Johnny Herbert
Johnny Herbert | ||||||||||||||||||||
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Herbert nel 2014 al Goodwood Festival of Speed | ||||||||||||||||||||
Nazionalità | ![]() | |||||||||||||||||||
Automobilismo ![]() | ||||||||||||||||||||
Categoria | Formula 1, Speedcar Series | |||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||
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John Paul Herbert, detto Johnny (Brentwood, 25 giugno 1964), è un ex pilota automobilistico britannico, vincitore di 3 Gran Premi in Formula 1 e della 24 Ore di Le Mans nel 1991 con la Mazda.
CarrieraModifica
Formule minoriModifica
Herbert iniziò la sua carriera nei kart e successivamente passò in Formula Ford, categoria nella quale ottenne risultati rilevanti nonostante una vettura poco competitiva.[1] La vittoria del Formula Ford Festival nel 1985 attirò quindi le attenzioni di Eddie Jordan, che decise di metterlo sotto contratto nel suo team di Formula 3. Alla sua seconda stagione, nel 1987, vinse quindi il titolo di categoria. Passato alla Formula 3000 l'anno seguente vinse al debutto la sua prima gara. Nel frattempo vari team di Formula 1, tra cui Williams e Benetton, si erano interessati a lui e veniva descritto come uno dei piloti più promettenti in circolazione.[1] Nell'agosto dello stesso anno, però, Herbert, che all'epoca dei fatti aveva già stretto un accordo con Peter Collins per disputare la stagione 1989 sulla Benetton, si ruppe entrambe le gambe in un grave incidente a Brands Hatch, rischiando di vedere compromessa la sua carriera.[2]
Formula 1Modifica
Nonostante il grave infortunio, il britannico riuscì lo stesso ad essere al via all'inizio della stagione 1989 a Rio de Janeiro, dove debuttò con un ottimo quarto posto, a cui seguí un quinto posto a Phoenix. Tuttavia la riabilitazione era stata affrettata: il pilota si aggirava per il paddock con le stampelle e le sue difficoltà si fecero più evidenti su circuiti fisicamente più impegnativi; vi furono anche delle discussioni nel team, con Herbert e Collins da una parte e Flavio Briatore dall'altra, e prima di metà stagione Collins lasciò il team che, di conseguenza, lasciò a piedi Herbert dopo il GP del Canada.[1] L'inglese prese parte ad altre due gare nell'89 con la Tyrrell, e tornò in Formula Uno alla fine del 1990 con la Lotus (passata nel frattempo sotto il controllo dello stesso Peter Collins) dove rimase per altri quattro anni: nel 1991 prese parte solo ad alcune gare alternandosi con Julian Bailey e Michael Bartels senza marcare punti, divenendo pilota a tempo pieno dalla stagione successiva; dopo aver raccolto solo due sesti posti nel 1992, visse un 1993 decisamente più proficuo portando a casa 11 punti, frutto di tre quarti posti a Interlagos, Donington e Silverstone, e di un quinto posto a Spa che fu anche l'ultimo piazzamento a punti per il team; nel 1991 e 1992 fu compagno di squadra del futuro campione mondiale Mika Häkkinen.
Il 1994 fu abbastanza sofferto a causa delle crescenti difficoltà della Lotus e così Herbert lasciò il team a tre GP dalla fine, passando prima alla Ligier, per poi tornare alla Benetton nelle ultime due gare dell'anno a fianco di Michael Schumacher; rimase alla scuderia di Flavio Briatore anche per tutto il 1995, disputando la sua migliore stagione nella massima formula: in Spagna l'inglese salì per la prima volta sul podio, giungendo 2° dietro a Schumacher, dopodiché conquistò le sue prime due vittorie in carriera, nei GP di Gran Bretagna e Italia, e raccolse anche un 3° posto a Suzuka e altri piazzamenti minori, chiudendo al quarto posto in classifica finale con 45 punti, che contribuirono alla conquista del titolo costruttori da parte della squadra.
Herbert alla Sauber nel 1997 |
L'anno seguente si traferí alla Sauber, con cui corse per tre stagioni: nel 1996 ottenne un 3° posto a Montecarlo, che fu tuttavia l'unico risultato utile in un anno difficile; migliore fu la stagione 1997 in cui arrivò a punti più regolarmente, giungendo di nuovo 3° in Ungheria; dopo un 1998 negativo che lo vide conquistare solo un punto al primo GP in Australia, venne ingaggiato dalla Stewart Grand Prix per il 1999, a fianco di Rubens Barrichello: ottenne meno punti del suo compagno di squadra, ma si tolse la soddisfazione di regalare la prima e unica vittoria al team, al Nürburgring, prima che questa fosse ceduta alla Ford che la ribattezzò Jaguar, con la quale rimase anche l'anno seguente (il suo ultimo in Formula 1) senza però ottenere punti.[3]
Lasciò la Jaguar al termine della stagione 2000, disputando la sua ultima corsa nel GP di Malesia.[4], tuttavia rimase in F1 anche nel 2001 ricoprendo il ruolo di terzo pilota per la Arrows, abbandonando poi definitivamente la massima serie a fine anno.
Risultati in F1Modifica
1989 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Benetton Tyrrell[5] |
B188 018 |
4 | 11 | 14 | 15 | 5 | NQ | Rit | NQ | 5 | 14º |
1990 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Lotus | 102 | Rit | Rit | 0 |
1991 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Lotus | 102B | NQ | 10 | 10 | 14 | 7 | Rit | Rit | 11 | 0 |
1992 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Lotus | 102 e 107 | 6 | 7 | Rit | Rit | Rit | Rit | Rit | 6 | Rit | Rit | Rit | 13 | Rit | Rit | Rit | 13 | 2 | 15º |
1993 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Lotus | 107B | Rit | 4 | 4 | 8 | Rit | Rit | 10 | Rit | 4 | 10 | Rit | 5 | Rit | Rit | 11 | Rit | 11 | 9º |
1994 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Lotus Ligier[6] Benetton[7] |
107C e 109 JS39B B194 |
7 | 7 | 10 | Rit | Rit | 8 | 7 | 11 | Rit | Rit | 12 | Rit | 13 | 8 | Rit | Rit | 0 |
1995 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Benetton | B195 | Rit | 4 | 7 | 2 | 4 | Rit | Rit | 1 | 4 | 4 | 7 | 1 | 7 | 5 | 6 | 3 | Rit | 45 | 4º |
1996 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Sauber | C15 | Rit | Rit | 9 | 7 | Rit | 3 | Rit | 7 | SQ | 9 | Rit | Rit | Rit | 9 | 8 | 10 | 4 | 14º |
1997 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Sauber | C16 | Rit | 7 | 4 | Rit | Rit | 5 | 5 | 8 | Rit | Rit | 3 | 4 | Rit | 8 | 7 | 6 | 8 | 15 | 10º |
1998 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Sauber | C17 | 6 | 11 | Rit | Rit | 7 | 7 | Rit | 8 | Rit | 8 | Rit | 10 | Rit | Rit | Rit | 10 | 1 | 15º |
1999 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Stewart | SF3 | NP | Rit | 10 | Rit | Rit | 5 | Rit | 12 | 14 | 11 | 11 | Rit | Rit | 1 | 4 | 7 | 15 | 8º |
2000 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Jaguar | R1 | Rit | Rit | 10 | 12 | 13 | 11 | 9 | Rit | Rit | 7 | Rit | Rit | 8 | Rit | 11 | 7 | Rit | 0 |
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
EnduranceModifica
Oltre che in Formula 1 Herbert ha corso anche nella 24 Ore di Le Mans, dove ha gareggiato per la prima volta nel 1990 su Porsche 962, vincendo poi l'edizione del 1991 alla guida di una Mazda 787B; nel 1992 sempre a bordo di una Mazda ha concluso invece al 4º posto.
Dopo il suo ritiro dalla F1, nel 2001 è tornato nella categoria endurance, correndo nei principali campionati (American Le Mans Series e Le Mans Series) e corse, cogliendo diverse vittorie e piazzamenti di rilievo: è arrivato tre volte 2º a Le Mans (nel 2002 e 2004 su Audi R8 e nel 2003 su Bentley Speed 8), è stato campione Le Mans Series nel 2004, ha vinto la 12 Ore di Sebring nel 2002 ed ha concluso al primo posto l'edizione 2003 della Petit Le Mans sempre alla guida di Audi R8. Nel 2004 ha partecipato anche al Campionato FIA GT come pilota della Maserati MC12. Dopo due anni di assenza, è tornato nel 2007 guidando un'Aston Martin DBR9 alla 24 Ore di Le Mans 2007, gara che ha concluso al 9º posto assoluto[8].
Nel 2005 fu responsabile per le relazioni sportive del team Jordan Grand Prix in F1.
Nel 2008 è il vincitore della prima edizione della Speedcar Series dove realizza gli stessi punti del francese David Terrien, mentre nel 2010 e 2011 si dedica alle corse turismo correndo nella Superstars Series in Italia, con la Chevrolet Lumina CR8 della Motorzone Race Car prima e con la Mercedes-Benz C63 AMG di Romeo Ferraris poi.
NoteModifica
- ^ a b c (EN) Drivers: Johnny Herbert, Granprix.com. URL consultato il 15 maggio 2011.
- ^ È potere McClaren sulla pista nervi tesi, in la Repubblica, 2 ottobre 1988, p. 28.
- ^ Johnny Herbert vince il GP, su repubblica.it, 26 settembre 1999.
- ^ Ferrari, il giorno del trionfo, su repubblica.it, 22 ottobre 2000.
- ^ Con la Tyrrell dal GP del Belgio.
- ^ Con la Ligier nel GP d'Europa.
- ^ Con la Benetton dal GP del Giappone.
- ^ (EN) www.racingsportscars.com
Altri progettiModifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Johnny Herbert
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Johnny Herbert
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Johnny Herbert, su racing-reference.info, NASCAR Digital Media LLC.
- (EN) Johnny Herbert, su driverdb.com, DriverDB AB.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 41119330 · LCCN (EN) n97007679 · WorldCat Identities (EN) lccn-n97007679 |
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