Festival di Sanremo
Il Festival della canzone italiana, più comunemente Festival di Sanremo o anche semplicemente Sanremo, è un festival musicale che si tiene ogni anno in Italia, a Sanremo, a partire dal 1951. Vi hanno preso parte come concorrenti, ospiti o compositori, molti dei nomi più noti della musica italiana. È considerato uno dei più importanti e longevi festival musicali al mondo.
Festival di Sanremo | |
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Festival della canzone italiana | |
Luogo | Sanremo |
Anni | 1951-oggi |
Frequenza | annuale |
Fondato da | Angelo Nicola Amato e Angelo Nizza |
Date | gennaio / febbraio / marzo |
Genere | Musicale |
Organizzazione | Rai |
Sito ufficiale | www.rai.it/programmi/sanremo/ |
Rappresenta uno dei principali eventi mediatici italiani, con un certo riscontro anche all'estero, in quanto viene trasmesso in diretta sia televisiva, in Eurovisione, sia radiofonica. La statuetta del Leone di Sanremo (simbolo dello stemma comunale) è il riconoscimento più prestigioso per i musicisti e gli interpreti italiani di musica leggera.
I brani in gara al festival vengono selezionati nei mesi immediatamente precedenti da un'apposita commissione sulla base delle candidature pervenute. Tali brani, che devono essere stati composti da autori italiani con testi in lingua italiana o, in alternativa, anche in una lingua regionale italiana, vengono proposti da diversi interpreti e devono essere inediti, cioè mai eseguiti pubblicamente prima della competizione, pena la squalifica. Essi vengono votati da giurie scelte (demoscopiche, di addetti ai lavori, di consumatori) e/o mediante il voto popolare sotto forma di televoto (in passato anche tramite concorsi di vario genere come il Totip), le quali proclamano e premiano i tre brani più votati, in alcuni casi i soli vincitori assoluti, tra quelli in gara nella sezione principale, denominata a seconda delle edizioni Big, Campioni o Artisti (talvolta con ulteriori suddivisioni quali Donne, Uomini, Gruppi e Classic), e in quella degli artisti meno noti, definita generalmente Nuove proposte o Giovani. Vengono assegnati anche altri riconoscimenti speciali, tra cui il Premio della Critica, creato ad hoc dalla stampa specializzata nel 1982 per premiare la qualità del brano di Mia Martini E non finisce mica il cielo e intitolato alla stessa cantante a partire dall'edizione successiva alla sua scomparsa (1996).
Durante le edizioni della prima metà degli anni ottanta, gli artisti in gara si esibivano in playback ma fu solo dopo l'edizione del 1985, in cui Claudio Baglioni fu invitato per ricevere il premio alla "canzone del secolo" e si esibì dal vivo in un assolo di pianoforte e voce in un'edizione dominata dal playback, che tutti i cantanti iniziarono ad esibirsi dal vivo.
In origine la sede della kermesse era il salone delle feste del Casinò di Sanremo[1] e il periodo di svolgimento era variabile tra gennaio e marzo, mentre dal 1977 si svolge presso il teatro Ariston della città ligure (a parte l'edizione del 1990, svoltasi al nuovo mercato dei fiori di Bussana, frazione del comune di Sanremo), in un periodo che, dal 1983, oscilla tra i primi giorni di febbraio e la prima decade di marzo.
Dal 1956 (ad eccezione del periodo tra il 1998 e il 2010 e di molte altre occasioni) il vincitore della competizione ottiene il diritto di rappresentare l'Italia all'Eurovision Song Contest. Tuttavia ciò non rappresenta un obbligo per il cantante, che può rimettere alla Rai la decisione sul rappresentante italiano.
Storia del FestivalModifica
Antefatti (1947-1950)Modifica
Nel 1948 e 1949 si tennero a Viareggio le prime due edizioni del Festival della Canzone Italiana. La manifestazione, nata da un'idea di Aldo Valleroni e poi interrotta nel 1950 a causa di problemi economici, sarebbe stata la genesi del futuro Festival di Sanremo[2][3][4][5].
La prima edizione viareggina, ospitata alla "Capannina del Marco Polo", si tenne il 25 agosto 1948 e fu vinta da Serenata al primo amore di Pino Moschini; la seconda vide il successo de Il topo di campagna di Narciso Parigi[6].
Nascita e primi anni (1951-1959)Modifica
L'idea di un Festival della Canzone italiana venne ripresa a Sanremo due anni dopo, ma a differenza dell'esperienza toscana fu deciso di ospitare l'evento nella "stagione morta" invernale per incrementare le presenze quando il turismo balneare è pressoché assente.
Durante un colloquio l'allora direttore delle manifestazioni e delle pubbliche relazioni del casinò di Sanremo, Angelo Nicola Amato, e il conduttore radiofonico Angelo Nizza, assiduo frequentatore del casinò municipale, decisero di creare una manifestazione di carattere musicale. Nizza allora cercò di trovare un accordo con l'EIAR a Torino, mentre Amato si recò a Milano per spargere la voce tra le case discografiche e spingerle ad inviare i propri cantanti. Fu anche Amilcare Rambaldi, futuro creatore del Club Tenco e della Rassegna della canzone d'autore, nonché fraterno amico dello stesso Angelo Nizza, che lo spinse a promuovere e sponsorizzare questa idea.
Il 29 gennaio 1951 si tenne la prima edizione nel salone delle feste del casinò, condotta da Nunzio Filogamo, particolarmente noto per il suo saluto radiofonico agli "amici vicini e lontani". A questa edizione presero parte 3 interpreti, Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani, che si alternarono nell'esibizione di 20 brani inediti. L'evento fu accolto molto freddamente dalla stampa e dai critici musicali dell'epoca, così come dal pubblico in sala che continuò a cenare e parlottare durante le esecuzioni. A vincere la prima storica edizione fu Nilla Pizzi con Grazie dei fiori.[7]
La musica cambiò per la seconda edizione, che trovò un maggiore riscontro dagli autori e dagli editori musicali.[8] I partecipanti salirono a 5, ma a vincere, come l'anno prima, fu Nilla Pizzi con la «serenata popolareggiante» Vola colomba, che si aggiudicò anche il resto del podio con Papaveri e papere e Una donna prega, risultato mai più ripetuto nella storia del festival.[9][10]
L'edizione del 1953 segnò il primo cambio nel regolamento di un certo rilievo: venne infatti introdotto l'obbligo della doppia interpretazione per ogni brano musicale con una diversa orchestra: una di tipo "classico" (in quell'anno diretta da Cinico Angelini) e una di tipo più "moderno" (condotta in quell'occasione da Armando Trovajoli).[8][11]
La quinta edizione fu la prima edizione trasmessa in diretta radio-televisiva dal Programma Nazionale e la prima edizione in cui la finale fu trasmessa in Eurovisione.[12] Nell'edizione del 1956, in via del tutto eccezionale, i sei partecipanti al Festival furono selezionati con un concorso per "voci nuove", a cui presero parte 6.656 aspiranti[13]. Nello stesso anno, ispirandosi al Festival, la neonata Unione europea di radiodiffusione diede vita all'Eurovision Song Contest, la cui prima edizione - al quale prese parte anche l'Italia con la vincitrice dell'edizione, Franca Raimondi, e la seconda classificata, Tonina Torrielli[14] - si svolse a Lugano, in Svizzera.
A dominare il Festival nelle sue prime edizioni fu la canzone tradizionale italiana,[15] all'epoca poco apprezzata,[16] il cui testo «non esce di un millimetro dal solco Dio-Patria-Famiglia».[17] Tuttavia, già con Papaveri e papere (oggi nota come una sottile presa in giro rivolta alla Democrazia Cristiana e, al contempo, come un accenno di denuncia della condizione di subalternità della donna nella società italiana dell'epoca)[18] e poi con Canzone da due soldi di Katyna Ranieri, iniziò a farsi spazio un tipo di canzone diversa da quelle «così proverbialmente sciroppose e stucchevoli»,[19] con un lessico più colloquiale e allegro.[13] Fu comunque solo nell'edizione del 1958, con la vittoria di Domenico Modugno (in coppia con Johnny Dorelli) e la sua Nel blu dipinto di blu,[20][21] che si aprì una nuova fase per il Festival e per la canzone italiana: quella della «commistione di autore e interprete» che fu confermata nel 1960 con la vittoria di Renato Rascel con Romantica in coppia con Tony Dallara.[22]
L'esplosione negli anni '60 e il declino negli anni '70Modifica
Gli anni sessanta si aprirono con l'improvvisa decisione della SIAE di vietare la partecipazione dei propri autori all'edizione del 1961, che però non fu seguita dalla maggioranza degli aderenti.[23] Negli anni successivi si registrò l'inizio della cosiddetta "era Bongiorno" (dal nome del conduttore Mike Bongiorno che presentò le edizioni dal 1963 al 1967)[24][25] e fecero il loro esordio sul palco gli "urlatori" come Mina (la quale, dopo la delusione per non essere nemmeno salita sul podio nel 1961, decise di non prendere mai più parte al Festival come concorrente),[26] Adriano Celentano e Bobby Solo, i cantautori come Gino Paoli e Umberto Bindi e i gruppi beat (questi ultimi «sopportati più che supportati»,[27] anche per problemi di organizzazione).[28][29]
A vincere però fu perlopiù la musica melodica: la vittoria più rilevante del periodo fu quella di Gigliola Cinquetti al Festival del 1964 con Non ho l'età (per amarti), con la quale vinse anche l'Eurovision Song Contest dello stesso anno.[30] Sempre nel 1964 venne estesa la partecipazione anche ai cantanti stranieri, che parteciparono in forze a quell'edizione (fra i tanti Paul Anka, Gene Pitney, Ben E. King e Antonio Prieto):[31] la nuova regola fu «pensata come confronto tra interpreti italiani e stranieri», ma soprattutto «aspirava sia ad arricchire di nuova linfa la musica leggera sia a esportare oltre i pochi consueti mercati la nostra produzione».[32] Questa innovazione fu tuttavia abbandonata già con l'edizione del 1966.[33]
Nel frattempo, i temi sociali e la contestazione iniziarono ad apparire sul palco del Casinò. Nell'edizione del 1966, Adriano Celentano presentò Il ragazzo della via Gluck, subito eliminata dalla competizione; l'anno successivo, gli intenti "rivoluzionari" (sebbene estremamente edulcorati) dei giovani fecero capolino con La rivoluzione di Gianni Pettenati e Proposta de I Giganti. Il 1967 viene ricordato soprattutto per il suicidio del cantautore genovese Luigi Tenco, la cui canzone Ciao amore ciao (cantata in coppia con Dalida e che raccontava il disagio di un Paese che, nonostante il miracolo economico, aveva «ancora sacche paurose di povertà e di indigenza») fu eliminata dalla finale.[34][35][36] La morte di Tenco, semplicemente accennata, «tacendo persino il nome della vittima», durante il festival da Mike Bongiorno, «concluse la fase aurea del racconto di Sanremo», dando inizio ad «un convulso lungo periodo dopo il quale l'Italia non fu più la stessa e, conseguentemente, neppure la trama che il Festival ne forniva».[37]
Nonostante questo, l'edizione del 1968 «costituì il maggiore sforzo dell'aspirazione del Festival a rappresentare sul piano della musica leggera tutto ciò che si muoveva nel paese»:[38] presentata per la prima volta da Pippo Baudo,[24] vide la vittoria di Sergio Endrigo (tanto a testimonianza dell'imporsi dei cantautori nel mercato musicale, quanto una sorta di "vittoria di compensazione" per quanto accaduto con Tenco).[39][40] Sempre in quella edizione, esordirono anche Fausto Leali, Al Bano e Massimo Ranieri, «tutti e tre, in modi diversi, ben piantati nei caratteri eterogenei dei ragazzi di allora».[41]
Le tre edizioni del 1969 (vinta da Iva Zanicchi e Bobby Solo con Zingara), 1970 (vinta da Celentano e Claudia Mori con Chi non lavora non fa l'amore) e 1971 (vinta da Nada e Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro), ma soprattutto i grandi successi di Lucio Dalla (4/3/1943 nel 1971 e Piazza Grande nel 1972) e Roberto Vecchioni (L'uomo che si gioca il cielo a dadi nel 1973)[42] «non evidenziarono pienamente la crisi della manifestazione», che ormai si avviava a un periodo di declino.[43] A partire dal 1973, la Rai decise di trasmettere solo la serata finale del Festival[44][45] e «anche la tanto sbandierata trasmissione in Eurovisione accomunava in realtà l'Italia alle aree arretrate dell'Est e dell'Ovest: nel 1973, infatti, si collegarono l'URSS e i paesi del socialismo reale» così come «Turchia, Cipro, Spagna e Portogallo, ove ancora per poco sopravvissero i fascismi»,[46] mentre dal punto di vista musicale, il Festival virò pesantemente sulla via «dell'erotismo in pillole e della pornografia casareccia», in «un trionfo di seni e cosce» e di canzoni che fanno riferimento agli stessi «irritanti stereotipi dell'erotismo da celluloide»,[47] al punto che l'edizione del 1975 «fu la più infelice e, se si vuole, la più insulsa nello scollamento tra realtà e rappresentazione».[48]
Fu comunque in tale periodo che si sperimentarono varie formule per il Festival. L'edizione 1974 vide i 28 interpreti in gara divisi in due gruppi, ossia 14 "Big" (già qualificati alla serata finale) e 14 "aspiranti", che si sarebbero sfidati per gli ultimi 4 posti disponibili. L'edizione del 1976 vide i partecipanti divisi in cinque gruppi, ciascuno con due interpreti "capigruppo" automaticamente qualificati alla finale, ma soprattutto per la prima volta scomparve l'orchestra (sostituita dalle basi musicali). Eliminazioni e gruppi furono aboliti nel 1977, anche perché le canzoni in gara quell'anno erano solo 12, ma già nell'edizione successiva venne ripristinata la divisione in categorie ("Solisti", "Complessi" e "Cantautori"), i cui vincitori si sarebbero poi affrontati per il titolo.[49] In ultimo, si assistette al "trasloco" (inizialmente provvisorio causa lavori di ristrutturazione, poi divenuto definitivo) del Festival dal Casinò di Sanremo al teatro Ariston.[50]
La rivalsa negli anni '80Modifica
Il Festival 1980 segnò il primo segnale di rottura dell'andamento declinante: la presentazione di Claudio Cecchetto, Roberto Benigni e Olimpia Carlisi rappresentò la prima occasione in cui il presentatore non svolgeva un ruolo di «mero officiante», ma di «protagonista del racconto», fu ripristinata la suddivisione in due categorie, una per le "nuove proposte italiane" (che si sarebbero contesi 8 posti alla serata finale) e una per i "Big italiani e stranieri" (18 canzoni già qualificate alla serata finale), ma soprattutto fu nuovamente abbandonata l'orchestra per le basi registrate (nel corso degli anni ottanta vi furono edizioni in cui i cantanti si esibirono addirittura in playback).[51]
Questo portò la Rai a "riappropriarsi" del Festival e a procedere a una "ristrutturazione" dello stesso, culminata nella "prima era Baudo" (1984-1987): con lui Sanremo riconquistò la credibilità perduta, portando «la cronaca e l'attualità sul palcoscenico dell'Ariston» e istituendo col Festival del 1984 una competizione separata per le "Nuove proposte italiane", con tanto di eliminazioni, assenti invece per la categoria dei "Campioni".[52] Nel 1982, infine, fu creato un Premio della Critica, che «ufficializzò l'esistenza di una frattura» fra i gusti del pubblico e quelli «delle nicchie del gusto».[53]
L'edizione del 1986 si ricorda anche come la prima a vedere una donna, Loretta Goggi, come conduttrice principale dell'evento ma, nonostante il rilancio, molti dei grandi nomi della scena musicale sorti lungo gli anni settanta mantennero una certa distanza dalla competizione, accettando invece di esibirsi come ospiti o (più raramente) di concorrere come autori. A partecipare più attivamente furono i cantanti divenuti famosi negli anni sessanta e nei primi anni settanta (Iva Zanicchi, Peppino di Capri, Bobby Solo, Fred Bongusto), quelli la cui carriera aveva necessità di un rilancio o di una conferma (Loredana Bertè, Alberto Camerini, Donatella Rettore, Alan Sorrenti, Renato Zero, Anna Oxa, Mango, Mia Martini, Raf) o quelli che legarono indissolubilmente il loro nome alla manifestazione (Matia Bazar, Fiordaliso, Riccardo Fogli).[54]
Con l'eccezione di Per Elisa di Alice (vincitrice del Festival di Sanremo 1981), Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale (vincitrice del Festival di Sanremo 1983) e di Adesso tu di Eros Ramazzotti (vincitore di Sanremo 1986, dopo la vittoria nella sezione Nuove proposte del 1984 con Terra promessa), nel resto dei casi «Sanremo si limitò a laureare personaggi già laureati, che avevano già scritto le loro pagine più ricche di senso», quasi come se la vittoria a Sanremo costituisse un «premio alla carriera» per questi interpreti. In questo modo, il voto popolare (espresso tramite il concorso Totip) legittimò le vittorie di Al Bano e Romina Power nel 1984, dei Ricchi e Poveri nel 1985, di Eros Ramazzotti nel 1986, del trio Morandi-Ruggeri-Tozzi nell'edizione del 1987, di Massimo Ranieri nel 1988 e di Anna Oxa e Fausto Leali al Festival del 1989. Il ritorno della giuria popolare non cambiò di fatto la situazione: il primo posto fu dei Pooh nell'edizione 1990 e di Riccardo Cocciante nell'edizione 1991.[55]
Il Festival, tuttavia, funse da trampolino di lancio per una generazione di cantanti che, una volta famosi, recise il proprio rapporto con la manifestazione: è il caso del già citato Eros Ramazzotti, ma anche di Vasco Rossi, Jovanotti, Fiorella Mannoia e Zucchero Fornaciari, che portarono sul palco nuove sonorità e nuovi temi ma che furono penalizzati in classifica (e dunque conquistarono «credibilità agli occhi di un pubblico più attento alla qualità»).[56]
Il successo degli anni '90Modifica
Gli anni novanta sancirono il ritorno di Sanremo come appuntamento fisso per la società italiana (al punto tale che la sigla d'apertura delle edizioni 1995 e 1996, Perché Sanremo è Sanremo, divenne una sorta di slogan informale della manifestazione):[57] per il Festival di Sanremo 1990, come già detto, tornarono le giurie popolari, ma anche l'orchestra e gli interpreti stranieri in gara,[58] seguite due anni dopo dal ritorno alla presentazione di Pippo Baudo (che assunse anche la direzione artistica del Festival) e delle eliminatorie fra i "Big". Queste, al contrario delle edizioni precedenti, colpirono stavolta gli esponenti della musica dell'ultimo trentennio a tutto vantaggio delle "nuove voci" emergenti, come Laura Pausini (vincitrice della categoria Giovani nel 1993 e terza l'anno dopo fra i "Campioni"), Biagio Antonacci, Andrea Bocelli e Giorgia (vincitrice del Festival di Sanremo 1995).[59]
L'edizione del 1997, vinta dai Jalisse con Fiumi di parole, segnò l'ultima discussa partecipazione italiana all'Eurovision Song Contest nel XX secolo. Il duo, infatti, dato per favorito anche all'estero, raggiunse solo il quarto posto, lasciando spazio alle voci riguardanti un possibile sabotaggio interno da parte della Rai, che malvolentieri si sarebbe fatta carico delle spese d'organizzazione dell'edizione seguente della kermesse europea in caso di vittoria.
A confermare il tentativo di svecchiamento della canzone italiana, a partire dal 1995 fu garantito l'accesso alla finale dei Campioni ai primi classificati fra i giovani: se la regola funzionò in quell'anno, garantendo proprio l'affermazione di Giorgia, il meccanismo produsse in seguito una serie di cantanti (come i Jalisse, vincitori nel 1997, e Annalisa Minetti, che vinse nel 1998) destinati a finire ben presto nell'oblio. Addirittura, nessuna delle canzoni dell'edizione del 1998 riuscì a rientrare nella classifica dei 100 singoli più venduti di quell'anno.[60]
Il cambiamento negli anni 2000Modifica
Anche per questo motivo, a partire dal 1999, il Festival iniziò ad aprirsi al circuito della "musica indipendente" con mutuo beneficio, visto che il primo recuperò autorevolezza e il secondo approfittò della visibilità sanremese per ottenere migliori vendite.[61] Questo, però, non fermò il calo degli ascolti dei primi anni duemila, culminato con l'edizione del 2004 (con Tony Renis alla direzione artistica e Simona Ventura alla conduzione), dove per la prima volta un programma della concorrenza (la quarta edizione del Grande Fratello) superò in ascolti il Festival, complice anche il boicottaggio delle major discografiche e il successo della "contro-rassegna" musicale organizzata a Mantova quell'anno.[62][63] Questo nuovo periodo di flessione del Festival si interruppe nel 2007, con la vittoria fra i Campioni di Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa e di Fabrizio Moro fra i giovani con Pensa.[64]
Nonostante il calo di ascolti e le polemiche, Sanremo si affermò sempre più nei primi anni del XXI secolo come palcoscenico dove lanciare o confermare artisti emergenti come Dolcenera (fra i vincitori di Destinazione Sanremo nel 2002), Sergio Cammariere (terzo a Sanremo 2003), Povia (vincitore dell'edizione 2006), Francesco Renga (ex-Timoria, vincitore dell'edizione 2005), Giò Di Tonno e Lola Ponce (vincitori dell'edizione 2008), Tricarico (vincitore del Premio della critica nel 2008), Arisa (vincitrice di SanremoLab 2008, della sezione Proposte nel 2009 e della sezione Campioni nel 2014), Paolo Meneguzzi, Irene Fornaciari e Sonohra (vincitori della sezione Giovani nel 2008).[65]
Sul finire del decennio, invece, con la vittoria di Marco Carta nel 2009 (già vincitore della settima edizione di Amici nel 2008), si nota una "saldatura" fra «i nuovi "palcoscenici" della canzone virtuale» come Amici di Maria De Filippi e X Factor e «la madre di tutti i palchi della canzone italiana», confermata dalla vittoria nel 2010 di Valerio Scanu (finalista dell'ottava edizione di Amici nel 2009), ma anche dalla partecipazione di cantanti provenienti dai talent come Giusy Ferreri (finalista della prima edizione di X Factor nel 2008), Noemi (partecipante alla seconda edizione di X Factor nel 2009 e terza al Festival di Sanremo 2012), Marco Mengoni (vincitore della terza edizione di X Factor nel 2010, terzo classificato al Festival di Sanremo 2010 e vincitore nel 2013),[66] Emma Marrone (vincitrice della nona edizione di Amici nel 2010 e del Festival di Sanremo 2012),[67] Annalisa (finalista della decima edizione di Amici nel 2011 e terza al Festival di Sanremo 2018), Francesca Michielin (vincitrice della quinta edizione di X Factor nel 2012 e seconda classificata ai Festival di Sanremo 2016 e 2021)[68] e così via. L'eccezione di questo scenario è data da due interpreti femminili, Malika Ayane (finalista della sezione Giovani di Sanremo 2009 e terza classificata a Sanremo 2015) e Nina Zilli (premio della critica nella sezione Nuova Generazione a Sanremo 2010).[69]
In ultimo, a partire dall'edizione del 2011, il Festival di Sanremo torna a essere il meccanismo di selezione per la canzone partecipante italiana all'Eurovision Song Contest.[70]
Il rilancio negli anni 2010Modifica
Con la direzione artistica di Fabio Fazio nelle edizioni 2013 e 2014 si assiste a una significativa diminuzione del numero di artisti provenienti dai talent show, a beneficio di rappresentanti di generi musicali meno tipici per la kermesse sanremese, tra cui The Bloody Beetroots (musica elettronica), Giuliano Palma (ska), i Perturbazione (indie rock). Sebbene le edizioni condotte e dirette da Fazio non rappresentino un successo in termini di ascolti, fungono da apripista per scelte stilistiche che si consolidarono nelle successive edizioni. Con Carlo Conti, conduttore e direttore delle edizioni 2015, 2016 e 2017, viene privilegiata la radiofonicità come criterio per la scelta dei brani in concorso, spezzando il paradigma per cui fino a quel momento la scelta ricadesse prevalentemente su ballate d'amore.[71] Con l'edizione 2015, il Festival viene inoltre definitivamente agganciato all'Eurovision Song Contest, dal momento che il regolamento stabilisce che la canzone vincitrice del Festival sia automaticamente designata, salvo rinuncia, a rappresentare l'Italia al concorso canoro europeo.[72]
Il successo e la qualità di queste edizioni è testimoniato anche dai partecipanti nella categoria Giovani: nell'edizione 2016, in particolare, tre dei quattro finalisti di tale sezione avrebbero in seguito vinto nella sezione principale. Trattasi di Francesco Gabbani (vincitore dell'edizione 2017), Ermal Meta (2018) e Mahmood (2019 e 2022).[71]
Con le successive edizioni del 2018 e 2019, condotte e dirette da Claudio Baglioni, vengono rimosse le eliminazioni dei brani dalla gara su esplicita richiesta dei cantanti. Fu inoltre e aumentata la durata massima dei brani da tre minuti e mezzo a quattro, influenzando in positivo anche la qualità stessa delle canzoni in gara. Nell'edizione del 2019, la vittoria di Mahmood con il brano Soldi è considerata il segno di una cesura netta con il passato, poiché appartenente a un genere, l'urban, fino ad allora rimasto ai margini di Sanremo, riavvicinando così il pubblico più giovane al Festival e attirando le attenzioni delle case discografiche, le quali colgono l'opportunità di allargare il pubblico di determinati cantanti.[71] Mahmood si piazzerà al secondo posto all'Eurovision Song Contest 2019 con lo stesso brano e acquisendo notorietà internazionale.
Il ritrovato successo negli anni 2020Modifica
Dall'edizione del 2020 il Festival è diretto e condotto da Amadeus, che è riuscito a ottenere buoni risultati in termini di ascolti. L'edizione del 2021 è segnata dalla pandemia di Covid-19: a causa delle misure di contenimento in vigore nei primi mesi del 2021, il Festival si svolge per la prima volta nella sua storia senza il pubblico all'interno del teatro Ariston; inoltre, come già accaduto nel 2004 e 2005, si svolge interamente nel mese di marzo, precisamente dal 2 al 6. Nonostante le difficoltà e i risultati d'ascolto nettamente più bassi rispetto all'anno precedente,[73] per la prima volta il Festival vede trionfare un gruppo rock, i Måneskin, che con il brano hard rock Zitti e buoni arrivano a vincere l'Eurovision Song Contest e a raggiungere un successo planetario.
Tale edizione, nonostante il calo di ascolti, ha avuto enorme riscontro mediatico: le canzoni, infatti, hanno ottenuto ancor più successo di quelle dell'edizione precedente in termini di vendite e streaming e le dirette di quest'edizione sono risultate essere l'evento in diretta più visto su RaiPlay fino a quel momento.
L'edizione del 2022, caratterizzata da ascolti record[74] grazie anche a un aumento del pubblico più giovane[75], vede la vittoria del brano Brividi di Blanco in coppia con Mahmood, già vincitore dell'edizione 2019. La vittoria ha così permesso al duo di rappresentare l'Italia all'Eurovision Song Contest 2022, svolto in casa a Torino e risultando sesti.
Le edizioni guidate da Amadeus sono caratterizzate da un cospicuo aumento del numero di cantanti in gara, innovazione che ha garantito varietà nella scelta dei partecipanti: nei cast di tali edizioni sono infatti presenti sia vecchie glorie della musica italiana (come Iva Zanicchi, Rita Pavone, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Orietta Berti e Donatella Rettore) sia cantanti più contemporanei e di successo tra i giovani (i già citati Måneskin, Mahmood e Blanco ma anche nomi come Lazza, Elodie, i Pinguini Tattici Nucleari, Achille Lauro e Sangiovanni), arrivando a lanciare anche artisti più di nicchia o emergenti (ad esempio, Madame, Fulminacci, i Coma_Cose e Tananai).
Grazie all'aumento della reputazione del Festival dovuto dalla vittoria dei Måneskin, si è anche assistito al ritorno in gara di cantanti italiani di rilievo internazionale che non partecipavano da tempo alla manifestazione (tra cui Giorgia ed Elisa).
CronologiaModifica
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La lista che segue è riguardante le varie modifiche fatte al regolamento del Festival di Sanremo e le varie novità apportate al Festival
- 1951: prima edizione. In gara vi sono venti brani, interpretati da tre cantanti: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano;
- 1952: la cantante Nilla Pizzi si aggiudica l'intero podio del Festival, risultando prima, seconda e terza, rispettivamente con le canzoni Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega, evento mai più verificatosi in seguito;
- 1953: introduzione della doppia interpretazione per ogni canzone e direzione orchestrale di ogni brano, che durerà fino al 1971 (con l'eccezione del 1956) e sarà ripresa, seppur con modalità diverse, nel 1990 e nel 1991;
- 1955: prima edizione trasmessa in TV;
- 1956: gli interpreti dei brani in gara vengono selezionati dalla Rai attraverso un concorso per Voci Nuove indetto l'anno precedente; dalle 6.646 candidature arrivate vengono scelti i sei partecipanti, tutti esordienti nel mondo della musica. In quell'anno si tiene la prima edizione dell'Eurovision Song Contest, il cui artista rappresentante per l'Italia viene scelto frequentemente tra i partecipanti a Sanremo;
- 1958: prima diretta in Eurovisione;
- 1961: la classifica finale viene decretata una tantum tramite il concorso dell'Enalotto e annunciata sette giorni dopo la serata finale;
- 1964: per quest'edizione e la seguente, uno degli interpreti di ciascun brano è un artista di fama internazionale, che si esibisce, salvo rare eccezioni, in italiano. Da quest'anno, con la sola eccezione dell'edizione 1975, i brani sono proposti alla commissione selezionatrice già abbinati a chi deve eseguirli in gara, mentre in precedenza venivano scelti i brani e solo successivamente si decideva chi li avrebbe interpretati;
- 1965: ultima edizione in cui gli interpreti italiani possono partecipare in gara con più di un brano, mentre per quelli stranieri tale possibilità permarrà per ulteriori due anni;
- 1967: edizione segnata dal tragico suicidio di Luigi Tenco, che era appena stato eliminato dalla competizione e quindi non ammesso alla finale;
- 1968: da quest'edizione ogni interprete (sia italiano sia straniero) può gareggiare con un solo brano;
- 1972: ripristino dell'esecuzione singola per ogni canzone;
- 1973: prima edizione a essere ripresa con telecamere a colori, a beneficio delle televisioni estere: in Italia, però, continuerà a essere trasmesso in bianco e nero per i successivi quattro anni, cioè fino all'arrivo sul mercato degli apparecchi televisivi in grado di ricevere il segnale a colori. Da quest'anno e fino al 1980 la Rai trasmetterà in TV solo la serata finale della kermesse, mentre le altre verranno trasmesse soltanto via radio;
- 1974: per la prima volta si distinguono gli interpreti in Big, ammessi di diritto alla serata finale, e Aspiranti, sottoposti al rischio dell'eliminazione;
- 1976: per la prima volta, le canzoni in concorso sono eseguite con il supporto di una base musicale pre-registrata, nonostante la presenza dell'orchestra; questa edizione è anche l'ultima ospitata al teatro del Casinò;
- 1977: il Festival si sposta al teatro Ariston. Prima edizione visibile a colori anche in Italia tramite il sistema PAL;
- 1978: la Rai trasmette solamente l'ultima serata del Festival, sia alla radio che in TV;
- 1980: viene eliminata l'orchestra: tutti gli artisti cantano su basi musicali pre-registrate;
- 1981: per questa e le tre successive edizioni sono ammessi brani con testi interamente in una lingua diversa dall'italiano, a condizione che almeno uno degli autori sia di nazionalità italiana. La Rai torna a trasmettere integralmente la kermesse canora anche in TV;
- 1982: viene istituito il Premio della Critica;
- 1984: per la prima volta i Big Italiani e Stranieri, votati tramite il concorso Totip, costituiscono una sezione separata rispetto alle Nuove Proposte Italiane, che vengono votate tramite giurie demoscopiche per determinare una propria classifica. Inoltre, in quest'edizione e nella seguente, tutte le esibizioni sono in playback;
- 1986: per la prima volta è una donna a condurre il Festival come presentatrice principale, Loretta Goggi; viene ripristinata l'esecuzione delle canzoni dal vivo, sempre su base musicale pre-registrata;
- 1987: primo Festival rilevato dal nuovo sistema di registrazione dei dati d'ascolto Auditel. Tale edizione è, ad oggi, la più seguita di sempre;
- 1989: viene istituita una suddivisione intermedia tra quella degli artisti più popolari, detti Campioni, e quella degli esordienti, quest'anno detti Nuovi: si tratta della sezione Emergenti, destinata a non avere seguito nelle successive edizioni;
- 1990: tornano l'orchestra e le giurie popolari per tutti i cantanti in gara. È il primo Festival, dal 1977, che non viene svolto al teatro Ariston, in quel periodo chiuso per ristrutturazione. La manifestazione si trasferisce in un capannone del Mercato dei Fiori, per l'occasione denominato "Palafiori" (da non confondere con l'attuale Palafiori situato nel centro di Sanremo, in seguito alla ristrutturazione del vecchio Mercato dei Fiori), situato a Bussana, frazione del comune di Sanremo;
- 1991: il Festival torna al teatro Ariston;
- 1992: per quest'edizione e la seguente, viene reintrodotta l'eliminazione dalla finale per gli artisti della sezione Campioni;
- 1994: l'organizzazione del Festival torna a essere appannaggio della Rai;
- 1996: le Nuove Proposte sono tutte ammesse alla serata finale a loro dedicata. Da quest'edizione il Premio della Critica porta il nome di Mia Martini, scomparsa l'anno precedente;
- 1997: introduzione delle giurie di qualità, composte da personaggi del mondo dello spettacolo (fino al 2003, nel 2007 e 2008 e nuovamente dal 2013 al 2019). Quella dei Jalisse, vincitori del Festival, segna l'ultima partecipazione italiana all'Eurovision Song Contest per i successivi 13 anni;
- 1998: i primi tre classificati della sezione Giovani sono ammessi a concorrere per la vittoria finale insieme ai Campioni. Annalisa Minetti si aggiudica entrambe le categorie, un unicum nella storia della kermesse;
- 2002: per quest'edizione vengono reintrodotte le eliminazioni per i Giovani, i cui finalisti vengono giudicati con voto palese da ciascun componente della Giuria di qualità;
- 2004: nessuna distinzione degli artisti in sezioni e introduzione del televoto; per la prima e unica volta il Festival viene battuto nella gara degli ascolti da un programma concorrente;
- 2005: suddivisione in più categorie, i cui vincitori concorrono al premio assoluto, e ripristino delle eliminazioni; reintroduzione del voto misto, tra differenti tipi di giurie;
- 2007: ripristino delle sole sezioni Campioni e Giovani, con eliminazione solo per questi ultimi;
- 2008: per la prima volta un'artista straniera, l'argentina Lola Ponce, vince la sezione Campioni in coppia con Giò Di Tonno con il brano Colpo di Fulmine (escludendo le partecipazioni di stranieri che cantavano la versione doppia della canzone in gara negli anni precedenti). È, ad oggi, l'edizione meno seguita di sempre;
- 2009: prima edizione trasmessa nel formato televisivo 16:9 sul digitale terrestre (per le zone del territorio italiano che ricevono il segnale) e in alta definizione nelle zone sperimentali. Viene introdotta la formula dei ripescaggi, già sperimentata intorno agli anni sessanta: il pubblico da casa può far rientrare in gara due dei sei artisti eliminati nelle prime due serate tramite televoto;
- 2010: un posto tra gli Artisti in gara è riservato di diritto, come premio aggiuntivo alla vittoria, al vincitore del talent show X Factor;
- 2011: dopo 14 anni, il Festival torna ad essere la selezione per il rappresentante italiano all'Eurovision Song Contest;
- 2012: per la prima volta il Festival, precisamente la finale, viene trasmesso sul sito Eurovision.tv in quanto è confermato come selezione (come pure nel 2013, 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019), con commento live degli spettatori tramite Facebook e Twitter; in quest'edizione, inoltre, è stata introdotta la golden share, meccanismo con cui la sala stampa avrebbe potuto far salire di tre posizioni in classifica l'artista da essa prescelto (o prescelta) tra i sei finalisti;
- 2013: ogni partecipante della sezione Campioni porta in gara due canzoni, delle quali solo una prosegue la gara fino alla finale; di conseguenza vengono meno le eliminazioni dei Campioni. La serata dei duetti e la serata speciale-evento sono accorpate in un'unica serata (la quarta); i "Giovani" in gara devono essere maggiorenni. Viene abolita la giuria demoscopica, mentre ritorna la giuria di qualità;
- 2015: viene ripristinata la singola canzone per ogni artista in gara sia tra i Campioni (per i quali vengono reintrodotte anche le eliminazioni) sia tra i Giovani. Come da regolamento ufficiale, da quest'edizione è il vincitore della sezione Campioni a rappresentare, salvo rinuncia, l'Italia all'Eurovision Song Contest;
- 2016: viene ripristinato il ripescaggio per i Campioni: delle cinque canzoni escluse al termine della penultima serata, il televoto potrà ripescarne una per la finale;
- 2017: il numero dei partecipanti alla sezione Campioni viene aumentato, passando da 20 a 22;
- 2018: il numero dei partecipanti alla sezione Campioni torna a 20; vengono abolite le eliminazioni per entrambe le categorie (tutti i partecipanti accedono in finale); la serata dedicata alle cover viene sostituita da quella dei duetti, in cui ogni cantante in gara esegue il proprio brano assieme ad un ospite a sua scelta;
- 2019: nessuna distinzione degli artisti in sezioni; il numero dei partecipanti alla sezione Campioni aumenta da 20 a 24, due dei quali hanno guadagnato di diritto l'accesso in quanto vincitori di Sanremo Giovani 2018;
- 2020: i partecipanti in gara nella sezione Campioni scendono inizialmente a 22, per poi tornare a 24; viene ripristinata la sezione Nuove proposte. Viene eliminata la giuria di qualità. Si celebra la settantesima edizione della kermesse: la terza serata, denominata per l'occasione Sanremo 70, viene dedicata alla reinterpretazione, da parte dei cantanti in gara, di alcuni dei brani che fanno parte della storia del Festival;
- 2021: Il numero dei partecipanti in gara nella sezione Campioni aumenta a 26. Durante la terza serata si celebra la musica d'autore: i cantanti in gara reinterpretano, accompagnati da uno o più ospiti a loro scelta, alcuni brani che fanno parte della storia della musica d'autore italiana. È ad oggi l'unica edizione a non avere la consueta presenza di pubblico in sala, a causa della pandemia di COVID-19;
- 2022: nessuna distinzione degli artisti in sezioni, come avvenuto nell'edizione 2019; i partecipanti salgono a 25 – inizialmente erano fissati a 24 – tre dei quali hanno guadagnato di diritto l'accesso in quanto primi tre classificati di Sanremo Giovani 2021. La serata delle cover, che nelle due edizioni precedenti si svolgeva nella terza serata, si sposta alla quarta ed è stata dedicata ai successi italiani e internazionali degli anni sessanta, settanta, ottanta e novanta;
- 2023: prima edizione trasmessa in 4K. Rimane invariata la formula dell'edizione precedente, ma il numero dei partecipanti – inizialmente fissati a 25 – sale a 28 in totale, sei dei quali hanno guadagnato di diritto l'accesso in quanto vincitore e secondi classificati ex aequo di Sanremo Giovani 2022. La serata delle cover, la cui collocazione resterà invariata, includerà anche successi italiani e internazionali degli anni duemila, oltre a quelli degli anni sessanta, settanta, ottanta e novanta. A differenza delle edizioni precedenti, inoltre, accederanno alla votazione finale i primi cinque classificati anziché i primi tre.
EdizioniModifica
Albo d’oroModifica
IntroduzioneModifica
Durante il Festival di Sanremo vengono attribuiti alcuni premi, assegnati sia al vincitore (o ai vincitori) sia ad altri artisti in gara. Il vincitore del Festival viene premiato con il cosiddetto Leone d’oro, una scultura raffigurante un leone rampante appoggiato a una palma, simbolo della città di Sanremo. Lo stesso trofeo, di color argento, viene consegnato anche al vincitore della categoria Giovani.
Oltre a questi, durante il Festival vengono assegnati anche altri riconoscimenti, tra i quali:
- Il Premio della Critica, attribuito dalla stampa specializzata in sala alla canzone e all'interprete che riscuotesse un giudizio positivo di qualità da parte degli addetti ai lavori (giornalisti e critici musicali), assegnato sia nella sezione Campioni sia in quella dei Giovani. Introdotto a partire dall’edizione 1982, dal 1996 è intitolato a Mia Martini, scomparsa l'anno precedente, la quale fu l'artista che fino ad allora si era aggiudicata più volte tale riconoscimento, oltre a esserne stata la prima vincitrice in assoluto.
- Il Premio della Sala Stampa TV, Radio e Web, assegnato dai giornalisti accreditati riuniti presso il teatro Ariston. Tale premio, assegnato a partire dal 2006, dal 2013 è intitolato a Lucio Dalla, scomparso l’anno precedente.
- Il premio per il miglior testo, assegnato dalla commissione musicale del Festival per il testo giudicato il migliore tra quelli in gara. Tale riconoscimento, assegnato a partire dal 2013, è intitolato al paroliere Sergio Bardotti, autore di alcuni testi di brani entrati a far parte della storia della musica italiana.
- Il premio per la miglior composizione musicale, assegnato dai membri dell’orchestra per il brano ritenuto avere, appunto, la migliore musica. Anch’esso assegnato dal 2013, è intitolato al produttore discografico e compositore Giancarlo Bigazzi, autore delle musiche di diverse famose canzoni italiane.
Altri riconoscimenti accessori assegnati durante il Festival sono inoltre il Premio "Enzo Jannacci" NuovoIMAIE alla migliore interpretazione, anche questo assegnato a uno degli artisti in gara, e il Premio alla carriera "Città di Sanremo", assegnato a una particolare persona distintasi per la sua carriera nel mondo del cinema, del teatro, della musica e della televisione.
Al termine della serata dedicata alle cover viene consegnato un ulteriore riconoscimento, attribuito all’artista primo classificato in quella determinata serata.
Sezione CampioniModifica
Sezione Nuove proposteModifica
PlurivincitoriModifica
Cantanti | Vittorie | Anni |
---|---|---|
Domenico Modugno | 4 | 1958, 1959, 1962, 1966 |
Claudio Villa | 1955, 1957, 1962, 1967 | |
Iva Zanicchi | 3 | 1967, 1969, 1974 |
Arisa | 2 | 2009 (Nuove proposte), 2014 |
Aleandro Baldi | 1992 (Nuove proposte), 1994 | |
Matia Bazar | 1978, 2002 | |
Gigliola Cinquetti | 1964, 1966 | |
Nicola Di Bari | 1971, 1972 | |
Peppino di Capri | 1973, 1976 | |
Johnny Dorelli | 1958, 1959 | |
Francesco Gabbani | 2016 (Nuove proposte), 2017 | |
Mahmood | 2019, 2022 | |
Marco Masini | 1990 (Nuove proposte), 2004 | |
Fabrizio Moro | 2007 (Nuove proposte), 2018 | |
Anna Oxa | 1989, 1999 | |
Nilla Pizzi | 1951, 1952 | |
Eros Ramazzotti | 1984 (Nuove proposte), 1986 | |
Enrico Ruggeri | 1987, 1993 | |
Bobby Solo | 1965, 1969 |
Premi specialiModifica
Premio della Critica Mia MartiniModifica
Premio vincitore CoverModifica
Anno | Interprete | Canzone |
---|---|---|
2011 | Al Bano | Va, pensiero |
2012 | Marlene Kuntz | Impressioni di settembre |
2015 | Nek | Se telefonando |
2016 | Stadio | La sera dei miracoli |
2017 | Ermal Meta | Amara terra mia |
2020 | Tosca | Piazza Grande |
2021 | Ermal Meta (2) | Caruso |
2022 | Gianni Morandi | Medley[78] |
Premio della Sala Stampa Radio-TV-Web Lucio DallaModifica
Premio Sergio Bardotti per il miglior testoModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2013 | Il Cile | Le parole non servono più |
2014 | Cristiano De André | Invisibili |
2015 | Kaligola | Oltre il giardino |
2016 | Francesco Gabbani | Amen |
2017 | Fiorella Mannoia | Che sia benedetta |
2018 | Mirkoeilcane | Stiamo tutti bene |
2019 | Daniele Silvestri | Argentovivo |
2020 | Rancore | Eden |
2021 | Madame | Voce |
2022 | Fabrizio Moro | Sei tu |
Premio Giancarlo Bigazzi per il miglior arrangiamentoModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2013 | Elio e le Storie Tese | La canzone mononota |
2014 | Renzo Rubino | Per sempre e poi basta |
2015 | Nek | Fatti avanti amore |
2016 | Stadio | Un giorno mi dirai |
2017 | Al Bano | Di rose e di spine |
2018 | Max Gazzè | La leggenda di Cristalda e Pizzomunno |
2019 | Simone Cristicchi | Abbi cura di me |
2020 | Tosca | Ho amato tutto |
2021 | Ermal Meta | Un milione di cose da dirti |
2022 | Elisa | O forse sei tu |
Premio AssomusicaModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2009 | Arisa | Sincerità |
2010 | Nina Zilli | L'uomo che amava le donne |
2011 | Raphael Gualazzi | Follia d'amore |
2012 | Marco Guazzone | Guasto |
2013 | Il Cile | Le parole non servono più |
2014 | Rocco Hunt | Nu juorno buono |
2015 | kuTso | Elisa |
2016 | Chiara Dello Iacovo | Introverso |
2017 | Maldestro | Canzone per Federica |
2018 | Mudimbi | Il mago |
2020 | Eugenio in Via Di Gioia | Tsunami |
Lady FestivalModifica
Anno | Cantante |
---|---|
1967 | Ornella Vanoni |
1968 | Iva Zanicchi |
1973 | Milva |
1974 | Gilda Giuliani |
1975 | Valentina Greco |
1976 | Dori Ghezzi |
1977 | Daniela Davoli |
1978 | Dora Moroni |
1980 | Mela Lo Cicero |
Premio alla carriera Città di SanremoModifica
Anno | Vincitore |
---|---|
1999 | Ornella Vanoni |
2000 | Tony Renis |
2001 | Domenico Modugno (postumo) |
2002 | Carlo Alberto Rossi e Roberto Murolo |
2003 | Nilla Pizzi |
2004 | Gino Paoli |
2005 | Vasco Rossi |
2006 | Riccardo Cocciante |
2007 | Armando Trovajoli |
2008 | Nicola Piovani |
2009 | Mino Reitano (postumo) |
2010 | Nilla Pizzi (2) |
2011 | Gianni Morandi |
2012 | Gianmarco Mazzi e Lucio Presta |
2013 | Toto Cutugno, Ricchi e Poveri, Al Bano e Pippo Baudo |
2014 | Renzo Arbore |
2015 | Pino Donaggio e Giorgio Panariello |
2016 | Aldo, Giovanni e Giacomo |
2017 | Giorgio Moroder e Rita Pavone |
2018 | Milva |
2019 | Pino Daniele (postumo) |
2020 | Ricchi e Poveri (2) |
2021 | Fiorello |
2022 | Amadeus |
2023 | Peppino di Capri |
Premio Sergio Endrigo per la miglior interpretazioneModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2018 | Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico | Imparare ad amarsi |
2019 | Simone Cristicchi | Abbi cura di me |
Premio TIMmusicModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2017 | Francesco Gabbani | Occidentali's Karma |
2018 | Ermal Meta e Fabrizio Moro | Non mi avete fatto niente |
2019 | Ultimo | I tuoi particolari |
2020 | Francesco Gabbani (2) | Viceversa |
Premio Enzo Jannacci NuovoIMAIE alla migliore interpretazioneModifica
Anno | Interprete | Brano |
---|---|---|
2017 | Maldestro | Canzone per Federica |
2018 | Mirkoeilcane | Stiamo tutti bene |
2019 | Mahmood | Soldi |
2020 | Tecla | 8 marzo |
2021 | Gaudiano | Polvere da sparo |
2022 | Yuman | Ora e qui |
Premio Lunezia per il valore musical-letterarioModifica
Altri premiModifica
Nella tabella che segue sono riportati i vincitori di premi istituiti per meno di tre edizioni.
ConduzioneModifica
Il Festival ha avuto quasi sempre un presentatore principale di volta in volta affiancato da vallette o spalle. In rari casi si è trattato di vere e proprie co-conduzioni.
Pippo Baudo ha il primato assoluto in questo senso, in quanto ha condotto tredici volte il Festival, seguito da Mike Bongiorno che ha presentato undici edizioni. Nunzio Filogamo e Amadeus ne hanno presentato cinque, Fabio Fazio quattro, Claudio Cecchetto, Carlo Conti, Piero Chiambretti e Gianni Morandi tre e, infine, Nuccio Costa, Paolo Bonolis, Claudio Baglioni e Fiorello hanno condotto due edizioni a testa.[79]
Sono solo quattro invece le donne ad aver condotto il Festival come presentatrici principali: la prima fu Loretta Goggi, che presentò l'edizione del 1986. Seguirono Raffaella Carrà nel 2001, Simona Ventura nel 2004 e Antonella Clerici nel 2010.
Va specificato però che la prima conduzione al femminile avvenne per il Festival del 1961 ad opera di Lilli Lembo e Giuliana Calandra, quest'ultima sostituita per la serata finale da Alberto Lionello. Nell'edizione del 1973 Gabriella Farinon condusse le prime due serate da sola (seppur trasmesse solo in radio), affiancando Mike Bongiorno nella serata finale, trasmessa in TV. Stesso copione si vide anche nell'edizione del 1977: Maria Giovanna Elmi condusse le prime due serate da sola (trasmesse solo in radio), mentre nella serata finale, trasmessa in TV, affiancò Mike Bongiorno. Nell'edizione successiva, pur essendo accreditata nei titoli di testa come unica conduttrice, la Elmi si limitò a svolgere un ruolo simile a quello dell'annunciatrice, aprendo tutte le serate con una presentazione generale della manifestazione e del regolamento nonché a introdurre le esibizioni degli ospiti stranieri. Di fatto, però, la maggior parte di quel Festival fu presentata dallo stesso patron Vittorio Salvetti, il quale annunciò i vari cantanti in gara e comunicò la totalità dei risultati delle giurie preposte alle votazioni.
La Goggi quindi, sebbene fosse coadiuvata dai tre VJ di Discoring Anna Pettinelli, Mauro Micheloni e Sergio Mancinelli, è stata di fatto la prima donna ad aver condotto singolarmente il Festival di Sanremo.
Per quanto riguarda le co-conduzioni, Gabriella Farinon ha il primato assoluto il tal senso, in quanto ha co-condotto il Festival in tre occasioni. Seguono Maria De Filippi, Antonella Clerici, Michelle Hunziker, Virginia Raffaele, Gabriella Carlucci, Luciana Littizzetto, Maria Teresa Ruta, Maria Giovanna Elmi, Anna Pettinelli, Tiziana Pini e Sabrina Ferilli, che hanno co-condotto la kermesse per due volte.
Undici artisti, ovvero Nilla Pizzi, Johnny Dorelli, Gianni Morandi, Loretta Goggi, Anna Oxa, Lorella Cuccarini, Arisa, Emma Marrone, Fiorello, Sabrina Salerno ed Elodie hanno partecipato al Festival sia nelle vesti di presentatore sia nelle vesti di cantante in gara e sei di loro (Pizzi, Dorelli, Morandi, Oxa, Arisa e Marrone) ne sono risultati anche vincitori.
StatisticheModifica
AscoltiModifica
La prima edizione del Festival i cui ascolti furono rilevati dall'Auditel (entrato in funzione il 7 dicembre 1986) fu quella del 1987.
Fonte: dati Auditel[81]
Edizione | Anno | Telespettatori | Share | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
I | II | III | IV | V | Media | I | II | III | IV | V | Media | ||
37ª | 1987 | 17 500 000 | 14 800 000 | 13 200 000 | 18 300 000 | Non in onda | 15 950 000 | 66,3% | 64,4% | 67,5% | 77,5% | Non in onda | 68,71% |
38ª | 1988 | 15 500 000 | 13 000 000 | 13 900 000 | 15 200 000 | 14 400 000 | 69,5% | 58,24% | 54,69% | 71,01% | 63,35% | ||
39ª | 1989 | 17 000 000 | 17 000 000 | 12 300 000 | 12 800 000 | 15 900 000 | 15 000 000 | 65,68% | 65,14% | 61,51% | 62,93% | 75,43% | 66,13% |
40ª | 1990 | 13 639 000 | 16 926 000 | 12 357 000 | 14 341 000 | Non in onda | 14 316 000 | 53,71% | 60,97% | 64,59% | 76,26% | Non in onda | 63,88% |
41ª | 1991 | 15 023 000 | 12 550 000 | 9 837 000 | 11 156 000 | 13 786 000 | 54,63% | 47,56% | 46,85% | 60,11% | 52,29% | ||
42ª | 1992 | 16 614 000 | 15 527 000 | 14 593 000 | 14 575 000 | 15 275 000 | 57,68% | 57,94% | 56,04% | 69,62% | 60,32% | ||
43ª | 1993 | 14 736 000 | 13 998 000 | 14 427 000 | 16 786 000 | 15 267 000 | 54,42% | 49,85% | 51,01% | 69,17% | 56,11% | ||
44ª | 1994 | 13 400 000 | 11 300 000 | 12 700 000 | 13 100 000 | 12 625 000 | 56,93% | 44,77% | 52,18% | 60,63% | 53,63% | ||
45ª | 1995 | 15 602 000 | 18 389 000 | 15 825 000 | 16 804 000 | 17 601 000 | 16 845 000 | 65,14% | 65,42% | 60,47% | 65,81% | 75,22% | 66,42% |
46ª | 1996 | 11 268 000 | 12 981 000 | 12 557 000 | 13 003 000 | 13 862 000 | 12 734 000 | 53,31% | 48,13% | 46,95% | 53,94% | 62,86% | 52,99% |
47ª | 1997 | 13 140 000 | 13 626 000 | 13 997 000 | 13 382 000 | 15 562 000 | 13 937 000 | 58,74% | 52,36% | 55,55% | 55,63% | 68,29% | 58,11% |
48ª | 1998 | 11 083 000 | 12 788 000 | 13 006 000 | 12 742 000 | 15 067 000 | 13 694 000 | 54,47% | 46,54% | 48,27% | 49,6% | 62,7% | 52,62% |
49ª | 1999 | 16 234 000 | 13 755 000 | 14 167 000 | 13 639 000 | 15 649 000 | 14 548 000 | 56,75% | 49,37% | 53,94% | 54,06% | 64,08% | 56,02% |
50ª | 2000 | 15 907 000 | 13 171 000 | 11 888 000 | 11 786 000 | 15 223 000 | 12 920 000 | 57,18% | 51,60% | 47,3% | 49,82% | 65,45% | 54,25% |
51ª | 2001 | 12 160 000 | 10 298 000 | 10 145 000 | 10 010 000 | 12 998 000 | 10 989 000 | 51,98% | 43,85% | 43,01% | 43,01% | 57,25% | 47,42% |
52ª | 2002 | 12 461 000 | 10 397 000 | 10 382 000 | 9 758 000 | 13 397 000 | 11 479 000 | 56,22% | 47,23% | 48,56% | 50,34% | 62,66% | 54,02% |
53ª | 2003 | 9 257 000 | 8 842 000 | 8 392 000 | 7 813 000 | 9 828 000 | 8 888 000 | 42,55% | 40,39% | 37,19% | 38,23% | 54,12% | 43,44% |
54ª | 2004 | 10 104 000 | 8 402 000 | 6 961 000 | 9 742 000 | 9 527 000 | 8 947 000 | 42,48% | 33,74% | 29,28% | 40,69% | 48,57% | 38,98% |
55ª | 2005 | 12 218 000 | 11 185 000 | 11 560 000 | 10 387 000 | 13 606 000 | 11 366 000 | 54,78% | 52,8% | 51,05% | 50,18% | 55,08% | 52,79% |
56ª | 2006 | 9 141 000 | 8 235 000 | 6 234 000 | 8 267 000 | 9 523 000 | 8 280 000 | 44,45% | 37,33% | 33,49% | 36,74% | 48,23% | 40,17% |
57ª | 2007 | 9 760 000 | 8 973 000 | 8 945 000 | 8 682 000 | 12 309 000 | 9 731 000 | 45,44% | 47,05% | 43,58% | 48,18% | 55,32% | 48,07% |
58ª | 2008 | 7 680 000 | 6 500 000 | 6 152 000 | 5 305 000 | 9 600 000 | 6 810 000 | 36,46% | 32,33% | 32,2% | 32,28% | 44,9% | 36,56% |
59ª | 2009 | 10 114 000 | 9 856 000 | 9 238 000 | 10 219 000 | 12 309 000 | 10 335 000 | 47,93% | 42,64% | 47,16% | 47,47% | 54,25% | 47,96% |
60ª | 2010 | 10 718 000 | 10 163 000 | 10 005 000 | 11 274 000 | 12 462 000 | 10 924 000 | 45,29% | 43,88% | 46,02% | 50,74% | 53,21% | 47,84% |
61ª | 2011 | 11 992 000 | 10 145 000 | 12 363 000 | 10 617 000 | 12 136 000 | 11 450 600 | 46,32% | 42,67% | 50,89% | 46,91% | 52,12% | 47,70% |
62ª | 2012 | 12 764 000 | 9 199 000 | 10 537 000 | 9 931 000 | 13 287 000 | 11 136 000 | 49,69% | 39,26% | 47,84% | 41,91% | 57,43% | 47,29% |
63ª | 2013 | 12 969 000 | 11 330 000 | 10 709 000 | 11 538 000 | 12 997 000 | 11 936 600 | 48,2% | 42,89% | 42,48% | 48,17% | 53,8% | 47,49% |
64ª | 2014 | 10 938 000 | 7 711 000 | 7 673 000 | 8 188 000 | 9 348 000 | 8 763 000 | 45,93% | 33,95% | 34,94% | 37,97% | 43,51% | 39,32% |
65ª | 2015 | 11 767 000 | 10 091 000 | 10 586 000 | 9 857 000 | 11 843 000 | 10 837 000 | 49,34% | 41,7% | 49,51% | 47,82% | 54,21% | 48,64% |
66ª | 2016 | 11 134 000 | 10 748 000 | 10 462 000 | 10 164 000 | 11 222 128 | 10 746 429 | 49,48% | 49,91% | 47,88% | 47,81% | 52,52% | 49,58% |
67ª | 2017 | 11 374 000 | 10 367 000 | 10 420 000 | 9 886 000 | 12 022 000 | 10 853 000 | 50,37% | 46,6% | 49,7% | 47,05% | 58,4% | 50,42% |
68ª | 2018 | 11 603 000 | 9 687 000 | 10 825 000 | 10 108 000 | 12 125 000 | 10 869 000 | 52,1% | 47,7% | 51,6% | 51,1% | 58,3% | 52,16% |
69ª | 2019 | 10 086 000 | 9 144 000 | 9 409 000 | 9 552 000 | 10 622 000 | 9 763 000 | 49,5% | 47,3% | 46,7% | 46,1% | 56,5% | 49,38% |
70ª | 2020 | 10 058 000 | 9 693 000 | 9 836 000 | 9 504 000 | 11 477 000 | 10 114 000 | 52,2% | 53,3% | 54,5% | 53,3% | 60,6% | 54,78% |
71ª | 2021 | 8 363 000 | 7 586 000 | 7 653 000 | 8 014 000 | 10 715 000 | 8 466 000 | 46,6% | 42,1% | 44,3% | 44,7% | 53,5% | 46,24% |
72ª | 2022 | 10 911 000 | 11 320 000 | 9 360 000 | 11 378 000 | 13 380 000 | 11 270 000 | 54,7% | 55,8% | 54,1% | 60,5% | 64,9% | 58,00% |
TelespettatoriModifica
Legenda:
Media dell'edizione
Prima puntata dell'edizione
Finale dell'edizione (quarta o quinta serata)
Modifica
Legenda:
Media dell'edizione
Prima puntata dell'edizione
Finale dell'edizione (quarta o quinta serata)
ScenografieModifica
Anno | Scenografo[82] |
---|---|
1977 | Milos Anelli Monti |
1978 | Rino Ceriolo |
1979 | Gianfranco Ramacci |
1980 | |
1981 | Enzo Somigli |
1982 | |
1983 | |
1984 | |
1985 | Luigi dall'Aglio |
1986 | Enzo Somigli |
1987 | Gaetano Castelli |
1988 | |
1989 | Carlo Cesarini da Senigallia |
1990 | Uberto Bertacca |
1991 | |
1992 | Gaetano Castelli |
1993 | |
1994 | |
1995 | |
1996 | |
1997 | Armando Nobili |
1998 | |
1999 | |
2000 | |
2001 | Mario Catalano |
2002 | Gaetano Castelli |
2003 | |
2004 | |
2005 | |
2006 | Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo |
2007 | Gaetano Castelli |
2008 | |
2009 | |
2010 | Gaetano e Maria Chiara Castelli |
2011 | |
2012 | |
2013 | Francesca Montinaro |
2014 | Emanuela Trixie Zitkowsky |
2015 | Riccardo Bocchini |
2016 | |
2017 | |
2018 | Emanuela Trixie Zitkowsky |
2019 | Francesca Montinaro |
2020 | Gaetano Castelli |
2021 | Gaetano e Maria Chiara Castelli |
2022 | |
2023 |
Edizioni | Scenografo[82] |
---|---|
21 | Gaetano Castelli |
6 | Maria Chiara Castelli |
5 | Enzo Somigli |
4 | Armando Nobili |
3 | Riccardo Bocchini |
2 | Uberto Bertacca |
Gianfranco Ramacci | |
Francesca Montinaro | |
Emanuela Trixie Zitkowsky | |
1 | Milos Anelli Monti |
Rino Ceriolo | |
Luigi dall'Aglio | |
Carlo Cesarini da Senigallia | |
Mario Catalano | |
Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo |
Sanremo e la canzone italianaModifica
La manifestazione canora deve la sua nascita, la sua longevità e anche il suo successo internazionale al filone tradizionale delle canzoni melodiche ispirate alle arie del melodramma, il cui stile, pur conoscendo una serie di evoluzioni, ha mantenuto i propri tratti distintivi fino ai giorni nostri, finendo col riconoscersi in essa.
Lo stesso impiego dell'orchestra nelle esibizioni sul palco (che è mancato soltanto negli anni ottanta) ha probabilmente permesso che sopravvivesse questo genere di canzoni con ampio dispiego di strumenti ad arco, melodie classicheggianti, una struttura standard della forma-canzone e un lessico passionale riconducibile alle frasi d'amore, che al Festival di Sanremo hanno trovato terreno fertile, fino a coniare il termine "sanremese" e assegnare questa discutibile etichetta anche ad alcuni artisti che hanno preso parte a più edizioni, come se costoro potessero ottenere un certo successo soltanto tramite questa vetrina mediatica o da questa ottenere un certo potere d'acquisto in rapporto alla propria casa discografica.
Sinonimo di qualità è stato, per molti critici del settore, il proporre a Sanremo canzoni lontane dallo stesso cliché cosiddetto "sanremese", restando fedeli al proprio stile; per contro molti artisti, pur possedendo una cifra artistica differente, hanno preferito presentare canzoni in sintonia con la manifestazione, in modo da attirare i consensi di un pubblico più vasto a discapito della propria coerenza artistica. Per altri ancora è bastato partecipare per farsi guardare in modo sospetto da parte del pubblico e della critica, i quali si sono quindi chiesti a cosa fosse dovuto ciò che per alcuni artisti avrebbe rappresentato un dover scendere a compromessi con il mercato. Da un altro punto di vista, la presenza di alcuni artisti di spicco non ha fatto che nobilitare la stessa gara canora: ne sono l'esempio più significativo i numerosi interpreti internazionali che negli anni sessanta hanno accettato l'invito a prendervi parte.
Diversi generi musicali hanno trovato posto nella kermesse sanremese nel corso degli anni, essendo questa una vetrina utile alle major discografiche per promuovere i propri artisti di fronte a una fetta considerevole di pubblico, includendo anche quelle fasce giovanili che non si specchiano necessariamente nel genere melodico "tout court". Sanremo ha infatti attraversato, anche se in modo parziale, la stagione beat degli anni sessanta e accolto alcuni esponenti della stagione aurea dei cantautori anni settanta, nonostante il disinteresse di molti altri, offrendo il polso della situazione sulle nuove istanze musicali. Negli ultimi anni è quindi in atto un'attenzione precipua delle major e delle rispettive direzioni artistiche per porre l'accento sulle nuove tendenze al di là della categoria Nuove Proposte, che non è sempre stata apportatrice di idee innovative quanto soltanto di nuovi interpreti. Ecco quindi che, per vari esponenti dei generi rock e indie, partecipare a Sanremo ha coinciso con l'inizio delle proprie fortunate carriere o di una loro maggiore popolarità.
Per contro, si può affermare che il Festival non è esaustivo dell'intero panorama musicale italiano, che conosce infinite realtà e artisti.
Sanremo e le giurieModifica
La selezione della canzone vincitrice al Festival di Sanremo è stata ottenuta attraverso diverse modalità nel corso del tempo: in alcuni periodi tramite delle giurie in loco o di qualità, altre volte tramite giurie popolari/demoscopiche, altre volte ancora mediante il voto diretto del popolo italiano e a volte attraverso una combinazione di tali metodi.
Modalità di votazioneModifica
Dalla fondazione fino agli anni '70Modifica
Per molte edizioni si è votato attraverso il metodo delle cartoline, anche abbinate al concorso dell'Enalotto. A causa della necessità di far pervenire fisicamente le cartoline da tutta Italia, i risultati venivano annunciati una settimana dopo il festival stesso.
A tale metodo si alternò, fino al 1983, quello delle giurie di qualità e demoscopiche sia presenti direttamente a Sanremo, sia distribuite in tutta Italia e facenti parte anche di specifiche categorie di persone.
Anni '80: l'abbinamento al TotipModifica
Particolare interesse ed esposizione mediatica ricevette nelle edizioni degli anni '80 il voto diretto dei cittadini attraverso le schedine del concorso Totip: inaugurato nell'edizione del 1983 in via sperimentale, da quella del 1984 a quella del 1989 fu il metodo utilizzato per scegliere la canzone vincitrice. Il successo di tale abbinamento fu enorme, anche grazie alla visibilità del marchio Totip direttamente sul palco dell'Ariston: partendo da poco meno di 7 milioni di voti espressi nell'edizione del 1984, si arrivò rapidamente agli oltre 30 milioni in quella del 1987.
La canzone vincitrice più votata fu Perdere l'amore di Massimo Ranieri nell'edizione del 1988, con oltre 7 milioni di voti polarizzatisi su di essa.
Il ritorno delle giurie demoscopiche (1990) e l’introduzione del televoto (2004)Modifica
Dall'edizione del 1990 il voto diretto del pubblico fu sostituito da quello di giurie di qualità e demoscopiche.
Esso verrà reintrodotto soltanto dal 2004: in tale occasione viene usato per la prima volta il meccanismo del televoto, in un mix che sostanzialmente dura fino a oggi senza importanti modifiche.
Le critiche alle giurieModifica
Da sempre oggetto di discussione sono state le discordanze tra i verdetti delle giurie e le vendite dei rispettivi dischi, le quali sono state definite come il verdetto del pubblico, quindi più veritiero in quanto in grado di distribuirsi nel corso del tempo e non a seguito di un ascolto da parte di alcuni giurati.
Molte canzoni penalizzate dalle giurie sono state definite infatti come canzoni non immediate, tali da non essere apprezzate al primo ascolto, fino a decretare, tramite l'insieme dei consensi di pubblico e critica, un vincitore morale, quasi sempre differente dal vincitore ufficiale, e spesso anche dai premi assegnati dagli addetti ai lavori. Soprattutto nelle gare che comprendevano serate a eliminazione, e quindi il verdetto di alcuni giurati, l'estromissione di alcune canzoni ha fatto gridare allo scandalo e spesso il responso degli acquirenti di dischi ha dato torto ad alcune giurie che sono state definite "miopi", della cui competenza in materia l'opinione pubblica ha spesso dubitato fino a ipotizzare (senza mai riscontri concreti) una certa manipolabilità delle stesse da parte dei discografici.
Meno indicativi, invece, i piazzamenti nelle gare in cui tutte le canzoni in gara avevano assicurata la serata finale ma in maggior misura i risultati dei voti popolari, dov'era logico aspettarsi delle preferenze che non potessero rispecchiare la qualità delle canzoni; in questo caso la presenza dei giurati appunto esigeva (e quasi mai otteneva) un giudizio più obiettivo che potesse distinguere le canzoni degne di nota da quelle più corrive o di cattivo gusto.
Numerosi sono stati i casi di quest'ampio divario tra il consenso delle giurie e e quello del pubblico. Tralasciando quelli che sono stati semplicemente dei trampolini di lancio per molti artisti al di là dei loro risultati e delle stesse canzoni proposte, si possono citare alcuni esempi di canzoni che hanno ottenuto piazzamenti modesti o sono state escluse dalla serata finale, venendo successivamente rivalutate: E se domani di Fausto Cigliano e Gene Pitney del 1964, affermatasi nella successiva versione di Mina; Io che non vivo (senza te) di Pino Donaggio e Jody Miller del 1965, in seguito reinterpretata da numerosi artisti; Il ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano del 1966; Una rosa blu di Michele Zarrillo del 1982, rilanciata dallo stesso artista nel 1998; 1950 di Amedeo Minghi e Vita spericolata di Vasco Rossi del 1983; Donne di Zucchero Fornaciari del 1985; Confusa e felice di Carmen Consoli del 1997; Mentre tutto scorre dei Negramaro del 2005.
Sanremo e l'Eurovision Song ContestModifica
Come citato in precedenza, il Festival di Sanremo fu d'ispirazione per l'Eurovision Song Contest, l’evento non sportivo più seguito al mondo.
Il rappresentante italiano dell'Eurovision Song Contest è stato spesso selezionato all'interno della kermesse canora sanremese: dal 1956 al 1966 e dal 2015 la partecipazione è stata appannaggio del brano e dell'interprete (o uno degli interpreti, negli anni della doppia esecuzione) vincitore a Sanremo; dal 1967 al 1969, e anche nel 1987, 1989 e 1993, l'artista vincitore del Festival ha partecipato al concorso canoro europeo presentando un altro brano; nel 1988, 1990 e 1992 sono invece stati i cantanti secondi o terzi classificati del Festival ad aver preso parte all’Eurofestival, ancora con un brano diverso da quello proposto nella manifestazione italiana.
Dal 1970 al 1975 è stato invece scelto quale rappresentante il vincitore della trasmissione Canzonissima (che nel 1972 ha coinciso con il vincitore del Festival di Sanremo), mentre nel 1984 a partecipare al concorso furono i vincitori della manifestazione Azzurro 1983. In altre occasioni la scelta è stata effettuata direttamente dalla Rai.
Dal 1998 la Rai ha deciso che l'Italia non avrebbe più preso parte alla competizione musicale continentale, pausa protrattasi fino al ritorno in gara nel 2011. Per quell'anno e per i due successivi, l'artista rappresentante dell'Italia all'Eurovision Song Contest è stato nominato da un'apposita commissione tra quelli in competizione a Sanremo. I prescelti sono stati Raphael Gualazzi (2011), Nina Zilli (2012) e Marco Mengoni (2013), tutti classificatisi entro le prime dieci posizioni della kermesse europea (in particolar modo Raphael Gualazzi, arrivò secondo all'Eurovision Song Contest 2011). Solo nel 2014 la scelta è stata effettuata internamente dalla Rai, che ha individuato Emma Marrone con la canzone La mia città, posizionatasi al ventunesimo posto.
Dal 2015 è stato deciso da regolamento che a rappresentare l'Italia, salvo rinuncia, sarebbe stato il vincitore di Sanremo: in quell'anno partecipò Il Volo, che raggiunse la terza posizione in classifica. Così è stato negli anni a seguire ad eccezione del 2016, quando gli Stadio, vincitori della rassegna italiana, hanno rinunciato a partecipare a quella europea, rimandando la scelta direttamente alla Rai che selezionò la seconda classificata Francesca Michielin. Nel 2019, dopo il podio conquistato dall'Italia nell'edizione dell'Eurovision Song Contest del 2015, Mahmood ottiene il secondo posto sfiorando la vittoria, con la sua Soldi. Nel 2020 il rappresentante designato era Diodato con Fai rumore; tuttavia l'evento è stato annullato a causa della pandemia di COVID-19. Nel 2021 sono stati i Måneskin a rappresentare la nazione alla kermesse europea con il brano Zitti e buoni, trionfando con un totale di 524 punti e totalizzando la terza vittoria per l'Italia nella storia della manifestazione. Nel 2022, dopo la vittoria dell'edizione precedente della band italiana, l'Eurovision Song Contest si svolge nella città di Torino, condotto da Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, con l'Italia rappresentata da Mahmood (nuovamente dopo l'edizione 2019) e da Blanco.
Trasmissioni legate al FestivalModifica
DopoFestivalModifica
Dal 1992 al 2003, nel 2007, nel 2008 e dal 2014 al 2020 è andato in onda il DopoFestival, trasmissione in onda alla fine delle serate della kermesse con interviste agli artisti in gare e discussioni sui principali argomenti legati al Festival con opinionisti, musicisti e ospiti in studio. Nel corso degli anni ha cambiato varie volte titolo, location e conduzione ed è stato trasmesso prima su Rai 1 (dal 1992 al 2008, dal 2016 al 2019 e nel 2023), poi su Rai.tv (nel 2014 e nel 2015) e infine su RaiPlay (nel 2020).
PrimaFestivalModifica
A partire dal 1997 il Festival è preceduto in alcune edizioni da una breve striscia quotidiana d'anteprima della manifestazione con interviste agli artisti in gara e anticipazioni sulle serate. Dal 2017 l'appuntamento, in onda dopo il TG1 e prima di ogni serata, assume il titolo di PrimaFestival.
Anno | Titolo | Programmazione | Conduzione | Sede | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Inizio | Fine | ||||||
1997 | Perché Sanremo è Sanremo | 18 febbraio | 22 febbraio | Piero Chiambretti | Backstage del Teatro Ariston | ||
1998 | 24 febbraio | 28 febbraio | |||||
1999 | 23 febbraio | 27 febbraio | |||||
2000 | 21 febbraio | 26 febbraio | |||||
2001 | 26 febbraio | 3 marzo | |||||
2003 | Un Angelo a Sanremo | 4 marzo | 7 marzo | Angelo Santoro e Stefano Sarcinelli | |||
2013 | Anteprima Sanremo 2013 | 12 febbraio | 16 febbraio | Antonello Dose e Marco Presta | |||
2014 | Sanremo & Sanromolo | 18 febbraio | 22 febbraio | Pif | |||
2015 | Sanremo Start | 10 febbraio | 14 febbraio | ||||
2016 | 9 febbraio | 13 febbraio | Sergio Friscia | ||||
2017 | PrimaFestival | 29 gennaio | 11 febbraio | Federico Russo | Tess Masazza | Herbert Ballerina | Sala Biribissi del Casinò di Sanremo[83] |
2018 | 26 gennaio | 10 febbraio | Sergio Assisi | Melissa Greta Marchetto | |||
2019 | 25 gennaio | 9 febbraio | Simone Montedoro | Anna Ferzetti | |||
Glass Studio nel Red Carpet del teatro Ariston | |||||||
2020 | 27 gennaio | 8 febbraio | Gigi e Ross | Ema Stokholma | |||
2021 | 27 febbraio | 6 marzo | Giovanna Civitillo | Giovanni Vernia | Valeria Graci | Teatro Ariston | |
2022 | 29 gennaio | 5 febbraio | Roberta Capua | Ciro Priello | Paola Di Benedetto | Glass Studio nel Green Carpet del Teatro Ariston | |
2023 | 4 febbraio | 11 febbraio | Andrea Delogu | Jody Cecchetto | Gli Autogol |
DietroFestivalModifica
Dal 2020 va in onda, la sera successiva alla finale in access prime time, un montaggio del backstage dell'edizione appena conclusa.
FuoriFestivalModifica
Nel 2022 va in onda, dal 31 gennaio al 5 febbraio, in esclusiva su RaiPlay, il racconto del Festival. La conduzione è affidata a Melissa Greta Marchetto e Aurora Leone, che incontrano i cantanti in gara, ascoltano le voci della gente, dei vip e degli esperti. La regia è di Alessia Lionello.
La Tombola di SanremoModifica
Il 22 dicembre 1993 è andata in onda in prima serata su Rai Uno in diretta dal teatro Ariston di Sanremo La Tombola di Sanremo, una serata speciale condotta da Pippo Baudo e Paola Saluzzi, nella quale sono stati presentati tutti i cantanti, sia big che giovani, che avrebbero partecipato al Festival di Sanremo 1994.
Arriva il FestivalModifica
Il 19 febbraio 1996 dal teatro del Casinò di Sanremo è stato realizzato uno speciale in prima serata intitolato Arriva il Festival, una sorta di galà di presentazione condotto da Pippo Baudo, durante il quale i cantanti si raccontavano al pubblico anche tramite immagini di repertorio e domande di giornalisti. La serata ottenne un ascolto medio di 9.780.000 spettatori, con uno share del 36,64%.
RiconoscimentiModifica
- 1985 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 1986 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 1987 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 1988 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 1991 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 1995 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione TV dell'anno
- 1996 - Premio Regia Televisiva
- Evento TV
- 1997 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo - Miglior trasmissione musicale
- 2000 - Premio Regia Televisiva
- Programma record d'ascolti
- 2002 - Gran Premio Internazionale dello Spettacolo
- Miglior evento
- 2002 - Premio Regia Televisiva
- Programma record d'ascolti
- 2003 - Premio Regia Televisiva
- Programma record d'ascolti
- 2007 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- 2009 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- Evento TV
- 2010 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- 2011 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- 2013 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- 2015 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
- 2016 - Premio Regia Televisiva
- Top Ten
SponsorModifica
Anno | Sponsor | Fonte | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
2008 | Toyota | Acqua Minerale San Benedetto | Beghelli | Wind | [84] | |
2009 | Ferrero | Le Fablier | [85] | |||
2010 | Mondelēz | [86] | ||||
2011 | Volkswagen | Procter & Gamble | Eni | [87] | ||
2012 | ||||||
2013 | FIAT | Mondelēz | Samsung | Vodafone | [88] | |
2014 | Suzuki | Procter & Gamble | Conad | Findus | [89] | |
2015 | UniCredit | Wind | [90] | |||
2016 | Orogel | TIM | [91] | |||
2017 | TIM | [92] | ||||
2018 | [93] | |||||
2019 | [94] | |||||
2020 | [95] | |||||
2021 | N.D. | |||||
2022 | Plenitude | Costa Crociere | Lavazza | Ferrero | Suzuki | [96] |
2023 | Dyson | VeraLab | [97] |
TrasmissioneModifica
TelevisioneModifica
- Rai 1, in diretta dal 1955 (1955-1962 e dal 1981, tutte le serate; 1963-1980, solo finale)
- In Eurovisione nelle tv di Stato europee: 1955 (solo la finale), dal 1958 (tutto il Festival)
- Rai 2 (serate 1-2 1963 e 1969)
- Rai Italia, in diretta dal 2019
- Rai Premium, dal 2004 in replica il giorno successivo alla messa in onda
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RadioModifica
- Rai Radio 2, in diretta
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WebModifica
- RaiPlay, prima Rai.tv, in diretta e on demand dal 2007
Cultura di massaModifica
CriticaModifica
Il Festival è storicamente oggetto di analisi da parte di figure di spicco della cultura italiana. Nel 1969 Pier Paolo Pasolini, nell'ambito di una sua più ampia critica al conformismo e al vuoto culturale nella società italiana neo-capitalista, scrisse dalle colonne del Tempo illustrato di Napoli: «È cominciato ed è finito il Festival di Sanremo. Le città erano deserte; tutti gli italiani erano raccolti intorno ai loro televisori. Il Festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società…»[98]. La sua disapprovazione, lungi dal derivare dal pregiudiziale rifiuto snobistico delle «cose che piacciono al popolo», muoveva dalla volontà gramsciana di capire i meccanismi della produzione culturale di massa e delle sue strumentalizzazioni politiche[99].
Lo storico Silvio Lanaro rimarcò ulteriormente tale risvolto, ponendolo in relazione all'egemonia culturale cattolica nell'Italia del dopoguerra: «il clima di castità verbale impregna ogni forma di loisir, prima fra tutte la musica leggera. Negli anni in cui emerge il talento di Georges Brassens, e Juliette Greco - nelle caves del quartiere latino di Parigi - interpreta testi di Jean-Paul Sartre e Raymond Queneau, in Italia trionfano le marcette di Armando Fragna, arrivano i nostri, i cadetti di guascogna o i pompieri di Viggiù, e il seguitissimo festival di Sanremo - inaugurato nel 1951 - consacra canzoni grondanti attualità patriottica (Vola colomba), satira scipita e tremebonda (Papaveri e papere), ambigui omaggi all'alpinismo (Vecchio scarpone), lacrimosi elogi alla maternità (Tutte le mamme), squallidi inviti al servilismo (Arriva il direttor!), balbettanti e involontari nonsense (Casetta in Canada); i baci sono generalmente proscritti, e l'amore ammesso solo per ricordare che va spesso a finir male (Grazie dei fior) o che genera comunque sofferenza e infelicità (Viale d'autunno, Buongiorno tristezza, Amare un'altra)»[100].
Michele L. Straniero, cantautore e musicologo, già precedentemente all'analisi pasoliniana aveva messo in luce la continuità culturale tra fascismo e dopoguerra nell'utilizzo della musica popolare a scopo di propaganda politica; l'elemento di collegamento tra le due ere fu identificato in Giulio Razzi, prima della guerra direttore dei programmi dell'EIAR e, nell'Italia repubblicana, direttore artistico della Rai e firmatario nel 1951 del regolamento del primo Festival di Sanremo[101].
Letteratura sull'argomentoModifica
- Marcello Giannotti, L'enciclopedia di Sanremo. 55 anni di storia del festival dalla A alla Z, Collana Superalbum, Roma, Gremese, 2005, p. 259, ISBN 8884403790. Ospitato su archive.is.
- Adriano Aragozzini, Enciclopedia del Festival di Sanremo. L'Italia della musica e del costume, 2ª ed., Roma, Rai Eri, 2013 [1990], ISBN 8839716017.
- Gigi Vesigna, Sanremo è sempre Sanremo. I 50 anni del festival più famoso del mondo, Milano, Sperling & Kupfer, 2000, ISBN 8886845758.
- Gigi Vesigna, Vox populi. Voci di sessant'anni della nostra vita, Roma, Excelsior 1881, 2010, ISBN 8861581404.
- Leonardo Campus, Non solo canzonette. L'Italia della Ricostruzione e del miracolo attraverso il Festival di Sanremo, Firenze, Le Monnier, 2015, ISBN 88-00-74475-3.
NoteModifica
- ^ DCI.
- ^ Simone Dinelli, Quando il Festival di Sanremo era a Viareggio, su Corriere Fiorentino, 3 marzo 2021. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ Enrico Salvadori, Il Festival di Sanremo? Nacque... a Viareggio. "Cosa cantano questi pazzi?", su La Nazione, 1580899615119. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ Quando il Festival della Canzone Italiana era a Viareggio - A spasso con Galatea, Top news Versiliatoday.it, su Versiliatoday.it, 21 marzo 2016. URL consultato il 22 novembre 2021.
- ^ Il festival perduto: quando Sanremo era Viareggio, su Welcome 2 Lucca, 2 febbraio 2022. URL consultato il 2 febbraio 2022.
- ^ Sanremo e Viareggio: il primo festival a Viareggio il 25 agosto 1948
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- ^ Sanremo sfratta il Festival 1977, in Stampa Sera, 20 novembre 1976, p. 2. URL consultato il 4 febbraio 2018.
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- ^ Liperi, pp. 581, 585-590, 634, 636.
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- ^ Alessandra Vitali, Torna Celentano, vince Emma. Il podio è rosa, con Arisa e Noemi, in la Repubblica, 18 febbraio 2012. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
- ^ Sanremo, trionfano gli Stadio: “Lo stesso brano scartato nel 2015”. Conti condurrà anche nel 2017, in La Stampa, 14 febbraio 2016. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
- ^ Liperi, pp. 637-638.
- ^ (EN) Italy applied for 2011 Eurovision Song Contest!, su Eurovision Song Contest, 2 dicembre 2010. URL consultato il 4 febbraio 2018.
- ^ a b c Luca Misculin, La rinascita del Festival di Sanremo, su il Post, 8 febbraio 2022. URL consultato il 9 febbraio 2022.
- ^ Alex Pigliavento, Eurovision 2015: per l'Italia andrà il vincitore di Sanremo!, su Eurofestivalnews.com, 29 settembre 2014. URL consultato il 4 febbraio 2018.
- ^ Ascolti Sanremo 2021, bilancio finale: lontano il record del 2020, ma c’è chi ha fatto peggio, su eurofestivalnews.com, 8 marzo 2021. URL consultato il 10 febbraio 2022.
- ^ Andrea Biondi, Sanremo 2022, la Rai brinda ad ascolti e record di raccolta, in Il Sole 24 Ore, 6 febbraio 2022. URL consultato il 9 febbraio 2022.
- ^ Sanremo 2022, generazione Z: presente! È boom di giovani e donne, su ilmattino.it, il Mattino, 4 febbraio 2022. URL consultato il 13 agosto 2022.
- ^ a b c Coadiuvato da Gianmarco Mazzi nella direzione artistico-musicale
- ^ a b Assente durante la 3ª serata dell'edizione 2020.
- ^ con Jovanotti: Occhi di ragazza / Un mondo d'amore / Ragazzo fortunato / Penso positivo
- ^ Sanremo 2019, Claudio Baglioni anche conduttore - Tv, in tvblog.it, 28 giugno 2018. URL consultato il 12 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2018).
- ^ Non presente nella prima serata.
- ^ Sanremo - I dati Auditel sera per sera, su tvblog.it, TvBlog. URL consultato il 31 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2017).
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- ^ Nel 2019, durante le ultime puntate, si è spostato sul red carpet di fronte all'ingresso del teatro Ariston.
- ^ SIPRA: CONFERMATI I LISTINI 2007 PER IL FESTIVAL DI SANREMO 2008 Archiviato il 1º febbraio 2018 in Internet Archive. e-duesse.it, 9 gennaio 2008
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- ^ Caro Festival di Sanremo, ti abbiamo fatto i conti in tasca... Archiviato il 1º febbraio 2018 in Internet Archive. panorama.it
- ^ Sanremo 2012: confermati gli sponsor Volkswagen, Eni, Procter & Gamble e Beghelli Archiviato il 31 gennaio 2018 in Internet Archive. adcgroup.it, 14 dicembre 2011
- ^ Aegis Media Research. Al via Sanremo 2013. Obiettivi: 40% di share editoriale e 16 mln di raccolta Archiviato il 1º febbraio 2018 in Internet Archive. adcgroup.it, 11 febbraio 2013
- ^ Findus, P&G, Conad, Suzuki gli sponsor di Sanremo 2014. Leone: 'Festival a costo zero grazie a sponsor e pubblicità' Archiviato il 31 gennaio 2018 in Internet Archive. adcgroup.it, 10 febbraio 2014
- ^ PISCOPO (RAI PUBBLICITÀ) “PER SANREMO QUASI SOLD OUT. IL 40% SONO NUOVI CLIENTI” Archiviato il 4 luglio 2017 in Internet Archive. pubblicitaitalia.it, 9 febbraio 2015
- ^ Gli sponsor di Sanremo: TIM con il nuovo format, UniCredit per i mutui-casa, Orogel istituzionale e Suzuki firmata Brand Portal Archiviato il 31 gennaio 2018 in Internet Archive. dailyonline.it, 2 febbraio 2016
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- ^ Giulia Cavaliere, Sanremo 1969 tra rhythm'n'blues e contestazione: dal Controfestival di Dario Fo e Franca Rame alla disapprovazione di Pasolini, in Corriere della Sera, 4 febbraio 2019. URL consultato il 18 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2022).
- ^ Leonardo Campus, Sanremo: il grande festival dell'Italia democristiana, in Agostino Giovagnoli (a cura di), L'Italia e gli italiani dal 1948 al 1978, Soveria Mannelli, Rubbettino, pp. 153-198, ISBN 8849860420.
- ^ Silvio Lanaro, Storia dell'Italia repubblicana, Venezia, Marsilio, 1997 [1992], p. 200, ISBN 8831763962.
- ^ Michele Straniero, Antistoria d'Italia in canzonetta, in Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona e Giorgio De Maria (a cura di), Le canzoni della cattiva coscienza. La musica leggera in Italia, Milano, Bompiani, 1964, p. 80.
BibliografiaModifica
- Gianni Borgna, La grande evasione. Storia del Festival di Sanremo: 30 anni di costume italiano, Perugia, Savelli, 1980.
- Mario de Luigi, Festival di Sanremo, in Gino Castaldo (a cura di), Il dizionario della canzone italiana, vol. 1, Roma, Curcio, 1990, p. 650-656, ISBN 88-9750-877-4.
- Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, Bari-Roma, Laterza, 1992, ISBN 88-04-35899-8.
- Gianni Borgna, L'Italia di Sanremo, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-43638-7.
- Marcello Giannotti, L'enciclopedia di Sanremo. 55 anni di storia del festival dalla A alla Z, Collana Superalbum, Roma, Gremese, 2005, p. 259, ISBN 8884403790. Ospitato su archive.is.
- Leonardo Colombati (a cura di), La canzone italiana, 1861-2011, Milano, Mondadori, 2011, ISBN 88-04-61013-1.
- Serena Facci e Paolo Soddu, Il festival di Sanremo, Roma, Carocci, 2011, ISBN 88-430-5272-1.
- Felice Liperi, Storia della canzone italiana, 2ª ed., Roma, Rai Libri, 2011, ISBN 88-397-1505-3.
- Michele Minisci, Castrocaro-Sanremo solo andata, Forlì, Risguardi, 2020, ISBN 88-855-2762-0.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
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Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su sanremo.rai.it.
- Festival di Sanremo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Sanremo Music Festival, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Festival di Sanremo, su Internet Movie Database, IMDb.com.
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