Elio Pandolfi

attore, doppiatore e cantante italiano (1926-2021)

Elio Pandolfi (Roma, 17 giugno 1926Roma, 11 ottobre 2021[1]) è stato un attore, doppiatore e cantante italiano.

Elio Pandolfi negli studi della Radio Rai nel 1954.

Biografia modifica

Nacque a Roma da una famiglia numerosa, terzo dei quattro figli di Saturno Pandolfi, custode dell'Istituto Tecnico Commerciale "Vincenzo Gioberti" situato nel Palazzo Sora, dove abitò con la famiglia fino al 1954, e di Maria Queroli. Aveva un fratello di nome Piero e due sorelle, Maria Luisa, deceduta nel 1943 a 23 anni, e Lucilla.[2] Diplomatosi all'Accademia nazionale d'arte drammatica di Roma, debuttò a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in Les malheurs d'Orphée di Milhaud. Nello stesso anno entrò con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma. Alla radio approdò nel 1949 scritturato da Nino Meloni per la compagnia del teatro comico musicale di Roma.

 
Nella Compagnia del Teatro comico musicale di Roma (1952): in piedi (da sinistra) Nino Manfredi, Renato Turi, Elio Pandolfi, Silvio Noto, Clely Fiamma, Italo Carelli, Carlo Giuffré, seduti Deddy Savagnone, Wanda Tettoni, Silvio Gigli, Antonella Steni e Giusi Raspani Dandolo.

Dalla fine degli anni '40 Pandolfi partecipò a trasmissioni di rivista quali La Bisarca di Garinei e Giovannini (1949-51) a Briscola di Puntoni e Verde (1949-51), dal Giringiro (1951) a Caccia al tesoro (1952-54) di Garinei e Giovannini, da La canasta di Fiorentini a Rosso e nero, con Corrado (1951-57) e Campo de' Fiori, diretto da Giovanni Gigliozzi (1955). Luchino Visconti lo scelse per interpretare il ruolo del cantante castrato nello spettacolo L'impresario delle Smirne, con Rina Morelli e Paolo Stoppa, che debuttò al Teatro La Fenice il 1º agosto 1957 (fu portato anche a Parigi e a Zurigo).[3]

Nel 1954 debuttò come cantante nell'operetta di Alfredo Cuscinà La barca dei comici, per poi dedicarsi all'attività teatrale con Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Febo Conti e Antonella Steni. Negli anni '60 prese parte con Dino Verde a numerose trasmissioni radiofoniche di varietà, fra cui Urgentissimo, Scanzonatissimo, con Antonella Steni e Alighiero Noschese, I discoli per l'estate (1974-75) e 20.30 Express, insieme alla Steni.

Come doppiatore Pandolfi prestò la voce a numerosi attori, fra cui Donald Pleasence, Philippe Noiret, Joel Grey in Cabaret (1972), Christopher Lloyd ne La famiglia Addams (1991) e La famiglia Addams 2 (1993), nonché Groucho Marx e Spencer Tracy in alcuni ridoppiaggi o doppiaggi tardivi. Abile nelle imitazioni e nella riproduzione dei suoni di altre lingue, doppiò perfino la collega Rina Morelli ne Gli zitelloni ma, in seguito ad alcune polemiche interne all'ambiente sull'opportunità che la capocomica venisse doppiata da un uomo, la sua prestazione vocale venne rimossa quasi del tutto in favore di un ridoppiaggio a opera dell'attrice stessa, tuttavia la voce di Pandolfi sarebbe tuttora udibile in una scena recitata assieme a Vittorio De Sica.[4] In alcuni ridoppiaggi diede inoltre la voce a Stanlio della coppia Laurel & Hardy, assieme a Pino Locchi che impersonava Ollio. Negli anni '60 e '70 diede la voce anche a Paperino e Daffy Duck e, sempre nel campo dell'animazione, doppiò poi il personaggio di Le Tont nel disneyano La bella e la bestia (1991).

 
Elio Pandolfi, Antonella Steni e Renato Turi nel programma Le voci della fortuna Radio Rai 1957.

Per Carosello prestò la voce a una serie di personaggi animati, soprattutto della Paul Film di Paul Campani. In particolare era la voce di Toto del duo Toto e Tata insieme all'amica Isa Di Marzio. Negli anni '70, tra gli impegni teatrali (Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini, 1970; Le femmine Puntigliose Goldoni, diretto da Giuseppe Patroni Griffi, 1977; Il vizietto di Jean Poiret, diretto da Luciano Salce, 1979) e televisivi (vari spettacoli e romanzi sceneggiati), continuò a partecipare ad alcune trasmissioni radiofoniche come Il fischiatutto (1971) e Lei non sa chi sono io! (1972).

Dalla metà degli anni '70 ai primi anni 2000 collabora col Teatro Verdi di Trieste interpretando soprattutto operette: è il conte Boni Cancianu in La principessa della Czarda (1972), con Adriana Innocenti, Leopoldo Branmayer in Al cavallino bianco (1974), con Sergio Tedesco e Sandro Massimini, nel 1979 Pancrazio XIV in La duchessa di Chicago, ancora con Massimini, per la regia di Gino Landi, nel 1988 Njegus in La vedova allegra, con Daniela Mazzucato, Roberto Frontali e Luciana Serra, nel 1993 Gioacchino XIII Principe di Flausenthurn in Sogno di un valzer di Oscar Straus, con José Cura, per la regia di Massimo Scaglione e nel 2002 Toby Gutter in Scugnizza, con Gennaro Cannavacciuolo.

 
Elio Pandolfi, Pietro De Vico e Raffaele Pisu in una trasmissione di Radio Rai nel 1954.

Al Teatro La Fenice di Venezia nel 1988 interpretò Njegus in La vedova allegra, con Raina Kabaivanska, per la regia di Mauro Bolognini, replicato nel 1990 al Teatro dell'Opera di Roma.[5]

Tra la fine degli anni ottanta e il decennio successivo, è tornato alla radio, soprattutto come lettore, in trasmissioni come Mi racconti una fiaba? (1987-1991), Impara l'arte e Il Signor Bonalettura, questi due ultimi programmi condotti da Luciano Rispoli. Attore fra i più affezionati al mezzo, Pandolfi continua a frequentare i microfoni della radio, partecipando da diversi anni al programma di Rai Radio 3 Hollywood Party e conducendo dal 2002 Di tanti palpiti.

Lavorò anche per il cinema e per la televisione, partecipando a varietà e sceneggiati come Fuori programma, con Raffaele Pisu, (1955), Orgoglio e pregiudizio, diretto da Daniele D'Anza (1957), Za-bum, diretto da Mario Mattoli (1964) e La domenica è un'altra cosa (1969).

Nel 2011 ricevette il Premio "Ermete Novelli".[6]

Nel 2012 tornò in scena a Roma con lo spettacolo Letterine per Silvia e altri sogni, scritto e diretto da Paolo Silvestrini. Nel 2016 fu premiato alla Casa del Cinema di Roma con il Nastro d'argento alla carriera per il documentario a lui stesso dedicato dal titolo A qualcuno piacerà, diretto da Caterina Taricano e Claudio De Pasqualis. La stessa Taricano dedicò a Pandolfi una monografia, "Elio Pandolfi che spettacolo", uscita nel 2017 per Gremese editore.

È morto a Roma l'11 ottobre 2021, all'età di 95 anni. Per sua volontà non ci sono stati funerali.[7][8]

Filmografia modifica

Cinema modifica

 
Elio Pandolfi nel in una scena di Rugantino (1973).

Televisione modifica

Prosa televisiva Rai modifica

Sceneggiati modifica

Programmi televisivi modifica

Radio Rai modifica

Teatro modifica

Doppiaggio modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Film d'animazione modifica

Serie animate modifica

Discografia parziale modifica

Album modifica

  • 1963 - Barzellette/Le malattie di Arabella (con Sandra Mondaini)
  • 1967 - Arabella e Filiberto (con Sandra Mondaini)

Singoli modifica

  • 1962 - Toto e Tata sulla Luna/La Principessa Sul Pisello (con Isa Di Marzio)
  • 1962 - Toto e Tata fra i cannibali/Toto e Tata, la lepre e la tartaruga (con Isa Di Marzio)
  • 1964 - Toto e Tata e l'uovo di Pasqua (con Isa Di Marzio)
  • Toto e Tata corsari/Toto e Tata, l’asino e la pelle di leone (con Isa Di Marzio)
  • 1967 - Arabella e Filiberto (con Sandra Mondaini)
  • 1967 - Il gelato/Barzellette (con Sandra Mondaini)

Direzione di doppiaggio modifica

Note modifica

  1. ^ Morto l'attore Elio Pandolfi, una lunga carriera tra palco, radio e doppiaggio - Ansa
  2. ^ eliopandolfi.it, http://www.eliopandolfi.it/.
  3. ^ Cfr. Luchino Visconti, Il mio teatro: 1954-1976, Bologna, Cappelli, 1979, p. 136.
  4. ^   enciclopediadeldoppiaggio, ELIO PANDOLFI, un attore, mille voci, su YouTube.
  5. ^ adnkronos, su www1.adnkronos.com.
  6. ^ Sito del Premio Ermete Novelli
  7. ^ Morto l'attore Elio Pandolfi, una lunga carriera tra radio, palco e doppiaggio, su ansa.it.
  8. ^ È morto il grande attore Elio Pandolfi ma non si terranno i funerali, su spettacoli.tiscali.it.
  9. ^ Teatro 1991-1992, su teche.rai.it.
  10. ^ La dolce vita (1960) - Additional Crew, su m.imdb.com.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN103248447 · ISNI (EN0000 0000 7349 8752 · SBN RAVV223158 · GND (DE1179416376 · BNF (FRcb16167630p (data) · WorldCat Identities (ENviaf-103248447