Discussione:Lingua siciliana

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Linguistica
Sicilia
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Italiche - Romanze - Siciliano; o Romanze - Italiche - Siciliano? --pippudoz 02:36, Feb 1, 2005 (UTC)

Non mi intendo di linguistica e forse il mio punto di vista è settoriale, ma se qualcuno mi parla di "lingue italiche" io penso a qualcosa come il latino, l'osco, l'umbro, ecc., ossia alle varie lingue delle popolazioni italiche che abitavano nella penisola prima delle conquiste romane e che sono lingue indoeuropee, ma non ovviamente romanze. MM 02:54, Feb 1, 2005 (UTC)

Secondo Ethnologue è corretto: Italiche - Romanze - Siciliano. L'albero completo sarebbe:
Italiche

  • Latino
  • Romanze
    • Orientali
    • Italo-occidentali
      • Italo-dalmate
        • Siciliano
        • ... (altre)
      • Occidentali
    • Meridionali
      • Corso
      • Sarde
Frieda (dillo a Ubi) 10:02, Feb 1, 2005 (UTC)

ps: Vedi anche questa pagina

Influenza Greca modifica

Salve. Io non sono siciliano ma molisano, e studente del dialetto. Vedo che nella sezione che parla d'influenze greche (certo che ce ne sono moltissime!), la sostituzione del suono italiano "fi" con "Xi" si attribua alla lingua greca (e.g.: fiore -> Xiuri, fiume -> Xiumi, fiato -> Xiatu, ecc...). E' vero che questo suono esiste nel greco, pero' non trovo alcuna citazione che dice che e' in siciliano un'importazione greca. Per quanto ne so, questo e' un cambiamento fonologico normale (che, per interesso, esiste anche nel mio dialetto). Anzi, l'uso italiano di "fi" in queste parole e' gia' un cambiamento fonologico del "fl" latino (flor, flumen, flatus). Questo somiglia anche il cambiamento (napoletano e molisano, almeno) di "pi" in "chi" (piazza -> chiazza, pieno -> chiene, piangere -> chiagna'). Questo fenomeno merita sicuramente une propria sezione, ma non e' direttamente attribuabile all'importantissima influenza greca, anche se si puo' chiamare una somiglianza. Grazie e buon lavoro! --74.15.121.42 (msg) 01:10, 29 giu 2009 (CEST)Rispondi

Non esiste il codice 639-2 per il siciliano! modifica

In base alla pagina http://www.ethnologue.com/show_language.asp?code=SCN non esiste un codice 639-2 per il siciliano. Il codice "scn" è il codice sil, per il 639-2 viene usato il generico roa!

Se si è scelto di definire le lingua in base all'esistenza del codice 639-2, allora IL SICILIANO NON È UNA LINGUA! (oppure si promuovono a lingue anche gli altri "dialetti"... come l'emiliano romagnolo)

--Sandman 23:46, 8 dic 2005 (CET)Rispondi

  • If you could read English you would have noticed this:
The following is the entry for this language as it appeared in the 14th edition (2000).
It has been superseded by the corresponding entry in the 15th edition (2005).
  • If you then take that link to the 15th edition you will find the following introduction:
Sicilian
A language of Italy
ISO/DIS 639-3: scn
Got it?   ρ¡ρρµ δ→θ∑ - (waarom? jus'b'coz!) 12:41, 9 dic 2005 (CET)Rispondi

Siciliano e Salentino modifica

Qualcuno saprebbe darmi una riferimento per l'affermazione che in Salento si parla il Siciliano? Non è la mia materia, e mi pare strano che due zone che sono geograficamente non confinanti e a lungo politicamente separate, parlino la stessa lingua, ma non si sa mai...--151.100.122.75 18:45, Lug 18, 2005 (CEST)

  • Può guardare qui: ethnologue. E poi nel forum di linguasiciliana.org si trovano quelli dell'Apulia che scrivono con il suo dialetto che non è tanto differente di quelli siciliani.

Non capisco perchè attribuire a questi di Ethnologue un'autorità inconfutabile su questa materia. Ma chi sono ?

  • Ethnologue a parte, ho inserito una traduzione in Salentino (nella versione parlata a Lecce) del Padre Nostro, così puoi convincertene tu stessa. In ogni caso, se può rappresentare per te un utile raffronto,pur non avendo mai conosciuto un periodo di dominazione araba, il Salento ha trafficato sempre in modo consistente con l'oriente, per tutto il medioevo, basti pensare al ruolo di città come Otranto o Brindisi.

Il Salento e la Sicilia hanno avuto in comune una forte e determinante impronta linguistica greca e questo ha portato alla similitudine delle parlate locali.

Parole o espressioni derivanti dal latino? Tipo: unni isti (dove sei andato), isti è latino, no? e ce ne sono cmq altre..

Secondo me anche, ma già "unni" potrebbe parere derivante dal latino, pensa un po': la parola antica italiana per "dove" è "onde", questo "onde" vien dal latino "unde". Dunque, traducendo sicilianamente, unde diviene unni, mi sembra logico. Anche "isti" può secondo me derivare dal latino, come anche nell'antico italiano si dice "ire" per "andare", anche nel latino si dice "ire", isti (o "jisti") poi è semplicemente la forma passato remoto, se così era anche nel latino non lo so ma non importa. - Daviduzzu

Iri fora,andare fuori nel catanese, Cummari,cumpari(cum mater,cum pater)

Facciamo un po' d'ordine... modifica

Scusate se mi permetto di dare lezioni, ma d'altronde anche se non sono ancora laureato studio filologia romanza (e in sedi ben più autorevoli di ethnologue.com o come si chiama quel sito di incompetenti che prendete tutti come vangelo) e mi sembra di essere l'unico qui che sia almeno un pochino dentro l'argomento. Innanzitutto, considerare siciliano, calabrese e salentino varianti di un unico idioma chiamato siciliano è una visione estremamente "siculocentrica" di una situazione solo apparentemente complessa ma impossibile da definire empiricamente. La quasi totalità dei filologi li definisce come tre distinti dialetti 'ITALO-ROMANZI' [Per la classificazione delle lingue romanze o neolatine vedere sotto] appartenenti ad un medesimo gruppo chiamato impropriamente 'GRECO-ITALICO'. Dialetti e non lingue perché in pochi concedono alle varie parlate locali italiane (ad eccezione del sardo) la dignità di lingue, sebbene in molti casi sia anche presente una discreta letteratura. Detti 'greco-italici' impropriamente perché la caratteristica che accomuna le popolazioni di Sicilia, Salento e Calabria (Lucania esclusa) non è la colonizzazione greca in epoca preromana, bensì la dominazione bizantina nell'alto medioevo che ha avuto come conseguenza l'uso del latino puro per cinque secoli in più (tre e mezzo circa in Sicilia) rispetto al resto dell'Italia e dell'Impero Romano. E' infatti abbastanza evidente come questi dialetti si siano scostati dal latino in misura sensibilmente minore rispetto alle altre parlate italiane anche limitrofe: vedi ad esempio la mancata trasformazione della terminazione -U e -US in O, o vocaboli come crai per domani (dal latino cras), musciu per gatto (da mustela), mieru per vino (da merum, il vino pretto, cioè non aromatizzato bevuto dal popolo) e tanti altri. Per quanto riguarda invece la classificazione delle lingue romanze proverò con i miei modesti mezzi artistici a farvi qui sotto un albero con l'esatto raggruppamento. Chi può, lo faccia pervenire a ethnologue.com spiegando anche che romanzo non è un gruppo ma il termine esatto con cui si indica quello che i profani chiamano neolatino.


                                          LINGUE ROMANZE


  IBERO-ROMANZE               GALLO-ROMANZE            ITALO-ROMANZE           BALCANO-ROMANZE*

GALLEGO-PORTOGHESE: LINGUE "D'OIL": VENETO: -Rumeno (vari dialetti

 -Portoghese                 -Francese                 -Veneto               -Arumeno
 -Brasiliano                 -Vallone                  -Giuliano-dalmata     -Megleno-rumeno
 -Gallego o                  -F. Canadese            TOSCANO:                -Istro-rumeno
  Galiziano                  -Dialetti coloniali       -Toscano              -Dalmata o Vegliota
 -Dialetti coloniali                                   -Córso                 (estinto)
                           LINGUE "D'OC":              -Gallurese            *:Sulle lingue balca_

ASTURIANO o BABLE: -Occitano o -Romano niche devo ammettere

 -A. centrale                 Provenzale                                      di saperne poco.
 -A. orientale                                       SARDO:
 -A. occidentale           CATALANO:                   -Logudorese
 -Mirandês                   -C. centrale              -Campidanese 
 -Estremegno o               -C. baleare o             
  Estremaduriano              Maiorchino             UMBRO-MARCHIGIANO-LAZIALE:
                             -Valenziano               -Umbro-marchigiano

CASTIGLIANO: -Rossiglionese* -Laziale e Ciociaro

 -Spagnolo standard          -Algherese*
 (da non confondere con:)                            CAMPANO-PUGLIESE:
 -Castigliano (dialetto)   *:varianti del              -Campano (Napoletano,
 -Andaluso                  C. centrale                 Cilentino,Beneventino,ecc.)
 -S. delle Canarie                                     -Lucano
 -S. latino-americano      RETO-ROMANZO:               -Pugliese
                             -Romancio                 -Abbruzzese

ARAGONESE: -Ladino

 -Aragonese                  -Friulano               GRECO-ITALICO:
                             -Engadino e altri         -Siciliano

MOZARABICO: dialetti svizzeri -Calabrese

 -Mozarabico (estinto)                                 -Salentino
                                         GALLO-ITALICO*:
                                           -Piemontese
                                           -Lombardo
                                           -Ligure e
                                            Tabarchino
                                           -Emiliano e
                                            Romagnolo
                           *:C'è chi inserisce il gruppo Gallo-italico
                            fra le lingue Gallo-romanze e chi fra quelle
                            Italo-romanze. Probabilmente In medio stat veritas
                            visto che ad orecchio sembrerebbero proprio
                            l'anello di congiunzione fra italiano e francese,
                            ad eccezione dell'Emiliano-romagnolo che è
                            indubbiamente italico.

--Rutenio 01:49, 27 set 2006 (CEST)Rispondi

  • Wikipedia non è "un posto dove inserire le tue opinioni, esperienze o argomentazioni; tutti i contributori devono sforzarsi di seguire le nostre policy sull'attendibilità e sul divieto di ricerche originali." Dove sono i tuoi riferimenti? Almeno Ethnologue rappresenta una fonte neutrale. πίππύ δ'Ω∑ - (waarom? jus'b'coz!) 07:59, 27 set 2006 (CEST)Rispondi

ah,wikipedia non è un posto dove iserire opinioni? dove i contributi devono essere attendibili e non originali? Ed ethnologue rappresenta una fonte NEUTRALE? Stai scherzando, vuoi solo prenderci in giro o sei realmente convinto di quello che dici? Ti consiglio di visitare il sito ufficiale di ethnologue e di leggere la voce ethnologue su wikipedia. Per adesso ti mostro uno stralcio dalla discussione in Discussioni progetto:Linguistica

"Non so come, chi, e perchè abbia cominciato. Ma pare che ora Ethnologue sia diventata una vera bibbia moderna dellla linguistica (su wikipedia). Mai prima di visitare wikipedia ne avevo sentito parlare, e molte delle tesi da questa asserita mi giungevano TOTALMENTE estranee. Nuove classificazioni delle lingue (totalmente in contrasto con quelle di tutte le publicazioni attualmente in uso presso l'Università la Sapienza di Roma o riportate dalla mia enciclopedia treccani)

Incuriosito da questo nuovo faro della cultura emerso dal nulla nel mare di Internet (ma che gode di incontrastata fiducia, anzi FEDE da parte di tutti coloro che contribuiscono ad arricchire wikipedia) ho cercato cosa diamine fosse ethnologue su google.

E ho trovato il sito ufficiale.

Bé è a dir poco agghiacciante. Ethnologue nn è un (come in un primo tempo avevo ingenuamente sperato) una pubblicazione di una qualche organizzazione di ricerca linguistica la cui opera è accreditata presso la comunità scientifica internazionale. Non è la pubblicazione di una famosa università. Le sue rivoluzionarie tesi (o ridicole) non sono il frutto del lavoro di centinaia di affermati linguisti che vogliono collaborare alla realizzazione del maggiore compendio mai esistito della loro scienza.

Bensì è la pubblicazione di un ente chiamato Sil international. E' cosa diamine è il Sil international? Ebbene è un'organizzazione missionaria di una qualche sconosciuta chiesa cristiana degli Stati Uniti. Già tipo quelle de "la poovera Mildred" e del Power Team e altri predicatori televisivi. (Senza offesa per le bo' forse decine o magari anche un centinaio di fedeli)

Ed Ethnologue, questo magnifico proggetto, questo splendido compendio altro nn è che l'elenco di tutti gli idiomi nei quali questo SIL intende tradurre la Bibbia (Quella vera, non Ethnologue). Al fine di evangelizzare tutti i popoli della terra a quella (magari splendida e illuminata, che ne so) fede di quella sconosciuta chiesa nel bel mezzo degli Stati Uniti. Arkansas per la precisione, la patria del mago di Oz.

Raccapricciante. O forse spaventoso.

Scopro poi, continuando ad esplorare il sito di Ethnologue, che questa (svelandosi onestissima) non ha alcuna pretesa di scientificità.

E allora il caso non è risolto. Chi ha elevato Ethnologue al suo incontrastato rango? Torno su wikipedia e cerco Ethnologue (fatelo tutti) e vedo che la stessa Wikipedia, rischiando l'autocontraddizioni poi in voci tipo questa, dichiara di Ethnologue:

<<La neutralità di Ethnologue come istituzione scientifica è a volte discussa, particolarmente nella aree della classificazione delle lingue (soprattutto perché l'obiettivo resta di tradurre la Bibbia in queste lingue). Inoltre Ethnologue spesso commette diversi errori di identificazione delle lingue che a volte vengono fissati nelle diverse edizioni.>> <<SIL ha la tendenza di andare, a volte arbitrariamente, contro le comuni classificazioni e le consolidate teorie linguistiche>>

Dunque la stessa Wikipedia trova che Ethnologue sia una fonte non troppo attendibile.

E allora la logica mi suggerirebbe di non usarla quale UNICA fonte attendibile. Specie in casi nei quali l'opinione del SIL , per quanto sacra, resta una contro quella di tutto il mondo accademico (scusate il mio provincialismo) italiano"

Prima di tutto, é possibile che poi firmare il tuo sermone?
Va bene, ma che cosa è il tuo scopo?: migliorare questa voce? o reintegrare la propaganda linguistica ed il razzismo intrinseco nello stato italiano inerente alla lingua siciliana? Mi scusi se non ho tanta fiducia nel mondo accademico italiano. πίππύ δ'Ω∑ - (waarom? jus'b'coz!) 12:26, 31 ott 2006 (CET)Rispondi

L'hai letto l'intervento o no? Il mio scopo palesemente non ha nulla a che vedere con il razzismo verso il siciliano. E' in effetti proprio migliorare questa voce e magari wikipedia in toto, promuovendo l'abolizione del codice ISO, che non da maggiore autorevolezza alle voci, ma toglie credibilità all'intero progetto wikipedia. Non hai tanta fiducia nel mondo accademico italiano ma hai FEDE in una sconosciuta chiesa missionaria dell'Arkansas???? (Già, che cavolo ne sanno gli esperti, le persone che hanno studiato le lingue romanze per un'intera vita, molto meglio fidarsi di un predicatore televisivo americano) strano ASSAI!! Non sono espresse opinioni nello stralcio da me citato ma FATTI; il sito ufficiale di Ethnologue è in rete e a disposizione della pubblica curiosità, e così la voce ethnologue su wikipedia.

Dunque, che cosa propone? Eliminare tutti i riferimenti a ethnologue che si trovano in it.wiki, ricordandosi che wikipedia usa ethnologue come la sua autorità principale? (non dico soltanto it.wiki ma tutti le wikipedie). E poi, hai provato a mettere questo messaggio in tutte le talk pages di tutte le voci che si trattano della linguistica? O soltanto qui, nella voce della lingua siciliana? E se è proprio così, perchè hai cominciato con la lingua siciliana? Se si tratta di una questione linguistica generale - non è meglio andare al Bar per discutere questo tipo di problema più generalmente? Io ancora non capisco il tuo scopo. Non ti piace usando ethnologue, va bene, ma che ha di fare di questa voce specificamente? O forse non ti piace il titolo "Lingua siciliana", perchè lo so che anche l'università siciliani chiamano lo studio del sicliano "dialettologia". Per questo, si vide perchè io non ho nè fiducia nè FEDE nel mondo accademico italiano. πίππύ δ'Ω∑ - (waarom? jus'b'coz!) 08:15, 2 nov 2006 (CET)Rispondi

"wikipedia usa ethnologue come la sua autorità principale". E' proprio questa la cosa scandalosa. Allora usiamo chiese missionarie americane e predicatori televisivi anche come fonti principali per quanto riguarda le voci "evoluzione" e simili. E poi wikipedia non dovrebbe essere un'enciclopedia LIBERA (cioè non il copia incolla di un'altro compendio già registrato e palesemente non scevro da vincoli ideologici)? E soprattutto, libera o non libera, un'anciclopedia non dovrebbe evitare pesanti autocontraddizioni che ne annullano totalmente la credibilità (ad esempio usare come fonte principale una fonte che l'enciclopedia stessa giudica non attendibile)? [per inciso in linguistica non esiste una distizione a caste fra gli idiomi, sono tutti lingue; la distinzione fra lingue e dialetti è solo tradizionale e dovuta al fatto che l'Italiano (come tutte le lingue letterarie) è una lingua artificiale creata dalla miscellanea di tante lingue (e fra queste anche il siciliano) che vennero in seguito chiamati dialetti]

Okkio, gente. IN OGNI CASO, quella che fa fede è la classificazione ISO 639-3, della International Standard Organization, Ethnologue viene tirata in ballo solo per scopi polemici (e non credo NPOV). -- Utente:Dragonòt 06-11-2006 (GMT+1)

Intervento su Ethnologue : NPOV, questo sconosciuto modifica

Leggo, dall'intervento di "Ettore", alcuni punti che non mi sembrano NPOV:

  • Ettore scrive : E cosa diamine è il SIL? Ebbene è un'organizzazione missionaria di una qualche sconosciuta chiesa cristiana degli Stati Uniti : come può essere NPOV? non è addirittura discriminatorio? Senza contare che il SIL pubblica su Scientific American.
  • e ancora: questo spendido compendio non è che l'elenco di tutti gli idiomi nei quali questo SIL intende tradurre la Bibbia. Al fine di evangelizzare ... : anche questo, come può essere NPOV?
  • dimenticavo, è stato definito l'utilizzo del codice ISO = un tumore ;
  • infine, la perla finale : Secondo TUTTI gli studi e TUTTE le pubblicazioni scientifiche gli idiomi "galloitalici" fanno parte della schiera orientale degli idiomi romanzi ... : questa affermazione (urlata, vedi maiuscole) è addirittura falsa. Tali parlate sono state poste nelle Occidentali da Walter von Wartburg, seguito da Lausberg e Pierre Bec (Manuel pratique de philologie romane, Paris, Picard, 1970-71). Ma anche i nostri Pellegrini e Tagliavini non sono stati da meno (Le origini delle lingue neolatine, usato da 50 anni nelle università nostre ed estere).

-- Utente:Dragonòt 07-11-2006

Ok, scusami. Sì in effetti devo fare un mea culpa. Riconosco che sono molto discriminatorio verso le chiese missionarie dell'Arkansas per quanto riguarda utilizzarle quale fonte attendibile. Come lo sono nei confronti della chiesa cattolica o di quella che vuoi. Sono anche un po' discriminatorio verso le pubblicazioni di organizzazioni di dichiarato profilo ideologico. Specie su enciclopedie "libere". E sono infine discriminatorio verso le fonti che l'enciclopedia stessa valuta inattendibili. (cmq cosa in particolare hai trovato discriminatorio? la parola "sconosciuta"? per quanto mi riguarda, e scommetto riguarda ogni utente italiano, quella chiesa è effettivamente sconosciuta; quanto alla seconda frase ho solo riferito gli scopi di ethnologue da questa stessa dichiarati e già riferito dalla voce ethnologue su wikipedia, cosa c'è di male?)

A quanto ne so Pellegrini e Tagliavini dicevano tutt'altro, ma ti do ragione cmq e mi correggo: tutti tranne due (tre se contiamo ethnologue). 7/11/06 19:49

Altra serie di errori. Prima ti tutti i romanisti citati sono 5 e sono probabilmente quelli che hanno inciso di + nella seconda metà del 1900. Ti riporto poi una citazione del Pellegrini fatta propria dal Tagliavini : "(la conservazione di <-s>) ci offre un distacco tra l'italia settentrionale, appartenente alla Romània occidentale, e l'Italia centro-meridionale, che è Romània orientale. La frase si trova in Le origini delle lingue neolatine, usato da 50 anni nelle università italiane ed estere.
-- Utente:Dragonòt 087-11-2006
saranno anche 5 gli studiosi da te citati, ma le pubblicazioni sono 2. Di contare fino a 5, penso/spero, siamo capaci entrambi :)

Avviso modifica

Ma è possibile che si può rendere una voce "da controllare" soltanto perchè fa un riferimento a Ethnologue? Mi accorgo che anche Lingua italiana cita i codici ISO, ma ci trovate questo aviso "da controllare"? Ma che! Come può essere possibile che portando un riferimento ad un'organizzazione usata dell'intera Wikipedia può invitare questo avviso? Specialmente quando una voce porti soltanto due o tre righe che vengono di Ethnologue - tutte facilmente controllate - no?!! Dunque, questo "problema" si tratta veramente di Ethnologue o del fatto che ci sono voce che esistono come Lingua siciliana e altre lingue minori italiane? Cioè, stiamo parlando di motivi puri per davero?

Toglierò l'avviso. Grazie. πίππύ δ'Ω∑ - (waarom? jus'b'coz!) 13:35, 6 nov 2006 (CET)Rispondi

Bhe, anche a me pare che Ethnologue sia un tantino una fesseria bella e buona. E che il salentino non sia una dialetto siciliano, ma chiederò lumi agli amici del posto, che sono fonte un tantino più autorevole di qualsiasi organizzazione internazionale. --F l a n k e r 21:50, 8 dic 2006 (CET)Rispondi
PS: ho trovato questo in rete, può non essere considerata un lavoro originale, ma, al pari di Ethnologue, una fonte esterna.
Io non prenderei troppo sul serio il durissimo attacco che è stato portato all'ISO / SIL / Ethnologue (non vorrei ripetere qui la discussione avvenuta su http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Bar/Discussioni/Ethnologue). L'unica volta che in tale discussione è stato portato un riferimento preciso, è stato fatto con la pagina http://198.62.75.1/www1/pater/ethno/Ital.html senza accorgersi che è una pagina di http://www.christusrex.org. Appare evidente da tale riferimento che l'attacco si basa anche sull'aver utilizzato siti fasulli e fonti muffe (probabilmente inconsapevolmente). Se si parte dalla pagina ufficiale della Registration Authority ((http://www.sil.org/iso639-3) il lavoro risulta congruente.
Per quanto riguarda il salentino, riporto cosa dice il testo universitario di C. Tagliavini, "L'origine delle lingue neolatine" (tale testo è stato usato per 50 anni in italia e all'estero ed è ancora consigliato):
"... I dialetti centro-meridionali ... possono essere divisi in 3 grandi sezioni:
a) sezione marchigiano-umbro-romanesca;
b) sezione abruzzese-pugliese settentrionale-molisano-campano-lucana;
c) sezione salentina e calabro sicula."
Il codice ISO "NAP" è congruente alla sezione "b)" ed il codice ISO "SCN" è congruente alla sezione "c)" del Tagliavini (pag. 404).
Dragonòt 2006-12-10

Lingue inventate modifica

Chi si inventa le lingue fa appello a QUALSIASI fonte, più o meno dubbia pur di trovare un sostegno, ormai ci siamo abituati, da quando hanno cominciato negli anni '70 a far uscire pubblicazioni su queste idiozie. E guarda caso la "rivoluzione" linguistica, che tende, di fatto con natura tutta politica, a dichiarare l'Italia non una nazione, è uscita dal cilindro dopo una generazione passata a studiare su libri fortemente critici verso il Risorgimento, che lo vogliate o no ha dato la libertà, l'unità e l'indipendenza ad una terra martoriata da 1400 anni di invasioni e vessazioni degli stati confinanti. Guarda caso è cominciata appena la dissennata politica della pubblica istruzione antinazionale ha dato i suoi frutti, tutto combacia perfettamente. Vergognatevi. Viva l'Italia. --Rick Hunter 02:57, 26 dic 2006 (CET)Rispondi

-- Perché non informarsi, prima di scrivere tante castronerie in così poche righe? Le lingue inventate sarebbero quelle che la gente parla da più di un migliaio di anni? Si preferisce forse quello che era stato fatto nel 1931, quando, "in omaggio al centralismo linguistico dello Stato fascista, veniva vietata la stampa di ogni testo dialettale, divieto che si estendeva ben presto ai giornali, al teatro, alla radio, a ogni forma di comunicazione" ? -- Dragonòt

spagnolo, francese, catalano: dialetti italiani modifica

per favore possiamo accetare che il siciliano è lingua se no dovremo chiamare il catalano subito un dialetto italiano perche asumiglia molto piu l'italiano che il siciliano

mi dispiace veramente a chi discute su di ethnologue, non e' importante se il siciliano viene chiamato lingua di ethnologue o vieni ignorata e ridotta come dialetto di ovviamente una persona non siciliana.

ricordati che e' una paura di chiamare siciliano una lingua, o di non accetarlo come lingua del mondo accademico italiano e da altri italiani imbrogliati della propaganda nazionale falsa. sappiamo tutti che dovunque in europa specialmente nella spagna che la diversitá linguistica e' molto piú rispettata che in italia, che problemi hai se io parlo la mia lingua e voglio che viene riconosciuto, tranquillo non vengo a disturbarti a casa tua parlando mia lingua, lo parleró a casa mia: in sicilia.

un dialetto per essere un dialetto significa che quel dialetto ha provenienza di una altra lingua, in questo caso dovrebbe essere il italiano se i lsiciliano fossi un dialetto del italiano. ma ovviamente sappiamo tutti che la sicilia non parla come parla della influenza dei toscani!!! ma per favore, svegliatevi, che problemi avete se noi siciliano chiediamo diritti per la nostra lingua??

mi dispiace ma jo parru u sicilianu, nun sacciu chi parri tu, parru magari u talianu picchí sugnu talianu e criscí nta italia ma chisstu ppi nenti mi fa stari mutu specialmenni ppi tia.

Eus2

Mancanza di precisione modifica

Ciao a tutti. Ho notato una mancanza di precisione di it.wiki sul tema della "Lingua siciliana". Nella realtà, l'espressione "Lingua siciliana" è usata infatti per due cose diverse:

  • -> la lingua siciliana in generale, cioè l'insieme di parlate meridionali: Calabrese centro-meridionale, Siciliano di Sicilia, Salentino, e Tarantino meridionale, che sono tutte dei dialetti del gruppo siciliano (vedere anche la parte "Gruppo siciliano" nella classifica delle lingue romanze). In questo caso l'espressione "Lingua siciliana" è usata in modo generale (o pansicilianista) e l'appellazione si applica a una zona molto grande dell'Italia meridionale (centro e sud della Calabria, sud della Puglia, e l'intera Sicilia).
  • -> l'insieme delle parlate siciliane di Sicilia: il siciliano di Sicilia. In questo caso l'espressione "Lingua siciliana" è usata in modo preciso (o pansiciliano) e l'appellazione si limita alla sola zona della Sicilia (con le sue piccole isole: isole Eolie, Pantelleria, Lampedusa, ecc.).

Per questo motivo ho creato la pagina di disambiguità: Siciliano

E penso che si deve creare anche una pagina di disambiguità per l'articolo Lingua siciliana

Ci sono studiosi che parlano di "siciliano" o "lingua siciliana" volendo dire tutti i dialetti parlati in Sicilia (Palermitano, Trapanese, Catanese, Messinese, ecc.) mentre ci sono altri studiosi che parlano di "siciliano" o "lingua siciliana" volendo dire tutte le parlate d'Italia meridionale (Calabrese centro-meridionale, Tarantino meridionale, Salentino, e Siciliano di Sicilia) che hanno numerose caratteristiche comuni e quindi queste parlate vengono considerate come una famiglia linguistica unica: il gruppo siciliano (cioè la "lingua siciliana in generale").

Per me, dire: Si parla siciliano in Calabria, nel Salento, e nella provincia di Taranto, non è preciso.

E' meglio dire: in Calabria centro-meridionale si parla il calabrese centro-meridionale (che è una parlata del gruppo siciliano), nel Salento si parla il salentino (che è una parlata del gruppo siciliano), nel Sud della provincia di Taranto si parla un dialetto tarantino con forte influenza salentina (che è una parlata del gruppo siciliano).

Saluti cordiali

--Sarvaturi 05:04, 20 mar 2007 (CET)Rispondi

chiaramente non metto in dubbio che tu abbia scelto la soluzione migliore, ma affinché sia più chiaro che le tue modifiche riflettono posizioni stabilmente affermate nella disciplina di riferimento, ti prego gentilmente di menzionare le fonti ed i riferimenti del caso sui punti specifici. Il problema della classificazione delle lingue è assai spinoso, ed anche noi abbiamo questioni aperte in tema. Il "chi dice cosa" ci è perciò altamente prioritario. Grazie, nel frattempo, per il riordino :-) --g 23:48, 20 mar 2007 (CET)Rispondi

Aoristo Indicativo vs Presente Indicativo modifica

Ciao a tutti, quando nell'articolo viene detto:

appizzari - perdere, sciupare, sprecare (da (eks)èpeson)

non sarebbe meglio citare il verbo greco (eks)èpeson (ε̉ξέπεσον) NON alla forma della prima persona singolare dell'aoristo II indicativo (come in questo caso), ma semplicemente (come si fa di solito) al presente indicativo, e cioè (ek)piptō (ε̉κπίπτω)?

Fonema tr, lingua siciliana e dialetto reggino modifica

Salve! Segnalo una discussione su Discussione:Dialetto reggino che ci tedia da un paio di giorni, qualcuno se ne intende di fonetica dei dialetti meridionali estremi? perchè nei dialetti meridionali estremi vi è un suono particolare corrispondente al fonema tr in italiano. Es. "nostru", "vostru", "patri", "matri". Come vanno scritti questi vocaboli? magari utilizzando l'alfabeto fonetico internazionale? è probabile che si tratti di Consonante fricativa? se si, quale? e come si scrive? qualcuno può illuminarmi/ci? grazie, ciao ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 09:23, 6 lug 2007 (CEST)Rispondi

Dialetto Reggino modifica

Vorrei farvi notare l errore riguardo il dialetto reggino...inserito da voi tra i dialetti di CALABRESI di origine siciliana...ma vorrei farvi notare ke il dialetto reggino e m riferisco alla citta d reggio e alla costa dello stretto ke si estende da Scilla a Melito Porto Salvo nn ha niente a ke vedere con i dialrtti calabresi ma è a tutti gli effetti un dialetto siciliano come l è il catanese o il messinese...qndi vi invito ad effettuare qsta modifica...

Cilento modifica

Non ci sono fonti riguardo all'assimibilità del cilentano meridionale alla lingua siliciana. --Crisarco 23:31, 11 feb 2008 (CET)Rispondi

Sabbinirica non è ciao modifica

  • Formula di saluto volta a persona di riguardo
    • Ssabbinidica = Ella mi benedica, da vossia (mi) benedica (vossia = vostra signoria)
    • si risponde con Santu (Santo) ,Binidittu(Benedetto) o santu e riccu sinu a Pasqua (Santo e ricco fino a Pasqua)oppure santu e riccu, e ku bonu distinu!
  • Genesi:

Sulla genesi di tale parola sono state formulate varie ipotesi; una delle più probabili è la derivazione dall'espressione usata dai Siciliani musulmani (Siqilli) all'epoca dell'Emirato di Sicilia "As-Salam alaikum

  • Fonti:
    • Francesco Zambrini, Giosuè Carducci, Il Propugnatore 1873
    • "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane", di G. Pitrè - 1875
    • Il medioevo della mia infanzia. Uno spaccato di vita degli anni '50/'60 ,di Pino Zaccaria - 2007

--Ninopa (msg) 00:29, 29 mar 2008 (CET)Rispondi

  • Klone123 le risulta forse che due ragazzi in siciliano si salutassero cosi? la prego voglia valutare il mio contributo--Ninopa (msg) 12:15, 28 mar 2008 (CET)Rispondi
  • La risposta è "sì". Ti posso assicurare che ho sentito non solo ragazzi estranei salutarsi con "Sabbinirica", ma anche professori di università tra di loro e professori con studenti (anzi ti posso pure riportare nomi e cognomi, se vuoi). Questo l'ho potuto constatare non solo a Palermo ma anche in paesini del palermitano e soprattutto nel ragusano. Senza contare che miei amici continuano a salutarsi e a salutarmi con "Sabbinirica" o "Assabbinirica". !:-)--Klone123 (msg) 15:23, 28 mar 2008 (CET)Rispondi
  • Klone123 la prego voglia consultare tra gli altri "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane", di G. Pitrè - 1875--Ninopa (msg) 16:48, 28 mar 2008 (CET)Rispondi
  • Ma questa non è tradizione popolare! La lingua siciliana mica è scomparsa o è cosa da "vecchi" o da folkloristi e filologi. La lingua si è evoluta in questo modo. Io non posso farci niente se ormai "Sabbinirica!" si sta espandendo e si sta usando diversamente da come lo usavano i siciliani più di un secolo fa! Il siciliano odierno è molto cambiato.:-)--Klone123 (msg) 17:22, 28 mar 2008 (CET)Rispondi
  • penso che il gergo scherzoso tra amici sia un'altra cosa rispetto alla lingua siciliana, e penso che la lingua non si evolva ignorando il significato delle parole, per favore citi le fonti se ve ne sono, e non i suoi amici anche se per lei autorevoli, ciao --Ninopa (msg) 00:23, 29 mar 2008 (CET)Rispondi

Materialmente non posso fornirti nessuna fonte a riguardo. Questo perchè non esistono studi o ricerche sulla lingua siciliana contemporanea, ma ci sono solo testi e rivelazioni del secolo XIX. Tu mi stai chiedendo una cosa impossibile, ma anche io potrei benissimo obbiettare sulle fonti che tu mi mostri in quanto esse sono alquanto vetuste rispetto all'evoluzione della lingua siciliana e al prodotto che ne è risultato nel trascorrere del tempo. Io avrei delle registrazioni di lezioni universitarie in cui professori si salutano tra di loro con "Sabbinirica!" o altre registrazioni occasionali e casuali varie, ma non potrei pubblicarle o presentarle come "prove" a sostegno della mia tesi poichè una cosa di questo genere non sarebbe legale, non so se mi spiego. Io però posso solo elencarti alcune pagine web in cui si rivela l'uso comune del saluto in questione, le quali però, come tu ben sai, non sarebbero da considerarsi delle fonti attendibili.sabbinirica:-)----Klone123 (msg) 23:39, 1 apr 2008 (CEST) Questi i link in questione: http://www.miataclubsicilia.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=585 http://www.aquilerosanero.com/forum_2005-2007/viewtopic.php?t=1912&start=0 http://next.videogame.it/forum/viewtopic.php?id=4119363 http://www.italiansonline.net/forum3.php?sezione=72&thread=47&pagina=7 http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080302034139AAqMbFN http://it.wikipedia.org/wiki/Ciao http://www.rosalio.it/2006/11/24/il-gusto-dellimprevisto/ http://www.camperonline.it/forum06/topic.asp?TOPIC_ID=17137&whichpage=11 http://beppegrillo.meetup.com/97/boards/thread/4080726/30/ http://www.sciclinews.com/mostra_news.php?id_news=0000000646&totolo=Basole-di-Luce-o-Scicli-di-Notte? http://www.gentedisardegna.it/topic.asp?TOPIC_ID=4839&whichpage=2 http://www.flickr.com/people/toto69/ http://pozzallesi.blogspot.com/2007/07/ecco-come-stanno-le-cose.html http://forums.myspace.com/t/1889321.aspx?fuseaction=forums.viewthread&PageIndex=3&SortOrder=0 http://fr.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080117004429AA7uapf sabbinirica--Klone123 (msg) 23:44, 1 apr 2008 (CEST)Rispondi

Dal forum della città di Gela SCRIVITI IN DIALETTO GILISI:
  • utente cioffanni69 dissi: A Triesti mi ci mannaru pi travacchiari 16 anni fa e ci ristaiu. Oramai cca sugnu. Sugnu spusatu e cciaiu du figli picciriddri unu 3 anni e mezzu e unu di 3 misi. Quannu eru o paisi stavu a carrubbazza vicinu o campu sportivu. U llammicu po paisi c'è sempri. Se vi capita di farimi sapiri occhi cosa a mia mi fa piaciri quarsiasi mi...ta Sabbinirica a tutti.
  • utente ryoga dissi: sabbinirica a' vvossia.
  • cioffanni69 arrispunnìu: Ciau ryoga chi mi cunti di bellu. Allura sta pizza va mangiati o no???? Ma a propositu si masculu o fimmina?? Tu mi duni del vossia pi rispettu o picchi pensi chi sugnu vecchiu???
  • ryoga dissi: ciau cioffanni...gghia certu chi na mangiammu a pizza venerdì sira nassima ritruvari e du archi...speriamu chi si ricogghinu tutti i forumisti...accussì veni cchiù bella a cosa..và!..fimmina sugnu...e ti ricu cco vossia ppi rrispettu..pirchi ancora un ti canusciu.

glossario dei nomi delle piante in siciliano modifica

caro Utente:Crisarco flora e fauna in siciliano se non qui in quanto variabili da zona a zona e non inseriti spesso in dizionari di siciliano e messi in disuso ormai dato l'abbandono delle campagne che prima erano fonte di cultura secondo lei dove andrebbero abbandonati questi termini?--Ninopa (msg) 10:09, 5 giu 2008 (CEST)Rispondi

Questo non è un vocabolario italiano-siciliano né una raccolta di termini in lingua diversa dall'italiano che non abbiano un valore esemplificativo. Un glossario del genere può trovare spazio in [1]. --Crisarco (msg) 17:43, 5 giu 2008 (CEST)Rispondi
Fùssimu cuntintuni si vuliti mintiri sta glossarìa ntâ wikipedia siciliana. πιππίνυ δ - dica 00:14, 6 giu 2008 (CEST)Rispondi
--151.23.49.144 (msg) 14:57, 7 giu 2008 (CEST) penso non sia fuoriposto sono per tenerla o qunto meno dare il tempo di inserire in ogni scheda di flora e fauna i nomi regionali e un modo per rispettare il lavoro fatto e di non cancellarlo in un attimo, chiedo la vostra collaborazione per l'inserimento e la vostra pazienza per lo spostamento--151.23.49.144 (msg) 15:10, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi
è stato speigato sopra che wiki non è un vocabolario siciliano-italiano. Non ha senso inserire il testo a mò di "monumento in ricordo" . Non è la funzione di wikipedia --ignis Fammi un fischio 15:00, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi
inserisci il nome dialettale in ogni scheda. Registrati e tieniti il testo in una tua sandbox o mettilo intanto sulla wiki siciliana. Adesso lo tolgo da qui. salut --ignis Fammi un fischio 15:14, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi

chiedo un minimo di rispetto per il lavoro fatto e per il tempo dedicato dall'utente , la prego di affrontare il problema in discussione e prima di cancellare si deve raggiungere un consenso ampio i contributi in tal senso mi sembrano assenti,comunque capisco le sue ragioni e le chiedo un po di tempo affinchè questi termini vengano inseriti sotto nomi regionali in ogni pagina corrispondenti a cancellare si farebbe presto le chiedo un po di pazienza e la sua collaborazione ,grazie. --151.23.49.144 (msg) 15:51, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi

Caro anonimo - è già fatto - vede qui: Utente:Pippu d'Angelo/Flora e fauna sicula. Probabilmente vada meglio nella wikipedia siciliana. Sarebbe una cosa facile creare due voci, una per "flora" e una per "fauna". In scn.wiki, usiamo quasi sempre i nomi scientifici, dunque, queste due voci saranno utili, non solo come un ricordo, ma per elencare questi specii che poi possone diventare voci e il nome sicilianu ci da più informazione. Salutamu! πιππίνυ δ - dica 15:55, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi
Caru anònimu - ju cci li trasfirìi già - poi jiri a taliàricci ccà: scn:Lista di flora e scn:Lista di fauna, puru siddu sunnu pruvisori. Salutamu! πιππίνυ δ - dica 16:06, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi
  • caru pippu lu so scrittu fui giustu e vitti macari si lu misi nta lo so pagina utente ma ci avia dari lausu e ricanuscenza a l'utenti Ninopa ca fici tuttu ssu travagghiiu e macari fussi giustu si lu mittissi iddu nta lo su paggina, poi natra cosa iu già lavia cupiatu nta chidda in sicilianu intra la pagina Nomi d'arvuli e di troffie nomi d'armali --151.23.49.144 (msg) 22:18, 7 giu 2008 (CEST)Rispondi

Non c'è bisogno del consenso per eliminare un glossario italiano-lingua straniera su it.wiki. OT:nutro seri dubbi sulla validità del template c.d. vernacoliere, dove vengono inseriti i termini c.d. dialettali (per regione non per dialetto!) di piante e animali. Comunque scn.wiki che ci sta a fare se non si mettono queste informazioni? --Crisarco (msg) 10:59, 10 giu 2008 (CEST)Rispondi

parte cancellata ad uso dell'IP modifica

Flora e Fauna in siciliano

Flora

A

B

C

D

E

F

G

H

I

J

L

M

O

P

Q

R

S

T

U

V

Z

Fauna

A

B

C

D

E

F

G

H

J

L

M

N

O

Cuccu ri notti

P

R

S

T

Cammarasala,Tignusu,zazzamita,ittuni,scuppiuni

U

V

Z

curiosa modifica

Ciao, chiedo scusa, è la prima volta che uso wikipedia. Devo ancora conoscerlo e trovo che sia bellissimo. Spero che qualcuno possa essermi di aiuto. Sono siciliana e lavoro in un'azienda di Milano con colleghi milanesi davvero molto carini. Spesso però mi prendono in giro (non per l'accento siciliano che non ho) per alcuni miei modi di dire che in Sicilia sono assolutamente normali. Allora chiedo, è sbagliato dire: "abito al quarto piano e, avendo l'ascensore guasto, devo scendere giù i pacchi a piedi fino al box"? Oppure: "Per favore, esci le lasagne dal forno"?

Si, è assolutamente sbagliato (almeno nell'italiano ufficiale). In italiano, verbi come "uscire", "entrare", "salire", "scendere" sono sempre intransitivi, mentre i corrispettivi siciliani no. Al loro posto sarebbe preferibile utilizzare locuzioni o perifrasi quali "tirar fuori", "portare su", ecc. Questa è solo una delle tipiche interferenze che il siciliano esercita sul nostro italiano regionale. Saluti --Alqasar (msg) 11:05, 17 giu 2009 (CEST)Rispondi

Che sono queste XX?!?! modifica

Nella sezione etimologica greca non capisco cosa vogliono indicare queste X. La "csi" greca si legge e si è sempre letta "ksi". Arrivando al succo, mi sembra assurdo accostare un teoria simile visto che in greco (sia antico che moderno) non esistono i corrispettivi palatali "c" di cena e "sc" di scena. Se non mi si presentano le fonti sarò costretto a editare.--Klone123 (msg) 00:11, 5 set 2009 (CEST)Rispondi

Tavuto/Tabuto correggere prego. modifica

Tavuto/Tavut/Tabuto etc viene dal greco tapto seppellire ..basta cercare un qualsiasi sito di traduzione italiano greco antico...o fare una breve ricerca su internet per rendersi conto che il termine era già presente prima dell arrivo degli arabi Il termine e diffuso in tutto il sud italia e ho forti dubbi che l intero sud italia sia stato cosi fortemente influenzato dall arabo,giacche tale termine compare in pugliese, campano, lucano,calabrese,siciliano....Tabuto (siciliano) è l unico termine che deriva "parzialmente " dall arabo Tabut..la parola originaria in siciliano era Tavuto come nel resto del sud italia con l arrivo degli arabi la parola Tavuto (che è praticamente identica alla parola araba Tabut) si è trasformata in Tabuto..ritengo quindi che la citazione sia perlomeno molto "dubbia". ricerca all interno del documento la parola tavutu! [2] --87.19.115.36 (msg) 10:36, 2 dic 2009 (CET)Rispondi

mi dispiace ma tabbutu non è arabo ma greco,gli arabi neanche sapevano che era un tabbutu.la tradizione araba non prevede l uso di bare ma di avvolgere il corpo in stoffe,mentre i greci si.

Documentazione

http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/rossi/Rossi.pdf Etimologia Greco-Latina di Vocaboli Dialettali

http://www.arabismo.it/?area=costume&menu=religione&pag=ritofunebreislamico

La sepoltura araba , islamica è definitiva, non prevede cioè riesumazioni, e ove possibile non prevede l’uso di una bara; deve tassativamente avvenire in piena terra, in una fossa in cui il defunto possa essere coricato su un fianco, di nuovo con la testa in direzione della Mecca

http://www.onoranzafunebre.com/rito-funebre-islamico.html

La tradizione islamica richiede funerali semplici, umili, molto rispettosi, è rifiutata l’ostentazione, generalmente non si usano lapidi né mausolei, non si usa mettere la foto del defunto o fiori vicino al corpo. Generalmente non sono consentite le bare, se la legge locale lo permette, a meno che non ci siano motivi di danneggiamento del corpo o di malattie infettive del defunto.

http://www.oltremagazine.com/index.html?id_articolo=1364

È utile ricordare che la tradizione islamica,araba tende a seppellire i morti senza bara, avvolgendoli con un pezzo di stoffa; il corpo viene posato sul fondo, non direttamente a contatto con la terra ma su un letto di foglie, e poi viene coperto con lastre di pietra grezza per non fare giungere direttamente la terra sul corpo.

correzione effettuata

gruppo meridionale estremo vs gruppo siciliani modifica

Il link "Gruppo Siciliano" rimanda ai dialetti meridionali-estremo. Il cosidetto gruppo Siciliano non esiste. E' semplicemente un approssimazione errata dal punto di vista geografico. E' vero che in una pubblicazione del 1984 una rivista classificò i gruppi meridionali estremi come siciliani ma questo non è sufficente per dire che le lingue dell' estremo sud edella Puglia siano "siciliane". Propongo di modificare il testo in questo modo in modo che appaia meno "insulare" e sciovinista.

Propongo di modificarla in questo modo: Il siciliano (nome nativo siculu o sicilianu) è una lingua parlata in Sicilia, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel Gruppo meridionale estremo al pari del salentino e del calabrese centro-meridionale. Molti filologi[2] ed anche l'organizzazione Ethnologue descrivono il siciliano come «abbastanza distinto dall'italiano tipico tanto da poter essere considerato un idioma separato».

Questa affermazione è un POV

"Oltre al Calabrese bisogna anche aggiungere il cilentano meridionale che si parla principalmente nell'entroterra del Cilento meridionale (Roccagloriosa, Alfano, Rofrano) ed in alcune zone della Basilicata, dal momento che presenta lo stesso sistema pentavocalico della lingua siciliana."

Infatti non esiste nessuna fonte citata che la confermi. Per questo va rimossa fino a quando qualcuno non citi una fone attendibile. Nel sito del Département de Langues, linguistique et traduction Université Laval Québec (Québec), Canada

http://www.tlfq.ulaval.ca/axl/europe/italiesicile.htm

Non c'è nessun riferimento al fatto che il siciliano sia parlato sulla terraferma.


Ma babbaluci non è plurale? Babbaluciu singolare e babbaluci plurale (irregolare, perché solitamente i termini in –u formano il plurale in –a).

Saia non si dovrebbe scrivere saja? Solitamente la “i” gra due vocali diventa “j” nei testi. Sciàbaca non l’ho mai sentito ma la “b” non doppia mi suona male in siciliano.

Zabbara è una parola piana o sdrucciola? Nel caso in cui sia sdrucciola manca l’accento grafico (invece ci sono molti accenti grafici in parole piani, ma non dovrebbero andarci). Dalle mie parti si dice aeri e non ajeri, è un localismo il mio? La versione del Padre Nostro in siciliano è attestata? Di chi è? Mi sembra una versione antica e di qualche area precisa dell’isola. Io avrei tradotto:

Patri nostro, ca n celu sij,

si santificassi ‘u tò nomu

agghicassi ‘u tò regnu

si straminassi ‘u tò disìu

n celu e puru n terra

hoi dunanni ‘u pani spittanti

e pirduna ‘i nostri piccati

comu nuatri ‘i pirdunamu ê nostri âstimatura

e unn n’attimpari ntê manu dû tintu

ma allibbertanni dû mali

ecco, questo è fare del siciliano una lingua e non un dialetto, sostituendo dei termini propri a quelli italianeggianti che si utilizzano ormai sempre.

Template:Donare Prestito dal catalano? Dunari = dare? Dunari assomiglia a Donare che e' italiano non catalano. Inoltre donare e dare hannosignificati simili.

La origine della Lingua Siciliana modifica

il Linguaggio e la sua origine sono molto complesse ,fonti storiche riferiscono nella origine dei Tempi il genere Umano parlava una sola Lingua .i Dialetti parlate oggi nel mondo hanno una radice comune . Il dialetto Latino e anche derivata dalla fusione di dialetti parlate dai diversi popoli che erano in contatto commerciale con Roma . molto spesso viene descritto nell periodo della invasione Romana delle colonie Greche Siciliane la formazzione della cultura Greco Romano . il dialetto non e una lingua e un modo volgare di parlare una Lingua . possiamo descrivere che la Lingua originale e una e i dialetti sono diversi tra le diverse fusioni sono i dialetti di oggi .la scrittura e parte del linguaggio umano .scrittura Latina -Greca -Araba -e altre. la scrittura sua origine e iniziata con il commercio .

paragoniamo Siciliano e Italiano . Lingua Italiana e Dialetto Siciliano possibilmente dal punto di vista culturale nel Nord Italia descrive il Siciliano come un dialetto parlato da ignoranti . Il Latino e in Italiano e in Siciliano : Ovum - l` Uovo - U ovo --una ovum - un Uovo - nu ovo

un esempio semplice di grammatica latina ,Italiana e Siciliana  
dimostra il Siciliano non e un dialetto parlato nel sud Italia 

la sua grammatica e anche utilizzata nell Italiano .

possiamo dire che nell Italiano troviamo alcuni punti die  grammatica die Origine Siciliana

Sulla modifica n°40935720 modifica

In questa modifica sono state annullate le modifiche che avevo apportato con l'oggetto: Vediamo di lasciare le frasi per come erano, grazie. Sono frasi base che tengono conto del siciliano standard della scn.wiki.. Ci sono però alcuni punti su cui dibattere: non tutte le frasi erano esattamente "per come erano" al momento della mia modifica (faccio l'esempio di autobus: nella modifica 40934598 diventa inspiegabilmente un "autubussu" nella traduzione in lingua italiana!); il riferimento al "siciliano standard" (non mi risulta ne esista uno :-)!) mi pare piuttosto dubbioso, specie se per "siciliano standard" si intendono termini tipicamente occidentali (o più localisticamente palermitani) quali vucceri (da Vucciria...) o firriari (piuttosto che furriari...). Un altro punto: evidenziavo nel campo dell'oggetto la necessità di chiarire il titolo della sezione "frasi base": "Sì" non è una frase, "Buonasera" nemmeno, "Per cortesia" neanche. Quindi proporrei di ragionarci un po' su: lasciamo le cose come stanno, togliamo le esclamazioni-particelle-saluti per lasciare le frasi brevi o cambiamo titolo al paragrafo? Noto che almeno i proverbi sono stati tolti (anche se nella medesima modifica "putìa" diviene un generico "negozio", mentre "pì" - che già era errato - diviene "pi", pur essendo storicamente in uso pir o pri, ma questo si spiega facilmente quando si considerano le differenze tra siciliano scritto e parlato...).
Ora, non mi importa se le modifiche che ho portato non siano ritenute valide o meno, mi incuriosiva capire la natura di quel rollback alla luce del messaggio nell'oggetto. Spero che dialogando io possa capire bene quale siano gli "standard" proposti da scn.wiki, quale sia la cosa migliore da farsi per chiarire il problema delle "frasi brevi", capire cosa sia un autubussu in italiano. Grazie!--Io' (msg) 00:41, 29 mag 2011 (CEST)Rispondi

Allora, in risposta a ogni punto mi sento di poter rispondere in nome e per conto di tutta la scn.wiki essendo uno degli amministratori (sempre come Klone123): "autubussu" in siciliano è corretto (vedi [3]); la scn.wiki si propone e si è proposta fino ad ora di creare un "siciliano standard moderno" partendo dal primo siciliano letterario della fine dell' '800 e dalle differenze di ogni singolo dialetto fino ad arrivare ai riadattamenti dei giorni nostri; il siciliano si evolve come qualsiasi lingua (nota, a mo' d'esempio, che in latino "automobile" si chiama "autocinetum") e una caratteristica tipica (che deriva peraltro dal castigliano) è quella di includere termini stranieri riadattandoli alla propria grammatica e alla propria fonetica (ecco perchè "autUbusSU" e non "autobus" come in italiano, la "o" è atona e secondo i criteri stilistici adottati dalla scn.wiki è preferibile che riadattata diventi "u"); per quel che riguarda la preposizione "pi" la grammatica ([4]) parla chiaro e i riferimenti che fai non possono essere presi in considerazione perchè si tratta di opere troppo antiche (una del '600, l'altra addirittura del '200), con un siciliano alquanto desueto e non più corrispondente alla realtà effettuale (è come se, ad esempio, in italiano pretendessi di inserire il termine dantesco "sanza" in sostituzione del corrispondente moderno "senza"); per quanto concerne "vucceri", il termine è utilizzato pure nella parte orientale seppur in maniera minoritaria, non si creino conflitti dove non ci sono per favore (nel palermitano comunque si utilizza molto di più "CARNIZZERI" e "CARNIZZERIA" o l'italianizzato "CARNEZZERIA", nota le insegne per strada); su "chianca" ho lasciato tutto come è; su "firriari" o "furriari", secondo la mia opinione, non c'è differenza (nonostante l'uno sia tipicamente occidentale e l'altro orientale) poichè l'etimologia è incerta e quindi c'è assoluta libertà (sebbene, secondo il criterio etimologico, alcuni notino una certa somiglianza con "virare" italiano e "virar" portoghese e quindi sarebbe più corretto "fIrrari" anzichè "fUrriari"); il titolo "frasi base" deriva dal fatto che per "frase base" s'intende ogni locuzione elementare nelle relazioni sociali di ogni giorno, incluse le singole interiezioni e i saluti (non bisogna essere troppo pignoli nell'interpretazione insomma...). Spero di essere stato sufficientemente chiaro. sabbinirica;-)--Klone123 (msg) 17:53, 29 mag 2011 (CEST)Rispondi
Sul vucceri, sul firriari e sulle frasi base, sebbene non sono ancora convinto posso anche capire; per l'uso del pi, non capisco perché non se ne preferisca una versione apostrofata comunque (pi'), ma posso anche accettare sebbene non capisco se una wiki possa essere considerata fonte (gli standard di scn.wiki se non erro sono condivisi da una comunità, ma ciò non significa siano assoluti, ma qui andremmo poi da una parte che non ci riguarda, non qui in questa sessione almeno); tuttavia su autubbussu continuo imperterrito a dire che è sbagliato, ma non in siciliano, bensì in italiano! Nell'articolo cè scritto: "La frimmata di l'autubussu unn'è? = Dov'è la fermata degli autubussu?". Capisci? autubussu in siciliano può anche essere corretto, ma in italiano è sbagliatissimo (nella frase in lingua italiana intendo)!!! Dico: a sinistra in grassetto la frase in siciliano e a destra la corrispettiva traduzione in italiano (quindi come si traduce "autubussu" dal siciliano?)... Dai, sistemalo e risolviamo questa. :-) Per le altre conservo i miei dubbi espressi tra parentesi, ma dovremmo trovare una sede adatta per poterne discutere.--Io' (msg) 16:50, 30 mag 2011 (CEST)Rispondi
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!! Capito. Ahahahahahahahah! Mi pareva che ti riferissi al termine in siciliano non alla traduzione. Me ne sono accorto solo ora e ho corretto (ma potevi farlo benissimo tu, tranquillo ;-)) Comunque su scn.wiki e sulle sue convenzioni...pronti a discuterne nella wiki siciliana (nel circolo) in siciliano ovviamente (quello che vuoi tu ;-), almeno nelle discussioni siamo molto elastici):-) --Klone123 (msg) 00:29, 31 mag 2011 (CEST)Rispondi

L'importante che ci siamo intesi! :-D Non volevo farlo io per evitare che ritenessi il gesto una volontà di edit war :-). Per quanto riguarda "standard" o "convenzione" relativi alla lingua siciliana non credo che nemmeno il luogo giusto sia il Circulu (che però confermo sia elastico e comprensivo), in quanto il dubbio è un altro: qui sulla wiki in lingua italiana si può usare come fonte un'altra wiki in altra lingua? Per capirci: se voglio fare un frasario per l'articolo lingua spagnola non vado su es:Wikipedia, ma uso il più affidabile dizionario in lingua spagnola esistente. Stessa cosa per la lingua siciliana - almeno per come la vedo io :-) - meglio usare un il più affidabile dei dizionari noti che usare un'altra wiki (nulla togliendo al lavoro e alla affidabilità della wiki!). Per esempio potremmo usare una recente e affidabile o riconosciuta pubblicazione che usi frasi brevi, ricopiarle citando la fonte (che per diritto di copyright dovrebbe essere concesso nel caso di brevi stralci, quindi nessun problema legale). Ora, dato che so per certo che si potrebbe aprire un dibattito lungo e che - seppur interessante - intaserebbe questa pagina di discussione, preferirei poterne parlare in una sede più adatta. Non so la procedura in questi casi, però: mi pare si aprano pagine di servizio apposite o cose del genere?--Io' (msg) 22:14, 31 mag 2011 (CEST)Rispondi

Inserimento di link relativi alla lingua e alla cultura siciliana modifica

Vorrei inserire, nelle pagine relative alla Sicilia, alla Lingua Siciliana e al Paesaggio sonoro, il link a quello che è praticamente l'unico archivio sonoro digitale di proprietà della Regione Siciliana e che afferisce alla sua struttura di documentazione e catalogazione dei beni culturali, il CRICD. Si tratta di Arca dei Suoni, archivio che include voci e suoni dell'isola - spesso supportati da immagini e testi - che l'assessorato regionale al turismo ha ritenuto di linkare nella pagina di apertura del suo portale. E’ suddiviso in sezioni relative a tutti i suoni dell'isola, dai dialetti ai canti popolari, dall'ambiente naturale alla musica classica, e può essere arricchito da utenti registrati e abilitati, dall’Italia e dalle comunità di emigrati all’estero. Data la mia scarsa esperienza con Wikipedia, i miei tentativi di linkarlo alle pagine sopra indicate e alle loro versioni in lingua inglese, durante la scorsa settimana, sono stati interpretati come spam. Dal momento che credo che sarebbe un link utile a quanti sono interessati alla cultura della Sicilia, chiedo aiuto per l’attivazione di questi collegamenti, nel rispetto delle regole di Wikipedia. Faccio presente che nelle pagine relative a Lingua Siciliana e a Paesaggio sonoro sono già attivi link che hanno minore peso istituzionale e presentano funzioni contenuti più limitati di quello che io propongo. Grazie.--213.26.146.175 (msg) 11:59, 13 lug 2011 (CEST)Rispondi

Inserisci qui in discussione il link e casomai non dovesse essere spam lo integriamo nel testo o meglio ancora nella sezione dedicata ai collegamenti esterni. Grazie per la collaborazione.--Io' (msg) 18:17, 22 lug 2011 (CEST)Rispondi

Questo è il link: * Arca dei Suoni Archivio sonoro digitale on-line del CRICD - Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana. Ma se era spam stavamo qui a discutere?!? :-). Grazie per l'attenzione.--213.26.146.175 (msg) 09:17, 26 lug 2011 (CEST)Rispondi

Ho provato a caricare il link da me. Spero che non ci siano problemi. Chiunque potrà verificare che non è spam.--213.26.146.175 (msg) 12:31, 27 lug 2011 (CEST)Rispondi

Il link va bene dove è stato inserito. Ora provvedo a sistemare meglio la sezione (ordine alfabetico, erori di sintassi etc.), ma va bene così. AMMP non credo affatto sia spam come collegamento esterno. Il link è anche funzionante. Grazie ancora del contributo.--Io' (msg) 12:28, 5 ago 2011 (CEST)Rispondi

Nella sezione «Alfabeto e fonetica» il trattamento di "H" è confuso.

Il fono nel tedesco «ich» è una fricative palatale sorda -- non fricativa velare. La fricative velare sorda nel tedesco si trova in «ach».

Errore in «Alfabeto e fonetica» modifica

La lingua fiorentina non ha un sistema pentavocalico, ma di 7 fonemi vocale. Si confonde la scrittura con i foni.

Scusate se mi permetto, ma dalla stessa pagina di Wikipedia sulle vocali traiamo questa definizione: "In fonetica, una vocale è un fono che ha come realizzazione prevalente un vocoide. La parola vocale deriva dal latino vocalis, che significa "emettente voce" o "parlante". Dal punto di vista articolatorio, una vocale è un suono prodotto mediante la vibrazione delle corde vocali e senza frapporre ulteriori ostacoli al flusso dell'aria così fatto risonare. Le diverse vocali si ottengono modificando il risuonatore, e quindi con una maggiore o minore apertura della bocca, con o senza protrusione delle labbra, con o senza passaggio dell'aria dalle fosse nasali, e con la lingua posta più o meno in avanti nella cavità orale." In che modo quelle che qui vengono definite 'microvocali' meriterebbero tale definizione, dal momento che è evidente che il flusso dell'aria è tutt'altro che libero, nella loro realizzazione? Si provi a digitare 'microvocali' su Google e si vedrà come questa informazione sia presente esclusivamente nelle voci di Wikipedia, o collegate, relative al siciliano. L'unico altro documento reperibile in cui si parli di 'microvocale' si riferisce a /I/ nei paesi arabi, ma è tutta un'altra faccenda e non c'entra niente con quello che è riportato qui.--213.26.146.175 (msg) 11:11, 26 lug 2011 (CEST)Rispondi

origine Greca modifica

vorrei esprimere il mio punto di vista sulle origine greca di alcune parole in Siciliano . dobbiamo precisare la Sicilia non era completamente occupata dai Greci Elimi e cartaginesi e alcuni gruppi etnici abitavano la Sicilia . e questo influenza e ancora oggi la lingua Siciliana e possibile da notare nel linguaggio Siciliano di origine etnico . e molto semplice comprendere questa ipotesi anche perche molte parole Greche furono assimilate dal Latino . ch ura ene viene tradotto in Italiano che ora e . anche i Greci erano Divisi in Joni e Dori e la diversita anche viene distinta anche nel linguaggio Greco dei Dori e dei Joni

Un dialetto giovane modifica

Gli attuali dialetti siciliani si sono formati nel medioevo. Durante il periodo arabo non si parlava siciliano. Con l'avvento dei normanni locutori di una lingua romanza e dei successivi dominatori una nuova koiné neolatina ha formato gli attuali dialetti di tipo siciliano. Può essere utile leggere gli studi di Gerhard Rohlfs.

Dialetto non lingua modifica

Il siciliano è un DIALETTO e non una lingua. 

Per questo non è tra le parlate ufficiali e riconosciute dallo stato italiano, perché non è appunto una lingua. Il siciliano ha termini prestati e mutati dalle varie popolazioni che vi si sono susseguite in Sicilia, ma di certo non è una lingua indipendente, i riferimenti al latino, o meglio all'italiano, sono forti. Quindi pongo una domanda, perché è intitolata così la pagina?

Chiunque abbia scritto l'opinione qui sopra, guardi la pagina delle certificazioni ISO della biblioteca del congresso americano. In base a rigorosi criteri scientifici sono classificate tutte le lingue, tra cui appunto il siciliano. --Gmelfi (msg) 23:29, 5 giu 2013 (CEST)Rispondi

Ma io mi chiedo come bazzichino queste discussioni persone che nemmeno conoscono la storia dell'italiano che esiste più o meno da fine '800, e pretendono di indicare come suoi dialetti lingue che esistono da centinaia di anni prima. JustineLolitad'O (msg) 01:12, 4 ago 2019 (CEST)Rispondi

Nesciri da Ausgang? modifica

Le voci di linguistica sulla Wikipedia italiana sono in genere poco attendibili: troppa gente che vuole fare un uso strumentale di questa scienza. Inoltre, si prende in continuazione Ethnologue come riferimento, anzi come "il" riferimento, neanche fosse la Bibbia, e invece e' solo un volonteroso coacervo di informazioni poco verificate. Questa voce però oltrepassa ogni aspettativa: definire 'nesciri' come legato a 'Ausgang', 'banca' come derivato dal croato 'banka', 'ciumi' come correlato al turco 'nehir' soprattutto 'ghetto', nota parola veneziana, come debitore al romeno 'ghetou', tutte queste sono sì minchiate, ma minchiate sublimi.

Perché ci sono dubbi sul fatto che il siciliano sia una lingua? modifica

Noto che qualcuno, forse per screditare quella che senz'altro è una lingua molto viva di un popolo ben definito, continua a insistere sul fatto che il siciliano debba essere considerato un dialetto. Addirittura l'articolo ormai comincia col dire che il siciliano è un insieme di dialetti. Ma che significa?
Se andate a controllare le pagine sul piemontese, sul lombardo ecc ecc, trovate scritto "lingua neolatina"; col siciliano si fanno tutte queste storie. Non ci vuole un genio in linguistica per capire che il siciliano è una lingua a tutti gli effetti. Non è una variante dell'italiano ma un'evoluzione del latino, inoltre ha ricevuto il contributo di tante altre lingue (com'è successo all'inglese). Nell'articolo si dice pure "Ethnologue, descrivono il siciliano come «abbastanza distinto dall'italiano tipico tanto da poter essere considerato un idioma separato», il che risulta ovvio da qualsiasi analisi dei sistemi fonologici, morfologici e sintattici, nonché per quanto riguarda il lessico." Tutto giusto tranne l'ultima frase, e l'elenco di parole che vengono riportate più in basso ne sono la dimostrazione. Fra il siciliano e l'italiano ci sono le stesse somoglianze lessicale che esistono fra francese e italiano o fra lo spagnolo e l'italiano. Certo, da quando hanno deciso che il "toscano" doveva diventare lingua nazionale e tutte le altre lingue sono state declassate a dialetti, il siciliano ha subito profondamente l'influenza dell'italiano dal punto di vista lessicale. Tuttavia la tendenza alla dialettalizzazione non fa delle lingue regionali dei dialetti, se non per ideologia discriminatoria e globalizzante. Quindi suggerisco di cominciare l'articolo con "Il siciliano è una lingua neolatina", così come avviene per il piemontese, il lombardo e tutte le lingue regionali del nord. Non si capisce proprio perché al nord si parla di lingue e al sud si debbano chiamare tutti dialetti. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.148.168.152 (discussioni · contributi) 22:55, 9 nov 2011 (CET).Rispondi

Il piemontese, il lombardo e altre parlate del settentrione, come quelle del centro e del meridione sono dei DIALETTI, sono un miscuglio di idiomi, e specialmente il siciliano che ha prestiti da tante lingue, per questo può sembrare un idioma a se come lo definisce Ethnologue, ma non ha l'elasticità e la varietà dell'italiano. L'essere una lingua neolatina non significa l'esser definita lingua! Anzi, hanno tutti la stessa base, e con una certa attenzione e conoscenza si riuscirebbero a comprendere pur non avendole studiate. Il siciliano, come il napoletano, il barese e tante altre, e sinceramente quest'ultime sono veramente più difficili da comprendere, sono comunque DIALETTI della lingua italiana. Sarà la fierezza della popolazione siciliana a pretende che sia lingua. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.52.36.87 (discussioni · contributi) 22:36, 17 gen 2012 (CET).Rispondi

Anonimo, sei pregato di firmare le tue risposte. E comunque alla tua opinione rispondo con tutta la discussione chilometrica su questa voce. Ti prego di leggere tutte le eccezioni alla tua, a mio avviso, scarna e poco scientifica argomentazione. sabbinirica;-)--Klone123 (msg) 20:13, 19 gen 2012 (CET)Rispondi
Scenziato, sappi che tutti i dialetti derivano dal latino, incluso il siciliano, che è un dialetto, non una lingua. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 2.226.176.176 (discussioni · contributi) 21:24, 10 mag 2012 (CEST).Rispondi
Anche l'italiano, lo spagnolo e il francese, l'inglese e il tedesco (dalle lingue sassoni), il finlandese (dalle lingue finniche), l'hindi (dal sanscrito), e lo stesso latino (dalle lingue protoitaliche), per estensione dunque.--Io' (msg) 19:01, 16 ago 2012 (CEST)Rispondi
...e tutte le lingue del mondo sono semplici dialetti del Nostratico. Non lo sapevi, Io'? --Μαρκος 19:41, 16 ago 2012 (CEST)Rispondi
Ah, già, scusa, dimenticavo. Lo sai, noi scenziati siamo sempre un po' distratti. :-D--Io' (msg) 19:46, 16 ago 2012 (CEST)Rispondi
A parte gli scherzi, invito tutti i contributori a firmarvi negli interventi qui in discussione, che altrimenti ci si incasina per capire chi ha scritto cosa. Grazie.

Eliminazione delle sezioni "Nomi tipici siciliani" e "Modi di dire e proverbi" modifica

Elimino le due sezioni Nomi tipici siciliani e Modi di dire e proverbi per i seguenti motivi: la prima non cita alcuna fonte, è alquanto POV (su che base scientifica si giustifica e si argomenta la tipicità siciliana di un nome proprio?) e poi tratta un argomento che dal punto di vista linguistico c'entra molto poco; la seconda, seguendo il secondo dubbio sulla prima sezione, oltre a essere ridondante di fronte alla sezione Frasi base, non è un argomento che attiene la linguistica ma l'etnoantropologia, la paremiologia e le tradizioni popolari. Propongo all'utente che ha creato le due sezioni di creare una voce dedicata alla paremiologia siciliana (se è un esperto e appassionato), visto che sarebbe un ottimo lavoro che però, ribadisco, non ha nulla a che vedere con questa voce. Sabbinirica ;-)--Klone123 (msg) 19:25, 6 gen 2012 (CET)Rispondi

Lingua altaica? modifica

Perdonatemi ma classificare la lingua siciliana come "Altaica" mi sembra per lo meno assurdo. Facendo una rapida ricerca non ho trovato nessuna fonte che attesti anche una sola e semplice "parentela lontana" tra le lingue asiatiche e quella siciliana, ed onestamente non penso che qualche vocabolo di origine turca possa essere considerato un valido motivo per sostenere questa (molto) presunta somiglianza. Simile discorso si può fare per la questione semitica, poichè là dove questo ceppo ha rappresentato (sotto la maggioranza dei "punti chiave" linguistici) una "forza" superiore a quella indoeuropea si sono venute a creare lingue miste di base appunto semitica (la lingua maltese ne è un esempio), cosa che non è avvenuta per il siciliano. Ripeto il concetto espresso prima: non basta qualche vocabolo "straniero" per garantire un legame di parentela tra lingue, altrimenti l'Italiano oggi sarebbe una lingua germanica a causa degli "ok", "meeting", "marketing" e chi più ne ha più ne metta.--Romano-italico (msg) 14:33, 25 mar 2012 (CEST)Rispondi

Ho continuato a cercare informazioni su la presunta parentela tra le lingue altaiche ed il Siciliano, ma non ho trovato assolutamente niente, tranne alcuni siti che si rifacevano alla citazione presente su questa pagina. Ho etichettato l'aggettivo come "senza fonte", poichè si tratta di un'affermazione importante (e quantomeno curiosa) che necessita di una robusta fonte visibile a tutti. --Romano-italico (msg) 14:56, 25 mar 2012 (CEST)Rispondi

Sicilianistica modifica

ho disorfanato questa pagina ma non sono soddisfatto, ci sarebbe da collegarla meglio da questa, possibilmente nel corpo del testo.--Alexmar983 (msg) 20:07, 25 apr 2013 (CEST)Rispondi

Paradosso modifica

Mi sembra che ci sia qualcosa che non va. Partiamo dall'avviso iniziale: "Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine lingua se riconosciute tali nelle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Per gli altri idiomi viene usato il termine dialetto" (già di per sé molto discutibile, ma chiudiamo un occhio). Il link del codice ISO 639-3 "scn" mi rinvia al sito del SIL, che a sua volta afferma: "See corresponding entry in Ethnologue". Bene, andiamo su Ethnologue. Su quest'ultimo sito la scheda del Sicilian si sviluppa secondo alcuni parametri: nomi alternativi (alternate names), in cui si afferma che tale idioma sarebbe chiamato (fonti?) anche Calabro-Sicilian, Sicilianu (nome nativo) e - addirittura - Siculu (da non confondere con questo, presumo). "Popolazione" (Population) e "luogo" (Location) non lasciano adito a dubbi sulla distribuzione geografica del siciliano: vi si indica, infatti, rispettivamente 4.700.000 (dato del 2002, che corrisponde al dato Istat del 31-12-2002 indicante una popolazione siciliana pari a 4.965.669 abitanti, di cui circa 50.000 stranieri residenti) e, soprattutto, Sicily, Sicilia. La questione, tuttavia, si fa sempre più interessante alla voce Dialects (dialetti? varietà?): vi sono indicate, infatti, le note suddivisioni delle aree dialettali riportate nella Carta dei dialetti d'Italia più, inizialmente, il Southern Calabro (cito: «Central Metafonetica, Eastern Nonmetafonetica, Isole Eolie, Messinese, Pantesco, Southeast Metafonetica, Southern Calabro, Western Sicilian (Central-Western Agrigentino, Palermo, Trapani). Distinct enough from standard Italian [ita] to be considered a separate language»). Poco dopo, però, si aggiunge: «The Pugliese dialect of Italian and Southern Calabrese are reportedly dialects of Sicilian». Cosa vuol dire? Il Southern Calabrese sarebbe il Southern Calabro citato poco prima? E a cosa corrisponde il Pugliese dialect of Italian? Sarebbe il salentino? E perché viene citato come dialect of Italian (come peraltro risulta qui)? La logica mi induce a pensare che il codice linguistico "scn" stia a indicare l'intero gruppo dei "dialetti meridionali estremi" indicati nella poc'anzi citata Carta di Pellegrini, ma è inutile dire che, come dicevo all'inizio, qualcosa non va:

  1. che la "lingua siciliana" (Sicilian language) sia parlata in 2/3 della Calabria e, soprattutto, nell'intero Salento è un'assurdità che non viene riportata in nessun testo accademico (al limite si afferma che in Calabria - specialmente meridionale - si parlano dialetti affini al siciliano e che in Salento si parlano dialetti di "tipo siciliano" perché presentano il c.d. "vocalismo siciliano"; parentesi nella parentesi, in una zona della Calabria settentrionale si parlano dialetti a vocalismo sardo, ma penso che a oggi, anno del Signore 2013, nessuno si sia mai azzardato a dire che in Calabria si parli un dialetto sardo);
  2. se il codice "scn" indica il gruppo dei "dialetti meridionali estremi", perché come numero di parlanti e come distribuzione geografica si indicano esclusivamente popolazione siciliana e Sicilia?
  3. viceversa: se il siciliano, come indica (giustamente, IMHO) Ethnologue, è parlato solamente in Sicilia, perché tra i "dialetti" viene riportato anche il Southern Calabro?
  4. altro appunto: se "scn = dialetti mer. estr." (e se la fonte di Ethnologue fosse stata davvero la benedetta Carta del Pellegrini), perché non vengono indicati esplicitamente il salentino settentrionale, centrale e meridionale e, ancor più, il calabrese centrale (ci si limita solamente al Southern Calabro/Southern Calabrese)?
  5. ancora: se la "lingua siciliana" si parla in tre regioni d'Italia, come può essere un sottoinsieme del "Gruppo siciliano" (sulla cui denominazione ho già espresso alcune perplessità)? O piuttosto il codice linguistico "scn" corrisponde a quello che su it.wiki è chiamato "gruppo siciliano"(rectius: dialetti meridionali estremi)? Ovvero: il "gruppo siciliano" contiene, tra le altre, anche la "lingua siciliana" che a sua volta, tuttavia, si parla in Sicilia, Calabria e Puglia, formando così il "gruppo siciliano"?

C'è qualcosa che non va. Se qualcuno ha qualcosa da dire, alzi pure la mano. --Μαρκος 02:43, 1 giu 2013 (CEST)Rispondi

io sono dell'idea di specificare e di precisare in meglio questa voce perchè la trovo del tutto confuso e disordinato. non sono d'accordo che il Siciliano venga considerato un gruppo meridionale perchè non lo è. sarebbe meglio che ogni lingua sia fatta di sè come lo è il gruppo dei calabresi, dei pugliesi, ecc... infatti io sono del parere che la questione venga separata e distinguita per meglio la voce più ordinata.
ad esempio, il siciliano NON è un dialetto, ma una lingua a tutti gli effetti. per me è da ri-fare questo lavoro e cercando di riformare in modo chiaro e semplice per gli utenti. --SurdusVII (msg) 10:57, 1 giu 2013 (CEST)Rispondi
Condivido le perplessità di Markos: Ethnologue fa forte confusione tra i dialetti meridionali estremi (quelli parlati prevalentemente in Sicilia, Calabria e Salento) e il siciliano propriamente detto (dialetto o lingua che sia), ossia l'idioma parlato in Sicilia e forse in area reggina. E riporta oltretutto dati palesemente incongruenti che ad esempio per i locutori non computano i siciliani emigrati. --Nicolabel 00:28, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi
ho parlato con degli amici calabresi e mi dicono che il calabrese è un dialetto; invece il siciliano è una lingua propria della Sicilia e non dell'area reggina. infatti a Messina secondo alcuni ricercatori e studiosi della linguistica sostengono che il dialetto calabrese e la lngua siciliana sono simili, ma non uguali. perciò vanno separate. quindi resta il nodo da sciogliere il pettine per il gruppo linguistico "siciliano" che il scn è solo per la lingua siciliana. --SurdusVII (msg) 14:30, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi
Come vado ripetendo (invano) da anni, Ethnologue non è una fonte attendibile. Nello specifico, il quadro filogenetico corrente in linguistica è: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua italiana-->dialetti centromeridionali(--->dialetti meridionali estremi)-->salentino/calabrese/siciliano (e per favore togliamo quell'assurdità di "lingue italo-dalmate"...).--CastaÑa 14:34, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi
Ethnologue non emana conoscenza per sapere infuso (in genere): se cita delle fonti si guardino quelle. Altrimenti si cerchino altre fonti se si ritiene che quelle usate (se ce ne sono) non sono adeguate. Il problema della classificazione linguistica non penso si riesca a risolvere qui, in una pagina di discussione di wikipedia. --SynConlanger (msg) 20:27, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi
Il paradosso evocato qui nasce da un esemplice equivoco su cui cascano molti, e cioé che la lingua siciliana sia equivalente al gruppo siciliano. Non è ci siano differenze fondamentali, ma si tratta essenzialmente di differenze semantiche. La lingua siciliana è supposta avere una omogeneità e una purezza tra gli abitanti della Sicilia (come per l'italiano i toscani), e come tale il calabrese meridionale e il salentino sono dei dialetti della lingua siciliana. Il gruppo siciliano è un insieme di dialetti parlati nel sud, simili per tutta una serie di caratteristice linguistiche che non sto qui a elencare. Questa confusione spiega in gran parte le affermazioni di cui si parla in questo paradosso che possono far storcere il naso a più d'uno. Ma fondamentalmente la differenza tra lingua siciliana e gruppo siciliano è ben spiegata nelle rispettive pagine di wikipedia (che, vabbé, d'accordo, possono sempre essere migliorate). --Gmelfi (msg) 23:14, 5 giu 2013 (CEST)Rispondi
A proposito dell'avviso iniziale Template:ISO639, nella sua pagina di discussione non vedo consenso, anzi! --87.9.129.58 (msg) 09:42, 6 giu 2013 (CEST)Rispondi

[ Rientro] L'osservazione di Markos è corretta e la spiegazione più coerente è quella fornita da Gmelfi. Il "gruppo" è appunto un gruppo, cui appartiene anche la lingua siciliana. Checché ne possano dire gli italianisti con l'idea che la lingua siciliana sia un dialetto di quella italiana. La lingua italiana è una lingua sviluppata per poter soppiantare le altre preesistenti, tra cui appunto quella siciliana, mentre i dialetti sono sfumature nate dalle lingue (italiana e non). Il gruppo siciliano (o "meridionale estremo", una descrizione priva di senso) è composta da dialetti della lingua siciliana. Innegabile in quanto "filiazioni" del siciliano medioevale. Ora, proprio sulla base di questo andrebbe fatto un po' di ordine, specie in talune espressioni erroneamente riportate come lingua siciliana, ma appartenenti al - chiamiamo così per comodità - dialetto siciliano, ossia la filiazione della lingua italiana che, soprattutto nelle periferie, sta inesorabilmente soppiantando la lingua siciliana e trattasi fondamentalmente di una "pseudo-sicilianizzazione" di espressioni italiane. Quindi dovremmo saper distinguere la lingua siciliana dal "dialetto", cosa pressoché difficile per chi non è linguista per la difficoltà di fondo di reperire "freschezza linguistica" della lingua siciliana, sostituita popolarmente dal "dialetto". Per una rapida comprensione, la lingua siciliana prevederebbe forme piuttosto arcaiche (persistenti invero in taluni ambiti come la toponomastica) quali l'uso della "x" per indicare "sc" (come in scii), quale ad esempio xuri (fiore), piuttosto che espressioni mediate dalla scrittura italiana, come lo è invece ciuri.--79.53.109.56 (msg) 00:26, 9 giu 2013 (CEST)Rispondi

Confondete la lingua siciliana con il gruppo linguistico siciliano. --Frereau (msg) 11:08, 19 giu 2013 (CEST)Rispondi

In sostanza, la "lingua sicilana" è un dialetto del "gruppo linguistico siciliano" (insieme a salentino ecc.), tanto quanto "italiano standard", "dialetto toscano", "dialetto veneto", "dialetto siciliano" sono dialetti della lingua italiana. Balabiot (msg) 20:06, 28 giu 2013 (CEST)Rispondi

Credo di non aver capito bene: chi dice che "italiano standard", "dialetto toscano", "dialetto veneto", "dialetto siciliano" sono dialetti della lingua italiana? --Μαρκος 22:26, 28 giu 2013 (CEST)Rispondi
non sono d'accordo assolutamente! --SurdusVII (msg) 10:19, 29 giu 2013 (CEST)Rispondi

(rientro) Ci riprovo. Se per "siciliano" intendiamo la varietà regionale dell'italiano parlata in Sicilia (che si può ragionevolmente definire "dialetto siciliano"), allora la filogenesi è quella che ho ricordato sopra: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua italiana-->dialetti centromeridionali-->dialetto siciliano. Se invece intendiamo la lingua di Liolà (che si può definire "lingua siciliana"), allora la filogenesi è: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua siciliana (a sua volta dialettalizzata - Liolà è in dialetto agrigentino - e con lingue "sorelle" come il salentino, che però non rientrano - checché dica Ethnologue - in uno specchietto filogenetico). Quando decideremo di smettarla di affidarci a occhi bendati a Ethnologue e derivati (SIL/ISO) e a usare fonti linguistiche davvero attendibili, sarà sempre troppo tardi. --CastaÑa 15:54, 29 giu 2013 (CEST)Rispondi

Son d'accordo sull'anatema scagliato contro Ethnologue, ma... fonti riguardo al resto? --Μαρκος 19:25, 29 giu 2013 (CEST)Rispondi
Perdonatemi, non sarò breve. Premessa: la linguistica italiana e quella anglosassone usano il termine "dialetto" in due accezioni diverse, che corrispondono esattamente alla distinzione tra siciliano come lingua romanza di ambito geografico limitato (che sopra ho chiamato "siciliano di Liolà"), da un lato, e siciliano come varietà locale dell'italiano (che qui chiamerò, tanto per capirci, "siciliano di Montalbano"). Il "siciliano di Liolà" è una lingua romanza, filogeneticamente allo stesso livello dell'italiano standard, del francese, del catalano, ecc.; il "siciliano di Montalbano" è una varietà locale dell'italiano standard, cioè è italiano con variazioni sintattiche e lessicali. Cito la prima fonte (ma ce ne sono a bizzeffe) che ho sottomano, il dizionario De Mauro, che al lemma "dialetto" scrive: «1. sistema linguistico usato in zone geograficamente limitate e in un ambito culturalmente e socialmente ristretto, divenuto secondario rispetto a un altro sistema dominante e non utilizzato in ambito ufficiale o tecnico-scientifico: il d. piemontese, siciliano [...]». Che è la definizione del "siciliano di Liolà"; cfr. per esempio un altro dizionario, il Devoto-Oli (edizione ridotta): dialetto: «sistema linguistico di ambito geografico limitato». Tornando al De Mauro, proseguiamo con l'altra accezione di "dialetto": «2. nella linguistica angloamericana e francese, varietà regionale o connotata socialmente della lingua ufficiale». Che è il "siciliano di Montalbano". Per inquadrare filologicamente il "siciliano di Liolà", cito ancora De Mauro (scheda "Italiano e dialetti" a corredo del lemma "italiano"): «I dialetti [accezione 1, ndr] italiani o più esattamente italoromanzi derivano tutti dal latino volgare»; segue ripartizione (geografica e linguistica) nei due gruppi settentrionale/centromeridionale, con il siciliano elencato ovviamente tra i secondi. Cfr. anche, tanto per inquadrare la storicità del "siciliano di Liolà", Emanuele Banfi, La formazione dell'Europa linguistica (Le Monnier), p. 12: «Il XIII secolo vide poi la formazione di sempre più raffinate e duttili lingue letterarie [...]: a Palermo si formò il siciliano della corte federiciana».
Per inquadrare invece la varietà regionale siciliano della lingua italiana ("siciliano di Montalbano") rimando a Maria G. Lo Duca, Lingua italiana ed educazione linguistica (Carocci), pp. 75 sgg. passim: «Ogni lingua conosce al suo interno una serie di diversificazioni o varietà [...]. Una lingua cambia nelle diverse aree geografiche in cui viene usata, dando vita alle cosiddette varietà diatopiche [...]». Tra i tratti propri delle varietà meridionali (siciliano incluso, ovviamente), cita quindi l'«uso generalizzato del passato remoto rispetto alla forma corrente del passato prossimo (soprattutto in Sicilia); alta frequenza dei verbi pronominali intensivi: "mi sono mangiato un bel piatto di spaghetti" [...]; uso dell'accusativo preposizionale [...]: "hai visto a tuo padre?"; scambi di modi tra protasi e apodosi nel periodo ipotetico: "se direi... farei..." [...]», eccetera.
Il tutto sintetizzabile: "lingua siciliana" (o "dialetto" nell'accezione tradizionale della linguistica italiana, da me brutalmente detto "siciliano di Liolà") = lingua romanza attestata in Sicilia dal XIII secolo; filogenesi: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua siciliana. "Dialetto siciliano" (nell'accezione anglosassone; altrimenti "italiano regionale di Sicilia", o "varietà siciliana dell'italiano" per restare più aderenti alla tradizione italiana - il mio "siciliano di Montalbano") = varietà regionale della lingua italiana parlata in Sicilia; filogenesi: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua italiana-->dialetti centromeridionali-->dialetto siciliano. Ricordo en passant che la linea filogenetica indica solo lingue "madri" e lingue "figlie", non lingue "sorelle" più o meno strette; per cui un'evenutale maggiore prossimità del siciliano - comunque lo si intenda - con il calabrese piuttosto che con il veneto non figurerebbe comunque in uno specchietto filogenetico, giacché non è mai esistita una fase intermedia tra il latino e il siciliano, che quest'ultimo avrebbe avuto in comune con il calabrese o con il veneto, tale da giustificare un gradino intermedio tra "lingue romanze" e "lingua siciliana".
Quanto al "gruppo siciliano", alle "lingue italo-dalmate" o ad altre trovate di Ethnologue: boh, chiedetelo a loro. Io mi baso sulle fonti linguistiche, come ho tentato di mostrare sopra; spero di essere stato utile e chiedo scusa per la prolissità.--CastaÑa 00:56, 30 giu 2013 (CEST)Rispondi
Potrei essere d'accordo quasi su tutto, ma la mia domanda resta la stessa: che si fa? come si agisce? facciamo qualcosa? --Μαρκος 02:32, 1 lug 2013 (CEST)Rispondi
È l'intero settore linguistico, o perlomeno quello indoeuropeo (sugli altri non mi sbilancio) ad avere bisogno di essere reimpostato dalle radici. Io non ho né la forza né il tempo di farlo, mi dispiace; posso solo cercare di rispondere a domande puntuali come quelle che hai posto qui. Di più, no. Poi semmai a parte mi dici perché "quasi" su tutto, sono curioso--CastaÑa 00:10, 2 lug 2013 (CEST)Rispondi
Sei stato molto preciso, ma non mi convincono molto le distinzioni "dialetto siciliano vs lingua siciliana" e la filogenesi da te proposta. In ambito accademico il siciliano (inteso come idioma isolano, non come "italiano regionale della Sicilia" che, sì, sarebbe considerato "dialetto italiano" se ragionassimo all'inglese) è considerato un dialetto, e valga per tutte l'ormai celebre "sentenza" di Giovanni Ruffino: «Il siciliano è un dialetto, ma ciò non vuol dire che è un prodotto di seconda serie o di scarto. Occorre sgomberare il campo da questo pregiudizio per cui, se diciamo che il siciliano è una lingua, ci si sente appagati e fieri, mentre, se diciamo che è un dialetto, ci si sente mortificati e afflitti» (Ruffino 2001, p. 3). In linguistica non vi è una netta distinzione tra lingua e dialetto, distinzione che, invece, ha ragion d'essere in campo sociolinguistico, nonché in quello politico: figurati che mesi fa leggevo che il sardo e il friulano sono stati "declassati" (sic!) a dialetti in seguito alla spending review del governo Monti. Tutto ciò, ovviamente, non stai venendo a impararlo da me. Per concludere, dalla celeberrima e succitata Carta dei dialetti d'Italia del Pellegrini in poi (ma anche prima) il siciliano è sempre stato inserito nel gruppo meridionale estremo, insieme con calabrese (centro-meridionale) e salentino, per cui la filogenesi dell'idioma siciliano sarebbe: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingue italo-romanze-->dialetti centro-meridionali-->dialetti meridionali-->dialetti meridionali estremi-->dialetto siciliano (che a sua volta potrebbe essere suddiviso - Piccitto docet! - in: dialetto siciliano occidentale / dialetto siciliano centro-orientale --> et ita porro). Che su Wikipedia il siciliano venga definito "lingua" in base all'attribuzione del codice ISO, mi può stare anche bene (non mi sento appagato né fiero, né mi sentirei mortificato e afflitto se dovessimo definirlo "dialetto"), ma continua a non convincermi questa leggenda per cui vi sarebbe *un* Siciliano, ovvero un unico idioma parlato in Sicilia e isole minori, in Calabria centro-meridionale, in Salento e - nientepopodimenoche - in parti del Cilento e della Lucania. Continuiamo a confondere "sistema linguistico" con "continuum dialettale" e con "vocalismo siciliano", considerato che il solo calabrese di area reggina potrebbe essere visto come una variante del dialetto isolano, e - per dirla con Varvaro - che tutti i limiti «che distinguono il siciliano dai dialetti meridionali si distribuiscono a varia altezza lungo la Calabria». --Μαρκος 19:57, 4 lug 2013 (CEST)Rispondi
Questo se usi "dialetto" secondo l'accezione tradizionale della linguistica italiana, che peraltro è quella che uso abitualmente anch'io (salvo poi trovarmi gente che mi vola negli occhi se oso definire "in dialetto" le cosiddette wikipedie "in lingue minoritare" o "regionali" d'Italia...). Ma it.wiki ha fatto la scelta (che non condivido) di utilizzare il binomio lingua/dialetto in un'altra accezione, che è quella anglosassone: da cui l'intitolazione "lingua" per voi che, secondo le fonti linguistiche italiane che ben conosci, dovrebbero in it.wiki intitolarsi "dialetto". Quanto all'inclusione dei vari dialetti regionali in sotto-gruppi, in aree di affinità, anche qui: dipende da come stiamo sviluppando il discorso. Che il siciliano sia più affine al calabrese che al veneto è un'ovvietà, così come è un'ovvietà che vi siano aree di omogeneità (e di relativa intercomprensibilità) più o meno definite. Ma questa è dialettologia, non filogenesi; la filogenesi è il processo lineare di derivazione da lingue madri a lingue figlie, senza sorelle o cugine, e anche senza interazioni secondarie. Nella filogenesi dell'italiano non appare lo spagnolo, sebbene stia all'italiano esattamente nello stesso rapporto in cui il siciliano sta al calabrese (ed entrambi agli stessi italiano e spagnolo); affinché una comunanza tra due lingue emerga da una linea filogenetica, occorre che abbiano un antenato comune. Siccome però l'antenato comune di tutte (italiano, spagnolo, calabrese, siciliano) è sempre e solo il latino, inserire nella filogenesi di una di queste un elemento intermedio è un arbitrio linguisticamente infondato, e per di più un uso errato dello strumento filogenesi. Purtroppo questa è stata la strada scelta da Ethnologue, che ha malamente mescolato dialettologia e filologia, e dalla quale non riusciamo a liberarci.--CastaÑa 23:55, 4 lug 2013 (CEST)Rispondi
Guarda, ti cito (intervento tuo del 2 giu 2013, ore 14:34): "Nello specifico, il quadro filogenetico corrente in linguistica è: lingue indoeuropee-->lingue romanze-->lingua italiana-->dialetti centromeridionali(--->dialetti meridionali estremi)-->salentino/calabrese/siciliano" (il grassetto è mio). Anche tu hai inserito un (doppio) "elemento intermedio". Triplo, se consideriamo anche "lingua italiana", in questo caso di troppo. File:Smile-blink.gif. --Μαρκος 01:16, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi
(fc) Mi riferivo all'italiano regionale di Sicilia; ho avuto il sospetto di non essere stato abbastanza chiaro, è per questo che poi ci ho "riprovato"...--CastaÑa 13:44, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi
[↓↑ fuori crono] Sempre gruppi dialettali di mezzo hai messo. In ogni caso ti avevo capito. --Μαρκος 13:59, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi
Ovviamente l'inserire la lingua italiana nella filogenesi del siciliano è un errore madornale. Ma bisogna chiedersi anche perché si parli di linguistica italiana. La Linguistica è una scienza? Ovviamente si, la wiki-it dice "disciplina scientifica". Esiste forse una Fisica inglese? Esiste forse una chimica tedesca? Ovviamente no. E allora che senso ha parlare di Linguistica italiana? Forse perché questa disciplina utilizza definizioni, regole e leggi diverse dalla Linguistica del resto del mondo? Perché una disciplina scientifica in un paese non si adegua al resto del mondo? Sorge spontaneo il dubbio che sia per ottenere risultati non-NPOV. Di conseguenza ... -- Dragonòt (msg) 09:27, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi
Ma no. La questione è puramente terminologica. La linguistica in lingua italiana usa "lingua" e "dialetto" con sfumature diverse dall'inglese "language" e "dialect". Il problema è che non se ne è tenuto conto quando si è importato il sistema anglofono di Ethnologue su it.wiki - e che adesso ci pone di fronte al "paradosso" giustamente evidenziato da Markos aprendo questo paragrafo. --CastaÑa 13:44, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi
Non solo: il problema è che Ethnologue stesso è impreciso e si contraddice. E afferma assurdità macroscopiche: dove è scritto - ad esempio - che Siculu sarebbe un nome alternativo del siciliano? --Μαρκος 14:13, 5 lug 2013 (CEST)Rispondi

Sezione Consonanti modifica

Nella sezione consonanti si riporta (in maniera impressionistica) che il siciliano possegga una fricativa velare sorda [x]. Chi ha possibilità di convalidare con fonti? --SynConlanger (msg) 20:35, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi

Che io ne sappia, è un fenomeno ristretto a Pantelleria e, per quanto riguarda l'isola maggiore, alla sola area agrigentina, in particolare a Bivona e dintorni. Fonti: Ruffino 2001, p. 21; De Gregorio 1929, p. 178. --Μαρκος 20:51, 2 giu 2013 (CEST)Rispondi

Grammatica fantasiosa o scritta da non siciliani modifica

1) Innanzitutto dovreste specificare che per dialetti italiani meridionali estremi non si intende dialetti dell’italiano ma dialetti del territorio dello stato italiano. Chiunque abbia formulato questa definizione non è stato preciso. Sembra che voglia dire che il siciliano sia una variante dell’italiano. Già la gente ha dei pregiudizi sulle lingue regionali, se si fa credere una cosa per un’altra per colpa di definizioni ambigue, siamo messi male.
2) La struttura grafica della pagina è piuttosto pessima.
3) Nel paragrafo delle consonanti ci sono gravissimi errori. A parte quella cosa inventata della microvocale, che non sta né in cielo e né in terra.
a. Non è vero che “d” si pronuncia come in italiano. Avviene solo nell’agrigentino. In quasi tutto il territorio quasi sempre si pronuncia “r”. Pesino la preposizione “di”, tanto per fare un semplice esempio, viene pronunciata [ri] quasi ovunque.
b. Non è affatto vero che “tr” si pronuncia ʈɽ. La pronuncia esatta è [ʈʂ]. Basta entrare in un sito di trascrizione IPA e confrontare i suoni. Nella pagina inglese sulle affricate ci sono dei file udibili. Andate e sentite con le vostre orecchie la differenza. Nella parola “trenu” non c’è vibrazione.
E poi usate un metodo più sistemato di scrivere le trascrizioni fonetiche!
c. Non è vero che “str” si pronuncia retroflesso solo all’inizio, avviene anche in mezzo, e soprattutto la pronuncia non è affatto ʂɽ ma [ʂː].
d. Non è vero che la “h” non è muta. Esistono aree in cui non è muta, ma rappresentano aree ristrettissime, in cui per altro la pronuncia è palatale e non velare, come invece si dice qui. Tanto che spesso la grafia è anche çi, xhi, xhj, hj… La fricativa palatale sorda di queste zone ristrettissime, negli altri posti (quasi tutta la Sicilia) viene pronunciata come fricativa postalveolare sorda: ad esempio “fiore” si dice [ʃuri]. Nella maggior parte del territorio la “h” è assolutamente muta.
Noto che in molti hanno battuto su questo punto nei vari commenti ma l’errore è ancora lì a marcire.
4) Nel paragrafo sugli articoli si dice che in siciliano gli articoli determinativi sono lu, la, li (oppure u, a, i). Giusto! Poi però nel paragrafo sottostante sui nomi si scrive “LO aliva”. L’articolo LO da dove è stato tirato fuori? Lo armalu, la armalu? Cosa? Subito dopo si dice “nel gergo comune n'animali”. Ma “n” qui rappresenta un articolo indeterminativo che non può assolutamente sostituire l’articolo determinativo! E poi dove sta scritto che gergalmente si dice animali? Forse chi tende a preferire il termine italiano a quello siciliano! Per altro non ci sono fonti che possano convalidare quanto si dice nel paragrafo.
5) Nel paragrafo dei relativi si scrive “cuali” e tra parentesi come traduzione italiana si riporta “quali”. Ma nel paragrafo degli interrogativi la stessa parola si scrivi in siciliano “quali”. Nella stessa pagina almeno decidete come scrivere la stessa parola!
6) Nel paragrafo sulle preposizioni c’è scritto che le preposizioni si possono usare come articoli determinativi. Sbagliato! Si possono usare assieme agli articoli, formando le preposizioni articolate!
7) Nel paragrafo dei verbi si dice che il futuro esiste solo in forma perifrastica con jiri più la preposizione “a”. Non mi risulta. Fate esempi e scrivete delle fonti. Al massimo sarebbe possibile con il verbo vèniri più la preposizione “a”. E comunque in siciliano il futuro è espresso regolarmente con l’indicativo presente più gli avverbi che rimandano a espressioni del futuro, come domani, tra un mese, ecc. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.150.209.211 (discussioni · contributi) 02:28, 19 gen 2014 (CET).Rispondi

Assolutamente d'accordo con l'IP anonimo. --SurdusVII (msg) 10:31, 19 gen 2014 (CET)Rispondi
La pagina sarebbe da riscrivere tutta, difatti saltuariamente ci lavoro in una mia sandbox. --Μαρκος 18:59, 20 gen 2014 (CET)Rispondi

Ethnologue vs. Treccani modifica

Vocabolario Treccani. Siciliano: "il dialetto, o il complesso di dialetti, parlato in Sicilia". In nessun punto si parla di lingua e per quanto riguarda Ethnologue, è come se l'Accademia del Gorgonzola di Cassina De Pecchi, si attribuisse l'incarico di dare prova che la parlata di Detroit è una lingua ufficiale e venisse citata come fonte accreditata nella Wikipedia in inglese. A volte non è sufficiente citare fonti, bensì potrebbe essere necessario discernere tra fonti più o meno accreditate e più o meno attendibili. QUINDI: cos'è più attendibile tra Treccani e ethnologue? E se invece di essere ethnologue, fosse enologue, e pensassero a 'mbriagarsi non sarebbe meglio? --Amurdad (msg) 11:24, 18 apr 2015 (CEST)Rispondi

ma se considerate che il sicilano sia un dialetto, allora la lingua maltese va riscritta come dialetto arabo.. e poi di fonti ne trovi in tutte le biblioteche e le do un indizio inequivocabile di un autore stimato: Giuseppe Pitrè il quale scrisse e redasse un vocabolario ed opere storiche scritte in lingua siciliana.. ne trovi pure su Google Books :) --SurdusVII (SMS) 13:05, 18 apr 2015 (CEST)Rispondi
esistono vocabolari per ciascun dialetto italiano, ma ufficialmente gli unici dialetti italiani che sono stati accreditati come lingue sono il sardo ed il friulano. Non capisco perché su wikipedia ci si è ostinati a voler supportare teorie non suffragate dal mondo accademico italiano e per farlo, si ricorre al sotterfugio/trucchetto di utilizzare una fonte assolutamente non autorevole per l'Italia... perché, si sa, in wikipedia è sufficiente 'citare'. Non importa, chi o cosa, ma l'importante è che qualcosa sia stata replicata altrove. Secondo me, e secondo l'accademia italiana, state descrivendo il falso (incoraggiati da un regionalismo esasperato che produce un POV assurdo) --Amurdad (msg) 22:47, 27 apr 2015 (CEST)Rispondi
@Amurdad, stai seguendo un ragionamento sbagliato. Secondo te è l’ufficialità politica (cioè una decisione totalmente arbitraria) a conferire un’etichetta obiettiva (non arbitraria) a una parlata. Mettiamo che siamo catapultati nel passato, un cittadino della Jugoslavia si affanna nell’affermare che serbo e croato sono due dialetti. Nel momento in cui vi è lo smembramento in più stati, ogni area ufficializza politicamente la propria variante slava stokava, allora a quel punto lo stesso cittadino di cui parlavamo prima dice che, essendoci stato un riconoscimento ufficiale di serbo (in Serbia) e croato (in Croazia) non si può più parlare di dialetti ma di lingue. Il fatto è che il serbo e il croato sono rimasti quello che erano fino al giorno prima! Non sono diventati qualcosa di diverso dopo il riconoscimento politico, perciò o erano lingue anche prima, o sono dialetti anche ora. Da ciò risulta chiaro che l’obiettività deve andare al di là delle scelte politiche. Tra l’altro l’esempio è proprio estremo, perché infatti siciliano e italiano tra di loro sono molto più diversi rispetto a quanto si assomiglino tra di loro serbo e croato (ma di gran lunga!). Lo stesso discorso lo potevo fare tra catalano e spagnolo, già più diversi e più rapportabili alla stessa affinità che esiste tra italiano e siciliano, o anche qualsiasi delle parlate gallo-romanze per esempio. Se tu cerchi attendibilità solo nel riconoscimento politico, ragioni come quell’abitante dell’ex Jugoslavia che pensava il giorno prima di trovarsi davanti a due dialetti, e il giorno dopo di trovarsi davanti a due lingue. L’obiettività della Treccani da che cosa dipenderebbe? Da niente. Dovresti piuttosto sottolineare che la Treccani si limita a seguire le scelte politiche, preoccupandosi di mantenere credibilità. Informando su argomenti riguardo a oggetti che secondo la politica non esistono neppure, ufficialmente risulterebbe creatrice di “ricerche originali”, il che non è certo illegale, ma tali tipi di studi sarebbero bollati come di non certificata garanzia di correttezza. Sarebbero idee della Treccani di cui lo Stato italiano non sa nulla e non dice nulla. Affinché la Treccani si carichi di un alone di credibilità, deve necessariamente adeguarsi alle posizioni dello Stato, e non avendo lo Stato alcuna posizione sulla questione della maggior parte delle parlate d’Italia (quindi non solo siciliane), la Treccani non se la sente di avanzare studi, prima ancora che lo Stato ne abbia discusso. Non si può pretendere di essere garanzie di correttezza se si parla di ciò che ufficialmente non esiste. Riportando invece solo ciò che lo Stato, per una miriade di motivi, ritiene valga la pena discutere, la Treccani si fa carico di una reputazione da enciclopedia neutrale, quindi credibile. Ma la neutralità della Treccani non va intesa in relazione al sapere oggettivo, quanto in relazione a ciò che lo Stato italiano ufficializza, quindi più che di neutralità potremmo parlare di politicamente corretto. Alla Treccani, di fatto, che il siciliano sia una lingua o un dialetto non gliene può proprio importare niente, quindi meglio seguire le direttive politiche del paese e garantirsi la credibilità. Ufficialmente per lo Stato italiano il siciliano non è un dialetto, piuttosto proprio non esiste. Fino ad oggi non sono mai esistite le prospettive per discutere sull’argomento. Non si menziona nulla che possa riguardare specificamente il siciliano. Tutto quello che in Sicilia non è lingua italiana, per l’Italia è semplicemente “non italiano”, “sbagliato”, “inesistente”. Ricordiamo che la Treccani riporta articoli in cui dice che il toscano secondo alcuni studiosi non è né un vernacolo né un dialetto ma una vera e propria lingua, in quanto già sufficientemente differente dallo standard per grammatica, lessico e fonologia. Non riesco più a trovare il link, perché l’ho letto almeno un paio d’anni fa, ma l’ho letto proprio sulla Treccani; forse cercando qualcosa relativo all’etnia... se dovessi ritrovarlo lo linko. Non è vero che secondo l’ambiente accademico ciò che scrive wikipedia è falso. L’accademico non si sbilancia più di tanto, e se lo fa entra in contraddizione con le sue stesse affermazioni, ma ammettendolo per correttezza intellettuale, non lo fa certo per ignoranza o in malafede. Gli accademici, cioè, scelgono la strada del politicamente corretto, per lo stesso motivo per cui la Treccani cerca di mantenersi nella neutralità in tal senso, ovvero farsi percepire come garanti dell’Italia e non promotori di una sola parte del Paese. Giovanni Ruffino scrive in un suo libricino che il siciliano è un dialetto, però poi riconosce subito che l’affermazione vada presa un po’ con le pinze, quindi ammette di aver definito il siciliano in maniera semplicistica ma di essere quasi costretto a farlo per la natura stessa dell’insieme delle parlate dell’isola. Infatti non esiste UN dialetto, ma tantissimi, e anche molto diversi tra di loro. Allora perché all’inizio lo chiama dialetto? Innanzitutto perché non si riferisce mai dell’intero gruppo meridionale estremo (che di fatto sarebbe una lingua senza nome) ma si concentra solo sulle parlate dell’isola, e inoltre intende dire che ogni siciliano parla la sua e solo la sua variante di una sola porzione di un sottogruppo romanzo meridionale estremo. Spero di esser stato chiaro. Ruffino quindi non dice che il gruppo meridionale estremo sia un insieme di dialetti dell’italiano, si occupa semmai solo della porzione delle parlate dell’isola siciliana. Tra l’altro, anche solo considerando le varianti isolane, non c’è niente di riconoscibile come espressione valida per tutti (inteso tutti quelli che parlano un dialetto con caratteristiche inequivocabilmente “meridionali estreme”). Cioè, se io dico “carusu”, quella non è una parola per tutti i dialetti che hanno caratteristiche siciliane, quella è una parola accettata e riconosciuta come propria solo dalla parte orientale delle parlate isolane. Un palermitano mai userebbe nel quotidiano la parola “carusu”. Quindi “carusu” è un termine dialettale, nel senso che chi lo usa lo riconosce giusto come voce che fa parte del vocabolario circoscritto al suo ristretto territorio. Nessuno può dire “in siciliano ragazzo si dice carusu”, si può solo dire tutt’al più “dalle mie parti della Sicilia si dice così”. Qualora ci fosse uno standard siciliano e la parola “carusu” fosse percepita come almeno potenzialmente utilizzabile da tutti quelli che parlano una varietà siciliana, allora a quel punto non ci sarebbe alcun motivo valido per parlare di dialetto siciliano, si dovrebbe per forza usare la categorizzazione “lingua”, e chiunque potrebbe perciò dichiarare “in siciliano si dice carusu (anche se io non lo dico, ma è un termine ufficialmente siciliano)”. Il fatto è che ci sono anche altri idiomi in situazioni più o meno simili. Innanzitutto anche sardo e friulano non hanno uno standard conosciuto al livello popolare, anche per le persone di ciascuno di questi altri gruppi dialettali avviene la stessa cosa che avviene tra siciliani. Espressioni del tipo “come si dice in sardo” non possono avere veramente il peso che la stessa frase può avere in italiano, francese, tedesco, inglese, ecc. Ma anche se si chiede a un norvegese abituato a usare il nynorsk come si dice per esempio “queste due strade”, lui risponderà “desse to vegane”, però una persona che usa il bokmål potrebbe asserire che per lui è norvegese l’espressione “disse to veiene”. Il norvegese quindi è un dialetto perché in linea di massima ci sono forme che non equivalgono a tutte le parlate norvegesi? E che dire dell’islandese, derivato puramente dai dialetti norvegesi? Invece il siciliano non è una diversificazione regionale dell’italiano; quello si chiama italiano regionale, ed è questa forma che propriamente potrebbe essere etichettata come dialetto italiano di Sicilia. Qui si dovrebbe aprire una piccola parentesi, perché si preferisce la denominazione di “italiano regionale” a quella di “dialetto italiano di Sicilia” per questioni storiche, cioè l’italiano non è un idioma autoctono per i siciliani, è stato importato dal nord per questioni essenzialmente politiche. l’italiano regionale in altre parole nasce da una più artificiosa conseguenza dell’adozione dell’italiano e il mescolamento con le parlate locali. Cioè l’italiano è arrivato e poi si è modificato; i dialetti locali (siciliani) invece sono nati come diversificazioni già in partenza della novità linguistica introdotta (per esempio dal latino, o dal greco, o dall’arabo, ecc). L’italiano regionale modifica l’italiano (ma solo della Sicilia), storpiando la forma corretta e riducendo così la padronanza dello standard, una parlata dialettale è tale se invece il materiale linguistico nuovo costituisce un arricchimento. Ritornando alla questione di cosa sia una lingua e cosa sia un dialetto, avendo fatto notare che anche il sardo e il friulano si collocano esattamente sullo stesso livello del siciliano (ma anche del piemontese, del lombardo, ecc.), si può ricordare che altrove ci sono invece diversificazioni della stessa matrice per le quali, pur avendo somiglianze straordinarie, i cittadini possono stabilire con consapevolezza cosa rientri specificamente nella propria parlata, almeno da un punto di vista potenziale. Per esempio il croato può benissimo dire che “lottatore in croato si dice hrvač”, “rvač non è croato ma è serbo”, “lako in croato è uguale al serbo”. Eppure di fatto il croato sta in rapporto alle parlate serbo-croato-bosniaco-montenegrine non come il palermitano sta in rapporto all’italiano ma semmai come il palermitano sta in relazione alle sole parlate siciliane! Quindi, in definitiva, italiano e “siciliano” hanno un indice di intelligibilità minore rispetto a serbo e croato, italiano e “siciliano” sono sviluppi diversificati del latino (principalmente) e non di una comune matrice volgare postlatina, italiano e “siciliano” non hanno potuto seguire una storia letteraria comune, nonostante le influenze, che sono inevitabili per tutte le lingue, a maggior ragione per quelle vicine; se due entità linguistiche diverse si devono riconoscere tra serbo, croato, italiano e “siciliano”, sono proprio queste ultime due. Tra palermitano e catanese, per esempio, c’è una vistosissima differenza, ma esistono punti evidenti che accomunano i due dialetti (che in alcuni casi possono risultare addirittura non intellegibili). Invece palermitano e bolognese o fiorentino, non possono essere raggruppati nello stesso insieme, se non in un macroinsieme indistinto. Le differenze sono troppe, sia dal punto di vista lessicale che grammaticale. Nei dialetti siciliani non si può usare indifferentemente il passato prossimo o quello remoto (anzi non si può proprio chiamare remoto), come per esempio succede in italiano, i tempi non sono interscambiabili; l’uso dei tempi e dei mondi non combacia con l’italiano, alcuni mancano, per esempio il futuro o il condizionale; il sistema fonetico siciliano risulta ostico per i non siciliani, soprattutto per la presenza di suoni che non esistono quasi in nessun’altra parte d’Europa. Gli accademici queste cose le specificano! Nessuno cerca di nascondere tutto questo o di affermare il contrario, perché non ce ne sarebbe motivo e significherebbe negare l’evidenza. Wikipedia non va controcorrente in barba agli accademici, così come non va controcorrente l’UNESCO e la commissione europea. Allora da dove nasce la definizione di lingue per tutti quei raggruppamenti che fino a non molto tempo fa venivano chiamati popolarmente e anche accademicamente dialetti? Proprio dalla consapevolezza che a isoglosse fonetiche, grammaticali e lessicali specifiche e piuttosto ben delimitate nello spazio, è inutile, se pur astrattamente, non associare la definizione di “lingua”. Se i tratti del palermitano sono riconosciuti come siciliani anche dai catanesi e viceversa, ma palermitani e catanesi non riconoscono strettamente affini i tratti delle parlate piemontesi, lombarde o italiane, di conseguenza è chiaro che già il sistema linguistico siciliano risulta evidentemente diverso rispetto al sistema linguistico piemontese o italiano (ripeto, nonostante le inevitabili influenze). Se i sistemi linguistici sono diversi, per suoni, paradigmi verbali, uso dei modi e dei tempi, sintassi, vocabolario, storia linguistica, ecc., allora indubbiamente si è in presenza di lingue separate! La tradizione accademica invece, riconosce e accorpa i dialetti per isoglosse (proprio come si legge su wikipedia), ma si limita a definirli gruppi dialettali piuttosto che dare a ogni gruppo dialettale la denominazione di lingua; cioè accademicamente non si oltrepassa il confine stabilito dalla politica. Però ricordiamo che mai e poi mai un linguista oserebbe dire che il palermitano o il reggiano o il reggino siano dialetti della lingua italiana. Quello che può essere affermato con assoluta certezza è che obiettivamente e innegabilmente il siciliano NON è UN dialetto. Perché non è una parlata omogenea, come già detto. Questo basta per dimostrare che enciclopedie come Treccani commettono un palese errore. Va meglio la definizione che colloca tra parentesi, considerandolo “gruppo di dialetti”, ma mai e poi mai la definizione di “dialetto” può calzare al “siciliano”. Bisogna aggiungere inoltre che se il siciliano lo si dovesse considerare un semplice raggruppamento di dialetti e non una lingua, vuol dire che per coerenza intellettuale si dovrebbero chiamare “gruppo di dialetti” anche le parlate friulane, ladine e romance, invece che definirle addirittura tre lingue retoromanze separate. Si dovrebbero considerare “gruppo di dialetti” anche le parlate gaeliche scozzesi, gallesi e irlandesi; citandole quindi per esempio come “gruppi dialettali (gaelici ovviamente) norbritannici”, “gruppi dialettali mediobritannici”, “gruppi dialettali irlandesi”. Ceco e slovacco dovrebbero essere nominate “gruppo dialettale occidentale e gruppo dialettale orientale”. Potrei ancora continuare a fare l’elenco di centinaia di situazioni simili. Wikipedia accetta perciò il punto di vista (più apolitico) dell’UNESCO, di ethnologue (per quanto a volte commetta errori nell’accorpamento per isoglosse) o della commissione europea, non si è inventata niente di sana pianta. La classificazione dei gruppi linguistici dell’Italia non l’ha fatta ethnologue, l’hanno fatta i linguisti accademici! E i linguisti italiani non hanno mai dimostrato che esistano delle isoglosse genericamente italiane, hanno semmai dimostrato che esistono caratteristiche più definite in relazione a precise aree geografiche, cioè hanno dimostrato che esistono di fatto tanti sistemi linguistici. A ogni sistema linguistico l’UNESCO, l’Europa e ethnologue danno non il nome di “gruppo di dialetti” ma di lingua (divisibile in dialetti dalle stesse caratteristiche). Poi ovviamente le somiglianze ci sono perfino tra italiano e spagnolo, nonostante le grandi distanze e il mare che separa, figuriamoci se non dovrebbero assomigliarsi le parlate d’Italia. Il fatto che in Italia ci sia una situazione linguistica innegabilmente frammentata (se si esclude l’italiano non autoctono per tutti ma che ormai ci unisce tutti), dovrebbe spingere a cercare di far riconoscere ogni realtà linguistica per ciò che è, ovvero un sistema a se stante nel complesso della famiglia romanza. Invece di tanto in tanto viene qualcuno che si lamenta del contrario, quindi pretendendo che si dica che ligure, piemontese, siciliano, ecc., siano lo stesso sistema linguistico. Non è che il siciliano non è riconosciuto perché non è lingua, ma al contrario, non riesce a organizzarsi come le lingue ufficiali proprio perché non è riconosciuto. Anche l’italiano nei secoli passati era traballante nella sua struttura. Poi è diventato l’idioma in cui sono scritti tutti i libri che ogni cittadino è obbligato a leggere a partire dalla prima elementare, e così nel giro di qualche anno, con l’aiuto anche di un imponente apparato massmediatico, è diventato altamente standardizzato, così che oggi si può dire con assoluta certezza che una data espressione sia ufficialmente italiano e un’altra non lo sia, indipendentemente dalle abitudine di ciascuno di fare sfoggio di un certo vocabolario o di certe forme linguistiche di stile. Semmai si potrebbe rimproverare alla wikipedia in siciliano di essere estremamente scadente, di fondarsi su una dilagante italianizzazione per rimarcare l’espressività maturata dall’italiano. Si potrebbe rimproverare a questa pagina intitolata “lingua siciliana” di essere scritta male e con molte imprecisioni da parecchi anni, come qualcuno ha fatto notare. Esordire per esempio con citazioni dantesche non potrebbe essere più sconveniente. Dante non si riferiva affatto al siciliano del popolo, anzi quello lo considerava pessimo e poco diretto. Dante si riferiva al volgare dei poeti, ma sbagliandosi sulla sua reale forma, infatti mentre nel De vulgari, di tutti i poeti riporta i versi nelle lingue originarie, dei siciliani riporta le traduzioni in toscano: “Ancor che l’aigua per lo foco lassi” oppure “Amor, che lungiamente m’hai menato” riportava Dante, che come si può dedurre, tanto siciliano non pare, anche se le influenze siciliane nel testo toscano sono evidenti, e addirittura traspaiono le influenze nel siciliano del provenzale. Lui pensava che la lingua dei poeti siciliani fosse la stessa di quella che oggi non sappiamo essere traduzione in toscano. E tutti pensavano abbastanza similmente fino alla scoperta del componimento pir meu cori alligrari, il quale ha reso chiaro che la lingua dei siciliani fosse diversa da ciò che Dante pensava fosse; latineggiate sì, provenzaleggiante sì, ma non aveva quella somiglianza al toscano che Dante constatava. Già il poeta stesso nel De vulgari dice che dei suoi contemporanei affermavano che quei versi fossero proprio roba toscana, non puramente siciliana, ma lui li chiamava ubriachi. Ecco perché poi Dante scelse di scrivere in quel modo, perché tanto per lui quella era la già nobilitata lingua siciliana. Quindi vantarsi di un complimento da parte di Dante è un po’ come se qualcuno venisse da voi a dirvi “ti ammiro tantissimo” e poi si scopre che vi ha scambiato per un altro.
Io non so chi abbia scritto questo lunghissimo commento (per leggerlo ci ho messo un sacco di tempo), però ha scritto la sacrosanta verità, su tutto. Chiunque tu sia, ti troverò e ti sposerò, non importa chi tu sia. --Smb16 (msg) 01:35, 26 giu 2015 (CEST)Rispondi
questo è il classico approccio spiegato abbastanza bene da "tizio", tramite il quale si prova a trasformare in mistero questioni già svelate per poi provare a svelarle nuovamente. La situazione che viene posta è in realtà molto semplice e non potendo dare risposta alla questione semplice che viene posta, si prova a creare una cortina di fumo al fine di offuscare la semplicita' della domanda ed evitare di dare la risposta.
Treccani dice una cosa e Wikipedia ne dice un'altra. Questo è un problema. Questo è il problema. Hanno ragione le legioni di internet o ha ragione Treccani?
p.s.: ogni qual volta si notano differenze tra le varie versioni linguistiche di Wiki (non è questo il caso) e/o tra wiki ed una enciclopedia ufficiale bisogna smettere di nutrire dubbi sul fatto che il sapere può essere gestito dalla masse ed essere oggetto di discussioni democratiche e mettere in evidenza i limiti di un sapere gestito "democraticamente" da chi le cose potrebbe anche non saperle. E qui non c'è offesa: c'è una massa che presume di sapere che genera lo scontro con i mostri sacri del sapere. --Amurdad (msg) 10:24, 21 lug 2015 (CEST)Rispondi

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Chi è l’autore di quel grassetto che presuntuosamente intende rimarcare la natura linguistica del siciliano come dialetto? Codesto utente a quel grassetto è pregato di apporre all’istante una nota con la definizione unanime di dialetto, oppure di inserire per esteso l’intera citazione tratta da Ruffino. Quella nota così inserita ha tutto l’aspetto di una strumentalizzazione con scopi screditanti. Altrimenti cancelli immediatamente detto grassetto poiché quell’informazione non risulta rilevante. Il grassetto non è enciclopedicamente imparziale in questo caso, perché sta attribuendo maggiore risalto alla presunta superiore autorevolezza della posizione sostenuta da quella parte di studiosi che usa la terminologia “dialetto” anziché lingua. Si tratta dunque di un’induzione verso un’interpretazione subdolamente data come più veritiera dell’altra. Se io dovessi scrivere “tra l’inglese e il francese come conviene scegliere?”, il fatto che abbia evidenziato la parola “inglese” col grassetto, rende la scelta richiesta indotta, in quanto le due opzioni sono presentate in una modalità sbilanciata. Ho il sospetto che la scelta di tale strutturazione dipenda dalla malafede di negazionisti e simpatizzanti dell’omologazione; credo addirittura che si possa trattare di residenti di aree linguistiche completamente estranee al complesso siciliano. Dunque, andiamo ad analizzare direttamente le fonti per scoprire quanto sia obiettiva la definizione di “dialetto”. Dopo di che, però, non fate finta di non aver letto. Giovanni Ruffino nel libricino Profili linguistici delle regioni: Sicilia (a cura di Alberto A. Sobrero, edizioni Laterza, 2001), a pagine 3 (come riportato nella nota) esordisce scrivendo “il siciliano è un dialetto, ma non vuol dire che è un prodotto di seconda serie o di scarto. Occorre sgomberare il campo da questo pregiudizio per cui, se diciamo che il siciliano è una lingua, ci si sente appagati e fieri, mentre, se diciamo che è un dialetto, ci si sente mortificati e afflitti”. Qui, ben sappiamo, si incappa subito in una questione sociale secolare la quale non può essere risolta dall’invito a non mortificarsi per la dicitura “dialetto”. Il dialetto è uno stadio non curato e non curabile di lingua, non senza motivo ma in quanto variante popolare di un modello standard di riferimento che rientra in uno stesso sistema linguistico riconoscibile per intelligibilità elevata, unita a uno sviluppo di isoglosse; perciò è superfluo ai fini comunicativi ufficiali curare più dialetti sull’intero territorio (anche se a volte avviene per fattori politici). Se esiste già lo standard italiano per scrivere libri, giornali, recitare nei film e dare le notizie al telegiornale, non avrebbe nessuna utilità pretendere di dare la stessa cura al pisano o al livornese, i quali, pur avendo delle dissomiglianze rispetto allo standard italiano, ne sono appunto varianti dello stesso sistema (a cui i dialetti siciliano non appartengono). Un dialetto nell’ottica di ogni singola persona è una corruzione dell’ideale modello linguistico ufficiale adoperato dallo Stato. Questo è indubitabile per il pisano, il livornese o altri dialetti toscani, ma anche umbri o addirittura corsi e galluresi, che, anche se sono modi linguistici naturali nati prima del modello standard italiano, nel momento in cui si è fissata una lingua standard fondata sulle specificità toscane, sono diventati una possibile alternativa popolare del medesimo impianto linguistico. Non possiamo nascondere che la stessa idea di parlare una forma guastata di italiano è trasmessa metodicamente anche ai siciliani che parlano uno dei dialetti siciliani, come se il sistema siciliano fosse compreso a pieno titolo entro i parametri delle specificità toscane. Ruffino a pagina 108 cade proprio in codesto errore e intitola un paragrafo “errori ortografici dovuti alla pronuncia dialettale”. Sarebbe stato più coerente denominarlo “errori ortografici nella lingua italiana a causa dell’influenza della pronuncia nei dialetti siciliani”. Siamo così abituati a demonizzare i dialetti (non facciamo i negazionisti) che il metterli in relazione con l’italiano (l’unica lingua che dobbiamo ritenere “corretta”) si manifesta spontaneamente senza che neppure ce ne accorgiamo. Quel titolo invece è come se volesse riferire il dato presunto che i dialetti siciliani siano alterazione dell’unico modo adeguato di esprimersi, ovvero all’italiano. Bisognerebbe piuttosto mettere in chiaro che esiste un’ortografia italiana da rispettare, che esiste un modo di esprimersi in siciliano, altrettanto indiscutibilmente corretto (e chi sostiene il contrario lo dimostri scientificamente), poi però le abitudini fonetiche siciliane talvolta intaccano l’esisto della correttezza dell’ortografia italiana; esattamente come quando un italiano redigendo un testo in spagnolo scrivesse “zero” o “sero” anziché “cero” per indicare il numero “zero”. È forse un’inesattezza pronunciare “zero”? Non per la lingua italiana, l’errore sta nel riportare un errore ortografico in una lingua diversa sotto la spinta delle proprie abitudini linguistiche.
Ruffino non riesce neppure a discutere sulla grammatica siciliana senza seguire i paradigmi della grammatica italiana, infatti qualifica il “passato semplice” dell’indicativo come “passato remoto”, anche se in siciliano questa forma di passato non è usata ineluttabilmente per azioni lontane nel tempo, contrariamente invece a quanto accade in italiano. Nelle nostre acquisizioni è come se si desse per scontato che quella forma verbale è intrinsecamente tale (cioè passato remoto), e che sia il siciliano a stravolgerne l’uso. Anche spagnoli e portoghesi utilizzano la stessa forma verbale e non oserebbero mai chiamarla passato remoto. Perché l’uso dei tempi siciliani invece di essere (come oggettivamente è) specificità glottologica deve essere ritenuta diversificazione dialettale dell’italiano? Nessun linguista italiano lo ha spiegato, anche perché nessuno lo ha mai chiesto e tutti, uno dopo l’altro, hanno scritto dando per assodato le affermazioni dei predecessori, nonostante tali affermazioni non abbiamo mai avuto una trattazione scientifica inconfutabile.
Si facciano nomi e cognomi di autori che dimostrano inequivocabilmente che il siciliano sia la corruzione regionale della lingua italiana. Ruffino senza ombra di dubbio non è tra questi. Egli sentenzia, è vero, in maniera frettolosa e troppo spedita “il siciliano è un dialetto”, ma senza mai esporre in un solo rigo la ragione oggettiva per cui dobbiamo considerare il siciliano un dialetto e non una lingua; anzi semmai fa tutto il contrario. Chi gestisce la qui presente pagina sulla lingua siciliana dovrebbe recarsi a intervistare Ruffino e farsi delineare dei criteri scientifici imparziali per cui le sue affermazioni siano indiscutibili. Se Ruffino dovesse asserire “il siciliano è dialetto per questo e per quest’altro motivo”, e la spiegazione dovesse risultare chiara e mai ambigua, allora potremmo stabilire che la sua dichiarazione sia un dato di fatto. Se dovesse cominciare a girare attorno all’argomento per sottrarsi dal rispondere chiaramente, per rimanere intenzionalmente vago in modo da evitare di far perdere credibilità ai suoi testi accademici o di avere screzi col governo italiano, non può che voler dire una cosa, cioè l’affermazione ruffiniana è un mero pensiero personale non supportato da dati di fatto scientifici. Lui come essere umano ha pieno diritto di ritenere ciò che meglio crede, ma il suo pensiero non è verità. Il fatto è che Ruffino stesso ammette di esprimersi per definizioni vaghe. Purtroppo però qui si è strumentalizzata l’affermazione di apertura del suo libro. Sempre a pagina 3, Ruffino continua infatti scrivendo “Ma allora cosa dobbiamo intendere per dialetto siciliano? Spesso si sente dire che il vero siciliano è il catanese; altri dicono che il vero siciliano è quello che si parla nei piccoli centri dell’interno. Scontenterei gli uni e gli altri. A volerci ben pensare, quello che solitamente viene definito come “dialetto siciliano” (il virgolettato è suo) non è che un’astrazione: la realtà è costituita dalla singole varietà locali, che sono diverse, e spesso assai diverse l’una dall’altra”. Contraddicendo così la troppo diretta affermazione d’esordio, Ruffino dichiara che non esiste il dialetto siciliano, ma esistono i dialetti di un sistema classificabile convenzionalmente come siciliano (che però sappiamo sconfinare fin oltre lo spazio geografico della Sicilia). Se ci si esprime in questi termini risulta già lampante come ci si stia riferendo a un complesso di varietà che formano gruppo a sé non associabile allo standard italiano (non che ci sia bisogno di sottolinearlo). È l’autore stesso a ribadire a pagina 30 del suo libro “la nozione di dialetto siciliano è alquanto vaga”. Ecco qui che più chiaro di così sulla vaghezza del concetto non poteva essere. Poi continua: “Se consideriamo la questione da un punto di vista geografico, potremmo anche dire che tutti coloro che sanno esprimersi in dialetto (con esclusione di galloitalici e albanesi […]) parlano un dialetto siciliano. Ma da un punto di vista strettamente linguistico, la nozione di dialetto siciliano finisce col risultare astratta rispetto alla concretezza delle numerose parlate locali”. Il siciliano non è la forma grossomodo univoca locale di italiano; per favore chi lo sostiene ne dia le prove o taccia dignitosamente, oppure si rechi presso uno psichiatra, in quanto così come un cane non può essere considerato un gatto, il siciliano non può essere considerato italiano. Ci troviamo semmai di fronte all’evoluzione del latino in Sicilia tanto quanto il francese è l’evoluzione del latino nel nord della Francia, l’occitano è l’evoluzione del latino nel sud della Francia, il sardo è l’evoluzione del latino in Sardegna (escluso le aree della Gallura), ecc., con le dovute influenze delle lingue dei vari popoli che hanno attraversato ciascun luogo. Il grado di relazione tra latino e dialetti del sistema italiano è identico se rapportiamo il latino con i dialetti del sistema catalano, i dialetti del sistema spagnolo (castigliano), i dialetti del sistema piemontese, i dialetti del sistema veneto, i dialetti del sistema ligure, i dialetti del sistema meridionale-italico (escluso le zone della Calabria del sud e del Salento), i dialetti del sistema siciliano, e tanti altri. Chi suppone che il sistema siciliano sia relazionabile al latino in maniera trasversale attraverso l’italiano, per favore, ribadisco, ne dia prova, indichi i risultati delle ricerche sull’argomento, oppure si astenga dal proferire castronerie che potrebbero mettere gravemente a repentaglio le sorti di una lingua già umiliata da secoli.
I libri di linguistica italiani sono bizzarramente costretti a segnare linee immaginarie di demarcazione delle inclinazioni linguistiche e a sottocategorizzare le già differenziate categorie linguistiche, perché le diversità sono talmente tante che non si potrebbe in nessun modo accorpare il dialetto catanese o palermitano al dialetto genovese o quello bolognese, tantomeno questi dialetti possono rientrare a pieno titolo nel sistema della lingua italiana. Tutta questa scomoda strutturazione in sottocategorizzazioni nasce dal tabù di utilizzare il termine “lingua” per ogni gruppo a sé stante di dialetti. Avrebbe lo stesso senso che considerare il francese parigino e il catalano barcellonese il medesimo sistema. Eppure se la Catalogna facesse parte della Francia molto probabilmente ci sarebbe stato un tentativo di questo tipo, proprio come in epoca franchista il catalano veniva sottocategorizzato come un dialetto spagnolo. A pagina 5 del libro sopracitato, nel capitolo intitolato La lingua fra storia e geografia, Ruffino scrive: “Il dialetto è storia. Il dialetto, la lingua di un popolo sono anche la storia di quel popolo”. Qui afferma che il dialetto è definibile come “lingua di un popolo”, infatti poi introducendo il concetto di italiano regionale sostiene che esso sia “la conseguenza del bilinguismo degli italiani”. Tutto vero. Se si nomina il termine “bi-linguismo” vuol dire che ci si riferisce alla compresenza di due lingue, non di una lingua più la sua versione popolare rappresentata dalla corruzione di quella unitaria. Poi a pagina 39 dedica spazio ai Dialetti non siciliani (della Sicilia). Vediamo allora di fare il punto della situazione. Il siciliano sarebbe un dialetto italiano (secondo taluni e non secondo Ruffino, spero) ma in Sicilia ci sono anche dei dialetti non siciliani. Che motivo ci sarebbe di fare tutte queste distinzioni se tanto tutti i dialetti della Sicilia sono italiani così come quelli liguri (galloitalici)? Ruffino per altro a pagina 88 parla di “italianizzazione dei dialetti”. Che cosa ci sarebbe da italianizzare se il siciliano fosse già un dialetto italiano? Che significato dovremmo attribuire all’espressione “italianizzare un dialetto italiano”? Allora inglesizziamo l’inglese, francesizziamo il francese e russizziamo il russo. Il siciliano è un insieme di dialetti parlati in una parte ristretta d’Italia; a quanto pare un grossissimo numero di persone confonde le espressioni “dialetti parlati in Italia” con “dialetti italiani” (cioè del sistema della lingua italiana). L’imbarazzate malinteso è anche colpa dei linguisti purtroppo, dobbiamo ammetterlo, i quali non rendono chiara la differenza e usano una terminologia che essi stessi definiscono inappropriata e vaga. Chi cerca attendibilità è costretto a citarli per avvalorare le proprie posizioni e allora nascono dei fraintendimenti al limite della vergogna. In Italia rammentiamo che nelle aule universitarie si studiano i testi di Claudio Marazzini. Egli, nel volume La linguistica italiana (edizioni Il Mulino, 2002) a pagina 77 scrive: “Si noti che nel periodo che va dalle origini al Quattrocento non ha ancora senso parlare di ‘dialetti’. Si può parlare di ‘dialetto’ solo una volta che si è affermata la lingua. ‘Dialetto’ senza contrapposizione a ‘lingua’ è un concetto inapplicabile”. Di che origini sta parlando? Per quale strana ragione dopo Dante, Boccaccio e Petrarca improvvisamente tutti gli altri idiomi corrispondente all’attuale area italiana diventano varianti del toscano e non sviluppi indipendenti del latino? Per quale motivo tutti i sistemi a sé stanti devono essere da quel momento messi in relazione al toscano e non al latino da cui derivano? Ci rendiamo conto dell’arbitrarietà del criterio? Qui ognuno scrive nei propri libri quello che gli pare senza dare troppe spiegazioni, e chi ne appoggia il ragionamento li trasforma in autorevoli linguisti intoccabili come la Bibbia nel Medioevo. Nel XX secolo ci siamo liberati dalla boriosa credenza dell’infallibilità dei testi religiosi, ci mancherebbe che sostituissimo l’oggetto della presunta infallibilità con le supposizioni indimostrate di qualche linguista, che qui da qualche utente viene definito “mostro sacro del sapere”. Almeno si degnasse di spiegare il criterio adottare per arrivare a tali conclusioni! Prendiamo atto che non stiamo parlando neppure di un tessuto nazionale, in quanto in quel periodo vi erano diverse nazioni perfino dal punto di vista politico, oltre che inoppugnabilmente culturale. Secondo questo principio marazziniano, il catalano sarebbe un dialetto spagnolo dopo che si è fissata la lingua spagnola entro i confini di uno Stato, ma se fosse parlato entro i confini della Francia sarebbe un dialetto francese con influenza spagnole. Contraddicendoci tra l’altro due volte poiché afferma che il sardo e il friulano hanno caratteristiche glottologiche specifiche tanto che possiamo parlare di lingue, ma non definisce quali sarebbero queste specificità sarde e friulane che conferirebbero a queste parlate le qualità di una lingua anziché quelle di un dialetto, e esclude quindi sardo e friulano dalla relazione tra sistemi dialettali d’Italia col toscano (come fa per tutti gli altri casi), quando prima ha detto che il termine dialetto non ha alcun motivo di esistere se non lo si contrappone a lingua. Dunque il sardo va categorizzato in relazione diretta al latino e in relazione al sardo stesso, il siciliano (così come veneto, piemontese, ligure, lombardo, romagnolo ecc.) invece deve essere sottocategorizzato in relazione al toscano. Marazzini dovrebbe spiegare al mondo intero scientificamente il perché. Se non è in grado di dimostrare che per tutti i gruppi dialettali d’Italia bisogna prendere come punto di riferimento l’italiano e non il latino, la sua resta una teoria personale e contestabilissima. È vero che soprattutto il sardo è più distante linguisticamente dai vari gruppi dialettali d’Italia, ma solo per questioni di isolamento geografico. Il sardo non è l’unico ad avere delle specificità, ogni gruppo dialettale ha delle specificità. Quelle del sardo lo rendono di difficile intelligibilità a causa dell’uso degli articoli determinativi e dei plurali in “s”, che distraggono dalla radice di ogni singola parola ancora più di quando ascoltiamo lo spagnolo o il francese. Il dramma è però che Marazzini ha “un nome”, i poveri sciagurati che scrivono su wikipedia sono invece purtroppo “signor nessuno” e non hanno alcuna autorevolezza in materia di linguistica. Così ogni tanto arriva qui qualcuno a dire “tal linguista ha scritto che il siciliano è un dialetto, voi avete torto perché non siete nessuno e lui ha ragione perché lo ha scritto in un libro che è studiato nelle università”. Ma ci dobbiamo fermare solo alle asserzioni o ci scomodiamo anche con l’analisi di cosa effettivamente certi linguisti hanno scritto? Altrimenti bisognerebbe ammettere che la linguistica non è una scienza ma un insieme di opinioni discordanti.
Ancora Ruffino a pagina 42 parla delle ragioni che hanno portato alle grandi varietà dialettali siciliane “si tratta di cause geografiche, storiche, economiche, sociali: • invasioni o migrazioni interne […]; • la costruzione di nuove strade […]; • eventi sconvolgenti (terremoti, alluvioni, carestie) […]; • l’acquisizione di nuovi oggetti, tecniche, abitudini, mode (e dunque di nuove forme linguistiche) provenienti da altri territori […]”, in nessuno di questi punti si fa cenno al diversificarsi dall’italiano. Talmente è complessa la varietà all’interno del sistema siciliano, che Ruffino stesso a pagina 44 afferma “il più delle volte è preferibile rinunciare alla voglia di tracciare schemi e incasellamenti, per seguire caso per caso la variabilità del dialetto nello spazio geografico”.
Il siciliano pur avendo una letteratura secolare separata da quella italiana, anzi nata addirittura prima, deve subire lo sgarbo di esserne considerato un sottoprodotto. Ci sarebbe da chiedersi per altro perché lo stato ritiene che le specificità sarde e friulane siano da tutelare e conservare, mentre quelle siciliane (o liguri, o lombarde, o piemontesi, ecc.) siano da ignorare sperando che si cancellino. La Legge nazionale 482/99 è razzista. Le peculiarità siciliane sarebbero bruto campanilismo, se non becero folklore, mentre quelle sarde e friulane avrebbero diritto a una maggiore dignità. I criteri? L’Italia è uno stato che non fornisce criteri per le sue deliberazioni.

Nondimeno è impossibile celare un fortissimo disappunto, più volte richiamato da vari utenti, sulla presentazione della qui presente pagina wikipediana. C’è un responsabile di questa pagina oppure è abbandonata a se stessa da anni, come tutto quello che riguarda il siciliano da secoli? A parte quell’imparziale grassetto, ci sono tanti altri aspetti che andrebbero urgentemente migliorati.
Il brevissimo paragrafo storico riporta una citazione di Dante, per ragioni di mera inutile vanità, e per la solita intrappolante questione della ricerca di affidabilità attraverso la “raccomandazione” avanzata da figure dai nomi altisonanti: del tipo “se lo ha detto Dante è vero perché Dante è Dante e nessuno può metterlo in discussione”. Ma cosa pensava il poeta toscano sul serio? Nel De vulgari parla, in maniera anche un po’ superficiale, di tripartizione della stessa lingua in d’oïl, d’oc e del sì, scostandosi dalle odierne classificazioni per limiti alle sue conoscenze, di cui non gliene si può fare una colpa. Arrogantemente lancia qui e lì qualche offesa a quasi tutti, poi parla del siciliano affermando che tutta la produzione poetica d’Italia (in senso puramente geografico) fosse scritta in questo volgare. Ma Dante dice che l’aggettivo “siciliano” non sia da interpretare che per fattori di provenienza dell’idioma, non perché avesse caratteristiche diverse da quelle che a lui risultassero familiare (nel toscano). Infatti è molto curioso il fatto che, mentre i versi delle poesie mostrate negli altri vari volgari sono riportati ciascuno nella forma originaria, le citazioni dei siciliani sono presentate in toscano. Non è un mistero che Dante dunque non conoscesse la lingua originaria in cui furono scritti i componimenti dei poeti siciliani; la stima verso ciò che crede essere volgare siciliano in realtà è da riversare nel toscano. Quando infatti riporta i versi di Cielo d’Alcamo, in questo caso Dante non nasconde la sua intolleranza, rimproverando una lentezza nella pronuncia. Dante stesso, riportando anche qualche verso di Da Lentini (supponendolo erroneamente pugliese) afferma di aver “infatti dimostrato che gli scrittori eloquenti di quelle aree (cioè del meridione) si sono staccati dal proprio volgare”. Non solo Dante aveva scambiato il toscano delle traduzioni dei siciliani per siciliano, ma insisteva che quel volgare fosse nato in Sicilia!
Per favore, quando citiamo qualche autore, leggiamo l’intero testo e non strumentalizziamo le frasi in modo da portare presunte prove della veridicità della propria tesi o per screditarne la tesi opposta proposta da qualcun altro. Non a caso Dante ha finito per scrivere in toscano, seppur con qualche influenza meridionale che restava nei manoscritti da una traduzione all’altra. Il concetto di traduzione a quei tempi era molto impreciso.
Dante Alighieri deve perciò sparire da questa pagina di wikipedia. Non è Dante che sta “facendo un favore” ai siciliani con le sue affermazioni, invece le citazioni qui sono state inserite proprio per cercare un appoggio nelle sue parole, conferendo inconsapevolmente il riconoscimento della supremazia dell’italiano sul siciliano. È casomai nella pagina wikipediana di Dante che bisogna menzionare l’influenza che ricevette dai siciliani, come era inevitabile per quel periodo.

Rivolgendosi invece allo spazio in cui si riportano le antiche lingue della Sicilia, lasciatemelo dire, è di un’inutilità disarmante. In questa pagina di wikipedia si deve parlare di lingua siciliana, non di storia etnica della Sicilia. Se proprio ci tenete, create un’altra pagina in cui dite che i siciliani di oggi sono l’unione di tutte quelle etnie. L’unica giustificazione di quell’elenco di popoli può essere accettata se vengono riportate informazioni sulle influenze specifiche (lessicali, fonetiche, ecc.) di ciascuna lingua sul siciliano. È necessario spostare tutti i dati inseriti più sotto, e posizionarli nel paragrafo degli sviluppi storico-linguistici. Paradossale appare che nel paragrafo intitolato Sviluppo linguistico dal medioevo non si dia nemmeno un’informazione, che sia una, riguardo ad argomenti linguistici.
Le parole mostrate come esempio di prestiti dalle varie altre lingue mi sembrano troppe, se proprio bisogna lasciarle, che se ne dia una sistemata. Informo però che la veridicità delle informazioni su ciascuna parola non riesce a essere confermata. Ruffino a pag 10 (sempre dello stesso libro) per esempio dice che alastra deriva da un sostrato ligure, penetrato in Sicilia durante il medioevo. Nemmeno lui riporta tuttavia alcun dato per confermare quanto afferma. Non riesco a trovare da nessuna parte un riscontro sull’esistenza di una radice indoeuropea fund col significato di acqua. Il protoindoeuropea sembra essere wod, da cui l’inglese water, il sanscrito udrah, il greco hydra e il latino unda. Si dovrebbe inoltre spiegare perché acqua ha finito per significare moltitudine.

Il paragrafo delle vocali inizia in maniera agghiacciante. Ancora una volta si parte con il mettere in relazione il siciliano con l’italiano. Se scrivete che l’italiano ha un sistema eptavocalico, allora riportate anche informazioni sul sistema vocalico francese, spagnolo o rumeno. Non è un’informazione coerente con l’indipendenza del sistema linguistico siciliano. In questa pagina wikipediana l’elemento principale della discussione di ogni paragrafo deve essere la lingua siciliana. Se parlate di norvegese, non potete cominciare la discussione dicendo “il danese è…”.
Le consonanti del siciliano non sono solo quelle riportate nel paragrafo specifico, ma sono le seguenti. m, (ɱ), n, (ɳ), ɲː, ŋː, p, bː, t, d, ɖː, k, ɡ, f, v, s, z, ʃ, (ʒ) solo come variante di s più consonante sonora, ʂː, (ʐː), (ç) in piccole aree, ɾ, (ɽː), j, w, l, tːʃ, dːʒ, tːs, dːz, ʈʂ, ɖʐ.

Nell’area grammatica, dove si trattano gli articoli, parlando del trapanese si pongono delle frasi come esempio, ma è superfluo questo lavoro, e poi se proprio si sentisse la (inutile) necessità di tenerle, andrebbero scritte una sotto l’altra.

Il trafiletto sui sostantivi è una barzelletta. Eliminare senza ritegno. Chi lo ha scritto deve solo vergognarsi. Devo spiegare cosa ci sia di sbagliato in quell’accozzaglia di frasi? Qualcuno dovrebbe rendersi conto che il linguaggio familiare non è contemplabile come forma comune di siciliano.

I pronomi e via via tutte le altre parti del discorso devono essere ordinate dentro delle tabelle, come avviene nella pagina della descrizione di ogni lingua che si rispetti. C’è troppo disordine. Chi legge non capisce nulla. Al disordine sarebbe preferibili cancellare tutto.

L’area dei verbi tratta solo dell’unica cosa che in siciliano non esiste, cioè il futuro. Si poteva decidere di parlare del passato semplice, di importanza basilare in siciliano, si poteva decidere di parlare dell’uso abbondante del congiuntivo imperfetto, invece si è dato spazio al futuro che non esiste. In questo modo, delle specificità glottologiche siciliane (non rinvenibili in nessun’altra lingua romanza) sono state trascurate. Quando il siciliano ha delle caratteristiche che sono solo del siciliano, non se ne discute o vengono considerate come anomalie che andrebbero forse corrette.
Inoltre la forma perifrastica che si menziona è sbagliata.

La parte in cui ci sono gli esempi della lingua è inutile. Tutta da cancellare da capo a fondo. Se volete potete scrivere una pagina apposita per ogni testo, ma in nessuna descrizione della lingua si fa un elenco di un sacco di preghierine da catechismo. Senza contare che si tratta molto evidentemente di traduzione dall’italiano, di cui se ne ricalca anche la fonetica.
Scusatemi se lo dico, ma una vergogna immonda inoltre deve provare chi ha sentito l’esigenza di riportare in questa enciclopedia l’espressione “minchia” come esempio di lingua (dopo tutte le preghierine). Questo è un grave episodio di deturpazione della dignità linguistica di un popolo. In un documento, quale è la pagina wikipediana, che ambisce ad essere la descrizione ufficiale e attendibile del siciliano, non si può pensare che sia di primaria importanza riportare le parolacce. Questa non è che curiosità da bar. Mi si indichi anche solo una pagina di wikipedia in cui come frase di esempio di una lingua si usi una volgarità. Gli inglesi hanno scritto “fuck”? I polacchi hanno scritto “kurwa”? Gli spagnoli hanno scritto “coño”? Perché allora i siciliani devono scrivere minchia?

Non so nemmeno perché ho sprecato tempo a scrivere tutto questo. Siamo nel 2016 tra un po’ e leggendo la discussione posso constatare che almeno dal 2011 alcuni utenti continuano a ribadire la persistenza sempre degli stessi errori e della stessa forma. L’unico argomento di discussione che non muore mai sembra essere “il siciliano è un dialetto perché in quel libro ho letto così e ho ragione io”, senza che nessuno di questi detrattori (perché l’obiettivo è solo quello di screditare le lingue regionali in nome dell’auspicabile eternità della “unità italiana”) abbia dimostrato di aver analizzato i testi citati. Se dopo anni e anni sono ancora lì tutte le inesattezze, vuol dire che mai nessuno le correggerà.
Per favore [@ SurdusVII], per favore [@ Μαρκος], che a dare un’occhiata sembrate i più attivi in questa pagina maledetta, mi auguro che possiate risolvere il problema delle gravissime deficienze qui presenti. Io non sono un utente registrato e guardando le date di certi commenti in questa discussione, che hanno già avanzato i miei stessi dilemmi, non ho alcuna intenzione di registrarmi per essere ignorato o censurato. Non sono motivato neanche un po’.
Quel che di sicuro possiamo affermare è che l’ambiente accademico sostiene con assoluta chiarezza che il siciliano non è un dialetto ma un complesso di dialetti dalle stesse caratteristiche. È sicuro che il concetto di “dialetto” gli accademici lo definiscono vago. È sicuro che la grammatica del siciliano è distante da tutte quelle del resto dei dialetti d’Italia (solo il sardo si distanzia dall’italiano in maniera maggiore rispetto al siciliano). È sicuro che ci sia una forte italianizzazione ma non dobbiamo credere che questa debba voler dire trasformare un sistema diverso in una variante di italiano. L’italiano influisce sul siciliano soprattutto dal punto di vista lessicale, lo stesso grado di influenza che il russo ha sull’ucraino, il danese sul norvegese, lo spagnolo sul catalano, ecc. --non firmata: 85.203.17.112.

Salve. La decisione-opinione (io sono contro: per mancata coerenza. Ciò si applica soltanto in Italia con chiara volontà di sottomissione) fu: «Come da relativa discussione al progetto linguistica (paragrafo "Un argomento cruciale"»... Cioè Un argomento cruciale. Dopodiché si tenta di tornare al POV "lingua in Italia = dialetto italiano". (E.g.: Lingua napoletana)... pur esistendo svariati riferimenti accademici contro... --C.R. (msg) 21:21, 23 dic 2015 (CET)Rispondi

Derivazione dal latino modifica

Pongo una domanda sull'opportunità di modificare o eliminare la seguente frase: "Peraltro il siciliano non è una lingua derivata dall'italiano, ma - al pari di questo - direttamente dal latino volgare". Tutte le lingue autonome e i dialetti dell'italiano derivano direttamente dal latino volgare con varie influenze allogene o reciproche. La standardizzazione dell'italiano è molto tarda e dal punto di vista linguistico è difficile parlare di lingue derivate dall'italiano (a meno di riferirsi a slang giovanili nati dalla lingua standard negli ultimi decenni). Si può quindi togliere la frase in questione? Grazie --Maximianus (msg) 11:24, 24 ago 2016 (CEST)Rispondi

Parti senza alcun fondamento modifica

Mi permetto di togliere dei pezzi privi di ogni senso, tipo quello che parla del neutro, che se posso permettermi è una p#######a assurda, visto che il neutro è confluito nel genere maschile nella maggior parte dei casi. Io davvero non so chi abbia scritto certe s#######e in questa pagina. Presto provvederò a metterla a posto. --Smb16 (msg) 01:21, 10 nov 2016 (CET)Rispondi

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 21:04, 12 gen 2018 (CET)Rispondi

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Cristiani, èssiri umani o òmini? modifica

Cristiani è sicuramente una licenza popolare siciliana per intendere li pirsuna, l'òmini o meglio l'èssiri umani. In una Dichiarazione Universale però, nessun palermitano, reggino o catanese istruito credo userebbe cristiani per indicare l'Umanità. --Pulciazzo 18:57, 19 ott 2019 (CEST)Rispondi

Questa pagina ha bisogno di revisioni serie e approfondite modifica

Ora: certe cose sono state dette un milione di volte, e continuano ad essere ignorate. Questa pagina è gestita in maniera vergognosa. Ci tengo a ricordare che Wikipedia, per quanto sia "libera", sempre un'enciclopedia rimane: non è che va bene metterci dentro tutto ciò che si legge su internet, ci sono decine e decine di affermazioni senza fonte, e ogni volta che si aggiunge il "senza fonte" puntualmente viene rimosso. Le fonti sono necessarie. Poi: vengono menzionati cani e porci che magari fanno una scoreggia per il siciliano, e vengono aggiunti alla pagina. Ma con quale criterio? Ma la gente che mette le mani su questa pagina è anche solo minimamente in grado di passare una buona mezz'ora su internet a cercare informazioni rilevanti su un dato argomento? Possiamo cominciare a capire che non si può mettere mano a un argomento del genere e scriverci ciò che si vuole solo perché si parla siciliano o perché si è letto qualcosa? Queste cose non bastano: è necessaria una conoscenza profonda sia della linguistica che del siciliano in sé, una cosa senza l'altra non può funzionare in un ambiente del genere, ossia in una enciclopedia.
Di seguito elenco le correzioni che secondo me, da linguista, andrebbero apportate:

  • Cambiare il titolo della sezione Dialetti e lingue derivate semplicemente in Dialetti, visto che non esistono lingue derivate dal siciliano;
  • Rimuovere riferimenti a vari signor nessuno menzionati nella pagina (come una certa Accademia della lingua siciliana, basta fare un giro su internet per capire che si tratta di un gruppo di amatori che non si sa bene che formazione abbiano sull'argomento, soprattutto dal punto di vista scientifico: si tratta dell'ennesimo caso di abuso del termine accademia);
  • Rimuovere la citazione di Dante dal De vulgari eloquentia che è una citazione incompleta: prima di mettere citazioni ad mentulam canis possiamo informarci per bene? Questo è quello che Dante dice nel DVE sul siciliano:

Diciamo allora che il volgare siciliano, a volerlo prendere come suona in bocca ai nativi dell'isola di estrazione media (ed è evidentemente da loro che bisogna ricavare il giudizio), non merita assolutamente l'onore di essere preferito agli altri, perché non si può pronunciarlo senza una certa lentezza; come ad esempio qui: "Tragemi d'este focora se t'este a bolontate". Se invece lo vogliamo assumere nella forma in cui sgorga dalle labbra dei siciliani più insigni, come si può osservare nelle canzoni citate in precedenza, non differisce in nulla dal volgare più degno di lode, e lo mostreremo più sotto. (fonte: https://it.wikisource.org/wiki/De_la_v%CF%89lgare_%CE%B5l%CF%89qu%CE%B5nzia - De vulgari eloquentia, cap. XII)

  • La parte sulla storia andrebbe cancellata e riscritta da zero: il siciliano è una lingua neolatina, non un mix di altre lingue, si dovrebbe mostrare innanzitutto la sua evoluzione dal latino, e solo dopo gli influssi di altre lingue;
  • La fonologia andrebbe rivista tutta, come anche l'ortografia della parole, spesso errata;
  • La parte sulla grammatica andrebbe totalmente cancellata, spesso ci si confonde e si pensa che parlare della lingua significa strettamente parlare della sua grammatica base: non è così. In una pagina del genere andrebbero messe in risalto solo ed esclusivamente le peculiarità della grammatica;
  • La parte sul vocabolario è un'aberrazione mai vista prima, un'accozzaglia di parole prese totalmente a caso per le quali è stata inventata un'etimologia ora greca, ora araba, e via dicendo. Per fare un esempio: la parola cirasa viene dal greco? Ma questa scemenza chi l'ha tirata fuori? Cirasa è un semplicissimo latinismo; o ancora l'etimologia di nicu che in realtà è dubbia e tutt'altro che chiara.

Non voglio dilungarmi troppo, ma di cose da mettere a posto ce ne sono. Ora: è possibile evitare di fare mobbing contro chi ha studiato seriamente e cerca di mettere a posto la voce? È troppo chiedere di non rimuovere informazioni e correzioni anche ampiamente verificate? Per quanto mi riguarda, cercherò di procedere ad una correzione generale della voce. Chi avesse delle lamentele è pregato di rispondere a questo intervento. Grazie.
--FrankAwalon19 (msg) 16:32, 1 dic 2019 (CET)Rispondi

Concordo quasi su tutto: adesso vado di corsa, sicché mi risulta impossibile rispondere più dettagliatamente. Il lavoro di revisione da effettuare è davvero necessario e prevedibilmente oneroso. Per quanto riguarda l'Accademia della lingua siciliana (a proposito, la penso allo stesso modo sull'abuso - qui e in tanti altri casi - del termine 'accademia'), non vedo perché cassarne ogni riferimento quando poi si parla fin dal template iniziale della Cademia Siciliana, altra bella realtà ma "accademicamente" irrilevante (spero di non essere frainteso). Dante va contestualizzato, certo, ma quella citazione ha un suo perché nella storia letteraria di Sicilia (e del siciliano, anche se sappiamo che l'italiano non è nato in Sicilia etc.). Infine, per quanto concerne il corso a Tunisi, sono certo della sua attivazione per averne parlato con uno dei promotori. Qui una delle notizie reperibili sul web. --Μαρκος 19:32, 1 dic 2019 (CET)Rispondi
Mi sono preso questi giorni per fare un po' di ricerche e fare delle verifiche su queste due associazioni: Accademia della lingua siciliana (d'ora in avanti "ADLS") e Cademia Siciliana (d'ora in avanti "CS"). Dalle notizie che ho trovato in rete viene fuori l'immagine di due realtà molto diverse.
  • ADLS risulta fondata nel 2017, tuttavia non possiede un sito web (se non un blog su WordPress, ammesso che vi appartenga), ma una pagina Facebook poco attiva. In questa pagina Facebook si ritrovano delle informazioni: in una nota che riprende il manifesto fondativo vi è una lista di aderenti con la loro definizione. Molti di questi vengono classificati come "appassionati" o "studiosi", verificando poi i profili di queste persone risulta che non hanno intrapreso alcun percorso di formazione nell'ambito della linguistica - si tratta quindi di semplici amatori e poeti di paese. ADLS non sembra intenda occuparsi di standardizzazione, visto che in questa pagina riportano "sei consigli" di scrittura. Hanno un canale YouTube dove vengono caricati dei video, tuttavia avendo io studiato linguistica e dialettologia romanza in questi video ho trovato diversi errori grossolani nelle informazioni presentate - insomma, non mi sembrano molto avvezzi alla consultazione di materiali accademici.
  • CS risulta fondata nel 2016, e risulta molto attiva sui canali social. Possiede anche un sito web con una sezione dedicata ai membri di rilievo, e tra questi figurano anche dei docenti universitari. Volendo verificare la veridicità di queste informazioni mi sono premurato di fare delle ricerche su questi docenti, e sono in effetti... Docenti universitari, non "appassionati" o "studiosi". Dalle informazioni che ho potuto carpire su internet, sembra tuttavia che il numero di elementi accademici che ne segue le attività sia più ampio di quello che appare dal sito web di questa associazione. CS si occupa anche di normalizzazione ortografica e divulgazione, e ha pubblicato una prima edizione di una Proposta di normalizzazione ortografica comune della lingua siciliana (mi viene da pensare che verranno pubblicate altre edizioni).
Insomma, mi sembra chiara la presenza di un certo divario tra l'una e l'altra. Purtroppo non ho contatti diretti con queste due realtà, le informazioni che ho presentato sono informazioni che si trovano sui loro canali ufficiali (quando e se esistono). Mi sembra abbastanza chiaro che ADLS non abbia sufficienti criteri di accademicità per essere menzionata (diversamente, ad esempio, da Arba Sicula). Io ritengo che una pagina enciclopedica quale è questa dovrebbe presentare informazioni seriamente rilevanti. Cosa facciamo allora? Ci mettiamo dentro cani e porci e chiunque abbia scritto anche, che so io, un solo post Facebook sul siciliano? Ci mettiamo dentro tutte le pagine Facebook che pubblicano meme in siciliano? Ditemi voi.
--FrankAwalon19 (msg) 12:52, 7 dic 2019 (CET)Rispondi
Qusta Cademia, è un'associazione privata nata nel 2016 (recentismo). Non ha alcuna accademicità. L'unico ente istituzionale è il Centro studi filologici e linguistici, che ha sede all'università, ha una lunga tradizione, è composto dai più importanti docenti universitari della materia. Inoltre ha pubblicato l'ultimo dizionario, che è il riferimento più scientifico per la lingua siciliana. Il resto, sia CS che ADSL a mio parere è promozionale.--ḈḮṼẠ (msg) 09:20, 11 dic 2019 (CET)Rispondi
Con approcci simili ma forse con impatto diverso, entrambe le realtà stanno contribuendo a promuovere operazioni di language planning sul siciliano: di questo è stato fatto menzione perfino in un workshop tenutosi a Cambridge nel luglio 2018. Vedrei promozionalità se stessimo parlando di circoli privati o semplici appassionati, ma non si può negare il fatto che la CS promuove importanti novità ad esempio sul fronte informatico (mi pare che sia in corso anche una versione di Facebook in siciliano elaborata proprio da loro), mentre l'ADLS organizza seminari sul siciliano anche in location di tutto rispetto, come la Sala Gialla del Palazzo Reale di Palermo. --Μαρκος 11:42, 6 mar 2020 (CET)Rispondi
A me sinceramente sembrano semplici circoli di appassionati. E la sala gialla non si nega a nessuno, se si fa richiesta tramite un deputato regionale...--ḈḮṼẠ (msg) 15:44, 6 mar 2020 (CET)Rispondi
Non intendevo affatto paragonarli al prestigioso CSFLS, ma non li ridurrei nemmeno a circoli di appassionati (soprattutto la CS). Ripeto, lo status planning di una lingua minoritaria passa anche attraverso realtà del genere. --Μαρκος 23:33, 6 mar 2020 (CET)Rispondi

Ho riso molto leggendo questa discussione, e mi sembra quanto meno ridicolo paragonare l'Accademia dello Sfincione (AKA Accademia della lingua siciliana), che di accademico ha solo il nome, a una realtà come la Cademia Siciliana, ben conosciuta in ambito accademico – e lo dico da persona che in università ci lavora. Seriamente, la Wikipedia italiana è quanto di più ridicolo ci sia tra le wikipedie (a tal proposito ricordo di un tale dio di chissà quale religione, chiamato Min Chianug, il cui nome era portato a origine della parola "minchia", nella pagina dedicata al termine qua su Wikipedia. Ora, io mi chiedo: agli amministratori non passa proprio per la testa di capire che non sono dio sceso in terra? Amministratori, volete davvero fare un lavoro di qualità? Allora ascoltate chi certe cose le sa. Cordialmente. Barhallax (msg) 03:18, 26 giu 2021 (CEST)Rispondi

Bene allora illuminaci visto che tu sai. --Gac (msg) 06:47, 26 giu 2021 (CEST)Rispondi
Mi scuso se l'altra sera sono stato un po' brusco: era stata una giornata piuttosto pesante e mi sono fatto prendere la mano. Vorrei partire con una premessa: sono ricercatore in ateneo da cinque o sei anni ormai, e nonostante ci siano diversi linguisti molto più avanti di me non penso di essere l'ultimo arrivato nel settore. Sono venuto a conoscenza della CS (per come è stata menzionata più sopra) un paio d'anni fa attraverso una mia ormai ex-studentessa che me ne parlò: incuriosito feci le mie ricerche, e rimasi di stucco nello scoprire che sono vari i miei colleghi in tutta Italia che non solo la conoscono, ma che ne parlano occasionalmente anche a lezione agli studenti.
Per vie traverse ho raccolto un po' di informazioni, e devo dire che per quanto si tratti perlopiù di studenti dell'ambito della linguistica (che da quello che ho capito si avvalgono anche della consulenza di docenti universitari), il loro approccio a ciò che fanno è scientificamente e metodologicamente corretto - e soprattutto, hanno un buon seguito di pubblico, il che secondo me è un punto difficilmente ignorabile. In questo senso posso dire di non trovarmi d'accordo con Mαρκος sulla presunta "irrilevanza accademica" della CS, né tantomeno sulla definizione di "circolo di appassionati" di ḈḮṼẠ: da ricercatore penso che se se ne parla, e se c'è conoscenza, un motivo deve esserci.
Per quanto riguarda l'ADLS (sempre per come è stata menzionata sopra), posso parlarne perché vi ho avuto contatti diretti, prima di venire a conoscenza della CS. Mi sono preso un po' di tempo per rileggere per bene la discussione sopra, e devo dire che per quanto FrankAwalon19 sia stato un po' brutale (e in questo senso lo inviterei a farsi prendere meno la mano, visto che siamo comunque sulla pubblica piazza), posso confermare per esperienza diretta quanto detto sull'ADLS: seguii all'inizio l'iniziativa come osservatore ma poi me ne allontanai, perché si tratta effettivamente di un circolo di appassionati, un gruppetto di anziani che ha pensato bene di fregiarsi del titolo di "accademia" (e qui concordo con Mαρκος sull'abuso del termine "accademia") nonostante si tratti di persone che nella migliore delle ipotesi sono riuscite a prendere il diploma: me ne sono allontanato perché più che studiarlo come fenomeno localistico non avrei potuto fare, non trattandosi di gente formata in linguistica non avrei potuto trarre alcun arricchimento per la mia formazione. Lungi da me voler mettere in cattiva luce le persone in base al titolo di studio, ma serve ben di più a mio avviso per mettere in piedi certe iniziative (e potersi fregiare del titolo di "accademia").
In questo senso mi sono permesso di definire "ridicolo" il paragone tra le due cose, perché come diceva Mαρκος la CS propone importanti novità sulla tematica delle lingue minoritarie e minorizzate (e anzi, secondo alcuni miei colleghi potrebbero presto portare novità interessanti in sociolinguistica), ha un seguito e un apprezzamento di pubblico considerevole, e si dimostra piuttosto attiva.
In questo senso ritengo che se qualche riferimento deve essere presente su questa pagina, una menzione (e attenzione, non una voce ad hoc, almeno per ora) sulla CS sia più che lecita (anche perché non penso neanche che ormai si possa più parlare di recentismo, è una realtà che ormai esisterà da qualcosa come cinque anni se non erro, e non si accinge a tramontare), vista e considerata anche la copertura mediatica raggiunta a mezzo stampa. Il pezzo sull'ADLS era effettivamente promozionale, e da questo punto di vista mi trovo a concordare con FrankAwalon19: io penso che se siamo tutti qua a discutere è perché evidentemente c'è una volontà comune di costruire una pagina che sia esaustiva e di buona qualità, e onestamente penso che ora come ora la menzione della CS più che pertinente, altrimenti davvero per onestà intellettuale ci troveremmo costretti a menzionare anche le pagine Facebook che sfruttano la lingua minoritaria per costruire dei meme.
Per quanto riguarda il resto, concordo con Mαρκος sull'appropriatezza della menzione del fatto di Tunisi (sebbene comunque sui canali ufficiali dell'istituzione universitaria non esistano riferimenti a questo corso), e ovviamente concordo sull'autorevolezza del prestigioso CSFLS, sebbene qualunque paragone con la CS mi paia poco opportuno, nel senso che le due entità si muovono su piani diversi.
Concludo chiedendo scusa agli admin per la mia poca pacatezza dell'altra sera: il mio intento era quello di spronarli a fare ricerche più approfondite prima di liquidare con eccessiva fretta le varie questioni. Detto ciò, carissimi, vi saluto cordialmente e spero di ritrovarvi presto tra queste pagine! --Barhallax (msg) 02:07, 3 lug 2021 (CEST)Rispondi

Collegamenti esterni modificati modifica

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Lingua siciliana. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 20:30, 16 dic 2019 (CET)Rispondi

aggiunzioni e correzioni modifica

Salve, chiedo se si potessero ampliare determinate divisioni... inserire nelle voce di etimo greco la parola: Cannata: brocca In quelle di etimo iberico: sparatrappù:cerotto,levarì:portare via,pila: vasca/lavello,palicu: stecchino,parpagghiunì: farfalla E in quelli di origine preindeuropea e indeuropea: suffisso ANKA: Carrancù: luogo scosceso cfr irlandese antico carraic. Barancu: precipizio,burrone Valanca: frana Calanchi: toponomastica siciliana (esiste già una pagina sui calanchi e sarebbe carino un collegamento con quest'ultima) Allavancarì: cadere (ed eliminando l'origine gallo romanza in quanto è stato studiato un sostrato preindeuropeo e indeuropeo nel siciliano...). Ancusà: pianta (lino). Queste sono cose documentate...per quanto riguarda poi alcune parole che sembrano essere di chiara derivazione consiglio l'inserimento di: (anka) Ancuratù: che ha dato fondo Arrancatà: lavoro di poco tempo/brandire | Rancugghiù: uomo di bassa statura ma paffuto Rancu: attrappato,zoppo Diarrachi: esclamazione di meraviglia Saraca: pesce, spilorcio Attimparì: lasciare solo,da timpà

Inoltre inserie magari una voce latina per parole come : cardubbulu (calabrone), zappagghiumi (zanzara), chi nicchi nacchi (cosa c'entra questo in questa cosa), lobbiru (cane) se avete altre parole tanto meglio e in fine una conugazione dei verbi essere e avere possibilmente anche un verbo a caso come base per chi volesse avere un primo contatto con la lingua...(si sa ci sono varianti che coniugano in maniera diversa come il messinese o il caltagironese ma si potrebbe inserire accanto alla forma più comune quella meno comune). 95.250.58.117 (msg) 20:06, 31 mar 2022 (CEST)Rispondi

Collegamenti esterni interrotti modifica

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 04:23, 22 nov 2022 (CET)Rispondi

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