Romeo Benetti

allenatore di calcio e calciatore italiano (1945-)

Romeo Benetti (Albaredo d'Adige, 20 ottobre 1945) è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo mediano o interno.

Romeo Benetti
Benetti in nazionale al campionato d'Europa 1980
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 175 cm
Peso 73 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1º luglio 1981 - giocatore
30 giugno 1995 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1963-1964Bolzano32 (10)
1964-1965Siena31 (7)
1965-1967Taranto63 (11)
1967-1968Palermo35 (2)
1968-1969Juventus24 (1)
1969-1970Sampdoria27 (2)
1970-1976Milan170 (32)
1976-1979Juventus83 (12)
1979-1981Roma27 (1)
Nazionale
1971-1980Bandiera dell'Italia Italia55 (2)
Carriera da allenatore
1981-1984RomaPrimavera
1984-1985Cavese
1986-1987Carrarese
1991-1993Bandiera dell'Italia Italia U-18
1991-1993Bandiera dell'Italia Italia U-16
1992-1995Bandiera dell'Italia Italia U-15
1993Bandiera dell'Italia Italia U-17
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Biografia modifica

Ultimo di otto fratelli, i genitori diedero il nome di Romeo a lui e quello di Giulietta alla gemella.[1] Anche il fratello Bruno è stato un calciatore.

Si trasferì quindi con la famiglia a Bolzano,[2] ma rimase in collegio a Venezia fra gli 8 e i 16 anni; il suo primo lavoro fu quello di tipografo.[1] In tempi più recenti si è stabilito a Leivi.[3]

Caratteristiche tecniche modifica

Giocatore modifica

«Benetti era un giocatore duro, completo. Uno strano tipo di cattivo. Non era scorretto, prendeva e dava, solo che il suo temperamento gli permetteva di dare molto più che prendere.»

 
Il gol del milanista Benetti nel derby di Milano del 9 marzo 1975

Dotato di un fisico particolarmente robusto, era un giocatore altamente competitivo, noto per la grinta, lo stile maschio e la grande aggressività tipica del gioco all'italiana.[5] Si distingueva soprattutto per dinamismo e furore agonistico, uscendo quasi sempre vittorioso dai contrasti. Il suo rendimento era costante e di alto livello; denotava uno spiccato senso tattico e una discreta visione di gioco, che gli permetteva di gestire una grande quantità di palloni e impostare rapidamente la manovra offensiva.[6]

Aveva una personalità da leader che gli garantiva il rispetto di compagni e avversari: era solito uscire a testa alta dalla difesa, palla al piede, cercando un compagno cui passare la sfera.[7] Giunto al Milan dalla Sampdoria, dove giocava in posizione più avanzata, fu Nereo Rocco a lanciarlo come mediano onde sfruttarne la grande forza fisica. Aveva tra le sue doti migliori un tiro molto potente e preciso da fuori area.[6][8]

Alcuni critici lo consideravano uno "scarpone" per alcuni episodi in cui non era riuscito a controllare la propria irruenza, in particolare per un fallo che, durante un Milan - Bologna del 1971, provocò a Francesco Liguori la rottura dei legamenti crociati di un ginocchio.[5][9] La stampa gli assegnò nomignoli come "killer" e "duro del calcio italiano", grazie ai quali incuteva grande timore agli avversari, pur se in carriera non venne mai espulso.[10] Ciò nonostante, tale fama è andata a consolidarsi col tempo: nel 2008 il tabloid britannico The Sun lo ha posizionato al quarto posto nella lista dei calciatori più duri di tutti i tempi,[11] mentre nel 2018 il Daily Mail lo ha inserito tra i 20 calciatori europei più cattivi di tutti i tempi.[5]

Tra gli altri pareri, il giornalista Gianni Brera gli diede il soprannome di Maultier, riferito ai cingolati dell'esercito tedesco nella seconda guerra mondiale; l'altro giornalista Angelo Rovelli lo definì "impavido e roccioso";[1] infine l'allenatore ed ex commissario tecnico azzurro Gian Piero Ventura lo inserì a posteriori come regista arretrato nella sua nazionale italiana ideale di tutti i tempi.[4]

Carriera modifica

Giocatore modifica

Club modifica

Gli inizi nelle serie minori modifica

Mosse i primi passi nel mondo del calcio con il Bolzano, in Serie D, arrivando alla massima serie dopo una lunga gavetta in Serie C e B con le maglie di Siena, Taranto e Palermo. Nella stagione 1965-1966 il Foggia & Incedit perfezionò il suo acquisto, ma all'ultimo momento il presidente Rosa non volle ufficializzarlo poiché Benetti doveva partire per il servizio di leva, lasciandolo al Taranto che ne promise per l'anno successivo l'approdo tra le file dei rossoneri; la stagione successiva questo accordo non venne tuttavia rispettato dagli ionici, che lo vendettero al Palermo.[12][13]

Palermo, Juventus e Sampdoria modifica
 
Benetti durante la sua prima esperienza alla Juventus nel campionato 1968-1969

Coi siciliani, che lo acquistarono per 50 milioni di lire,[14] rimase solo per la stagione 1967-1968, collezionando 35 presenze e segnando 2 reti in un campionato cadetto che vide primeggiare i rosanero; a Palermo, per il centrocampista, anche 2 presenze e un gol in Coppa Italia. In quella stagione in Sicilia fu spesso schierato come seconda punta.[1]

Debuttò in Serie A nella stagione 1968-1969 con la maglia della Juventus, a cui fu venduto per più di 300 milioni,[14] ma non si integrò nella squadra per la scarsa considerazione che aveva di lui il tecnico Heriberto Herrera. Dopo una sola stagione fu quindi ceduto alla Sampdoria,[9] nell'ambito dell'operazione che portò a Torino Francesco Morini e Roberto Vieri. A Genova, nella stagione 1969-1970 disputò 27 partite corredate da 2 gol in Serie A, e 3 partite e 2 reti in Coppa Italia.

Milan modifica
 
Benetti (a destra) al Milan, alle prese con lo juventino Marchetti, nella classica del 31 ottobre 1971

Nel 1970 fu acquistato dal Milan, dove rimase per le successive sei stagioni. Reduce dall'esperienza blucerchiata che l'aveva visto schierato in posizione avanzata, a Milano fu il tecnico Nereo Rocco ad assegnargli quella posizione di mediano che ne avrebbe fatto la fortuna;[8] proprio il paròn aveva voluto Benetti in rossonero, dopo esserne rimasto colpito in una partita tra lombardi e liguri, dove in uno scontro di gioco aveva conservato la palla lasciando a terra Trapattoni, Cudicini e Schnellinger.[1]

A Milano collezionò numerosi piazzamenti di rilievo: nel suo primo triennio giunse per tre volte secondo in campionato, compreso quello di esordio del 1970-1971, in cui il Milan subì la rimonta finale dell'Inter dopo avere guidato a lungo la graduatoria, e quello del 1972-1973, perso rocambolescamente all'ultima giornata con la sconfitta nella cosiddetta Fatal Verona.

 
Benetti capitano milanista per la stagione 1975-1976

Oltre alle vittorie in Coppa Italia nelle edizioni 1971-1972 e 1972-1973, annata quest'ultima in cui sollevò anche la Coppa delle Coppe pur non giocando la finale, disputò altre due finali, rispettivamente di Coppa delle Coppe e di Supercoppa UEFA, nella stagione 1973-1974; ancora in Coppa Italia, vanta un'altra finale nel 1975 e un secondo posto nel girone finale dell'edizione 1970-1971.

Durante la militanza in rossonero, il 10 gennaio 1971, per un fallo su Francesco Liguori del Bologna, il quale riportò un serio infortunio al ginocchio destro e vide la propria carriera stroncata,[15] fu denunciato alla Procura di Milano e il commissariato di Pubblica Sicurezza del quartiere "Bolognina" inviò un rapporto sull'incidente alla Pretura di Bologna.[16] Nell'ultima sua stagione a Milano, a causa del temporaneo ritiro dall'attività agonistica di Gianni Rivera, vestì la fascia di capitano della squadra, con la quale, in sei anni, disputò complessivamente 251 partite segnando 49 gol.

Ritorno alla Juventus modifica

Nell'estate 1976 fu oggetto di uno scambio di mercato con Fabio Capello della Juventus: il friulano approdò a Milano, mentre Benetti, voluto dall'ex compagno di squadra Trapattoni nel frattempo sedutosi sulla panchina bianconera, e da cui era molto stimato,[1] fece ritorno a Torino dopo sette anni. Considerato erroneamente dal Milan in fase calante, al contrario in maglia bianconera raggiunse la piena maturità come centrocampista sia in fase di copertura sia nell'impostazione del gioco,[6] andando a formare una linea mediana formidabile con Giuseppe Furino e Marco Tardelli.[9]

 
Benetti durante la sua seconda esperienza juventina, nella sfida interna di Coppa dei Campioni 1978-1979 contro i Rangers

Sotto la Mole continuò a fornire grandi prestazioni e divenne una delle colonne della squadra[17] che, nel triennio seguente, vinse i due scudetti del 1976-1977 e 1977-1978, un'altra coppa nazionale e la Coppa UEFA 1976-1977, quest'ultimo il primo trofeo confederale del club piemontese. Chiuse la seconda esperienza a Torino con 159 presenze e 23 reti tra campionato e coppe.

Roma modifica

Lasciò la Juventus nel 1979 per approdare alla Roma, voluto dal presidente Dino Viola il quale stava rifondando la squadra con un mix di giovani promettenti ed elementi esperti. Logoro dopo anni di calcio giocato soprattutto fisicamente, le prestazioni in campo ne risentirono ma si distinse comunque per la sua consueta professionalità.[17] Giocò con i giallorossi per due stagioni, aggiudicandosi altre due Coppe Italia e collezionando un totale di 42 presenze e 3 gol; disputò così anche il derby di Roma, il quarto della carriera dopo quelli di Torino, Genova e Milano.[9]

Nazionale modifica

Il commissario tecnico Ferruccio Valcareggi lo fece esordire in nazionale il 25 settembre 1971, a 26 anni, subentrando a De Sisti nell'amichevole contro il Messico.[1] Divenne presto titolare e vi rimase quasi ininterrottamente per i nove anni successivi.

Nelle qualificazioni al campionato d'Europa 1972 prese parte al ritorno dei quarti di finale contro il Belgio, che vide gli Azzurri sconfitti per 2-1 ed eliminati. Giocò tutte e tre le partite disputate dall'Italia al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest, terminato con l'eliminazione al primo turno dopo la sconfitta contro la Polonia. Con Zoff, Facchetti, Bellugi e Causio fu tra i pochi elementi di quel gruppo a essere confermati dal nuovo selezionatore Fulvio Bernardini per il successivo corso della nazionale.

 
Benetti in maglia azzurra al campionato del mondo 1978

Nella difficile fase del rinnovamento disputò tre dei sei incontri validi per le qualificazioni al campionato d'Europa 1976, al quale l'Italia non si qualificò dopo essere arrivata terza nel girone vinto dai Paesi Bassi.

Fu sotto la gestione di Enzo Bearzot che Benetti offrì il meglio di sé in maglia azzurra;[6] realizzò il suo primo gol in nazionale l'8 giugno 1977 in una partita di qualificazione mondiale vinta 3-0 contro la Finlandia a Helsinki. In particolare, al campionato del mondo 1978 in Argentina fu una delle colonne dell'Italia che espresse grande gioco e si vide eliminata solo nel girone di semifinale, tra molte recriminazioni, dai Paesi Bassi.[18] Nel mundial argentino realizzò anche un gol nella gara del primo girone vinta per 3-1 contro l'Ungheria a Mar del Plata.

Prese parte anche al campionato d'Europa 1980 ospitato dall'Italia e qui disputò la sua ultima gara in nazionale, il 18 giugno 1980 a Napoli, nella finale per il 3º posto contro la Cecoslovacchia, in cui realizzò anche uno dei rigori della serie finale che vide la sconfitta degli Azzurri.

Chiuse la carriera in azzurro collezionando 55 presenze e 2 gol, e vestendo la fascia di capitano in due occasioni.

Allenatore modifica

Iniziò la carriera di allenatore nella stagione 1981-1982, subentrando a Saul Malatrasi alla guida della formazione Primavera della Roma e rimanendo in panchina per tre stagioni. Con i giallorossi vinse il torneo di Viareggio 1983 e il Campionato Primavera 1983-1984, grazie a un promettente gruppo che vantava elementi come Giuseppe Giannini, Stefano Desideri e Paolo Baldieri.[1]

Dopo questi successi con i giovani romanisti, nella stagione 1984-1985 gli venne affidata la panchina della prima squadra della Cavese, appena retrocessa dalla Serie B alla C1, ma a stagione inoltrata gli subentrò Corrado Viciani. Dopo un anno d'inattività, la sua ultima esperienza come allenatore di squadre di club fu ancora in C1, alla guida della Carrarese,[19] dove fu ingaggiato nel gennaio 1986 per sostituire Corrado Orrico; una volta portata la squadra alla salvezza, venne confermato per il successivo campionato 1986-1987 in cui tuttavia non riuscì a evitare la retrocessione dei toscani in Serie C2.

Fece quindi parte dello staff del centro tecnico federale di Coverciano, dove allenò la selezione italiana Under-15 in cui transitarono, tra gli altri, Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon. Studiò per entrare a Coverciano, e tra i suoi docenti vi fu Sandro Gamba, già coach della nazionale italiana di pallacanestro.[1] Fu per vent'anni anche istruttore per aspiranti allenatori, e tra i suoi allievi vi sono stati Massimiliano Allegri e Antonio Conte.[10]

Dopo il ritiro modifica

Benetti è stato spesso ospite di emittenti private, nella veste di opinionista, in trasmissioni a tema calcistico.[6]

Statistiche modifica

Presenze e reti nei club modifica

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1963-1964   Bolzano D 32 10 - - - - - - - - - 32 10
1964-1965   Siena C 31 7 - - - - - - - - - 31 7
1965-1966   Taranto C 30 7 - - - - - - - - - 30 7
1966-1967 C 33 4 - - - - - - - - - 33 4
Totale Taranto 63 11 - - - - - - 63 11
1967-1968   Palermo B 35 2 CI 2 1 - - - - - - 37 3
1968-1969   Juventus A 24 1 CI 5 3 CdF 4 1 - - - 33 5
1969-1970   Sampdoria A 27 2 CI 3 2 - - - CdA 0 0 30 4
1970-1971   Milan A 28 6 CI 9 3 - - - - - - 37 9
1971-1972 A 29 4 CI 7 1 CU 9 3 - - - 45 8
1972-1973 A 29 7 CI 7 1 CdC 7 2 - - - 43 10
1973-1974 A 26 5 CI 6 1 CdC 8 1 SU 2 0 42 7
1974-1975 A 28 5 CI 11 1 - - - - - - 39 6
1975-1976 A 30 5 CI 8 2 CU 7 2 - - - 45 9
Totale Milan 170 32 48 9 31 8 2 0 251 49
1976-1977   Juventus A 29 4 CI 9 0 CU 12 2 - - - 50 6
1977-1978 A 27 5 CI 4 2 CC 7 1 - - - 38 8
1978-1979 A 26 3 CI 9 1 CC 2 0 - - - 37 4
Totale Juventus 106 13 27 6 25 4 - - 158 23
1979-1980   Roma A 25 1 CI 9 2 - - - - - - 34 3
1980-1981 A 2 0 CI 3 0 CdC 1 0 TC 2 0 8 0
Totale Roma 27 1 12 2 1 0 2 0 42 3
Totale carriera 491 78 92 20 57 12 4 0 644 110

Cronologia presenze e reti in nazionale modifica

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
25-9-1971 Genova Italia   2 – 0   Messico Amichevole -   46’
9-10-1971 Milano Italia   3 – 0   Svezia Qual. Euro 1972 -
20-11-1971 Roma Italia   2 – 2   Austria Qual. Euro 1972 -   65’
4-3-1972 Atene Grecia   2 – 1   Italia Amichevole -   46’
13-5-1972 Bruxelles Belgio   2 – 1   Italia Qual. Euro 1972 -
21-6-1972 Sofia Bulgaria   1 – 1   Italia Amichevole -   59’
20-9-1972 Torino Italia   3 – 1   Jugoslavia Amichevole -   72’
31-3-1973 Genova Italia   5 – 0   Lussemburgo Qual. Mondiali 1974 -
9-6-1973 Roma Italia   2 – 0   Brasile Amichevole -
14-6-1973 Torino Italia   2 – 0   Inghilterra Amichevole -
29-9-1973 Milano Italia   2 – 0   Svezia Amichevole -
20-10-1973 Roma Italia   2 – 0   Svizzera Qual. Mondiali 1974 -
14-11-1973 Londra Inghilterra   0 – 1   Italia Amichevole -
26-2-1974 Roma Italia   0 – 0   Germania Ovest Amichevole -
8-6-1974 Vienna Austria   0 – 0   Italia Amichevole -
15-6-1974 Monaco Italia   3 – 1   Haiti Mondiali 1974 - 1º turno -
19-6-1974 Stoccarda Italia   1 – 1   Argentina Mondiali 1974 - 1º turno -
23-6-1974 Stoccarda Polonia   2 – 1   Italia Mondiali 1974 - 1º turno -
28-9-1974 Zagabria Jugoslavia   1 – 0   Italia Amichevole -
8-6-1975 Mosca Unione Sovietica   1 – 0   Italia Amichevole -
27-9-1975 Roma Italia   0 – 0   Finlandia Qual. Euro 1976 -
26-10-1975 Varsavia Polonia   0 – 0   Italia Qual. Euro 1976 -
22-11-1975 Roma Italia   1 – 0   Paesi Bassi Qual. Euro 1976 -
30-12-1975 Firenze Italia   3 – 2   Grecia Amichevole -   46’
7-4-1976 Torino Italia   3 – 1   Portogallo Amichevole -
23-5-1976 Washington Stati Uniti   0 – 4   Italia Torneo del Bicentenario -
28-5-1976 New York Inghilterra   3 – 2   Italia Torneo del Bicentenario -   57’
31-5-1976 New Haven Brasile   4 – 1   Italia Torneo del Bicentenario -
5-6-1976 Milano Italia   4 – 2   Romania Amichevole -   46’
22-9-1976 Copenaghen Danimarca   0 – 1   Italia Amichevole -
17-11-1976 Roma Italia   2 – 0   Inghilterra Qual. Mondiali 1978 -
22-12-1976 Lisbona Portogallo   2 – 1   Italia Amichevole -
26-1-1977 Roma Italia   2 – 1   Belgio Amichevole -   65’
8-6-1977 Helsinki Finlandia   0 – 3   Italia Qual. Mondiali 1978 1
8-10-1977 Berlino Ovest Germania Ovest   2 – 1   Italia Amichevole -
15-10-1977 Torino Italia   6 – 1   Finlandia Qual. Mondiali 1978 -
16-11-1977 Londra Inghilterra   2 – 0   Italia Qual. Mondiali 1978 -
3-12-1977 Roma Italia   3 – 0   Lussemburgo Qual. Mondiali 1978 -
8-2-1978 Napoli Italia   2 – 2   Francia Amichevole -
18-5-1978 Roma Italia   0 – 0   Jugoslavia Amichevole -
2-6-1978 Mar del Plata Italia   2 – 1   Francia Mondiali 1978 - 1º turno -
6-6-1978 Mar del Plata Italia   3 – 1   Ungheria Mondiali 1978 - 1º turno 1
10-6-1978 Buenos Aires Italia   1 – 0   Argentina Mondiali 1978 - 1º turno -
14-6-1978 Buenos Aires Germania Ovest   0 – 0   Italia Mondiali 1978 - 2º turno -
18-6-1978 Buenos Aires Italia   1 – 0   Austria Mondiali 1978 - 2º turno -
21-6-1978 Buenos Aires Paesi Bassi   2 – 1   Italia Mondiali 1978 - 2º turno -   77’
20-9-1978 Torino Italia   1 – 0   Bulgaria Amichevole -
23-9-1978 Firenze Italia   1 – 0   Turchia Amichevole - Cap.   46’
8-11-1978 Bratislava Cecoslovacchia   3 – 0   Italia Amichevole -
21-12-1978 Roma Italia   1 – 0   Spagna Amichevole -
13-6-1979 Zagabria Jugoslavia   4 – 1   Italia Amichevole - Cap.
12-6-1980 Milano Italia   0 – 0   Spagna Euro 1980 - 1º turno -   56’
15-6-1980 Torino Italia   1 – 0   Inghilterra Euro 1980 - 1º turno -
18-6-1980 Roma Italia   0 – 0   Belgio Euro 1980 - 1º turno -
21-6-1980 Napoli Cecoslovacchia   1 – 1 dts
(9 – 8 dtr)
  Italia Euro 1980 - Finale 3º posto -   85’ - 4º posto
Totale Presenze (41º posto) 55 Reti 2

Statistiche da allenatore modifica

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
lug.-dic. 1984   Cavese C1 12 1 7 4 CI+CI-C 5+0 0+0 0+0 5+0 - - - - - - - - - - 17 1 7 9 &&5,88
gen.-giu. 1986   Carrarese C1 18 4 10 4 CI-C 0 0 0 0 - - - - - - - - - - 18 4 10 4 22,22
1986-1987 C1 34 8 11 15 CI-C ? ? ? ? - - - - - - - - - - 34 8 11 15 23,53
Totale Carrarese 52 12 21 19 5+ 0+ 0+ 5+ - - - - - - - - 57 12 21 23 21,05
Totale carriera 64 13 28 23 5+ 0+ 0+ 5+ - - - - - - - - 69 13 28 28 18,84

Palmarès modifica

Giocatore modifica

 
Benetti (a destra) e Roberto Boninsegna con il trofeo della Coppa UEFA 1976-1977 vinta con la Juventus

Club modifica

Competizioni nazionali modifica
Palermo: 1967-1968
Milan: 1971-1972, 1972-1973
Juventus: 1978-1979
Roma: 1979-1980, 1980-1981
Juventus: 1976-1977, 1977-1978
Competizioni internazionali modifica
Milan: 1972-1973
Juventus: 1976-1977

Allenatore modifica

Roma: 1983
Roma: 1983-1984

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Angelo Carotenuto, I 70 anni di Benetti in 70 cose essenziali, su carotenuto.blogautore.repubblica.it, 20 ottobre 2015.
  2. ^ Picchia Romeo! Il duro Benetti, baffi, tackle e canarini, su footballnotballet.com, 20 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2017).
  3. ^ Marco Tripodi, Romeo Benetti denunciato per abuso edilizio, su calciomercato.com, 11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
  4. ^ a b Mario Sconcerti, Da Buffon a Riva, il gioco infinito della squadra ideale, su corriere.it, 11 gennaio 2017.
  5. ^ a b c I 20 calciatori più cattivi d'Europa di tutti i tempi, su corriere.it, 22 agosto 2018.
  6. ^ a b c d e Lucio Iaccarino, Romeo Benetti, il re dei contrasti, su tuttocalciatori.net, 27 gennaio 2014.
  7. ^ Vasta, Construction.
  8. ^ a b Romeo Benetti, su acmilan.com.
  9. ^ a b c d Tavella, Romeo, mio bel Romeo.
  10. ^ a b Massimiliano Castellani, Benetti: «Io come Ibra, duri dal cuore tenero», su avvenire.it, 8 febbraio 2012.
  11. ^ Simona Marchetti, I "macellai" secondo il Sun, Benetti è l'unico italiano, su gazzetta.it, 8 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2008).
  12. ^ Autunno, p. 352.
  13. ^ Panini.
  14. ^ a b Tripisciano, p. 20.
  15. ^ Corrado Sannucci, Gioco duro, che passione, in la Repubblica, 20 novembre 1991.
  16. ^ La polizia denuncia Benetti!, in Corriere dello Sport, 6 febbraio 1971, p. 1 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
  17. ^ a b Romeo Benetti, su almanaccogiallorosso.it (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2019).
  18. ^ Vinicio Saltini, Quarti ma belli: l'Italia capisce che può farcela, su temi.repubblica.it.
  19. ^ Romeo Benetti (allenatore), su transfermarkt.it.

Bibliografia modifica

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