Progetto:Sport/Automobilismo/Quinquennio d'oro (Scuderia Ferrari)

Scuderia Ferrari Mission Winnow
SedeBandiera dell'Italia Italia
Maranello
Categorie
Formula 1
Dati generali
Anni di attivitàdal 1950
FondatoreBandiera dell'Italia Enzo Ferrari
DirettoreBandiera dell'Italia Mattia Binotto
Formula 1
Anni partecipazioneDal 1950
Miglior risultato16 Campionati mondiali costruttori di Formula 1
(1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007, 2008)
15 Campionati mondiali piloti di Formula 1
(1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007)
Gare disputate1002
Vittorie238[1]
Aggiornamento: Gran Premio dell'Eifel 2020
Piloti nel 2020
5 Bandiera della Germania Sebastian Vettel
16 Bandiera di Monaco Charles Leclerc
Vettura nel 2020Ferrari SF1000

La Scuderia Ferrari è la squadra automobilistica più vincente della storia della Formula 1, visto che ha conquistato sedici campionati mondiali costruttori di Formula 1, a cui si aggiungono quindici campionati mondiali piloti[2]. E' inoltre l'unica squadra ad aver preso parte a tutte le edizioni del campionato[3]

Anni cinquanta modifica

Il debutto della Scuderia Ferrari nel Campionato mondiale di Formula 1 risale al 1950 al Gran Premio di Monaco, la seconda prova stagionale, dove giunse seconda grazie ad Alberto Ascari[2]. Nella stessa stagione arrivò seconda anche nel Gran Premio d'Italia, sempre grazie ad Alberto Ascari[2]. La prima pole position e la prima vittoria arrivarono invece l'anno seguente al Gran Premio di Gran Bretagna grazie a José Froilán González[2].

 
Alberto Ascari

Il primo campionato del mondo piloti conquistato dalla Ferrari (quello costruttori, all'epoca, non esisteva ancora) fu nella stagione 1952, quando Alberto Ascari si laureò campione del mondo su una Ferrari 500 F2[2]. Alberto Ascari replicò la vittoria nel campionato anche nel 1953. Nelle stagioni 1954 e 1955 la Scuderia Ferrari non si ripeté a causa dell'agguerrita concorrenza della Mercedes che conquistò, in entrambi gli anni, il titolo iridato piloti[2]. La Ferrari tornò a conquistare il mondiale piloti nel 1956 grazie alla vittoria di Juan Manuel Fangio su una Lancia D50, vettura venduta al Cavallino dall'omonima casa automobilistica italiana per via del ritiro dalle corse di quest'ultima, che fu causato dalla morte del suo pilota di punta, Alberto Ascari, nel frattempo passato alla Lancia[2]. Il successo nel campionato piloti fu ripetuto nel 1958 grazie a Mike Hawthorn; nella stessa stagione fu istituito il campionato costruttori, che fu però vinto dalla Vanwall.

Anni sessanta modifica

Dopo qualche stagione di digiuno, il successo tornò nel 1961 con la conquista del mondiale piloti, grazie a Phil Hill, e del mondiale costruttori[2]. Nella stessa stagione morì Wolfgang von Trips in un incidente avvenuto al Gran Premio d'Italia: all'autodromo di Monza persero la vita, oltre al pilota, anche 15 spettatori[4]. Questa sciagura è, a tutt'oggi, il più grave incidente nella storia del Campionato mondiale di Formula 1, ed è stato il primo ad essere trasmesso in televisione. Dopo qualche stagione interlocutoria, dove la Ferrari non riuscì a vincere il titolo iridato, avvenne la conquista, nel 1964, del titolo piloti grazie a John Surtees e di quello costruttori; Surtees è ancora oggi l'unico pilota della storia del motorismo ad aver vinto il titolo iridato sia nel Motomondiale sia in Formula 1[2].

 
Niki Lauda

Anni settanta modifica

Dopo 11 anni di vittorie nei gran premi, che non portarono però alla conquista di nessun titolo mondiale, arrivò il successo, nel 1975, grazie a Niki Lauda, sia nel campionato piloti che in quello costruttori[2]. Il 1976 fu caratterizzato da un evento tragico: lo spaventoso incidente a Niki Lauda sul circuito del Nürburgring[2]. Nello stesso anno la Ferrari vinse il mondiale costruttori ma non quello piloti[2]. La doppietta venne conquistata nel 1977, con la vittoria in entrambi i campionati, con quello piloti che fu ad appannaggio di Niki Lauda[2]. Nel 1979 fu invece la volta di Jody Scheckter, che vinse il mondiale piloti, a cui si aggiunse, per la Ferrari, quello costruttori[2].

 
Gilles Villeneuve seduto sulla sua 312 T4 ai box di Imola, durante il weekend di gara dello speciale Gran Premio Dino Ferrari.

Nel 1979 la Ferrari con Jody Scheckter dominò letteralmente gli avversari con la 312 T4 di Mauro Forghieri, nonostante la pressione della Ligier di Jacques Laffite e l'ascesa della Williams di Alan Jones.

Dopo due gare disputate con la 312 T3, dal Gran Premio del Sud Africa, viene schierata la 312 T4, che coglie subito una doppietta con Villeneuve vincitore seguito da Scheckter. Così sarà anche nella gara successiva. Dopo un GP di Spagna non brillantissimo per la scuderia è il sudafricano a vincere due gare consecutive, con il compagno di squadra canadese costretto al ritiro.

Proprio al Gran Premio di Francia, si verifica poi uno dei duelli più belli che la Formula 1 ricordi, quello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux per la conquista del secondo posto, con sorpassi continui. Alla fine avrà la meglio il canadese, nella gara che vede la prima vittoria di una vettura con motore turbo. Nel prosieguo della stagione la Ferrari, grazie alla regola che prevedeva che valessero solo i migliori quattro risultati delle prime e delle ultime 8 gare del campionato, resiste alla serie di tre vittorie consecutive di Jones.

Da ricordare anche che il canadese, dopo il Gran Premio d'Olanda, in cui si ritirò mentre Scheckter arrivò secondo, promise di non ostacolare il compagno di squadra per la vittoria del titolo mondiale, visto che in classifica era ormai a 12 punti dal compagno ed era stato sorpassato da Jones, la cui Williams era in quel momento decisamente la vettura più performante (4 vittorie consecutive) e da Jacques Laffite.

Si arriva al Gran Premio d'Italia con la seguente situazione:

 
Jody Scheckter festeggia vittoria e titolo mondiale al termine della gara; assieme a lui, sul podio, l'altro ferrarista Gilles Villeneuve.

Jody Scheckter si sarebbe aggiudicato il titolo se avesse vinto e Jacques Laffite non fosse giunto secondo. In tal caso infatti il sudafricano sarebbe andato a 51 punti (ai 44 punti sarebbero stati aggiunti 9 punti ma sarebbero stati scartati i due punti ottenuti a Silverstone), mentre Laffite, se fosse giunto terzo sarebbe salito a 40 punti, ma al termine della stagione, anche se avesse vinto le due restanti gare, avrebbe ottenuto solo 50 punti validi, dovendo scartare, in quel caso, otto punti, ovvero due dei terzi posti ottenuti. Se il sudafricano fosse giunto secondo invece sarebbe salito a 48 punti (ai 44 punti si sarebbero aggiunti 6 ma sarebbe sempre stato scartato il risultato di Silverstone), mentre Laffite avrebbe potuto ancora chiudere a 50, indipendentemente dal risultato di Monza.

Nella prima giornata di prove ufficiali il più rapido fu René Arnoux su Renault, che chiuse in 1'34"70, tempo di ben tre secondi e un decimo più basso di quello fatto segnare da Mario Andretti nel 1978, e di quasi un secondo e mezzo inferiore a quello di Gilles Villeneuve (1'36"1), ottenuto nelle prove effettuate la settimana precedente il gran premio. Il francese precedette Alan Jones di due decimi. Terzo, molto vicino a Jones, chiuse Villeneuve. Il leader della classifica mondiale, Jody Scheckter, chiuse col quinto tempo, mentre Jacques Laffite, suo principale inseguitore, era solo decimo.

Al sabato Arnoux venne battuto dal compagno di scuderia Jean-Pierre Jabouille che chiuse in 1'34"580, ottenendo così la quarta pole position nel mondiale. Arnoux completò la prima fila tutta per la Renault. Jody Scheckter conquistò il terzo tempo, precedendo Jones di meno di un decimo. Gli altri due piloti di Ferrari e Williams, Villeneuve e Regazzoni, ottennero la terza fila. Jacques Laffite fu settimo.

Jody Scheckter conquistò subito il comando seguito da René Arnoux, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite (partito settimo), Jean-Pierre Jabouille, Clay Regazzoni, Nelson Piquet (partito ottavo) e Mario Andretti (partito decimo). Alan Jones, autore di una cattiva partenza, per un problema all'accensione, era solo ventesimo. L'australiano si fermò al box altermine del primo giro, ripartendo con due giri di ritardo.

Arnoux comandò il plotone fino al giro 12, poi, a causa di un problema al motore, dovette dare via libera agli inseguitori, fino al ritiro, due giri dopo.

Ora era in testa di nuovo Scheckter, davanti a Gilles Villeneuve e Jacques Laffite, che non molla le due rosse fino al giro 42, quando ebbe un problema col pedale del freno che urtava quello della frizione. A una staccata rimase bloccato quest'ultimo, tanto che il motore della Ligier andò fuori uso, costringendo il francese al ritiro.

Negli ultimi giri Villeneuve, ancora in lizza per il mondiale, non attaccò Scheckter, che ottenne per la decima, e ultima, vittoria in Formula 1. La Ferrari conquistò la prima doppietta a Monza dai tempi del Gran Premio d'Italia 1966. Il sudafricano si aggiudicò il mondiale piloti e la Scuderia Ferrari vinse la Coppa costruttori per la sesta volta.

Il titolo conquistato da Jody Scheckter sarebbe stato l'inizio della più lunga astinenza dal vertice della Formula 1 nella storia della Ferrari.

Anni ottanta modifica

Il 1980, quello che doveva essere l'anno de L'aviatore, sarà solo un disastro; addirittura il compagno di squadra Scheckter in Canada mancò addirittura la qualificazione, ormai demotivato e appagato per la conquista del titolo l'anno prima. In un mondiale dominato da Williams, Brabham, Ligier e Renault, la Ferrari otterrà solo 8 punti e un decimo posto nella classifica costruttori, troppo poco per una squadra tanto blasonata.

L'affermarsi dei propulsori turbo aveva spinto la Ferrari a concentrarsi, già durante la stagione 1980, sullo sviluppo della vettura che avrebbe disputato il campionato 1981. La T5 costituì quindi un semplice e modesto sviluppo della T4, con il motore aspirato a 12 cilindri "piatto" (il Tipo 015) che aveva subìto solo piccole modifiche rispetto alla versione precedente.

Ma non fu solo questa la causa della disastrosa stagione: il vero tallone d'Achille della T5 era la carenza dell'effetto suolo rispetto alla concorrenza: con gli ingombri laterali del potente motore a cilindri contrapposti (sebbene oggetto di una riduzione di dimensioni) non si poteva realizzare una vera e propria wing car. In più, la Ferrari usava ancora un obsolescente telaio tubolare (struttura in lega leggera e pannelli di alluminio), non molto diverso da quello della T4, non all'altezza delle migliori realizzazioni delle squadre inglesi e messo in difficoltà dai (seppur lievi) miglioramenti aerodinamici rispetto alla vettura precedente (ottenuti grazie agli studi effettuati nella galleria del vento della Pininfarina). In aggiunta, la Michelin forniva pneumatici ottimizzati per le vetture turbocompresse, che sulle vetture aspirate rendevano molto di meno.

Nel 1981 la Ferrari comincia a montare il motore turbocompresso, con Villeneuve che lo porta alla vittoria addirittura tra le strade di Montecarlo, ma sarà solo una base per il 1982, in cui la nuova 126 C2 porterà il Titolo Costruttori, bissato poi l'anno dopo, ma non il titolo piloti, a causa dell'incidente mortale di Villeneuve a Zolder e all'incidente che nel Gran Premio di Germania pose fine alla carriera di Didier Pironi, fino al quel punto leader del mondiale. Nel 1983 la Ferrari si riconferma campione del mondo costruttori con la versione B della C2, cioè senza l'effetto suolo e la nuova 126 C3 che permette ad Arnoux di rimanere in lizza per il titolo piloti fino all'ultima gara.

 
Michele Alboreto al Gran Premio di Germania 1985

Nel 1982 un altro evento luttuoso: la morte di Gilles Villeneuve sul circuito di Zolder[2]. Sempre nello stesso anno avvenne anche lo spaventoso incidente a Didier Pironi, che costò al pilota la fine della carriera[2]. Nel 1982 la Ferrari riuscì comunque a conquistare il mondiale costruttori anche grazie a Patrick Tambay e Mario Andretti, che sostituirono Villeneuve e Pironi[2]. Nel 1983 il titolo costruttori fu di nuovo ad appannaggio della Ferrari[2]. Nel 1985 un pilota italiano lotta per il titolo mondiale, tra l'altro al volante della rossa: il suo nome è Michele Alboreto.

la prima gara della stagione aveva dimostrato la competitività della Ferrari che ripeté il secondo posto di Alboreto in Portogallo dove il pilota milanese si ritrovò in testa alla classifica mondiale. Dopo un ritiro (San Marino) e un altro secondo posto (Monaco), ecco che arriva la prima vittoria stagionale in Canada davanti al compagno di squadra Johansson che a San Marino, quando guidava la corsa a 3 giri dal termine, era stato costretto al ritiro per l'esaurimento del carburante. L'ottimo momento della Ferrari venne confermato anche nelle gare successive dove gli alfieri del cavallino conquistarono tre podi. Ma sicuramente la gara più bella della stagione di Alboreto fu senz'altro il GP di Germania quando vinse in casa della Porsche che forniva i motori alla McLaren di Prost (2º). Dopo quella gara il pilota di Milano si ritrovava ancora una volta in testa alla classifica iridata con cinque punti di vantaggio su Prost. Peccato per Alboreto che, dopo il 3º posto in Austria e il 4º posto in Olanda, la Ferrari avrebbe perso l'affidabilità tanto che l'italiano della Ferrari non avrebbe terminato le ultime quattro gare della stagione e avrebbe visto Prost involarsi verso la conquista del mondiale che conquistò con 20 punti di vantaggio proprio sull'italiano.

Il 14 agosto 1988 muore Enzo Ferrari nella sua casa di Modena a 90 anni. Un mese dopo, al Gran Premio d'Italia la Ferrari fa doppietta con Gerhard Berger primo e Alboreto secondo. Con la morte del Drake, la dirigenza della gestione sportiva soffrirà un vuoto che verrà colmato solo dall'arrivo di Luca Cordero di Montezemolo nel 1991.

Anni novanta modifica

1990-1995: da Alain Prost alla coppia Alesi-Berger modifica

Il Campionato Mondiale di Formula 1 1990 vede per il terzo anno consecutivo Ayrton Senna e Alain Prost duellare per il titolo ma Prost, per gli episodi del Gran Premio del Giappone lascia la McLaren, scambiando il suo posto con Gerhard Berger. La stagione vede Senna dominare la prima parte della stagione, ma Prost, reggendo la pressione di un compagno di squadra davvero duro come Nigel Mansell, recupera terreno, arrivando a Suzuka con 9 punti di svantaggio da Senna. Ma al via si consuma la più grande vendetta mai conosciuta nella storia della Formula 1: Senna, alla prima curva, tampona Prost, buttandolo fuori pista, e portandosi a casa il mondiale.

Nel 1991 la Ferrari non riesce a ripetere quanto di buono è stato fatto l'anno precedente, impedendo a Prost di lottare per il titolo e rompendo il rapporto tra Il Professore e la Ferrari, che dal francese fu paragonata ad un camion.

 
Jean Alesi corre verso la sua prima ed unica vittoria in Formula 1.

Dal 1992 al 1995, la Ferrari sarà prima quarta e poi, dopo l'addio di Senna alla McLaren nel 1993, la terza forza del mondiale, vincendo il Gran Premio di Germania 1994 con Berger e il Gran Premio del Canada 1995 con Jean Alesi, al suo primo e unico successo in Formula 1. Durante il giro d'onore la sua Ferrari finisce la benzina e il Campione del Mondo il carica Michael Schumacher gli da un passagio fino ai box. Sarà lui il pilota su cui la Ferrari punterà negli anni a venire.

1996-1999: l'arrivo di Michael Schumacher modifica

Nel 1996, Schumacher passò alla Ferrari, scuderia con la quale sarebbe divenuto il pilota più titolato della storia della Formula 1. Ricopriva il ruolo di prima guida al fianco di Eddie Irvine. L'esordio fu difficile: la squadra non vinceva un titolo mondiale piloti dal 1979 e un titolo costruttori dal 1983, il clima non era ottimale e il divario tecnico con le scuderie inglesi sembrava incolmabile. La stagione fu dominata dalle Williams-Renault di Damon Hill e Jacques Villeneuve. Dopo cinque gare, con una vettura inaffidabile e di scarsa competitività, conquistò 3 podi, ma il distacco in classifica dal leader Hill era già di 26 punti.

Per tornare alla vittoria, nel 1996 la Ferrari mise sotto contratto il pilota tedesco Michael Schumacher, reduce da due Mondiali con la Benetton, a cui viene affiancato Eddie Irvine. La F310 non era all'altezza della Williams FW18, che dominò il campionato con Damon Hill e Jacques Villeneuve. Schumacher ottenne tre podi nelle prime cinque gare, e una pole position a Monte Carlo che fu poi vanificata da un errore in partenza. La prima vittoria del tedesco arrivò durante la gara successiva al Gran Premio di Spagna sotto il diluvio: dopo essere partito male facendo pattinare le gomme sulla pista allagata, fu protagonista di una incredibile rimonta guadagnando fino a 5 secondi al giro sui piloti di testa, superandoli e arrivando al traguardo con un minuto scarso di vantaggio sul secondo in classifica finale Jean Alesi.

 
Schumacher esultante sul podio di Monza

A questo successo seguirono cinque gare con tre punti conquistati sempre a causa della scarsa affidabilità della F310: in Canada si staccò un semiasse all'uscita da un pit stop, mentre in Francia al tedesco si ruppe il motore addirittura nel giro di ricognizione, unitamente a vari problemi al cambio. Schumacher tornò alla vittoria al Gran Premio del Belgio grazie anche alle condizioni meteo mutevoli. Il divario tecnico tra la Ferrari e la Williams, seppur ancora notevole, si stava lievemente assottigliando; ciò fu in parte confermato dai buoni risultati ottenuti nella parte finale della stagione con la vittoria a Monza, nella gara più attesa davanti al proprio pubblico, e ai podi conquistati nelle ultime due gare della stagione. La prima stagione del pilota alla Ferrari si concluse con tre vittorie, cinque piazzamenti a podio e una serie di ritiri soprattutto per problemi meccanici. Il tedesco concluse comunque il mondiale al terzo posto dietro ai piloti William

1997: Schumacher vs Jacques Villeneuve modifica

 
Schumacher al Gran Premio d'Italia 1997 sulla sua Ferrari F310B.

Il 1997 vede la Ferrari di Michael Schumacher contendere la corona iridata a Jacques Villeneuve, figlio dell'indimenticabile Gilles.

La prima gara disputata è il Gran Premio d'Australia il 9 marzo del 1997. La prima parte del campionato fu buona anche se altalenante e foriera di risultati un po' deludenti soprattutto in gara. Schumacher giunse al secondo posto nella gara d'apertura, alle spalle di Coulthard, penalizzato da un problema al serbatoio che lo costrinse ad una sosta aggiuntiva alla fine della gara. Una serie di risultati altalenanti, tra cui un ritiro in Argentina dopo un contatto alla prima curva con Barrichello e una vittoria sotto la pioggia a Montecarlo dove il tedesco inflisse distacchi abissali ai suoi avversari, permisero a Schumacher, complici i passi falsi delle Williams, di balzare in testa alla classifica. La F310B pagava nei confronti delle dirette avversarie, in particolare alla Williams, in termini di potenza, che la penalizzavano nelle piste medio-veloci e veloci. Da metà stagione, con la versione rivisitata della monoposto, ed il nuovo motore, invece, le prestazioni furono decisamente migliori, tanto ché, il tedesco riuscì a portare questa monoposto a vincere altro 4 gare stagionali. La prima di queste in Canada, quando, ancora protagonista Coulthard, in testa alla gara, si ferma per la sua sosta, appena 2 giri prima dell'incidente di Panis, nella quale si fratturò le gambe, all'interno della sua Prost. La gara viene interrotta e Schumacher si aggiudica il GP. Il terzo successo arriva 2 settimane dopo, in Francia. Sul circuito di Magny Cours, Schumacher vince davanti ai suoi avversari diretti. Nella stessa gara il tedesco, quando era al comando, esce di pista al curvone Estoril, rischiando di compromettere il Gran Premio. In entrambi i GP, Schumacher aveva conquistato la Pole Position; la vettura dimostra, quindi, di andare forte anche in qualifica. Dopo un ritiro, un secondo posto in Germania, dietro a Berger ed un quarto in Ungheria, dove Schumacher parte al palo, vince sotto la pioggia a Spa, nel Gran Premio del Belgio. Poi risultati non molto soddisfacenti, rischiano di compromettere la corsa all'iride, soprattutto al via del Gran Premio del Lussemburgo, sulla pista del Nurburgring. Dopo la prima staccata, Michael, viene urtato dalla Jordan del fratello Ralf; di fatto il tedesco della Ferrari è costretto al ritiro. Complice la vittoria di Villeneuve, favorita dai ritiri delle due McLaren, prima di Coulthard e poi, soprattutto, di Häkkinen, che era in testa dall'inizio della gara, il canadese della Williams torna al comando della classifica piloti con 9 punti di vantaggio.

 
La curva Dry Sac luogo della collisione tra Schumacher e Villeneuve nel corso dell'ultimo Gran Premio della stagione.

Il Mondiale si riapre dopo la squalifica, proprio di Villeneuve, al GP del Giappone, vinto da Schumacher. A questo punto il tedesco arriva a giocarsi il Mondiale all'ultima gara. La cosa non succedeva dal 1983. Nell'ultima gara, disputatasi sul tracciato di Jerez de la Frontera, valido come Gran Premio d'Europa, Schumacher, scattato in testa dopo la partenza, perde il titolo, dopo il famoso incidente con Villeneuve al tornantino Dry Sac; per questo sarà squalificato dal Mondiale 1997, perdendo tutti i punti stagionali, pur mantenendoli in classifica costruttori, per la Ferrari. Ha ottenuto 5 vittorie e 3 pole position con Michael Schumacher nel campionato mondiale 1997 di Formula 1 totalizzando 102 punti nel campionato costruttori, 78 conquistati da Michael Schumacher (poi sottratigli unitamente al secondo posto nella classifica generale in seguito all'incidente con Jacques Villeneuve), e 24 da Eddie Irvine. Tornando alla gara, Jacques arriverà terzo dopo le due McLaren di Häkkinen e David Coulthard, e sarà proprio il finlandese a contendere il titolo a Schumacher e alla Ferrari nei successivi tre anni.

1998: Schumacher vs Häkkinen – Atto I modifica

Nel 1998 la WIlliams ebbe un anno di transizione. Ma la Ferrari, però ha una nuova rivale, la McLaren. Le monoposto di Ron Dennis, oltre alle gomme Bridgestone, possono contare su Adrian Newey, l'ex progettista della Williams passato alla corte di Woking. Mentre la Ferrari deve usare ancora per un anno le americane Goodyear Nel Gran Premio d'Australia le due McLaren di Häkkinen e Coulthard trionfano doppiando tutti. Michael Schumacher vince in Argentina, ma per la vera rimonta bisogna aspettare il 7 giugno in Canada, dove Schumacher, approfittando del doppio ritiro delle McLaren, va a vincere autorevolmente il Gran Premio. La serie vincente prosegue in Francia, dove la Ferrari fa doppietta, e a Silverstone.

 
Michael Schumacher e David Coulthard nel Gran Premio di Silverstone.

Dopo due vittorie di Häkkinen in Austria e in Germania e una vittoria di Schumacher in Ungheria si arriva a Spa, per il Gran Premio del Belgio. La domenica piove e tutti temono la partenza in discesa: si decide di partire senza safety car ed è subito caos con quella che forse verrà ricordata come la carambola più numerosa della storia della Formula 1.

Al via parte bene Häkkinen, dietro pattinano sia Schumacher che Hill; alla Source arrivano affiancati Irvine e Coulthard: i due devono allargare in curva e vengono infilati da Villeneuve e Schumacher. Coulthard è quarto ma rimettendosi in linea perde il controllo della McLaren e schizza contro il muretto dei vecchi box e rimbalza in pista davanti al gruppo. Passano Fisichella, Ralf Schumacher, Frentzen, Alesi e Tuero mentre tutti gli altri finiscono uno contro l'altro tra un mare di rottami: Irvine centra per primo la vettura di Coulthard, poi è la volta di Salo mentre Herbert e Trulli si girano e Diniz finisce contro la Prost.

Panis urta Barrichello e manda la Stewart in testacoda davanti a Wurz che lo sperona. Takagi finisce contro il muro mentre con la strada completamente ostruita Rosset finisce nel mucchio contro la Prost di Panis e la Stewart di Barrichello. La gara è interrotta e si riparte con quattro vetture in meno: quelle di Barrichello (leggermente ferito), Salo, Rosset e Panis.

Al secondo via, ancora sotto la pioggia, le McLaren partono male, Irvine s'infila all'interno di Häkkinen il quale deve allargare, si tocca con Schumacher e si gira alla Source. Il finlandese viene centrato in pieno dalla Sauber di Johnny Herbert, passano pochi minuti e Coulthard e Wurz vengono a loro volta a contatto: riesce a ripartire solo lo scozzese. Entra la safety car davanti a Hill, Schumacher, Irvine, Alesi, Villeneuve, Frentzen, Ralf Schumacher, Fisichella, Diniz e Verstappen.

All'8º giro Schumacher si porta in testa alla gara infilando Hill alla Bus Stop. Incrementa il suo vantaggio fino a trovarsi davanti Coulthard: nel rettifilo in discesa verso Pouhon la McLaren rallenta improvvisamente e Schumacher gli finisce addosso. Il tedesco completa il giro fino ai box su tre ruote, mentre David resta senza alettone. Appena sceso dalla Ferrari, Schumacher si precipita ai box McLaren: volano parole grosse verso lo scozzese, poi viene portato via da Jean Todt e Stefano Domenicali. A primo impatto sembrò un errore di Schumacher quello di andare a sbattere contro Coulthard, ma non fu così: come dichiarato dallo stesso pilota scozzese anni dopo, quando ormai correva per la Red Bull, ammettendo di aver rallentato volontariamente in un tratto con poca visibilità (viste le condizioni meteo).

I due si chiariranno due settimane dopo a Monza, dove Schumacher vince, Irvine é secondo e Häkkinen é solo quarto, risultati che permettono a Schumi l'aggancio in classifica. Si arriva all'ultimo round in Giappone con i due contendenti divisi da 4 punti a favore del finlandese.

La partenza venne eseguita tre volte: nella prima occasione la Prost di Jarno Trulli si spegne e la procedura venne ripetuta con un nuovo giro di ricognizione; nella seconda però Michael Schumacher commette un grave errore (mette la prima e spegne il motore) che lo costringe a ripartire dall'ultima fila.

Alla terza ed ultima partenza parte a fionda Häkkinen che mantiene la prima posizione dietro un buon Irvine che infila Coulthard con lo scozzese che viene sorpassato anche da Frentzen. Schumacher comincia la sua rimonta furiosa guadagnando 8 posizioni nel primo giro grazie anche ad una partenza mozzafiato; viene poi agevolato sia dalle due Benetton che lo lasciano passare facilmente per non perdere troppo terreno dai diretti avversari nel mondiale (Jordan e Williams), sia dal fratello Ralf. Al 3º giro (in cui si ritira Diniz) il ferrarista è già settimo: inizia quindi un duello con Hill che, pur essendo molto più lento di lui, resisterà per ben 12 tornate prima di effettuare il suo pit-stop.

Al 16° Schumacher passa Villeneuve per poi effettuare una brevissima sosta (6,8") che lo fa tornare in pista in 7ª posizione. Mentre Häkkinen e Irvine continuano il loro duello in testa, M. Schumacher viaggia velocissimo e nonostante un dritto al 22º giro (lo stesso in cui Verstappen saluta tutti dai box) riesce ad approdare addirittura fino al gradino più basso del podio dopo le soste di Coulthard e Frentzen. Tuttavia Häkkinen durante la gara ha accumulato quasi mezzo minuto di vantaggio sul tedesco e poco più di 6 secondi secondi su Irvine che effettuerà pure una sosta in più; le ormai misere speranze della Ferrari vengono spente definitivamente dall'esplosione della ruota posteriore destra sulla vettura di Schumacher al 31º giro, che rende Häkkinen ufficialmente il campione del mondo di Formula 1 del 1998 (la McLaren vince matematicamente anche il titolo costruttori).

1999: l'incidente di Silverstone e il mondiale costruttori modifica

 
Irvine impegnato nel Gran Premio del Canada del 1999. Dopo l'incidente di Schumacher a Silverstone lotterà fino all'ultima gara con Häkkinen per il titolo.

Con il 1999 parte anche il nuovo assalto al mondiale. La F399, calzata dalle copertura Bridgestone, diventato fornitore unico, ha raggiunto la McLaren, e la conferma arriva nel Gran Premio d'Australia, dove Eddie Irvine vince per la prima volta in Formula 1, ma andando avanti nella stagione, saranno Häkkinen e Schumacher i duellanti per il titolo, fino al Gran Premio di Gran Bretagna.

Al via Häkkinen mantiene la prima posizione, mentre al suo fianco Michael Schumacher parte male e viene sopravanzato sia da Coulthard che da Irvine. Sullo schieramento rimangono ferme le vetture di Villeneuve e Zanardi; la direzione gara decide di interrompere la gara con la bandiera rossa, ma nel frattempo i piloti di testa arrivano alla curva Stowe. Schumacher affianca il suo compagno di squadra, tentando di superarlo all'interno; sulla sua vettura si verifica però un problema all'impianto frenante, causato da una vite di spurgo del circuito idraulico allentata, e il tedesco va a sbattere violentemente contro le barriere, con la sua Ferrari che si infila quasi perpendicolarmente alle gomme di protezione. Schumacher riporta la frattura di tibia e perone della gamba destra; il tedesco perde così la possibilità di lottare con Häkkinen per il titolo mondiale. S Ma il mondiale per la Ferrari non è ancora finito, infatti Irvine, ora che Schumi non può più lottare per il titolo, dà il meglio di sè, vincendo in Austria e in Germania, mentre Häkkinen, dopo aver fatto due passi falsi in queste due gare, limita i danni, arrivando a Sepang a 62 punti, con soli due punti di vantaggio su Irvine, che può contare addirittura su un Michael Schumacher motivato a dimostrare di essere sempre il migliore.

La Ferrari domina le qualifiche, con il rientrante Michael Schumacher che infligge quasi un secondo di distacco al compagno di squadra Irvine. Terzo è Coulthard, che precede Häkkinen.

Al via Michael Schumacher e Irvine mantengono il comando della corsa, davanti a Coulthard, Häkkinen, Barrichello e Herbert. Nel corso del quarto passaggio il pilota tedesco lascia strada al compagno di squadra, tentando poi di rallentare i piloti della McLaren; Coulthard riesce a superarlo quasi subito, al quinto giro, mentre Häkkinen rimane bloccato dietro al rivale. Al 14º giro il pilota scozzese è costretto al ritiro per un problema tecnico.

Dopo la prima serie di soste ai box, Irvine è in testa davanti a Schumacher e Häkkinen; al 41º passaggio il nordirlandese effettua il suo secondo pit stop, tornando in pista alle spalle di Häkkinen. Il finlandese rifornisce per la seconda volta sei tornate più tardi, perdendo la posizione anche nei confronti di Herbert; riesce a passarlo solo a tre giri dal termine, dopo un errore del pilota inglese. Nel frattempo Schumacher, dopo alcuni giri molto veloci, rallenta e fa passare Irvine, che coglie così la sua quarta (ed ultima) vittoria in carriera. Häkkinen é solo terzo, e alla vigilia del GP del Giappone Irvine ha 4 punti di vantaggio sul finlandese.

Michael Schumacher conquista la seconda pole position consecutiva, dopo un intenso duello con Häkkinen; terzo è Coulthard, seguito da Frentzen ed Irvine, autore di un brutto incidente verso la fine della sessione di qualifiche. Per quanto riguarda la lotta per il mondiale, Eddie Irvine si trova in vantaggio di 4 punti su Mika Häkkinen; il finlandese può però trarre vantaggio dal fatto che a pari punti sarebbe campione del mondo in virtù dei migliori piazzamenti ottenuti durante il campionato.

Al via Häkkinen scatta meglio di Michael Schumacher: il tedesco tenta di chiudere la traiettoria al rivale, ma deve lasciarlo passare. Partono bene anche Panis ed Irvine, che si inseriscono al terzo ed al quarto posto davanti a Coulthard e Frentzen. Häkkinen guadagna subito un buon margine su Schumacher; alle spalle della coppia di testa, Irvine non riesce ad avere la meglio su Panis, superandolo solo dopo il pit stop del pilota francese nel corso del 16º passaggio. Tre tornate più tardi rifornisce anche Häkkinen, la cui sosta è leggermente prolungata da un problema con la ruota anteriore sinistra; il finlandese mantiene comunque facilmente la posizione nei confronti di Schumacher, che effettua il suo primo pit stop al 22º passaggio. Tutti i piloti di testa hanno optato per la strategia delle due soste.

Alla fine della prima serie di rifornimenti ai Häkkinen conduce la corsa davanti a Michael Schumacher con circa 6 secondi e mezzo di vantaggio, seguono Coulthard (che ha avuto la meglio su Irvine fermandosi ai box un giro prima), Irvine, Frentzen e Ralf Schumacher (Panis si era dovuto ritirare al 19º giro per un problema all'alternatore della sua Prost). I meccanici Ferrari durante la sosta hanno aumentato il carico aerodinamico sull'alettone anteriore di Schumacher ed il pilota tedesco fa segnare giri record leggermente più veloci di Häkkinen che però viaggia costantemente sui suoi migliori tempi e riesce a non far scendere mai il distacco sotto i 5 secondi; non ci sono cambiamenti fino a circa metà gara, quando Irvine comincia ad essere rallentato da Coulthard su ordine della McLaren, al fine di far perdere posizioni al ferrarista (in virtù del fatto che se Häkkinen dovesse scivolare al secondo posto, avrebbe bisogno che Irvine non arrivi nei primi 4 per poter vincere il titolo). Frentzen e Ralf Schumacher raggiungono in pochi giri Irvine ma il circuito di Suzuka non offre molti punti per il sorpasso. Alla Jordan decidono così di provare il sorpasso col pit stop anticipando la seconda sosta di Frentzen; l'idea piace anche agli uomini della Williams che chiamano ai box Ralf Schumacher per il giro successivo; alla Ferrari, a questo punto, decidono di richiamare subito ai box anche Irvine per evitare che perda troppo terreno dietro a Coulthard. Il piano della McLaren però non va a buon fine: un pit stop strepitoso dei meccanici Ferrari di soli 6,3 secondi permette ad Irvine di mantenere la propria posizione, inoltre Coulthard perde il controllo della propria vettura due giri più tardi andando a sbattere contro le barriere e servendo di fatto su un piatto d'argento il mondiale costruttori alla scuderia di Maranello; lo scozzese riesce a raggiungere i box, dove sostituisce il musetto. Alla ripartenza, il pilota della McLaren si trova davanti a Michael Schumacher e ne approfitta per rallentarlo per alcune curve prima di essere doppiato.

Il mondiale piloti invece è ora tutto sulle spalle di Mika Häkkinen che, con Irvine saldamente in zona podio, deve assolutamente mantenere la testa della corsa fino al traguardo. La seconda serie di pit stop non porta cambiamenti nella classifica, con Häkkinen che continua a controllare la gara davanti a Michael Schumacher, Irvine, Frentzen, Ralf Schumacher e Alesi. Vedendo che Häkkinen non da segni di cedimento, negli ultimi giri la Ferrari fa rallentare Schumacher per evitare così qualsiasi rischio di perdere anche il mondiale costruttori che manca ormai da 16 anni; il finlandese della McLaren dunque, può calare a sua volta il ritmo e dopo essere arrivato addirittura a pochi secondi dal doppiaggio di Irvine, decide di mantenersi dietro anche a Frentzen e Ralf Schumacher. Häkkinen conquista così la quinta vittoria stagionale ed il secondo titolo iridato in carriera. Secondo è Michael Schumacher, che sale sul podio insieme al compagno di squadra Irvine e la Ferrari conquista quindi il nono titolo costruttori della sua storia, il primo dal 1983.

Anni duemila modifica

2000: Schumacher vs Häkkinen – Atto II modifica

L'inizio trionfale modifica

Nel Campionato Mondiale di Formula 1 2000 la Ferrari comincia il nuovo assalto al mondiale. A Schumacher viene cambiato il caompagno di squadra: il vice-campione del mondo in carica Eddie Irvine lascia il cavallino dopo quattro stagioni per contrasti relativi al ruolo di prima guida. Il pilota nordirlandese si accasa alla neonata Jaguar-Ford, al fianco del confermato Johnny Herbert, in uno scambio che porta invece l'italo-brasiliano Rubens Barrichello a fare il percorso inverso e approdare a Maranello.

La McLaren conferma entrambi i piloti. Ma già dal Gran Premio d'Australia la Ferrari domina, con Schumacher che vince davanti al nuovo compagno di squadra. Seguono altre due vittorie in Brasile e ad Imola, poi arrivano altre due vittorie al Nurburgring e in Canada, ottava gara della stagione. Nelle restanti 3 gare, a Silverstone, dove Barrichello parte in pole, in Spagna e a Montecarlo, dove Schumi cambia la livrea del suo casco, il tedesco colleziona rispettivamente un terzo, un quinto posto e un ritiro, incamerando 56 punti. Le McLaren, invece, partono male, ma vincono i tre Gran Premi sfuggiti al tedesco, due con Coulthard e uno con Häkkinen.

La rimonta McLaren modifica

Schumacher, però, nelle successive due gare non riesce ad andare punti, in Francia per la rottura del motore, e in Austria per un tamponamento del brasiliano Ricardo Zonta. Ne approfitta Häkkinen che da -24 scende a -8, frutto di una vittoria e di un secondo posto. In Germania, la classifica recita: Schumacher 56, Coulthard 50, Häkkinen 48.

L'esito delle qualifiche fu deciso dalla pioggia, che cominciò a cadere pochi minuti dopo l'inizio della sessione. Ne approfittò Coulthard, che, sceso immediatamente in pista, inflisse distacchi pesanti a tutti, conquistando così la pole position. Michael Schumacher soffiò proprio all'ultimo istante il secondo posto a Fisichella, abile nello scegliere il momento migliore per andare in pista. Quarto tempo per Häkkinen.

Rubens Barrichello, per un guasto idraulico sulla sua Ferrari, che gli fece perdere l'attimo buono per fare il proprio tentativo, si qualifica addirittura diciottesimo.

Alla partenza Coulthard stringe Schumacher verso il lato esterno della pista; Fisichella, partito alle spalle del pilota tedesco, colto di sorpresa dal cambio di traiettoria del ferrarista e finisce per tamponarlo, spedendolo nella via di fuga e dovendosi ritirare a sua volta. Häkkinen, scattato dalla quarta posizione, si infila nel varco lasciatogli dal compagno di squadra e si porta in testa; la manovra dei due piloti della McLaren susciterà nel dopogara molte polemiche, anche perché il terzo ritiro consecutivo di Schumacher avrebbe permesso ai due piloti della scuderia inglese di riaprire definitivamente il Campionato. Häkkinen e Coulthard conducono senza particolari problemi la gara, seguiti da Trulli, de la Rosa, Irvine e Herbert; alle loro spalle si fa strada Barrichello, che già nel corso del primo giro risale fino alla decima posizione.

Il brasiliano, partito con una tattica su due soste contro l'unica della maggior parte degli avversari, continua nei passaggi successivi la sua rimonta, entrando in zona punti già nel corso della quinta tornata, ma non è nella posizione di insidiare concretamente i piloti della McLaren, che accumulano un grande vantaggio sugli inseguitori.

Barrichello, portatosi in terza posizione, si ferma ai box al diciassettesimogiro, rientrando in pista al quinto. Le due McLaren sembrano poter controllare la gara, gestendo il grande vantaggio su Trulli, terzo, quando, al 24º giro, un ex dipendente francese della Mercedes di 47 anni compì un'invasione di pista per protestare contro il licenziamento subito dall'azienda tedesca dopo vent'anni di servizio. L'uomo, che indossava un impermeabile con scritte contro la Mercedes, si mise a camminare lungo il bordo della pista, attraversandola anche mentre alcune monoposto arrivavano a tutta velocità 200 metri più indietro. Entra così la safety car, annullando il vantaggio delle McLaren: praticamente tutti i piloti rientrarono nella corsia dei box per rifornire, anche Barrichello che si porta, in questo modo, alla pari con gli altri. Quando la safety car esce di scena, dietro ad Häkkinen si trovano Trulli, Barrichello, De la Rosa, Frentzen e Coulthard; tuttavia, il giro successivo, Alesi é protagonista di una violenta uscita di pista dopo essersi toccato con Diniz e la vettura di sicurezza rientrò sul tracciato.

Al 31º giro, quando la safety car torna ai box, inizia a piovere: Button e Heidfeld rientrano ai box per montare gomme da bagnato alla fine del 32º passaggio, imitati un giro dopo da tutti gli altri. Gli unici a mantenere le gomme da asciutto sono Frentzen, Coulthard e Barrichello: per il brasiliano sarebbe la mossa vincente. La pioggia, infatti, non cade in maniera uniforme sul lungo circuito tedesco, concentrandosi principalmente sulla zona del Motodrom, e gli inseguitori non sono in grado di guadagnare tanto da diventare pericolosi. Dietro a Barrichello si trovano Coulthard, Frentzen, Zonta (che pochi giri prima aveva mandato in testacoda il suo compagno di squadra), Häkkinen, De la Rosa e Trulli. Coulthard rinuncia però a proseguire con le gomme da asciutto, montando quelle da bagnato al 37º giro; nello stesso passaggio, a Trulli e a Zonta è stato inflitto uno stop & go, che nel caso del pilota abruzzese si rivelò nel dopogara completamente ingiustificato (la stessa direzione gara ammise, a corsa finita, che la penalità era stata inflitta al pilota italiano erroneamente). Il brasiliano della BAR uscì di pista subito dopo, dando così ad Häkkinen la possibilità di attaccare Frentzen, in difficoltà a causa di problemi all'impianto elettrico della sua Jordan; il pilota tedesco si ritira al 39º giro, subito dopo avere subito il sorpasso da parte del finlandese.

Nonostante la pioggia aumenti di intensità negli ultimi giri, permettendo ad Häkkinen di recuperare qualche decimo al giro su Barrichello, il pilota brasiliano conquista la sua prima vittoria in Formula 1, dopo essere partito dalla diciottesima posizione. Alle spalle del ferrarista chiusero Häkkinen e Coulthard. Nel Campionato Piloti la coppia dei piloti McLaren rimase appaiata al secondo posto staccata di due punti da Michael Schumacher, mentre nel Campionato Costruttori la Ferrari mantenne inalterato il proprio vantaggio nei confronti della McLaren.

Nonostante la vittoria di Barrichello in Germania, in Ungheria Häkkinen, alla prima curva, sopassa Schumacher, partito dalla pole, andando a prendersi gara e leadership del campionato, presentandosi a Spa con 2 punti di vantaggio sul tedesco.

Sul difficile e lungo tracciato belga Mika Häkkinen conquistò la pole position con ben sette decimi di vantaggio sul secondo classificato, il sorprendente Trulli su Jordan, capace come a Monaco di qualificarsi in prima fila. La terza posizione dello schieramento fu conquistata da un'altra sorpresa, l'esordiente Jenson Button, alla guida di una Williams molto competitiva su questo tracciato.

In quarta e quinta posizione si schierarono gli altri due contendenti al Mondiale, Michael Schumacher e Coulthard, entrambi rallentati da problemi di traffico e insoddisfatti dell'assetto delle proprie vetture.

La direzione gara decise di far partire le vetture dietro la safety car in quanto la pista era ancora bagnata a causa della pioggia caduta la domenica mattina. Dopo il via lanciato i piloti mantennero più o meno le stesse posizioni che avevano sullo schieramento, con l'unica eccezione di Diniz che, unico a partire con gomme da asciutto, precipitò in ultima posizione. Häkkinen guadagnò rapidamente un buon vantaggio su Trulli, che, partito con molta benzina, deteriorò rapidamente le gomme da bagnato, anche per via del rapido asciugarsi della pista. Il pilota italiano bloccò alle sue spalle Button e Schumacher, che nel giro di due tornate superò entrambi. Button provò a sopravanzare anch'egli il pilota della Jordan, ma sbagliò la frenata e lo toccò, costringendolo al ritiro dopo appena quattro giri. Nel frattempo Alesi, alla fine del quarto giro, fu il primo a montare pneumatici da asciutto, seguito due giri dopo da quasi tutti i piloti. L'ultimo a cambiare gomme fu Coulthard, che si ritrovò così in nona posizione.

Dopo i cambi gomme dietro ad Häkkinen si trovavano i fratelli Schumacher, con Michael davanti a Ralf, Alesi, la cui scelta di tempo nel cambio gomme si era rivelata vincente, Villeneuve, Barrichello, Frentzen, Coulthard e Diniz. Nel corso del tredicesimo giro il pilota finlandese, in testa con un vantaggio di circa cinque secondi, andò in testacoda alla curva veloce Stavelot dopo aver messo una ruota sulla linea bianca, ancora scivolosa. Riuscì a ripartire, ma perdendo la posizione a vantaggio di Schumacher, che si trovò al comando con un margine di cinque secondi e mezzo. Il tedesco continuò ad incrementare il proprio distacco sul rivale fino alla prima sosta, avvenuta al 22º giro. Da questo momento in poi, però, la situazione si ribaltò, con Häkkinen che cominciò progressivamente a recuperare. Più indietro, Coulthard sopravanzò Frentzen solo ai box, mentre Barrichello rimontò fino al quarto posto e fece segnare anche il giro più veloce, ma rimase addirittura senza benzina nel corso del 33º giro, proprio all'inizio della pit lane. Un giro prima si era ritirato anche Alesi, sesto.

Al 36º giro, mentre Coulthard superava Button conquistando la quarta posizione, Häkkinen aveva ormai raggiunto Schumacher. Il pilota finlandese provò un primo attacco al 40º giro sul rettilineo del Kemmel, ma venne chiuso in modo molto deciso dal rivale, che lo spinse sull'erba. Al giro successivo, i due si ritrovarono davanti, nello stesso punto, la BAR del doppiato Zonta. Avvicinandosi alla staccata in fondo al rettilineo, Schumacher passò il brasiliano all'esterno, ma Häkkinen, sfruttandone fino all'ultimo la scia, si gettò all'interno, sopravanzando entrambi con un doppio sorpasso che viene considerato tra i più belli della storia della Formula 1. Il pilota finlandese andò quindi a vincere davanti Michael e Ralf Schumacher, che portò il secondo podio dell'anno alla Williams - BMW. A punti giunsero anche Coulthard, Button e Frentzen. In Campionato, Häkkinen e la McLaren aumentarono il proprio vantaggio su Schumacher e sulla Ferrari. Nel successivo appuntamento a Monza, la Ferrari deve assolutamente riscattarsi.

10 settembre: Gran Premio d'Italia modifica

 
Il pit stop di Michael Schumacher durante la gara.

La Ferrari, obbligata al riscatto, dominò le qualifiche e monopolizzò la prima fila, con Schumacher in pole position seguito ad appena 27 millesimi di secondo da Barrichello. Un po' in ombra la McLaren, con Häkkinen terzo e Coulthard quinto, superato anche da Villeneuve, abile a sfruttare la potenza del motore Honda da qualifica.

Alla partenza, Barrichello fece slittare le ruote e fu passato dalle due McLaren e da Trulli. Più indietro, Salo e Irvine si scontrarono, coinvolgendo nell'incidente anche Diniz. Il nordirlandese si ritirò, mentre i due piloti della Sauber continuarono la propria gara, pur subendo danni alle proprie vetture.

Poco più avanti, alla variante della Roggia, Barrichello cercò di sopravanzare Trulli, ma fu centrato da Frentzen, che sbagliò completamente la frenata e diede il via ad una carambola paurosa, che coinvolse anche Coulthard e de la Rosa, la cui vettura toccò le ruote posteriori della BAR di Zonta, decollò, si cappottò più volte centrando anche la Jaguar di Herbert, a sua volta costretto al ritiro. I piloti coinvolti nell'incidente non riportarono ferite fisiche importanti, ma un commissario di gara, Paolo Gislimberti, fu colpito al torace ed al volto da una ruota e da un pezzo di sospensione staccatisi dalla Jordan di Frentzen. Trasportato rapidamente in ospedale, morì poco dopo.

La direzione gara mandò in pista la safety car, che rimase davanti alle vetture per ben dieci giri per permettere la pulizia della pista ed i soccorsi a Gislimberti. Poco prima della ripartenza della corsa, Michael Schumacher cominciò ad effettuare brusche accelerazioni e frenate. Ne fece le spese Button, che, colto di sorpresa, fu costretto ad uscire di pista per non tamponare Fisichella che lo precedeva, rischiando di investire alcuni commissari e dovendosi poi ritirare. Quando la vettura di sicurezza uscì di scena, Michael Schumacher conduceva davanti ad Häkkinen, Villeneuve, Ralf Schumacher, Fisichella, Wurz e Verstappen. Il ferrarista aumentò senza particolari difficoltà il proprio vantaggio sul rivale, potendo quindi controllare agevolmente la gara.

Dopo le soste ai box Michael Schumacher continuò ad amministrare il proprio vantaggio su Häkkinen, autore del giro più veloce in gara ma mai in grado di impensierire il rivale, che va a vincere il Gran Premio d'Italia e, con 41 vittorie, raggiunge il grande Ayrton Senna. In Campionato, Schumacher e la Ferrari si riavvicinarono ad Häkkinen ed alla McLaren, portandosi rispettivamente a meno due punti e a meno quattro.

24 settembre: Gran Premio degli Stati Uniti modifica

 
Lo schieramento di partenza

Il 24 Settembre 2000, dopo 9 anni, la Formula 1 gareggia negli Stati Uniti, su di un tracciato ricavato all'interno del famoso ovale di Indianapolis.

Michael Schumacher ottenne ad Indianapolis la trentesima pole position in carriera, relegando alle sue spalle le due McLaren di Coulthard ed Häkkinen ed il compagno di squadra Barrichello.

Come in Belgio, la gara partì con la pista ancora umida per via della pioggia caduta la domenica mattina. Al via, Coulthard si mosse nettamente in anticipo, passando Schumacher e prendendo il comando della corsa. La partenza anticipata sarebbe però costata al pilota scozzese una sicura penalizzazione.

Alla fine del sesto giro alcuni piloti cominciarono a fermarsi per montare gomme da asciutto. La mossa si rivelò troppo anticipata perché la pista era ancora troppo umida per quel tipo di pneumatici, ma fu imitata da tutti i piloti ad eccezione di Michael Schumacher, Frentzen e Mazzacane. Coulthard scontò lo stop & go di penalità all'ottavo passaggio, dopo aver subito un gran sorpasso da Schumacher, che passò così a condurre con un buon vantaggio sugli avversari.

Dietro Häkkinen faticò a rimontare, rimanendo anche tre giri dietro alla Minardi di Mazzacane, e quando finalmente al 16º giro Michael Schumacher andò ai box per montare pneumatici da asciutto, il finlandese si trovava a sedici secondi di distacco dal rivale. Tuttavia, da questo momento la McLaren si dimostrò nettamente più veloce della Ferrari e Häkkinen ridusse progressivamente il distacco da Schumacher, portandolo a circa quattro secondi in dieci giri. Nel corso della 26ª tornata, però, il motore della vettura del finlandese cedette, costringendolo al ritiro.

Barrichello e Coulthard rimontarono lentamente il terreno perso ad inizio gara, con il pilota scozzese che fece segnare più volte il giro più veloce in gara. Il brasiliano approfittò delle difficoltà di Ralf Schumacher (ritiratosi a causa della rottura del circuito di distribuzione pneumatica della sua Williams) e di Villeneuve (autore di un testacoda) per risalire al terzo posto, appena dietro a Frentzen, che superò al pit stop.

Nonostante un fuoripista nelle fasi finali, Schumacher tagliò il traguardo in prima posizione davanti al compagno di squadra, riportando una vittoria fondamentale in ottica campionato visto il ritiro di Häkkinen. La Ferrari, grazie alla doppietta conquistata e ai soli due punti ottenuti da Coulthard, quinto all'arrivo, si portò in testa al mondiale costruttori, con dieci punti di vantaggio sulla McLaren.

8 ottobre: Gran Premio del Giappone modifica

La lotta per la pole position fu limitata ai due contendenti al titolo piloti: Michael Schumacher e Mika Häkkinen si scambiarono le posizioni in cima alla lista dei tempi per ben cinque volte. Alla fine fu il ferrarista a spuntarla, seppure di soli nove millesimi di secondo. In seconda fila si schierarono Coulthard e Barrichello, messi decisamente in ombra dai rispettivi compagni di squadra.

Per poter ancora sperare di vincere il terzo titolo mondiale consecutivo, Häkkinen, staccato in classifica di otto punti da Michael Schumacher, deve per forza concludere la gara davanti al rivale. Al via il pilota finlandese scatta molto bene, sopravanzando Schumacher nonostante il deciso tentativo di chiusura da parte del rivale. Coulthard mantiene la terza posizione, mentre Ralf Schumacher guadagna il quarto posto, davanti a Barrichello, Irvine e Button. Häkkinen e Schumacher staccano nettamente il gruppo, mantenendo un ritmo insostenibile per gli altri piloti. Non ci sono stati cambi di posizione fino alla prima serie di rifornimenti. Häkkinen, che aveva guadagnato un margine di circa due secondi e mezzo, si ferma al ventiduesimo passaggio, seguito due tornate più tardi da Schumacher. I due tornano in pista con distacchi invariati.

Attorno al 30º giro inizia a piovigginare e Schumacher comincia a ridurre sempre di più il distacco da Häkkinen. Quando quest'ultimo si ferma ai box al 37º giro, il suo vantaggio sul ferrarista é sceso a pochi decimi. Schumacher, con benzina per ancora tre tornate, spinge al massimo e dopo il proprio rifornimento rientra in pista davanti al rivale, guadagnando un discreto margine. Negli ultimi giri Häkkinen riduce lo svantaggio, portandosi a meno di due secondi da Schumacher, ma il tedesco controlla agevolmente la rimonta del rivale, vincendo la gara e il titolo mondiale. Dopo 21 anni la Ferrari riesce a portare un pilota al vertice della Formula 1. Memorabili le parole del telecronista della Rai Gianfranco Mazzoni:

«Le ultime curve per Michael Schumacher inseguito vanamente da Mika Häkkinen. Il titolo mondiale non gli può sfuggire. L'ultima chicane, poi l'ultima prima del traguardo. Michael Schumacher ce l'ha fatta. Sì, Michael Schumacher, Campione del Mondo, riporta il titolo iridato a Maranello, 21 anni dopo Jody Scheckter. Campione del Mondo Michael Schumacher e la Ferrari. I colori dell'arcobaleno sulle insegne del cavallino rampante. Campione del Mondo, Michael Schumacher è Campione del Mondo.»

2001-2002: dominio Ferrari – Atto I modifica

 
La Ferrari F2001

Il 2001 è il primo mondiale ad avere la Ferrari Campione del Mondo in carica, e la F2001, costruita da una squadra motivata anche dal titolo dell'anno precedente, domina il mondiale, deludendo tutti coloro che si aspettavano la rivincita della McLaren e di Häkkinen, tradita anche dai molteplici problemi di affidabilità che tormentavano la MP4-16, costruita per partecipare alla stagione 2001. Il più clamoroso in Spagna, in cui il motore della McLaren di Häkkinen cedette all'ultimo giro, lasciando la vittoria proprio a Schumacher. Al via del Gran Premio d'Ungheria, Schumacher ha 37 punti di vantaggio sull'inseguitore più vicino, David Coulthard. A Schumacher sarebbe bastato semplicemente vincere il Gran Premio per vincere il 4º titolo. E così accadde: Schumacher vince, Barrichello é secondo e Coulthard é solo terzo. Durante la stagione Schumacher ha vinto 9 gare, è partito per 11 volte in Pole Position, ha segnato 3 giri veloci e ha ottenuto un Grand Chelem in Australia (Pole Position, Vittoria, Giro Più Veloce e Leadership dall'inizio alla fine). Il 2001, inoltre, sarà anche l'ultimo anno in Formula 1 di Mika Häkkinen, sostituito per l'anno successivo da un altro finlandese, Kimi Räikkönen.

Il 2002 vede Schumacher imporre in una maniera ancor più schiacciante il suo dominio. La stagione però inizia con la vecchia F2001. La F2002 viene fatta esordire solo nel Gran Premio del Brasile, ma solo con il campione tedesco, che la porta subito al successo. Successo che nel Gran Premio di San Marino si trasforma in doppietta, con Barrichello secondo, anche lui con la nuova vettura. Schumacher resiste anche alle 5 pole consecutive di Juan Pablo Montoya, la cui quinta viene fatta segnare nel Gran Premio di Francia, in cui Schumacher potrebbe raggiungere il grande Juan Manuel Fangio.

 
Michael Schumacher al Gran Premio di Francia, in cui conquista il suo quinto titolo iridato.

Al via Montoya mantenne la testa della corsa, seguito da Michael Schumacher, Räikkönen, Ralf Schumacher e Coulthard. Più indietro Sato, De la Rosa e Panis vennero a contatto, finendo nella via di fuga e compromettendo la propria gara. In testa alla corsa Montoya, penalizzato da una scelta errata sul tipo di pneumatici da utilizzare in gara, faticò a contenere il gruppo alle sue spalle, mantenendo però la prima posizione fino alla prima serie di pit stop. Il primo pilota del gruppo di testa a rifornire fu Ralf Schumacher, che rientrò ai box al termine del 21º passaggio.

Michael Schumacher rifornì al ventiseiesimo giro, tornando in pista davanti a Montoya. Tuttavia, nel rientrare in pista il pilota tedesco oltrepassò la riga di delimitazione della corsia di accelerazione, incorrendo in una penalità. Dopo le soste di Räikkönen e Coulthard Schumacher passò al comando, ma al 35º giro il pilota della Ferrari dovette scontare un drive-through, tornando in pista alle spalle di Montoya e Räikkönen.

Al 46º giro Montoya inaugurò la seconda serie di pit stop, seguito due tornate più tardi dal compagno di squadra, che nell'uscire dai box commise la stessa infrazione del fratello. Räikkönen, salito in prima posizione, rifornì al 49º passaggio, rientrando in pista dietro a Coulthard ma davanti a Michael Schumacher e Montoya. Il pilota finlandese tornò al primo posto al 54º giro, quando il compagno di squadra rientrò per la seconda volta ai box (superando anch'egli la linea bianca in uscita dalla pit lane e venendo per questo penalizzato). La situazione si stabilizzò, con Räikkönen primo davanti a Michael Schumacher, Coulthard, Montoya, Ralf Schumacher, e Button, ordine d'arrivo in seguito al quale il campionato piloti sarebbe rimasto matematicamente aperto. A quattro tornate dalla fine, però, sulla Toyota di McNish si ruppe il motore, che sparse una gran quantità d'olio sulla pista rendendola scivolosa. Räikkönen, tra i primi a transitare in quella zona di pista, non se ne accorse e arrivò lungo alla frenata, venendo sopravanzato da Michael Schumacher. Il pilota tedesco controllò il rivale negli ultimi giri di gara, tagliando il traguardo in prima posizione e conquistando il quinto titolo mondiale piloti in carriera dopo sole undici gare. Schumacher eguagliò così il record di cinque titoli mondiali vinti appartenente a Juan Manuel Fangio. Coulthard chiuse in terza posizione, davanti a Montoya, Ralf Schumacher e Button.

2003: Schumacher vs Räikkönen modifica

 
La Ferrari F2003GA.

Il 2003 vede una modifica al regolamento: l'introduzione del parco chiuso consiste nel vietare ogni tipo di intervento, da parte dei meccanici delle varie squadre, tra la fine delle qualifiche del sabato e la gara della domenica. Ciò venne fatto per limitare gli sviluppi, sempre più esasperati, delle soluzione tecnologiche, come i motori e le appendici aerodinamiche, portati esclusivamente per le qualifiche. Le squadre, perciò, dovranno preparare tutti gli assetti delle vetture e le strategie di gara prima delle qualifiche del sabato.

Viene introdotto un nuovo tipo di qualifica basato sul giro secco come in Superbike: il pilota eseguirà un giro di lancio; una volta terminato avrà un solo giro a disposizione per cercare di ottenere la pole position.

Queste regole sembrano in grado di rallenare seriamente Schumacher nella corsa al sesto titolo. Infatti le prime due gare della stagione, in Australia e in Malesia vengono vinti non dalla Ferrari, che ancora gareggia con la F2002, ma dalla McLaren, che piazza al primo posto prima Coulthard e poi Räikkönen, che conquista il suo primo successo in Formula 1, in concomitanza con la prima pole del giovane spagnolo della Renault Fernando Alonso. E sarà proprio il finlandese a candidarsi seriamente per il titolo. Schumacher si presenta ad Imola deciso a riscattarsi, ottenendo la Pole Position e vincendo la gara.

Due settimane dopo, nel Gran Premio di Spagna debutta la F2003GA, e lo fa nel modo migliore, vittoria di Schumacher, con Barrichello terzo. Schumacher vince anche in Austria e in Canada, arrivando in testa al mondiale, ma con soli 3 punti di vantaggio su Räikkönen.

Al Nurburgring viene prima superato dal fratello, e al 42º giro da Montoya, che lo manda in testacoda e lo relega al quinto posto. In Francia, dove parte in terza posizione, viene passato al via da Räikkönen, passandolo solamente ai box, riprendendosi il terzo posto dietro alle due Williams del fratello Ralf e di Montoya. A Silverstone Schumacher ottiene un quarto posto, mentre ad Hockenheim non riesce ad approfittare a dovere del sacrificio del compagno di squadra per mettere fuori gioco Räikkönen al via, a causa di una foratura. In Ungheria, giorno della prima vittoria di Fernando Alonso, arriva ottavo, venendo anche doppiato dal giovane asturiano della Renault.

A Monza, la lotta per la pole position fu caratterizzata da un intenso duello tra Michael Schumacher e Montoya. I due segnarono dei parziali praticamente identici nei primi due settori, con il colombiano più rapido per pochi millesimi di secondo: risultò decisivo il terzo tratto di pista, nel quale il pilota tedesco guadagnò poco più di un decimo sul rivale, margine sufficiente per conquistare la pole position con un vantaggio di appena 51 millesimi sul pilota della Williams.

Barrichello e Räikkönen, leggermente più staccati, occuparono la seconda fila, davanti a Gené, Trulli, Button e Coulthard. Il gruppo dei primi dieci fu completato da Panis e Villeneuve. Alonso, vincitore dell'ultimo Gran Premio disputato, fu relegato in ultima posizione da un testacoda alla prima chicane.

Al via Michael Schumacher e Montoya mantennero le prime posizioni. Alle loro spalle si inserì Trulli, autore di una partenza molto aggressiva, mentre a centro gruppo Wilson, costretto a partire in seconda marcia per un problema al cambio della sua Jaguar, si avviò lentamente, causando scompiglio tra i piloti che si trovavano alle sue spalle. A farne le spese furono Verstappen e Alonso, con quest'ultimo che tamponò violentemente il pilota olandese della Minardi: entrambi furono costretti a tornare ai box per riparare i danni alle vetture.

Nel corso della prima tornata Montoya tentò di sopravanzare Schumacher alla variante della Roggia. I due affrontarono la curva appaiati, venendo anche a contatto, ma il tedesco ebbe la meglio, respingendo l'attacco del rivale. Trulli fu costretto al ritiro già dopo poche curve per problemi al motore, lasciando strada a Barrichello, Räikkönen, Coulthard, Gené, Panis e Villeneuve. Al comando della corsa, Schumacher guadagnò un vantaggio via via più ampio su Montoya, che doveva guardarsi da Barrichello, mentre Räikkönen rimase leggermente più staccato.

I primi piloti del gruppetto di testa a rifornire furono Coulthard e Panis, all'undicesimo giro. Due passaggi più tardi rientrarono ai box anche Räikkönen e Gené, mentre Barrichello effettuò la prima sosta una tornata dopo. Michael Schumacher rifornì al 15º giro, imitato nel passaggio seguente da Montoya, che tornò in pista alle spalle del rivale. Dopo la prima serie di soste Montoya cominciò a ridurre il proprio distacco da Schumacher, mentre Barrichello, rallentato da un set di pneumatici non particolarmente efficace, faticò a contenere Räikkönen. Più indietro Coulthard mantenne la sua quinta posizione davanti a Gené e a Villeneuve, che sopravanzò Panis.

Il duello tra i primi due fu molto intenso, con Montoya che recuperò progressivamente sul rivale fino ad arrivare a meno di un secondo di distacco poco prima della seconda serie di soste, aperta da Barrichello al trentunesimo giro. Un passaggio più tardi rifornirono Montoya e Coulthard, imitati due tornate dopo da Michael Schumacher e Räikkönen. Il pilota tedesco rientrò in pista davanti a Montoya, recuperando il comando della gara quando anche Gené rientrò ai box, nel corso del 35º passaggio. Schumacher e Montoya ripresero quindi il duello per la testa della gara: il distacco tra i due era di circa un secondo e mezzo, ma durante il doppiaggio di Frentzen (risalito in ottava posizione grazie al ritiro di Panis) il colombiano perse addirittura un secondo. Da questo momento Montoya non riuscì più a tenere il ritmo del rivale, cominciando ad accumulare un distacco sempre più consistente. Anche Barrichello staccò leggermente Räikkönen, mentre al 45º giro si ritirò Coulthard, tradito dal motore della sua McLaren. Entrò così in zona punti Webber.

Nelle ultime fasi di gara non ci furono altri avvenimenti degni di nota, ad esclusione del ritiro per problemi tecnici di Frentzen, e Michael Schumacher andò a vincere davanti a Montoya, Barrichello, Räikkönen, Gené, Villeneuve, Webber e Alonso, che superò proprio nel corso dell'ultimo passaggio Heidfeld, andando così a conquistare l'ultimo punto a disposizione. La vittoria permise a Michael Schumacher di incrementare il proprio vantaggio sugli inseguitori, portandolo a tre punti nei confronti di Montoya e a sette rispetto a Räikkönen. Nel Campionato Costruttori la Ferrari ridusse nettamente il distacco dalla Williams, mentre la McLaren era praticamente fuori dai giochi.

 
Una fase del Gran Premio degli Stati Uniti 2003.

Ad Indianapolis, per via del meteo variabile sia nella giornata di venerdì che il sabato mattina la maggioranza delle scuderie non riuscì ad avere dati a sufficienza per definire un assetto ideale, favorendo un rimescolamento dei valori in campo. La pole position fu conquistata da Räikkönen, che risultò più veloce di circa un decimo rispetto a Barrichello. Alle loro spalle si piazzò Panis, tra i primi a scendere in pista dopo aver fatto segnare il tempo del venerdì su tracciato bagnato. Il pilota francese portò alla scuderia Toyota il miglior piazzamento in griglia della sua breve storia, precedendo le due Williams di Montoya e Ralf Schumacher e la Renault di Alonso.

Michael Schumacher, autore di diversi errori e insoddisfatto dell'assetto della sua monoposto, marcò solamente il settimo tempo. Alle sue spalle, a chiudere il gruppo dei primi dieci, si piazzarono Coulthard, Da Matta e Trulli.

Al via Räikkönen mantenne la prima posizione, mentre alle sue spalle Barrichello fu sopravanzato da Panis e Ralf Schumacher e Montoya fu passato dai fratelli Schumacher. Al termine del primo giro Räikkönen conduceva davanti a Panis, Ralf Schumacher, Michael Schumacher (lasciato passare dal compagno di squadra nel corso del primo passaggio), Coulthard, Barrichello e Montoya. Nel tentativo di recuperare le posizioni perse in partenza, nel corso della terza tornata il pilota colombiano affiancò con decisione il ferrarista: i due si toccarono e Barrichello fu costretto al ritiro, mentre Montoya fu sopravanzato dalle due Renault, continuando senza danni apparenti alla vettura. Ralf Schumacher si sbarazzò di Panis, imitato un giro più tardi dal fratello; più indietro, Montoya recuperò rapidamente, mentre Alonso superò Coulthard. Attorno al sesto passaggio cominciò a cadere una leggera pioggia: in queste condizioni le gomme Michelin si dimostrarono molto più efficaci delle rivali Bridgestone e Michael Schumacher fu costretto a cedere diverse posizioni, mentre Montoya rimontò fino al terzo posto. Il pilota colombiano era, però, sotto inchiesta da parte dei commissari per la manovra commessa ai danni di Barrichello. Alcuni piloti (tra i quali Panis) rientrarono ai box per montare gomme da bagnato, ma la pioggia cessò dopo appena due tornate, costringendoli ad una seconda ai box.

Räikkönen continuò a condurre la corsa davanti a Ralf Schumacher, Coulthard, Montoya, Alonso, Michael Schumacher e Trulli. Man mano che la pista si asciugava, il pilota tedesco della Ferrari riprese a girare su tempi competitivi, facendo anche segnare il giro più veloce. Al 15º passaggio Montoya sopravanzò Coulthard. Due giri più tardi entrambi effettuarono il rifornimento, ma il colombiano ebbe un problema con il bocchettone della benzina che gli fece perdere parecchio tempo. Nel frattempo ricominciò a piovere, ma nessuno dei piloti di testa che effettuarono la prima sosta scelse pneumatici da bagnato. Gli unici a farlo furono Frentzen, Button e Wilson. La pioggia però aumentò notevolmente di intensità e anche gli altri piloti furono costretti a tornare nuovamente ai box per montare gomme adatte: Ralf Schumacher, Webber e Coulthard, rimasti in pista con coperture da asciutto, si trovarono con delle vetture completamente inguidabili e compirono tutti dei fuoripista: i primi due furono costretti al ritiro, mentre lo scozzese riuscì a proseguire, seppur irrimediabilmente attardato. Nel frattempo a Montoya fu inflitto un drive-through di penalità per il contatto con Barrichello. Il pilota colombiano sprofondò nelle retrovie, rientrando in pista in undicesima posizione.

La classifica della gara fu così rivoluzionata: al 23º giro Button si trovava in testa davanti a Frentzen, Räikkönen, Wilson, Alonso e Michael Schumacher. Tuttavia, in condizioni di pista completamente bagnata le gomme Bridgestone risultarono molto più competitive delle Michelin e Schumacher passò immediatamente i due piloti che lo precedevano e, alla 28ª tornata, anche Räikkönen. Quattro passaggi più tardi il pilota tedesco sopravanzò anche Frentzen, recuperando poi rapidamente lo svantaggio da Button e sorpassandolo al 36º giro. Cinque giri dopo l'inglese si ritirò, tradito dal cambio della sua BAR. Alle spalle di Schumacher vennero a trovarsi, quindi, Frentzen, Räikkönen, Heidfeld, Trulli, Fisichella ed Alonso. La pioggia smise di cadere e la pista andò asciugandosi. Durante la seconda serie di soste, aperta da Räikkönen nel corso del 42º giro, tutti i piloti montarono gomme da asciutto, ma non ci furono cambi di posizione significativi. Schumacher continuò a condurre precedendo Frentzen, Räikkönen, Heidfeld, Trulli, Fisichella, Montoya e Wilson. Il pilota della McLaren recuperò progressivamente terreno su Frentzen, superandolo nel corso della 54ª tornata. Nove giri più tardi Trulli sopravanzò Heidfeld, mentre a sei passaggi dal termine Montoya superò Fisichella, portandosi in sesta posizione.

Non ci furono altri sorpassi e Schumacher andò a vincere davanti a Räikkönen, Frentzen (che conquistò il primo podio per la Sauber dal Gran Premio del Brasile 2001), Trulli, Heidfeld, Montoya, Fisichella e Wilson, al primo punto in carriera. Con questa vittoria il tedesco ipoteca il sesto titolo mondiale della sua carriera: l'unico avversario ancora matematicamente in gioco rimase Räikkönen, staccato di ben nove lunghezze. Montoya, staccato di dieci punti dalla vetta, dovette invece dire addio alla possibilità di conquistare il mondiale: se anche il colombiano avesse vinto il successivo Gran Premio del Giappone con Schumacher fuori dai punti, il tedesco si sarebbe comunque aggiudicato il titolo per il maggior numero di vittorie conquistate. Nel campionato costruttori, invece, la Ferrari si riportò in testa con tre punti di vantaggio sulla Williams.

Le qualifiche del Gran Premio del Giappone furono pesantemente condizionate da uno scroscio di pioggia caduto sulla pista negli ultimi minuti della sessione, che compromise le prestazioni degli ultimi piloti a scendere in pista.

A inizio sessione le due Toyota di Da Matta e Panis risultarono le più veloci, dopo aver fatto segnare rispettivamente il tredicesimo ed il quattordicesimo tempo nella sessione a serbatoi scarichi del venerdì. I loro tempi furono battuti in sequenza da Montoya e Barrichello, ma già nel momento in cui il brasiliano stava realizzando il suo giro cronometrato la pioggia aveva iniziato a cadere in modo insistente. Räikkönen, quinto il venerdì, dovette anche rimanere fermo nei box per l'interruzione pubblicitaria prevista ogni cinque giri cronometrati, scendendo in pista quando ormai il tracciato era nettamente bagnato.

Il pilota finlandese non riuscì a fare meglio del settimo tempo, venendo battuto subito dopo dal compagno di squadra Coulthard e scivolando quindi in ottava posizione. Peggio andò a Michael Schumacher, che finì solamente quattordicesimo, mentre né Ralf SchumacherTrulli, i più rapidi nella sessione di venerdì, riuscirono a terminare le proprie prestazioni cronometrate.

Barrichello conquistò quindi la pole position, precedendo di quasi sette decimi Montoya. In seconda fila si piazzarono i due piloti della Toyota Da Matta e Panis, seguiti da Alonso, Webber, Coulthard, Räikkönen, Button e Wilson.

Al via Barrichello e Montoya mantennero le prime posizioni. Il pilota colombiano, però, attaccò il rivale già nel corso del primo giro, sopravanzandolo alla Spoon Curve e guadagnando immediatamente un buon vantaggio, che si stabilizzò attorno ai 4 secondi. Alle spalle dei due si inserì Alonso, abile nello sfruttare l'efficace launch control della sua Renault, mentre Coulthard e Räikkönen ebbero rapidamente la meglio su Panis. Al sesto giro Michael Schumacher, risalito in decima posizione, provò a superare Sato, ma finì per toccare il giapponese danneggiando la propria vettura. Il pilota tedesco dovette tornare ai box per sostituire il musetto, scivolando in ultima posizione.

Al nono passaggio Montoya fu costretto al ritiro per un problema meccanico, cedendo la testa della corsa a Barrichello. Una tornata più tardi Da Matta tornò ai box per effettuare il primo rifornimento, imitato due giri dopo da Alonso e Barrichello. Räikkönen, al quale il compagno di squadra Coulthard aveva dato strada nel corso del terzo giro, passò quindi brevemente in testa alla corsa e, con Michael Schumacher in sedicesima posizione, virtualmente campione del mondo. Il pilota finlandese rifornì a sua volta al tredicesimo giro, seguito via via da tutti gli altri piloti. Al termine della prima serie di soste Barrichello continuò a condurre davanti ad Alonso, Coulthard, Räikkönen, Da Matta, Button, Panis e Webber: il pilota spagnolo, partito con una strategia di due soste contro le tre del ferrarista, sembrò poterlo insidiare per la vittoria, ma si dovette ritirare al 17º giro per un guasto al motore.

Barrichello continuò ad aumentare il suo vantaggio sui piloti McLaren, con Räikkönen che, rallentato da un treno di gomme dal rendimento non ottimale, perse terreno anche nei confronti del compagno di squadra. Michael Schumacher rimontò faticosamente dal fondo del gruppo, trovandosi bloccato per qualche giro insieme al fratello dietro a Sato. I due anticiparono quindi la seconda sosta, rientrando ai box al 24º giro. Due passaggi più tardi rifornirono anche Barrichello e Coulthard: il brasiliano rientrò in pista davanti a tutti, precedendo anche Räikkönen che non si era ancora fermato. Il finlandese effettuò il secondo pit stop nel corso del 32º giro, imitato una tornata più tardi da Button.

Barrichello restò al comando davanti a Coulthard, Räikkönen, Da Matta, Ralf e Michael Schumacher (risaliti in classifica grazie alla sosta anticipata). Gli ultimi tre piloti dovevano però effettuare ancora un pit stop, così come Barrichello e Coulthard. Lo fecero tra il 37º ed il 38º passaggio, rientrando in pista, nello stesso ordine, tra la settima e la nona posizione. Barrichello e Coulthard mantennero le prime due posizioni, con lo scozzese che rallentò per permettere a Räikkönen di avvicinarglisi. Nel frattempo, Da Matta e i fratelli Schumacher ingaggiarono un intenso confronto per la settima posizione, che si concluse quando Ralf Schumacher tamponò il fratello, danneggiando l'ala anteriore.

Il ferrarista proseguì all'ottavo posto senza danni, mentre il pilota della Williams fu costretto ai box per le riparazioni. L'ottava posizione era sufficiente a Schumacher per ottenere il sesto titolo iridato e il pilota tedesco si accontentò quindi di seguire Da Matta, mentre in testa alla corsa Barrichello controllava la situazione davanti a Räikkönen, Coulthard, Button, Trulli e Sato. Non ci furono altri colpi di scena ed il brasiliano andò a vincere davanti ai due piloti McLaren, Button, Trulli, Sato, Da Matta e Michael Schumacher, che conquistò il sesto titolo mondiale della sua carriera. Grazie alla vittoria di Barrichello e alla battuta di arresto della Williams la Ferrari vinse il titolo costruttori per la quinta volta consecutiva.

2004: dominio Ferrari – Atto II modifica

 
La Ferrari F2004.

Le difficoltà incontrate nella conquista del titolo nel 2003 sembrano preludere alla fine della straordinaria striscia vincente della Ferrari, ma il 26 Gennaio viene presentata la F2004, con cui Schumacher ottiene Pole Position, Vittoria, Giro Più Veloce e Leadership dal primo all'ultimo giro nel Gran Premio d'Esordio in Australia. Schumacher vincerà anche in Malesia, Bahrain, a Imola e in Spagna. Il Gran Premio di Monaco, grazie ad una collisione tra Schumacher e Montoya, darà un po' di respiro agli avversari. Ma dal Gran Premio d'Europa il Cannibale torna a dominare, vincendo i Gran Premi di Canada, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania e Ungheria, in cui la Ferrari vince anche il titolo costruttori per la sesta volta consecutiva. Schumacher si presenta dunque a Spa ad un passo dalla settima corona iridata.

Al via Trulli scatta bene, mantenendo la testa della corsa; non parte altrettanto bene Michael Schumacher, che viene sorpassato da Alonso e Coulthard. Più indietro, si scatena il caos: Webber tampona Barrichello, creando parecchio scompiglio e diversi contatti nel gruppo. Nonostante l'alettone anteriore della sua Jaguar si sia incastrato sotto le ruote anteriori, il pilota australiano prosegue: arrivato alla pericolosa curva dell'Eau Rouge, Webber non riesce però a controllare la vettura, finendo per colpire Sato. Per evitare la vettura del giapponese, Bruni rallenta, ma viene tamponato da Baumgartner, intraversandosi: Pantano frena, ma finisce per colpire la Minardi del romano. Per sgombrare la pista dai detriti e dalle monoposto incidentate, la direzione gara manda in pista la safety car: si ritirano Webber, Sato, Bruni e Pantano, mentre Panis, Button, Massa, Barrichello, Baumgartner rientrano ai box. Il ferrarista è costretto ad un'ulteriore sosta il passaggio successivo, per riparare il supporto dell'alettone posteriore danneggiato nel contatto con Webber; nonostante questo imprevisto, la lunghezza del tracciato belga consente a Barrichello di evitare il doppiaggio.

Quando la vettura di sicurezza si fa da parte al termine del terzo giro, Schumacher ha delle difficoltà nel mandare in temperatura le gomme e viene sopravanzato, nel corso della tornata seguente, da Räikkönen e Montoya; un passaggio più tardi, Räikkönen sorpassa anche il compagno di squadra, lanciandosi all'inseguimento di Trulli e Alonso. Proprio Trulli apre la prima serie di rifornimenti tra i piloti di testa, entrando ai box al decimo giro. Una tornata dopo, Alonso va in testacoda alla frenata del rettilineo Kemmel: sulla vettura dello spagnolo si è infatti rotto il motore e dell'olio è finito sulle ruote posteriori. Dopo un altro testacoda, il pilota della Renault abbandona, cedendo la testa della corsa a Räikkönen. Quasi nello stesso momento, Coulthard fora la gomma posteriore destra, dovendo percorrere quasi un intero giro su tre ruote e perdendo moltissimo tempo. Räikkönen rifornisce al 13º giro, rientrando in pista davanti a Trulli; due tornate più tardi effettua il suo pit stop anche Montoya, imitato al passaggio più tardi anche da Michael Schumacher. Il pilota tedesco sfrutta la sosta per passare il colombiano, rallentato da un duello con Massa, che non aveva ancora rifornito; un giro più tardi, il ferrarista sorpassa anche Trulli alla chicane Bus Stop.

Pizzonia conduce la gara per un giro prima di fermarsi a sua volta ai box nel corso del 17º passaggio; dopo la sosta del brasiliano, Räikkönen torna al comando della corsa, davanti a Button (non ancora fermatosi ai box), Michael Schumacher, Trulli, Massa, Montoya, Pizzonia, Fisichella, Panis, Barrichello e Klien. Al 19º giro, Montoya prova un attacco a Trulli, dopo aver sopravanzato Massa grazie al pit stop del brasiliano; tuttavia, l'italiano chiude la traiettoria e i due finiscono per toccarsi. Il pilota della Renault finisce in testacoda, perdendo altre due posizioni; il colombiano prosegue invece praticamente indenne. Tre tornate più tardi, Trulli rifornisce per la seconda ed ultima volta, imitato al giro successivo da Barrichello, che aveva appena sopravanzato Fisichella. Al 29º giro entrano ai box in contemporanea Räikkönen, Montoya e Klien; il finlandese torna in pista alle spalle di Michael Schumacher. Una tornata più tardi, colpo di scena: un istante dopo aver doppiato la Minardi di Baumgartner, sulla vettura di Jenson Button esplode improvvisamente la gomma posteriore destra. L'inglese perde il controllo della sua BAR, intraversandosi e finendo per centrare in pieno la monoposto dell'ungherese.

Non ci sono danni per i due piloti, ma la direzione gara manda in pista la safety car; ne approfittano per rifornire Michael Schumacher, Pizzonia, Zonta e Massa. Tuttavia il pilota della Williams, risalito in terza posizione, è subito costretto al ritiro per un problema al cambio. Alla fine del 33º passaggio, la vettura di sicurezza si fa da parte: Räikkönen guadagna immediatamente un buon margine su Michael Schumacher, che precede Montoya, Barrichello e Zonta; più indietro, Klien e Coulthard risalgono in classifica, mettendo a segno diversi sorpassi e portandosi in ottava e nona posizione. Al 36º giro, sulla Williams di Montoya si fora la gomma posteriore destra; nel rientro ai box, sulla vettura del colombiano cede la sospensione e Montoya deve abbandonare. Due tornate più tardi, Coulthard tampona Klien in cima alla salita dell'Eau Rouge; lo scozzese deve tornare ai box per sostituire il musetto della sua McLaren. La safety car entra in pista per la terza volta, rimanendoci fino al 41º passaggio. Alla ripartenza, Räikkönen distanzia nuovamente Schumacher, mentre Zonta, quarto, si deve ritirare per la rottura del motore della sua Toyota. Negli ultimi giri, Coulthard supera Trulli e Panis, conquistando il settimo posto, mentre il suo compagno di squadra controlla agevolmente gli inseguitori, ottenendo la prima vittoria in una stagione difficile per la sua squadra. Michael Schumacher si difende dagli attacchi di Barrichello, conquistando la seconda posizione e la certezza matematica del Settimo Titolo Piloti in carriera.

Statistiche e record modifica

I cinque anni della Ferrari al vertice hanno contribuito a portare Michael Schumacher e la Ferrari a battere quasi tutti i record: nel 2002 e nel 2004 la Ferrari ha raggiunto il record della McLaren MP4/4 del 1988 di 15 vittorie in una sola stagione (Record poi battuto dalla Mercedes F1 W05 e dalla Mercedes F1 W06 rispettivamente nel 2014 e nel 2015), la grande affidabilità della F2002 ha permesso a Schumacher di centrare una singolare impresa: Salire sul podio in tutte le gare di una stagione. La Ferrari è riuscita a realizzare la più lunga serie di podi consecutivi: dal Gran Premio della Malesia 1999 al Gran Premio del Giappone 2002 almeno una rossa é salita sempre sul podio. Nel 2004 Schumacher ha migliorato il record di vittorie in una stagione stabilito da lui stesso nel 2002: 11 vittorie. Nel 2004 porta il record a 13 (Record raggiunto poi da Sebastian Vettel con la Red Bull RB9 nel 2013). Dal Gran Premio d'Europa 2004 al Gran Premio d'Ungheria 2004 realizza la più grande serie di gare vinte in Formula 1 a pari merito con Alberto Ascari (il quale però l'ha realizzata tra la fine del 1952 e l'inizio del 1953) (Anche questo record sarà poi raggiunto, ma anche infranto da Vettel che vince le ultime 9 gare del 2013). Schumacher e Barrichello in 5 anni hanno vinto 57 gare, sono partiti per 51 volte in Pole Position, hanno segnato 41 giri veloci e incamerato ben 1001 punti. Tutti numeri che hanno portato Michael Schumacher e la Ferrari a diventare il primo pilota e la prima squadra a vincere ben cinque titoli consecutivi.

Pilota Vittorie Pole Giri Veloci Punti
Michael Schumacher 48 40 27 616
Rubens Barrichello 9 11 14 385

Dopo il 2004 modifica

 
Fernando Alonso, con la sua Renault, contese il titolo a Schumacher nella stagione 2006.

Nel 2005, la Ferrari, a causa del divieto del cambio degli pneumatici e della netta superiorità della Michelin nei confronti della Bridgestone, esce subito fuori dai giochi, con il team Renault dominare la prima parte della stagione e Fernando Alonso mostrare una chiara sicurezza per tutto il campionato. Nella seconda parte della stagione la McLaren dimostrò significativi progressi, con risultati costantemente migliorati e un riscontro di vittorie da 6 sulle 7 corse. Tuttavia la poca affidabilità della vettura inglese, a fronte di prestazioni invidiabili, permise ad Alonso di controllare per tutta la stagione.

Per un istante era sembrato che Räikkönen potesse lottare seriamente con Alonso, ma a tre gare dalla fine, in Brasile Alonso fu il primo spagnolo e il più giovane Campione del Mondo, battendo dopo 33 anni il record di Fittipaldi. Il Campionato Costruttori sembrava di facile conquista per la McLaren, che era considerata l'automobile più veloce del lotto e nel corso della stagione era migliorata in affidabilità. Il cambio di regolamenti avvenuto in quell'anno – il divieto del cambio del motore dopo due gare – e un inopinato ritiro di Juan Pablo Montoya nella gara finale della stagione, il Gran Premio di Cina a Shanghai, assicurò anche quel titolo alla Renault. Una statistica ha dimostrato il dominio dei due team: si sono lasciati sfuggire soltanto una gara, il controverso Gran Premio degli Stati Uniti (alla quale parteciparono solo le due Ferrari, le due Jordan e le due Minardi), la sola gara che Schumacher e la Ferrari hanno vinto in quell'annata.

 
La 248 F1 guidata da Michael Schumacher nel Gran Premio del Canada 2006.

Nel 2006 la Renault e Fernando Alonso confermarono i successi nei campionati Costruttori e Piloti, ma la stagione fu più combattuta del previsto. La regola del cambio di motore rimaneva invariata, ma venne reintrodotto il cambio degli pneumatici e un nuovo sistema di qualifiche, il cosiddetto “knock-out” che rimpiazzava definitivamente il poco gradito, da pubblico e piloti, “giro secco”. Il campione del mondo spagnolo conquistò sei vittorie (quattro di queste furono consecutive), mentre Giancarlo Fisichella vinse la terza gara della sua carriera. Schumacher e la Ferrari, dopo un inizio stentato, iniziano la rimonta vincendo quattro gare nel periodo estivo, da Indianapolis a Hockenheim.

Furono però alcuni errori strategici del pilota tedesco – non ultima, la controversa fermata o blocco della vettura nella curva a 180° detta La Rascasse durante le qualifiche a Montecarlo – a risultare alla lunga decisivi. Il suo compagno di squadra Felipe Massa vinse il Gran Premio di Turchia, Alonso estese il vantaggio su Schumacher, approfittando della sosta in contemporanea delle due rosse in regime di Safety Car, ma nelle due gare successive a Monza (dove annunciò il ritiro dalla Formula 1), grazie alla rottura del motore della Renault di Alonso, e a Shanghai il pilota tedesco si portò in perfetta parità, completando la rimonta.

Quando sembrava che il titolo stesse scivolando nelle mani del tedesco, ecco che in Giappone deve subire la rottura del motore a 17 giri dalla conclusione e in Brasile fu alle prese con un problema al sistema di rifornimento, che lo obbligò a partire dalla decima piazza. Nel prosieguo della gara subì un contatto con Fisichella che lo fece ripartire dai box in ultima posizione, da cui iniziò una splendida rimonta fino al quarto posto. Ad Alonso basta un piazzamento a punti per confermarsi, diventando così il più giovane campione del mondo ad aver conquistato per due volte consecutive il titolo mondiale. Felipe Massa vince la prima gara in carriera davanti al suo pubblico, esattamente come fece Ayrton Senna nel 1993.

  1. ^ Gran Premio d'Australia - Vettel e Scuderia Ferrari primi in Australia, su Ferrari.com, 26 marzo 2017. URL consultato il 4 aprile 2017.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r La storia della Ferrari in F1, su panorama-auto.it. URL consultato il 31 maggio 2018.
  3. ^ (EN) Scheda sul sito ufficiale della Formula 1
  4. ^ Verderio S: 50 anni fa la tragedia al GP di Monza., su merateonline.it. URL consultato il 15 settembre 2011.