Immigrazione in Italia

immigrazione verso l'Italia
(Reindirizzamento da Stranieri in Italia)

L'immigrazione in Italia cominciò a raggiungere dimensioni significative all'incirca dagli anni 1970, per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana nei primi anni del terzo millennio[1].

Cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia al 1º gennaio 2023 per paese di cittadinanza.
Voci principali: Italia, Demografia d'Italia.

Secondo Eurostat, al 1º gennaio 2017 l'Italia era il quarto Paese dell'U.E. per popolazione immigrata, ovvero nata all'estero, con 6,1 milioni di immigrati, dopo Germania (12,1 milioni), Regno Unito (9,3 milioni) e Francia (8,2 milioni), appena davanti alla Spagna (6,0 milioni)[2]. Per numero di stranieri (inclusi gli apolidi) in percentuale rispetto al totale della popolazione residente, l'Italia si classificava al quattordicesimo posto (su 28) nell'Unione Europea (con l'8,3% di immigrati sul totale della popolazione).

Storia modifica

 
Il saldo migratorio dell'Italia (in rosso), dal 1862 ad oggi. Fonte: ISTAT.

L'Italia, per gran parte della sua storia dall'unità in poi, è stata un paese di emigrazione e si stima che tra il 1876 e il 1976 partirono oltre 24 milioni di persone[3] (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), al punto che oggi si parla di grande emigrazione o emigrazione italiana[4].

Per tutto questo periodo, il fenomeno dell'immigrazione era stato invece pressoché inesistente, dove si eccettuino le migrazioni dovute alle conseguenze della seconda guerra mondiale, come l'esodo istriano o il rientro degli italiani dalle ex-colonie d'Africa. Tali fenomeni tuttavia avevano un carattere episodico e non presentavano sostanziali problemi d'integrazione dal punto di vista sociale o culturale. L'Italia rimase tendenzialmente un paese dal saldo migratorio negativo; il fenomeno dell'emigrazione cominciò ad affievolirsi decisamente solo a partire dagli anni sessanta, dopo gli anni del miracolo economico[5].

In particolare, nel 1973, l'Italia ebbe per la prima volta un leggerissimo saldo migratorio positivo (101 ingressi ogni 100 espatri), caratteristica che sarebbe diventata costante, amplificandosi negli anni a venire. È da notare tuttavia che in tale periodo gli ingressi erano ancora in gran parte costituiti da emigranti italiani che rientravano nel Paese, piuttosto che da stranieri[5]. Il flusso di stranieri cominciò a prendere consistenza solo verso la fine degli anni settanta, sia per la "politica delle porte aperte" praticata dall'Italia, sia per politiche più restrittive adottate da altri paesi[5]. Nel 1981, il primo censimento Istat degli stranieri in Italia calcolava la presenza di 321.000 stranieri, di cui circa un terzo "stabili" e il rimanente "temporanei". Un anno dopo, nel 1982 veniva proposto un primo programma di regolarizzazione degli immigrati privi di documenti, mentre nel 1986 fu varata la prima legge in materia (legge 30 dicembre 1986, n. 943) con cui ci si poneva l'obiettivo di garantire ai lavoratori extracomunitari gli stessi diritti dei lavoratori italiani[5]. Nel 1991 il numero di stranieri residenti era di fatto raddoppiato, passando a 625.000 individui.

Negli anni novanta il saldo migratorio ha continuato a crescere e, dal 1993 (anno in cui per la prima volta il saldo naturale è diventato negativo), è diventato il solo responsabile della crescita della popolazione italiana.

Nel 1990 veniva emanata la cosiddetta legge Martelli, che cercava per la prima volta di introdurre una programmazione dei flussi d'ingresso, oltre a costituire una sanatoria per quelli che si trovavano già nel territorio italiano: allo scadere dei sei mesi previsti vennero regolarizzati circa 200.000 stranieri, provenienti principalmente dal Nordafrica[5].

Nel 1991 l'Italia dovette anche confrontarsi con la prima "immigrazione di massa", dall'Albania (originata dal crollo del blocco orientale), risolta con accordi bilaterali. Negli anni seguenti ulteriori accordi bilaterali verranno stipulati con altri Paesi, principalmente dell'area mediterranea. Secondo dati stimati dalla Caritas, nel 1996 erano presenti in Italia 924.500 stranieri[5].

È del 1998 la legge Turco-Napolitano, che cercava di regolamentare ulteriormente i flussi in ingresso, cercando tra l'altro di scoraggiare l'immigrazione clandestina e istituendo, per la prima volta in Italia, i centri di permanenza temporanea per quegli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione". La materia sarà tuttavia regolamentata nuovamente nel 2002, con la cosiddetta legge Bossi-Fini, che prevede, tra l'altro, anche la possibilità dell'espulsione immediata dei clandestini da parte della forza pubblica.

Alla data del censimento della popolazione del 2001 risultavano presenti in Italia 1.334.889 stranieri, mentre le comunità maggiormente rappresentate erano quella marocchina (180.103 persone) e albanese (173.064)[6]; tale valore, nel 2005 era giunto a 1.990.159, mentre le comunità albanese e marocchina contavano, rispettivamente 316.000 e 294.000 persone[7].

Il cosiddetto Codice dell'immigrazione, dell'asilo e della cittadinanza è formato da un insieme di Direttive dell'Unione Europea, leggi e decreti di recepimento, a partire dal Decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, dal d. lgs. 28 gennaio 2008, n. 25[8], e anche dalla legge 15 luglio 2009, n. 94 in merito al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la quale amplia la fattispecie alla promozione, direzione, organizzazione, finanziamento e trasporto, ma senza risolvere il "problema del quando", vale a dire della determinazione dell'inizio dell'attività penalmente perseguibile.[9]

Statistiche modifica

Provenienza modifica

Analizzando i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri regolarmente residenti, si nota come negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti dall'Europa orientale, che hanno superato quelli relativi ai paesi del Nordafrica, molto forti fino agli anni novanta. Ciò è dovuto soprattutto al rapido incremento della comunità rumena in Italia, che, in particolare nel 2007, è all'incirca raddoppiata, passando da 342.000 a 625.000 persone e rappresentando quindi la principale comunità straniera in Italia. Ciò è dipeso, verosimilmente, dall'ingresso della Romania nell'Unione europea, che ha facilitato i flussi, e dall'affinità linguistica.

Secondo i dati Istat, al 1º gennaio 2016 risiedevano in Italia quasi 1,2 milioni di cittadini rumeni[10], che costituiscono il 23% della popolazione straniera in Italia[10] e circa l'1,97% sul totale della popolazione residente in Italia; ciò fa sì che in Italia risieda quasi il 45% dei circa 2,5 milioni di cittadini della Romania espatriati, residenti nell'Unione europea.[11]. Accanto ai rumeni le principali comunità straniere presenti in Italia sono quella albanese (9,3% della popolazione straniera), marocchina (8,7%), cinese (5,4%) e ucraina (4,65%). Al 1º gennaio 2016, poco più del 30% dei residenti stranieri sono cittadini di un Paese dell'U.E., e oltre il 50% sono cittadini di un Paese europeo. I cittadini di Stati africani sono circa il 20% del totale, così come i cittadini di Stati asiatici[10].

La tabella a destra riporta il numero di cittadini stranieri residenti in Italia suddivisi per cittadinanza per gli anni 2005, 2010, 2015 e 2017. Come si può notare, le comunità che hanno registrato un aumento maggiore provengono dall'Europa (Romania, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Polonia, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, Bosnia ed Erzegovina, Turchia, Croazia e Paesi Bassi), dall'Africa (Marocco, Egitto, Nigeria, Ghana, Senegal, Tunisia, Costa d'Avorio, Gambia, Mali, Algeria, Camerun, Burkina Faso e Guinea) dall'Asia (India, Bangladesh, Pakistan, Cina, Filippine, Sri Lanka, Russia, Georgia, Iran e Afghanistan), e le Americhe (Brasile, Perù, Ecuador, Rep. Dominicana, Cuba, El Salvador, Colombia, Stati Uniti, Bolivia e Venezuela). Più contenuto, invece, è stato l'aumento della popolazione straniera di origine albanese e marocchina, comunità che hanno visto il picco degli ingressi in anni precedenti, ma anche per effetto delle naturalizzazioni.

Un discorso a parte merita la comunità Romaní sul territorio italiano, ripartita tra Rom (più diffusa al Centro-Sud e con maggiore propensione alla sedentarizzazione) e in minor misura Sinti (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al nomadismo). Stime approssimative riportano 120.000 unità, di cui circa 70.000 di cittadinanza italiana.[12]

Residenti stranieri (esclusi i naturalizzati) per paese d'origine[13]
Paese 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Regione più popolata
  Romania 625,278   658,789   726,151   782,014   834,465   933,354   1,081,400   1,131,839   1,151,395   1,168,552   1,190,091   1,143,859  1,145,718   1,076,412 Lazio
  Albania 401,949  422,142  441,182  450,190  450,908  464,962   495,709   490,483   467,687   448,407   440,465   423,212  421,591  433,171 Lombardia
  Marocco 365,908   368,608   388,406   400,695   408,667   426,791   454,773   449,058   437,485   420,651   416,531   406,112  414,249  428,947 Lombardia
  Cina 156.519  154,066  168,048  184,173  197,064  223,367   256,846   265,820   271,330   281,972   290,681   283,430  288,923  330,495 Lombardia e Toscana
  Ucraina 132,718  134,351  150,527  171,586  180,121  191,725   219,050   226,060   230,728   234,354   237,047  227,867  228,560  235,953 Lombardia
  India 77,432  85,682  97,246  109,177  118,409  128,903   142,453   147,815   150,456   151,430   151,791  147,153   153,209  165,512 Lombardia
  Filippine 105,675  105,366  112,642  120,019  129,188  139,835   162,655   168,238   165,900   166,459   167,859  158,049  157,665  165,443 Lombardia
  Bangladesh 55,242  60,433  67,267   73,761   81,683   92,695   111,223   115,301   118,790   122,428   131,967  131,023  138,895  158,020 Lazio
  Egitto 69,572  54,838  58,587   62,400   66,932   76,691   96,008   103,713   109,871   112,765   119,513   119,864  128,095  139,569 Lombardia
  Pakistan 49,344  50,082   57,808   66,323   71,031   80,658   90,615   96,207   101,784   108,204   114,198   116,631  121,609  135,520 Lombardia
  Moldavia 68,591  85,327   99,867  122,374  132,175  139,734   149,434   147,388   142,266   135,661   131,814   122,762  118,516  122,667 Veneto
  Nigeria 40,641  38,676  41,486  44,734  48,220   56,476   66,833   71,158   77,264   88,533   106,069   114,096  113,049  119,089 Emilia-Romagna
  Sri Lanka 61,064  57,765  61,955   65,270   71,573   79,530   95,007   100,558   102,316   104,908   107,967   104,763  107,598  112,018 Lombardia
  Senegal 62,620  60,364  63,883   69,467   73,702   80,325   90,863   94,030   98,176   101,207   105,937   105,227  106,198  111,092 Lombardia
  Tunisia 93,601  79,205  80,538  81,068  82,997  88,291  97,317  96,012  95,645  94,064  93,795  90,615  93,350  97,407 Sicilia
  Perù 70,755  72,319  80,455  88,850  93,841  99,173  109,851  109,668  98,176  99,110  97,379  91,859  91,662  96,546 Lombardia
  Polonia 90,218  77,879  81,594  83,160  84,749  88,839  97,566  98,694  97,986  97,062  95,727  88,803  86,743  77,779 Lazio
  Serbia
  Kosovo
  Montenegro
68,542  75,369  79,347  82,693  85,834  90,506  96,421  92,378  88,076  83,579  82,105  77,408  73,909  73,629 Veneto
  Ecuador 73,235  69,362  73,862  78,172  80,333  82,791  91,861  91,259  87,427  83,120  80,377  74,661  72,644  72,193 Lombardia
  Macedonia del Nord 78,090  65,809  69,208  71,315  73,972  76,608  78,424  77,703  73,512  67,969  65,347  60,581  55,816  55,771 Veneto
  Ghana 38,400  39,801  41,127  42,696  44,364  48,575  51,602  50,414  48,637  48,138  49,940  49,797  49,543  50,778 Emilia-Romagna
  Brasile 37,848  33,004  34,505  35,911  37,567  39,157  43,202 42,587  43,783  45,410  48,022  49,445  51,790  50,666 Lombardia
  Bulgaria 33,477  32,283  35,818  39,161  42,000  47,872  54,932  56,576  58,001  58,620  59,254  56,593  56,645  50,355 Lombardia
  Russia 21,523  21,720  23,808  27,644  28,604  30,948  34,483  35,211  35,791  36,361  37,384  36,512  37,424  39,746 Lombardia
  Germania 40,163  35,991  35,681  35,272  34,936  35,576  38,136  36,749  36,661  36,660  36,806  35,442  35,316  35,091 Lombardia
  Spagna 17,354  14,339  14,443  14,518  15,129  17,021  20,682  21,286  22,593  23,828  24,870  24,936  25,954  32,637 Lombardia
  Francia 30,803  25,893  25,217  24,445  23,985  25,016  29,078  27,696  28,634  29,281  29,991  29,008  29,721  31,354 Lombardia
  Regno Unito 26,448  22,542  22,563  22,411  22,839  23,744  26,377  25,864  26,634  27,208  28,168  27,857  29,654  30,325 Lombardia
  Rep. Dominicana 18,591  19,765  21,263  22,247  23,020  25,405  28,623  28,804  28,202  28,002  28,451  28,208  29,111  30,255 Lombardia
  Costa d'Avorio 17,132  17,840  19,196  20,159  20,878  23,563  25,953  25,362  25,056  26,159  30,271  31,001  30,038  29,673 Lombardia
  Cuba 14,581  14,290  14,956  15,637  16,350  17,538  19,316  19,999  20,662  20,986  21,418  21,417  22,311  22,958 Lombardia
  Gambia 748  740  807  878  941  1,244  1,630  3,271  8,016  13,780  19,567  22,075  21,336  22,213 Sicilia
  Bosnia ed Erzegovina 27,356  26,094  26,850  27,408  28,015  28,996  29,831  29,442  27,199  25,791  25,034  22,944  21,911 21,442 Veneto
  Turchia 14,562  14,025  14,981  15,858  16,354  17,111  19,951  19,450  19,388  19,217  19,509  18,780  19,168  20,999 Lombardia
  El Salvador 6,144  7,088  7,599  8,430  9,235  10,443  11,809  12,973  13,007  13,492  14,626  15,437  16,270  20,038 Lombardia
  Mali 832  913  989  1,126  1,252  2,946  4,470  6,098  10,369  14,768  19,134  20,078  19,350  20,015 Lombardia
  Colombia 17,890  15,713  16,261  16,764  17,086  17,880  19,661  18,956  18,777  17,968  17,956  17,539  18,053  19,848 Lombardia
  Stati Uniti 15,036  13,634  13,112  12,521  12,184  13,165  14,963  14,145  14,512  14,649  15,004  14,966  15,393  18,837 Lazio
  Algeria 22,672  19,834  20,433  20,577  20,725  21,801  23,095  22,679  21,765  20,437  19,823  18,507  18,468  18,538 Campania
  Georgia 1,012  1,330  2,403  5,612  7,083  9,123  12,124  13,688  14,045  14,603  15,203  15,021  15,667  18,272 Toscana
  Croazia 21,308  17,662  17,332  16,967  16,708  17,051  17,999  17,375  18,052  17,698  17,573  16,591  16,285  17,362 Veneto
  Camerun 6,940  6,620  7,438  8,197  8,830  10,071  11,880  12,298  12,738  13,308  14,529  15,170  15,329  15,581 Emilia-Romagna
  Iran 6,913  5,922  5,877  5,830  5,962  7,273  8,995  9,813  10,304  10,794  11,565  11,837  12,866  14,255 Lombardia
  Burkina Faso 8,960  10,031  11,119  12,124  12,752  14,007  15,301  14,939  14,657  14,306  14,435  14,051  13,979  14,236 Lombardia
  Bolivia 6,043  6,123  7,853  10,694  11,774  12,357  13,919  14,568  14,243  14,076  13,955  13,277  13,141  13,271 Lombardia
  Guinea 2,268  2,467  2,713  2,994  3,297  3,896  4,371  4,490  4,928  6,897  11,240  12,728  12,213  12,259 Lombardia
  Afghanistan 1,063  2,427  2,863  3,135  3,512  4,813  6,635  7,654  8,574  11,224  11,738  10,600  11,121  12,199 Lazio
  Venezuela 5,219  5,119  5,017  4,904  4,787  5,138  5,506  5,642  5,849  6,327  7,347  8,981  10,316  12,135 Lombardia
  Paesi Bassi 8,165  7,166  7,157  7,111  7,163  7,378  7,856  7,851  8,106  8,243  8,344  8,184  8,283  10,100 Lombardia
Altri paesi sub-sahariani 70,213 72,946 75,935
Altri paesi europei 72,258 71,219 75,625
Altri paesi americani 26,415 28,819
Altri paesi nordafricani e mediorientali 44,526 47,513
Altri paesi del sudest asiatico 22,895 19,877
Altri paesi dell'Asia meridionale 1,516 1,630
Europa 2,601,313 2,588,451 (4.28%) 2,600,748 (4.31%) 2,609,690 (4,33%)
Nord Africa 741,090 729,064 (1.21%) 735,681 (1.22%)
Asia meridionale 474,736 488,486 (0.81%) 507,553 (0.84%)
Asia Orientale 459,572 471,326 (0.78%) 478,417 (0.79%)
Africa sub-sahariana 369,567 397,309 (0.66%) 444,058 (0.74%)
Americhe 376,556 369,555 (0.61%) 373,354 (0.62%)
Oceania 2,104 2,122 (<0,01%) 2,157 (0,01%)

Etnie modifica

La seguente tabella riporta i continenti d'origine della popolazione italiana al 31 dicembre 2022:[14]

Gruppo etnico Popolazione Quota del totale*
Africani 1 240 012 2,062%
Asiatici 1 007 556 1,674%
Americani 380 146 0,632%
Oceanici 2 236 0,003%
* % sulla popolazione totale dell'Italia

Evoluzione modifica

Anno Stranieri residenti Naturalizzazioni
2001[6] 1 334 889 10.401
2002[15] 1 341 209 12 258
2003[15] 1 464 663 17 183
2004[15] 1 854 748 19 123
2005[15] 2 210 478 28 643
2006[15] 2 419 483 34 260
2007[15] 2 592 950 45 459
2008[15] 3 023 317 53 679
2009[15] 3 402 435 59 362
2010[15] 3 648 128 65 932
2011[15] 3 879 224 56 147
2012[16] 4 052 081 65 183
2013[17] 4 387 721 100 712
2014[18] 4 922 085 129 887
2015[19] 5 014 437 178 035
2016[20] 5 026 153 201 591
2017[21] 5 047 028 146 605
2018[22] 5 144 440 112 523
2019[23] 4 996 158 127.001
2020 [2] 5 039 637 131.803
2021[24] 5 171 894 121.457
2022[25] 5 030 716 133.236
2023[26] 5 050 257

Secondo i dati Istat relativi al bilancio demografico nazionale, alla data del 31 dicembre 2020, risultavano regolarmente residenti in Italia 5.171.894 cittadini stranieri, pari all'8,45% della popolazione residente totale (59.641.488 individui), praticamente invariati rispetto all'anno precedente (+0,87%, pari a 43.479 individui).

L'incremento nel corso degli anni della popolazione straniera residente è dovuto sia a un saldo migratorio positivo tra immigrati ed emigrati, sia a un saldo naturale positivo tra nati e morti: per quanto riguarda il primo, i nuovi arrivi di immigrati stranieri dall'estero sono in calo da alcuni anni (da 530.456 nel corso del 2007[15] a 250.026 nel corso del 2015), ma continuano a superare gli stranieri emigrati (44.696 nel 2015); per quanto riguarda il saldo naturale, nel corso del 2015 ci sono stati 72.096 nati stranieri (il 14,8% dei nati, anch'essi in diminuzione rispetto ai due anni precedenti) contro 6.497 morti[10].

È da notare che il dato complessivo dei cittadini stranieri presenti nel territorio nazionale è stato corretto al ribasso in seguito al censimento generale ISTAT del 2011 della popolazione italiana, secondo il quale risultavano presenti 4.029.145 stranieri (6,8% della popolazione) alla data del 9 ottobre 2011, valore triplicato rispetto a quello del precedente censimento dell'ottobre del 2001, quando i cittadini stranieri risultavano essere 1.334.889 (2,3%)[27][28]. La differenza rispetto al dato proveniente dalle anagrafi, già riscontrata per tutti i dati demografici anche nei precedenti censimenti, dipende generalmente da errori o mancanze nell'aggiornamento delle anagrafi comunali nei dieci anni che intercorrono tra un censimento e l'altro[29].

I dati sui cittadini stranieri residenti non includono gli stranieri naturalizzati italiani e i cittadini stranieri irregolari. Secondo il censimento della popolazione del 2011, gli stranieri naturalizzati italiani erano 607.394[30]. Le acquisizioni di cittadinanza sono in costante aumento, da 4.158 nel 1991, a 10.401 nel 2001[31], a 65.383 nel 2012[17], fino a 178.035 nel 2015[10] (+37% rispetto al 2014). A titolo di paragone, si consideri che nel 2014 le acquisizioni di cittadinanza in Italia (129.000) sono state, in numeri assoluti, meno che in Spagna (206.000) ma più o meno in linea con quelle registrate in Germania (111.000), Francia (106.000) e Regno Unito (126.000)[32]. Tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2015, il 20% era precedentemente cittadino albanese e il 18% marocchino, ovvero apparteneva a due comunità straniere di più antico insediamento in Italia[10].

 
Stranieri residenti in Italia nel 1981 (Atlante tematico d'Italia, Touring Club Italiano, 1990)

Distribuzione modifica

La distribuzione dei cittadini stranieri sul territorio italiano è fortemente disomogenea: nel Nord-ovest risiede il 34,1% degli stranieri, nel Nord-est il 24,5%, nel Centro il 25,4% e nel Mezzogiorno e isole il 15,9%[10]. Nel 2015, tuttavia, come già negli anni precedenti, l'incremento della popolazione straniera è stato più consistente nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord.

All'interno di tale distribuzione si nota inoltre una forte disparità tra i capoluoghi di provincia (con maggiori presenze) e le zone rurali.

 
Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat
 
Percentuale di stranieri sul totale della popolazione regionale nel 2015

Province italiane con maggiore popolazione di stranieri residenti, al 1º gennaio 2018:

I comuni italiani con maggiore presenza di stranieri residenti, al 1º gennaio 2018 (e differenza rispetto al 2017):

I capoluoghi di provincia italiani con la più alta percentuale (superiore al 15%) di stranieri residenti sul totale della popolazione, al 31 dicembre 2019:

Tabella con i dati regionali della popolazione straniera residente in Italia

Ordine Regione Cittadini
stranieri
% su popolazione
totale
Variazione %
anno precedente
1 Lombardia 1 153 835 11,50 +1,3
2 Lazio 679 474 11,52 +2,5
3 Emilia Romagna 535 974 12,04 +1,3
4 Veneto 487 864 9,95 +0,5
5 Piemonte 423 506 9,68 +1,1
6 Toscana 408 463 10,93 +2,0
7 Campania 258 524 4,44 +6,1
8 Sicilia 193 014 3,84 +2,0
9 Liguria 141 720 9,10 +2,5
10 Marche 136 045 8,88 -0,1
11 Puglia 134 351 3,32 +5,0
12 Calabria 108 494 5,54 +5,5
13 Friuli Venezia Giulia 106 681 8,77 +2,3
14 Umbria 95 710 10,82 -0,2
15 Trentino-Alto Adige 94 947 8,89 +1,8
16 Abruzzo 87 054 6,62 +0,6
17 Sardegna 54 224 3,29 +7,7
18 Basilicata 22 500 3,97 +8,3
19 Molise 13 943 4,52 +7,4
20 Valle d'Aosta 8 117 6,43 -1,7
ITALIA 5 144 440 8,50 +1,9
Italiani e cittadini immigrati in Italia nel 2022
Regione Immigrati Italiani Totale
Lombardia 1.193.910 8.771.136 9.965.046
Lazio 643.092 5.072.098 5.715.190
Campania 252.437 5.338.244 5.590.681
Veneto 507.601 4.347.032 4.854.633
Sicilia 189.388 4.612.080 4.801.468
Emilia-Romagna 566.687 3.865.129 4.431.816
Piemonte 415.637 3.836.642 4.252.279
Puglia 139.750 3.772.416 3.912.166
Toscana 424.215 3.252.070 3.676.285
Calabria 93.845 1.750.741 1.844.586
Sardegna 49.552 1.529.629 1.579.181
Liguria 151.166 1.356.272 1.507.438
Marche 127.606 1.362.183 1.489.789
Abruzzo 82.338 1.191.322 1.273.660
Friuli-Venezia Giulia 116.624 1.080.671 1.197.295
Umbria 91.658 767.914 859.572
Provincia Autonoma Trento 48.726 493.432 542.158
Basilicata 22.863 517.136 539.999
Provincia Autonoma Bolzano / Bozen 56.891 478.883 535.774
Reggio nell'Emilia 66.250 457.943 524.193
Molise 11.514 279.255 290.769
Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 16.338 230.336 246.674
Totale 5.268.088 54.362.564 59.630.652

Appartenenza religiosa modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Italia.
 
La Moschea di Ravenna

Secondo l'ultima indagine ISTAT, condotta tra il 2011 e il 2012, oltre la metà dei cittadini stranieri residenti in Italia con più di 6 anni di età si dichiara cristiano (56,4%). La seconda comunità religiosa tra gli stranieri è invece costituita dai musulmani (26,3%), mentre i buddisti sono circa il 3% e il 7,1% si dichiara ateo. I 4.570.317 immigrati censiti in Italia a quella data risultavano infatti così suddivisi[33]:

  • Cristiani: 2.052.000, di cui:
    • Ortodossi: 983.000, in prevalenza rumeni (62%)
    • Cattolici: 913.000, in prevalenza albanesi, rumeni e sudamericani
    • Protestanti: 98.000, in prevalenza romeni (17%)
  • Musulmani: 957.000, in prevalenza marocchini (35%) e albanesi (15%)
  • Atei / Non religiosi: 258.000, in prevalenza cinesi (25%) e albanesi (24%)
  • Buddisti: 102.000, in prevalenza cinesi (64%)
  • Altri: 142.000
  • Non risponde: 124.000

Se si considera, invece, la religione alla quale i genitori educano i propri figli (0-5 anni), il 41% dei bambini segue la fede musulmana contro il 37% di cristiani (in prevalenza cattolici e in misura minore ortodossi). Il 6% dei bambini non riceve invece nessuna educazione religiosa.

Secondo il Rapporto Immigrazione di Caritas e Fondazione Migrantes, nel 2021 il 56,2% degli stranieri residenti in Italia erano cristiani, dei quali il 57,5% ortodossi (31% sul totale), il 30,3% cattolici (17% sul totale) e il 5,8% protestanti (3,26% sul totale), il 27,1% musulmani, il 9% atei e agnostici, il 2,8% buddhisti, il 2% induisti, l'1,9% sikh e lo 0,9% di altre fedi.

Secondo il Dossier Statistico Immigrazione del Centro Studi e Ricerche IDOS, nel 2021 gli stranieri residenti in Italia erano composti per il 51,7% da cristiani (dei quali: 55,6% ortodossi, 34,2% cattolici, 8,4% protestanti, 1,5% altri cristiani), per il 33,3% da musulmani, per lo 0,1% da ebrei, per 3,1% induisti, per il 2,4% da buddisti, per l'1,7% da altri. Secondo tale rapporto, gli stranieri atei e agnostici nel 2021 sarebbero invece il 4,8% mentre l'1,7% praticherebbe altre religioni orientali e il 1,3% religioni tradizionali.

Dati Caritas-Migrantes sulla popolazione straniera
2021[34] 2020[35]
Religione % membri % membri
Cristiani 56,2 2.900.000 54,1 2.900.000
- Ortodossi 31,0 1.600.000 29,3 1.600.000
- Cattolici 17,0 866.000 20,1 1.100.000
- Protestanti 3,26 166.000 3,0 166.000
- Copti 4,9 142.000 0,3 19.000
- Altri cristiani 1,3 68.000
Musulmani 27,1 1.400.000 29,2 1.600.000
Buddhisti 2,8 144.000 3,2 174.000
Induisti 2,0 102.000 1,8 96.000
Sikh 1,9 98.000 1,0 51.000
Altre religioni 0,9 47.000 0,8 44.000
Atei e agnostici 9,0 461.000 9,9 531.000
Dati IDOS sulla popolazione straniera
Religione 2021[36] 2020[37] 2019[38] 2018[39]
Cristiani 51,7 51,9 52,2 52,6
- Ortodossi 28,7 28,9 29,2 29,6
- Cattolici 17.7 17,7 17,7 17,9
- Protestanti 4,5 4,4 4,4 4,4
- Altri cristiani 0,8 0,9 0,8 0,8
Musulmani 33,3 33,2 33,0 32,7
Ebrei 0,1 0,1 0,1 0,1
Induisti 3,1 3,1 3,0 3,0
Buddhisti 2,4 2,3 2,3 2,3
Altre religioni orientali 1,7 1,7 1,6 1,6
Religioni tradizionali 1,3 1,3 1,3 1,3
Altre religioni 1,7 1,7 1,7 1,7
Atei/Agnostici 4,8 4,8 4,7 4,7

Età modifica

Alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano
Dati: Ministero dell'Istruzione[40]
2020-2021 865 388
2019-2020 877 000
2018-2019 860 000
2017-2018 841 719
2016-2017 826 091
2015-2016 814 851
2014-2015 814 208
2013-2014 803 053
2012-2013 786 630
2011-2012 755 939
2010-2011 710 263
2009-2010 673 800
2008-2009 629 360
2007-2008 574 133
2006-2007 501 420
2005-2006 431 211
2004-2005 370 803
2003-2004 307 141
2002-2003 239 808
2001-2002 196 414

Nel 2010, gli stranieri residenti in Italia risultavano significativamente più giovani dei cittadini italiani, con un'età mediana di 32,5 anni contro 44,3. Si tratta della quarta comunità straniera più giovane tra i Paesi della U.E. contro la seconda popolazione nazionale più vecchia (dopo la Germania).[41]

Nel 2009 i minorenni erano 932.675 (il 22% del totale) mentre gli stranieri nati in Italia (le cosiddette seconde generazioni) erano ormai 573.000[42], cioè il 13,5% del totale degli stranieri. In particolare, gli stranieri nati in Italia nel 2010 hanno rappresentato il 14% del totale delle nascite, un'incidenza circa doppia rispetto a quella degli stranieri sul totale della popolazione residente[43].

La presenza di allievi privi di cittadinanza italiana è in costante aumento nel sistema scolastico italiano, rappresentando oggi il 9%, con punte prossime al 10% nella scuola dell'obbligo. La loro presenza però è concentrata soprattutto nelle regioni settentrionali e in particolare in alcune aree urbane, cosicché in talune scuole la percentuale risulta significativamente più elevata[44].

Questi alunni rappresentano tutti gli stati del mondo, sebbene il 45% di loro provenga da soli 3 stati (Romania, Marocco e Albania). Circa l'81% di loro proviene da 19 stati (Romania, Albania, Marocco, Cina, Moldavia, Filippine, India, Ucraina, Ecuador, Peru, Tunisia, Pakistan, Macedonia, Egitto, Bangladesh, Senegal, Nigeria, Polonia, Ghana). Quasi la metà di questi alunni, oltre 371.000, sono nati e cresciuti in Italia, parlano l'italiano come prima lingua e/o sono bilingui; essi hanno lo status di "straniero" in base a una legislazione basata principalmente sullo ius sanguinis e non sullo ius soli, vigente e condizionato in pochi paesi europei (per esempio Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia), ma che invece caratterizza quasi tutti gli stati del continente americano.[45]

Titolo di studio modifica

La popolazione straniera residente in Italia ha un livello di istruzione simile a quello della popolazione italiana. Fonti Istat e Banca d'Italia riportano come il 39,4% della popolazione italiana abbia un diploma di scuola media superiore a fronte del 38,9% della popolazione straniera. Gli italiani in possesso di laurea invece si attestano intorno al 12,5% contro il 10,2% degli stranieri[46].

Condizione economica modifica

 
Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat

Un rapporto dell'Istat relativo agli anni 2008/2009 sugli stranieri nati all'estero e residenti in Italia[47] rileva che due terzi sono immigrati per motivi di lavoro.

Le condizioni economiche delle famiglie straniere sono in generale peggiori di quelle delle famiglie italiane. Infatti, le prime dispongono di un reddito netto mediano di 14.469,00 € contro i 24.631 € dei secondi. Le famiglie con un reddito netto più vicino a quello delle famiglie italiane sono, tra le comunità più numerose, quelle albanesi (70,1% del reddito medio delle famiglie italiane), filippine (68,3%) e cinesi (67,1%). Al contrario, quelle più lontane dal tenore di vita degli italiani sono le famiglie ucraine (40,8%), moldave (48,6%) e romene (47,6%).

Immigrati in Italia di 15 anni e più occupati, disoccupati o inattivi in migliaia nel 2022
Territorio Occupati Disoccupati Inattivi Totale
Italia 2.382 321 1.205 3.908
Nord-est 646 66 296 1.008
Nord-ovest 810 90 392 1.292
Centro 611 93 271 975
Mezzogiorno 315 72 246 633

Nel complesso, quasi la metà (49,1%) delle famiglie composte da soli stranieri è a rischio povertà (tale percentuale è il 17,4% per le famiglie di soli italiani). Come nel caso degli italiani, tuttavia, il rischio povertà è considerevolmente più elevato al Sud che al Centro o al Nord.

Tuttavia, le condizioni economiche degli stranieri migliorano con l'allungarsi della permanenza in Italia. Infatti, il reddito di una famiglia di soli stranieri residente nel Paese da più di 12 anni è in media superiore del 40% rispetto a quello di una famiglia arrivata da soli due anni. Inoltre, le entrate delle famiglie straniere dipendono per oltre il 90% da redditi da lavoro, mentre per le famiglie italiane tale quota si attesta solo al 63,8%. I redditi da capitale incidono appena per l'1,1% (contro il 5,5%) e le pensioni contano solo per l'1,9% (contro quasi il 30% delle famiglie italiane). Da osservare anche che il possesso di una laurea si traduce, in media, in un reddito solo dell'8% più elevato rispetto a quello di chi possiede la licenza elementare. Gli italiani laureati, al contrario, guadagnano in media il 75% in più di quelli con una licenza elementare.

 
Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat

I principali reati compiuti dagli immigrati detenuti riguardano lo spaccio di droga, la rapina e i delitti legati al furto. Il seguente grafico riguarda i reati compiuti da detenuti immigrati che si trovano nelle carceri italiane.

Stranieri irregolari modifica

I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità stima la presenza di stranieri irregolari presenti sul territorio italiano al 1º gennaio 2014 in 300.000 unità (pari al 6% in proporzione alla popolazione straniera regolare), la stessa fondazione stimava gli irregolari in 500.000 unità nel 2003 e in 326.000 nel 2012[48].

In Italia l'immigrazione irregolare è alimentata soprattutto dagli overstayers, tutti quegli stranieri che, entrati nel Paese regolarmente, restano dopo la scadenza del visto o dell'autorizzazione al soggiorno: un fenomeno che ha raggiunto - secondo dati ufficiali del Ministero dell'Interno[49] - il 60% del totale degli immigrati irregolari nel 2005 (il 63% nel primo semestre del 2006). Un altro 25% circa degli immigrati irregolari giunge illegalmente da altri Paesi Schengen, approfittando dell'abolizione dei controlli alle frontiere interne (il 24% nei primi sei mesi del 2006). Soltanto il 15% dell'immigrazione irregolare arriva dalle rotte del Mediterraneo.

Sbarchi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rotte di migranti nel Mediterraneo.

Numero di persone sbarcate in Italia per anno[50][51][52][53][54][55][56].

Mese Anni
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024
Gennaio 217 2.171 3.528 5.273 4.468 4.182 202 1.342 1.039 3.035 4.963 2.258
Febbraio 232 3.335 4.354 3.828 8.971 1.065 60 1.211 3.994 2.439 9.469 2.301
Marzo 1.075 5.459 2.283 9.676 10.853 1.049 262 241 2.395 1.358 13.216 6.857
Aprile 1.838 15.679 16.056 9.149 12.943 3.171 255 671 1.585 3.929 14.507
Maggio 1.031 14.599 21.232 19.957 22.993 3.963 782 1.654 5.679 8.720 8.153
Giugno 3.523 22.642 23.241 22.339 23.526 3.147 1.218 1.831 5.840 8.152 15.164
Luglio 5.980 24.026 22.846 23.552 11.461 1.969 1.088 7.067 8.609 13.802 23.638
Agosto 7.345 24.776 22.610 21.294 3.920 1.531 1.268 5.322 10.269 16.822 25.664
Settembre 9.388 26.122 15.922 16.975 6.282 947 2.498 4.386 6.919 13.533 19.149
Ottobre 8.250 15.264 8.915 27.384 5.984 1.007 2.017 3.477 7.097 13.251 10.277
Novembre 1.362 9.295 3.219 13.581 5.641 980 1.232 5.360 9.517 9.058 8.317
Dicembre 2.681 6.732 9.636 8.428 2.327 359 589 1.571 4.534 10.799 5.237
Totale 49.925[57] 170.100 153.842 181.436 119.369 23.370 11.471 34.134 67.477 105.140 157.652

A sbarcare sulle coste italiane attraversando irregolarmente i confini marittimi sono sia rifugiati in fuga da conflitti armati o persecuzioni e aventi diritto di asilo, sia migranti economici in cerca di migliori condizioni di lavoro[58][59]. Negli ultimi anni, i principali Paesi d'imbarco dei migranti sono quelli del Nordafrica - soprattutto Libia, Tunisia ed Egitto, ma anche Turchia e Grecia.[60]

 
Numero di migranti sbarcati in Italia, 1997-2021[61][62][63][64]

Il numero degli arrivi dalla fine degli anni novanta è altalenante. Due picchi sono stati raggiunti nel 1999 (49.999 arrivi) e nel 2008 (36.951 arrivi). Nel 2009-2010, anche a seguito degli accordi stipulati dal governo Berlusconi con il governo di Gheddafi in Libia, gli arrivi si sono ridotti a un minimo di 9.573 nel 2009 e 4.406 nel 2010. I respingimenti dei migranti intercettati in mare dall'Italia e riportati in Libia in base agli accordi con Gheddafi hanno procurato all'Italia una condanna della Corte europea dei diritti umani nel 2012, per violazione del divieto di espulsioni collettive e per aver esposto i migranti a trattamenti inumani e degradanti in Libia e al rischio di essere rimpatriati dalla Libia in Paesi d'origine non sicuri.[65] Nel 2011, con l'inizio delle primavere arabe in Tunisia, Libia ed Egitto, si è avuto un nuovo picco di 62.692 arrivi, per quasi la metà provenienti dalla Tunisia.[60]

 
Fonte: https://datibenecomune.substack.com/p/il-numero-zero

Dal 2014, con lo scoppio della seconda guerra civile in Libia e la crisi dei rifugiati siriani, si è verificato un nuovo marcato incremento degli sbarchi. Nel 2014 sono sbarcati sulle coste italiane 170.100 rifugiati e migranti[66] (su un totale di 220.194 che sono giunti nella U.E. attraversando irregolarmente il Mediterraneo nel 2014)[67], in crescita rispetto al 2013 (42.925 sbarcati)[60]. 141.484 degli sbarcati in Italia nel 2014 erano partiti dalle coste della Libia, 15.283 dalle coste dell'Egitto e 10.340 dalle coste della Turchia. I principali Paesi di cittadinanza degli sbarcati erano Siria (42.323), Eritrea (34.329), Mali (9.908), Nigeria (9.000), Gambia (8.691), Somalia (5.756) ed Egitto (4.095)[66]. L'incremento negli sbarchi si doveva sia al maggior numero di rifugiati provenienti in particolare dalla Siria a causa della guerra civile siriana, sia alla maggiore facilità e urgenza di partire dalle coste libiche a causa della situazione di anarchia creata dalla guerra civile in Libia, essa stessa storicamente un Paese non solo di transito, ma anche di destinazione per i migranti economici africani[68]. Molti degli sbarcati erano in cerca di asilo, in particolare siriani ed eritrei, le cui domande di asilo in Europa esaminate nel 2014 sono state accolte positivamente per il 95% e per l'89% dei casi, rispettivamente[69][70]. Tuttavia, solo pochissimi siriani ed eritrei hanno presentato domanda di asilo in Italia (500 e 480, rispettivamente)[71], mentre la maggior parte ha proseguito verso il Nord Europa (Germania e Svezia in particolare), nonostante il regolamento di Dublino preveda che i richiedenti asilo debbano presentare domanda di asilo nel primo Paese d'arrivo[72][73][74][75]. Nel 2015, i rifugiati e migranti sbarcati in Italia sono stati 153.842, il 9% in meno rispetto al 2014. Salvo una drastica riduzione del numero di rifugiati siriani, spostatisi sulla rotta dalla Turchia alle coste della Grecia (dove nel 2015 sono sbarcati 856.723 rifugiati e migranti[76] nel contesto della crisi europea dei rifugiati), le principali nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono rimaste Eritrea (38.612), Nigeria (21.886), Somalia (12.176), Sudan (8.909), Gambia (8.123), Siria (7.444) e Mali (5.752)[77]. Nel 2016 sono sbarcate 181.436 persone: i migranti di nazionalità nigeriana (37.551) hanno superato quelli di nazionalità eritrea (20.718), con un generale aumento dei migranti originari dell'Africa occidentale (13.342 dalla Guinea, 12.396 dalla Costa d'Avorio, 11.929 dal Gambia, 10.327 dal Senegal, 10.010 dal Mali), seguiti da Sudan (9.327), Bangladesh (8.131) e Somalia (7.281).[62] Dal luglio 2017 gli sbarchi sono iniziati a calare sensibilmente, in seguito a diversi accordi bilaterali con i governi di Libia e Niger, le tribù libiche del Fezzan e alcune milizie operanti nella zona di Sabratha.[78]

Richiedenti asilo e rifugiati modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritto di asilo § Normativa italiana.

Da non confondersi con la maggioranza degli stranieri, immigrati in Italia quasi sempre per motivi economici, i richiedenti asilo sono stranieri che hanno presentato all'Italia richiesta di protezione e ospitalità in base alle convenzioni internazionali, perché perseguitati nel loro paese di origine per le loro opinioni politiche, appartenenza a un gruppo religioso, appartenenza a una determinata classe sociale, appartenenza etnica, o provenienti da zone di guerra totalmente insicure, o oggetto di discriminazioni o persecuzioni. Dal momento che la richiesta di asilo va presentata nel territorio dello Stato a cui si richiede asilo e che le leggi italiane ed europee non prevedono vie di ingresso regolari per coloro che intendono presentare richiesta di asilo, i richiedenti asilo arrivano per lo più in maniera irregolare, attraverso gli sbarchi sulle coste italiane. In base alla convenzione di Ginevra sui rifugiati (1951), i richiedenti asilo non possono essere respinti ai confini se sono a rischio di persecuzione o di altri gravi danni[79]. Coloro la cui richiesta è stata accolta positivamente ricevono lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale (protezione sussidiaria o umanitaria), mentre i restanti possono essere rimpatriati[80]. Se nella categoria dei rifugiati rientravano nel secolo scorso prima persone rimpatriate da ex colonie italiane (accusati di collaborazionismo con i colonizzatori italiani) e poi persone perseguitate nell'Est Europa per l'opposizione ai regimi comunisti ivi allora imperanti, nel nuovo secolo la provenienza è prevalentemente da stati in guerra o autoritari, soprattutto Eritrea, Somalia e Afghanistan, non senza la presenza di perseguitati per motivi politici o religiosi.

 
Richieste di asilo in Italia,1990-2015. In arancione, le richieste di asilo ricevute; in blu, le decisioni prese sulle richieste di asilo presentate; in verde, le decisioni che hanno avuto esito positivo, col riconoscimento dello status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale.[81]

Tra il 1990 e il 2015, l'Italia ha ricevuto 517.720 richieste d'asilo, riconoscendo lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale a 178.788 richiedenti asilo[82][77]. Secondo l'UNHCR, il numero totale di rifugiati residenti in Italia alla fine del 2015 era di 118.047 unità, meno che in Germania (316.113), Francia (273.126), Svezia (169.520) e Regno Unito (123.067)[83]. I primi cinque Paesi di cittadinanza dei rifugiati in Italia erano Somalia (13.068), Afghanistan (12.203), Eritrea (11.962), Nigeria (9.931) e Pakistan (9.202)[84].

Il 2014 è stato, sia in Italia, sia nel resto d'Europa, un anno record per il numero di nuove richieste di asilo. In Italia sono state presentate 64.625 richieste di asilo (rispetto alle 26.620 del 2013), su un totale di 625.920 richieste di asilo in tutta l'U.E. (rispetto alle 431.090 del 2013); hanno avuto più richieste di asilo dell'Italia la Germania (202.645) e la Svezia (81.180). Le prime cinque nazionalità dei richiedenti asilo in Italia nel 2014 sono state Nigeria (10.135), Mali (9.790), Gambia (8.575), Pakistan (7.150) e Senegal (4.675)[85]. Alla fine del 2014, nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo in Italia erano ospitate 66.066 persone[86]. Nel 2015, le richieste di asilo sono state 83.970; al 31 dicembre 2015 i richiedenti asilo ospitati nelle strutture di accoglienza erano 103.792.[77]

Nel 2014 ci sono state in Italia 35.180 decisioni in prima istanza sulle richieste di asilo presentate (sia nello stesso anno, sia precedentemente): di queste, 20.580 (59%) hanno avuto esito positivo, col riconoscimento dello status di rifugiato o di altra forma di protezione internazionale, mentre le restanti 14.600 sono state respinte[85][87]. Hanno accolto positivamente più richieste di asilo dell'Italia la Germania (47.555), la Svezia (33.025) e la Francia (20.640). Le prime tre nazionalità di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale in Italia nel 2014 sono state Pakistan (2.420), Afghanistan (2.400) e Nigeria (2.145)[88].

Nel 2015 sono state prese 71.110 decisioni sulle richieste di asilo presentate; di queste, 29.535 (41%) hanno avuto esito positivo, mentre il 53% sono state respinte.[77]

L'immigrazione nel cinema modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Filmografia sull'immigrazione in Italia.

Negli ultimi anni, l'immigrazione è diventata un tema ricorrente nel cinema italiano, fino quasi a rappresentarne un genere a parte[89]. Uno dei primi film ad affrontare le problematiche relative all'immigrazione, in quel caso albanese, è stato Lamerica di Gianni Amelio (1994). Nell'ultimo decennio in particolare, tra i film incentranti su tematiche migratorie si trovano Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana (2005), Le ferie di Licu di Vittorio Moroni (2006), Cover-boy di Carmine Amoroso (2006), Bianco e nero di Cristina Comencini (2008), Cose dell'altro mondo di Francesco Patierno, Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi (2011), Terraferma (2011) di Emanuele Crialese e Con il sole negli occhi (2015) di Pupi Avati. Il regista veneziano Andrea Segre si è spesso concentrato sui temi relativi all'immigrazione nei suoi documentari (tra cui Come un uomo sulla terra, diretto insieme a Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer nel 2008), fino a dirigere e presentare alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il suo primo lungometraggio di fiction, Io sono Li (2011). È da notare che la maggior parte dei film sull'immigrazione sono realizzati da registi italiani, non essendoci ancora in Italia una generazione di cineasti di seconda generazione[90].

Media etnici modifica

I media etnici sono una tra le fonti principali di informazione degli immigrati in Italia. Già nel 2010 si registravano numerose testate multilingue, alcune delle quali appoggiate a grossi gruppi editoriali come per esempio L'Espresso (la Repubblica e Gazzetta di Reggio)[91] oppure portali a grossa diffusione come Stranieri in Italia, network etnico fondato nel 2000 con 22 testate in lingua diffuse in tutta Europa[91].

Babel TV è il primo canale televisivo in Italia dedicato ai temi dell'immigrazione. Nato nel 2010 sulla piattaforma digitale di Sky[92], dal 2014 trasmette solo su digitale terrestre.

Le principali fonti di informazione online sono Ethnoland, rivista bimestrale di informazione e di servizi, stringer.it e il citato Stranieri in Italia, presente sul web con il portale e la rete di siti in lingua[93].

Note modifica

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  7. ^ Rapporto ISTAT - Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2004 per sesso e cittadinanza.
  8. ^ Emanati rispettivamente in attuazione della direttiva europea 2004/83/CE e della 2005/85/CE, seguiti dal d.lgs. 16 luglio 2012, n. 109. In tema di diritto d'asilo le principali innovazioni derivano dalle Direttive 13 dicembre 2011 - n. 2011/95/UE (recepita in Italia con il d.lgs. 21 febbraio 2014, n. 18), e dalla Direttiva 26 luglio 2013 - n. 2013/32/UE. Cfr. Calogero Commandatore e Alberto Di Gaetano, Codice dell'immigrazione, dell'asilo e della cittadinanza. Annotato con dottrina e giurisprudenza, I codici del professionista, Roma, Neldiritto, 2014, pp. 1198, ISBN 9788866574323, OCLC 893418786. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 15 luglio 2019).
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Bibliografia modifica

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  • Carlo Maccheroni e Arnaldo Mauri (eds), Le migrazioni dall'Africa mediterranea verso l'Italia, Giuffrè, Milano, 1989, ISBN 88-14-02033-7.
  • Marcello Borgese, L'obayifo di Rosarno-Città del sole, Edizioni, Reggio Cal. 2014
  • Arnaldo Mauri, "Squilibri demografici e immigrazione: il caso dell'Italia", Studi Economici e Sociali, Vol. 24, n. 4, 1989. Demographic Imbalance and Immigration: The Case of Italy by Arnaldo Mauri: SSRN
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