Diocesi di Cuneo-Fossano

diocesi della Chiesa cattolica in Italia
(Reindirizzamento da Diocesi di Fossano)

La diocesi di Cuneo-Fossano (in latino Dioecesis Cuneensis-Fossanensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Torino appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2023 contava 142.565 battezzati su 158.000 abitanti. È retta dal vescovo Piero Delbosco.

Diocesi di Cuneo-Fossano
Dioecesis Cuneensis-Fossanensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Torino
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoPiero Delbosco
Vicario generaleSebastiano Carlo Vallati
Vescovi emeritiGiuseppe Cavallotto[1]
Presbiteri138, di cui 127 secolari e 11 regolari
1.033 battezzati per presbitero
Religiosi19 uomini, 185 donne
Diaconi12 permanenti
 
Abitanti158.000
Battezzati142.565 (90,2% del totale)
StatoItalia
Superficie1.841 km²
Parrocchie115 (10 vicariati)
 
Erezione15 aprile 1592 (Fossano)
17 luglio 1817 (Cuneo)
in plena unione dal 1º giugno 2023
Ritoromano
CattedraleSanta Maria del Bosco
ConcattedraleSan Giovenale
Santi patroniMadonna della Divina Provvidenza (patrona principale)
San Michele
San Dalmazzo di Pedona
San Giovenale (patroni secondari)
IndirizzoVia Amedeo Rossi 28, 12100 Cuneo, Italia
Sito webwww.diocesicuneofossano.it
Dati dall'Annuario pontificio (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di San Giovenale a Fossano.

Territorio modifica

La diocesi comprende la parte sud-occidentale della provincia di Cuneo. Confina a nord con la diocesi di Saluzzo e con l'arcidiocesi di Torino, ad est con le diocesi di Mondovì e di Alba e per breve tratto con la diocesi di Ventimiglia-San Remo, a sud confina con la diocesi di Nizza e ad ovest con quella di Digne, entrambe in territorio francese.

Sede vescovile è la città di Cuneo, dove si trova la cattedrale di Santa Maria del Bosco. A Fossano sorge la concattedrale di San Giovenale.

Zone pastorali e parrocchie modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Cuneo-Fossano.

Prima dell'unione, il territorio della diocesi di Cuneo si estendeva su 1.566 km² ed era suddiviso in 82 parrocchie, raggruppate in 7 zone pastorali:[2]

Il territorio della diocesi di Fossano, invece, si estendeva su 275 km² ed era suddiviso in 33 parrocchie, raggruppate in 3 zone pastorali:[3]

  • la zona pastorale di Fossano-Città comprende 9 parrocchie nel centro di Fossano e nelle sue frazioni di Boschetti, San Martino e Tagliata;
  • la zona pastorale sud-ovest comprende 14 parrocchie nei comuni di Centallo, Villafalletto e Vottignasco, e nelle frazioni fossanesi di Gerbo, Maddalene, Mellea, Murazzo, Piovani, San Sebastiano Comunia e San Vittore;
  • la zona pastorale nord-est comprende 10 parrocchie nei comuni di Cervere, Genola e Salmour, nelle frazioni Levaldigi e Tetti Roccia di Savigliano, e nelle frazioni Loreto, Sant'Antonio Baligio e San Lorenzo di Fossano.

Santuari diocesani modifica

Sono riconosciuti come santuari diocesani i seguenti edifici religiosi:[4]

Istituti religiosi modifica

Nel 2018 la diocesi ospitava le seguenti comunità religiose:[5]

Istituti religiosi maschili
Istituti religiosi femminili
Istituti secolari
  • Compagnia di Sant'Orsola-Istituto Secolare di Sant'Angela Merici
  • Istituto secolare "Missionarie diocesane Gesù Sacerdote"
Società di vita apostolica

Storia modifica

La presente diocesi nasce il 1º giugno 2023 dall'unione di due precedenti sedi episcopali: la diocesi di Fossano, eretta il 15 aprile 1592, e la diocesi di Cuneo, istituita il 17 luglio 1817.

Fossano modifica

 
Mappa della diocesi di Fossano.

La diocesi di Fossano fu eretta il 15 aprile 1592 con la bolla Cum Principatus Pedemontium di papa Clemente VIII, su istanza del duca di Savoia Carlo Emanuele I; lo stesso giorno il papa indirizzò ai fedeli e al popolo di Fossano la lettera Hodie ex certis con la quale annunciava l'erezione della nuova diocesi, il cui territorio venne costituito da quindici località sottratte all'arcidiocesi di Torino e da quattro località della diocesi di Asti.[6] La collegiata di Santa Maria, risalente al XIII secolo, divenne la cattedrale della nuova diocesi, che fu resa suffraganea dell'arcidiocesi di Torino.

Fu chiamato a reggere la nuova diocesi Camillo Daddeo, vescovo di Brugnato, il quale, appena giunto a Fossano, compì una visita pastorale della diocesi, al termine della quale, nel 1595, indisse il primo sinodo diocesano per la realizzazione dei decreti di riforma del concilio di Trento.

Il seminario vescovile fu fondato dal vescovo Tommaso Piolatto nel 1608, ma spesso, nel corso del Seicento, dovette chiudere i battenti a causa dell'insufficienza dei mezzi necessari al suo funzionamento. In questi casi, i seminaristi frequentavano i corsi nel collegio aperto dai padri Somaschi a Fossano durante l'episcopato di Federico Sandri Trotti (1627-1646). Il seminario venne definitivamente riaperto da Maurizio Bertone (1678-1701), che pose mano anche alla costruzione del nuovo vescovado; mentre si deve a Carlo Giuseppe Morozzo, tra il 1771 e il 1777, la costruzione di un nuovo edificio per il seminario, adiacente al palazzo vescovile, e l'edificazione della nuova cattedrale, i cui lavori si iniziarono nel 1778 e si conclusero nel 1791.

Durante il periodo napoleonico la diocesi fu soppressa il 1º giugno 1803 e il suo territorio aggregato a quello della diocesi di Mondovì.[7] Fu poi ristabilita da papa Pio VII il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri; contestualmente furono ridefiniti i confini diocesani, ridimensionati rispetto al territorio precedente, con la cessione di otto parrocchie alla nuova diocesi di Cuneo e quattro a quella di Saluzzo, e l'acquisizione del comune di Centallo dall'arcidiocesi torinese.[8]

Il primo vescovo della restaurata diocesi fu Luigi Fransoni, che si impegnò in particolare per ricostruire le strutture diocesane, andate perse nel periodo francese; nominato metropolita di Torino, continuò a governare la sede fossanese come amministratore apostolico fino al 1836. La seconda metà dell'Ottocento, dopo un ventennale periodo di sede vacante, fu segnata dall'episcopato di Emiliano Manacorda, che governò la diocesi dal 1871 al 1909: «vescovo intransigente, compì una dettagliata visita pastorale, convocò un sinodo e ricostruì il santuario diocesano di Cussanio che fu dedicato, ricordando le apparizioni del Cinquecento, a "Maria, Madre della Divina Provvidenza". Fondò il settimanale diocesano "La Fedeltà", edito tuttora come settimanale cattolico fossanese.»[8]

Nel 2004 fu inaugurato, nei locali dell'ex seminario fossanese, il museo diocesano d'arte sacra.

Al momento della piena unione con Cuneo, la diocesi di Fossano comprendeva 33 parrocchie nei comuni di Fossano, Genola, Cervere, Salmour, Centallo, Villafalletto, Vottignasco e nelle frazioni Tetti Roccia e Levaldigi del comune di Savigliano.

Cuneo modifica

 
Mappa della diocesi di Cuneo.

In epoca napoleonica, in seguito all'invasione francese, il Piemonte venne annesso alla Francia diventandone una regione con il nome di Au delà des Alpes, suddivisa in cinque dipartimenti (1802). Come era già avvenuto sul suolo francese, anche in Piemonte Napoleone Bonaparte impose una riduzione delle diocesi, confermata da papa Pio VII con il breve Gravissimis causis del 1º giugno 1803.[9] Con la Restaurazione e la fine del regime napoleonico, fu ripristinata la situazione precedente, con l'erezione tuttavia di nuove diocesi.

Il 25 novembre 1814 il consiglio comunale di Cuneo aveva incaricato il conte Carlo Pascale d'Illonza e il marchese Paolo Della Valle di Clavesana, patrizi cuneesi, di convincere re Vittorio Emanuele I a elevare a sede di vescovato la città di Cuneo.[10] Questo tentativo ebbe successo quando Pio VII pubblicò la bolla Beati Petri il 17 luglio 1817, con la quale il pontefice restaurava le antiche diocesi piemontesi soppresse nel 1803, e al contempo istituiva la nuova diocesi di Cuneo, ricavandone il territorio dalla diocesi di Mondovì.

Primo vescovo fu Amedeo Bruno di Samone dei conti Bruno di Tornaforte che fece il suo ingresso solenne in diocesi il 15 ottobre 1817. Il palazzo vescovile fu legato dal conte Francesco Bruno di Tornaforte ed è ancora oggi sede della curia diocesana. Il 23 dicembre 1826 venne approvata dal consiglio comunale di Cuneo la proposta del vescovo Amedeo che eleggeva san Michele Arcangelo quale Patrono della città e della diocesi; con la stessa bolla il beato Angelo Carletti veniva eletto speciale protettore e difensore della città. Nel 1831 il vescovo Amedeo fece erigere il santuario della Madonna della Riva, prodigandosi negli anni del colera (1835), affinché venissero soccorse le popolazioni cuneesi. Al vescovo Amedeo si deve inoltre l'istituzione del seminario vescovile e la celebrazione nel 1827 del primo sinodo diocesano, preceduto da una visita pastorale di tutte le parrocchie.

Durante l'episcopato di Amedeo Bruno di Samone, il canonico Bartolomeo Manassero fondò nel 1831 la congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo, approvata definitivamente dalla Santa Sede nel 1948.

Nel 1844 fu nominato vescovo di Cuneo il superiore generale dei carmelitani scalzi, Clemente Manzini, a cui si deve la costruzione del nuovo seminario, nei pressi della cattedrale, inaugurato nel 1845; nel 1853 aprì anche il seminario minore affidato ai Gesuiti.

Nel 1860 la diocesi acquisì le testate delle valli Vesubia e Tinea (dalla diocesi di Nizza) più l'alta Valle Roja (Briga Marittima e Tenda) dalla diocesi di Ventimiglia. Quest'ultima fino al 1886, quando tornò alla diocesi ventimigliese, mentre le testate delle valli Tinea e Vesubia tornarono alla diocesi di Nizza dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1947, a seguito della sconfitta dell'Italia e della modifica dei confini nazionali.

A fine Ottocento, la diocesi fu retta dal vescovo Teodoro Valfrè di Bonzo, molto attivo nell'opera di rinnovamento del clero e del laicato; dopo essere stato trasferito alla diocesi di Como, fu creato cardinale nel 1919. Il suo successore Andrea Fiore (1895-1914) celebrò il secondo sinodo diocesano (1901), istituì gli oratori nelle parrocchie della città di Cuneo, diede impulso all'Azione Cattolica e al quotidiano cattolico Lo Stendardo.

Il vescovo Quirico Travaini fondò nel 1929 la rivista diocesana cuneese e promosse la celebrazione a Cuneo nel 1931 di un congresso eucaristico mariano.

Il 19 gennaio 1950 furono rivisti i confini con la vicina diocesi di Mondovì nei comuni di Montanera e di Morozzo.[11]

Il vescovo Guido Tonetti (1957-1971) prese parte al concilio Vaticano II e, sulla spinta del rinnovamento ecclesiale introdotto da questa assise conciliare, riorganizzò le varie strutture pastorali della diocesi promuovendo in successione l'anno eucaristico mariano, l'anno liturgico, l'anno biblico e l'anno del Concilio; portò a termine i lavori di restauro nella cattedrale; promosse in particolare la pastorale giovanile, anche grazie all'istituzione di giornate di studio sulla catechesi degli adolescenti e dei giovani.

Sotto l'episcopato di Carlo Aliprandi (1971-1999) fu promossa una capillare opera di formazione permanente del clero e dei laici che aiutò ad interiorizzare il rinnovamento del Concilio Vaticano II e a prendere consapevolezza delle trasformazioni ecclesiali, in particolare della crisi delle vocazioni agli ordini sacri e alla vita consacrata diventata acuta alla fine del secolo. Tale percorso trovò una sintesi nel Quarto Sinodo diocesano, celebrato tra il 1995 e il 1998.

A fine settembre 2012 fu inaugurato il museo diocesano d'arte sacra, ospitato nel complesso monumentale di San Sebastiano, che per l'occasione subì una notevole opera di restauro e di recupero delle varie strutture, comprensive della chiesa di San Sebastiano e delle sue adiacenze.

Il 23 giugno 2017 san Dalmazzo di Pedona fu confermato patrono secondario della diocesi.[12]

Sedi unite modifica

 
Il vescovado nuovo (dal 2021).

Durante l'episcopato di Quirico Travaini (1926-1934), le diocesi di Cuneo e di Fossano furono unite per la prima volta in persona episcopi. Tale tipologia di unione fu ripristinata il 1º febbraio 1999.

Con il vescovo Piero Delbosco è iniziato l'iter giuridico che ha portato alla plena unione delle diocesi di Cuneo e di Fossano,[13] culminato con la celebrazione di un Sinodo unico per le due diocesi: è stato indetto il 28 maggio 2021[14] e concluso, dopo cinque sessioni di lavoro, il 24 giugno 2022. Dal 1º ottobre seguente è in funzione un'unica curia diocesana, presso il vescovado nuovo di Cuneo;[15] il 31 ottobre sono stati costituiti unici il Consiglio presbiterale, il Collegio dei consultori e il Consiglio diocesano per gli affari economici,[16] mentre verranno riuniti i due istituti diocesani per il sostentamento del clero nella nuova sede nell'episcopio di Fossano.[17]

Il 1º giugno 2023 papa Francesco ha stabilito la piena unione delle due diocesi;[18] contestualmente la circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Tale unione, già preannunciata l'8 maggio dello stesso anno dal nunzio apostolico in Italia, Emil Paul Tscherrig, durante una celebrazione presieduta nel duomo di Fossano, è entrata in vigore anche agli effetti civili il 1º luglio seguente.[19]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Fossano modifica

Vescovi di Cuneo modifica

Vescovi di Cuneo-Fossano modifica

Statistiche modifica

La diocesi nel 2023 su una popolazione di 158.000 persone contava 142.565 battezzati, corrispondenti all'89,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Fossano
1950 39.191 39.400 99,5 18 8 10 2.177 17 210 30
1970 35.250 35.250 100,0 86 72 14 409 21 135 32
1980 36.670 36.685 100,0 80 67 13 458 1 21 84 32
1990 39.400 39.600 99,5 75 58 17 525 22 65 33
1999 39.900 40.300 99,0 64 47 17 623 19 28 33
2000 39.900 40.300 99,0 61 44 17 654 19 28 33
2001 39.540 40.100 98,6 61 43 18 648 23 27 33
2002 39.520 40.100 98,6 61 43 18 647 25 26 33
2003 39.320 40.100 98,1 64 46 18 614 25 24 33
2004 39.350 40.100 98,1 58 43 15 678 22 20 33
2006 39.400 40.100 98,3 55 40 15 716 26 19 33
2013 39.200 41.200 95,1 59 40 19 664 1 30 21 33
2016 38.900 41.730 93,2 54 37 17 720 4 26 22 33
2019 38.000 41.500 91,6 46 31 15 826 5 22 17 33
2021 37.640 41.100 91,6 38 23 15 990 5 21 15 33
diocesi di Cuneo
1950 89.400 90.000 99,3 214 182 32 417 88 987 72
1969 102.231 102.469 99,8 197 160 37 518 50 664 77
1980 113.178 113.780 99,5 198 165 33 571 37 602 85
1990 107.550 108.200 99,4 176 149 27 611 33 502 82
1999 107.326 109.176 98,3 160 139 21 670 27 420 82
2000 107.881 109.856 98,2 163 142 21 661 26 402 82
2001 107.740 110.120 97,8 161 140 21 669 29 400 82
2002 90.530 92.287 98,1 158 137 21 572 34 369 81
2003 90.552 92.315 98,1 154 133 21 588 34 369 81
2004 90.540 92.310 98,1 148 126 22 611 34 350 82
2006 108.100 119.195 90,7 138 117 21 783 33 306 82
2013 108.600 120.200 90,3 120 104 16 905 4 23 277 82
2016 105.000 117.000 89,7 117 101 16 897 5 23 264 82
2019 102.700 113.260 90,7 112 97 15 916 6 16 165 82
2021 105.000 117.000 89,7 108 97 11 972 6 12 130 82
diocesi di Cuneo-Fossano
2023[18] 142.565 158.000 90,2 138 127 11 1.033 12 19 185 115

Note modifica

  1. ^ Vescovo emerito di Cuneo e di Fossano.
  2. ^ Elenco delle parrocchie suddivise per zone pastorali: Elenco Zone pastorali, su new.diocesicuneo.it (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2018).
  3. ^ Situazione a maggio 2018 dal sito web della diocesi.
  4. ^ Santuari diocesani, su Diocesi di Cuneo-Fossano. URL consultato il 6 giugno 2023.
  5. ^ Elenchi tratti dal sito web della diocesi di Cuneo e dal sito web della diocesi di Fossano.
  6. ^ Informazioni dal sito web della diocesi.
  7. ^ Lettera apostolica Gravissimis causis, pubblicata in edizione latina e traduzione francese in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara, pp. 69-92, dove si trovano gli elenchi dei comuni appartenenti ad ogni singola sede vescovile.
  8. ^ a b Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web
  9. ^ Testo del breve, in latino e in francese, in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara, pp. 69-92, con l'elenco dei borghi e dei paesi facenti parte di ciascuna diocesi.
  10. ^ Maria Alberta Sarti, Barbaroux: un talento della diplomazia e della scienza giuridica alla corte sabauda, Cedam, Padova, 2011, p. 46.
  11. ^ AAS 42 (1950), pp. 444-445.
  12. ^ Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, 23 giugno 2017; Prot. 283/17
  13. ^ Diocesi di Fossano, Fossano e Cuneo: in cammino verso una Diocesi unica, su Diocesi di Fossano. URL consultato il 17 novembre 2020.
  14. ^ Indizione del Sinodo diocesano, su Diocesi di Cuneo. URL consultato il 7 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2021).
  15. ^ La Curia diocesana di Cuneo e di Fossano: orari e altre indicazioni, su Diocesi di Cuneo e di Fossano. URL consultato il 7 novembre 2022.
  16. ^ Nuovo Consiglio presbiterale unico per Cuneo e Fossano, su Diocesi di Cuneo e di Fossano. URL consultato il 13 aprile 2023.
  17. ^ Unica Curia per Cuneo e per Fossano con nuovi Vicari, su Diocesi di Cuneo e di Fossano, 20 settembre 2022. URL consultato il 13 aprile 2023.
  18. ^ a b Rinunce e nomine. Unione di Cuneo e Fossano (Italia) e nomina del Vescovo della nuova Diocesi di Cuneo-Fossano, su press.vatican.va, 1º giugno 2023. URL consultato il 1º giugno 2023.
  19. ^ Dal 1º luglio le Diocesi di Cuneo e di Fossano saranno pienamente unite, su Diocesi di Cuneo e di Fossano, 9 maggio 2023. URL consultato il 10 maggio 2023.
  20. ^ Secondo la cronotassi proposta dal sito web della diocesi, fu trasferito nel 1625 alla sede di Saluzzo, ma morì prima di prendere possesso della nuova diocesi. In Eubel non v'è traccia di questo trasferimento, e la nomina del successore Federico Sandri Trotti è dovuta alla morte di Agostino Solaro di Moretta.
  21. ^ Dopo il ripristino della diocesi fu nominato vescovo il canonico sardo Pietro Sisternes, che rifiutò. Morì nel 1828. Cfr. Marcello Derudas, Il Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari. Una finestra aperta su quattrocento anni di storia, Sassari, Carlo Delfino, 2018, ISBN 978-88-9361-071-1, p. 182
  22. ^ Nominato vescovo titolare di Zeugma di Siria.
  23. ^ Dal 7 aprile 1990 al 4 maggio 1992 fu amministratore apostolico della diocesi Natalino Pescarolo, in seguito nominato vescovo.
  24. ^ Rinunciò alla diocesi per entrare nella Congregazione della missione (Beweb). Non sembra abbia mai ricevuto una sede titolare.
  25. ^ Nominato vescovo titolare di Cidiesso.
  26. ^ Nominato vescovo titolare di Mindo.

Bibliografia modifica

  • (LA) Bolla Beati Petri, in Bullarii Romani continuatio, Tomo VII, parte 2º, Prato, 1852, pp. 1490–1503

Per la sede di Cuneo modifica

Per la sede di Fossano modifica

Voci correlate modifica

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