show e regista dei primi due episodi. La serie, composta da tredici episodi stagionali è il remake di una miniserie inglese del 1990 ed è la prima produzione originale di Netflix, colosso della distribuzione in streaming e on demand; la messa in onda parte nel febbraio 2013[4] ed è da subito un grande successo di critica e pubblico. Spacey vi interpreta il ruolo di Frank Underwood, un politico cinico e assetato di potere che mette in atto con ogni mezzo necessario una scalata al potere nelle gerarchie più alte del Governo degli Stati Uniti. Nel 2014 presta viso e voce al videogioco Call of Duty: Advanced Warfare attraverso il motion capture[5], interpretando Jonathan Irons, capo della corporazione militare privata Atlas.

Il 12 giugno 2015 la regina Elisabetta II gli conferisce il titolo di cavaliere. Alla notizia, Spacey dichiara in un'intervista di sentirsi come «un figlio adottato» dalla Gran Bretagna[6]. Nel 2016 viene scritturato per interpretare Jean Paul Getty nel film Tutti i soldi del mondo, diretto da Ridley Scott, le cui riprese si svolgono nel luglio 2017 tra Roma e Londra. In seguito alle accuse di molestie mosse nei suoi confronti nell'ottobre 2017, diversi progetti che coinvolgono Spacey sono interrotti: la produzione di House of Cards inizialmente sospende le riprese della sesta stagione della serie, e in seguito licenzia l'attore dal cast[7]. Inoltre Netflix blocca l'uscita del film Gore con Spacey protagonista, mentre il 9 novembre Ridley Scott e la Sony decidono di eliminare le scene in cui compare in Tutti i soldi del mondo e di rigirarle sostituendolo con Christopher Plummer[8].

Il 24 dicembre 2018, dopo oltre un anno di assenza dai riflettori e dai mass media, Spacey pubblica tramite i suoi canali social un breve video dal titolo Let me be Frank, in cui, impersonando il suo celebre personaggio di Frank Underwood, si difende dalle accuse di molestie, chiedendo agli spettatori di "non correre alle conclusioni senza prove o formulare un giudizio senza fatti" e avvertendo che non intende pagare per le cose che non ha fatto[9]. Il 24 dicembre 2019, a un anno esatto dalla pubblicazione del suo ultimo video, ne pubblica un altro in cui dichiara di aver passato "un anno abbastanza buono" (probabile riferimento all'archiviazione - avvenuta il 17 luglio - dell'unico caso penale in cui era coinvolto[10]) e auspica un nuovo anno "con più bontà nel mondo", oltre a invitare le persone a "uccidere con la gentilezza" qualunque persona faccia loro un torto[11].

Nel 2021 entra nel cast de L'uomo che disegnò Dio, dramma diretto e interpretato da Franco Nero.

Vita privata

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Sostenitore e finanziatore del Partito Democratico[12] nonché amico dell'ex presidente Bill Clinton, Spacey possiede anche la cittadinanza britannica ottenuta anche grazie all'impegno profuso nel recupero dello storico teatro londinese Old Vic, di cui è stato direttore artistico dal 2003 al 2015[13].

Accuse di molestie sessuali

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Il 29 ottobre 2017, nell'ambito del caso Harvey Weinstein, Spacey viene accusato di molestie sessuali da parte dell'attore Anthony Rapp per un fatto risalente al 1986, quando Spacey aveva 26 anni e Rapp solo 14[14]: poco dopo l'esplosione del caso, Spacey fa coming out dichiarando la propria omosessualità e chiedendo scusa a Rapp, affermando inoltre di non ricordarsi dell'accaduto poiché era ubriaco[15]. In seguito vengono mosse anche altre accuse della stessa natura nei confronti dell'attore: otto membri della troupe di House of Cards, nonché il figlio dell'attore Richard Dreyfuss e quello della giornalista Heather Unruh dichiarano di essere stati molestati da Spacey mentre altri casi risalirebbero al periodo in cui quest'ultimo era direttore artistico dell'Old Vic.

L'attore decide quindi di interrompere subito le sue attività per farsi curare dalla dipendenza da sesso[16][17][18], ma nuove accuse contro di lui giungono da Ari Behn, ex genero del re Harald V di Norvegia[19], e da un massaggiatore che alla Corte superiore di Los Angeles racconta che Spacey avrebbe abusato di lui nel 2016 a Malibù[20].

Il 17 luglio 2019 cadono le accuse presentate dal figlio di Heather Unruh e il caso viene archiviato[21]: il 2 agosto 2019 Spacey fa il suo ritorno in pubblico dopo mesi di silenzio mediatico recandosi al Museo nazionale romano di palazzo Massimo di Roma, dove recita la poesia Il pugile a riposo del poeta Gabriele Tinti[22]. Il 1º gennaio 2020 anche la seconda accusa di molestie viene archiviata dal Tribunale distrettuale di Los Angeles[23], mentre il 21 novembre 2021 viene reso noto che, a seguito del suo allontanamento dalla produzione di House of Cards, Spacey è stato condannato a pagare un risarcimento di 30 milioni di dollari alla MRC, lo studio dietro alla serie[24].

Il 26 maggio 2022 il Crown Prosecution Service incrimina formalmente Spacey con quattro capi di imputazione per molestie sessuali nei confronti di tre uomini quando questi erano tutti ancora pre-adolescenti, avvenute a Londra e nel Gloucestershire tra il 2005 e il 2013[25].

Nell'ottobre del 2022 una giuria di New York ha assolto Spacey, perché il fatto non sussiste, nella causa civile da 40 milioni di dollari che gli aveva intentato Anthony Rapp, attore che l'aveva accusato di averlo molestato quando era ancora adolescente.[26]

Il 26 luglio 2023 l'attore è stato giudicato non colpevole di abusi e molestie sessuali contestate a Londra;[27] il verdetto dei dodici giurati popolari radunatisi dinanzi alla Southwark Crown Court è arrivato dopo circa un mese di udienze e tre giorni di camera di consiglio.[28]

Filmografia

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Kevin Spacey al Festival di Berlino 2011

Televisione

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Cortometraggi

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  • The Interrogation of Leo and Lisa, regia di Hamish Jenkinson (2006)
  • The Organ Grinder's Monkey, regia di Dinos Chapman (2011)
  • My Least Favorite Career, regia di Jeffrey Lerner (2011)
  • Spirit of a Denture, regia di Alan Shelley (2012)
  • Envelope, regia di Aleksey Nuzhny (2012)
  • The Ventriloquist, regia di Benjamin Leavitt (2012)

Videoclip

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Doppiatore

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Produttore

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Regista

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Riconoscimenti

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«La concentrazione di Kevin è simile a un raggio laser. Lui è come Al Pacino, puoi star certo che da un momento all'altro può farti venire la pelle d'oca[29]»

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, Kevin Spacey è stato doppiato da:

  • Roberto Pedicini in Americani, I soliti sospetti, Riccardo III - Un uomo, un re, American Beauty, The Big Kahuna, Un sogno per domani, K-PAX - Da un altro mondo, The Shipping News - Ombre dal profondo, Il delitto Fitzgerald, The Life of David Gale, Edison City, Superman Returns, Fred Claus - Un fratello sotto l'albero, 21, Recount, L'uomo che fissa le capre, Professione inventore, Il gioco dei soldi, Margin Call, Come ammazzare il capo... e vivere felici, House of Cards - Gli intrighi del potere, Come ammazzare il capo 2, Elvis & Nixon, Una vita da gatto, Rebel in the Rye, Baby Driver - Il genio della fuga, Billionaire Boys Club, L'uomo che disegnò Dio
  • Francesco Pannofino in Seven, Il momento di uccidere, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Il negoziatore, Un perfetto criminale, Austin Powers in Goldmember
  • Massimo Corvo in Dad - Papà, L.A. Confidential, Bugie, baci, bambole & bastardi
  • Antonio Sanna in C'eravamo tanto odiati, Virus letale
  • Massimo Lodolo in Heartburn - Affari di cuore
  • Tonino Accolla in Una donna in carriera
  • Nino Prester in Non guardarmi: non ti sento
  • Renato Cecchetto in Prova di forza
  • Massimo Rinaldi in Henry & June
  • Carlo Valli in Giochi d'adulti
  • Gianni Giuliano in Iron Will - Volontà di vincere
  • Giancarlo Giannini ne Il prezzo di Hollywood
  • Sergio Lucchetti in Beyond the Sea

Da doppiatore è sostituito da:

  • Roberto Pedicini in A Bug's Life - Megaminimondo, Moon, Call of Duty: Advanced Warfare

Onorificenze

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«Per i servizi al teatro, alle arti educative e alla cultura internazionale»
— 12 giugno 2015[32]
  1. ^ Paul Fischer, The Alien World Of Kevin Spacey, in FilmMonthly, 20 ottobre 2001. URL consultato il 2 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2007).
  2. ^ Who's who in the world, 1991–1992 (Volume 10 of Who's who in the world), Marquis Who's Who, 1990, p. 348, ISBN 0-8379-1110-9.
  3. ^ Jonathan Soroff, Soroff/On Kevin Spacey, in The Improper Bostonian, 2007. URL consultato il 2 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2008).
  4. ^ House of Cards a febbraio su Netflix
  5. ^ Official Call of Duty®: Advanced Warfare Reveal Trailer - YouTube
  6. ^ (EN) Maria Puente, Kevin Spacey gets honorary knighthood, su USA TODAY. URL consultato il 7 maggio 2020.
    «Spacey said he was "honored and humbled," and thanked Britons for supporting his work. "I feel like an adopted son," he said.»
  7. ^ House of Cards: Kevin Spacey licenziato
  8. ^ Molestie sessuali, stop a Kevin Spacey: non sarà Paul Getty nel film di Scott, in Spettacoli - La Repubblica, 9 novembre 2017. URL consultato il 9 novembre 2017.
  9. ^ Kevin Spacey: "Let me be Frank", il video in cui si difende dalle accuse: "Non pagherò per quello che non ho fatto", su ilfattoquotidiano.it, 26 dicembre 2018.
  10. ^ Prosecutors drop assault case against actor Kevin Spacey, su bostonglobe.com, 17 luglio 2019.
  11. ^ Kevin Spacey, anche questo Natale un video alla Frank Underwood, su tvblog.it, 24 dicembre 2019.
  12. ^ Kevin Spacey's Campaign Contribution Report, NewsMeat.com. URL consultato il 17 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2006).
  13. ^ (EN) Empire, Kevin Spacey, su Empire. URL consultato il 31 ottobre 2017.
    «He currently lives in London and received British citizenship, having engaged with great energy in the full recovery of London's Old Vic theater, where he became artistic director in 2003»
  14. ^ Kevin Spacey annuncia: sono gay e si scusa per aver molestato un minorenne - Cultura & Spettacoli. URL consultato il 31 ottobre 2017.
  15. ^ Kevin Spacey: sono gay, in La Repubblica, 30 ottobre 2017.
  16. ^ Kevin Spacey entrerà in cura, intanto spuntano nuovi accusatori, su MondoFox, 3 novembre 2017. URL consultato il 7 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2019).
  17. ^ Kevin Spacey accusato di molestie anche dalla troupe di House of Cards. URL consultato il 3 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2017).
  18. ^ Molestie sessuali, stop a Kevin Spacey: non sarà Paul Getty nel film di Scott. URL consultato il 9 novembre 2017.
  19. ^ Nuove accuse per Kevin Spacey: avrebbe molestato l'ex marito della principessa di Norvegia. URL consultato il 9 dicembre 2017.
  20. ^ Kevin Spacey, nuove accuse di molestie: denunciato da un massaggiatore. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  21. ^ (EN) Matt Rocheleau, Prosecutors drop assault case against actor Kevin Spacey, in The Boston Globe, 17 luglio 2019.
  22. ^ Gino Castaldo, Kevin Spacey riappare a Roma. E recita il "Pugile a riposo" a sorpresa, in la Repubblica.
  23. ^ Molestie. Nuova vittoria di Kevin Spacey, causa archiviata, in http://www.rainews.it/dl/rainews/media/molestie-nuova-vittoria-di-kevin-spacey-causa-archiviata-9072ff0c-1910-4186-bcdc-76166e2d0321.html#foto-1.
  24. ^ Laura Zangarini, Kevin Spacey deve pagare ai produttori di «House of Cards» oltre 30 milioni, su corriere.it, 23 novembre 2021. URL consultato il 28 novembre 2021.
  25. ^ (EN) P. A. Media, Kevin Spacey charged with four counts of sexual assault against three men, su the Guardian, 26 maggio 2022. URL consultato il 26 maggio 2022.
  26. ^ Kevin Spacey: per la giuria non è responsabile degli abusi sessuali a Anthony Rapp, su Movieplayer.it. URL consultato il 10 novembre 2022.
  27. ^ Luigi Adornato, Kevin Spacey, arriva il verdetto nel processo per molestie sessuali: ecco la decisione sull’attore, su Best Movie, 26 luglio 2023. URL consultato il 26 luglio 2023.
  28. ^ Kevin Spacey è stato assolto nel suo processo londinese, su Il Post, 26 luglio 2023. URL consultato il 6 agosto 2023.
  29. ^ Inside the Actors studio, 1999
  30. ^ Kevin Spacey premiato a Torino con la stella della Mole: "Il Museo del Cinema ha avuto le palle di invitarmi", su torinotoday.it.
  31. ^ Kevin Spacey honored in U.K. for services to drama - USATODAY.com, su usatoday30.usatoday.com. URL consultato il 31 ottobre 2017.
  32. ^ (EN) Morrison and Spacey head honours list, in BBC News, 13 giugno 2015. URL consultato il 31 ottobre 2017.

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Collegamenti esterni

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