Brian Cox

attore britannico (1946-)

Brian Denis Cox (Dundee, 1º giugno 1946) è un attore britannico.

Brian Cox nel 2016

Biografia modifica

Figlio del macellaio Charles McArdle Campbell Cox e dell'operaia Mary Ann Guillerline, suo padre morì quando aveva 8 anni. Studia presso la London Academy of Music and Dramatic Art, dopo di che lavora assiduamente in teatro e partecipando a molti film tv e serie tv. La grande occasione arriva nel 1986, interpretando Hannibal Lecter nel film Manhunter - Frammenti di un omicidio. Ha vinto per ben due volte, nel 1984 per Il teschio del ratto e nel 1988 per il Tito Andronico di Shakespeare, il Laurence Olivier Award.

Dagli anni novanta a oggi, molte sono state le sue interpretazioni, sia in ruoli minori che di spicco, diventando uno dei caratteristi più ricercati. Partecipa a film come in Il processo di Norimberga dove interpreta il gerarca Hermann Göring, ricevendo un Emmy Awards e una nomination al Golden Globe, L'agenda nascosta, Rob Roy con Liam Neeson, Il collezionista, Rushmore, Il ladro di orchidee, The Ring, La 25ª ora, Troy di Wolfgang Petersen,[1] Braveheart - Cuore impavido di Mel Gibson, Match Point di Woody Allen e Zodiac di David Fincher. Inoltre nel 2003 ha partecipato come doppiatore al videogioco Manhunt nei panni del regista snuff Starkweather e ha partecipato anche ad una puntata di Top Gear come ospite d'onore. Da febbraio 2010 è rettore dell'Università di Dundee.

Nel 2003 interpreta il villain William Stryker nel film X-Men 2. Nel 2016 appare in qualche episodio di Penny Dreadful, interpretando il padre di Ethan Chandler, che è interpretato da Josh Hartnett.[2] nel 2017 interpreta Winston Churchill nell'omonimo film. Il 5 gennaio 2020, vince il suo primo Golden Globe, per l'interpretazione nella serie televisiva Succession.

Pensiero politico modifica

Cox si è definito un socialista democratico e ha attivamente sostenuto i laburisti nelle elezioni del Parlamento scozzese del 2007.[3] Tuttavia, nel 2011, ha cambiato orientamento politico appoggiando il Partito Nazionale Scozzese, attratto dalla loro politica sull'istruzione superiore. Ha confessato ad Alastair Campbell di essere stato un fervente sostenitore dei laburisti per tutta la vita, ma la guerra in Iraq ha segnato un punto di svolta nel suo sostegno al partito.[4]

Il 25 maggio 2012, Cox ha manifestato il suo supporto all'indipendenza scozzese durante la campagna Yes Scotland, motivato dalla delusione nei confronti del New Labour di Tony Blair e Gordon Brown. Nonostante non avesse i requisiti per votare nel referendum sull'indipendenza scozzese del 2014 a causa della sua residenza negli Stati Uniti, la sua posizione era chiara. Il 29 gennaio 2015, ha annunciato il suo addio al Partito Laburista, criticandolo per non aver mantenuto i suoi principi fondamentali, e si è unito al Partito Nazionale Scozzese, che riteneva meglio rappresentasse i valori della giustizia sociale e gli interessi della Scozia.[5]

Nel gennaio 2020 ha chiesto un secondo referendum sull'indipendenza scozzese, affermando che i laburisti avevano "fallito" in Scozia e che gli scozzesi si stessero muovendo "organicamente" verso la decisione di lasciare il Regno Unito in seguito al referendum sulla Brexit.[6]

Ha inoltre dichiarato di preferire un'evoluzione verso il federalismo e il cambiamento costituzionale del Regno Unito rispetto all'indipendenza scozzese.[7]

Nell'ottobre 2022, Cox ha criticato Liz Truss a seguito del "mini-bilancio" conservatore del settembre 2022.[8] Cox ha affermato che il Partito Conservatore non ha "una visione" e che non crede che "sia la persona giusta per questo lavoro".[8] Truss si è dimessa da Primo Ministro lo stesso mese.

Durante la crisi israelo-palestinese del 2021, Cox ha firmato il suo nome a sostegno della "Lettera contro l'apartheid" scritta da sei artisti palestinesi.[9][10] Durante il primo mese della guerra Israele-Hamas del 2023, Cox ha firmato un'altra lettera che chiedeva un cessate il fuoco.[11] In seguito, ha registrato se stesso mentre leggeva la poesia "Se dovessi morire" di Refaat Alareer, uno scrittore e professore ucciso da un attacco aereo israeliano durante la guerra.[12]

Cox ha confermato in un'intervista al Guardian di essere favorevole all'uso ricreativo della cannabis: "È assolutamente fantastica e la consiglio a tutti: sballatevi!".[13]

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Doppiatore modifica

Teatro (parziale) modifica

Riconoscimenti modifica

  • Premio Emmy
    • 2001 – Migliore attore non protagonista in una miniserie o film per la televisione per Il processo di Norimberga
    • 2002 – Candidatura al migliore attore ospite in una serie comica o commedia per Frasier
    • 2020 – Candidatura al miglior attore protagonista in una serie drammatica per Succession
    • 2023 – Candidatura al miglior attore protagonista in una serie drammatica per Succession

Doppiatori italiani modifica

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Brian Cox è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Scheda Troy, su cinemovie.info. URL consultato il 24 settembre 2015 (archiviato il 23 settembre 2015).
  2. ^ 'Penny Dreadful' casts Brian Cox as Josh Hartnett’s father -- exclusive, su Entertainment Weekly's EW.com. URL consultato il 10 aprile 2016.
  3. ^ (EN) This article is more than 8 years old Actor Brian Cox quits Labour party to join SNP, in The Guardian, 29 gennaio 2015. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  4. ^ Alastair, Campbell, Brian Cox on why he can’t stop swearing about Nigel Farage and Boris Johnson, in The New European, 13 febbraio 2020. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  5. ^ (EN) Kieran, Andrews, Brian Cox: Why I’ve quit Labour for SNP, su The Courier, 29 gennaio 2015. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  6. ^ The Scotsman Reporter, Hollywood actor Brian Cox calls for second Scottish independence referendum, in The Scotsman, 5 gennaio 2020.
  7. ^ (EN) Savva, Anna, SNP poster boy Brian Cox claims he's not a Nat and backs Devo Max future for the UK, in Scottish Daily Express, 25 novembre 2022. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  8. ^ a b (EN) Murray Tom, ‘I do not trust her’: Brian Cox rips into Liz Truss on Question Time, in The Independent, 7 ottobre 2022. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  9. ^ A Letter Against Apartheid, su againstapartheid.com. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  10. ^ Michael Arria, ‘This is not a conflict: this is apartheid’: over 16,000 artists sign letter in solidarity with Palestine, in Mondoweiss, 14 giugno 2021. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  11. ^ (EN) Artists call for ceasefire now, su artists4ceasefire.org. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  12. ^   (EN) The Palestine Festival of Literature, Brian Cox reads IF I MUST DIE, the last poem by Refaat Alareer, killed by an Israeli airstrike, su YouTube. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  13. ^ (EN) Hadley Freeman, Succession’s Brian Cox: ‘I was touched up by Princess Margaret’, su The Guardian, 13 gennaio 2020.
  14. ^ film 2010
  15. ^ film 2008

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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