Tour de France

corsa ciclistica a tappe
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Le Tour de France (detto anche il Tour o la Grande Boucle) è la maggiore corsa a tappe maschile di ciclismo su strada professionistico, che si svolge annualmente lungo le strade francesi.

Tour de France
Sport Ciclismo su strada
TipoGara individuale
CategoriaUomini Elite, UCI World Tour
FederazioneUnione Ciclistica Internazionale
PaeseBandiera della Francia Francia
OrganizzatoreAmaury Sport Organisation
DirettoreChristian Prudhomme
CadenzaAnnuale
AperturaFine di giugno o primi di luglio
Chiusuraluglio
PartecipantiVariabile
FormulaCorsa a tappe
Sito Internethttp://www.letour.fr/
Storia
Fondazione1903
Numero edizioni110 (al 2023)
DetentoreBandiera della Danimarca Jonas Vingegaard
Record vittorieBandiera della Francia Jacques Anquetil
Bandiera del Belgio Eddy Merckx
Bandiera della Francia Bernard Hinault
Bandiera della Spagna Miguel Indurain (5)
Ultima edizioneTour de France 2023

Ideato da Henri Desgrange, è il più importante dei tre Grandi Giri e da molti considerato l'evento ciclistico più importante dell'anno[1], nonché uno tra i più importanti avvenimenti sportivi al mondo, parte del calendario professionistico UCI World Tour. A partire dal 1903 la corsa si è svolta ogni anno (risultando il più antico grande Giro), ad eccezione dei periodi della prima e della seconda guerra mondiale, durante il mese di luglio, nell'arco di circa tre settimane e su un percorso ogni volta diverso attraverso la Francia e i paesi confinanti. Mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l'arrivo è tipicamente a Parigi sugli Champs-Élysées. L'organizzazione della gara è affidata alla Société du Tour de France, una sussidiaria dell'Amaury Sport Organisation, che fa parte del gruppo mediatico de L'Équipe.

Il record di vittorie è condiviso da quattro corridori, ognuno con cinque vittorie: il francese Jacques Anquetil dal 1957 al 1964, il belga Eddy Merckx dal 1969 al 1974, il francese Bernard Hinault dal 1978 al 1985, lo spagnolo Miguel Indurain dal 1991 al 1995 (l'unico a vincere in cinque anni consecutivi).

A partire dal 1984 e fino al 1993 venne organizzato parallelamente anche un Tour de France femminile, con un percorso e tappe più brevi.

Storia modifica

Le origini del Tour modifica

 
Giusto Cerutti al Tour de France nel 1928

Le radici del Tour de France possono essere ricondotte all'affare Dreyfus, uno scandalo politico che divise la Francia per molti anni sul finire del XIX secolo riguardo all'innocenza di Alfred Dreyfus, un ufficiale accusato di aver venduto segreti militari alla Germania. Le opinioni si scaldarono e ci furono dimostrazioni da entrambe le parti, come quella che lo storico Eugen Weber chiamò "un'assurda baruffa politica" verificatasi durante una corsa di cavalli a Parigi nel 1899.[2] Tra i manifestanti vi era il Marchese Jules-Albert De Dion, proprietario della De Dion-Bouton, una casa automobilistica francese, che riteneva Dreyfus colpevole.[3] De Dion passò 15 giorni in prigione e fu multato di 100 franchi per il suo ruolo ad Auteuil.[4]

Tale incidente, secondo Weber, fu creato su misura per la stampa sportiva. Il più importante quotidiano sportivo francese era Le Vélo,[5] che vendeva 80.000 copie al giorno.[6] Il suo editore, Pierre Giffard, riteneva Dreyfus innocente e i suoi principali sponsor, tra cui de Dion, non apprezzarono. Quest'ultimo, nel 1900, decise, insieme ad altri antidreyfusardi come Edouard Michelin, di finanziare Henri Desgrange che creò un quotidiano sportivo rivale, L'Auto-Vélo. Visto che Le Vélo era pubblicato su carta verde, Desgrange fece editare il suo su carta gialla (qualche anno più tardi fu proprio da questo colore che nacque la maglia gialla).[7]

Desgrange era un famoso ciclista e possedeva insieme a Victor Goddet il velodromo al Parco dei Principi.[8] De Dion lo conobbe per la sua reputazione nel mondo del ciclismo, attraverso libri e articoli di ciclismo che aveva scritto.

L'Auto-Vélo non ebbe però il successo che i suoi finanziatori speravano. Per trovare una soluzione alla crisi e alle vendite inferiori al giornale rivale, ci fu una riunione il 20 novembre 1902 nella sede del giornale nel quartiere parigino di Montmartre. L'ultimo a parlare fu il più giovane tra loro, il principale giornalista di ciclismo, un ventiseienne chiamato Géo Lefèvre,[9] che Desgrange aveva assunto dal quotidiano rivale.[10] Lefèvre suggerì una gara di sei giorni di ciclismo, attraverso tutta la Francia.[10] Le gare di ciclismo su lunga distanza erano un comune mezzo per vendere più giornali, ma nessun evento della lunghezza che Lefèvre aveva suggerito era mai stato organizzato.

Desgrange in precedenza aveva già tentato di copiare e ricreare corse organizzate dal suo rivale: nel 1901 ripropose, dopo un decennio di assenza, la Parigi-Brest ma la corsa non ottenne l'attenzione del pubblico sperata. Normalmente le più lunghe gare andavano da città a città, come da Bordeaux a Parigi, in un giorno solo. Giffard fu il primo a suggerire una gara che durasse diversi giorni, evento nuovo per il ciclismo ma pratica già diffusa nelle gare automobilistiche. Diversamente da altre gare di ciclismo, sarebbe stata corsa largamente senza battistrada. Se una gara del genere fosse stata organizzata, L'Auto-Vélo avrebbe battuto il quotidiano rivale e probabilmente lo avrebbe fatto anche fallire.[11]

Desgrange era dubbioso ma il direttore finanziario, Victor Goddet, fu entusiasta. Lasciò le chiavi della cassaforte della compagnia a Desgrange e gli disse: "Prendi ciò che ti serve"[12] Il 16 gennaio 1903, Desgrange perse il processo che lo vedeva opposto a le Vélo, e fu costretto a rinominare L'Auto-Vélo in L'Auto. Il ciclismo era lo sport re in Francia e questo cambio di denominazione poteva avere effetti decisivi.[13] Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, L'Auto annunciò l'organizzazione della corsa.

Il primo Tour de France modifica

 
Tour del 1903

Il primo Tour fu organizzato su cinque tappe, dal 31 maggio al 5 luglio 1903, con partenza e arrivo a Parigi e tappe intermedie a Lione, Marsiglia, Bordeaux e Nantes. Tolosa fu aggiunta in seguito per interrompere la lunga traversata del sud della Francia, dal Mar Mediterraneo all'Oceano Atlantico. Le tappe iniziavano durante la notte e terminavano il pomeriggio successivo, con giorni di riposo per permettere ai ciclisti di recuperare le energie. La durezza della corsa e i costi elevati per molti,[14] portarono a sole 15 iscrizioni. Desgrange, che non era mai stato pienamente convinto, fu vicino ad abbandonare l'idea.[15] Diminuì invece la lunghezza a 19 giorni, cambiando le date dal 1º al 19 luglio, e offrì un assegno quotidiano di cinque franchi a tutti i corridori tra i primi 50 che avevano vinto meno di 200 franchi[15][16] e a chi aveva mantenuto una media di al massimo 20 km/h in tutte le tappe,[17] cifre che un corridore avrebbe guadagnato lavorando una giornata in fabbrica.[18] Diminuì anche il costo dell'iscrizione da 20 a 10 franchi, portò il primo premio a 12000 franchi e il premio per ognuno dei vincitori di tappa a 3000 franchi. Il vincitore avrebbe guadagnato sei volte quello che la maggior parte dei lavoratori percepivano in un anno.[18] Questo portò all'iscrizione di circa 60-80 corridori, tra cui non solo professionisti, ma anche dilettanti, alcuni impiegati e alcuni avventurieri.[9]

Il primo Tour de France partì all'esterno del Café Reveil-Matin all'incrocio tra le vie Melun e Corbeil nel villaggio di Montgeron. Il via fu dato dallo starter Georges Abran alle 3 e 16 nella notte del 1º luglio 1903. L'Auto – che non aveva parlato della corsa sulla sua prima pagina quella mattina[19] – preferì concentrarsi sulla corsa automobilistica Coupe Gordon-Bennett, anche se non sarebbe iniziata che 48 ore dopo. La scelta rifletté non solo il fatto che il Tour era una cosa sconosciuta - solo dopo la fine della prima edizione assunse una reputazione - ma anche i dubbi di Desgrange al riguardo. La sua posizione di editore dipendeva dall'aumento delle vendite che ci sarebbe stato se il Tour avesse avuto successo, ma sia il giornale che i suoi impiegati avrebbero perso molti soldi se ciò non fosse accaduto. Desgrange preferì mantenere le distanze. Non diede il via della corsa e non seguì i corridori. Fu Lefèvre a seguire la corsa in moto e treno. Desgrange mostrò un personale interesse solo quando la corsa sembrava avviata al successo. L'Auto riportò:

 
Tour del 1906
«Gli uomini sventolarono i loro cappelli, le signore i loro ombrelli. Uno disse che a loro sarebbe piaciuto toccare i muscoli d'acciaio dei campioni più coraggiosi dall'antichità. Chi porterà via il primo premio, entrando nel pantheon dove solamente superuomini possono andare?»[20]

Tra i corridori c'erano il futuro vincitore, Maurice Garin, il suo rivale Hippolyte Aucouturier, il favorito tedesco Josef Fischer, e molti avventurieri tra i quali uno partecipò come "Samson". L'uso di nomi falsi e coloriti non era inusuale. Rifletteva non solo la presunzione e l'audacia dei partecipanti, ma anche lo scandalo che era ancora associato alle gare di ciclismo. La prima gara, da Parigi e Rouen, incluse molti partecipanti con nomi costruiti o semplicemente presentatisi con le iniziali. La prima donna che terminò la corsa fu presentata come "Miss America", anche se non era americana.[senza fonte] La corsa finì alla periferia di Parigi, a Ville d'Avray, all'esterno del "Restaurant du Père Auto", prima di una corsa cerimoniale a Parigi e diversi giri del Parco dei Principi. Garin dominò la gara, vincendo la prima e le ultime due tappe, ad una media di 25,68 km/h. L'ultimo classificato, Arsène Millocheau, terminò a 64h57'08" da lui.

La corsa catturò l'attenzione del pubblico. Le vendite de L'Auto salirono da 25 000 a 65 000;[9] nel 1908 furono 250 000 e durante il Tour del 1923 500 000. Il record fu di 854 000 copie durante il Tour del 1933.[21] Le Vélo invece fallì.

Le crisi e la lotta al doping modifica

Il Tour de France è stato scosso tre volte dalla morte di un ciclista. Lo spagnolo Francisco Cepeda perse la vita nel 1935, vittima di una spaventosa caduta lungo la discesa del Galibier. Poco prima della vetta del Mont Ventoux, il 13 luglio 1967 morì il ciclista inglese Tommy Simpson, vittima di un micidiale cocktail di anfetamine e alcol e del caldo opprimente. Nel 1995 morì il giovane ciclista italiano e campione olimpico Fabio Casartelli a causa delle ferite riportate nella caduta nella discesa del Col Portet d'Aspet (Pirenei).

 
Le contestazioni dei tifosi

Durante il Tour del 1998 scoppiò il più grande scandalo di doping della storia del ciclismo, dopo che nella macchina di Willy Voet, responsabile della squadra Festina, fu trovata una grande quantità di sostanze proibite. Il pubblico ministero ordinò numerose perquisizioni negli hotel occupati dalle squadre dei ciclisti. Queste perquisizioni dimostrarono che nella squadra della Festina era ampiamente praticato l'uso di sostanze dopanti e mostrarono anche l'inefficienza dei controlli antidoping, in quanto nessun corridore della Festina era mai risultato positivo a tali test; la squadra fu comunque espulsa. In segno di protesta per tale atmosfera, tutti i corridori tolsero i loro numeri su maglie e bici per una tappa, che risultò senza vincitori, dove il gruppo fece "vincere" la TVM, altra squadra sospettata di doping, che in seguito fu esclusa dalla Boucle.

Il doping tornò alla ribalta nel 2006, quando molti ciclisti coinvolti nell'inchiesta spagnola Operación Puerto furono esclusi dalla Grande Boucle alla vigilia della partenza, tra questi i tre principali pretendenti: Ivan Basso, reduce dalla vittoria al Giro d'Italia, Jan Ullrich, che venne anche licenziato dalla sua squadra, e Aleksandr Vinokurov, il quale non fu direttamente coinvolto nello scandalo ma non poté prendere il via in quanto la sua squadra non fu in grado di schierare il numero minimo di atleti richiesti. La corsa fu vinta da Floyd Landis, ma subito dopo lo statunitense fu trovato positivo e squalificato, cedendo la vittoria allo spagnolo Óscar Pereiro.

Il 25 maggio 2007, il vincitore del Tour del 1996, Bjarne Riis, ammise in una conferenza stampa di aver fatto uso di doping nel periodo in cui vinse la Grande Boucle; per questo motivo la sua vittoria del 1996 fu in un primo momento revocata e poi riconsegnata il 4 luglio del 2008 (perché al momento della confessione il reato era prescritto[22]). Il 24 maggio 2007 anche Erik Zabel ammise di aver usato EPO nelle prime settimane del Tour del 1996.

Fu un anno nero il 2007. Tre ciclisti risultarono positivi ai controlli: Aleksandr Vinokurov (dopo aver vinto due tappe) per una trasfusione, il due volte campione italiano Cristian Moreni per testosterone e il tedesco Patrick Sinkewitz sempre per testosterone ma in un controllo fuori dal Tour. Quest'ultima squalifica portò le tv tedesche ARD e ZDF ad abbandonare la copertura della corsa. Le squadre di Vinokourov (l'Astana) e Moreni (la Cofidis) si ritirarono in blocco. Inoltre Michael Rasmussen, mentre era in maglia gialla a pochi giorni dalla conclusione della gara, venne prima escluso dalla sua nazionale per le Olimpiadi, poi cacciato dalla propria squadra (la Rabobank) e infine espulso dalla corsa per aver mentito sulla sua reperibilità per i test antidoping. A incastrarlo fu, involontariamente, il commentatore RAI Davide Cassani, che durante una telecronaca raccontò di averlo incontrato mentre si allenava in Italia, senza sapere che Rasmussen in quello stesso periodo aveva detto alla propria squadra di trovarsi in Messico.

Al Tour 2008, fu trovato positivo Riccardo Riccò, vincitore di due tappe e maglia bianca; la squadra abbandonò il Tour e licenziò il ciclista, insieme con Leonardo Piepoli. Nel 2009 invece, Alejandro Valverde fu costretto a rinunciare alla Boucle: implicato nell'Operación Puerto, gli era stato precluso per due anni dalla procura antidoping del CONI di prendere parte alle corse che si svolgevano in Italia e il Tour di tale anno attraversava in parte il paese, precisamente la Valle d'Aosta.

Infine il 24 agosto 2012 scoppiò lo scandalo relativo a Lance Armstrong, vincitore del Tour per sette volte, dal 1999 al 2005, che si vide annullare tutte le vittorie per doping dalla USADA. I risultati dell'inchiesta sul ciclista statunitense e su altri suoi compagni di squadra, tra cui Levi Leipheimer, furono accolti dall'UCI, che il 26 ottobre 2012 confermò le squalifiche inflitte dall'agenzia antidoping statunitense, stabilendo inoltre la non alterabilità delle classifiche generali inerenti al periodo 1998-2005.[23] Il 17 gennaio 2013 il ciclista confessò pubblicamente di aver fatto uso di sostanze dopanti nella trasmissione TV di Oprah Winfrey.

Partecipanti modifica

 
Maglia gialla in esposizione

Desgrange e il suo Tour inventarono le gare a tappe di ciclismo.[24] Desgrange sperimentò prima la classifica per tempo impiegato,[25] poi dal 1906 al 1912 per punti guadagnati in base alla posizione al termine di ogni tappa.[26][27]

Il suo sogno era una gara a partecipazione individuale. Invitò delle squadre, ma vietò ai loro membri di collaborare tra loro. Successivamente gestì il Tour in altro modo, come una grande cronometro a squadre, con le squadre che partivano separate e i corridori che collaboravano tra loro. Inizialmente permise ai corridori che cadevano di continuare a correre il giorno successivo, gareggiando per i premi giornalieri ma non per quello finale. Permise anche alle squadre che perdevano dei corridori negli anni in cui il Tour si correva come una cronometro a squadre di sostituirli con rimpiazzi freschi.

Condusse soprattutto una campagna contro gli sponsor, come le fabbriche di biciclette, che secondo lui stavano minando lo spirito individualista del Tour.

Touriste-routiers e squadre regionali modifica

Il primo Tour fu aperto a chiunque volesse parteciparvi. Molti corridori facevano parte di squadre, mentre i partecipanti singoli venivano chiamati touriste-routiers - turisti della strada - e fu permesso loro di parteciparvi anche senza fare domanda agli organizzatori. Alcuni dei più rappresentativi partecipanti al Tour erano "touriste-routiers". Uno di essi ogni giorno, dopo aver terminato la tappa, offriva esibizioni acrobatiche nelle strade per guadagnare i soldi per l'hotel.

Non ci fu più posto per i partecipanti individuali nei Tour dopo il 1930, così Desgrange creò delle squadre regionali, generalmente provenienti dalla Francia, che permettevano di partecipare ai corridori che non avevano altri metodi per qualificarsi. Molti dei "touriste-routiers" non parteciparono più, ma alcuni furono inclusi nelle squadre regionali.

Squadre nazionali modifica

 
Plotone in una tappa pianeggiante del Tour 2005

Il primo Tour fu riservato ai partecipanti individuali e ai membri delle squadre sponsorizzate. C'erano due classifiche, una per i migliori e una per gli altri, con regole differenti.[28] Dalla fine degli anni 20, Desgrange non credeva di riuscire a sconfiggere le tattiche sottobanco delle fabbriche di biciclette.[29][30] Quando la squadra Alcyon fece vincere Maurice Dewaele nonostante fosse malato,[31] disse "La mia corsa è stata vinta da un cadavere" e nel 1930 ammise solo squadre rappresentate da corridori di un Paese o regione.[31][32]

Squadre nazionali si contesero la vittoria al Tour fino al 1961.[33] Le squadre erano di dimensioni differenti: alcune nazioni avevano più di una squadra e altre erano unioni tra nazioni diverse per raggiungere il numero di corridori per partecipare. Le squadre nazionali catturavano l'attenzione del pubblico ma avevano un problema: molti corridori che vi facevano parte gareggiavano in squadre rivali durante il resto della stagione. La lealtà dei corridori era spesso discutibile, sia all'interno che tra le squadre.

Ritorno alle squadre di club modifica

I corridori delle squadre nazionali vestivano i colori della loro nazione e vi era una piccola scritta sul torace che indicava la squadra per cui correvano normalmente. Gli sponsor erano contrari a lasciare i loro corridori nell'anonimato per la più importante gara dell'anno e la situazione divenne critica all'inizio degli anni 60. La vendita di biciclette era scesa e molti produttori avevano chiuso.[34] Secondo gli sponsor, si rischiava che le industrie fallissero se non avessero potuto pubblicizzarsi al Tour de France.

Il Tour ritornò alle squadre di club nel 1962,[35] con diversi problemi. Il doping diventò un problema e furono introdotti i test per i corridori, che decisero di scioperare vicino a Bordeaux nel 1966[36][37] e gli organizzatori sospettarono che fossero stati gli sponsor a deciderlo. Il Tour tornò dunque a squadre nazionali nel 1967 e nel 1968[38] come "esperimento"[39]

Tornò di nuovo alle squadre di club nel 1969[40] con la suggestione che le squadre nazionali potessero tornare in pochi anni. Non accadde più.

Organizzatori modifica

 
Monumento in onore a Jacques Goddet sulla cima del Tourmalet

Il primo organizzatore fu Henri Desgrange, anche se fu Lefèvre a seguire la corsa nel 1903, in moto e treno. Nel 1936 Desgrange fu operato alla prostata - due operazioni erano necessarie all'epoca - e il Tour doveva essere disputato tra queste. Riuscì a persuadere il suo chirurgo a lasciargli seguire la gara.[41] Il secondo giorno fu estremamente provante, giunto febbricitante a Charleville, si ritirò nel suo castello a Beauvallon. Morì nella sua casa sulla costa del Mediterraneo il 16 agosto 1940.[41] L'organizzazione passò nelle mani di Jacques Goddet.[42]

La seconda guerra mondiale interruppe il Tour. La "German Propaganda Staffel" voleva fosse corso e offrì delle facilitazioni altrimenti negate, nella speranza di mantenere un senso di normalità.[41][43] Offrirono di aprire i confini della Francia occupata al nord e la Francia di Vichy nel sud, ma Goddet rifiutò.[41][44]

Nel 1944, L'Auto fu chiuso – le sue porte vennero inchiodate – e tutti i suoi possedimenti, incluso il Tour, furono sequestrati dallo Stato per aver pubblicato articoli vicini ai tedeschi.[45] I diritti sul Tour furono quindi gestiti dal governo. A Jacques Goddet fu permesso di pubblicare un altro quotidiano di sport, L'Équipe, ma c'era un candidato rivale nell'organizzazione del Tour: un consorzio di Sports e Miroir Sprint. Ognuno organizzò una propria corsa. L'Équipe e Le Parisien Libéré presentarono "La Course du Tour de France"[46] mentre Sports e Miroir Sprint "La Ronde de France". Entrambi prevedevano cinque tappe, la lunghezza massima concessa dal governo a causa delle poche risorse disponibili.[47] La corsa de L'Équipe fu meglio organizzata e attrasse di più il pubblico, in quanto presentava squadre nazionali, che avevano avuto grande successo prima della guerra, quando i ciclisti francesi erano i più forti. A L'Équipe furono assegnati i diritti per organizzare il Tour de France 1947.[41]

 
Henri Desgrange nel 1892

I finanziatori de L'Équipe non appoggiarono l'organizzazione e Goddet accettò un'offerta di Émilion Amaury.[41] Amaury era un magnate dell'editoria e la sua condizione era che il suo editore sportivo, Félix Lévitan, avrebbe dovuto affiancare Goddet per il Tour.[41] I due lavorarono insieme, Goddet gestendo il lato sportivo e Lévitan quello finanziario.

Lévitan iniziò a reclutare degli sponsor, accettando qualche volta premi in generi se non potevano dare denaro.[48] Introdusse il traguardo sugli Champs-Élysées nel 1975. Lasciò il Tour il 17 marzo 1987 dopo le perdite legate al Tour of America, nel quale fu coinvolto. L'accusa era di essere stato finanziato dal Tour de France.[41] Lévitan proclamò la sua innocenza, ma la serratura del suo ufficio fu cambiata e il suo lavoro terminò.[41] Goddet si ritirò l'anno successivo. Furono rimpiazzati da un venditore di cognac, Jean-François Naquet-Radiguet, e l'anno successivo da Jean-Marie Leblanc. Il commentatore televisivo Christian Prudhomme - che commentava Tour e altri eventi — rimpiazzò Leblanc nel 2005, dopo averlo assistito per due anni.

Prudhomme lavora per la Société du Tour de France, una sussidiaria della Amaury Sport Organisation (ASO), che è parte del gruppo che possiede L'Équipe. Impiega circa 70 persone a tempo pieno, in un ufficio vicino ma non connesso a L'Équipe nell'area di Issy-les-Moulineaux nella periferia ovest di Parigi. Il numero di impiegati aumenta a circa 220 durante il periodo della corsa, senza includere 500 lavoratori a contratto per preparare il percorso delle tappe.[49]

 
Christian Prudhomme, attuale direttore del Tour

Gli organizzatori:

Classifiche modifica

Come in tutte le corse a tappe, il massimo obiettivo al Tour de France è la vittoria della classifica generale; Esistono comunque altre quattro classifiche accessorie, tre individuali (a punti, montagna, per il miglior giovane) e una a tempi riservata alle squadre. Il leader di ognuna delle classifiche individuali veste una maglia distintiva, diversa per ogni classifica. Un corridore che guida più di una classifica veste la maglia più prestigiosa, mentre il secondo della classifica minore indossa la maglia subordinata.

Classifica generale modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica generale (Tour de France).
 
Maglia gialla

Il leader della classifica generale indossa la prestigiosa maglia gialla (maillot jaune).

Il vincitore del primo Tour non indossò una maglia gialla ma un bracciale verde.[9] La prima maglia gialla fu indossata formalmente da Eugène Christophe, il 19 luglio 1919.[50] Nonostante questo, il corridore belga Philippe Thys, che vinse nel 1913, 1914 e 1920, ricordò nella rivista belga Champions et Vedettes che gli venne data una maglia gialla nel 1913 quando Henri Desgrange gli chiese di indossare una maglia colorata. Thys declinò, dicendo che renderlo più visibile avrebbe incoraggiato gli altri corridori ad attaccarlo.[9][51]

Il primo corridore a indossare la maglia gialla dall'inizio alla fine della corsa fu l'italiano Ottavio Bottecchia nel 1924.[52] La prima azienda che sponsorizzò la maglia e assegnò un premio giornaliero al corridore che l'indossava fu la "Sofil", produttrice di lana, nel 1948.[53] Nel Tour de France 1929 ci furono tre corridori a vestire la maglia contemporaneamente, Nicolas Frantz, André Leducq e Victor Fontan; questo dal momento che i tre avevano lo stesso tempo e non vi erano regole per classificarli.[53] Eddy Merckx è il ciclista che ha portato questa maglia più volte, per ben 96 frazioni (tappe e semitappe).

Classifica a punti modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica a punti (Tour de France).
 
Maglia verde

Il leader della classifica a punti indossa la maglia verde (maillot vert). Alla fine di ogni tappa, ai primi corridori giunti sul traguardo vengono assegnati dei punti in base al piazzamento; vengono assegnati punti anche nei cosiddetti "traguardi intermedi", traguardi inseriti intorno a metà percorso di ciascuna frazione in linea. I traguardi vengono suddivisi in cinque tipologie – traguardi intermedi, traguardi finali di tappe pianeggianti, accidentate o di montagna, traguardi finali delle cronometro individuali – e ogni tipologia prevede l'assegnazione di un determinato numero di punti per ciascun piazzato: nella fattispecie il numero dei punti assegnati è maggiore nelle tappe pianeggianti, al fine di premiare i velocisti, e minore nelle tappe montuose.

In caso di arrivo a pari merito, il numero di tappe vinte determina chi indosserà la maglia verde, poi il numero di traguardi intermedi vinti e infine la posizione nella classifica generale. La classifica a punti venne introdotta nel 1953, per ricordare il cinquantesimo anniversario dalla prima edizione; la graduatoria venne denominata Grand Prix du Cinquentenaire e vinta dallo svizzero Fritz Schär. Il primo sponsor fu "La Belle Jardinière", quello attuale è "Pari Mutuel Urbain", una compagnia di scommesse.[54]

Peter Sagan ha il record di successi, avendo indossato per sette volte questa maglia all'arrivo a Parigi, record in precedenza appartenuto al tedesco Erik Zabel (sei volte).

Classifica degli scalatori modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica scalatori (Tour de France).
 
Maglia a pois

Il leader della classifica degli scalatori veste la maglia bianca con pois rossi (maillot à pois rouges). Sulla vetta delle colline e delle montagne percorse sono in genere posti dei traguardi intermedi in cui ai primi a transitare vengono assegnati dei punti in base al piazzamento. I traguardi sono suddivisi in cinque tipologie, Hors Catégorie ("fuori categoria"), prima, seconda, terza e quarta categoria, a seconda della difficoltà della salita di accesso. La difficoltà è stabilita in base alla ripidezza dell'ascesa, della sua lunghezza e della sua posizione lungo la frazione. Vengono quindi assegnati più punti sui traguardi di Hors Catégorie, meno su quelli di quarta categoria. Peraltro, se una tappa si conclude con un traguardo Hors Catégorie, i punti su quel traguardo vengono raddoppiati.

Il miglior scalatore fu eletto per la prima volta nel 1933, ma i premi vennero assegnati a partire dall'edizione successiva, mentre la maglia a pois fu introdotta nel 1975.[54] La particolare cromia venne imposta dallo sponsor dell'epoca, l'azienda di cioccolato Poulain. Il francese Richard Virenque ha vinto questa speciale classifica sette volte, seguito dallo spagnolo Federico Bahamontes e il belga Lucien Van Impe con sei successi a testa.

Classifica dei giovani modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica giovani (Tour de France).

Il leader della classifica riservata ai giovani indossa la maglia bianca (maillot blanc). Si tratta di una classifica a tempi, sul modello della classifica generale, in cui però concorrono soltanto i ciclisti aventi un'età minore di 25 anni il 1º gennaio dell'anno in cui si tiene la corsa.

Classifica a squadre modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica a squadre (Tour de France).

I ciclisti appartenenti al team leader nella classifica a squadre indossano un dorsale con il numero di gara stampato in nero su giallo (dossard jaune). La graduatoria viene calcolata sommando il tempo dei tre migliori ciclisti di una squadra in ogni tappa e cumulandolo con il tempo fino alla tappa precedente. Non vi è mai stata una maglia particolare, ma dal 2006 i ciclisti della squadra leader vestono un numero stampato su fondo giallo, e il casco giallo. Questa classifica esiste sin dalla prima edizione e la squadra con più successi è la Alcyon, che la vinse dal 1909 al 1912 e dal 1927 al 1929. Le migliori squadre nazionali sono Francia e Belgio, con 10 vittorie ciascuna.[54]

Premio della combattività modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Premio della Combattività (Tour de France).

Dal 2023 il ciclista più combattivo di ogni tappa indossa, il giorno seguente, un dorsale con il numero di gara stampato in nero su beige (dossard beige); dal 1998 al 2022 indossava un dorsale con il numero di gara stampato in bianco su rosso (dossard rouge). Il premio va quotidianamente al corridore più attivo della tappa, a colui che quel giorno si è distinto per la tenacia e la generosità, di solito tra quelli che tentano, e animano, le fughe. Non viene assegnato nelle tappe a cronometro. Un premio finale, quello di Supercombattivo, va anche al corridore più aggressivo di tutto il Tour.

Il trofeo venne assegnato per la prima volta nel 1956, e fino al 2002 venne organizzato nella forma di classifica. Dal 2003 è una giuria specializzata composta da otto membri a determinare quotidianamente i vincitori. Già nel 1908, comunque, venne assegnato una sorta di premio della combattività, quando Sports Populaires e L'Education Physique crearono Le Prix du Courage, 100 franchi e una medaglia d'argento per «il corridore che ha finito la corsa, anche se non piazzato, che si è particolarmente distinto per le energie spese».[52][55]

Classifiche non più in uso modifica

Classifica degli sprint intermedi modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica sprint (Tour de France).

Dal 1966 al 1989 venne stilata la classifica degli sprint intermedi. In ogni tappa venivano assegnati punti ai tre ciclisti che per primi transitavano sui traguardi intermedi; questi sprint assegnavano anche punti per la classifica a punti e bonus per la graduatoria generale. Introdotta nel 1966 come classifica dei "punti caldi", venne abolita nel 1989 e accorpata nella classifica a punti.[56] Il simbolo distintivo del leader, la maglia rossa (maillot rouge), venne assegnato per sei edizioni, dal 1984 al 1989.

Classifica combinata modifica

 
  Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica combinata (Tour de France).

Dal 1968 al 1974, dal 1980 al 1982 e dal 1985 al 1989 venne stilata anche una classifica combinata, assegnata in base ad un sistema che tramutava in punti il piazzamento di ciascun corridore nelle altre classifiche (generale, a punti, scalatori e, dal 1984 al 1989, anche sprint). Il leader risultava essere il ciclista la cui somma dei punti era minore; questi vestiva inizialmente una maglia bianca, poi, dal 1985 al 1989, una maglia multicolore (maillot combiné), il cui design era un patchwork con aree colorate a rappresentare la livrea di ognuna delle altre quattro maglie.

Percorso modifica

 
Esempio di percorso del Tour (1953)

Il Tour in origine percorreva il perimetro della Francia, con tappe molto lunghe, che si sviluppavano anche in notturna; tuttavia già della seconda edizione, del 1904, le tappe notturne furono abbandonate poiché si verificarono continui brogli, visto che i giudici di gara non riuscivano a vedere i corridori, i quali molto spesso si avvantaggiavano mediante uso di treni.[57] Questa decisione ridusse la distanza di ogni tappa e quella totale, ma la caratteristica fondamentale rimase la resistenza. Desgrange disse che la sua corsa ideale era talmente dura che un solo corridore sarebbe dovuto arrivare a Parigi.[58]

Dalla forma che il percorso assume, una specie di grande ricciolo che gira attorno al paese fino a giungere a Parigi, è nato il soprannome di Grande Boucle (Grande Ricciolo). Negli anni '60, un susseguirsi di scandali legati al doping, culminati nella morte di Tom Simpson nel 1967, indisse l'Union Cycliste Internationale a limitare le distanze parziali e totale e introdurre dei giorni di riposo. Divenne poi impossibile seguire la linea di frontiera e il percorso aumentò gli zig-zag attraverso il paese. Il Tour moderno ha 21 tappe, interrotte da due giorni di riposo, per un totale di 3 000-4000 km. Il più corto fu quello del 1904 con 2420 km, il più lungo quello del 1926 con 5745 km. L'itinerario e i luoghi sede di tappa cambiano di anno in anno, con unica eccezione Parigi dove sugli Champs-Élysées, dal 1975 è situato il traguardo. Già dalle prime edizioni, ci sono state tappe che hanno sconfinato oltre i confini della Francia e dal 1954 il Tour qualche volta è addirittura iniziato all'estero (finora in Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Inghilterra, Lussemburgo, Irlanda, Monaco, Danimarca).

Montagne modifica

 
Il profilo dell'Alpe d'Huez, salita storica del Tour.
  Le singole voci sono elencate nella Categoria:Salite ciclistiche in Francia.

La corsa si decide spesso nelle tappe di montagna, anche se non mancano tradizionalmente lunghe tappe a cronometro. Alcuni passi e vette su cui spesso passa il Tour hanno acquisito nel corso degli anni un fascino quasi mitico sulle Alpi e sui Pirenei che sono punti fissi del Tour e a volte anche sul Massiccio Centrale e sui Vosgi.

Alcune tra le montagne più famose del Tour sono il Colle del Tourmalet (2.114 m sui Pirenei) che nell'anno 1910 fu la prima alta montagna ad essere scalata, il Colle del Galibier (2.645 m nelle Alpi) inserito nella corsa l'anno successivo, il Colle dell'Izoard (2.361 m nelle Alpi) e il mont Ventoux (1.909 m in Provenza) nel cui paesaggio calcareo e desolato il Tour passò per la prima volta nel 1951.

 
Il Mont Ventoux

A queste montagne bisogna aggiungere il Puy de Dôme e la scalata alla stazione di sci alpino dell'Alpe d'Huez i cui leggendari 21 tornanti, ciascuno dei quali è dedicato ad un ciclista vincitore su quella montagna, portano al traguardo a 1.850 metri, affrontata per la prima volta nel 1952 e quasi sempre presente dal 1976, il Colle della Madeleine.

Altri passi e salite importanti sono il Col de l'Iseran, il Colle dell'Agnello, il Colle e la Cima della Bonette (punto più elevato mai raggiunto dalla competizione[59]), il Colle della Maddalena, il Col de Vars, il Col de Joux Plane, la salita di Courchevel sulle Alpi, il Col de Peyresourde, il Colle d'Aubisque, il Col d'Aspin, il Col de Portet d'Aspet, la salita di Lourdes-Hautacam e la salita di Andorra-Arcalís sui Pirenei.

Albo d'oro modifica

Aggiornato all'edizione 2023.[60]

Jonas VingegaardTadej PogačarEgan BernalGeraint ThomasVincenzo NibaliChris FroomeBradley WigginsCadel EvansAndy SchleckCarlos SastreAlberto ContadorÓscar PereiroMarco PantaniJan UllrichBjarne RiisMiguel InduráinPedro DelgadoStephen RocheGreg LeMondLaurent FignonJoop ZoetemelkBernard HinaultLucien van ImpeBernard ThévenetLuis OcañaEddy MerckxJan JanssenRoger PingeonLucien AimarFelice GimondiGastone NenciniFederico BahamontesCharly GaulJacques AnquetilRoger WalkowiakLouison BobetHugo KobletFerdinand KublerFausto CoppiJean RobicSeconda guerra mondialeGino BartaliRoger LapébieSylvère MaesRomain MaesGeorges SpeicherAntonin MagneAndré LeducqMaurice de WaeleNicolas FrantzLucien BuysseOttavio BottecchiaHenri PélissierLéon ScieurFirmin LambotPrima guerra mondialePhilippe ThysOdile DefrayeGustave GarrigouOctave LapizeFrançois FaberLucien Petit-BretonRené PottierLouis TrousselierHenri CornetMaurice Garin
Anno Vincitore Secondo Terzo
1903   Maurice Garin   Lucien Pothier   Fernand Augereau
1904   Henri Cornet   Jean-Baptiste Dortignacq   Aloïs Catteau
1905   Louis Trousselier   Hippolyte Aucouturier   Jean-Baptiste Dortignacq
1906   René Pottier   Georges Passerieu   Louis Trousselier
1907   Lucien Petit-Breton   Gustave Garrigou   Émile Georget
1908   Lucien Petit-Breton   François Faber   Georges Passerieu
1909   François Faber   Gustave Garrigou   Jean Alavoine
1910   Octave Lapize   François Faber   Gustave Garrigou
1911   Gustave Garrigou   Paul Duboc   Émile Georget
1912   Odile Defraye   Eugène Christophe   Gustave Garrigou
1913   Philippe Thys   Gustave Garrigou   Marcel Buysse
1914   Philippe Thys   Henri Pélissier   Jean Alavoine
1915-1918 Non disputato a causa della prima guerra mondiale
1919   Firmin Lambot   Jean Alavoine   Eugène Christophe
1920   Philippe Thys   Hector Heusghem   Firmin Lambot
1921   Léon Scieur   Hector Heusghem   Honoré Barthélémy
1922   Firmin Lambot   Jean Alavoine   Félix Sellier
1923   Henri Pélissier   Ottavio Bottecchia   Romain Bellenger
1924   Ottavio Bottecchia   Nicolas Frantz   Lucien Buysse
1925   Ottavio Bottecchia   Lucien Buysse   Bartolomeo Aymo
1926   Lucien Buysse   Nicolas Frantz   Bartolomeo Aymo
1927   Nicolas Frantz   Maurice Dewaele   Julien Vervaecke
1928   Nicolas Frantz   André Leducq   Maurice Dewaele
1929   Maurice Dewaele   Giuseppe Pancera   Jef Demuysere
1930   André Leducq   Learco Guerra   Antonin Magne
1931   Antonin Magne   Jef Demuysere   Antonio Pesenti
1932   André Leducq   Kurt Stöpel   Francesco Camusso
1933   Georges Speicher   Learco Guerra   Giuseppe Martano
1934   Antonin Magne   Giuseppe Martano   Roger Lapébie
1935   Romain Maes   Ambrogio Morelli   Félicien Vervaecke
1936   Sylvère Maes   Antonin Magne   Félicien Vervaecke
1937   Roger Lapébie   Mario Vicini   Leo Amberg
1938   Gino Bartali   Félicien Vervaecke   Victor Cosson
1939   Sylvère Maes   René Vietto   Lucien Vlaemynck
1940-1946 Non disputato a causa della seconda guerra mondiale
1947   Jean Robic   Edouard Fachleitner   Pierre Brambilla
1948   Gino Bartali   Alberic Schotte   Guy Lapébie
1949   Fausto Coppi   Gino Bartali   Jacques Marinelli
1950   Ferdi Kübler   Stan Ockers   Louison Bobet
1951   Hugo Koblet   Raphaël Géminiani   Lucien Lazaridès
1952   Fausto Coppi   Stan Ockers   Bernardo Ruiz
1953   Louison Bobet   Jean Malléjac   Giancarlo Astrua
1954   Louison Bobet   Ferdi Kübler   Fritz Schär
1955   Louison Bobet   Jean Brankart   Charly Gaul
1956   Roger Walkowiak   Gilbert Bauvin   Jan Adriaensens
1957   Jacques Anquetil   Marcel Janssens   Adolf Christian
1958   Charly Gaul   Vito Favero   Raphaël Géminiani
1959   Federico Bahamontes   Henry Anglade   Jacques Anquetil
1960   Gastone Nencini   Graziano Battistini   Jan Adriaensens
1961   Jacques Anquetil   Guido Carlesi   Charly Gaul
1962   Jacques Anquetil   Joseph Planckaert   Raymond Poulidor
1963   Jacques Anquetil   Federico Bahamontes   José Pérez Francés
1964   Jacques Anquetil   Raymond Poulidor   Federico Bahamontes
1965   Felice Gimondi   Raymond Poulidor   Gianni Motta
1966   Lucien Aimar   Jan Janssen   Raymond Poulidor
1967   Roger Pingeon   Julio Jiménez   Franco Balmamion
1968   Jan Janssen   Herman Van Springel   Ferdinand Bracke
1969   Eddy Merckx   Roger Pingeon   Raymond Poulidor
1970   Eddy Merckx   Joop Zoetemelk   Gösta Pettersson
1971   Eddy Merckx   Joop Zoetemelk   Lucien Van Impe
1972   Eddy Merckx   Felice Gimondi   Raymond Poulidor
1973   Luis Ocaña   Bernard Thévenet   José Manuel Fuente
1974   Eddy Merckx   Raymond Poulidor   Vicente López Carril
1975   Bernard Thévenet   Eddy Merckx   Lucien Van Impe
1976   Lucien Van Impe   Joop Zoetemelk   Raymond Poulidor
1977   Bernard Thévenet   Hennie Kuiper   Lucien Van Impe
1978   Bernard Hinault   Joop Zoetemelk   Joaquim Agostinho
1979   Bernard Hinault   Joop Zoetemelk   Joaquim Agostinho
1980   Joop Zoetemelk   Hennie Kuiper   Raymond Martin
1981   Bernard Hinault   Lucien Van Impe   Robert Alban
1982   Bernard Hinault   Joop Zoetemelk   Johan van der Velde
1983   Laurent Fignon   Ángel Arroyo   Peter Winnen
1984   Laurent Fignon   Bernard Hinault   Greg LeMond
1985   Bernard Hinault   Greg LeMond   Stephen Roche
1986   Greg LeMond   Bernard Hinault   Urs Zimmermann
1987   Stephen Roche   Pedro Delgado   Jean-François Bernard
1988   Pedro Delgado   Steven Rooks   Fabio Parra
1989   Greg LeMond   Laurent Fignon   Pedro Delgado
1990   Greg LeMond   Claudio Chiappucci   Erik Breukink
1991   Miguel Indurain   Gianni Bugno   Claudio Chiappucci
1992   Miguel Indurain   Claudio Chiappucci   Gianni Bugno
1993   Miguel Indurain   Tony Rominger   Zenon Jaskuła
1994   Miguel Indurain   Pëtr Ugrjumov   Marco Pantani
1995   Miguel Indurain   Alex Zülle   Bjarne Riis
1996   Bjarne Riis   Jan Ullrich   Richard Virenque
1997   Jan Ullrich   Richard Virenque   Marco Pantani
1998   Marco Pantani   Jan Ullrich   Bobby Julich
1999[23] Non attribuito[61]   Alex Zülle   Fernando Escartín
2000[23] Non attribuito[61]   Jan Ullrich   Joseba Beloki
2001[23] Non attribuito[61]   Jan Ullrich   Joseba Beloki
2002[23] Non attribuito[61]   Joseba Beloki   Raimondas Rumšas
2003[23] Non attribuito[61]   Jan Ullrich   Aleksandr Vinokurov
2004[23] Non attribuito[61]   Andreas Klöden   Ivan Basso
2005[23] Non attribuito[61]   Ivan Basso Non attribuito[62]
2006   Óscar Pereiro[63]   Andreas Klöden   Carlos Sastre
2007   Alberto Contador   Cadel Evans Non attribuito[64]
2008   Carlos Sastre   Cadel Evans   Denis Men'šov[65]
2009   Alberto Contador   Andy Schleck   Bradley Wiggins[61]
2010   Andy Schleck[66]   Samuel Sánchez[67]   Jurgen Van Den Broeck
2011   Cadel Evans   Andy Schleck   Fränk Schleck
2012   Bradley Wiggins   Chris Froome   Vincenzo Nibali
2013   Chris Froome   Nairo Quintana   Joaquim Rodríguez
2014   Vincenzo Nibali   Jean-Christophe Péraud   Thibaut Pinot
2015   Chris Froome   Nairo Quintana   Alejandro Valverde
2016   Chris Froome   Romain Bardet   Nairo Quintana
2017   Chris Froome   Rigoberto Urán   Romain Bardet
2018   Geraint Thomas   Tom Dumoulin   Chris Froome
2019   Egan Bernal   Geraint Thomas   Steven Kruijswijk
2020   Tadej Pogačar   Primož Roglič   Richie Porte
2021   Tadej Pogačar   Jonas Vingegaard   Richard Carapaz
2022   Jonas Vingegaard   Tadej Pogačar   Geraint Thomas
2023   Jonas Vingegaard   Tadej Pogačar   Adam Yates

Statistiche modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche del Tour de France.

Vittorie per nazione modifica

Aggiornato al 2023

Pos. Nazione Vittorie (Vincitori)
1   Francia 36 (21)
2   Belgio 18 (10)
3   Spagna 12 (7)
4   Italia 10 (7)
5   Regno Unito 6 (3)
6   Lussemburgo 5 (4)
7   Stati Uniti 3 (1)
  Danimarca 3 (2)
8   Paesi Bassi 2 (2)
  Svizzera 2 (2)
  Slovenia 2 (1)
11   Australia 1 (1)
  Colombia 1 (1)
  Germania 1 (1)
  Irlanda 1 (1)

Vincitori modifica

Sono i francesi, con 36 vittorie, ad essersi aggiudicati il Tour per più volte. Segue il Belgio con 18, poi distanziate Spagna a 12, Italia a 10, Lussemburgo a 5; seguono Stati Uniti e Gran Bretagna a 3, poi Paesi Bassi, Slovenia e Svizzera a 2 e per finire Australia, Danimarca, Germania, Irlanda e Colombia con un successo a testa[68].

L'ultima vittoria di un ciclista belga risale al 1976 vinto da Lucien Van Impe, quella di un francese al 1985, quando Bernard Hinault si impose per la quinta e ultima volta. Da quel momento una serie di nuove nazioni ha scritto il proprio nome nell'albo d'oro: nel 1986 il primo statunitense, nel 1987 il primo irlandese, nel 1996 il primo danese e nel 1997 il primo tedesco. Nel 2011 si è imposto il primo australiano; nel 2012 e nel 2013 sono arrivate le prime vittorie di ciclisti britannici e nel 2020 la prima vittoria di un corridore sloveno[68].

Quattro corridori hanno ottenuto cinque vittorie:

Un solo corridore ha ottenuto quattro successi:

Tre corridori hanno ottenuto tre successi:

Il più giovane vincitore del Tour de France è il francese Henri Cornet, che vinse l'edizione 1904 a 19 anni. Il successivo è lo sloveno Tadej Pogačar, che nel 2020 ha vinto la gara a 21 anni e 364 giorni. Il più vecchio vincitore è invece il belga Firmin Lambot, trentaseienne nel 1922. I successivi sono il francese Henri Pélissier (1923), l'australiano Cadel Evans (2011) e l'italiano Gino Bartali (1948), tutti e tre trentaquattrenni. Lo stesso Gino Bartali detiene il più lungo tempo tra due vittorie, avendo vinto la prima volta nel 1938 e l'ultima nel 1948, a dieci anni di distanza.

Classifiche accessorie modifica

Un corridore ha vinto la classifica a punti sette volte:

Un corridore è stato "Re della Montagna" sette volte:

Due corridori sono stati "Re della Montagna" sei volte:

Un corridore ha vinto la classifica giovani quattro volte:

Due corridori hanno vinto la classifica giovani tre volte:

  •   Jan Ullrich nel 1996, 1997, 1998. In questi anni comunque la classifica non aveva una maglia particolare.
  •   Andy Schleck nel 2008, 2009, 2010.

Un corridore è stato "Re della Montagna", vincitore della classifica a punti e del Tour nello stesso anno:

  •   Eddy Merckx nel 1969. Merckx avrebbe vinto anche il premio come miglior giovane se fosse esistito.

I corridori con più partecipazioni al Tour de France sono lo statunitense George Hincapie e l'australiano Stuart O'Grady, con diciassette presenze ciascuno; seguono in questa graduatoria il tedesco Jens Voigt e l'olandese Joop Zoetemelk, con sedici presenze. Nella fattispecie Zoetemelk concluse tutti e sedici i Tour cui prese parte, e dodici volte si piazzò tra i primi dieci della classifica generale.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/102003487
  2. ^ (EN) Weber, Eugen (2003), prefazione a "Tour de France: 1903-2003", edizioni Dauncey, Hugh & Hare, Geoff, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p. xi
  3. ^ Boeuf, Jean-Luc e Léonard, Yves (2003); La République de Tour de France, Seuil, France
  4. ^ Weber, p. xi.
  5. ^ (FR) Boeuf, Jean-Luc, & Léonard, Yves (2003), La République du Tour de France, Seuil, France, p23
  6. ^ (EN) Nicholson, Geoffrey (1991) Le Tour, the rise and rise of the Tour de France, Hodder and Stoughton, UK
  7. ^ (FR) coll., Tour de France, 100 ans, 1903-2003, Paris, L'Équipe, 2003, p.16-17
  8. ^ (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p16
  9. ^ a b c d e (EN) Les Woodland, The Yellow Jersey Companion to the Tour de France, Londra, Yellow Jersey Press, 2003.
  10. ^ a b (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p20
  11. ^ (EN) Dauncey, Hugh and Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p64
  12. ^ (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p15
  13. ^ (FR) Ibid
  14. ^ (EN) Dauncey, Hugh & Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p13
  15. ^ a b (EN) Nicholson, Geoff (1991), "Le Tour: the rise and rise of the Tour de France", Hodder and Stoughton, UK, ISBN 0-340-54268-3, p44
  16. ^ (EN) Woodland, Les (2000), The Unknown Tour de France, Cycle Resources, USA, p28
  17. ^ (FR) Chany, Pierre (1997) La Fabuleuse Histoire du Tour de France, La Martinière, France, ISBN 978-2-7324-2353-1, p21
  18. ^ a b Dauncey, Hugh & Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p131
  19. ^ (FR) Chany, Pierre (1997) La Fabuleuse Histoire du Tour de France, La Martinière, France, ISBN 978-2-7324-2353-1, p26
  20. ^ (EN) Bell, Adrian (ed) (2003), Golden Stages, Mousehold Press, UK, ISBN 1-874739-28-5, p3
  21. ^ (EN) Torelli's History of the Tour de France: the 1930s or, All They Wanted To Do Was to Sell a Few More Newspapers, su bikeraceinfo.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  22. ^ Articolo in inglese con i dettagli della vicenda e il commento di Riis - Riis reinserito come vincitore del Tour Archiviato il 3 giugno 2009 in Internet Archive.
  23. ^ a b c d e f g h Il 26 ottobre 2012 l'UCI, preso atto dei risultati dell'inchiesta della USADA relativa all'uso di sostanze dopanti da parte di Armstrong e di diversi altri ciclisti, stabilì la non alterabilità di tutte le classifiche generali, così come delle vittorie di tappa, relative a tutti gli eventi sportivi inerenti al periodo 1998-2005. La stessa UCI dispose quindi la non riassegnazione di tutte le vittorie o dei piazzamenti conseguiti dagli atleti squalificati per doping nel periodo sopra menzionato. Cfr. (EN) Brian Homewood, No winner for 1999-2005 Tours, says UCI, in Reuters.com, 26 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2015). (EN) UCI to leave Tour de France winner list blank from 1999-2005, in Ctvnews.ca, 26 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015.
  24. ^ McGann, Bill and Carol (2006), The Story of the Tour de France, Dogear, USA
  25. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p7
  26. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, 9
  27. ^ La formula usata nel 1905 fu una combinazione di tempi e punti. I corridori avevano punti che venivano dedotti per ogni cinque secondi persi. Desgrange trovò problemi in entrambi i metodi di giudizio. Per tempi, un corridore con problemi meccanici - che le regole lo obbligavano e riparare da solo - poteva perdere molto tempo e giocarsi l'intera gara. Allo stesso modo, i corridori potevano finire molto distanziati tra loro, e i tempi persi o guadagnati in uno o due giornipotevao decidere l'intera corsa. Giudicando per punti venivano rimosse le differenze abissali nei tempi, ma si scoraggiavano i corridori ad impegnarsi. Non vi erano infatti differenze se finivano velocemente o lentamente, separati da ore e secondi, così erano inclini a gareggiare insieme ad una lenta andatura, giocandosi solo i piazzamenti finali che avrebbero attribuito loro i punti.
  28. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p13
  29. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p50
  30. ^ McGann, Bill and Carol (2006), The Story of the Tour de France, Dog Ear, USA, p84
  31. ^ a b Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, p30
  32. ^ Tour de France, 100 ans, 1903-2003, L'Équipe, France, 2003, p182
  33. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p55
  34. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p112
  35. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p55
  36. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p59
  37. ^ Nicholson, Geoffrey (1991), Le Tour, Hodder and Stoughton, UK, p50
  38. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p60
  39. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p126
  40. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p62
  41. ^ a b c d e f g h i Goddet, Jacques (1991) L'Équipée Belle, Robert Laffont, France
  42. ^ Tour de France, 100 ans, 1903-2003, L'Équipe, France, 2003, p227
  43. ^ Bill McGann, Carol McGann, The Story of the Tour de France:1903-1964, Dog Ear Publishing, 2006, ISBN 1-59858-180-5. URL consultato il 2 luglio 2008.
  44. ^ Boeuf, Jean-Luc and Léonard, Yves (2003), La République du Tour de France, Seuil, France
  45. ^ Libération, France, 4 July 2003.
  46. ^ (EN) Cycling Revealed – Tour de France Timeline, su cyclingrevealed.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  47. ^ Hugh Dauncey, Geoff Hare, The Tour de France, 1903-2003: A Century of Sporting Structures, Meanings and Values, Routledge, 2003 [2003], ISBN 0-7146-5362-4. URL consultato il 2 luglio 2008.
  48. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, p69
  49. ^ Dauncey, Hugh and Hare, Geoff (2003), eds The Tour de France 1903-2003, Routledge (USA), ISBN 978-0-7146-5362-4, p37
  50. ^ (FR) Augendre, Jacques: Tour de France, panorama d'un siècle, Soc. du Tour de France, 1996, p19
  51. ^ (FR) Chany, Pierre (1997) La Fabuleuse Histoire du Tour de France, Ed. de la Martinière, France.
  52. ^ a b (EN) Woodland, Les (2007), Yellow Jersey Guide to the Tour de France, Yellow Jersey, UK, ISBN 978-0-224-08016-3, p96
  53. ^ a b (EN) Woodland, Les (2007), Yellow Jersey Guide to the Tour de France, Yellow Jersey, UK, ISBN 978-0-224-08016-3, p202
  54. ^ a b c (EN) Woodland, Les (2007), Yellow Jersey Guide to the Tour de France, Yellow Jersey, UK, ISBN 978-0-224-08016-3, p203
  55. ^ (EN) Christopher S. Thompson, The Tour de France, University of California Press, 2006, p. 40, ISBN 0-520-24760-4. URL consultato il 24 maggio 2010.
  56. ^ (EN) The Tour de France, su BBC H2G2, BBC. URL consultato il 9 luglio 2007.
  57. ^ Seray, Jacques (1994), 1904, The Tour de France which as to be the last, Buonpane Publications, USA
  58. ^ Professional Cycling Palmarès Site | Tour de France: 1924, su homepage.ntlworld.com, 4 aprile 2001. URL consultato il 18 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2008).
  59. ^ (EN) Ellis Bacon, Col de la Bonette, su cyclist, 15 marzo 2016. URL consultato il 19 settembre 2021.
  60. ^ (FR) Tour de France (Fra), su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 21 luglio 2013.
  61. ^ a b c d e f g h Il 22 ottobre 2012 l'UCI riconosce la sanzione imposta dall'USADA a Lance Armstrong, accusato di aver utilizzato sostanze dopanti durante la sua permanenza alla US Postal Service, e conferma di fatto la cancellazione dei suoi piazzamenti e delle vittorie dall'agosto del 1998 fino al termine della carriera. Cfr. (EN) Laura Weislo, USADA's reasoned decision on Lance Armstrong follows the money trail, in Cyclingnews.com, 10 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012. (EN) The UCI recognises USADA decision in Armstrong case, in Uci.ch, 22 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2013). (EN) UCI backs stripping Lance Armstrong of Tour de France wins, in Usatoday.com, 22 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012. Il 26 ottobre la stessa UCI ufficializza la decisione di non attribuire ad altri corridori le vittorie ottenute dallo statunitense e nemmeno di modificare i piazzamenti degli altri corridori. Cfr. (EN) Press release: UCI takes decisive action in wake of Lance Armstrong affair, in Uci.ch, 26 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2012).
  62. ^ Il 9 febbraio 2012 il TAS/CAS in un arbitrato tra Ullrich e l'UCI ha dato ragione a quest'ultima circa le accuse di doping rivolte al corridore in seguito all'Operazione Puerto, squalificando retroattivamente Ullrich per due anni e revocando tutti i titoli vinti dal 1º maggio 2005 al suo ritiro. Si veda Court of Arbitration for Sport, Jan Ullrich found guilty... (PDF), su tas-cas.org, 9 febbraio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2012).
  63. ^ La vittoria finale del Tour era andata allo statunitense Floyd Landis, che perse il titolo a causa di positività al testosterone, confermata dall'Agenzia Antidoping USA. L'UCI quindi assegnò la vittoria al secondo classificato, lo spagnolo Oscar Pereiro Sio. Si veda Landis, l'ultima condanna Addio al Tour del 2006, in gazzetta.it, 30 giugno 2008. URL consultato il 17 febbraio 2010.
  64. ^ Levi Leipheimer fu squalificato nell'ottobre 2012 dalla USADA dal 1º settembre 2012 al 1º marzo 2013 per uso di sostanze dopanti nel corso della sua militanza nelle seguenti squadre: US Postal Service, Rabobank, Gerolsteiner e Discovery Channel. L'agenzia antidoping americana gli revocò inoltre tutti i risultati sportivi conseguiti dal 1º giugno 1999 al 30 luglio 2006 e dal 7 al 29 luglio 2007, compreso il terzo posto al Tour de France 2007. Cfr. (EN) Daniel Benson, Six former Armstrong USPS teammates receive bans from USADA, in Cyclingnews.com, 10 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015.
  65. ^ In seguito alla squalifica di Bernhard Kohl per doping, all'austriaco sono stati annullati i risultati ottenuti al Tour de France 2008.
  66. ^ In seguito alla squalifica di Contador per doping, in base alla sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport, allo spagnolo sono stati annullati i risultati ottenuti al Tour de France 2010. Si veda (EN) Press release: CAS decision in Contador case, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012)., (EN) Alberto Contador case: the consequences of the CAS ruling, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012). La vittoria fu dunque assegnata ad Andy Schleck, secondo nella classifica generale. Si veda al riguardo (EN) Results Tour de France (FRA/HIS) - 2010, in Uci.ch. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).
  67. ^ Il 12 luglio 2014 Denis Men'šov è stato squalificato per due anni (fino al 9 aprile 2015) per irregolarità nel suo passaporto biologico riscontrate nel corso delle edizioni del Tour del 2009, 2010 e 2012. In seguito a tali irregolarità il corridore russo è stato squalificato nelle tre edizioni della corsa francese e, per l'edizione 2010 dove era arrivato in origine terzo, ha perso il secondo posto ottenuto dopo la squalifica di Contador (v. Athlete sanctions press release, su uci.ch, UCI, 12 luglio 2014. URL consultato il 25 luglio 2014.). Samuel Sánchez, in origine quarto, è stato classificato dall'UCI al secondo posto e il belga Jurgen Van Den Broeck al terzo (v. Passaporto biologico, due anni di squalifica per Denis Menchov: il russo perde il podio al Tour 2010, in Cicloweb.it, 12 luglio 2014. URL consultato il 25 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).)
  68. ^ a b (FR) The records - Victories per nation, su letour.fr, www.letour.fr. URL consultato il 28 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).

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