Alberto Sordi
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003[1]) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano.

Fra i più importanti attori del cinema italiano, ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi[2][3], un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni[4][5]. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.[6]
BiografiaModifica
Le prime esperienzeModifica
Alberto Sordi nacque il 15 giugno 1920 in via San Cosimato 7,[8] nel rione di Trastevere, ultimo figlio di Pietro Sordi (Valmontone, 14 maggio 1897 – Roma, 4 giugno 1941), professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbasso dell'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, e di Maria Righetti (Sgurgola, 11 febbraio 1898 – Roma, 29 febbraio 1952), insegnante elementare. La famiglia era composta anche dalla sorella Savina (Roma, 1911 – Udine, 19 agosto 1972), dal fratello Giuseppe (Roma, 1915 – Livorno, 24 agosto 1990) e dalla sorella Aurelia (Roma, 15 luglio 1917 – Roma, 12 ottobre 2014), mentre il terzogenito, anch'egli di nome Alberto,[9] era morto il 24 maggio 1916 dopo pochi giorni di vita.[10]
Trascorse parte dell'infanzia nella cittadina di Valmontone[11][12] e frequentò la scuola elementare "Armando Diaz",[13] dove iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette.[13] Cantò inoltre come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina[13] diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso,[14] divenuta poi una delle sue caratteristiche distintive. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.
Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all'Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all'Istituto di Avviamento Commerciale "Giulio Romano" di Trastevere[13][14] (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre).[15] L'esperienza ebbe un esito fallimentare[16] e si concluse con l'espulsione del giovane Sordi a causa della sua percepibile inflessione dialettale romanesca.
Comparsa e doppiatoreModifica
Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l'Africano in un ruolo da generico soldato romano.[13] Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente presentandosi con lo pseudonimo Albert Odisor),[14] insieme a Mauro Zambuto, che prestava la voce a Stan Laurel. Come Sordi stesso ebbe a raccontare nel programma televisivo Laurel & Hardy - Due teste senza cervello, si presentò alle audizioni privo di esperienza specifica di doppiaggio e con poche aspettative di successo, considerata la concorrenza di professionisti affermati del settore;[17] fu il direttore del doppiaggio della MGM Franco Schirato[10] a ritenere il suo registro basso e il timbro di voce «caldo e pastoso»[17] un connubio ideale per la notevole mole del personaggio[17] (nonostante la voce di Hardy fosse in realtà nel registro tenorile);[17] fu dunque scritturato senza indugi, debuttando nel ridoppiaggio della comica Sotto zero[18] nel 1939, seguita dal lungometraggio I diavoli volanti nello stesso anno.[18]
Il 25 giugno 1950, Sordi ebbe l'occasione di incontrare e doppiare dal vivo Hardy, nascosto dietro il sipario[17] assieme a Zambuto,[17] in occasione di una tournée italiana della coppia comica a Villa Aldobrandini a Roma, dove era stato organizzato uno spettacolo per bambini.[17][19] Come doppiatore, Sordi lavorò fino al 1956; oltre a numerosi altri film di Stanlio e Ollio, diede la voce, tra gli altri, a Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Robert Mitchum, Pedro Armendáriz e, per gli italiani, a Franco Fabrizi e persino Marcello Mastroianni, nel film Domenica d'agosto del 1950.
La sua voce è riconoscibile anche nei film di Frank Capra La vita è meravigliosa (1946)[17] e di Vittorio De Sica Ladri di biciclette (1948),[17] nonché nel film di Alessandro Blasetti Prima comunione (1950) e ne I pinguini ci guardano del 1956 (ultimo suo lavoro come doppiatore), dove gli animali presenti nella pellicola parlano con le voci di famosi attori. In due occasioni, tuttavia, si trovò come interprete a essere doppiato da un altro attore:[17] nel film Cuori nella tormenta diretto da Carlo Campogalliani nel 1940, venne doppiato da Gualtiero De Angelis, e nel film Il Passatore, diretto da Duilio Coletti nel 1947, dove interpretava il ruolo di un brigante, gli prestò la voce Carlo Romano.
Il teatro di rivista, altre comparse e la guerraModifica
Nel teatro leggero, dopo un tentativo infruttuoso con la compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez avvenuto nella stagione 1936-1937 nello spettacolo San Giovanni, ritentò in quella seguente; insieme con un amico d'infanzia e compagno di scuola formò un duo di imitatori e fantasisti durato per poco tempo, e riuscì finalmente a debuttare nel teatro di rivista nella compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera nella stagione 1938-1939 con lo spettacolo Ma in campagna è un'altra... rosa. In questo spettacolo ebbe inizialmente il ruolo di stilé (ballerino di fila),[14] fu poi promosso al ruolo di maggiordomo in uno sketch di Benini e Gori scritto appositamente per lui.[14]
Al teatro, alternò in questo periodo altre comparse cinematografiche: nel 1938 nel film La principessa Tarakanova con Anna Magnani e, l'anno successivo in La notte delle beffe.
Nel 1940 Sordi fu chiamato alle armi;[20] indossò l'uniforme del Regio Esercito, prestando servizio presso la banda musicale presidiaria dell'81º Reggimento fanteria "Torino",[20] accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese. Il servizio militare gli lasciò comunque sufficiente tempo libero per proseguire la sua carriera artistica. È di questo periodo (stagione 1941-1942) la partecipazione a Tutto l'oro del mondo con la compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati, Teatro della caricatura (1942) accanto a Fanfulla, Ritorna Za-Bum (1943) e Sai che ti dico? (1944) entrambe scritte da Marcello Marchesi e dirette da Mario Mattoli, la rivista musicale Un mondo di armonie di Alberto Semprini (1944), Imputati... alziamoci! di Michele Galdieri (1945), Soffia so'... di Garinei & Giovannini (1946), E lui dice... di Benecoste, diretto da Oreste Biancoli e Adolfo Celi (1947) e infine, nella stagione 1952-1953, Gran baraonda; fu questa la sua ultima apparizione sul palcoscenico, accanto a Wanda Osiris, che avrà poi modo di dirigere nel 1973 in una scena di Polvere di stelle, film ambientato proprio nel mondo della rivista.
La radioModifica
Fu alla radio, tra il 1946 e il 1953, che cominciò a ottenere una certa notorietà. Nel 1946, ispiratosi agli ambienti dell'Azione Cattolica, ideò la sua satira dei personaggi de I compagnucci della parrocchietta, dal caratteristico parlato nasale e atteggiamento da "persona come si deve". Uno di questi personaggi piacque talmente a Vittorio De Sica[21] da proporre a Sordi la trasposizione cinematografica in Mamma mia, che impressione! del 1951,[22] suo primo film da protagonista,[23] attraverso la neonata P.F.C.(Produzione Film Comici), fondata da essi stessi.[14] Il film, sceneggiato da Cesare Zavattini e diretto da Roberto Savarese,[22] pur basato sul modello di recitazione tutto verbale sperimentato in radio, contribuì al consolidamento del personaggio, poi riproposto in altri lavori minori.
Furono di questo periodo le partecipazioni a vari programmi (alcuni presentati da Corrado), che lo lanciarono in radio:[22] Oplà (1947), Vi parla Alberto Sordi (1948-1950)[22] e Rosso e nero (1951). Qui creò altri personaggi come il Signor Dice in collaborazione con Fiorenzo Fiorentini ed Ettore Scola, il Conte Claro, e Mario Pio.[22] Quest'ultima caratterizzazione fu presentata anche al cinema nel film d'esordio di Mauro Bolognini, Ci troviamo in galleria del 1953, oltre alla riproposizione radiofonica, durante la stagione 1968-1969, nella trasmissione Gran varietà;[22] fu anche ripresa da Alighiero Noschese, nel 1970, nella trasmissione satirica Doppia coppia.
Al mezzo radiofonico, nel 1947, dedicò anche un omaggio con il film Il vento m'ha cantato una canzone diretto da Camillo Mastrocinque, accanto a Loris Gizzi, Galeazzo Benti e Laura Solari, riemerso di recente dall'oblio in una pubblicazione su DVD; qui impersonò l'amico di un cantante desideroso di sfondare a livello nazionale in un radiodramma sponsorizzato da una fantomatica radio privata italiana, Radio Sibilla.
A parte la riproposizione di personaggi noti in Gran varietà sul finire degli anni sessanta,[22] l'ultima esperienza radiofonica prima che il cinema divenisse preponderante nella sua carriera fu Il teatrino di Alberto Sordi,[22] in onda solo per pochi mesi sul Secondo Programma tra il 1952 e il 1953.[22]
Sempre alla radio nacquero anche alcune sue canzoni o meglio "ritmi".
Le prime esperienze cinematograficheModifica
Nel cinema, per oltre dieci anni, interpretò ruoli minori in una ventina di film; di maggior rilievo fu la partecipazione in I 3 aquilotti di Mario Mattoli e ne L'innocente Casimiro di Carlo Campogalliani; ebbe anche l'occasione di lavorare con l'attore genovese Gilberto Govi e con un giovane Walter Chiari nel ruolo di un impresario argentino nel film Che tempi!, versione cinematografica della commedia teatrale Pignasecca e Pignaverde di Emerico Valentinetti.
Tra questi film misconosciuti, Lo scocciatore (Via Padova 46), diretto nel 1953 da Giorgio Bianchi, dove Sordi interpretò il ruolo di un vicino di casa petulante oltre ogni misura e gran scocciatore di un modesto impiegato (Peppino De Filippo), tutto proteso alla ricerca di un'avventura galante con una bella donna. Il film, ritenuto perduto, fu poi ritrovato nel giugno 2003 dalla Cineteca di Bologna (in una copia incompleta poi pubblicata in DVD).
La grande popolaritàModifica
«Maccarone m'hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno! Questo 'o damo ar gatto! Questo ar sorcio, co' questo ce ammazzamo 'e cimice.(in romanesco per "le cimici")» |
(Nando Mericoni in Un americano a Roma (1954)) |
Tra il 1953 e il 1955 la popolarità di Sordi giunse sul grande schermo; dopo l'esiguo successo di pubblico di Lo sceicco bianco, diretto da Federico Fellini nel 1952, maggior riscontro ebbe il suo ruolo da non protagonista nel film I vitelloni, ancora diretto da Fellini l'anno successivo, e poi con alcuni di Steno: Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove prese forma il personaggio del giovane vigliacco, approfittatore, indolente e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli anni cinquanta.[24] Il successo e il favore presso il grande pubblico iniziò, di fatto, interpretando il personaggio di Ferdinando Mericoni (detto Nando),[25] un logorroico ragazzo romano ossessionato dal mito dell'America in Un giorno in pretura.[26]
Il successo fu tale che il personaggio venne sviluppato e riproposto in Un americano a Roma, il suo primo film da protagonista con un rilevante incasso al botteghino (circa 380 370 000 di lire dell'epoca, equivalenti a quasi 6 milioni di euro del 2020)[27] e ancora, molti anni dopo, nell'episodio Il Fuoco del film Di che segno sei? di Sergio Corbucci (1975), in cui un attempato Nando interpreta la guardia del corpo di un industriale miliardario. La popolarità del personaggio cinematografico varcò addirittura i confini nazionali e gli valse un invito a Kansas City[28] (un ricorrente tormentone di Moriconi) nel 1955, dove, accolto con tutti gli onori e alla presenza del presidente Eisenhower, venne nominato cittadino onorario e governatore onorario dell'American Royal.[28]
La fama di Sordi crebbe, nonostante alcune controversie. I noleggiatori delle pellicole avevano richiesto che il suo nome non comparisse sui manifesti de I vitelloni a causa della presunta modesta simpatia presso il pubblico cinematografico (anche perché Lo sceicco bianco si rivelò un insuccesso di critica),[26] ma la fiducia che Fellini aveva nelle capacità di Sordi fece sì che il malinconico e cinico personaggio di "Alberto" ne I vitelloni gli garantisse un successo duraturo; Sordi si trovò, di lì in avanti, a recitare senza soluzione di continuità, arrivando a girare sino a 10 pellicole l'anno.[26]
Una volta entrato nel mondo del cinema, non trascurò le sue origini musicali: nel 1956 realizzò una commedia dal titolo Mi permette, babbo! che narrava le turbolente vicende di uno studente di canto viziato, presuntuoso e mantenuto dall'esasperato suocero (interpretato da Aldo Fabrizi), che aspira a calcare le scene della lirica. Vi presero parte anche noti cantanti lirici dell'epoca, tra cui il basso senese Giulio Neri.
Nel 1957 Sordi si iscrisse alla SIAE come suonatore di mandolino, strumento che conosceva in virtù dei suoi trascorsi militari. Ottenne la qualifica di "Compositore melodista".[29]
L'italiano medio di SordiModifica
Con l'avvento della commedia all'italiana diede vita a una moltitudine di personaggi che la critica identificò come assimilabili all'italiano medio, spesso collaborando anche al soggetto e alla sceneggiatura dei film interpretati.
Vi sono nei personaggi di Sordi delle caratteristiche ricorrenti: tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili con i potenti, a cui cercano di mendicare qualche privilegio. Secondo alcuni, proporre personaggi di questo tipo darebbe il "cattivo esempio", porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati[30].
Ruoli di rilievoModifica
Tra le sue numerose interpretazioni di questo periodo sono da citare alcune, ritenute esempi significativi della commedia all'italiana: il maestro elementare supplente Impallato, che scopre per caso un allievo prodigio nel canto lirico e lo sfrutta per ottenere riconoscimenti e ricchezza in Bravissimo di Luigi Filippo D'Amico (1955), il rigattiere Peppino in Fortunella di Eduardo De Filippo (1958), il gondoliere rivale in amore di Nino Manfredi in Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958), il marito vessato dalla moglie e colmo di debiti ne Il vedovo, sempre diretto da Dino Risi e interpretato con Franca Valeri (1959), il componente di una commissione censoria che giudica impietosamente manifesti e film piccanti salvo poi, in privato, reclutare a fini immorali ballerine di night club ne Il moralista di Giorgio Bianchi (1959).
La svolta degli anni sessantaModifica
A partire da La grande guerra diretto da Mario Monicelli nel 1959 (nel quale interpreta un soldato indolente e imboscato, costretto suo malgrado a morire da eroe), si distinse come interprete versatile, calandosi anche in ruoli drammatici.
Tra le interpretazioni di rilievo di questo decennio sono da citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa di Luigi Comencini (1960)[31], il vigile inflessibile costretto a capitolare davanti al potente di turno ne Il vigile di Luigi Zampa (1960), il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile di Dino Risi (1961), il piccolo imprenditore oberato dai debiti disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne Il boom di Vittorio De Sica (1963), il giovane medico disposto a qualsiasi compromesso per far carriera, fino a diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968) e Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue di Luciano Salce (1969), l'editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968).
Nel 1969 fu membro del VI Festival cinematografico internazionale di Mosca.
Tra i personaggi degli anni '70 vi sono il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971) (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l'Orso d'argento al Festival di Berlino), l'emigrato scanzonato in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971) capolavoro di Luigi Zampa in coppia con Claudia Cardinale, e il baraccato che una volta all'anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (impersonati da Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico di Luigi Comencini (1972), fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli (1977), generalmente ritenuto il vertice delle sue capacità recitative.[32]
Affrontò anche libere trasposizioni di Molière (Il malato immaginario del 1979 e L'avaro del 1990, entrambi diretti da Tonino Cervi) e Romanzo di un giovane povero, diretto nel 1995 da Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma. Detentore di cinque Nastri d'argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottenne nel 1995 il Leone d'oro alla carriera al Festival di Venezia.
Come registaModifica
Come regista diresse in totale 19 pellicole, a partire dal 1966, anno in cui ne realizzò due: Fumo di Londra, basato sulle manchevolezze comportamentali e sociali di un italiano in trasferta all'estero (tematica già affrontata da Gian Luigi Polidoro in molti suoi film, tra cui Il diavolo con Sordi stesso, dove cominciò anche a introdursi nel campo della regia, poiché la pellicola era quasi del tutto improvvisata) e Scusi, lei è favorevole o contrario?, ritratto di un agiato commerciante di tessuti, separato dalla moglie, con tante amanti da mantenere quanti sono i giorni della settimana, in un'Italia scossa dalle polemiche sull'eventuale introduzione del divorzio.
Diresse tre film con protagonista Monica Vitti oltre se stesso: Amore mio aiutami (1969), Polvere di stelle (1973) e Io so che tu sai che io so (1982). Tra gli altri lavori dietro la macchina da presa rimangono Un italiano in America, insieme con Vittorio De Sica (1967), Finché c'è guerra c'è speranza (1974) e l'episodio Le vacanze intelligenti dal collettivo Dove vai in vacanza? (1978).
Gli ultimi filmModifica
Di spessore ritenuto inferiore risultarono i film girati nell'ultima fase della sua carriera, dagli anni 1980 in poi (che inaugurò con il film, interpretato e diretto da lui stesso, Io e Caterina, 1980): declino in parte condizionato dal tramonto in generale del filone della commedia all'italiana, ma anche dovuto a una certa tendenza di Sordi stesso a riproporre in quegli anni un tipo di personaggio ormai datato e non più molto originale.[33][34] Non mancarono tuttavia apprezzamenti di pubblico e critica, come nella commedia storica Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981), dove Sordi si cala nel doppio ruolo di un nobile romano dedito alle burle e di un popolano carbonaro suo sosia.
«Me dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!» |
(Onofrio del Grillo ne "Il marchese del Grillo") |
Di questo periodo sono inoltre da citare il dittico di film, anche diretti, Il tassinaro del 1983 (dove compaiono, interpretando se stessi, Giulio Andreotti, Silvana Pampanini e Federico Fellini) e Un tassinaro a New York (1987). Lavorò inoltre con Carlo Verdone (da alcuni considerato il suo naturale erede,[35] pur perseguendo stili e tematiche assai diverse) nei film In viaggio con papà, con regia di Sordi (1982) e Troppo forte, diretto da Verdone (1986). Significativo fu inoltre il ruolo di un giudice incorruttibile e spregiudicato nel film Tutti dentro del 1984, che fu da lui stesso diretto, con al centro i temi, anticipatori dei fatti di Tangentopoli, della corruzione politica dilagante e dell'esposizione mediatica della magistratura.
Tra gli ultimi film, Sordi ebbe particolarmente a cuore, come disse in alcune interviste, Nestore, l'ultima corsa (1994), dove interpretò un vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al macello. L'ultima pellicola da lui diretta fu Incontri proibiti (1998) accanto a Valeria Marini, presentato ancora nel 2002 con montaggio diverso e un altro titolo, Sposami papà.
Le canzoni e la televisioneModifica
Sono da citare i proficui sodalizi artistici con gli sceneggiatori Rodolfo Sonego, con cui lavorò in 44 film[36] dal 1954 in avanti (Il seduttore di Franco Rossi è il suo esordio) e Piero De Bernardi. Inoltre, collaborò assiduamente con il compositore Piero Piccioni, che firmò molte delle colonne sonore dei suoi film più celebri, nonché alcune delle sue canzoni irriverenti e maliziose.
Noto presso il grande pubblico con l'epiteto di "Albertone", prese parte a numerose trasmissioni televisive (tra cui Studio Uno, condotto dalla cantante Mina, nel 1966).
Contribuì inoltre alla sua popolarità televisiva la realizzazione del programma Storia di un italiano, in quattro edizioni, dove, attraverso una selezione tematica di spezzoni dei suoi numerosi film, si presentava la figura di un certo italiano medio, con i suoi pregi e i suoi difetti.[37]
Le ultime apparizioniModifica
Sordi si ammalò di tumore ai polmoni nel 2001[38] e da allora le sue uscite pubbliche si diradarono. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui, dove fu esposta la Harley Davidson 750cc WLA del 1942, esemplare originale usato nelle scene del film Un americano a Roma.[39][40] Nel 2002 ricevette due lauree honoris causa, una a marzo dalla IULM di Milano[41] e una il mese successivo dall'Università di Salerno,[42] presenziando a entrambe le cerimonie. Partecipò ancora nel luglio di quell'anno al programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo,[43] sua ultima partecipazione pubblica. Il 17 dicembre 2002 avrebbe dovuto partecipare a una serata in suo onore al Teatro Ambra Jovinelli di Roma ma dovette rinunciare per l'aggravarsi delle sue condizioni,[44] limitandosi a comparire in un filmato girato nel suo studio[45] e proiettato per il pubblico del teatro. Fu questa la sua ultima apparizione in video.
La morteModifica
Morì nella sua casa di Roma la sera del 24 febbraio 2003, all'età di 82 anni, afflitto durante l'intera stagione invernale da forme di polmonite e bronchite; la salma, successivamente sottoposta a imbalsamazione, venne traslata al Campidoglio nella Sala Giulio Cesare dove per due giorni ricevette l'omaggio della gente, compresi molti personaggi del cinema italiano e della politica; il 27 febbraio, si svolsero i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano ai quali presenziarono oltre 250 000 persone; dopo la cerimonia funebre, il feretro venne tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero Monumentale del Verano di Roma, in cui, su una lapide a forma di pergamena, è inciso l'epitaffio: «Sor Marchese, è l'ora» battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo.[46][47][48][49][50]
Vita privataModifica
A dispetto della sua immagine pubblica estroversa e dalla personalità strabordante, Sordi mantenne sempre un estremo riserbo sulla sua vita privata, di cui sono noti pochi dettagli. Cattolico praticante,[51] non ebbe figli e non si sposò mai e, al di là delle numerose vere o presunte relazioni attribuitegli dalle cronache rosa[52] (tra le altre, con Katia Ricciarelli, Patrizia De Blanck,[53] Silvana Mangano,[52] Shirley MacLaine,[54] Uta Franz[55] e con la principessa Soraya Esfandiary Bakhtiari),[56] l'unico rapporto sentimentale accertato fu quello avuto con Andreina Pagnani, quasi quattordici anni più di lui, durato nove anni.[57][58] Si conobbero nel 1941 durante il doppiaggio de Il giardino di Allah,[59] nel quale entrambi lavoravano (la Pagnani prestando la voce a Marlene Dietrich).[59] Alla ricorrente domanda sul perché non fosse mai convolato a nozze, chiosava con uno dei suoi tormentoni "Che mi metto un'estranea in casa?";[54][60] salvo poi spiegare, in alcune interviste[61] che l'assoluta dedizione al suo mestiere non gli avrebbe consentito di dedicare a una famiglia il tempo e l'impegno necessari.
A parte un soggiorno a Milano per frequentare l'Accademia dei filodrammatici, Alberto Sordi visse sempre a Roma. Abitò dalla nascita fino al 1930 in via san Cosimato 7; dopo la demolizione dell'edificio originario per il costruendo palazzo delle Sacre Congregazioni, si trasferì in un appartamento in via Venezia; in seguito, alla morte del padre nel 1941,[20] si spostò in un appartamento di via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, in una villa di via Druso (all'epoca via della Ferratella), posta all'interno del parco archeologico delle Terme di Caracalla e fatta costruire nel 1932 da Alessandro Chiavolini, per molti anni segretario particolare di Benito Mussolini.[62] Visse insieme alle sorelle e al fratello, suo amministratore, e con la segretaria Annunziata Sgreccia,[63] che dalla sua morte sovrintese per un certo periodo al suo archivio personale. Nel 1962 aveva acquistato inoltre una villa a Castiglioncello,[64] poi rivenduta nel 1997, dove era solito trascorrere l'estate.[64] Aveva posseduto inoltre un paio di appartamenti a Parigi[65] e vari terreni a Roma e dintorni, uno dei quali, in località Trigoria, in parte vendette e in parte donò per la costruzione dell'Università Campus Bio-Medico.[66] Qui sorse inoltre il Centro per la Salute dell'Anziano,[67] struttura voluta dall'attore per l'assistenza medica e la ricerca applicata alle patologie della terza età. Questa e altre iniziative filantropiche di cui Sordi si rese protagonista sono tuttora amministrate dalla Fondazione che porta il suo nome.[68][69]
Mantenne il suo riserbo anche in materia di idee politiche, nonostante nutrisse un'evidente simpatia verso il politico democristiano Giulio Andreotti, il quale apparve nel film Il tassinaro. Nel 1996 si diffuse una diceria secondo la quale Sordi volesse candidarsi come primo cittadino di Roma, sfidando Francesco Rutelli.[70] Come riportò il Corriere della Sera, il 23 novembre di quello stesso anno, prese parte a una puntata del Tappeto volante di Luciano Rispoli, su Telemontecarlo, in cui dichiarò: "Il sindaco non si deve preoccupare: io sono stato, sono e resterò attore fino alla fine dei miei giorni".[70] Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno 2000, il sindaco di Roma Rutelli gli cedette comunque, simbolicamente, la fascia tricolore, nominandolo sindaco onorario per un giorno come tributo a uno dei cittadini più illustri.[71]
In tema di passione calcistica non fece mai mistero di essere un grande tifoso della Roma,[72] non mancando di far trasparire questa sua passione in alcuni film.
FilmografiaModifica
AttoreModifica
CinemaModifica
- Scipione l'africano, regia di Carmine Gallone (1937) come comparsa
- Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937) come comparsa
- La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
- La notte delle beffe, regia di Carlo Campogalliani (1939)
- Cuori nella tormenta, regia di Carlo Campogalliani (1940)
- Il bravo di Venezia, regia di Carlo Campogalliani (1941)
- Le signorine della villa accanto, regia di Gian Paolo Rosmino (1942)
- Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- I 3 aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
- La signorina, regia di László Kish (1942)
- Casanova farebbe così!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
- Sant'Elena, piccola isola, regia di Renato Simoni e Umberto Scarpelli (1943)
- Tre ragazze cercano marito, regia di Duilio Coletti (1944)
- Circo equestre Za-bum (episodio Galoppo finale dal circo), regia di Mario Mattoli (1944)
- Chi l'ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
- L'innocente Casimiro, regia di Carlo Campogalliani (1945)
- Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
- Il vento m'ha cantato una canzone, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
- Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
- Il Passatore, regia di Duilio Coletti (1947)
- Che tempi!, regia di Giorgio Bianchi (1948)
- Sotto il sole di Roma, regia di Renato Castellani (1948)
- Mamma mia, che impressione!, regia di Roberto Savarese (1951)
- Cameriera bella presenza offresi..., regia di Giorgio Pàstina (1951)
- Lo sceicco bianco, regia di Federico Fellini (1952)
- Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1952)
- Giovinezza, regia di Giorgio Pàstina (1952)
- È arrivato l'accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)
- I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953)
- Canzoni, canzoni, canzoni, regia di Domenico Paolella episodio Io cerco la Titina (1953)
- Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953)
- Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattoli (1954)
- Amori di mezzo secolo (episodio Dopoguerra 1920), regia di Mario Chiari (1954)
- Un giorno in pretura, regia di Steno (1953)
- Tempi nostri - Zibaldone n. 2, regia di Alessandro Blasetti episodio Scusi, ma..., (1954)
- Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
- Lo scocciatore (Via Padova 46), regia di Giorgio Bianchi (1954)
- Tripoli, bel suol d'amore, regia di Ferruccio Cerio (1954)
- Gran varietà (episodio Fregoli), regia di Domenico Paolella (1954)
- Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
- Il seduttore, regia di Franco Rossi (1954)
- Accadde al commissariato, regia di Giorgio Simonelli (1954)
- Una parigina a Roma, regia di Erich Kobler (1954)
- Un americano a Roma, regia di Steno (1954)
- L'arte di arrangiarsi, regia di Luigi Zampa (1954)
- Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
- Buonanotte... avvocato!, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
- La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
- Accadde al penitenziario, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Bravissimo, regia di Luigi Filippo D'Amico (1955)
- Piccola posta, regia di Steno (1955)
- Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1956)
- I pappagalli, regia di Bruno Paolinelli (1956)
- Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
- Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
- Mi permette, babbo!, regia di Mario Bonnard (1956)
- Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
- Arrivano i dollari!, regia di Mario Costa (1957)
- Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
- Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957)
- Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957)
- Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
- Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958)
- Il marito, regia di Nanni Loy e Gianni Puccini (1957)
- Fortunella, regia di Eduardo De Filippo (1958)
- Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958)
- La vedova elettrica (Le septième ciel), regia di Raymond Bernard (1958)
- Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
- Racconti d'estate, regia di Gianni Franciolini (1958)
- Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
- Il giovane leone (Oh, que Mambo!), regia di John Berry (1959)
- Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
- Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
- Vacanze d'inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
- Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1959)
- La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
- Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
- Brevi amori a Palma di Majorca, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
- Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
- Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
- Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
- I due nemici, regia di Guy Hamilton (1961)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- Una vita difficile, regia di Dino Risi (1961)
- Il commissario, regia di Luigi Comencini (1962)
- Mafioso, regia di Alberto Lattuada (1962)
- Il diavolo, regia di Gian Luigi Polidoro (1963)
- Il boom, regia di Vittorio De Sica (1963)
- Il maestro di Vigevano, regia di Elio Petri (1963)
- Tentazioni proibite, regia di Osvaldo Civirani (1963)
- La mia signora, regia di Tinto Brass, Luigi Comencini e Mauro Bolognini (1964)
- Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
- Risate all'italiana, registi vari (1964)
- I tre volti, episodio Latin lover, regia di Franco Indovina (1965)
- Quei temerari sulle macchine volanti (Those magnificent men in their flying machines, or: how I flew from London to Paris in 25 hours and 11 minutes), regia di Ken Annakin (1965)
- I complessi episodio Guglielmo il dentone, regia di Luigi Filippo D'Amico (1965)
- Thrilling episodio L'autostrada del sole, regia di Carlo Lizzani (1965)
- Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
- Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi (1966)
- I nostri mariti, regia di Luigi Filippo D'Amico episodio Il marito di Roberta (1966)
- Le fate, episodio Fata Marta regia di Antonio Pietrangeli (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- Le streghe, episodio Senso civico regia di Mauro Bolognini (1967)
- Un italiano in America, regia di Alberto Sordi (1967)
- Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (1968)
- Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
- Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
- Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969)
- Contestazione generale, episodio Il prete regia di Luigi Zampa (1970)
- Il presidente del Borgorosso Football Club, regia di Luigi Filippo D'Amico (1970)
- Le coppie (episodi La camera, regia di Alberto Sordi, e Il leone, regia di Vittorio De Sica) (1970)
- Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
- Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
- Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
- La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola (1972)
- Roma, regia di Federico Fellini (1972) (non accreditato)
- Anastasia mio fratello, regia di Steno (1973)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Finché c'è guerra c'è speranza, regia di Alberto Sordi (1974)
- Di che segno sei?, episodio Il fuoco regia di Sergio Corbucci (1975)
- Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, regia di Mario Morra (1975)
- E il Casanova di Fellini?, regia di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
- Il comune senso del pudore (primo episodio), regia di Alberto Sordi (1976)
- Quelle strane occasioni (episodio L'ascensore), regia di Luigi Comencini (1976)
- Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
- I nuovi mostri, regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977)
- Dove vai in vacanza?, episodio 3 Le vacanze intelligenti, regia di Alberto Sordi (1978)
- L'ingorgo, regia di Luigi Comencini (1978)
- Il testimone (Le témoin), regia di Jean-Pierre Mocky (1978)
- Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
- Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
- Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981)
- Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
- In viaggio con papà, regia di Alberto Sordi (1982)
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983)
- La vita comincia a..., regia di Ettore Scola - cortometraggio (1983)
- Tutti dentro, regia di Alberto Sordi (1984)
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
- Sono un fenomeno paranormale, regia di Sergio Corbucci (1985)
- Troppo forte, regia di Carlo Verdone (1986)
- Un tassinaro a New York, regia di Alberto Sordi (1987)
- Una botta di vita, regia di Enrico Oldoini (1988)
- L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
- In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
- Vacanze di Natale '91, regia di Enrico Oldoini (1991)
- Assolto per aver commesso il fatto, regia di Alberto Sordi (1992)
- Nestore, l'ultima corsa, regia di Alberto Sordi (1994)
- Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995)
- Incontri proibiti, regia di Alberto Sordi (1998)
TelevisioneModifica
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) - versione tv in 4 puntate
- I promessi sposi, regia di Salvatore Nocita (Rai 1, 1989)
Cortometraggi o documentari dove appare Alberto SordiModifica
- Dieci minuti con i doppiatori, regia di Gaetano Amata (1948)
- La città del cinema, regia di Vittorio Sala (1955)
- La storia di Alberto Sordi, documentario tv a cura di Manfredo Matteoli Rai (1955)
- I bersaglieri, regia di Corrado Prisco (1983)
AntologieModifica
- Prima di essere Albertone, regia di Massimo Ferrari (2007)
- Siamo tutti napoletani, registi vari (2008)
- Mina - Gli anni Rai, registi vari (2008)
- Vittorio D., regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2009)
- Alberto il grande, regia di Carlo e Luca Verdone (2013)
- Che strano chiamarsi Federico, regia di Ettore Scola (2013)
- Siamo tutti Alberto Sordi?, regia di Fabrizio Corallo (2020)
- Magnifico testimone (Canale 5, 2020)
- Alberto Sordi - Un italiano come noi (Rai 1, 2020)
RegistaModifica
- Fumo di Londra (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966)
- Un italiano in America (1967)
- Amore mio aiutami (1969)
- Le coppie (episodio La camera) (1970)
- Polvere di stelle (1973)
- Finché c'è guerra c'è speranza (1974)
- Il comune senso del pudore (1976)
- Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti) (1978)
- Storia di un italiano - film TV, quattro edizioni (prima e seconda nel 1979, terza nel 1981 e quarta nel 1986)
- Io e Caterina (1980)
- Io so che tu sai che io so (1982)
- In viaggio con papà (1982)
- Il tassinaro (1983)
- Tutti dentro (1984)
- Un tassinaro a New York (1987)
- Assolto per aver commesso il fatto (1992)
- Nestore, l'ultima corsa (1994)
- Incontri proibiti (1998)
TeatroModifica
- 1936-1937: San Giovanni, Compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez
- 1938-1939: Ma in campagna è un'altra... rosa, Compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera
- 1941-1942: Tutto l'oro del mondo, Compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati
- 1942-1943: Teatro della caricatura, accanto a Fanfulla
- 1943-1944: Ritorna Za-Bum, di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli
- Sai che ti dico?, di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli
- 1944-1945: Un mondo di armonie, rivista musicale di Alberto Semprini
- Imputati... alziamoci!, di Michele Galdieri
- 1945-1946: Soffia so'..., di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- Soffia so'... n. 2, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- 1947-1948: E lui dice..., di Benecoste, regia di Oreste Biancoli e Adolfo Celi
- 1952-1953: Gran baraonda, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, accanto a Wanda Osiris
DoppiatoreModifica
- Oliver Hardy in Tempo di pic-nic, Sotto zero, Un marito servizievole, Un nuovo imbroglio, Andiamo a lavorare, Un salvataggio pericoloso, Muraglie, La scala musicale, Il circo è fallito, Il compagno B, Ospiti inattesi, Ospedale di contea, Noi e il piccolo Slim, Buone vacanze, La ronda di mezzanotte, Lavori in corso, Fra Diavolo, Alchimia, Il regalo di nozze, I figli del deserto, Annuncio matrimoniale, Vita in campagna, Andando a spasso, Nel paese delle meraviglie, Il fantasma stregato, Questione d'onore, Allegri poeti, Fratelli di sangue, La ragazza di Boemia, Avventura a Vallechiara, Venti anni dopo, I diavoli volanti, Noi siamo le colonne, C'era una volta un piccolo naviglio, Ciao amici!, Sim salà bim, Il nemico ci ascolta, Gli allegri imbroglioni, Sempre nei guai, I toreador, Atollo K, Dopo Waterloo, La gioia della vita
- Bruce Bennett in Notte di bivacco, La fuga, Il tesoro della Sierra Madre
- John Ireland in Il fiume rosso, Purificazione, Violenza
- Morris Ankrum in Giovanna d'Arco
- Pedro Armendáriz in Il massacro di Fort Apache
- Hank Bell in Romanzo del West
- Abner Biberman in Gunga Din
- Curt Bois in Casablanca
- Charles Bradstreet in Il cervello di Frankenstein
- Steve Brodie in Gli avvoltoi
- J. Carrol Naish in Sahara
- Jack Carson in Amore sotto coperta, Bionda fragola
- Wallis Clark in L'eterna illusione
- Perry Como in Parole e musica
- Charles Drake in Winchester '73
- Nelson Eddy in Musica maestro
- Leif Erickson in Il terrore corre sul filo
- Frank Faylen in La vita è meravigliosa
- James Flavin in Arcipelago in fiamme
- Preston Foster in La valle del destino
- Cary Grant in Notte e dì (nel canto)
- Woody Herman in La città del jazz
- John Hubbard in Corrida messicana
- Van Johnson in Lo stato dell'unione
- Cy Kendall in Romanzo del West
- Glen Lee in Anima e corpo
- Sheldon Leonard in Il bandito senza nome
- Bruce Lester in Ombre malesi
- Alan Marshal in Il giardino di Allah
- Paul Maxey in Nuvole passeggere
- Scott McKay in Duello al sole
- James Millican in La bella preda
- Robert Mitchum in Notte senza fine
- Kenneth More in La tragedia del capitano Scott
- Gordon Oliver in La scala a chiocciola
- Anthony Quinn in Buffalo Bill
- Dan Riss in Bandiera gialla
- Anthony Rivers in La città nuda
- James Robertson Justice in La tragedia del capitano Scott
- James Seay in Giungla d'asfalto
- Bob Steele in La città del peccato
- Craig Stevens in Perdutamente
- Philip Terry in Bataan
- Tom Tyler in Sangue sulla luna
- Rudy Vallee in Vento di primavera, L'adorabile intrusa
- Juan Varro in Dedizione
- Richard Webb in Il tempo si è fermato
- Peter Whitney in Destinazione Tokyo
- Franco Fabrizi in Cronaca di un amore
- Enzo Fiermonte in Teheran
- Giacomo Gabrielli in Dov'è la libertà...?
- Marcello Mastroianni in Domenica d'agosto
- Vittorio Mottini in Abbasso la ricchezza!
- Francesco Mulè in Camilla
- Venditore di biciclette (attore non identificato) in Ladri di biciclette
- Voce di un animale in I pinguini ci guardano
- Voce narrante in Prima comunione, Viva il cinema!
- Voce narrante in La balena che voleva cantare all'Opera
RiconoscimentiModifica
- Mostra del cinema di Venezia
- 1959: Premio speciale: "Per la sua interpretazione" – La grande guerra
- 1995: Leone d'oro alla carriera
- 2001: Premio Pietro Bianchi
- Festival cinematografico internazionale di Mosca
- 1983: Candidatura Gran Premio – Io so che tu sai che io so
- 1983: Premio speciale: "For the contribution to the cinema" – Io so che tu sai che io so
- Golden Globe
- 1963: Candidatura miglior attore in un film commedia o musicale – I due nemici
- 1964: miglior attore in un film commedia o musicale – Il diavolo
- 1966: Candidatura miglior attore in un film commedia o musicale – Quei temerari sulle macchine volanti
- Premio BAFTA
- 1962: Candidatura miglior attore straniero – I due nemici
- Chicago International Film Festival
- 1982: Candidatura Gold Hugo – Io so che tu sai che io so
- Festival Internazionale del Cinema di Acapulco
- 1963: miglior attore – Mafioso
- 1963: miglior attore – Il diavolo
- Premio Vittorio De Sica
- 1979: Premio attore Cinema Italiano
- 2001: Premio attore Cinema Italiano
- Art Film Festival
- 1996: Premio attore
- Taormina film fest
- 1990: Cariddi alla Carriera
- 2001: Diamond Awards
- Giffoni Film Festival
- 1994: François Truffaut Award
- Premio Flaiano
- 1992: Premio alla carriera
- Gran Premio Internazionale dello Spettacolo
- 1994: Premio alla Carriera
- David di Donatello
- 1960: miglior attore protagonista – La grande guerra
- 1961: miglior attore protagonista – Tutti a casa
- 1966: miglior attore protagonista – Fumo di Londra
- 1969: miglior attore protagonista – Il medico della mutua
- 1972: miglior attore protagonista – Detenuto in attesa di giudizio
- 1973: miglior attore protagonista – Lo scopone scientifico
- 1977: miglior attore protagonista – Un borghese piccolo piccolo
- 1981: Medaglia d'Oro del Comune di Roma
- 1982: Candidatura miglior attore protagonista – Il marchese del Grillo
- 1984: Targa speciale
- 1990: David speciale alla carriera
- 1994: David speciale alla carriera
- 1999: David alla carriera
- Nastro d'argento
- 1954: miglior attore non protagonista – I vitelloni
- 1956: miglior attore protagonista – Lo scapolo
- 1959: Candidatura miglior attore protagonista – Il marito
- 1960: miglior attore protagonista – La grande guerra
- 1961: Candidatura miglior attore protagonista – Tutti a casa
- 1962: Candidatura miglior attore protagonista – Una vita difficile
- 1963: Candidatura miglior attore protagonista – Mafioso
- 1968: Candidatura miglior attore protagonista – Un italiano in America
- 1970: Candidatura miglior attore non protagonista – Nell'anno del Signore
- 1972: Candidatura miglior attore protagonista – Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
- 1977: miglior attore protagonista – Un borghese piccolo piccolo
- 1981: Candidatura miglior attore protagonista – Io e Caterina
- 1984: Candidatura miglior attore protagonista – Il tassinaro
- 1995: Nastro d'argento alla carriera
- 2003: Nastro d'argento speciale (postumo)
- Globo d'oro
- 1960: Premio speciale della Giuria – Tutti a casa
- 1969: miglior attore – Il medico della mutua
- 1981: miglior attore – Io e Caterina
- 1982: miglior attore – Il marchese del Grillo
- 2000: Premio alla carriera
- Grolla d'oro
- 1958: miglior attore – Il marito e Ladro lui, ladra lei
- 1961: miglior attore – Tutti a casa
- 1966: Premio speciale – Fumo di Londra
- 1977: miglior attore – Un borghese piccolo piccolo
- 1989: Premio alla carriera
- 1995: miglior attore – Romanzo di un giovane povero
- Una vita per il cinema
- 1959: Medaglia d'oro
- 1969: Vittoria alata
- 1970: Vittoria di Samotracia
- 1971: Vittoria di Samotracia
- 1977: Vittoria di Samotracia
- 1986: Vittoria di Samotracia
- 1991: Vittoria di Samotracia
- Leggio d'oro
- 1995: Menzione speciale
- Ciak d'oro
- 1986: Candidatura miglior attore non protagonista – Troppo forte
Doppiatori italianiModifica
Anche se italiano, è stato doppiato da:
Compositore e cantanteModifica
Il primo contatto di Sordi con la musica avviene già tra il 1939 e il 1942, periodo in cui viene doppiato e distribuito il film I diavoli volanti in cui doppia Oliver Hardy, doppiando anche una canzoncina, Guardo gli asini che volano nel ciel, rielaborazione di A Zonzo di Ernesto Bonino.[73] Le canzoni di leggera satira o meglio i "ritmi lenti" da lui scritti e attribuiti al suo pseudonimo Maestro Gambara e cantate intorno agli anni quaranta. Alcune di esse: Nonnetta, Carcerato, Cerco una donna, Il bimbo che non conobbe infanzia, L'alpino. Alcune le ricantò nel 1957 in Carosello, negli sketch per la casa vinicola Gancia, unici episodi che lo videro protagonista nella nota rubrica pubblicitaria.
- 1942: Guardo gli asini che volano nel ciel (Gino Filippini) cantata da Alberto Sordi nel film I diavoli volanti doppiando Oliver Hardy
- 1966: You never told me (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Julie Rogers nel film Fumo di Londra e in italiano da Mina con il titolo Breve amore
- 1966: Richmond bridge (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Fumo di Londra
- 1967: Walk song (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Un italiano in America e in italiano da Christy con il titolo Amore amore amore amore
- 1969: Luna non sei nessuna (Alberto Sordi, Piero Piccioni) del film Amore mio aiutami; Alberto Sordi cantò lo spin-off della canzone, conosciuto anche come Luna non sei più tu
- 1970: Il presidente del Borgorosso Football Club (singolo) (Alberto Sordi, Piero Piccioni) - tema del film omonimo
- 1973: Ma 'ndo... Hawaii? (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Alberto Sordi e Monica Vitti nel film Polvere di stelle
- 1981: E va'... E va'... (Franco Migliacci/Claudio Mattone)
- 1981: Mia cara Olimpia... (Alberto Sordi, Nicola Piovani) - breve versione cantata della Gavotta di Olimpia tema del film Il marchese del Grillo
DiscografiaModifica
- 1971 – Alberto Sordi (RCA Italiana, PSL 10514)
- 1973 – Alberto Sordi (Music Parade Cetra, LEL 61)
- 1991 – Le canzoni di Alberto Sordi (CGD, 9031 75659-1)
- 1997 – Le canzoni di Alberto Sordi (Mercury Records, 534 869-2)
- 1998 – Splendore dell'acqua con Monica Vitti - (BMG Ricordi, 74321 56713 2)
- 2003 – Storia di un italiano
- 2003 – Le più belle canzoni (Warner Music Italy, ---)
- 2005 – Le più belle canzoni e i ricordi di Alberto Sordi (Warner Strategic Marketing Italy, 5050487-9735-2-7)
- 2007 – Alberto Sordi (Rhino Entertainment, ---)
- 2009 – Comprendi l'importanza? (Twilight Music, TWI CD AS0947)
TelevisioneModifica
- Ritratto d'attore, Alberto Sordi a cura di Fernaldo Di Giammatteo, trasmesso il 7 giugno 1959
- Partecipazione straordinaria, regia di Salvatore Baldazzi (1979)
- Storia di un italiano (Rete 2, 1979-1981; Rai 2, 1986)
- Miss Italia (Rai 1, 1999)
Programmi radiofonici RaiModifica
- La fu signora suocera di Georges Feydeau, farsa con Laura Carli, Stefano Sibaldi, Alberto Sordi, Zoe Incrocci regia di Alberto Casella, trasmessa il 28 febbraio 1949.
- Vi parla Alberto Sordi, appuntamento settimanale, 1947 - 1950.
- Il teatrino di Alberto Sordi, settimanale dal 6 maggio al 24 giugno 1952
- Io, Alberto Sordi, settimanale 1968
- Il conte Claro, in Gran varietà settimanale 1969 - 1970 con Gianni Agus e Wanda Tettoni
Film biograficoModifica
OnorificenzeModifica
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana | |
— 16 marzo 1994[74] |
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte (alla memoria) | |
— 25 marzo 2003[75] |
Lauree Honoris CausaModifica
Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione. | |
«La Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione viene assegnata ad Alberto Sordi per la coerenza di un lavoro che non ha eguali e per l'eccezionale capacità di usare il cinema per comunicare e trasmettere l'ideale storia di valori e costumi dell'Italia moderna dall'inizio del Novecento a oggi.» — Università IULM di Milano, 12 marzo 2002[76] |
Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione. | |
«Alberto Sordi sintetizza nella propria avventura artistica non solo una straordinaria versatilità interpretativa e recitativa ma, soprattutto, la capacità di attraversare nel segno di un'identità forte l'intero ambito dei mezzi e delle forme di comunicazione nel segno di un costante rinnovamento delle forme espressive. Costituisce un patrimonio di esperienza e magistero insostituibile sul versante delle dinamiche e conoscenze interne al cinema e ai media audiovisivi e contribuisce, in maniera decisiva, ai saperi e alle teorie della comunicazione.» — Università degli Studi di Salerno, 24 aprile 2002[77] |
TributiModifica
Nel 1999 gli venne consegnato, su ideazione del regista Angelo Antonucci, il premio "Reggia d'oro" per l'interpretazione, come primo film da protagonista, del film I tre aquilotti, ambientato alla Reggia di Caserta.
Il 7 dicembre 2003 gli fu intitolata la restaurata galleria Colonna a Roma, divenuta dunque galleria Alberto Sordi. Sempre a Roma, il 16 febbraio 2013 è stato inaugurato all'interno di Villa Borghese un viale dedicato ad Alberto Sordi, alla presenza della sorella dell'attore, Aurelia, e del sindaco Gianni Alemanno[78]. La città di Grosseto ha dedicato ad Alberto Sordi il viale principale nel nuovo quartiere del Casalone, così come successo a Cagliari - Pirri, Taranto, Noceto (PR), a Jesolo (VE); a Castiglioncello (LI), dove frequentemente trascorreva le sue vacanze gli fu dedicato un lungomare. Anche Vigevano (PV), Guidonia Montecelio (RM), Orta di Atella (CE), Sabaudia (LT), Capaci (PA), Misterbianco (CT), Ponte San Giovanni (PG), San Nicola la Strada (CE), Grugliasco (TO), Valenzano (BA), Frosinone, Ragusa e Taranto gli hanno dedicato una via.
Ad Alberto Sordi è stato dedicato il film del 2003 di Ettore Scola Gente di Roma.
Dal 2004 viene consegnato il premio speciale Leggio d'oro "Alberto Sordi" agli attori che si sono distinti dell'ambito del doppiaggio, del teatro, della televisione o del cinema. Tale premio viene conferito durante l'annuale edizione del Leggio d'oro, ed è stato dedicato all'attore perché egli fu il primo vincitore dello stesso premio nel 1995, per il doppiaggio di Oliver Hardy in Stanlio e Ollio.[79][80]
Nel 2011 il Bif&st di Bari ha assegnato un Premio intitolato ad Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista tra i film del festival.
Ad Alberto Sordi è stata dedicata una scuola a Roma, l'Istituto comprensivo “Alberto Sordi”[81], nata dall'unione delle Scuole Medie Statali "PierLuigi Nervi" di piazzale Hegel e "Giacomo Puccini” di piazza Giuseppe Gola.
Dal 14 febbraio al 31 marzo 2013 il Vittoriano di Roma ha ospitato la mostra Alberto Sordi e la sua Roma, dedicata soprattutto al suo rapporto con la città natale.[82]
Gli è stato dedicato un asteroide, 83657 Albertosordi[83].
NoteModifica
- ^ Tomba di Alberto Sordi al Verano, su roma.repubblica.it. URL consultato il 24 dicembre 2011 (archiviato il 31 dicembre 2011).
- ^ I COLONNELLI DEL CINEMA ITALIANO, su davinotti.com, 10 marzo 2008. URL consultato il 16 febbraio 2020 (archiviato il 7 febbraio 2010).
- ^ Il cinema italiano contemporaneo: Da "La dolce vita" a "Centochiodi" Archiviato il 22 agosto 2016 in Internet Archive., Laterza, Bari 2007 - ed. dig. 11-2015
- ^ Teche RAI Archiviato il 9 settembre 2016 in Internet Archive. Consultato il 18 agosto 2016
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- ^ Nel 2012 è stata posta una targa ricordo a spese di un privato (articolo del messaggero di Roma Archiviato il 20 maggio 2014 in Internet Archive.)
- ^ L'edificio in cui visse fu demolito nel 1930 per fare spazio alla costruzione del Palazzo delle Sacre Congregazioni Romane. Nel sito originario fu apposta una targa commemorativa.
- ^ Sordi si riferì a lui come "Albertino" in alcune interviste
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- ^ Come Alberto Sordi stesso ebbe a raccontare in una puntata del Maurizio Costanzo Show, durante la frequenza dell'Accademia, l'insegnante di dizione lo chiamò in disparte e gli disse: «Lei dice guèra, ma si dice guèrra». Lui rispose: «Me se strigne 'a gola a dì guèrra». Venne espulso dopo poche settimane. Cfr. Fava, op.cit.
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- ^ «È stato un grande dolore. Veramente Sordi ha interpretato i sentimenti degli italiani, soprattutto nei momenti più difficili e duri. Sordi ha rappresentato i sentimenti degli italiani mentre il Paese si stava sfasciando. Però, nelle sue interpretazioni non c'è mai la rappresentazione dello sfascio senza la speranza. C'è, quindi, una profonda italianità di Sordi. Una delle ultime volte venne a mostrarmi la riedizione dei suoi film. Ora spero che siano visti anche nelle scuole. Sarebbe un modo di rappresentare visivamente i drammi degli anni Quaranta. Mi riferisco a film come Tutti a casa, ma non solo a quello.» Carlo Azeglio Ciampi Archiviato il 28 maggio 2009 in Internet Archive.
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- ^ «Sono triste e scioccato nell'apprendere della morte di Alberto Sordi. In qualche modo non pensavo fosse mortale. Le sue immagini vanno dal mio cuore alla mia mente, vedo la sua faccia e sento la sua voce in tutti quei meravigliosi ruoli che ha interpretato. Sordi ha catturato come nessun altro quello che significa essere italiano, satirizzando molti tratti nazionali, buoni e cattivi, e così facendo, esorcizzandoli. Uno potrebbe legare insieme tutti i suoi film e tirarne fuori una storia dell'Italia. Era più di un attore. Era una icona nazionale. Porta con sé uno degli ultimi gloriosi ricordi dell'età mitica del cinema italiano. Martin Scorsese Archiviato il 28 maggio 2009 in Internet Archive.»
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BibliografiaModifica
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Altri progettiModifica
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alberto Sordi
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su albertosordi.it.
- Masolino D'Amico, SORDI, Alberto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.
- Francesco Bolzoni, SORDI, Alberto, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- Sórdi, Albèrto, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Alberto Sordi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Alberto Crespi, SORDI, Alberto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 93, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Opere di Alberto Sordi, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- Alberto Sordi, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Alberto Sordi, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Alberto Sordi, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Alberto Sordi, su Genius.com.
- Registrazioni audiovisive di Alberto Sordi, su Rai Teche, Rai.
- Alberto Sordi, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Alberto Sordi, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- Alberto Sordi, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Alberto Sordi, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Alberto Sordi, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Alberto Sordi, su filmportal.de.
- Sito ufficiale della Fondazione Museo Alberto Sordi, su fondazionemuseoalbertosordi.org.
- Alberto Sordi doppiatore, su sites.google.com.
- Addio Alberto Sordi, su La Repubblica, 25 febbraio 2003.
- Il Film e la Mostra per il centenario, su ilsorpassocinema.com.
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