Stadio Olimpico Grande Torino

impianto sportivo di Torino
(Reindirizzamento da Stadio Olimpico (Torino))

Lo stadio Olimpico Grande Torino è un impianto sportivo multifunzionale di Torino. È sito in via Filadelfia, nel quartiere torinese di Santa Rita, nella zona sud-occidentale della città.

Stadio Olimpico Grande Torino
  • Stadio Olimpico (2005-2016)
  • Stadio Comunale Vittorio Pozzo (1986-2005)
  • Stadio Comunale (1945-1986)
  • Stadio Municipale Benito Mussolini (1933-1945)
Vista interna dello stadio nel 2017
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Italia Italia
UbicazioneVia Filadelfia 96/B, I-10134 Torino
Inizio lavori1932
Inaugurazione1933
Ristrutturazione2003-2005
Costi di ricostr.~30000000 
Proprietario
ProgettoRaffaello Fagnoni
Prog. strutturaleEnrico Bianchini
Dagoberto Ortensi
Intitolato aBenito Mussolini
Vittorio Pozzo
Grande Torino
Comunale
Informazioni tecniche
Posti a sedere28 177
Classificazionecategoria 4 UEFA
Coperturacompleta
Mat. del terrenotappeto erboso
Dim. del terreno105 × 68 m
Uso e beneficiari
Calcio
Allenamento
Rugby a 15Italia (3 incontri)
Mappa di localizzazione
Map

Tra i massimi esempi di razionalismo italiano,[1] venne inaugurato nel 1933 come Stadio Municipale Benito Mussolini.[1] Nel secondo dopoguerra assunse i nominativi di Stadio Comunale fino al 1986 e, a seguire, Stadio Comunale Vittorio Pozzo fino al 2005[1] e Stadio Olimpico dopo la designazione a sede dei Giochi olimpici invernali del 2006. Ha infine assunto la denominazione attuale dal 2016, in omaggio alla squadra del Grande Torino deceduta nel 1949 nella tragedia di Superga.[2]

Lo stadio si trova nel parco di Piazza d'Armi e si affaccia sui corsi Sebastopoli e Agnelli, via Filadelfia e piazzale Grande Torino in prossimità al Circolo della Stampa – Sporting.

Fino al 1990 fu la sede degli incontri interni di Juventus e Torino, che in tale anno si trasferirono presso lo stadio delle Alpi. Ristrutturato in occasione dell'appuntamento olimpico del 2006, nel settembre dello stesso anno lo stadio tornò ad ospitare le gare interne delle due società cittadine. Dal 2011 è a uso esclusivo del Torino poiché la Juventus, dallo stesso anno, disputa i propri incontri casalinghi nello stadio di proprietà, lo Juventus Stadium.

Benché l'uso prevalente sia quello calcistico, essendo stato anche sede di numerose gare della nazionale italiana, è in grado di ospitare incontri di rugby e altre manifestazioni extrasportive. Nel 1952 fu sede del primo incontro internazionale di rugby a 13 organizzato nel Paese, un'amichevole tra i padroni di casa dell'Italia e la nazionale della Francia.[3] In numerose occasioni, ha ospitato anche la nazionale italiana di rugby a 15. Infine, nel 1959 e nel 1970 ospitò, rispettivamente, la I e la VI edizione delle Universiadi.

Sottoposto dal 2013 a vincolo architettonico dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT),[4] è uno dei quattro stadi italiani, assieme al succitato Stadium, all'Olimpico di Roma e al Meazza di Milano, a rientrare nella categoria 4 UEFA, quella con maggior livello tecnico.

Storia modifica

Stadio Municipale (1933-1945) e Stadio Comunale (1945-2005) modifica

 
Lo stadio Municipale in costruzione, 1932-1933 circa

Originariamente intitolato a Benito Mussolini e classico esempio di razionalismo italiano, lo stadio fu costruito nel 1933 sui terreni dei Tetti Varrò, per decisione del duce stesso, al fine di ospitare i Littoriali di quell'anno e i Campionati Internazionali Studenteschi.[5] Venne inoltre edificato per sostituire i precedenti impianti sportivi presenti nella Piazza d'Armi dal 1909-10.[6] L'amministrazione civica, per abbreviare il più possibile i tempi di costruzione, bandì un appalto-concorso, dividendo poi i lavori fra tre imprese:[5][6] lo stadio (tribune, gradinate e locali interni) fu affidato alla ditta Saverio Parisi di Roma (su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni e degli ingegneri Enrico Bianchini e Dagoberto Ortensi);[7] la pista di atletica leggera, la cosiddetta Torre Maratona (un torrino piezometrico) e le biglietterie all'Impresa ing. Vannacci e Lucherini (progetto dell'arch. Del Giudice, del prof. Colonnetti e dell'ing. Vannacci);[7] la piscina coperta alla Società AN. Imprese Edili Ing. E. Faletti (progetto dell'arch. Bonicelli e dell'ing. Villanova).[7] L'Impresa ing. Guido De Bernardi si occupò, infine, della preparazione dei campi e delle piste.[7]

Nel progetto originario lo stadio, con una capienza di 65 000 posti (che, all'epoca, lo rendeva il più capiente in Italia), era formato da un vasto anello ellissoidale, il cui maggior perimetro era di circa 640 m.[7] La base era costituita da una banchina di granito bianco sulla quale poggiava lo zoccolo in intonaco rosso;[7] dello stesso materiale erano formati i piani a 45° che delimitavano tre strisce vetrate per l'illuminazione dei locali interni, coronate da un parapetto bianco.[7] Sopra questo si affacciavano ampi finestroni limitati da pilastri in cemento che sorreggevano lo sbalzo terminale, sporgente per oltre tre metri con un'inclinazione di 45°.[7] Gli accessi all'interno erano praticati attraverso 27 aperture, la principale delle quali conduceva alla tribuna d'onore, dotata di copertura dalle intemperie.[7] Il parterre era in parte coperto dalle gradinate che vi aggettavano a sbalzo ed era leggermente rialzato nella parte più distante dal campo.[7]

Il terreno di gioco misurava 70 × 105 m.[7] Attorno vi erano la pista di atletica a sei corsie, le fosse per il getto del peso e il lancio del disco, le piste per il salto in lungo e quello in alto.[7] Inizialmente, le curve della pista di atletica erano state progettate a tre centri, ma, dopo le proteste del dirigente nazionale Massimo Cartasegna (che aveva partecipato da atleta ai Giochi olimpici del 1908), vennero riprogettate a un solo centro: come risultato finale, però, la pista ebbe una lunghezza anomala di 446,38 metri.[8] Il 5 giugno 1932 si deliberò l'appalto del concorso nazionale per l'edificazione dell'impianto.[7] I lavori di costruzione ebbero inizio il 21 settembre 1932[9] e furono, successivamente, terminati negli ultimi giorni di aprile 1933.[9][10] L'opera fu inaugurata il 14 maggio 1933 dal segretario del Partito Nazionale Fascista, Achille Starace, in occasione dell'inizio dei Littoriali.[6][11] Il primo incontro a svolgersi nel nuovo impianto avvenne il 29 giugno successivo tra la Juventus e gli ungheresi dell'Újpest,[12] ritorno dei quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale e fu vinto per 6-2 dai torinesi.[13]

 
Vista aerea dello stadio Municipale durante gli anni 30

Dopo gli eventi inaugurali, l'impianto ospitò alcuni incontri del campionato del mondo 1934 svoltosi in Italia.[5] Nel frattempo, dalla stagione 1933-1934,[14] iniziò a ospitare le partite del campionato italiano di calcio: per i primi anni, soltanto quelle della Juventus[5] (che abbandonò definitivamente l'impianto di corso Marsiglia), in quanto l'altra squadra cittadina, il Torino, giocava all'epoca allo stadio Filadelfia di sua proprietà, presso l'adiacente e omonimo borgo nel quartiere Lingotto.[15] Inoltre, la Juventus utilizzò lo stadio Mussolini anche come sede degli allenamenti (fino al 1943).[16] Sulla parte sud di via Filadelfia, a ridosso dell'Istituto di Riposo della Vecchiaia e dei terreni del Circolo ricreativo del giornale La Stampa,[17] di cui la Juventus fu proprietaria dal 1941 al 1949[17][18] usandola anche come sede amministrativa,[19] sorse poi un campo di allenamento esclusivo per la squadra bianconera,[20] in seguito battezzato nel 1956 con il nome del calciatore Gianpiero Combi;[21] tale struttura fu abbattuta nel 2004 per far spazio a una in vetro con piscina per il nuoto.[22]

Dal 1938 lo stadio ospitò anche la sede provvisoria del museo dell'automobile di Torino, inaugurato nel 1939, fino al suo definitivo trasferimento, nel 1960, presso corso Unità d'Italia, nel quartiere Nizza Millefonti.[23]

Prima partita Juventus (Coppa dell'Europa Centrale 1933)

Torino
29 giugno 1933, ore 16:10 CEST
Quarti di finale - Ritorno
Juventus6 – 2
referto
ÚjpestiStadio Municipale Benito Mussolini (22 000[24] spett.)
Arbitro:   Bohumil Ženišek

Prima partita (casalinga) Torino (Serie A 1942-1943)

Torino
22 novembre 1942, ore 14:30 UTC+1
8ª giornata
Torino0 – 1
referto
MilanoStadio Municipale Benito Mussolini (2 000 spett.)
Arbitro:  Fois (Roma)

Con la fine della seconda guerra mondiale e l'avvenuta caduta del regime fascista, l'impianto perse la denominazione al duce e venne di conseguenza rinominato da Municipale Benito Mussolini a un più neutro stadio Comunale. La Juventus continuò a essere l'unica stabile titolare del campo fino all'inizio della stagione 1963-1964, quando il Torino abbandonò definitivamente il Filadelfia e si trasferì anch'esso in pianta stabile al Comunale.[5]

Già nei decenni precedenti il club granata si era saltuariamente affacciato al Comunale (e lo stesso aveva fatto la Juventus al Filadelfia in quei decenni):[27] il debutto risaliva al 1942, in occasione della sconfitta casalinga contro il Milano (0-1), durante l'ottava giornata della Serie A 1942-1943;[28] in quel campionato, infatti, il Torino, per ordine dell'autorità prefettizia,[29] disputò sei gare interne consecutive allo stadio di Santa Rita.[30] Fino al 1958 il Torino ricorse, sporadicamente, al Comunale per alcune partite di cartello. Nella stagione 1958-1959 ci fu un primo tentativo granata di migrare definitivamente al Comunale,[31] ma l'epilogo dell'annata, sfociato nella prima retrocessione assoluta della squadra, fece propendere per un immediato e scaramantico ritorno al Filadelfia.[32] Seguì un quadriennio che vide il Torino solo ospite sporadico del campo, prima del definitivo trasferimento datato 1963.[33] Al Comunale, tra il 1933 e il 1990, la Juventus ha festeggiato 17 titoli di campione d'Italia (compresi i due ultimi del Quinquennio d'Oro), 8 Coppe Italia e 6 titoli a livello internazionale; il Torino vi ha conquistato lo scudetto del 1975-1976 e due Coppe Italia.

In alcune occasioni l'impianto fu usato come impianto casalingo dalle formazioni giovanili delle due squadre torinesi, oltreché da varie squadre femminili del capoluogo piemontese.[34] Lo stadio ospitò anche alcune partite della squadra di football americano dei Giaguari Torino.[34]

Il 28 novembre 1962 fu presentata la sede torinese del Centro di medicina dello sport, ospitata proprio all'interno dello stadio Comunale;[35] la struttura venne inaugurata il successivo 1º dicembre.[36] Nel 1959 e nel 1970 il Comunale ospitò rispettivamente la I e VI Universiade, mentre nel 1986 fu intitolato a Vittorio Pozzo, allenatore due volte campione del mondo con la nazionale italiana (1934 e 1938).[1] L'impianto torinese fu teatro di alcuni incontri del campionato d'Europa 1980 e ospitò nel 1985 la prima finale in gara unica di Supercoppa UEFA, disputata tra la Juventus e il Liverpool.

 
Panoramica dello stadio Comunale negli anni 60

Nel 1984, quando la FIFA assegnò all'Italia l'organizzazione del campionato del mondo 1990,[37] si incominciò a parlare di un nuovo stadio per la città, dato che, ormai da tempo, il Comunale era divenuto uno stadio obsoleto,[38] piccolo e poco flessibile,[39] tuttavia, le soluzioni proposte furono due. Una di queste ipotesi era ristrutturare l'impianto di Santa Rita per il campionato del mondo,[40] idea condivisa anche dall'allora assessore allo sport della giunta torinese, Elda Tessore, che propose una ristrutturazione dello stadio esistente,[41] con installazione di una copertura sugli spalti[41] e l'ampliamento della capienza fino a 77 500 posti a sedere[41] (contro i 65 000, perlopiù in piedi, disponibili all'epoca).[41] L'assessore affermò che la struttura fosse sicura[42] e che, oltre alla ristrutturazione, sarebbe bastato migliorare i servizi.[42] L'alternativa a questo progetto, invece, consisteva nel costruire un impianto nuovo.[43] Alla fine, si optò per quest'ultima soluzione,[44] poiché il comitato organizzatore dei Mondiali[45] ritenne che ristrutturare il Comunale non fosse una soluzione sufficiente per renderlo meno obsoleto[45] e lo stesso ragionamento fu condiviso dalle due società sabaude.[44] Fra le varie località proposte, vi fu anche il sito dello stesso stadio Comunale[46] (che sarebbe stato abbattuto e l'adiacente area di Piazza d'Armi adattata a parco).[46] Tuttavia, dopo vari incontri,[47] nel 1986 fu deciso di erigere il nuovo impianto nel quartiere delle Vallette e così venne dato il via libera alla costruzione di quello che sarebbe diventato lo stadio delle Alpi.[48]

Il Comunale ospitò, così, le gare interne di entrambe le squadre torinesi fino alla stagione 1989-1990: l'ultima partita giocata su questo campo dalla Juventus, il 2 maggio 1990, fu la vittoria per 3-1 nella finale di andata della Coppa UEFA contro la Fiorentina,[49] mentre l'ultima assoluta fu appannaggio del Torino, il 27 dello stesso mese, per il campionato di Serie B, vinta 3-0 contro il Messina.[50] Quindi l'impianto, ormai vecchio e desueto, venne abbandonato dal calcio cittadino per il Delle Alpi.[51] Negli anni seguenti il Comunale venne utilizzato sempre di meno, sino a essere destinato unicamente agli allenamenti della prima squadra juventina (dal 1994 al 2003)[52][53] e, brevemente, di quella torinista (2003-2004).[54][55]

L'ultimo evento calcistico di rilievo fu la doppia finale del Campionato Primavera 1993-1994 tra le formazioni giovanili di Juventus e Torino[56] che vedrà prevalere i bianconeri:[57] lo stadio di Santa Rita fu scelto proprio per l'occasione, così da rievocare gli accesi derby tra gli anni '70 e '80 che avevano come teatro questo impianto.[58]

Ultima partita Juventus (Coppa UEFA 1989-1990)

Torino
2 maggio 1990, ore 20:30 CEST
Finale - Andata
Juventus3 – 1
referto
FiorentinaStadio Comunale Vittorio Pozzo (47 519 spett.)
Arbitro:   Soriano Aladrén

Ultima partita Torino (Serie B 1989-1990)

Torino
27 maggio 1990, ore 16:00 CEST
37ª giornata
Torino3 – 0
referto
MessinaStadio Comunale Vittorio Pozzo (36 760 spett.)
Arbitro:  Pezzella (Frattamaggiore)

Negli anni in cui non venne più utilizzato come impianto casalingo dalle prime squadre, l'impianto cadde in uno stato di abbandono e degrado, complice la carente manutenzione.[34] Per far rinascere lo stadio Comunale, in quel periodo, furono proposte tante soluzioni. Nel 1990 si pensò a progettare un campus universitario, anche con mercati, cinema, banche, uffici municipali, impianti per l'atletica e altri sport e arene per concerti e spettacoli.[59]

Nel 1993 il CONI propose di trasformare il Comunale in un "villaggio dello sport", ospitando al piano terra tutte le federazioni sportive, le quali avrebbero potuto avere uffici, sale riunioni, palestre e luoghi d'allenamento.[60] Sulla stessa lunghezza d'onda ragionò la Juventus che, secondo la proposta, avrebbe ristrutturato gli spogliatoi e realizzato un nuovo campo sulla vicina area del Campo Combi (allora utilizzato come campo d'allenamento dalle giovanili bianconere), mettendolo a disposizione della circoscrizione e ottenendo in cambio uno spazio maggiore dove poter collocare uffici e una concessione che le avrebbe consentito di utilizzare tutte le strutture calcistiche.[60] Al progetto riguardante l'eventuale restauro dell'impianto di Santa Rita fu interessato anche il Centro di medicina sportiva,[60] il quale intendeva ampliare la propria storica sede presso lo stadio.[61] Tra le varie ipotesi, fu anche proposto di dar vita a un museo dello sport, che avrebbe fatto parte del "villaggio sportivo" all'interno del Comunale.[61]

Nel 1996, complice la scomodità dello stadio delle Alpi,[62] la Juventus pensò di acquistare il Comunale e usarlo nuovamente come impianto casalingo.[63] Il progetto prevedeva di erigere un nuovo impianto da 35 000 posti senza pista d'atletica, abbattendo il vecchio stadio, salvando solo la curva e la Torre Maratona, all'interno della quale avrebbe dovuto insediarsi il museo della Juventus;[64] inoltre la società bianconera intendeva trasformare l'area circostante la struttura[62] aggiungendo multisale per il cinema, ristoranti, negozi, alberghi, fast food e botteghe per l'acquisto di gadget.[64] Inoltre, la società pensò, una volta abbandonato il Delle Alpi, di destinarlo solo a grandi eventi sportivi e di riservare all'area circostante la funzione di centro sportivo[64] con campi d'allenamento e sedi per tecnici e dirigenti.[65]

Nel 1998 la Juventus abbandonò il progetto del nuovo stadio Comunale[66] per evitare che, nel quartiere Santa Rita e dintorni, ci fossero problemi di ordine pubblico dovuti alla presenza di due impianti calcistici nella stessa zona:[66] nelle vicinanze, infatti, c'era lo stadio Filadelfia, storicamente legato al Torino e su cui era in vigore un progetto di ristrutturazione dal 1997.[67] In seguito alla decisione di rinunciare allo stadio di Santa Rita, la società bianconera decise di puntare sul restyling del Delle Alpi:[68] in questo modo, la Juventus rispolverò il piano risalente al 1994,[69] suggerito come alternativa anche durante il biennio in cui aveva preso corpo il progetto del Comunale.[63]

Stadio Olimpico (2005-2016) e Stadio Olimpico Grande Torino (dal 2016) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: XX Giochi olimpici invernali.

Nel 2001 lo Stadio Comunale venne designato come impianto da utilizzare per i XX Giochi olimpici invernali,[71] dopo essere stato indicato come alternativa allo stadio Filadelfia[81] durante il biennio 2000-2001.[82] Sempre nel 2001, viene proposto di vendere lo stadio delle Alpi alla Juventus e al Torino in comproprietà[83] (proposta già avanzata nel 1996, ma respinta dalle due squadre per i prezzi troppo onerosi):[84] i due club e il Comune concordano sulla soluzione.[85] Ciononostante, l'idea viene abbandonata alla fine dell'anno, per via della mancanza di accordo tra le due società riguardo alla gestione dell'impianto della Continassa.[86] Nel 2002, inoltre, la squadra granata ha rinunciato al progetto riguardante il restauro del vecchio Filadelfia e il suo riutilizzo come stadio casalingo.[87] Pertanto, nello stesso anno, il sindaco Sergio Chiamparino propone al Torino di acquistare il Comunale.[88]

Il 18 giugno 2002, in seguito all'accordo con il Comune che, al prezzo di 25 milioni di euro,[89] affida lo stadio delle Alpi alla Juventus,[90] lo stadio Comunale viene assegnato al Torino,[91] per la cifra di 6 milioni di euro.[92] Il 19 dicembre dello stesso anno, il Torino si riappropria anche dello stadio Filadelfia,[15] al fine di destinarlo ad altre attività.[87][93] Tuttavia, il 12 agosto 2005, in seguito ai problemi finanziari che hanno portato al fallimento della società granata (sancito definitivamente il successivo 17 novembre),[94] il Comune di Torino è tornato proprietario dell'impianto di Santa Rita e ha dovuto provvedere in proprio al completamento della ristrutturazione;[95] nello stesso giorno, il Comune ha acquistato dal Torino anche il Filadelfia.[96]

Il progetto di ristrutturazione del Comunale, affidato agli studi di architettura veronesi Giovanni Cenna Architetto e Arteco,[97] ha conservato le strutture esistenti,[5] sottoposte al vincolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici;[79] ha quindi aggiunto nuove strutture verticali per reggere la copertura di tutto l'impianto, e un terzo anello di gradinate, continuo e strutturalmente collaborante alla copertura, dotato nella parte corrispondente alla precedente copertura di una parte chiusa ospitante 44 palchi.[98] Circa un terzo del rivestimento della copertura è in materiale plastico semitrasparente, in maniera da evitare il più possibile che l'ombra proiettata dalla stessa possa danneggiare il tappeto erboso a causa della minore insolazione.[99] La capienza complessiva è stata portata a 27 168 posti, tutti al coperto e a sedere,[98] ridotta rispetto a quella originaria (l'impianto poteva ospitare 65 000 persone in piedi)[98] per rispettare le moderne norme di sicurezza.[6][97]

Per le cerimonie olimpiche sono stati effettuati anche numerosi interventi ad hoc: l'ampliamento a 35 000 posti mediante strutture temporanee,[79] la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico[79] e la predisposizione del braciere olimpico,[78] la cui altezza di 57 metri[100] lo rende il più alto del mondo.[101] Anche all'interno sono stati fatti molti cambiamenti: la novità principale è la costruzione al piano terra di un'area commerciale di 1163 ; inoltre, nel settore nord-ovest, sono stati ristrutturati e collocati diversamente il centro di medicina sportiva, tutti i servizi e gli uffici.[102] La ristrutturazione dello stadio è costata 48 milioni di euro.[98] All'esterno, invece, sono stati costruiti i nuovi Parcolimpico e Palasport Olimpico, quest'ultimo progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki.[103]

La nuova copertura, realizzata in occasione della ristrutturazione dello stadio in vista dei XX Giochi olimpici invernali del 2006

Il nuovo impianto è stato presentato, ufficialmente, il 29 novembre 2005 con una cerimonia a cui hanno partecipato rappresentanti degli enti locali, del governo, del Comitato Olimpico Internazionale e del TOROC:[79] in quest'occasione, è stato ufficialmente ribattezzato con il nome di stadio Olimpico.[104] Nel 2006 è stato la sede delle cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, svoltesi rispettivamente il 10[105] e il 26 febbraio 2006,[106] e della cerimonia di apertura dei IX Giochi paralimpici invernali, avvenuta il 10 marzo 2006.[107] All'esterno della Torre Maratona, l'11 gennaio 2006 è stata inaugurata una piazzetta pedonale[108] che unisce le strutture olimpiche al parco Cavalieri di Vittorio Veneto (ex Piazza d'Armi):[109] questa piazza rappresenta una sorta di "giardino olimpico",[108] dove è altresì presente una fontana a specchi, simile ad un canale d'acqua di 150 m che esalta la monumentalità dell'adiacente Torre Maratona.[109]

Nell'estate 2006 lo stadio è tornato a ospitare le partite delle due principali squadre di calcio della città: il Torino si è stabilito definitivamente,[110] la Juventus solo provvisoriamente, in attesa del completamento dei lavori di restyling dello stadio delle Alpi.[111] Inizialmente intenzionata a giocare nell'impianto di Santa Rita per la sola stagione 2006-2007, in modo da attuare un veloce rimodernamento del Delle Alpi,[112] il suo coinvolgimento in Calciopoli durante l'estate 2006, ha indotto la società bianconera a revisionare i suoi piani edilizi e prolungare fino al 2011 la convivenza all'Olimpico con i concittadini granata. La prima partita nel rinnovato Olimpico, il 10 settembre, viene disputata dai granata, in occasione dell'incontro di Serie A contro il Parma (1-1);[113] sei giorni dopo è toccato ai bianconeri fare il loro debutto, in occasione della vittoriosa sfida di Serie B contro il Vicenza (2-1).[114] Il ritorno dei due club torinesi nel quartiere Santa Rita ha comportato anche un serio impegno per garantire l'ordine pubblico sia all'interno dell'Olimpico[115] che nell'area circostante,[116] molto più centrale e trafficata rispetto alla periferica Continassa dove era sito il Delle Alpi, da poco abbandonato dalle due squadre. Pur essendo stata fisicamente eliminata la pista di atletica leggera (al suo posto vi è un tappeto in erba sintetica), la distanza tra gli spalti e il terreno di gioco allo stadio Olimpico non è cambiata: rimane uno stadio poco adatto al calcio,[115] dove il campo resta lontano e che si porta appresso infrastrutture inesistenti o desuete.[117] Tuttavia, in sede di ristrutturazione, è stato costruito un nuovo parterre che avvicina di qualche metro gli spettatori delle prime file. I posti riservati agli spettatori disabili sono 80, di cui 64 dislocati in due tribunette poste nel parterre del primo anello dei distinti centrali,[118] 12 nella tribuna centrale e 4 nei palchi.

L'Olimpico è stato il primo stadio in Italia a rispettare interamente i dettami della "Legge Pisanu" in merito alla sicurezza negli stadi.[119] Sono state installate 96 telecamere di videosorveglianza, consentendo alle forze dell'ordine di individuare e identificare i colpevoli degli atti di violenza.[120] La recinzione vetrata, che separa il campo dalla zona spettatori, è mobile; è alta 2,2 metri, ma nelle partite che non destano rischi di ordine pubblico può essere abbassata a 1,1 metro.[120] Inoltre, il ricorso alla tecnologia è stato elevato: sotto al terreno di gioco sono state poste delle serpentine per il riscaldamento del campo in caso di temperature rigide e, in caso di pioggia, un sistema automatico provvede a tendere dei teloni a copertura del terreno.

 
La Torre Maratona dopo i restauri di metà anni 2000; sullo sfondo s'intravede il Palasport Olimpico.

Nei suoi primi due anni di utilizzo, dal 2006 al 2008, essendo state inserite due distinte fasce di sicurezza per separare le tifoserie ospiti, la capienza effettiva è risultata limitata a 25 500 posti. Durante l'estate del 2008 si sono svolti lavori di ampliamento dei posti disponibili, in vista del ritorno della Juventus in Champions League.[121] Sono stati installati circa 1350 nuovi posti, su quattro file, a ridosso della prima fila di distinti e tribuna, creando un nuovo anello sullo spazio dove era posizionata la vecchia pista e per favorire la visibilità di queste nuove file di spettatori, nei settori Ovest ed Est le barriere sono state abbassate a 110 cm, rispetto ai 220 cm della conformazione precedente.[121] Infine, sono stati recuperati 650 posti con il ridimensionamento del settore ospiti. La capienza è così diventata di circa 27 500 posti.[121] Durante l'estate del 2009 sono stati effettuati nuovi lavori, il parapetto di separazione è stato abbassato a 1,10 m in tutti i settori e 444 nuovi posti sono stati aggiunti nella zona parterre, portando la capienza complessiva dello stadio a 27 994 posti.[122] Inoltre, per lo stesso motivo di cui sopra, nel 2012 sono state eliminate le barriere che dividevano la Curva Maratona con la Maratona Laterale (già settore ospiti nelle partite casalinghe della Juventus), permettendo così un ulteriore innalzamento di capienza dai 27 994 posti del 2009 ai 28 140 attuali.[123]

La Juventus ha continuato a disputare i suoi incontri casalinghi all'Olimpico fino al 2011: l'ultima partita casalinga giocata dai bianconeri all'Olimpico è stata la gara contro il Napoli del 22 maggio 2011, in occasione dell'ultima giornata di Serie A (2-2).[124] Pochi mesi dopo, la squadra juventina si è trasferita nel suo nuovo impianto di proprietà, lo Juventus Stadium, sorto sulle ceneri del vecchio Delle Alpi.[125]

A partire dall'estate 2011, quindi, l'Olimpico è divenuto di utilizzo esclusivo del Torino. Visto questo mutato scenario, la società e i tifosi granata hanno iniziato a chiedere «un nome nuovo per lo stadio Olimpico, rivendicando un richiamo identitario maggiore» alla storia torinista:[126] in quest'ottica, il 29 novembre 2012 il Comune ha ribattezzato l'ex corso Sebastopoli (l'area compresa tra l'Olimpico, il PalaAlpitour e la Torre Maratona) in piazzale Grande Torino, dedicandola così ai giocatori granata scomparsi nella tragedia di Superga.[127] Successivamente, il 19 aprile 2016, la municipalità torinese ha ufficialmente ridenominato l'impianto alla memoria del Grande Torino,[2] com'è stato proposto più volte negli anni precedenti, a partire dall'inaugurazione della struttura.[79] La ridenominazione dello stadio è avvenuta senza rimuovere l'intitolazione ai Giochi olimpici invernali del 2006, come da regolamento.[128] Nel frattempo, oltre a ospitare gli incontri della prima squadra torinista, in ambito giovanile l'Olimpico ha momentaneamente ospitato alcune partite di cartello della formazione Primavera granata,[129] in attesa del completamento nel 2017 del Filadelfia, centro sportivo sorto sulle ceneri dell'omonimo e storico stadio e che ospita gli allenamenti della prima squadra torinista e alcune partite della squadra Primavera del club granata.[130]

Dal 2013 l'area in cui sorge lo stadio, includendo la Torre Maratona in via Filadelfia, è sottoposta a vincolo architettonico dal MiBACT.[4]

Prima partita Torino (Serie A 2006-2007)

Torino
10 settembre 2006, ore 20:30 CEST
1ª giornata
Torino1 – 1
referto
ParmaStadio Olimpico (21 095 spett.)
Arbitro:  Stefanini (Prato)

Prima partita Juventus (Serie B 2006-2007)

Torino
16 settembre 2006, ore 16:00 CEST
2ª giornata
Juventus2 – 1
referto
VicenzaStadio Olimpico (15 958 spett.)
Arbitro:  Marelli (Como)

Ultima partita (casalinga) Juventus (Serie A 2010-2011)

Torino
22 maggio 2011, ore 20:45 CEST
38ª giornata
Juventus2 – 2
referto
NapoliStadio Olimpico (23 389 spett.)
Arbitro:  Rizzoli (Bologna)

Settori modifica

Torino (1958-1959, 1963-1990 e dal 2006) modifica

 
Tifosi granata in Curva Primavera all'Olimpico, sul finire degli anni 2000

Con il nome di Curva Maratona si conosce il settore a nord dello stadio occupato tradizionalmente, durante le gare casalinghe, dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata del Torino. Tale nome è stato attribuito per la presenza, già dai tempi del vecchio Comunale, nell'area retrostante la curva stessa, di un'alta struttura denominata Torre Maratona, nei pressi della quale si apriva l'ingresso riservato agli atleti partecipanti all'eponima gara di atletica; essa è stata restaurata in occasione dei Giochi del 2006.

A partire dalla riapertura al calcio dell'impianto, sette mesi dopo i XX Giochi olimpici invernali nel 2006, la curva Sud viene ribattezzata Curva Primavera in onore delle squadre giovanili granata. I Distinti Granata sono il punto di incontro delle famiglie all'interno dello stadio Olimpico. Distribuito su tre livelli, come tutti gli altri settori, affianca la zona riservata ai tifosi ospiti. Il settore più esclusivo dello stadio, è diviso in Tribuna Granata, Poltroncine Granata, Tribuna Stampa e Tribuna Grande Torino. Vi è presente poi, al terzo anello, la zona dei palchi, ambienti e sale con vista sul campo dotati di vari comfort che possono ospitare al loro interno fino a 10 posti.

Juventus (1933-1990 e 2006-2011) modifica

 
Tifosi juventini in Curva Filadelfia al Comunale, durante i primi anni 80

Curva Filadelfia era il nome con il quale era tradizionalmente conosciuto il settore dell'impianto occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata della Juventus. Tale nome è originato dal nome della via verso la quale si affaccia. Dopo la morte di Gaetano Scirea, avvenuta nel settembre del 1989, i tifosi della Juventus chiesero e ottennero che le due curve del loro stadio fossero dedicate allo storico capitano bianconero.

Nel 2006, al ritorno della Juventus nello stadio Olimpico ristrutturato, anche la vecchia Filadelfia venne intitolata Curva Scirea Sud e diventò sede delle frange più accese del tifo bianconero. Similmente con quanto accadde per la curva Sud, anche la curva Nord si chiamava Curva Scirea Nord, sempre in onore di Scirea. La Tribuna Est dello stadio Olimpico di Torino era il punto di incontro delle famiglie all'interno dell'impianto. Nella parte destra, prima della Scirea Nord era presente un settore separato riservato ai tifosi delle squadre ospiti. Infine, la Tribuna Ovest era il più costoso stand dello stadio Olimpico; il suo secondo livello era riservato esclusivamente per la stampa, commentatori e personaggi importanti avendo escluso palchi d'onore.

Incontri calcistici di rilievo modifica

Data Incontro Risultato Note
Campionato mondiale di calcio 1934
27 maggio 1934   Austria -   Francia 3-2 (dts) Ottavi di finale, 16 000 spettatori
31 maggio 1934   Cecoslovacchia -   Svizzera 3-2 Quarti di finale, 12 000 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1937-1938
8 maggio 1938 Juventus - Torino 2-1 Finale (ritorno), 9 091 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1941-1942
28 giugno 1942 Juventus - Milano 4-1 Finale (ritorno)
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1963-1964
1 novembre 1964 Torino - Roma 0-1 Finale (ripetizione), 27 475 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa delle Fiere 1964-1965
23 giugno 1965 Juventus - Ferencváros 0-1 Finale, 40 000 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa delle Fiere 1970-1971
28 maggio 1971 Juventus - Leeds Utd 2-2 Finale (andata), 58 555 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa UEFA 1976-1977
4 maggio 1977 Juventus - Athletic Bilbao 1-0 Finale (andata), 54 800 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Campionato europeo di calcio 1980
17 giugno 1980   Grecia -   Germania Ovest 0-0 Gruppo A, 13 901 spettatori
12 giugno 1980   Belgio -   Inghilterra 1-1 Gruppo B, 15 186 spettatori
15 giugno 1980   Italia -   Inghilterra 1-0 Gruppo B, 59 649 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1980-1981
20 giugno 1981 Torino - Roma 1-1 (dts), 2-4 (dcr) Finale (ritorno)
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1981-1982
20 maggio 1982 Torino - Inter 1-1 Finale (ritorno), 62 676 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1982-1983
22 giugno 1983 Juventus - Verona 3-0 Finale (ritorno), 33 207 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Supercoppa UEFA 1984
16 gennaio 1985 Juventus - Liverpool 2-0 Finale, 55 384 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1987-1988
19 maggio 1988 Torino - Sampdoria 2-1 (dts) Finale (ritorno), 33 000 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa Italia 1989-1990
28 febbraio 1990 Juventus - Milan 0-0 Finale (andata), 30 105 spettatori
Data Incontro Risultato Note
Coppa UEFA 1989-1990
2 maggio 1990 Juventus - Fiorentina 3-1 Finale (andata), 47 519 spettatori

Attività extracalcistiche modifica

Prima della sua ristrutturazione, sino ai primi anni 90 lo stadio è stato sede di numerose manifestazioni extrasportive, come i concerti: tra gli altri, quelli di Bob Marley, dei Rolling Stones (dove Mick Jagger si esibì con una maglia azzurra la sera dopo la vittoriosa finale del campionato mondiale di calcio 1982), di Michael Jackson nel Bad World Tour e dei Pink Floyd nel A Momentary Lapse of Reason Tour;[131] in particolar modo Madonna, con il Who's That Girl Tour, ha totalizzato al Comunale un pubblico record di 63 127 spettatori incassando 2 204 096 000 lire,[132] in un performance poi pubblicata in home video con il titolo Ciao, Italia! - Live from Italy.

Dopo la ristrutturazione degli anni 2000, l'impianto è tornato a essere teatro di vari concerti, accogliendo le esibizioni di artisti sia nazionali, quali Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Jovanotti, Ligabue e Vasco Rossi, sia internazionali, quali Bruce Springsteen, U2, Coldplay, Muse, One Direction e Rammstein; il 22 giugno 2011 ha inoltre ospitato una rappresentazione del Nabucco di Giuseppe Verdi. In ambito rugbistico, il 15 novembre 2008 l'impianto è stato sede di un test match della nazionale di rugby a 15 italiana contro l'Argentina;[133] altri test match si sono svolti il 9 novembre 2013 contro l'Australia e il 22 agosto 2015 contro la Scozia.[133]

Primati modifica

Stadio Olimpico Grande Torino
  • Prima partita ufficiale: 10 settembre 2006, Torino - Parma 1-1 (1ª giornata Serie A 2006-07)
  • Prima partita della Juventus: 16 settembre 2006, Juventus - Vicenza 2-1 (2ª giornata Serie B 2006-07)
  • Trofeo Centenario Torino: 19 agosto 2007, Torino - Peñarol 0-0, 4-3 d.c.r.
  • Primo Derby della Mole: 30 settembre 2007, Torino - Juventus 0-1 (6ª giornata Serie A 2007-08)
  • Prima partita internazionale: 13 agosto 2008, Juventus - Artmedia Bratislava 4-0 (3º turno preliminare UEFA Champions League)
  • Prima partita della nazionale italiana di calcio: 9 settembre 2009, Italia - Bulgaria 2-0 (qualificazioni ai Mondiali 2010)
  • Record reti: 23 febbraio 2008, Torino - Parma 4-4 (24ª giornata Serie A 2007-08); 30 marzo 2013, Torino - Napoli 3-5 (30ª giornata Serie A 2012-13); 12 febbraio 2017, Torino - Pescara 5-3 (24ª giornata Serie A 2016-17)
  • Record pubblico: 8 dicembre 2009, Juventus - Bayern Monaco (1-4) - 27 801 persone (6ª giornata della fase a gironi della Champions League 2009-10)
  • Ultima partita casalinga della Juventus: 22 maggio 2011, Juventus - Napoli 2-2 (38ª giornata Serie A 2010-11)

Museo dello sport modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Museo dello sport (Torino).

Il 13 novembre 2012 l'Olimpico si è arricchito con l'inaugurazione del Museo dello sport – il primo del genere in Italia – un'esposizione permanente che raccoglie nei locali dello stadio una collezione di cimeli e memorabilia dei campioni di ogni sport:[134][135] un progetto che, come detto sopra, era stato già proposto nell'aprile 1993[61] come parte di un "villaggio dello sport" nell'impianto di Santa Rita.[60] Nonostante la ricca collezione, il museo non ha riscosso il successo sperato e la mancanza di un flusso di visitatori consistente ha portato, il 6 agosto 2015, alla sua definitiva chiusura.[136]

Note modifica

  1. ^ a b c d Delibera 2002 06007/009, su comune.torino.it, Città di Torino, 18 novembre 2002. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato il 23 settembre 2015).
    «L'area oggetto del presente provvedimento comprende lo stadio Comunale "Vittorio Pozzo", già "Benito Mussolini", edificio per lo sport di valore storico-artistico e documentario, tra i primi esempi di tipologie sportive riferite all'architettura razionalista in Italia; fu inaugurato nel 1933 su progetto di Raffaello Fagnoni, Enrico Bianchini e Dagoberto Ortensi. Comprende inoltre la "Torre di Maratona", con le biglietterie, la Piscina comunale e lo stadio di Atletica, coevi all'impianto principale, realizzati su progetto di altri professionisti»
  2. ^ a b Deliberazione della Giunta Comunale – 19 aprile 2016 (PDF), su comune.torino.it, Città di Torino, 26 aprile 2016. URL consultato il 26 aprile 2016 (archiviato il 9 maggio 2016).
  3. ^ L'Italia battuta dalla Francia nell'incontro di rugby XIII: 22-18, in La Stampa, 23 maggio 1952, p. 4. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  4. ^ a b Gestione vincoli monumentali: Scheda n° 6797, su Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, 20 marzo 2013.
  5. ^ a b c d e f Lo Stadio Olimpico e la Torre Maratona, su comune.torino.it, Città di Torino. URL consultato il 1º febbraio 2012 (archiviato il 7 dicembre 2012).
  6. ^ a b c d Impianti sportivi comunali, su architetturadelmoderno.it.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m Il Civico Stadio Mussolini in Torino (PDF), su digit.biblio.polito.it, luglio 1933. URL consultato il 22 luglio 2018 (archiviato il 22 luglio 2018).
  8. ^ STORIA DELLA FEDERAZIONE - 12, su atleticanet.it, 12 ottobre 2004. URL consultato il 22 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2018).
  9. ^ a b Lo "Stadio Mussolini" in Torino (PDF), su digit.biblio.polito.it, aprile 1933. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  10. ^ Gian Paolo Omezzano, Quando era Comunale-Mussolini, in La Stampa, 30 novembre 2005, p. 9. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  11. ^ Achille Starace presiede il rapporto delle Gerarchie torinesi e inaugura lo Stadio Mussolini, in La Stampa, 16 maggio 1933, p. 1. URL consultato il 30 dicembre 2019 (archiviato il 30 dicembre 2019).
  12. ^ La Juventus gioca oggi con l'Ujpest, in La Stampa, 29 giugno 1933, p. 6. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  13. ^ La Juventus stravince di fronte all'Ujpest per 6-2, in Stampa Sera, 30 giugno 1933, p. 6.
  14. ^ Campionato Serie A 1933/34, Juventus-Genova 8-1, su myjuve.it (archiviato il 19 marzo 2018).
  15. ^ a b Marco Lazzarotto, Tesi di laurea in "Architettura per il restauro e la valorizzazione dei beni architettonici", Il patrimonio storico-sportivo della città di Torino, Politecnico di Torino, anno accademico 2007-2008
  16. ^ Marco Ansaldo, Da Piazza d'Armi a Orbassano, in La Stampa, 28 giugno 1995, p. 34. URL consultato il 17 ottobre 2018 (archiviato il 28 marzo 2017).
  17. ^ a b La consulta municipale: Omaggio ai Combattenti, in La Stampa, 30 aprile 1941, p. 2. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 16 novembre 2018).
  18. ^ La gestione degli impianti di corso IV Novembre, in Stampa Sera, 22 marzo 1949, p. 1. URL consultato il 9 settembre 2015 (archiviato il 24 settembre 2015).
  19. ^ Le iniziative juventine dalla fase di progetto a quella di realizzazione, in La Stampa, 22 settembre 1940, p. 2. URL consultato il 9 settembre 2015 (archiviato il 2 maggio 2016).
  20. ^ In corso IV Novembre impianti sportivi in via di realizzazione per le nuove attività della Juventus, in La Stampa, 11 marzo 1941, p. 4. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 15 giugno 2018).
  21. ^ Iniziative juventine in memoria di Combi, in La Nuova Stampa, 9 settembre 1956, p. 4. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  22. ^ Bilancio Sociale 2004 (PDF), su comune.torino.it. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 4 marzo 2016).
  23. ^ Laura Fezia, Forse non tutti sanno che a Torino..., su books.google.it, 2015, p. 141. URL consultato il 22 luglio 2018 (archiviato il 22 luglio 2018).
  24. ^ Alfredo Corinti, la Juventus dei pionieri 1897 1919, su books.google.it, 2017, p. 48. URL consultato il 22 luglio 2018 (archiviato il 22 luglio 2018).
  25. ^ Francesca Fanelli, 1947, in azzurro 10 giocatori del Toro, su corrieredellosport.it, 11 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  26. ^ a b Gioia Bò, Italia-Ungheria 3-2: il Grande Torino si veste d'azzurro!, su calciopro.com, 23 aprile 2008. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato il 20 luglio 2012).
  27. ^ Vittorio Pozzo, Dal faticato successo dei "granata" alla eliminazione dei bianco-neri, in La Stampa, 25 maggio 1936, p. 4. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  28. ^ IL LIVORNO FUGGE con aumentato vantaggio sul Torino, in Stampa Sera, 23 novembre 1942, p. 3. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  29. ^ Torino e Juventus, in Stampa Sera, 21 novembre 1942, p. 2. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 23 giugno 2020).
  30. ^ Torino-Juventus sul campo dei granata, in La Stampa, 31 gennaio 1943, p. 2.
  31. ^ Paolo Bertoldi, Come si è giunti all'accordo tra il Torino e la ditta Talmone, in La Nuova Stampa, 11 aprile 1958, p. 6. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 22 giugno 2020).
  32. ^ Su quale campo di calcio il Torino disputerà il prossimo campionato?, in La Stampa, 5 luglio 1959, p. 8. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 21 giugno 2020).
  33. ^ Per l'ultima volta, in campionato il Torino sul campo di Via Filadelfia, in Stampa Sera, 16 maggio 1963, p. 9. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 23 giugno 2020).
  34. ^ a b c Sporcizia e degrado nel vecchio stadio, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 18 maggio 1992, p. 21. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  35. ^ Presentati i nuovi impianti del centro medico sportivo, in La Stampa, 29 novembre 1962, p. 8. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  36. ^ Inaugurato ieri a Torino il Centro medico sportivo, in La Stampa, 2 dicembre 1962, p. 8. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  37. ^ Bruno Perucca, L'Italia soffia il Mundial all'Urss, in La Stampa, 20 maggio 1984, p. 26. URL consultato il 10 giugno 2020 (archiviato il 10 giugno 2020).
  38. ^ Lo stadio per i mondiali, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 23 ottobre 1984, p. 17. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  39. ^ «Stadio al Campo volo, un'occasione perduta», in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 24 aprile 1985, p. 13. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato il 22 agosto 2017).
  40. ^ Pier Paolo Benedetto, Juventus e Torino dicono di sì, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 23 febbraio 1985, p. 14. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  41. ^ a b c d Un tetto allo stadio, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 7 maggio 1985, p. 23. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  42. ^ a b «Lo stadio è più che sicuro basta migliorare i servizi», in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 6 settembre 1985, p. 18. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  43. ^ Il giallo dello stadio, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino e Provincia, 17 settembre 1985, p. 25. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  44. ^ a b Angelo Conti, Juventus e Torino d'accordo: «Vogliamo uno stadio nuovo», in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 6 novembre 1985, p. 14. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  45. ^ a b «Così, com'è ora, il Comunale non può ospitare i Mondiali», in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 2 novembre 1985, p. 12. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  46. ^ a b Pier Paolo Benedetto, Nuovo stadio entro l'88, o niente, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 19 gennaio 1986, p. 17. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato il 30 maggio 2016).
  47. ^ Luciano Borghesan, Stadio nuovo per 78 mila, dove?, in Stampa Sera, 1º marzo 1986, p. 2. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 27 aprile 2018).
  48. ^ Giuseppe Sangiorgio, Deciso, nuovo stadio alle Vallette, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 13 marzo 1986, p. 19. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  49. ^ Bruno Bernardi, Per la Juve è in arrivo un'altra coppa, in La Stampa, 3 maggio 1990, p. 19. URL consultato il 3 marzo 2020 (archiviato il 3 marzo 2020).
  50. ^ Toro di nuovo in A, in Stampa Sera, sez. Cronaca di Torino, 28 maggio 1990, p. 14. URL consultato il 4 novembre 2016 (archiviato il 5 novembre 2016).
  51. ^ Fischio d'inizio per il nuovo stadio miliardario, in Stampa Sera, 31 maggio 1990, p. 6. URL consultato il 14 settembre 2015 (archiviato il 7 maggio 2016).
  52. ^ Robi e Conte no a Parma, in La Stampa, 18 agosto 1994, p. 28. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato il 21 febbraio 2018).
  53. ^ Fabio Vergnano, Addio allo stadio degli scudetti - La Juve abbandona il Comunale, in La Stampa, 28 dicembre 2002, p. 31. URL consultato il 4 novembre 2016 (archiviato il 31 dicembre 2016).
  54. ^ Il Comunale, nuova casa dei granata, in La Stampa, 13 agosto 2003, p. 31.
  55. ^ Mercoledì a Nizza - Poi a Bergamo, in La Stampa, 19 aprile 2004, p. 41. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato il 21 febbraio 2018).
  56. ^ Aurelio Benigno, Alla Juve mezzo scudetto, in La Stampa, 19 giugno 1994, p. 44. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato il 1º febbraio 2018).
  57. ^ Aurelio Benigno, Juve, regina di Primavera, in La Stampa, sez. Cronaca Sport, 26 giugno 1994, p. 42. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato il 17 luglio 2018).
  58. ^ 25 giugno 1994, Primavera tricolore, su juventus.com, 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2014).
  59. ^ Giuseppe Sangiorgio, Al Comunale è in arrivo il futuro, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 23 marzo 1990, p. 3. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  60. ^ a b c d Luciano Borghesan, Villaggio dello sport nel vecchio Comunale, in La Stampa, 16 aprile 1993, p. 37. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  61. ^ a b c La Juventus e il Coni al Comunale, in La Stampa, 25 aprile 1993, p. 40. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  62. ^ a b Fabio Vergnano, Agnelli: il Comunale, casa Juve, in La Stampa, 22 marzo 1997, p. 31. URL consultato il 28 luglio 2018 (archiviato il 28 luglio 2018).
  63. ^ a b Giuseppe Sangiorgio, Stadio, rispunta l'ipotesi del Comunale, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 11 maggio 1996, p. 40. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  64. ^ a b c Emanuela Minucci, Vertice sul nuovo «Comunale», in La Stampa, 27 marzo 1998, p. 35. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  65. ^ Luciano Borghesan, Juve al Comunale, pronto il progetto, in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 28 aprile 1998, p. 33. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 10 aprile 2018).
  66. ^ a b Delle Alpi alla Juve, Filadelfia al Toro, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 17 giugno 1998, p. 38.
  67. ^ Maurizio Lupo, Filadelfia, il via a luglio, in La Stampa, 29 aprile 1997, p. 38. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato il 14 giugno 2020).
  68. ^ Roberto Condio, «Il nostro futuro è il Delle Alpi», in La Stampa, sez. Sport Cronaca, 29 ottobre 1998, p. 40. URL consultato il 10 aprile 2018 (archiviato il 15 giugno 2018).
  69. ^ Tifosi, volete un nuovo stadio?, in La Stampa, 25 giugno 1994, p. 30. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 15 giugno 2018).
  70. ^ Urlo di gioia dopo la parola magica, in La Stampa, 20 giugno 1999, p. 2.
  71. ^ a b Maurizio Tropeano, Decise tutte le sedi dei Giochi olimpici, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 6 luglio 2001, p. 45. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  72. ^ a b Giuseppe Sangiorgio, Per il nuovo Comunale pressing del sindaco sulla Soprintendenza, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 3 ottobre 2001, p. 39. URL consultato il 21 giugno 2018 (archiviato il 21 giugno 2018).
  73. ^ a b Giuseppe Sangiorgio, L'hockey si giocherà fuori dal Comunale, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 24 ottobre 2001, p. 43. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  74. ^ a b Emanuela Minucci, Torino 2006, al Comunale la cerimonia d'apertura, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 13 novembre 2002, p. 39. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  75. ^ Giuseppe Sangiorgio, Olimpiadi 2006, siti in posizione di partenza, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 3 agosto 2001, p. 42. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  76. ^ Il futuro Palasport Olimpico.
  77. ^ Claudio Giacchino, Al via i lavori del Comunale, la futura casa del Toro, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 2 settembre 2003, p. 35. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  78. ^ a b Anteprima al Lingotto, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 12 novembre 2005, p. 43. URL consultato il 21 luglio 2018 (archiviato il 21 luglio 2018).
  79. ^ a b c d e f Marco Ansaldo, Il nuovo Olimpico, in La Stampa, 30 novembre 2005, p. 9. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  80. ^ Addio a Torino 2006, Di Centa trionfa nel fondo, su repubblica.it, 26 febbraio 2006. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato il 4 marzo 2016).
  81. ^ Giuseppe Sangiorgio, È caduto il velo sul nuovo Filadelfia, in La Stampa, sez. Sport Cronaca, 18 ottobre 2000, p. 41. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  82. ^ Claudio Giacchino, Ecco la città dei Giochi olimpici, in La Stampa, 27 febbraio 2001, p. 33. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato il 12 giugno 2020).
  83. ^ Giorgio Ballario, Delle Alpi, Juve e Toro verso l'intesa, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 10 aprile 2001, p. 44.
  84. ^ Luciano Borghesan, Juve e Torino al Comune «Non rileviamo lo stadio», in La Stampa, sez. Cronaca di Torino, 17 dicembre 1996, p. 36.
  85. ^ Maurizio Tropeano, Il Comune vende lo stadio Delle Alpi, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 5 luglio 2001, p. 45.
  86. ^ Giuseppe Sangiorgio, Il Toro rilancia: «Costruiremo il Filadelfia», in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 18 dicembre 2001, p. 45.
  87. ^ a b «Non facciamo ostruzionismo», in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 7 maggio 2002, p. 39. URL consultato il 12 ottobre 2018 (archiviato il 12 ottobre 2018).
  88. ^ Chiamparino scommette: Toro al Comunale, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 5 maggio 2002, p. 39. URL consultato il 26 luglio 2018 (archiviato il 26 luglio 2018).
  89. ^ Giuseppe Sangiorgio, Via libera della giunta al nuovo «Delle Alpi», in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 22 dicembre 2002, p. 38 (archiviato il 15 giugno 2018).
  90. ^ La Juventus Football Club S.p.A. e il Comune di Torino hanno firmato il protocollo d'intesa per lo stadio Delle Alpi (PDF), Juventus Football Club S.p.A., 18 giugno 2002 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2017).
  91. ^ Emanuela Minucci, Nel giorno della Corea arriva l'accordo sugli stadi, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 19 giugno 2002, p. 37. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato il 15 giugno 2018).
  92. ^ E domani il Comune esamina la convenzione con il Torino, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 22 dicembre 2002, p. 38. URL consultato il 5 giugno 2018 (archiviato il 15 giugno 2018).
  93. ^ Emanuela Minucci, Il Torino: «Lavoriamo sui due stadi», in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 2 marzo 2004, p. 42. URL consultato il 12 ottobre 2018 (archiviato il 13 agosto 2018).
  94. ^ Alberto Gaino, Fallito il Toro di Cimminelli - Ai calciatori neanche un euro, in La Stampa, 18 novembre 2005, p. 35. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  95. ^ Alessandro Mondo, Chiamparino: il Comunale resta di nostra proprietà, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 2 settembre 2005, p. 34. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  96. ^ Emanuela Minucci, Anche il Filadelfia al nuovo Torino, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 13 settembre 2005, p. 40. URL consultato l'11 ottobre 2018 (archiviato il 13 agosto 2018).
  97. ^ a b Stadio Olimpico di Torino [collegamento interrotto], su arteco-architetti.it.
  98. ^ a b c d Silvia Garbarino, LO STADIO della gloria, in La Stampa, 26 aprile 2005, p. 19. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato il 12 ottobre 2018).
  99. ^ Calcestruzzo e ghiaia per preparare il terreno alle cerimonie olimpiche, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 6 novembre 2005, p. 41.
  100. ^ Torino 2006, ecco il nuovo braciere - Cinque fiamme sulla torre di 57 metri, su repubblica.it, 21 dicembre 2005. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 21 giugno 2020).
  101. ^ Monica Perosino, La nostra ora più BELLA, in La Stampa, 10 febbraio 2006, p. 41. URL consultato il 1º ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2020).
  102. ^ Luciano Borghesan, Task force d'agosto nei cantieri olimpici, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 23 agosto 2005, p. 41. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato il 21 luglio 2018).
  103. ^ I siti olimpici nuovo volto della città, in La Stampa, 20 ottobre 2005, p. 35. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato il 21 luglio 2018).
  104. ^ Luciano Borghesan, Oggi il Comunale diventa Olimpico, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 29 novembre 2005, p. 39. URL consultato il 26 aprile 2018 (archiviato il 26 aprile 2018).
  105. ^ Alcune istantanee della Cerimonia di Apertura, su comune.torino.it, 10 febbraio 2006.
  106. ^ La Cerimonia di Chiusura dei XX Giochi Olimpici, su comune.torino.it, 26 febbraio 2006.
  107. ^ Alcune istantanee della Cerimonia di Apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali, su comune.torino.it, 10 marzo 2006.
  108. ^ a b Un piccolo Central Park, su lastampa.it, 12 gennaio 2006.
  109. ^ a b Parco Cavalieri di Vittorio Veneto (Piazza d'Armi), su comune.torino.it, Città di Torino. URL consultato il 1º febbraio 2012 (archiviato il 7 dicembre 2012).
  110. ^ Roberto Pavanello, L'Olimpico non basta per la febbre Toro, in La Stampa, 13 giugno 2006, p. 37. URL consultato il 1º ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2020).
  111. ^ Marcel Vulpis, Calcio – Dividendo e “title sponsor” per il futuro della Juventus, su sporteconomy.it, 1º marzo 2006.
  112. ^ Emanuela Minucci, La Juve chiede il Comunale per il 2006-2007, in La Stampa, sez. Torino e Provincia, 7 settembre 2005, p. 40. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato il 21 giugno 2020).
  113. ^ Stellone ridà il sorriso a Zaccheroni, ma il giovane Parma fa bella figura, su repubblica.it, 10 settembre 2006.
  114. ^ Per la Juve primo successo in B: un soffertissimo 2-1 al Vicenza, su repubblica.it, 16 settembre 2006.
  115. ^ a b Si vede male ed è difficile da raggiungere, su lastampa.it, 12 settembre 2006.
  116. ^ Luisella Nigra, Città di Torino - Divisione infrastrutture e mobilità settore esercizio, su comune.torino.it, 19 settembre 2006.
  117. ^ Alberto Manassero, Il Torino pretende Olimpico e Filadelfia, su tuttosport.com, 8 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2011).
  118. ^ Stadio Olimpico per il campionato - Torino, polemica sull'accessibilità, su repubblica.it, 1º agosto 2006. URL consultato il 19 maggio 2020 (archiviato il 26 giugno 2015).
  119. ^ La situazione in serie A stadio per stadio, su ilsole24ore.com, 6 febbraio 2007. URL consultato il 21 luglio 2018 (archiviato il 21 luglio 2018).
  120. ^ a b Vada: ‘L’Olimpico è a norma’, su toronews.net, 5 febbraio 2007. URL consultato il 22 luglio 2018 (archiviato il 22 luglio 2018).
  121. ^ a b c NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LO SPORT (10), su www1.adnkronos.com, 16 luglio 2008. URL consultato il 14 giugno 2018 (archiviato il 14 giugno 2018).
  122. ^ Francesco Cherchi, Stadio Olimpico, oltre 700 nuovi posti e barriere più basse, su tuttojuve.com, 12 agosto 2009.
  123. ^ Olimpico, addio alla Maratona Laterale, su toronews.net, 5 giugno 2012. URL consultato il 14 giugno 2018 (archiviato il 14 giugno 2018).
  124. ^ Marco Ansaldo, Fuori da tutto, in La Stampa, 23 maggio 2011, p. 40. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2020).
  125. ^ Timothy Ormezzano, La scommessa della Juve, uno stadio senza barriere, su repubblica.it, 8 settembre 2011. URL consultato il 9 settembre 2011 (archiviato l'8 settembre 2011).
  126. ^ Emanuela Minucci, "Date allo stadio il nome del Grande Torino", su www3.lastampa.it, 20 settembre 2011. URL consultato il 1º febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2011).
  127. ^ Sotto la Torre Maratona, sarà Piazza Grande Torino [collegamento interrotto], su comune.torino.it, Città di Torino, 27 novembre 2012.
  128. ^ L'Olimpico diventa "Stadio Grande Torino": la Giunta approva, su toronews.net, 19 aprile 2016. URL consultato il 31 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2017).
  129. ^ Ivana Crocifisso, Toro, qualificazione davanti a 15 mila spettatori, su lastampa.it, 22 ottobre 2015. URL consultato il 14 giugno 2018 (archiviato il 14 giugno 2018).
  130. ^ Urbano Cairo, Filadelfia, Cairo: "Costruiremo il futuro su quel campo dal leggendario passato", su gazzetta.it, 24 maggio 2017. URL consultato il 10 giugno 2020 (archiviato il 2 agosto 2019).
  131. ^ Pink Floyd, ecco il loro tour italiano, in la Repubblica.it, 3 febbraio 1988. URL consultato il 1º dicembre 2016 (archiviato il 18 aprile 2018).
  132. ^ la Repubblica, 5 settembre 1987, p. 21.
  133. ^ a b Paolo Pacitti e Francesco Volpe, Le città azzurre, in Rugby 2024, 2023, pp. 346-348.
  134. ^ Vietato calpestare i sogni: apre allo Stadio Olimpico il primo Museo dello Sport, su comune.torino.it, Città di Torino, 12 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2012).
  135. ^ Andrea Rossi, Tra cimeli e coppe a Torino si riscrive la storia dello sport, su lastampa.it, 13 novembre 2012. URL consultato il 29 novembre 2012 (archiviato il 14 novembre 2012).
  136. ^ Letizia Tortello, Per 100 mila euro il Museo dello Sport getta la spugna, su lastampa.it, 5 agosto 2015. URL consultato il 21 luglio 2018 (archiviato il 21 luglio 2018).

Bibliografia modifica

  • Lo stadio a Torino, in L'Architettura Italiana - Periodico mensile di architettura tecnica, vol. 9, settembre 1933 - XI.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica