Cafu
Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafu (San Paolo, 7 giugno 1970), è un ex calciatore brasiliano, di ruolo difensore.
Cafu | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Cafu nel 2019 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Brasile | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 176 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 75 kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Difensore | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 18 maggio 2008 - giocatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Statistiche aggiornate al 18 maggio 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Soprannominato Il Pendolino dai tifosi della Roma[4], è considerato uno dei più forti terzini destri di sempre.[5][6]
Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1989 al San Paolo e successivamente proseguita tra Real Saragozza, Palmeiras, Roma e Milan, ha vinto numerosi titoli a livello internazionale, tra i quali spiccano due Coppe Libertadores, una UEFA Champions League, due Supercoppe UEFA e tre titoli mondiali per club.
È uno degli unici tre calciatori della storia, insieme a Ronaldinho e Dida, ad essere riuscito a conquistare, almeno una volta, Campionato mondiale di calcio, Coppa Libertadores, Copa América, Confederations Cup e UEFA Champions League.
È primatista assoluto di presenze con la maglia della nazionale brasiliana, con la quale vanta un quinquennio da capitano (2002-2006), 142 presenze e 5 gol[3]. Si è laureato per due volte campione del mondo, nel 1994 e nel 2002, per due volte campione d'America nel 1997 e nel 1999 e per una volta vincitore della Confederations Cup nel 1997.
A livello individuale è l'unico giocatore nella storia del calcio ad aver disputato consecutivamente tre finali del campionato del mondo[7]. Nel 1994 è stato nominato calciatore sudamericano dell'anno. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della federazione. Nel 2009 è stato inserito nella "squadra ideale del decennio" dal Sun[8]. Nel 2013 è stato incluso nella formazione più forte della storia da parte della rivista World Soccer[9]. Nel 2014 è stato inserito dal quotidiano inglese The Guardian nella lista dei 30 migliori calciatori che «hanno lasciato un segno» nella storia dei campionati del mondo[10]. Il suo nome figura sia nella Hall of Fame ufficiale della Roma sia in quella del Milan[11][12]. Nel 2020 è stato inserito da France Football nel Dream Team del Pallone d'oro come miglior terzino destro della storia del calcio.[13] È stato inoltre ambasciatore del Mondiale del 2022 disputato in Qatar.[14]
Biografia
modificaCresciuto in una famiglia disagiata, nel quartiere di Jardim Irene, intraprende molto presto il cammino verso la carriera calcistica con il soprannome di Cafu, in onore dell'ala brasiliana Cafuringa, idolo del padre.[15] Nel 1999, mentre giocava per la Roma, intraprese gli studi in economia presso l'European School of Economics della capitale.[16]
Rimasto coinvolto nello scandalo dei passaporti del 2001[17], fu condannato a 9 mesi con la condizionale[18]: rinviato a giudizio nel 2004, assieme al presidente Franco Sensi[19], venne infine assolto nel 2006.[20]
Il primogenito Danilo è morto il 4 settembre 2019 all'età di trent'anni, colto da infarto durante una partita.[21][22][23]
Caratteristiche tecniche
modificaEra un terzino destro di spinta, dotato di grande velocità e abilità nel cross,[24] caratteristiche che lo rendevano estremamente efficace nelle sue incursioni offensive.[25][26][27][28][29] Nella sua lunga carriera ha ricoperto anche ruoli più avanzati,[30] come l'esterno di centrocampo in un 3-5-2[31][32] e l'ala destra in un 3-3-3-1[33][34][35].
Carriera
modificaClub
modificaInizi e San Paolo
modificaEntrò in gioventù nel vivaio del Nacional, per poi passare a quelli della Portuguesa e dell'Itaquaquecetuba[30]. Nei primi anni 1980 venne rifiutato dalle giovanili di varie squadre, come il Corinthians, il Palmeiras e l'Atletico Mineiro, fino a quando, nel 1988, entrò nelle giovanili del San Paolo[36], con cui vinse il torneo giovanile della Coppa San Paolo[37].
Esordì in prima squadra e nella Série A brasiliana per sostituire l'infortunato terzino destro Zé Teodoro[30]. A 19 anni divenne titolare, grazie a Telê Santana che ne individuò le ottime doti e dunque non esitò a promuoverlo[38]. In quel periodo si formò come terzino destro, ma giocò diverse partite anche da centrocampista e a volte addirittura da attaccante, risultando sempre il migliore, e perfino il capocannoniere della squadra[38]. Tra il 1989 e il 1993 conquistò un campionato brasiliano (1991), due Coppe Libertadores nel 1992 e nel 1993, e negli stessi anni, la Coppa Intercontinentale rispettivamente contro il Barcellona e il Milan[30][37][38]. Nel 1994 fu nominato Calciatore sudamericano dell'anno.
Real Saragozza e Palmeiras
modificaNel gennaio 1995, fresco Campione del Mondo con il Brasile, si trasferì in Spagna al Real Saragozza, con cui vinse la Coppa delle Coppe. Con il club spagnolo disputò un totale di 19 partite.
Nel maggio 1995 la Parmalat acquistò il cartellino del giocatore per poterlo inserire nella rosa del Palmeiras. Tuttavia, per evitare una possibile ammenda da parte del San Paolo, che al momento della cessione del giocatore aveva inserito una clausola che gli impediva di ritornare subito in Brasile a giocare per un'altra delle maggiori squadre pauliste, la società lo tesserò dalla Juventude, altra squadra che sponsorizzava, con cui Cafu disputò solo due partite[30][39]. Nel successivo mese di giugno si trasferì dalla Juventude al Palmeiras, con cui giocò due anni sotto la guida di Vanderlei Luxemburgo, uno fra i più bravi allenatori brasiliani, vincendo il titolo di campione paulista nel 1996 e continuando a migliorarsi sul piano tattico[38].
Roma
modificaNegli anni 1990 Falcao fu consultato dalla Roma per delle consulenze su Cafu e Zago fornendo in entrambi i casi delle relazioni favorevoli[40]. Nel 1997 il terzino brasiliano fu acquistato dalla società giallorossa per 13 miliardi di lire[41][42][43].
Esordì in Serie A in Empoli-Roma (1-3), prima giornata del campionato 1997-1998. Dal punto di vista tecnico e tattico, dimostrò di essere compatibile con i rigidi schemi dell'allenatore boemo Zdeněk Zeman, fautore di un gioco rapido e molto offensivo improntato sul 4-3-3, mostrandosi disposto al sacrificio e alla corsa[24]. Dopo solo un mese in Serie A era già considerato uno dei migliori stranieri del campionato[6][44] e i tifosi giallorossi lo ribattezzarono il Pendolino per la sua infaticabile corsa lungo la fascia destra, che lo portava di fatto a essere spesso un attaccante aggiunto [45].
L'11 aprile 1998 realizzò il suo primo gol in Serie A nella sconfitta all'Olimpico contro l'Inter (1-2)[46][47].
Con l'arrivo sulla panchina giallorossa del tecnico Fabio Capello la Roma adottò il modulo 3-5-2 e Cafu poté spostare ulteriormente il suo raggio d'azione nella trequarti avversaria [48]. Gli anni con Capello costituirono per Cafu un periodo di sempre maggiore responsabilità nella squadra giallorossa, sia dentro che fuori dal campo[49]. Il 3 ottobre 1999 realizzò la sua prima doppietta in Serie A nella vittoria per 1-3 contro la Fiorentina, sancendo dopo venti mesi la fine dell'imbattibilità interna dei viola[48].
Titolare inamovibile della Roma che vinse lo scudetto nel 2001[50], in quella stagione realizzò una delle giocate più famose della sua carriera, un triplo sombrero ai danni del biancoceleste e futuro Pallone d'Oro Pavel Nedvěd durante il derby della capitale Lazio-Roma del 17 dicembre 2000 vinto dai giallorossi 1-0 [51]. Nella stagione 2001-2002 aggiunse al suo palmarès la Supercoppa italiana[52] e nella stessa stagione esordì in UEFA Champions League contro il Real Madrid nella prima gara della fase a gironi[53]. In quella stagione fu spesso messo in ballottaggio con Panucci per il posto di titolare[54][55].
Il 13 marzo 2002 segnò all'Olimpico il suo primo gol in Champions, quello del pareggio contro il Galatasaray nella penultima gara della seconda fase a gironi[56].
Alla fine della stagione 2002-2003, chiusa dai giallorossi a metà classifica in campionato, la dirigenza capitolina decise di non rinnovargli il contratto, lasciandolo libero di accasarsi a parametro zero.[57].
Milan
modificaDopo aver rifiutato una sostanziosa offerta da parte del club giapponese dello Yokohama Marinos,[58][59][60] nell'estate del 2003 si accasò a parametro zero al Milan[61]. Andò così a rafforzare la difesa rossonera che già da un anno necessitava di un terzino destro naturale. Infatti, in quella posizione il tecnico Ancelotti fu quasi sempre costretto a impiegare prima Šimić[62] e poi Costacurta[63].
Accolto con iniziale scetticismo dalla tifoseria rossonera per la sua non più giovane età[64], Cafu cancellò immediatamente qualsiasi diffidenza diventando titolare e sfoggiando ottime prestazioni[65]. Esordì in maglia rossonera il 3 agosto 2003 nell'incontro valido per l'assegnazione della Supercoppa Italiana 2003 contro la Juventus, perso ai rigori. Il 29 agosto 2003 conquistò il primo trofeo con i rossoneri: la Supercoppa europea 2003 contro il Porto[66]. Il 21 dicembre realizzò invece il suo primo gol con la nuova maglia nella sconfitta casalinga per 1-2 contro l'Udinese[67]. Il 6 gennaio ritornò a Roma da avversario e fu accolto dai fischi della tifoseria giallorossa: «Mi aspettavo tutto - dichiarò il brasiliano - e nessun problema. Ai fischi non ho neanche fatto caso e non mi hanno affatto ferito. L'importante è aver vinto. Simili accoglienze nel calcio avvengono, fanno parte del gioco, non è facile per i tifosi accettare che un giocatore di spicco cambi maglia». Nella stessa partita, vinta dal Milan per 1-2,[68] uscì anticipatamente dal campo per un problema muscolare[69]. Il 2 maggio 2004 mise in bacheca il suo primo scudetto con i rossoneri (e il secondo personale) a due giornate dal termine del campionato grazie alla vittoria per 1-0 contro la Roma[70]. Con 41 presenze tra campionato e coppe risultò tra i giocatori più impiegati da Ancelotti.
L'arrivo di Stam nel mercato estivo del Milan all'inizio della stagione 2004-2005 costrinse Ancelotti a ridisegnare la difesa rossonera[71]. Cafu dichiarò che avrebbe lottato per un posto da titolare e che era disponibile a giocare anche in un ruolo più avanzato[72]. Il 21 agosto 2004, in occasione della Supercoppa italiana vinta contro la Lazio, esordì la nuova difesa rossonera con Cafu e Nesta riconfermati nei loro ruoli originari (terzino destro e difensore centrale), Maldini spostato sulla fascia sinistra e Stam nel ruolo di difensore centrale[73]. Nonostante questa fosse la difesa titolare, in più occasioni Ancelotti preferì lasciare Cafu in panchina e invertire i ruoli di Maldini e Stam da terzino sinistro e difensore centrale a difensore centrale e terzino destro[74] Il 24 novembre 2004 Cafu realizzò un assist per Kaká nella quinta giornata della fase a gironi di Champions League contro lo Šachtar[75] e giocò titolare a sorpresa (per via del forfait di Stam) l'ottavo di finale di andata contro il Manchester Utd, risultando uno dei migliori della sfida vinta dai rossoneri per 0-1[76]. Fu impiegato titolare anche nella storica finale di Champions persa contro il Liverpool ai rigori[77].
«Segnammo tre gol contro una delle squadre più preparate a livello tattico che io abbia mai incontrato e ci rilassammo. Quando subimmo le prime due reti avvertimmo lo schiaffo, poi dopo la terza non potevamo semplicemente credere ai nostri occhi. Una volta arrivati ai rigori, capii che era già persa[78].»
Il 25 luglio 2005, durante l'amichevole contro il Chelsea, Cafu si infortunò al ginocchio sinistro[79]. Il 20 novembre 2005, nella sfida di campionato contro la Fiorentina a Firenze, entrò nella ripresa per sostituire Stam e si infortunò nuovamente al medesimo ginocchio[80]. Fuori per più di due mesi ritornò titolare in Palermo-Milan (3-0)[81], dove risultò uno dei migliori nella delusione generale. Cafu raccontò in seguito che questo fu il periodo peggiore della sua avventura rossonera[82]. Gli infortuni calarono il suo rendimento e la malattia del padre non gli permetteva di entrare in campo con la giusta mentalità[83]. Nel mese di febbraio fu sottoposto a intervento in artroscopia in Brasile alla presenza dottor Massimilano Sala, il medico sociale del Milan[83]. Il recupero fu lungo e si concretizzò solo nel mese di aprile[84][85]. Ebbe così l'occasione di giocare, sebbene da subentrante, le due semifinali di andata e ritorno di Champions League contro il Barcellona che sancirono l'eliminazione del Milan dalla coppa[86][87].
Nella stagione 2006-2007 conquistò la UEFA Champions League contro il Liverpool, ma non scese in campo nella finale perché Ancelotti gli preferì il neoacquisto Oddo[88]. Le sue confortanti prestazioni di fine campionato convinsero la dirigenza rossonera a puntare ancora su di lui[89]. Nella stagione 2007-2008 visse un lungo ballottaggio con Oddo[90][91]. Il 31 agosto 2007, pur non scendendo in campo, vinse la Supercoppa europea contro il Siviglia[92]. Il 16 dicembre 2007 giocò gli ultimi minuti della finale di Coppa del mondo per club contro il Boca Juniors, che vide i rossoneri imporsi per 4-2[93]. Il 16 maggio 2008, nel corso della trasmissione televisiva Segni Particolari in onda su Milan Channel, Cafu e il connazionale Serginho annunciarono l'addio al Milan[94] e il giorno seguente Cafu scrisse una lettera aperta per salutare i suoi tifosi[95]. Il 18 maggio giocò la sua ultima gara con la maglia rossonera contro l'Udinese, ultima giornata di campionato, realizzando tra l'altro anche il suo ultimo gol tra i professionisti[96].
Nazionale
modificaCafu debuttò con la maglia della nazionale maggiore il 12 settembre 1990, in una gara amichevole contro la Spagna. L'anno dopo fu convocato dal C.T. Falcão per disputare la Copa América 1991. Giocò titolare 4 delle 5 partite disputate dalla Seleçao, che concluse il torneo al secondo posto[97].
Nel 1993 venne convocato dal C.T. Parreira per disputare la Copa América 1993. Nel 1994 realizzò il suo primo gol in nazionale durante l'amichevole vinta 8-2 contro l'Honduras. Nel 1994 venne convocato da Parreira per disputare i Mondiali 1994. Esordì il 4 luglio 1994, entrando nel secondo tempo al posto di Zinho nell'ottavo di finale vinto contro gli Stati Uniti[98]. Sempre da subentrante giocò, seppur per pochi secondi, i quarti di finale vinti contro i Paesi Bassi[99]. La sua consacrazione come titolare avvenne con l'infortunio di Jorginho, dopo soli 22 minuti della finale vinta ai calci di rigore contro l'Italia. Cafu giocò una partita sufficiente, cercando di ripetere i danni fatti con il San Paolo al Milan nella finale dell'Intercontinentale[100].
Con il C.T. Zagallo divenne titolare del Brasile e disputò da protagonista la Confederations Cup 1997, che i verdeoro si aggiudicarono nella finale vinta per 6-0 contro l'Australia. L'anno successivo fu convocato per i Mondiali 1998. Alla vigilia del torneo, per rincuorare i suoi compagni ed esorcizzare la paura, Cafu dichiarò:
«Il cuore batte tranquillo, siamo il Brasile e dobbiamo fare l'unica cosa che sappiamo. Giocare al pallone[101].»
Il 16 giugno 1998, nella seconda gara della fase a gironi contro il Marocco, realizzò l'assist per il momentaneo raddoppio di Rivaldo[102]. Il 3 luglio, nel quarto di finale vinto contro la Danimarca, rimediò una doppia ammonizione che lo costrinse a saltare la semifinale contro l'Olanda[103]. Disputò invece la finale persa per 3-0 contro la Francia padrona di casa[104][105].
Nel 1999 vinse la Copa América 1999 sotto la gestione di Luxemburgo, allenatore che lo aveva già allenato al Palmeiras. Nel 2002 venne convocato dal C.T. Scolari per i Mondiali 2002. A causa dell'infortunio di Emerson ereditò i gradi di capitano della nazionale verdeoro[106]. L'8 giugno 2002, nella seconda partita della fase a gironi contro la Cina, realizzò l'assist a Ronaldo per il definitivo 4-0 in favore del Brasile[107]. Il 26 giugno, nella semifinale contro la Turchia, risultò il migliore dei verdeoro che, imponendosi per 1-0 sugli avversari (gol di Ronaldo), si qualificarono per la finale contro la Germania[108]. Scendendo in campo nella vittoriosa finale contro i tedeschi[109], Cafu diventò il primo giocatore nella storia del calcio a disputare la terza finale mondiale consecutiva[7][110][111].
Nel 2006 venne convocato da C.T. Parreira per i Mondiali 2006, nonostante fosse al rientro da un grave infortunio al ginocchio[30]. Nella partita d'esordio contro la Croazia risultò uno dei migliori in campo e servì l'assist a Kaká per il definitivo 1-0 in favore del Brasile[112][113]. Il 18 giugno, scendendo in campo contro l'Australia, Cafu eguagliò il record detenuto da Dunga e Taffarel: 18 presenze nella Seleção durante la fase finale dei Mondiali[114]. Il 27 giugno, negli ottavi di finale contro il Ghana, realizzò un altro assist, stavolta per Adriano,[115] e diventò il giocatore brasiliano con più presenze in assoluto nei Mondiali. Il 1º luglio 2006 disputò il quarto di finale contro la Francia che sancì l'eliminazione del Brasile dalla competizione[116]. Nonostante la stampa di settore avesse riconosciuto la sua prestazione la peggiore dell'intera rosa brasiliana[117], Cafu dichiarò di non avere alcuna intenzione di lasciare la Seleçao: «Penso che per la nazionale brasiliana non sia arrivato il momento di aprire indiscriminatamente ai giovani. Ci vuole una giusta miscela tra vecchi e giovani, esperienza e freschezza, e allora perché dovrei smettere? No, io non mollo. Il mio sogno è arrivare al Mondiale 2010»[118]. Tuttavia, quella con la Francia fu la sua ultima partita con la maglia verdeoro, anche perché Dunga, nuovo C.T. e suo ex-compagno di squadra, non lo convocò mai.
Nella sua lunga carriera con la maglia verdeoro disputò 142 incontri, il che lo rende tuttora il giocatore che vanta il maggior numero di presenze.
Statistiche
modificaPresenze e reti nei club
modificaStatistiche aggiornate al 18 maggio 2008.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1989[119] | San Paolo | A1/SP+A | 0+3 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 3 | 0 |
1990[120] | A1/SP+A | 19+19 | 2+1 | CB | 4 | 0 | - | - | - | - | - | - | 42 | 3 | |
1991[121] | A1/SP+A | 26+21 | 3+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 47 | 4 | |
1992[122] | A1/SP+A | 18+21 | 4+1 | - | - | - | CL+SS | 14+2 | 0 | CInt | 1 | 0 | 56 | 5 | |
1993[123] | A1/SP+A | 29+18[124] | 15+1 | - | - | - | CL+SS | 8+8 | 2+1 | RSA+CInt | 1[124]+1 | 0 | 65 | 19 | |
1994[125] | A1/SP+A | 15+16 | 1+3 | - | - | - | CL+SS+CC | 4+6+0 | 0 | RSA | 1 | 0 | 42 | 4 | |
Totale San Paolo | 107+98 | 25+7 | 4 | 0 | 42 | 3 | 4 | 0 | 255 | 35 | |||||
gen.-mag. 1995 | Real Saragozza | PD | 16 | 0 | CR | 2 | 0 | CdC | 1 | 0 | - | - | - | 19 | 0 |
mag. 1995 | Juventude | PD/RS | 2 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 2 | 0 |
giu.-dic. 1995 | Palmeiras | A1/SP+A | 0+20 | 0+0 | - | - | - | CL | 2 | 2 | - | - | - | 22 | 2 |
1996 | A1/SP+A | 22+16 | 2+2 | CB | 7 | 2 | CC | 1 | 0 | - | - | - | 46 | 6 | |
gen.-giu. 1997 | A1/SP+A | 15+0 | 2+0 | CB | 4 | 0 | - | - | - | RSP | 4 | 2 | 23 | 4 | |
Totale Palmeiras | 37+36 | 4+2 | 11 | 2 | 3 | 2 | 4 | 2 | 91 | 12 | |||||
1997-1998 | Roma | A | 31 | 1 | CI | 5 | 0 | - | - | - | - | - | - | 36 | 1 |
1998-1999 | A | 20 | 1 | CI | 0 | 0 | CU | 6 | 0 | - | - | - | 26 | 1 | |
1999-2000 | A | 28 | 2 | CI | 4 | 0 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 37 | 2 | |
2000-2001 | A | 31 | 1 | CI | 2 | 0 | CU | 7 | 0 | - | - | - | 40 | 1 | |
2001-2002 | A | 27 | 0 | CI | 1 | 0 | UCL | 10 | 2 | SI | 0 | 0 | 38 | 2 | |
2002-2003 | A | 26 | 0 | CI | 3 | 1 | UCL | 12 | 0 | - | - | - | 41 | 1 | |
Totale Roma | 163 | 5 | 15 | 1 | 40 | 2 | 0 | 0 | 218 | 8 | |||||
2003-2004 | Milan | A | 28 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 9 | 0 | SI+SU+CInt | 1+1+1 | 0 | 41 | 1 |
2004-2005 | A | 33 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 12 | 0 | SI | 1 | 0 | 46 | 1 | |
2005-2006 | A | 19 | 1 | CI | 1 | 0 | UCL | 5 | 0 | - | - | - | 25 | 1 | |
2006-2007 | A | 24 | 0 | CI | 3 | 0 | UCL | 8 | 0 | - | - | - | 35 | 0 | |
2007-2008 | A | 15 | 1 | CI | 2 | 0 | UCL | 1 | 0 | SU+Cmc | 0+1 | 0 | 19 | 1 | |
Totale Milan | 119 | 4 | 7 | 0 | 35 | 0 | 5 | 0 | 166 | 4 | |||||
Totale carriera | 578 | 47 | 39 | 3 | 121 | 7 | 13 | 2 | 751 | 59 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
modificaRecord
modificaStatistiche aggiornate al 1º luglio 2006.
- Record di presenze nella nazionale brasiliana: 142[3]
- Record di finali dei Mondiali disputate consecutivamente: 3 (1994 contro l'Italia, 1998 contro la Francia e 2002 contro la Germania)[7]
- Record di partite vinte nelle fasi finali dei Mondiali: 16 (2 nel 1994, 4 nel 1998, 7 su 7 nel 2002 e 3 nel 2006)[114][135]
- Record di partite disputate nelle fasi finali dei Mondiali per un calciatore brasiliano: 20[114]
- Record assoluto di cartellini ricevuti durante le fasi finali dei Mondiali: 6 (6 gialli e 0 rossi) (record condiviso con Zinédine Zidane)
Palmarès
modificaClub
modificaCompetizioni statali
modifica- San Paolo: 1989, 1991, 1992
- Palmeiras: 1996
Competizioni nazionali
modifica- San Paolo: 1991
Competizioni internazionali
modifica- San Paolo: 1993
- San Paolo: 1994
- Real Saragozza: 1994-1995
- Milan: 2006-2007
- Milan: 2007
Nazionale
modificaIndividuale
modifica- 1992, 1993
- Squadra dell'anno sudamericana: 4
- 1992, 1993, 1994, 1995[136]
- All-Star Team dei Mondiali: 1
- Giappone/Corea del Sud (riserva)[137]
- FIFA XI: 1
- 2002[138]
- Inserito nella FIFA 100 (2004)
- Squadra dell'anno UEFA: 2
- 2005
- Inserito nel Dream Team del Pallone d'oro (2020)
Onorificenze
modifica— 4 febbraio 2008
Note
modifica- ^ 205 (32) se si comprendono anche le partite disputate nel campionato Paulista
- ^ 73 (6) se si comprendono anche le partite disputate nel campionato Paulista
- ^ a b c 150 (5) se si comprendono anche le amichevoli non ufficiali disputate con la nazionale maggiore brasiliana.
- ^ https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/ilcuoio/2020/06/07-70503227/cafu_compie_50_anni_tanti_auguri_al_pendolino_di_roma_milan_e_selec_ao
- ^ Valerio Clari, La top50 dell'Equipe: Pelé meglio di Diego. Cafu 12º!, in gazzetta.it, 4 luglio 2015. URL consultato il 22 novembre 2015 (archiviato il 25 settembre 2017).
- ^ a b Cafu, stop 20 giorni Zeman ottimista, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 21 novembre 1998. URL consultato il 27 novembre 2015 (archiviato l'8 dicembre 2015).
- ^ a b c Cafù, felice nella storia "Io, per primo in tre finali", su repubblica.it, La Repubblica, 26 giugno 2002. URL consultato il 22 novembre 2015.
- ^ Gli italiani piacciono agli inglesi, in Sport Mediaset, 31 dicembre 2009. URL consultato il 21 novembre 2012.
- ^ Maldini nella Top 11 di World Soccer Messi l'unico giocatore in attività, in gazzetta.it, 3 luglio 2013. URL consultato il 22 novembre 2015.
- ^ I 30 migliori giocatori della storia dei Mondiali, su ilpost.it, 30 maggio 2014. URL consultato il 22 novembre 2015.
- ^ Hall of Fame: gli undici eletti della Classe 2012, su asroma.it. URL consultato il 20 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2012).
- ^ Hall of Fame Marcos Evangelista de Morais AC Milan, su acmilan.com. URL consultato il 27 novembre 2015 (archiviato il 30 settembre 2015).
- ^ (FR) Cafu choisit au poste de lateral droit, su francefootball.fr. URL consultato il 19 dicembre 2020.
- ^ (EN) Ambassadors, su See You In 2022. URL consultato il 27 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2021).
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Collegamenti esterni
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- Cafu, su aic.football.it, Associazione Italiana Calciatori.